Ferrari alza il velo sull`Ipo
Transcript
Ferrari alza il velo sull`Ipo
Il Sole 24 Ore Venerdì 2 Ottobre 2015 N. 271 34 Finanza & Mercati Auto. L’obiettivo della quotazione è incassare un miliardo di euro che andrà a ridurre l’indebitamento di Fca BREVI Editoria. Superato l’ostacolo Antitrust Ferrari alza il velo sull’Ipo Dalla Finanza Rcs-Mondadori, accordo vicino VENETO BANCA Attesa oggi la pubblicazione del prospetto per la quotazione a Wall Street pStasera lo starter dovrebbe dare il semaforo verde per la corsa di Ferrari verso il listino di Wall Street: se arriveranno tutte le autorizzazioni dalla Sec (l’autorità statunitense di con trollo sui mercati), la holding olandese New Business Netherlands NV così si chiama ancora la società che si trasfor merà in Ferrari NV depositerà il prospetto definitivo per la quotazione sul listino Usa. Fer rari NV sarà quotata a New York con il simbolo FRRI. Il do cumento conterrà, fra le altre informazioni, anche l’indica zione della quantità di azioni in vendita (dovrebbe essere pari al 10% del capitale) e della forchet ta di prezzo; l’obiettivo di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler (oltre che presidente di Ferrari), è di incassare un miliardo di euro che finirà nelle casse di Fca e an drà a ridurne l'indebitamento. Se tutto andrà come previsto, il road show presso gli investi tori dovrebbe iniziare entro lu nedì e durare una o due settima ne; a seconda dell’andamento, i libri potrebbero essere chiusi a partire dai primi giorni della settimana successiva (dal 12 ot tobre). A quel punto verrà fissa to il prezzo definitivo e saranno allocati i titoli. Il giorno succes sivo ci sarà il debutto a Wall Street, che per motivi legali non potrà avvenire prima del 13 otto bre, data in cui l’anno scorso ha fatto il suo esordio la capogrup po Fiat Chrysler; in ogni caso, l’operazione si chiuderà al più tardi entro fine mese. Global co ordinator del collocamento Ferrari è la banca svizzera Ubs, di cui Sergio Marchionne è stato vicepresidente; ad essa si ag giungono i joint book runners Bofa Merrill Lynch, Banco San tander, Allen & Co., Bnp Pari bas, Mediobanca e Jp Morgan. Dopo l’Ipo il capitale sarà così ripartito: 80% ancora in mano a Fca, 10% a Piero Ferrari (figlio del fondatore dell'azienda) e 10% sul mercato. Nei primi mesi del 2016, poi è previsto lo scor poro della Ferrari da Fca: l’80% di Ferrari ancora in mano a que st’ultima verrà assegnato ai soci Fca e ai detentori delle obbliga zioni convertibili. Dopo lo scor poro, l'azionariato di Ferrari NV vedrà Exor, la holding quo tata della famiglia Agnelli, al 24% del capitale; Piero Ferrari al 10% e il restante 66% sul merca to. Grazie al meccanismo dei di ritti di voto doppi, previsto dalla legge olandese, però, Exor e Pie ro Ferrari saranno in grado di mantenere il controllo del LA PAROLA CHIAVE Prospetto 7Il prospetto informativo è il documento attraverso il quale chi intende effettuare una sollecitazione all’investimento comunica alle diverse autorità di vigilanza ed al mercato le caratteristiche dell'operazione e fornisce le informazioni necessarie affinchè gli investitori possano pervenire a un fondato giudizio sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria e sull’evoluzione dell’attività dell’emittente. l’azienda. A dare il via allo scor poro dovrà essere un’assem blea straordinaria dei soci Fca, che si terrà ad Amsterdam e po trebbe essere convocata per di cembre. Sempre dopo lo scor poro verrà eventualmente chie sta la quotazione a Milano. Le turbolenze delle ultime settimane sui mercati, aggrava te dal caso dei diesel truccati della Vw, non hanno per ora modificato il calendario del col locamento Ferrari, così come non lo ha modificato l’inattesa bocciatura del contratto di lavo ro di Fiat Chrysler con il sinda cato Uaw da parte dei lavorato ri, evento che non c’entra nulla con Ferrari ma che potrebbe causare qualche mal di testa in più a Marchionne e costringerlo a qualche ora di straordinario. A.Mal. © RIPRODUZIONE RISERVATA Auto/2. Per la prima volta in 33 anni respinto l’accordo siglato da azienda e sindacato Uaw Fca, bocciata in Usa l’intesa sul contratto Marco Valsania NEW YORK pPiù che un no è stato un plebisci generale della Uaw, Dennis Wil liams, dovranno ora cercare di tor nare al tavolo delle trattative in un clima arroventato. Sono possibili scioperi, come anche una pausa nel negoziato per dare spazio a mano vre sindacali con Gm e Ford. Proprio il contratto con Fca avrebbe dovuto servire da base per intese con le altre due case di Detroit. Williams, sep pur indebolito dalla sconfessione, ieri sera aveva già convocato un in to, che rilancia le tensioni tra sinda cati e Fiat Chrysler Automobiles. I lavoratori americani di Fca, per la prima volta in 33 anni, hanno respin to a larga maggioranza il contratto quadriennale concordato da azien da e vertici della United Auto Workers. Una proposta che doveva ridurre diseguaglianze retributive tra vecchi e nuovi dipendenti e rior ganizzare la produzione, ma che gli iscritti alle union hanno denunciato L’ESITO come inadeguata. Dopo giorni di Il documento rifiutato scrutini negli stabilimenti, la Uaw ha dai due terzi degli iscritti annunciato che il contratto è stato L’azienda: «Siamo delusi» bocciato da quasi due terzi degli Impennata a doppia cifra iscritti, il 65 per cento. Sergio Marchionne e il segretario per le vendite dei big Usa contro con i leader locali delle union per mettere a fuoco una nuova posi zione. «Notificheremo a Fca che so no necessarie ulteriori discussioni», ha dichiarato. «Siamo delusi ha fat to sapere da parte sua l'azienda Ne gli ultimi sette anni abbiamo com piuto significativi progressi ma resta molto lavoro da fare. L'accordo era disegnato per costruire una forte e competitiva Fca Us». Ha tuttavia ag giunto di auspicare «un continuo dialogo con la Uaw». La rivolta degli iscritti è scattata in protesta contro la mancata elimina zione di una doppia fascia negli sti pendi. Il 45% dei dipendenti Fca è og gi nella fascia inferiore, che riguarda gli assunti dopo il 2007 e comincia da 16 dollari l'ora per rimanere in segui to sotto i 20, mentre i compensi tradi zionali sono di almeno 28 dollari. L'accordo alzava il salario d'ingresso a 16 dollari e progressivamente lo portava a 25,35 dollari. Ma la maggio ranza dei 40.000 iscritti chiede di cancellare la fascia inferiore entro i quattro anni del contratto. Negativa è stata inoltre la reazione a progetti di spostamento di gran parte della pro duzione di auto in Messico, per pun tare negli Stati Ujiti su furgoni e Suv. E alle incognite su un nuovo modello cooperativo di assistenza sanitaria. A condannare matematicamen te l'intesa alla sconfitta è stato nelle ultime ore il voto di grandi impian ti: da Toledo in Ohio, dove i no han no raggiunto l'80%, fino a Warren e Sterling Heights in Michigan e a Belvidere in Illinois dove sono stati circa il 70 per cento. I lavoratori dell'auto potrebbero aver trovato incoraggiamento per le loro rivendicazioni nei successi di vendita dei marchi di Detroit, so stenuti da bassi tassi d'interesse, so lidità dei consumi e cali della benzi na. I dati di settembre hanno ieri mostrato livelli annualizzati supe riori ai 18 milioni di veicoli, un re cord dal luglio 2005. Sia Fca che Gm e Ford hanno corso in doppia cifra percentuale: le vendite di Fca sono salite per il 66esimo mese consecu tivo, in aumento del 14% a 193.019 vetture con impennate del 45% nel Dodge Journey e del 28% nella Jeep Cherokee che hanno registrato massimi assoluti. Gm ha riportato una crescita del 12,5% e Ford del 23,3 per cento. Toyota ha guadagnato il 16 per cento. Tra le eccezioni, Volkswagen: colpita dallo scandalo sulle emissioni ha visto le vendite lievitare di un magro 1 per cento. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riavvia la cessione di Bim dopo no Bce Salta definitivamente la vendita del 51,4% di Banca Intermobiliare, controllata da Veneto Banca, alla cordata di investitori capitanata dal vicepresidente della stessa Bim, Pietro D'Aguì. Non è infatti arrivato entro i termini previsti il via libera della Bce all'operazione, che quindi «non potrà avere esecuzione». Il cda di Veneto Banca ha quindi deciso di «riavviare i contatti con potenziali acquirenti sia a livello nazionale che internazionale», anche alla luce «di rinnovate manifestazioni di interesse da parte di importanti operatori del settore». DIGITAL MAGICS Sei nuove quote in start up digitali Digital Magics, venture incubator quotato all’Aim di Borsa Italiana e che ha approvato la relazione semestrale del bilancio, porta a 46 il numero delle partecipate, di cui 25 iscritte nel Registro nazionale delle Startup Innovative. I ricavi da servizi di consulenza e incubazione sono stati pari a 1,18 milioni di Euro (+4% sul giugno 2014) con valore della produzione a 1,28 milioni di Euro (+12,4%). Sale l’Ebitda a 150 mila Euro (+75%) mentre il risultato netto a 173 mila euro è agli stessi livelli dello scorso anno. CALCIO E FINANZA APAMilanAc: il rinvio preoccupa L'Associazione dei Piccoli Azionisti del Milan «registra non senza perplessità l'ulteriore rinvio convenuto per la stipula degli accordi tra Fininvest e la cordata internazionale guidata da Mr. Bee Taechaubol». Simone Filippetti pS’incaglia il dossier Rcs Mondadori? Sulla vendita della storica e prestigiosa di visione libri di Via Solferino alla casa editrice della fami glia Berlusconi fino a merco ledì notte, e fuori tempo mas simo, non s’era trovato anco ra l’accordo. Ma poi, ieri sera, un improvviso scatto, dopo un summit ai massimi livelli tra Pietro Scott Jovane ed Er nesto Mauri, ha rimesso in moto le trattative che erano arenate. La mediazione per sbloccare l’empasse è stata promossa da Rcs: la casa edi trice del Corriere della Sera è disposta a concedere uno sconto sul prezzo (che se condo rumors sarebbe di 130 milioni) a Mondadori, se la stessa Mondadori si farà cari co di eventuali paletti del l’Antitrust. Si spera di chiudere nel fine settimana quello che sarebbe il più clamoro col dell’eod itlandegli utlimi 20 anni. La Mondari compra il suo mag gior concorrente (con in por tafoglio case di assoluto livel lo come Rizzoli, Bompiani, Marsilio e la boutique Adel phi di Roberto Calasso) e di venta il primo editor di libri in Italia e pure un big in Europa. Ancora mercoledì sera tut to era in alto mare e anzi le due aziende si erano arenate sul nodo Antitrust. E proprio mercoledì terminava l’esclu siva concessa da Rcs a Mon dadori, dopo circa otto mesi di contatti e trattative, ma alla scadenza non si era arrivati alla firma (nemmeno dopo un cda fiume di Rcs, riaggior nato addirittura alle 21 di sera di mercoledì). Ecco il nodo: visto che il colosso che nasce rebbe, potrebbe avere una posizione dominante e dare luogo a una concentrazione, l’authority del mercato po trebbe chiedere di cedere al cuni pezzi (peraltro la Adel phi medesima scalpita per cambiare proprietario per ché Calasso non gradirebbe di finire sotto il cappello della Mondadori) o intervenire con sanzioni. Su questo ri schio, Rcs e Mondadori ini zialmente avrebbero dovuto spartirsi in maniera equa gli ipotetici costi, ma poi sono iniziate le divergenze. Il timore che la trattativa saltasse, e che per Rcs sfu masse un incasso prezioso per ridurre la montagna di debiti (oltre quota 500 milio ni) ed evitare un nuovo soc corso dei soci (tuttaltro che L’OFFERTA DI RCS La casa editrice ha offerto una mediazione: concedere uno sconto sul prezzo se a Segrate si faranno carico di eventuali rischi Antitrust entusiasti all’idea di dover sborsare altri soldi), ha fatto scattare il panico in Borsa, dove ieri la casa editrice par tecipata dalla Fca della fami glia Agnelli è crollata del 6% a 0,84 euro. Se entro la fine dell’anno Rcs non rispetterà i covenant (parametri fissati come garanzia) sul debito, sarà costretta dover ricapi talizzare per altri 190 milioni di euro, dopo un’iniezione di liquidità nel 2014. Cosa che i soci che non sarebbero di sposti a fare, obbligando di fatto alla cessione dei libri. Ma ieri uno dei soci forti, la Mediobanca guidata da Al berto Nagel (detentrice di un 6%) ha rassicurato su questo punto: «In generale non abbandoniamo le socie tà in difficoltà, le aiutiamo» ha chiosato il manager. RIPRODUZIONE RISERVATA .@filippettinews Mercati. Verso una performance negativa per 541 miliardi di dollari www.bs.ilsole24ore.com Executive24 - Master part-time Alessandro Merli Luxury Management FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente pLe cose non vanno così ma 3a edizione MILANO, dal 19 NOVEMBRE 2015 9 mesi / 3 gg al mese / in aula & distance learning LE NUOVE FRONTIERE DEL LUSSO TRA DIGITALIZZAZIONE, GLOBALIZZAZIONE E NUOVI CONSUMATORI. UN PERCORSO COMPLETO E INNOVATIVO NEI PRINCIPALI SETTORI DI ECCELLENZA ITALIANI I MODULI DI STUDIO SERVIZI A VALORE AGGIUNTO 1° MODULO - Scenario attuale e nuove sfide del settore tra globalizzazione, nuovi modelli di consumo, rivoluzione digitale AULA E DISTANCE LEARNING 2° MODULO - Innovation & Product Development come fattori critici di successo nel settore PERSONAL CAREER ASSESSMENT 3° MODULO - Communication & brand management 4° MODULO - Web e nuovi media digitali: le nuove frontiere del marketing per i beni di lusso 5° MODULO - Le politiche di pricing : impatto sulla competitività e sulla strategia di business 6° MODULO - Strategie distributive, politiche di retail e e-commerce: trend attuali, scenari futuri e fattori critici di successo TUTORING ON LINE E IN AULA DIPLOMA EXECUTIVE MASTER LE SESSIONI OPERATIVE Business simulation Laboratorio manageriale Project work Case history e testimonianze aziendali 7° MODULO - Strategie e processi di internazionalizzazione 8° MODULO - Gli economics del settore: strumenti e indicatori per il controllo del business Partner: Oltre 1.200 manager hanno conseguito il diploma Executive Business Education. Il Master è finanziabile con i fondi interprofessionali Fondimpresa, Fondir, Fondirigenti, Fonservizi e finanziamenti da Banca Sella. Sono aperte le selezioni. Programma, borse di studio e modalità di ammissione www.bs.ilsole24ore.com SEGUICI SU Servizio Clienti tel. 02 (06) 3022.3906 fax 02 (06) 3022.4462/3034 [email protected] Il Sole 24 ORE Business School ed Eventi Milano, via Monte Rosa, 91 Roma, Piazza dell’Indipendenza, 23 b/c Organizzazione con sistema di qualità certificato ISO 9001:2008 cui investitori rimpatriavano capitali per far fronte alle perdi te in casa propria. Oggi, per i mercati emergenti le ragioni sono interne: le pro spettive della Cina e i dubbi sulla sua politica economica sono i problemi più discussi negli ulti mi tempi, ma più in generale gli investitori sono incerti su tutta la galassia degli emergenti. E il 2016 non si prospetta molto mi gliore, con un miglioramento tutt'al più modesto, considerato fra l'altro che prossimamente la Federal Reserve alzerà i tassi d'interesse. Nei decenni passa ti, questo inaridimento di fondi verso gli emergenti veniva de finito un “sudden stop”, uno stop improvviso. In questo ca so, dice l'Iif, sembra più una siccità che si prolunga. Come ha rilevato anche il Fondo mo netario, uno dei fattori di mag LA PAROLA CHIAVE Fly to quality 7Il termine inglese «fly to quality» (o «flight to quality») significa «volo verso la qualità»: indica, sui mercati finanziari, il momento in cui gli investitori hanno paura di qualcosa e dirigono i flussi di capitali verso beni rifugio. Tradizionali mete del «fly to quality» sono i Bund tedeschi o i TBond Usa, ma anche l'oro: comprando questi titoli, ritenuti sicuri, gli investitori tradizionalmente si riparano dai rischi geopolitici, finanziari o di altra natura. giore rischio è l'esplosione del debito delle imprese, più che quadruplicato in un decennio, secondo l'Fmi, da 4mila a 18mila miliardi di dollari. Una bolla che ora, soprattutto il vi sta del “decollo” dei tassi ame ricani e con la possibilità di un ulteriore indebolimento dello yuan cinese, è destinata a sgon fiarsi rapidamente, lasciando sul terreno numerose vittime. Quali sono i Paesi maggior mente a rischio? Quelli con un largo deficit delle partite cor renti con l'estero, una politica macroeconomica “discutibi le”, una forte esposizione delle imprese a debito in valuta, in certezze politiche acute. Un identikit che, secondo l'asso ciazione delle grandi banche, descrive alla perfezione Brasi le e Turchia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercati. Listini europei in ribasso dopo i dati Usa: Pmi statunitense a 53,1, punto minimo da ottobre 2013 Cresce la volatilità sulle Borse europee Vito Lops Per partecipare alle selezioni è necessario compilare la domanda di ammissione. Grazie alla collaborazione con Banca Sella è possibile accedere a FINANZIAMENTI AGEVOLATI con pagamento della prima rata dopo 6 mesi dalla fine del Master. Con il contributo di: le per i mercati emergenti dagli anni 80, nel pieno della crisi del debito, allora detto del Terzo mondo, e di insolvenze come quella del Messico. Per la prima volta dal 1988, i flussi di capitale netti verso i mercati emergenti saranno quest'anno negativi, per 541 miliardi di dollari, secon do le stime dell'Institute of in ternational Finance, che riuni sce quasi 500 istituzioni finan ziarie globali. Crescono le fughe di capitali dei residenti (oltre mille miliardi di dollari), calano bruscamente gli investimenti degli stranieri. Questi ultimi so no ai livelli più bassi dal 2008, ma con una differenza impor tante: allora la causa era la crisi finanziaria globale, il cui epi centro era nei Paesi avanzati, i pSe il buongiorno si vede dal 9° MODULO - Nuovi modelli organizzativi, etica e responsabilità sociale. Leadership e sviluppo manageriale Con il contributo scientifico di: Fuga dei capitali dai Paesi emergenti: flussi negativi per la prima volta dal 1988 mattino l’ultimo trimestre del l’anno, iniziato ieri, potrebbe con fermarsi ad alta volatilità. Come quello appena messo alle spalle, archiviato con la peggiore perfor mance dal 2011 (11%). Le Borse europee hanno chiu so la seduta in rosso, al contrario dell’andamento della prima parte della giornata quando avevano incamerato un rialzo superiore al punto percentuale. L’ottimismo iniziale è arrivato dall’Asia. Per la prima volta da un po’ di settimane dalla Cina è arrivato un dato ma cro migliore delle attese: a set tembre l’indice manifatturiero è salito da 49,7 a 49,8 punti. Il dato resta sotto la soglia di espansione (50) ma ha comunque battuto leg germente il consenso. Ciò signifi ca che la Cina è in rallentamento ma le cose potrebbero essere me no gravi del previsto. È invece ri sultato peggiore delle attese l’analogo dato dell’Eurozona: il mese scorso l’indice Pmi manifat turiero è sceso al minimo degli ul timi cinque mesi a 52 punti da 52,3 di agosto. Nel pomeriggio a far tornare le nubi è stato il Pmi statu nitense, salito a 53,1 da 53,0 di ago sto, toccando però il punto mini mo da ottobre 2013. È la dimostra zione di come i bassi prezzi ener getici stanno pesando sul comparto manifatturiero. Il dato americano aggiunge incertezza sulla politica monetaria statuni tense (con la Federal Reserve che dopo gli ultimi mesi di tira e molla sui tassi di interesse ha perso un po’ di credibilità tra gli investito ri) e ha spinto le Borse globali nuo vamente in rosso. Piazza Affari ha chiuso a 0,71% certo limando le perdite rispetto al 1,57% di Fran coforte. A Milano hanno brillato Fca in scia ai rumors sul valore dell’imminente Ipo di Ferrari (se condo Bloomberg le richieste per le azioni potrebbero superare di Il cambio Euro/dollaro 01/09 1,145 1,140 1,135 1,130 1,125 1,120 1,115 1,110 Variazione % -0,26 01/10 10 volte l’offerta, sfiorando i 10 mi liardi di dollari) e Mediaset (so stenuta dalle buone indicazioni fornite dalla concorrente Rai sul la raccolta pubblicitaria). In Europa hanno sofferto le so cietà del comparto tlc dopo che l’olandese Altice ha annunciato un aumento di capitale da 1,8 miliardi e un’emissione di bond per 8,6 mi liardi di dollari per concludere l’ac quisizione dell’americana Cable vision che prevede un esborso di 17,7 miliardi di dollari. Venduta an che Telecom Italia (4,3%). Acquisti invece sul mercato obbligazionario. Il rendimento dei BTp a 10 anni è scivolato in traday all’1,68%, i minimi dello scorso maggio (chiusura 1,72% con spread con il Bund in calo a 113). I mercati iniziano a sconta re un ampliamento del quantita tive easing della Bce da 1.600 mi liardi di euro a 2.400. .@vitolops © RIPRODUZIONE RISERVA