LC PC1. Seh/Q - Comune di Bagnacavallo
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L press unE 17/1112011 C PC1. Seh/Q Live & More: rassegna di musica dal vivo Torna, con numerosi concerti , la rasségmt di musica dal vivo del Caffè Centréíle di Villanova di Bagnacavallo proposta da uno staff compostò 4a Giova ti Bagnari, Daniele Bavagnedi, Marco Tamburini, Luca Teodori e Adriano Rugigdi. La rasAgna ha il patr9ciitio del CoMune di Bagnacavallo Giunta alla quinta edizione, Live &IVgit che già nelle passate stagioni ha contato anche più di 300 persone a concerto, parte con una buona premessa: sabato 15 ottobre si è svolta all'interno del Caffè Centrale l'anteprima della rassegna con Jerry e iDoposole e un Caffè Centrale già gremito. Ora il cartellone ufficiale, che «come sempre — spiega il direttore artistico Giovanni Bagnari — offre musica di qualità grazie a una serie di importanti musicisti nel territorio romagnolo e non solo, prevede dieci concerti tra il 29 ottobre 2011 e il 12 maggio 2012». Da segnalare innanzitutto tre voci femminili: Valentina Monetta già protagonista il 29 ottobre con Mecco Guidi e Lele Veronesi due noti musicisti, per proseguire a dicembre con la voce soul & funk di Messalina Fratti affiancata dai suoi Funky Papas, mentre puro R'n'B uscirà dalla voce di Alessandra La Rosa per il concerto del 31 marzo con la FemAle band. A febbraio sarà ospite della rassegna il cantautore pugliese Renzo Rubino, già bagnacavallese di adozione poi trasferitosi nelle campagne senesi. Un musicista originale, un interprete che ama scherzare con la sua musica e quella degli altri, reinterpretando e schernendo a volte, sia pezzi classici che canzoni non proprio indimenticabili. Presenterà la sua ultima fatica Farfavole. «Siamo inoltre contenti — sottolinea Giovanni Bagnari - di ospitare un altro ottimo cantautore, romagnolo doc, Massimo Giovanardi che il 12 maggio porterà sul nostro palco le canzoni del suo ultimo album, uscito nel 2010, Abiti: sonorità molto variegate, dalla bossa nova allo swing, ricche di parole bellissime e mai scontate, un vero piacere ascoltarlo.» Tra gli altri ospiti del Live & More ricordiamo a novembre i Dilivello che proporranno canzoni famose, reinterpretate magistralmente dalla voce di Villani contornato da un'ampia band, con alla batteria Florian, già, con Mario Biondi e Raphael Gualazzi. Claudio Dirani, batterista della band rivelazione Modà, porterà poi sul palco della Caffè Centrale il meglio della musica italiana e straniera insieme al fratello bassista Marco (che ha collaborato con Umberto Tozzi e tanti altri), alle tastiere De Fazio e alla voce Annastella Camporeale (14 gennaio). 11 25 febbraio sarà la volta di una voce black: Vonn Washington con i Funky 4 of Us. E poi due duetti: il più famoso della Romagna Gio De Luigi e Andrea Morelli (10 marzo) e un altro, di tutt'altra fattura, i Dos Diablos, con un blues dilatato, sporco e dal sapore americano (21 aprile). Questo il programma completo dei concerti: 29 ottobre - Valentina Monetta trio 19 novembre - Dilivello 10 dicembre - Messalina Fratti & the Funky Papas 14 gennaio - Claudio Dirani Quartet 4 febbraio Renzo Rubino 25 febbraio - Vonn Washington & Funky 4 of Us 10 marzo - Gio' de Luigi e Andrea Morelli 31 marzo - Female Band 21 aprile - Dos Diablos 12 maggio - Massimo Giovanardi trio Musica a parte, tra le novità di quest'anno vanno segnalati il primo sito internet interamente dedicato alla rassegna www.liveandmoreit e il nuovo logo Live&More, semplice e intuitivo, realizzato da Luca Teodori della Campbell Adv, con sede a Guastalla. Il Caffè Centrale ha poi deciso di dare il proprio sostegno al canile di Bizzuno, mettendo all'interno del locale un banchetto di raccolta fondi per tutte le serate. «La nostra rassegna — spiega ancora Bagnari - come ogni anno non sarebbe possibile senza il sostegno dei nostri amici sponsor. Questi i nostri main sponsor per le serate: Luca Rossi Per la Testa, Piacersi è Piacere Paolo Equzi)e, Life for fun, Dream Car- BMW e Mini; Ravaioli Legnami, BCC — Banca Credito Cooperativo. I buffet di ogni serata sono preparati da Eventi e Catering di Russi.» I concerti, in programma alle 22, saranno preceduti alle 21 da un buffet e seguiti a partire da mezzanotte da un dj set. L'ingresso ai concerti è gratuito. Il Caffè Centrale è in piazza III Martiri 10, a Villanova. Informazioni: 3382960997; [email protected]; facebook: Caffè Centrale Pagina 13 L press unE 17/11/2011 C PC1. Seh/Q Quel famoso diario di guerra... Omaggi e riconoscimenti per Edith Penasa, che ha aiutato a rintracciare il diario di guerra di Alberto Toni. Questa la sua dichiarazione ". .. grande emozione nel telefonare al numero trovato sull'elenco e sentirmi rispondere non solo che avevo individuato la famiglia di Alberto Toni, ma che lui era ancora vivo. Lo considero un vero miracolo, una cosa mai accaduta prima in Nuova Zelanda.» Si è svolto sabato 22 ottobre in municipio l'incontro fra il sindaco di Bagnacavallo Laura Rossi ed Edith Penasa, l'insegnante che ha aiutato i discendenti del militare neozelandese Joseph Miller a rintracciare il proprietario del diario di guerra smarrito durante la campagna d'Africa circa settant'anni fa dal bagnacavallese Alberto Toni e ritrovato dallo stesso Miller. Edith Penasa, di origine italiana, vive da tempo in Nuova Zelanda. La signora, che sabato 22 era ac- compagnata dal genero di Toni, Giovanni Emiliani, non aveva potuto partecipare alla cerimonia di riconsegna del diario che si era tenuta a Bagnacavallo il 27 agosto scorso, organizzata dall'Università per gli Adulti di Lugo in collaborazione con íl Comune di Bagnacavallo. Ora ha colto l'occasione di un viaggio in Italia in visita alla madre a Varna, nella zona di Bressanone, per incontrare la famiglia Toni e il sindaco di Bagnacavallo e condividere con loro quella che lei stessa de- finisce «l'esperienza più importante della mia ' Edith Penasa è stata contattata il 2 maggio di quest'anno da Shirley Miller, nuora dello scomparso Joseph, perché aiutasse la sua famiglia nelle ricerche del soldato italiano autore del diario ritrovato dal suocero in Africa. Edith, insegnante di italiano in una scuola serale di New Plymouth, inizia così un'indagine su internet, fino a entrare in contatto con un sito che si occupa di ricerca storica sui caduti dell'ultimo conflitto mondiale. Qui scopre che nessun Alberto Toni risulta caduto in guerra e ottiene l'indicazione geografica dell'origine della famiglia: Bagnacavallo. «Ho provato una grande emozione ricorda Edith Penasa — nel telefonare al numero trovato sul'-‘",elenco e sentirmi rispondere non solo che avevo individuato la famiglia di Alberto Toni, ma che lui era ancora vivo. Lo considero un vero miracolo, una cosa mai accaduta prima in Nuova Zelanda.» Grande emozione che ha deciso di condividere con Alberto e i suoi familiari e poi con il sindaco Laura Rossi, dalla quale ha ricevuto i ringraziamenti della comunità bagnacavallese per l'impegno profuso nell'aiutare la famiglia Miller a portare a compimento la volontà di Joseph di far riavere il diario al legittimo proprietario. Il sindaco ha poi fatto omaggio alla signora Penasa di una confezione di Acqua di Bagnacavallo, una guida turistica del territorio e una confezione di prodotti tipici locali realizzata in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. L press unE 17/11/2011 C PC1. Setyi0 Rassegna di aperitivi d'arte: laboratori espressivi e conversazioni Lasciare il segno, fare un gesto "L'autoritratto: soggetto simboli e luoghi" Ha avuto luogo domenica 6 novembre il secondo appuntamento di "Lasciare il segno, fare un gesto" dedicato per l'occasione alla fotografia, la rassegna di aperitivi d'arte: mostre, musica, laboratori espressivi e conversazioni organizzati dall'associazione Crac (Centro in Romagna Ricerca Arte Contemporanea) principalmente presso le Sale Garzoniane del convento di San Francesco a Bagnacavallo. L'iniziativa ha il patrocinio del Comune. Loretta Zaganelli, insegnante d'arte che dal 2002 si occupa di arte contemporanea attraverso la scrittura e la fotografia, ha condotto presso le Sale Garzoniane una conversazione su L'autoritratto: soggetto simboli e luoghi, cui ha fatto seguito un laboratorio per immagini sulla progettazione dell'autoritratto; a tale scopo i partecipanti erano invitati a portare almeno due fotografie che li ritraessero. Il pomeriggio si è concluso con un aperitivo. Sono state esposte opere a tema di alcuni artisti dell'associazione Crac.L'in- contro è stato presentato dalla presidente dell'associazione Rosa Banzi. L'appuntamento numero tre della rassegna, iniziata il 4 settembre e in programma fino all'estate 2012, è previsto domenica 4 dicembre e sarà dedicato alla danza contemporanea. Gli aperitivi d'arte si te ngono al convento di San Francesco fino ad aprile, poi in altre sedi. Il calendario completo è disponibile sul sito http://cracarte.wordpress.com Il convento di San Francesco è in via Cadorna a Bagnacavallo. Ingresso: 12 euro, ridotto per tesserati Crac. Per informazioni: Loretta Zaganelli (338 9602512, lorettazaganelli@gmail. com); Rosa Banzi (338 1837841, tbanzi@virgiliolt). Pagina 14 PC1. Seb/i(1 L press unE 17/11/2011 Convento di S.Francesco "Nuovo Cinema B4nacavallo 99 Sesta edizione chila rassegna cinematografica invernale Ha preso il via venerdì 28 ottobre la prima parte di "Nuovo Cinema Bagnacavallo",la sesta edizione della rassegna invernale curata dal Cinecircolo Fuoriquadro con il Comune di Bagnacavallo. Ad inaugurare la stagione è stato il film di Emanuele Crialese Terraferma, Premio Speciale della Giuria all'ultima Mostra del Cinema di Venezia e candidato italiano all'Oscar per il miglior film in lingua non inglese. Venerdì 4 novembre appuntamento con la manifestazione "Ottobre giapponese", organizzata dall'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente sezione Emilia-Romagna, che ha proposto la proiezione del film di Nishizawa Akio Voci della nostra infanzia., sabato 5 e domenica 6 novembre si va avanti con la commedia dai toni surreali Pink Subaro, di Kazura Ogawa. La prima parte della rassegna, dedicata come da tradizione alle seconde visioni di produzioni d'éssai e di qualità, proseguirà fino a inizio gennaio 2012. Per quanto concerne le date: 11,12,13 novembre è in programma Daangerous method di D.Kronemberg. Parola. Questo è l'elemento al centro dell'ultimo film di David Cronenberg. Il regista canadese ha esplorato per decenni la carne, la morte, l'essere umano nella sua dimensione più sanguigna. Nel 2011 decide di utilizzare la parola come fulcro della narrazione, scegliendo Carl Gustav Jung, Sigmund Freud- e Sabina Spielrein come incarnazioni di questa necessità: utilizzare cioè il verbo per comunicare un pezzo di storia del pensiero umano. -r uggine • Il film di Dant& Gaglianone che scuote la platea del Festival di ,Venezia realtà.... La ,grande novità di Ruggine è nello spessore del cast che vede all'opera Stefano Accorsi, Filippo Timi, Valeria Solarino e Valerio Mastrandrea- Filippo Timi Rugginé; il film che ha aperto le Ambientazione - Ruggine si svolge in una città del nord Italia, alla fine degli anni Settanta. È Giornate degli Autori, ha scosso la platea del Festival del Cinema di Venezia e a fine proiezione gli ha tributato un lungo applauso. Conoscendo i precedenti lavori e la poetica di Daniele Gaianone non poteva essere altrimenti. Anconetano di nascita ma torinese da sempre, Gaglianone è uno dei maggiori esponenti di un cinema realista che affonda le mani nel quotidiano urti can do lo spettatore, mettendolo di fronte a temi importanti di resilienza e resistenza, con e senza la maiuscola... Dopo lo sconvolgente Pietro, girato in poche settimane con un budget ridottissimo, Gaglianone ha fatto con Ruggine quel salto di qualità che molti si attendevano da lui. E lo ha fatto, si badi bene, tenendo fede alla propria idea cinema, a una poetica che non fa sconti agli spettatori. Più che il realismo semplicistico di Ken Loach,Gaglianone sembra avere come modello il radicalismo dei fratelli Dardenne. Ma, grazie a un sapiente utilizzo del montaggio ed una grande sensibilità nella direzione degli attori, i suoi film non lasciano mai l'impressione di una pura e semplice descrizione della estate. In un quartiere di periferia abitato da immigrati meridionali e del nord est, una banda di bambini, capitanata dal siciliano Carmine, passa il tempo tra giochi e scontri con altre piccole bande. I bambini giocano a fare gli adulti nel Castello, due vecchi silos arrugginiti. Quell'estate nel quartiere arriva un nuovo medico, il dottor Boldrini, un elegante e aristocratico signore per il quale la gente della zona prova soggezione e ammirazione. Soltanto Carmine e i suoi amici, Sandro, Cinzia, Betta, Andrea e Tonio, con la loro illuminata innocenza, si rendono conto della reale natura dell'uomo che si rivelerà ben presto l'orco di questa storia. E a trent'anni di distanza, Carmine, San- dro e Cinzia dovranno fare i conti con il loro passato. Condomini costruiti alla velocità della luce, per dare una casa agli immigrati, sembrano di cartapesta, non così i bambini che scorazzano nell'ifnmensa distesa brulla li. intorno. Non stiamo parlando delle banlieues francesi, ma della Torino degli anni Settanta. Gli immigrati non sono marocchini, algerini, peruviani, senegalesi, singalesi ma napoletani, siciliani, calabresi, veneti. Il mostro è lì in mezzo a loro, un pediatra del Nord, con tanto di pedigree. Un film cupo, Ruggine di Daniele Gaglianone, ma con lampi che illuminano. Due bambine del quartiere vengono violentate e ammazzate selvaggiamente: prima si sospetta il matto del villaggio, ma poi i bambini — e solo loro — intuiscono che lo spietato killer è il dottor Boldrini, che li ha tutti in cura. Una parte che calza a pennello a Filippo Timi. La banda di bimbi che, durante il giorno, gioca intorno ad un vecchio cantiere fatiscente che cade a pezzi (da qui ruggine), intuisce presto che c'è qualcosa che non va in quell'uomo che tutti i genitori rispettano, perché è un dottore; perché è del nord.La narrazione balz di continuo dal passato al presente, dove tre di questi bambini — Sandro (Stefano Accorsi), Carmine (Valerio Mastandrea) e Cinzia (Valeria Solarino) — sono adulti. Lei ora è insegnante, ce l'ha fatta, ha studiato. Per la prima volta - durante un consiglio di classe - riesce a intervenire a favore di una bambina che subisce molestie, in un crescendo di tensione con i suoi colleghi maschi. Nello stesso istante, a qualche isolato, vediamo L press unE 17/11/2011 Sandro mentre gioca con suo figlio al drago cattivo, cercando di trasmettere tranquillità al figlio, ma non sempre ci riesce .Carmine invece indugia per ore in un baretto dello stesso quartiere dove è cresciuto, birra dopo birra, pontifica di fronte ad un gruppo di conoscenti, guarda in faccia la realtà, ma nessuno lo prende sul serio. È il più segnato deí tre, ma mi fermo qui, non si deve svelare la trama. È ormai sera i tre vecchi compagni di gioco si ritrovano sullo stesso autobus. Sembrano riconoscersi, ma è solo un'impressione o un desiderio dello lettatore. La ruggine del cantiere l'hanno ancora addosso tutti e tre — una ferita che non si rimarginerà mai — ma con la quale dovranno continuare a scendere a patti giorno dopo giomo.Un film sul male del potere: quel medico lo rappresenta in pieno, con la sua arroganza, e il suo desiderio malato di disporre delle vite degli altri. Un film ben fatto, con un crescendo di tensione, appena un po' sopra le righe nell'interpretazione di Timi. Risolto anche nel dialogo tra passato e presente Va tutto benissimo, gli attori, la regia, il modo di raccontare, la forza delle imma- tè I C PC1. Seh/Q gini, il suono e il montaggio. Viene però da chiedersi perché ultimamente torna spesso nella narrativa italiana — il fihn è statq tratto dall'omonitno libro di Stefano Massaron - i'; ■1?vente pro;, blematica della violelza fanzia e , sullek bambine particolare? Forse. è il riflesso di un PaYsè efiela profondi problemi non risolti con lidfanzia e con il femminile? Se è così, allora ben vengano questi romanzi. E questi film. "Come raccontare la storliiiliRug- gine? spie& Gaglianone — Posso — partire dalle favole, che anche se le associamo ai bambini e ad un'età che vogliamo preservare come Mnocente, raccontano a volte storie terribili e spaventose; e come accade spesso nelle fiabe, in questa storia un gruppo di bambini incontra l'orco, l'uomo nero. È la storia di una battaglia contro il male assoluto che divora l'infanzia. Il film ha una struttura particolare; ci sono quattro percorsi che si incrociano, uno riguarda il passato e tre si svolgono nel presente, ma il rapporto fra le due dimensioni temporali non è mai di dipendenza ovvero il passato non è mai un flash back così come i l presente non è mai un flash forward. Tranne nel finale, quando i protagonisti si ritrovano a fare i conti con i propri fantasmi in modo diretto, il pas'sato diventa un ricordo, un frammento della memoria, pef quanto bruciante e vivo. Si tratta di una storia di amicizia che soprav::: vive nel tempo 9ancbe di un ten-' tativo di riconciliazione con se stessi e i propri fardelli. Può anche essere letta come un'allegoria sul potere, sulla soggezione che proviamo nei suoi confronta' e di quanto sia alto il prezzo da pagare se si decide di combatterlo". Il film è tutto imperniato su ciò che resta dei traumi infantili, visto che la vicenda narra di un gruppo bambini meridionali figli di immigrati al Nord, che vive in un quartiere periferico di Torino, in una zona di stabili abbandonati e rugginosi Irrompe nei loro giochi, come in una favola noir, l'orco cattivo (Timi), il dottor Boldrini, medico condotto. Quella Ruggine non li abbandonerà in età adulta, entrerà a far parte d i loro.... Silvia Giorgi "Ruggine" di Daniele Gaglianone Il film della settimana. "... Gaglianone racconta il momento in cui si manifesta la coscienza come responsabilità. Il regista osserva l'infanzia in forme che il cinema italiano ha _sfiorato solo nei film miglior di Luigi Comencini e Vittorio De Sica anche se, a uno sguardo ravvicinato, si scoprono sfumature che avvicinanoRuggine a Mark Twain o addirittura ,a Cormac McCarthy per la sua capacità di dare corpo a un male che striscia sulla linea dell'orizzonte arsa dal sole. Il dottorBoldrina; infatti,' personifica tutte le minacele e la promiscuità sessuale che le favole attribuiscono tradizionalmente all'" uomo nero... L'attenzione partecipe attraverso la quale il regista filma i ritual i dell'infanzia, il canto misterico dei colpi che si trasformano giocando tra i detriti di una civiltà industriale che avverte già, cupamente, i l proprio venire meno, non hanno pari nel cinema italiano che non riesce a dare dei bambini una immagine che non sia edulcorata secondo i peggiori dettami di un paternalismo cripto-cattolico durissimo a morire. Ed è dunque questo grumo di energia vitale, colta tra le pieghe di un mondo che mentre sorge già manifesta i segni della propria sparizione imminente, a fare del film un'opera attraversata da una malinconia tanto irriducibile quanto politicamente articolata"