EffeZero Magazine 1/2011

Transcript

EffeZero Magazine 1/2011
EFFEZERO MAGAZINE
# 1 - 2011
SOMMARIO
L’Editoriale
di Giovanni Maciocco
Reporter per caso
di Stefano Sassu
pagina 3
Backstage
di Alessandro Cani
pagina 4
I Profili Colore
di Lorenzo Bellu
pagina 6
Seguaci della luce
di Stefano Sassu
pagina 7
pagina 11
Vita vissuta
il Macro, di Pierpaolo Arru
pagina 14
Bacheca
di tutto, di più
pagina 15
Organigramma
elenco soci
pagina 17
EFFEZEROMAGAZINE
1° trimestre/2011
Notiziario trimestrale di informazione
riservato esclusivamente ai soci
dell’associazione fotografica
Effezero di Cagliari
C.F. 92169400923
SEDE OPERATIVA: Via Nervi angolo Via Natta – Zona Industriale est Casic
Elmas – 09122 Cagliari
SEDE LEGALE: Via Ariosto n. 23, 09129 – Cagliari
PRESIDENTE: Giovanni Maciocco
SEGRETARIO: Maurizio Cotza
TESORIERE: Alessandro Cani
Grafica e impaginazione: Bruno Olivieri
Per informazioni puoi scrivere a
[email protected]
© - copyright su immaghini e contenuti è dei rispettivi aventi
diritto
SOMMARIO
pag. 2
EFFEZERO MAGAZINE
L’EDITORIALE
by Giovanni Maciocco
Benvenuti associati, questo è il numero uno del nostro magazine.
L’associazione fotografica Effezero ha recentemente compiuto un anno di vita e abbiamo deciso che è arrivato il momento di creare un contenitore che ci permetta di mettere in
evidenza le attività che stiamo portando avanti.
Nell’editoriale di questo primo numero, mi piace ricordare
la storia, seppur breve, della nostra associazione.
Effezero è nata da un gruppo di amici fotografici sardi che
si sono conosciuti grazie a Flickr (www.flickr.com) e in particolare grazie al raduno organizzato nel lontano 2006 da
Alessandro Cani e da Sara Petagna.
Da quell’incontro, svoltosi in un primo tempo a Cagliari
nel porticciolo di Marina Piccola e successivamente proseguito davanti a una pizza, nascerà la prima idea di riunirsi e
di fare tutti insieme qualcosa di “fotografico”.
Prese vita, quindi, il Collettivo22; sulle origini del nome
ormai ci sono tante leggende che vanno dalla data in cui
ci incontrammo per la seconda volta, al numero dei partecipanti, al numero iniziale dei componenti del collettivo.
# 1 - 2011
Dalle ceneri del vecchio gruppo, alcuni di noi hanno continuato a credere che fosse possibile portare avanti qualcosa
assieme, che ci permettesse di condividere la nostra passione.
Dopo tante riunioni, tanti progetti, tante discussioni il 15
ottobre 2009 nasce ufficialmente l’Associazione Fotografica Effezero grazie all’impegno dei soci fondatori: Alessandro Cani, Cristiano Cani, Stefano Sassu, Emanuele Aymerich, Stefano Mattana, Maurizio Cotza, Giuseppe Melis e
il sottoscritto.
In un anno tanto è successo: abbiamo superato i 30 iscritti,
abbiamo trovato una sede che ci permette di riunirci e di
svolgere lavori in sala pose, abbiamo preso parte ad alcune
mostre, abbiamo fatto un corso di fotografia di base, alcuni
nostri associati hanno vinto premi e tante altre cose verranno fatte.
Adesso è il momento del Magazine al quale tutti gli associati sono invitati a partecipare con le loro idee, i loro
articoli e i loro vari contributi da condividere con lo stesso
comune entusiasmo, col quale ci auguriamo di riuscire a
migliorarlo sempre più!
© Bruno Olivieri
Grazie a tutti per l’impegno, e... in bocca al lupo!
(Giovanni Maciocco - presidente dell’associazione fotografica Effezero)
Il Collettivo22 cominciò la sua attività con l’esposizione
“Visioni di Cagliari” durante la notte di Stampace. In seguito arrivò la grande esperienza delle mostre al Caffè dell’Arte (Associazione culturale di via Caprera 3, Cagliari), che
ci tennero impegnati per più di sei mesi.
Il cammino del collettivo si stava ormai esaurendo: stanchezza, difficoltà di gestire un gruppo che era diventato
assai numeroso e tante altre cose.
SOMMARIO
pag. 3
EFFEZERO MAGAZINE
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Backstage photo
Un rapido sopralluogo della stanza dove verrà allestito il
set e degli ambienti attigui, poi dò una mano a sistemare
gli arredi di scena e finalmente preparo la mia attrezzatura.
by Alessandro Cani
www.alecani.info
http://alecani.wordpress.com
Cagliari, interno giorno, mercoledì mattina.
L’appartamento si trova all’ultimo piano di un palazzo storico nel cuore di Castello.
Arrivano i modelli, la truccatrice e il parrucchiere, i clienti inserzionisti, i responsabili della redazione. Comincio a
scattare: le operazioni di make-up, gli ospiti, qualche particolare delle scene.
hemienne, l’attività febbrile della creazione, la nascita di
un’immagine.
Siamo nel centro storico di Cagliari, ma potremmo benissimo essere a Montmartre, Via Margutta, Haight Ashbury,
Greenwich Village, Bloomsbury, Brera. Ma questa è un’altra storia…
© Alessandro Cani
© Alessandro Cani
Sono libero di documentare, non ho la responsabilità dello
scatto di copertina. Ho la responsabilità di farvi respirare
l’atmosfera magica dell’appartamento del pittore. Si respira polvere, umido, muffa, ma la luce li tramuta in arte,
storia, cultura.
Ma soprattutto cerco di catturare la luce che pervade tutto
l’appartamento amplificandone il fascino.
E’ l’appartamento di un artista: in ogni angolo colori, tele,
pennelli; libri, tanti libri: arte, storia, sociologia, filosofia.
© Alessandro Cani
SOMMARIO
Tutto ciò che potevo aver immaginato fino a quel momento mi si è materializzato intorno: lo studio dell’artista bo-
pag. 4
EFFEZERO MAGAZINE
# 1 - 2011
Ho fatto il grosso del lavoro con la D700 e il Nikon 24-70
f/2.8. Nella D300 alternavo l’80-200 al Tokina 11-16 f/2,8.
Il flash è rimasto nello zaino, così come sono rimaste spente le luci continue del set.
Il contrasto tra la decadenza romantica della location e i raffinati abiti da sposa ha offerto preziosi spunti per gli scatti.
Anche il contrasto tra la fisionomia delle due modelle spose
è servito a caratterizzare la teatralità delle pose, che esprimevano sentimenti forti: gelosia, complicità, sensualità,
desiderio.
© Alessandro Cani
Un’incredibile parete color verde acido faceva da fondale alla scena principale, gli arredi di scena (tele, pennelli,
pasticcini, cesti di frutta, un grande specchio) davano quel
tocco di opulenza barocca che richiamava fortissimamente
gli scatti di David Lachapelle, ma anche i frame dei film
noir del dopoguerra.
© Alessandro Cani
Cinque ore on stage, un migliaio di scatti (25 Gb), duecentoventi scatti selezionati e presentati alla redazione.
© Alessandro Cani
SOMMARIO
Reportage, ritratto, still life, fashion. Il backstage ha compreso tutti questi generi, decisamente una bella sfida. Le
foto sono state pubblicate (una ventina) nel servizio di
apertura della rivista ufficiale della Fiera della Sposa 2010.
Alcuni scatti sono serviti per l’allestimento dello stand della rivista stessa, altri sono stati richiesti da alcuni espositori
per le future edizioni.
A.C.
pag. 5
EFFEZERO MAGAZINE
I profili colore (1)
by Lorenzo Bellu
www.lorenzobellu.com
«Perché quando stampo le foto non corrispondono a
quelle viste a monitor?»
Questa domanda affligge gran parte dei fotografi alle prime
armi, ma la risposta non è chiara neppure ai più esperti.
Dipende dal cosiddetto flusso di lavoro. In cosa consiste?
Analizziamone i tre elementi principali.
La fotocamera, il monitor e la stampante o se preferite il
laboratorio.
La fotocamera, ha bisogno innanzitutto di un corretto bilanciamento del bianco. Oggi, tutte le fotocamere hanno
preimpostazioni standard per condizioni di luce generiche
(Luce diurna, luce fluorescente, ai vapori di sodio e incandescenza ecc.) Auto (che attraverso il sensore calcola una
luce media) Impostazione dei Kelvin o Personale.
L’opzione Personale consente di realizzare il bilanciamento più corretto. In questa fase non mi dilungherò nel descrivere come si può fare, se necessario lo farò in un altro
capitolo. Un’altra funzione importante è la scelta dello spazio colore dove vogliamo operare. La scelta è fra il profilo
sRGB e il profilo AdobeRGB. In seguito analizzeremo le
differenze.
Il monitor deve essere il più fedele possibile per poter rappresentare al meglio i colori e le sfumature delle immagini
durante la post produzione. Per ottenere il massimo dal monitor occorre che lo stesso sia “calibrato”.
Per calibrare un monitor in modo abbastanza preciso, occorre uno strumento chiamato calibratore. Il calibratore,
mediante la lettura del bianco, del grigio e di una serie di
patch colorate, individua le differenze fra il colore riprodotto dal monitor (numeri RGB) e il suo database, correggenSOMMARIO
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do le differenze e creando un profilo personalizzato.
Parleremo più avanti dell’utilizzo corretto di un calibratore.
Anche la stampante, come il monitor e la fotocamera, viene fornita con profili di stampa generici, adatti ai vari tipi
di carta usabili dalla stessa. In
questo caso, quello di cui si tiene
conto è il colore della carta (più o
meno bianca) e il grado di assorbimento e/o di espansione della
singola micro goccia sul foglio
stesso.
Un ulteriore elemento importante nel processo di stampa
sono i DPI, ovvero la densità dei punti per pollice. Questa
misura indica direttamente la massima densità di risoluzione a cui sarà possibile stampare l’immagine.
Viene da sé capire che non sempre usiamo la carta consigliata
dal produttore della stampante e
che i profili standard non sono
precisissimi.
Il metodo per realizzare un profilo carta è simile a quello della calibrazione del monitor. Si
stampa un foglio con un numero
variabile di pach colorate, idoneo
al profilo che vogliamo realizzare (RGB o CMKY) senza nessun
tag (spazio colore non calibrato)
cioè senza nessuno spazio colore.
La stampa della patch, verrà letta da un calibratore idoneo
alla lettura delle stampe, che attraverso l’apposito software
provvederà a realizzare il giusto profilo carta.
Ma questo è un elemento che affronteremo in un successivo momento.
L.B.
Nel caso delle stampe in laboratorio è utile sapere qual’è il
profilo di cui necessita la macchina di stampa per convertirlo correttamente in profilo carta. Solitamente i laboratori
richiedono i file correttamente dimensionati per la stampa e
con il profilo sRGB a 8bit.
Queste sono le limitazioni di gran parte dei laboratori, ma
esistono anche laboratori che convertono correttamente anche il profilo AdobeRGB a 16 bit.
pag. 6
EFFEZERO MAGAZINE
Seguaci della
luce
by Stefano Sassu
www.smokatails.it/Portfolio/
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Sarà forse grassottello e appesantito da kili di attrezzatura,
che si dibatte sulle rocce dove gli passano affianco atletici
e snelli i surfer inseguendo il picco.
Avrà un sorriso per tutti, e le foto molto probabilmente le
regalerà quasi tutte.
Vogliategli bene, lui vi vuole bene, magari lasciategli una
merendina vicino, se la mangerà. :)
Questo è un fotografo surf.
S.S.
© Stefano Sassu
“Sotto al sole e sotto alla pioggia,
Al gelo e al caldo
In acqua e in spiaggia
Un lungo appostamento per un unico obbiettivo;
catturare la luce.”
I fotografi appassionati di natura, disposti a rischiare per
poter catturare un istante, cristallizzare una memoria, sono
bestie rare.
I fotografi surf sono ancora più rari.
Alle prese con un tempo sempre inclemente (se c’è bel tempo non c’è surf :D ) e con personaggi dal carattere... beh
diciamo particolare, persone squisite ma molto caratteristiche; sono disposti a rischiare migliaia di euro di attrezzatura, e forse anche qualcosa di più prezioso, per poco o nullo
rendiconto economico, ma sicuri di un grande rendiconto
emotivo, di catturare il momento perfetto, l’istante del confronto tra un uomo e il mare.
Il fotografo surf non è mai solo un professionista, ma è innanzitutto un appassionato.
Non sarà mai uno di quelli che insegue il surfer per vendergli le foto, oppure non sarà mai uno di quelli che sta sempre
appresso al pro per poterlo annoverare tra la sua “collezione” di personaggi famosi.
Sarà quella sagoma imbottita o arrostita in riva al mare,
o quella boa con un caschetto giallo con su scritto “non
surfate sul fotografo”, con una protuberanza nera e oblunga
vicino al viso puntata verso il mare. Immobile la maggior
parte del tempo.
SOMMARIO
“Surf; non è uno sport, è uno stile di vita, una filosofia, una continua gara contro se stessi.
Come tutte le gare e tutte le filosofie richiede concentrazione e preparazione...”
pag. 7
EFFEZERO MAGAZINE
# 1 - 2011
© Stefano Sassu
© Stefano Sassu
Three; e spesso non
ci sono parole, ma
solo immagini.
© Stefano Sassu
Saluto; come in una staffetta un surfer che
lascia saluta un surfer che arriva.
Chi ha già combattuto contro se stesso saluta il soldato che deve ancora combattere.
SOMMARIO
Twist; se il surf è un
club di vita, il twist è
la sua club house.
A Cagliari quando
parli di surf parli del
Twist, con i suoi camerieri sempre pronti
allo scherzo, con le
sue paste “tagliate”
enormi e ripiene,
con i suoi capuccini
caldi anche dopo ore
nell’acqua gelida.
pag. 8
EFFEZERO MAGAZINE
# 1 - 2011
© Stefano Sassu
Pinna; fuori dall’acqua è un inutile pezzo
sagomato di materiale
duro ed elastico. In
acqua diventa una vitale appendice idrodinamica che governa e
comanda la tavola.
© Stefano Sassu
Ombra; E' come
se due surfer stessero cavalcando
la stessa onda.
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pag. 9
# 1 - 2011
© Stefano Sassu
EFFEZERO MAGAZINE
© Stefano Sassu
Finscape; dopo una lunga giornata di sfida sulle onde le tavole vengono riposte sugli arbusti per asciugare, come fieri strumenti dopo il loro nobile lavoro
Tools; lo strumento giusto, per il lavoro giusto.
SOMMARIO
pag. 10
# 1 - 2011
Reporter per caso
Le verifiche sulla stabilità delle abitazioni per valutare se
renderle agibili o meno, sono state abbastanza impegnative.
Praticamente per una settimana si è lavorato ogni giorno
dalla mattina alla sera, e la stanchezza si è fatta sentire abbastanza.
by Giuseppe Melis
Riposare in tenda con la pioggia scrosciante che ti sveglia
più volte durante la notte, non aiuta a recuperare le energie,
ma il solo pensiero a chi da due mesi sopporta ben più di
questo e non sa ancora quando potrà tornare in una casa
degna di questo nome, è più che sufficiente a superare il
lieve disagio.
Ritorno
dall’Abruzzo
http://giuseppemelis.blogspot.com/
7 giugno 2009.
© Giuseppe Melis
Eccomi di ritorno dal mio primo turno in Abruzzo, nelle
zone colpite dal sisma dove, come tanti altri colleghi Vigili
del Fuoco, ho cercato di dare il mio contributo.
Anche se sono già passati due mesi dalla fatidica notte del
sisma, le cose da fare sono ancora davvero tante.
SOMMARIO
© Giuseppe Melis
EFFEZERO MAGAZINE
Buona parte degli scatti che ho fatto riguardano le verifiche,
le lesioni e i crolli, data la necessità di un promemoria che
mi consentisse di avere una traccia delle abitazioni controllate e di ciò che avevo visto. Alla sera, alla fine del turno di
lavoro, siamo talvolta riusciti a vedere con un pò di attenzione alcune delle zone più colpite, classificate come zone
rosse per l’elevato rischio di altri crolli, nelle quali l’accesso
era consentito solo a noi Vigili del Fuoco e a pochi altri
tecnici.
pag. 11
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Ma ciò che proprio non è possibile riportare in una immagine fotografica è l’irreale silenzio che rende così strano aggirarsi nelle “zone rosse”.
Tutto tace, non si sente nessuno dei piccoli o grandi rumori
che ci circondano in ogni momento della giornata, è raro
anche sentire qualche uccello. Ci si guarda intorno circondati dalle macerie, pensando a quei lunghi secondi in cui la
terra ha tremato e a ciò che devono avere provato in quei
momenti le persone che ci vivevano.
© Giuseppe Melis
© Giuseppe Melis
Sono stato a fare verifiche strutturali a Sulmona, Monticchio e a Piànola ed ho visto la zona rossa di quest’ultima, de
L’Aquila, di Castelnuovo e di Onna, il piccolo centro che è
stato quasi completamente distrutto.
© Giuseppe Melis
EFFEZERO MAGAZINE
E’ difficile catturare in una fotografia ciò che si prova passando tra le macerie, tra i muri in procinto di crollare, tra le
pareti sventrate attraverso le quali rimangono talvolta affacciati sul vuoto un tavolo con le sue sedie, un televisore,
un letto, un bagno e gli oggetti che quotidianamente fanno
parte delle cose che ci circondano e sembra di vedere ancora
lì le persone che poche ora prima del terremoto cenavano,
parlavano e riempivano di vita quelle stanze.
SOMMARIO
A parte il pensiero per coloro che non ce l’hanno fatta a mettersi in salvo, la mente è andata ai bambini e a tutti coloro i
quali avevano paura di tornare nelle proprie case, anche in
quelle che non sono state danneggiate in modo grave.
pag. 12
© Giuseppe Melis
© Giuseppe Melis
# 1 - 2011
© Giuseppe Melis
EFFEZERO MAGAZINE
Ma bastava scorgere il sorriso sul viso di quei bambini costretti a vivere in una tenda, mentre riabbracciavano i loro
giocattoli o al modo col quale guardavano ammirati le divise e i veicoli dei Vigili del Fuoco, per trovare facilmente
una risposta.
Molte persone mi hanno ringraziato. Alcune sono rimaste
stupite dal fatto che i colleghi per recuperare le loro cose,
pur rischiando la propria incolumità entrando nelle case pericolanti, si siano preoccupati di prendere anche i giocattoli
dei loro figli.
SOMMARIO
«Le mie scelte per l’attrezzatura sono state condizionate dai soliti motivi di praticità per il trasporto.
Con me avevo la Canon EOS 350D corredata da due
ottiche Sigma 10-20mm e Canon 18-55mm IS.
Inoltre, come ausilio ho incluso una Panasonic Lumix
TZ1 da 5 megapixel.»
Mi ha particolarmente colpito una donna di circa sessant’anni che durante la scossa ha trasportato da sola sulle
spalle il figlio di trent’anni, portatore di handicap e privo
dell’uso delle gambe, fuori dalla sua abitazione; ora vivono
in una delle tendopoli, nella relativa sicurezza delle leggere
pareti di tela della tenda, che con la sua scarsa capacità di
proteggerli dalle intemperie, non costituisce un rischio per
le continue leggere scosse che si continuano ad avvertire.
La sua casa è stata considerata agibile, perchè fortunatamente ha subito solo lievi danni. Il sollievo di sapere che la
casa era sicura è stato però velato dal problema più difficile:
convincere il figlio a superare la paura di sentire ancora le
mura tremare, con la consapevolezza che da solo non poteva raggiungere l’esterno, e tornare a vivere nella loro casa.
G.M.
pag. 13
EFFEZERO MAGAZINE
Macro con
obiettivo 50
invertito
non rischiare di sporcare le ottiche con il residuo di materiale adesivo, facendo attenzione durante lo scatto a non far
rovinare al suolo il 50mm.
fotocamere che utilizzano il sensore APS-C è necessario
aggiungere il fattore di moltiplicazione del sensore.
Nel mio caso l’ingrandimento è stato: 300mm * 1,5 / 50mm
= 9, per un ingrandimento pari a 9x.
P.A.
© Pierpaolo Arru
Vita vissuta
# 1 - 2011
by Pierpaolo Arru
http://www.flickr.com/photos/23276075@N06/
Era da un po’ che ne sentivo parlare in giro e ho voluto provare di persona questa particolare tecnica di fare fotografie
macro con il semplice uso di un obiettivo invertito.
Da qui, l’intrigante denominazione di “Tecnica macro con
obiettivo invertito” che non brillerà certo in originalità per
quanto riguarda il nome, ma senza dubbio riesce a riscattarsi in merito ai risultati ottenuti.
In questa prova ho voluto verificare come si comporta il mio
Nikon 50mm f1.8 invertito su un Tamron 70-300.
© Pierpaolo Arru
In pratica ho messo l’obiettivo da 50mm invertito sul 70300mm montato sulla fotocamera, uno di fronte all’altro.
Non ho sigillato bene il punto di contatto tra i due obiettivi,
anzi per essere sinceri ho tenuto a mano il 50 bloccandolo il
più coerentemente possibile sul 70-300, sebbene avrei forse
fatto meglio ad unirli con del nastro isolante poco tenace per
Il risultato ottenuto non mi dispiace, anche se per la messa a fuoco ho trovato molte difficoltà in quanto la distanza
soggetto da fotografare obiettivo è veramente ridotta e la
profondità di campo quasi nulla.
Un altro problema che ho riscontrato utilizzando questa
tecnica è stato la scarsa illuminazione dovuta alla troppa
vicinanza dell’obiettivo al soggetto da fotografare (sto cercando un metodo per poter risolvere il problema attraverso
l’ausilio di un’illuminazione esterna, ma sono sicuro che
spulciando in giro per la rete mi sarà possibile trovare la
soluzione che faccia al caso mio).
© Pierpaolo Arru
L’ingrandimento di due ottiche con una invertita viene
calcolato con la seguente formula: ingrandimento = lunghezza focale dell’obiettivo principale / lunghezza focale
dell’obiettivo invertito.
L’ingrandimento è calcolato sul formato pieno a 35mm, per
SOMMARIO
pag. 14
EFFEZERO MAGAZINE
Bacheca
di tutto, di più
Concorso fotografico
“Acque di Sardegna:
di terra, di cielo, di mare”
# 1 - 2011
L’Eco Museo delle Acque della Barbagia di Sadali organizza per l’anno 2011 un concorso nazionale di fotografia dal
tema “Acque di Sardegna: di terra, di cielo, di mare”.
Fra le opere pervenute verranno scelte 30 fotografie che
saranno esposte a Sadali dal 1 Luglio fino al 30 Settembre
nei locali dell’Eco Museodelle Acque della Barbagia.
La premiazione dei tre vincitori avverrà sabato 30 Luglio
nei locali dell’Eco Museo a Sadali.
Scadenza presentazione opere: 30 marzo 2011
Le foto dovranno cogliere aspetti della natura
sarda legati all’acqua nelle sue varie forme fisiche dando un taglio artistico e una valenza estetica all’immagine.
Info e regolamento: [email protected]
Concorso fotografico
“Scatta contro la
discriminazione”
In Italia il concorso è indetto dalla Sezione Italiana di
Amnesty International, nell’ambito della campagna “Per
un’Europa senza discriminazione”, che vuole ridurre la
persecuzione, l’esclusione e la discriminazione perpetrate
da parte degli stati e degli attori non statali per garantire
che tutti gli individui in Europa possano godere di un’effettiva protezione contro la discriminazione.
Le foto dovranno trasmettere messaggi positivi mostrando
l’importanza del rispetto della diversità e dei diritti di tutti.
Il concorso è aperto, fino al 31 marzo 2011, a tutte le persone di qualsiasi nazionalità con residenza in Italia (ad eccezione dei fotografi professionisti) al di sopra dei 14 anni
di età. I partecipanti che abbiano meno di 18 anni all’inizio del concorso dovranno fornire il consenso di entrambi
i genitori o di chi ne è responsabile (compilare modulo di
iscrizione e liberatoria minori).
Per saperne di più sulla giuria italiana ed europea, sul premio, le modalità di partecipazione e il materiale ammesso,
leggere il documento “Termini e le condizioni per la partecipazione”.
Per partecipare al concorso, compilare il modulo di iscrizione e
spedirlo insieme ai materiali in un
supporto elettronico (CD o DVD)
per via posta all’attenzione di Amnesty International - Sezione Italiana, Via Giovanni Battista de Rossi
n° 10, 00161, Roma, scrivendo
sulla busta: Concorso fotografico
“Scatta contro la discriminazione”,
Ufficio campagne e ricerca.
Info e regolamento:
http://www.amnesty.it/per-un-europa-senza-discriminazione
SOMMARIO
pag. 15
EFFEZERO MAGAZINE
SOMMARIO
# 1 - 2011
pag. 16
# 1 - 2011
EFFEZERO
Organigramma e elenco soci
Fondatori:
Associazione Fotografica
EFFEZERO
www.effezero.it
[email protected]
sede operativa:
Cagliari, via Nervi - z.i. Elmas
Giovanni Maciocco - presidente
Marcello Trois
Maurizio Cotza - segretario
Alessandro Cinus
Alessandro Cani - tesoriere
Silvia Podda
Stefano Mattana - consigliere
Valentina Saba
Stefano Sassu - consigliere
Giulia Melis
Cristiano Cani
Cristina Floris
Giuseppe Melis
Nicola Carta
Emanuele Aymerich
Fabio Restante
© Nicola Carta
EFFEZERO MAGAZINE
Alessandro Melis
Soci senior:
Giuseppe Defraia
Bruno Olivieri
Antonio Crisponi
Andrea Pinna
Luca Piras
Giuseppe Bertoletti
Soci ordinari:
Stefano Corona
Lorenzo Bellu
Alessandro Marci
Pierpaolo Arru
Sara Cavada
Massimiliano Desogus
Giovanni Cireddu
Andrea Tuveri
Daniele Grecu
SOMMARIO
pag. 17
Arrivederci al prossimo numero...
© Bruno Olivieri - a special thanks to Elena Badea
M A G A Z I N E