Scarica in PDF
Transcript
Scarica in PDF
nel mondo mercato immobiliare Comprare casa a Cuba ora costa più che a Miami g Un milione di dollari per una villa con giardino all’Avana Tratto da www.lastampa.it del 19 novembre 2012 a cura di Paolo Manzo D a quando, sul finire del 2011, il governo del presidente Raúl Castro decise di legalizzare la compravendita delle case tra i privati residenti a Cuba, stranieri compresi purché con la residenza «permanente», si sono aperte una marea di opportunità nel settore immobiliare, inimmaginabili nei 50 anni precedenti. Così Cuba è tornata a ruggire non solo più nel settore turistico – in crescita esponenziale quello statunitense, esploso grazie anche alla riapertura dei voli dagli Stati Uniti voluta da Barack Obama – ma anche in quello immobiliare. La dimostrazione del boom, del resto, lo testimoniano i prezzi, che per alcune ville lussuose e in stile coloniale nelle zone più ambite della capitale L’Avana possono raggiungere prezzi superiori a quelli di Miami. Si parla anche di un milione di dollari. Certo, ufficialmente la scrittura di compravendita avrà in calce valori minori e il nome dei nuovi proprietari non sarà quello di chi effettivamente paga bensì quello di prestanome residenti che, in un anno, non guadagnano neanche un millesimo del valore reale sborsato. Di fatto, però, grazie al pullulare delle agenzie d’intermediazione immobiliare - a Cuba ancora illegali, mentre su Internet abbondano e sono tollerate dal regime, la cui unica preoccupazione è che gli atti di compravendita siano impeccabili e rispettosi della nuova legge - oggi il mercato della casa cubano tira assai di più di quello statunitense. A confermarlo sono gli stessi agenti immobiliari «illegali» cubani, i cosiddetti «correctores» che sono soliti incontrarsi al Paseo del Prado dell’Avana. «Il mercato è fantastico - rivela uno di loro, che vuole restare anonimo -. Mai vista una cosa del genere». Il motivo? «Senza dubbio i capitali che piovono dagli Stati Uniti e sono destinati ai parenti-amici-residenti cubani». Insomma, gli acquirenti veri, nella gran maggioranza dei casi, sono i cubani della Florida, emigrati a Miami negli anni successivi alla revolución di Fidel e che ora, grazie alla nuova legge, si stanno posizionando sul mercato della loro madrepatria perché, si sa, ogni emigrante sogna di tornare prima o poi dov’è nato e d’invecchiare a casa sua, magari anche solo per sei mesi l’anno. Su Internet, invece, i siti migliori per chi vuole comprare casa a Cuba, ammesso che abbia un prestanome locale o abbia una residenza permanente sull’isola, sono l’ambizioso Detrás de la Fachada, letteralmente «Dietro la facciata», e Revolico. Sul primo, ad esempio, una villetta a la Playa uno dei 15 municipi in cui è suddivisa amministrativamente L’Avana - con giardino, terrazza vista mare, salone, quattro camere e tre bagni, viene messa in vendita ufficialmente a 500 mila Cuc, acronimo che sta per «pesos cubani convertibili», ossia mezzo milione di dollari. Su Revolico alcune ville nei quartieri di lusso di Miramar o El Vedado, superano addirittura il milione di Cuc. Ultima info: chi intermedia l’affare guadagna in media il 10% del valore sborsato dal compratore. Quello vero. g Commerciale, resiste l’Australia g Tratto da CorrierEconomia del 22 ottobre 2012 Risultati positivi per il comparto commerciale globale. Secondo i dati raccolti dall’agenzia di consulenza immobiliare Jones Lang La Salle, nonostante un calo del volume degli investimenti dell’8% registrato nel terzo trimestre del 2012 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, l’attività vivace nei mercati primari ha compensato la fiacchezza dimostrata dalle piazze più piccole ed emergenti. I volumi di quest’anno sono infatti simili a quelli registrati nei primi nove mesi del 2011. Uno scenario reso possibile dalle buone performance di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Australia. Questi mercati garantiscono rendimenti inferiori rispetto a Brasile, India e Cina ma sono piazze più stabili e trasparenti. Le Americhe si sono così portate a casa investimenti per 126 miliardi di dollari in ambedue le an- nate, l’Asia Pacifico si è aggiudicata 68 miliari di bigliettoni verdi, perdendone 3 rispetto allo scorso anno. Ne lascia sul terreno dieci e l’area Emea quest’anno a quota 75 miliardi. g 21