E “FESTA DELLE FORZE ARMATE”

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E “FESTA DELLE FORZE ARMATE”
“GIORNATA DELL'UNITÀ NAZIONALE” E “FESTA DELLE FORZE ARMATE”
Una data, una ricorrenza annuale che può apparire scontata: non è così.
Perchè il 4 novembre è un giorno importante per la storia d'Italia? Perchè si celebra
in questa data l'armistizio che nel 1918 pose fine alle ostilità tra l'Italia e l'Austria Ungheria, concluse sul campo con la vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto. Una
vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell'unità del popolo italiano. La guerra
sul fronte italiano durò 41 mesi: più di tre anni di freddo e fame sotto il rombo delle
artiglierie nemiche, con in prima linea ragazzi provenienti dalle più diverse aree
geografiche d'Italia, uniti tutti da una bandiera: il Tricolore.
Una vittoria che costò la vita a 689.000 italiani mentre 1.050.000 furono i mutilati e i
feriti: cifre che devono far riflettere, numeri da ricordare.
Nell’oceano di internet ho trovato la poesia di un reduce:
SORRIDERE ALLA VITA
Sono andato soldato
per difendere una patria
che ho sempre amato.
Al fronte, uomini e giovani combattevano
per un fine, per un ideale.
Vite spezzate, vite distrutte.
Anch'io ho pianto e sparato,
amato e odiato.
Ero giovane, fiero e bello;
ma son tornato stanco e affaticato.
Un bacio in fronte a mamma che mi aspettava
e un bacio appassionato
all'amore che non mi ha lasciato.
Giulia, alzando gli occhi al ciel, mi dice:
"È arrivata alfin la pace..."
"Pace sì...ma la guerra mi ha lasciato
il ricordo di chi se n'è andato!"
Non vorrei dimenticare, girare le spalle;
ma ormai sono nonno bis:
sorridere devo alla vita, aprire gli occhi
e andare avanti.
Battista Cherubini
4 novembre:
"L'omaggio del Paese e mio personale a coloro che hanno perso la vita per la
libertà e la prosperità della nostra Patria"
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
"Nella giornata del 4 novembre ricordiamo la vittoria nel primo conflitto mondiale e,
con essa, l'Unità d'Italia e le sue Forze Armate.
"Nell'anno in cui ricorre il 150° dell'Unità Nazionale pur pienamente ed
orgogliosamente consapevoli di quanto l'Italia ha saputo fare a partire da quel
remoto e glorioso 1861, credo sia nostro dovere guardare al futuro, non limitarsi alla
celebrazione del passato".
"Mentre il nostro paese e tanti altri nel mondo sono stretti in una crisi economica di
intensità, durata ed estensione senza precedenti nel periodo seguito alla II guerra
mondiale, gli scenari internazionali si caricano di vecchie e nuove tensioni.
Cresce l'instabilità ed emergono minacce trasversali,
con il diffondersi del terrorismo e di movimenti eversivi transnazionali,
la caduta di regimi autoritari pluridecennali e
l'insorgere di forme antistoriche di radicalismo politico e religioso
nonché di più generali fenomeni di intolleranza e di chiusura.
È in atto una profonda e generale trasformazione dell'ordine internazionale, che
mette in discussione le fondamenta del sistema di governance e dei modelli di
sviluppo dominanti nell'ultimo sessantennio. Le stesse Istituzioni internazionali,
preposte alla gestione delle emergenze, stentano ad intervenire con prontezza ed
efficacia, frenate dalla insufficiente unitarietà di intenti dei paesi membri".
"In questo quadro così complesso ed incerto le Forze Armate italiane costituiscono
un'istituzione di riferimento per il paese e per la comunità internazionale e, con la
loro opera, contribuiscono a costruire, insieme agli strumenti militari di stati amici
ed alleati, la sicurezza e la stabilità nelle aree più critiche del mondo e lungo le
grandi vie di comunicazione, vitali per la libertà dei traffici commerciali.
"È a questa fondamentale esigenza di trasformazione innovativa che le Istituzioni e
le stesse Forze Armate sono oggi chiamate a rispondere in tempi brevi, con il
sostegno dei cittadini. Con questi sentimenti, rivolgo il mio augurio ed un caloroso
saluto a tutti i soldati, i marinai, gli avieri, i carabinieri e i finanzieri che, con il loro
impegno e la loro professionalità, operano in Italia e nelle missioni internazionali, a
presidio della sicurezza del nostro paese e per la stabilità e la legalità della comunità
internazionale. VIVA LE FORZE ARMATE, VIVA LA REPUBBLICA, VIVA L'ITALIA!".
Giuseppe Ungaretti, ha scritto una serie di poesie di guerra raccolte in un libro
intitolato L'Allegria
Quindici componimenti che il poeta dedica ai temi della guerra. Si tratta di poesie
che sviluppano sensazioni inerenti al conflitto, alla quotidiana convivenza con i morti
e con i feriti, giorno e notte a contatto con la violenza e con l’odio che si
contrappongono sui due fronti.
Il poeta ha fornito un chiarimento sull'aspetto che riguarda la sua esperienza della
prima linea:
«Ero in presenza della morte, in presenza della natura, di una natura che imparavo a
conoscere in modo terribile. Dal momento che arrivo ad essere un uomo che fa la
guerra, non è l’idea di uccidere o di essere ucciso che mi tormenta…Nella mia poesia
non c’è traccia d’odio per il nemico, né per nessuno; c’è la presa di coscienza della
condizione umana, della fraternità degli uomini nella sofferenza, dell’estrema
precarietà della loro condizione.
Viviamo nella contraddizione. Posso essere un rivoltoso, ma non amo la guerra. Sono
anzi un uomo della pace. Non l’amavo neanche allora, ma pareva che la guerra
s’imponesse per eliminare la guerra. Erano bubbole, ma gli uomini a volte si illudono
e si mettono dietro alle bubbole».
VEGLIA
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
E per concludere…teniamoci alla vita e portiamo messaggi di speranza anche nel ricordo di chi non è più
qui ad infonderla ma che ha dato tanto per diffonderla.
LA LEGGENDA DEL PIAVE
Il Piave mormorava
calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il 24 maggio.
L'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera!
Muti passaron
quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti!
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il mormorio de
l'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò:
"Non passa lo straniero!"
LA PENNA NERA
Sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga penna nera
che a noi serve da bandiera
su pei monti a guerreggiar. Oilalà
Su pei monti che noi andremo
coglieremo le stelle alpine
per donarle alle bambine
farle pianger e sospirar. Oilalà
Su pei monti che noi saremo
pianteremo l'accampamento
brinderemo al reggimento
viva il corpo degli Alpin. Oilalà
Evviva evviva il reggimento
evviva evviva il corpo degli Alpin!
Evviva evviva il reggimento
evviva evviva il corpo degli Alpin!
LA LEGGENDA DEL PIAVE
Il Piave mormorava
calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il 24 maggio.
L'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera!
Muti passaron
quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti!
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il mormorio de
l'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò:
"Non passa lo straniero!"
LA PENNA NERA
Sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga penna nera
che a noi serve da bandiera
su pei monti a guerreggiar. Oilalà
Su pei monti che noi andremo
coglieremo le stelle alpine
per donarle alle bambine
farle pianger e sospirar. Oilalà
Su pei monti che noi saremo
pianteremo l'accampamento
brinderemo al reggimento
viva il corpo degli Alpin. Oilalà
Evviva evviva il reggimento
evviva evviva il corpo degli Alpin!
Evviva evviva il reggimento
evviva evviva il corpo degli Alpin!