SINTESI TESI GIULIA MOGGIO 06-10-2014 Ho scelto di frequentare

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SINTESI TESI GIULIA MOGGIO 06-10-2014 Ho scelto di frequentare
SINTESI TESI GIULIA MOGGIO
06-10-2014
Ho scelto di frequentare il corso di Progettazione e Gestione del Turismo Culturale, per iniziare una
preparazione professionale che un giorno mi possa permettere di affrontare l'esame di
accompagnatore e guida turistica o di poter lavorare nell'organizzazione di eventi culturali e non.
Un ambito storico che mi ha sempre affascinato è quello dei castelli medievali in Trentino e per
l’elaborato finale ho affrontato il fenomeno dell'incastellamento in Valsugana e nel caso specifico
Castel Ivano, perché ho già avuto occasione di visitarlo e perché lo considero una risorsa turistica
che potrebbe essere offerta anche con tagli differenti, come quello da me proposto.
In questa tesi ho preso in esame anche le caratteristiche architettoniche del mastio, ripercorrendone
la storia e l'utilizzo nel corso dei secoli fino agli attuali Staudacher.
Il Trentino è ricco di castelli che hanno esercitato ed esercitano tuttora un'azione importante sul
territorio. Gli attuali castelli sono solo una parte di quelli che sono realmente esistiti in Trentino e
ogni valle può annoverare alcuni siti ormai scomparsi. Purtroppo non è possibile delineare un
quadro generale relativo all'organizzazione di un eventuale sistema difensivo entro i confini della
Valsugana ma vi è invece una qualche sicurezza per quanto riguarda la continuità d'utilizzo di
questi siti fortificati: tra il X-XI e il XII secolo. Si può notare che nella valle del Brenta, i castelli
fortificati sono nella maggior parte dei casi collocati sul versante Sud e che l'incastellamento
avviene sulla sommità di un dosso, con versanti ripidi, in modo che sia difeso naturalmente e che
nelle vicinanze sgorga una sorgente oppure scorre un torrente in modo da avere
approvvigionamento idrico.
Ad esempio, il Castello di Ivano Fracena è collocato su una delle ultime propaggini del Monte Lefre
e per quanto riguarda le sue origini, testimonianze più sicure risalgono al XII secolo, quando il
castello era feudo della Chiesa di Feltre. Nel corso dei secoli si susseguirono varie casate: i
Castronovo, gli Scaligeri, i Da Carrara, i conti di Tirolo, che negli anni scelsero diversi capitani ad
amministrare il castello. Nel 1679 il feudo fu assegnato ai Wolkenstein Trostburg, che
ristrutturarono il maniero secondo la moda sfarzosa del tempo. Successivamente il castello divenne
sempre più un fabbricato di campagna e per volere dell'ultimo conte Antonio WT, Franz Staudacher
nel 1927 divenne proprietario del castello. Durante le due guerre mondiali il castello subì seri danni,
come testimonia la fotografia raffigurante gli squarci nella Sala della Musica (Fig 8a nella tesi).
La parte più antica del castello risalente al XI o al XII secolo comprende il mastio, la cortina di
mura interne e antichi casamenti, divenuti poi palazzi di qua e di là. Il corpo centrale invece è a
cavallo tra 500 e 600. Questo primo nucleo fu ampliato nel XIII o forse nel XIV secolo con una
nuova muratura che accoglieva al suo interno il cortile, le stalle e gli alloggi per i soldati.
Le sale espositive del primo piano del Palazzo di Qua sono arredate con mobili d'epoca e oggetti
d'arte. Ad esempio nella Sala dell'arco romano è collocata una rara collezione di calamai.
Il secondo piano non è visitabile e ospita alcune sale, tra cui la Sala del trono, dove sono collocati
un disegno di Albrecht Dürer e una Pietà lignea dorata di fine Trecento di uno scultore fiammingo
operante in Spagna settentrionale.
Dal 1982 Castel Ivano è diventato Centro Internazionale di Cultura ed ha ospitato manifestazioni a
carattere artistico e culturale. Di queste attività si occupa in particolar modo l'Associazione Castel
Ivano Incontri, fondata nel 1986. Nel 1987 il castello fu anche adibito a set cinematografico per il
lungometraggio "Lunga vita alla signora!" di Ermanno Olmi.
Vi è inoltre "Castel Ivano International Meetings": una società interessata alla valorizzazione del
sito, mediante l'affitto delle sale per colazioni di lavoro, cene di gala, rinfreschi, feste di matrimonio
ed altri eventi, come ad esempio concerti musicali o mostre dedicate alla caccia. Castel Ivano è
inoltre un centro congressi: infatti la società gestisce una serie di alcuni importanti convegni a
carattere scientifico nazionali e internazionali, meetings, seminari, e a questo scopo sono adibite
alcune sale, come ad esempio la Sala della Musica, che ha una capacità di cento persone ed è
attrezzata con tavoli da lavoro e una cabina di regia per registrare le conferenze.
Nel 1988 Vittorio Staudacher si interessò alla possibilità di rinvenimento di oggetti medievali e
rinascimentali all'interno del castello. Le ricognizioni iniziarono nel 1991 utilizzando il metodo
elettromagnetico. Negli scavi furono rinvenuti molti reperti, come: cuspidi di freccia, frammenti di
vetro e di ceramica Passauer, monete medievali, materiali della IGM e mattonelle da stufa in
ceramica di fine Trecento. Nel 1996 la cantina vicina al basamento del castello fu adibita a luogo
espositivo permanente munito di pannelli esplicativi.
In data lunedì 19 agosto 2013 ho svolto un'intervista con la dottoressa Ivana Staudacher ed è emerso
un comune interesse nel voler proporre Castel Ivano sempre di più come luogo esemplare del
turismo sostenibile. Ci si vorrebbe rivolgere ad un pubblico sensibile alla natura e che abbia
l'interesse di riscoprire la tradizione culinaria della nostra regione rivisitata in maniera moderna,
arricchendola di gusti nuovi e anche di sapori più esotici. Si vorrebbe quindi proporre un progetto
legato all'atmosfera del nucleo familiare, che mostri un aspetto meno austero del castello, ma più
domestico. Il progetto prevede un corso di cucina che vada a recuperare i sapori locali e non.
Si potrebbero utilizzare le cucine del castello, senza richiedere il servizio catering e ovviamente il
corso sarebbe condotto da un esperto. La proposta culinaria è integrata inoltre da alcuni momenti
dedicati alla cura dell'orto, chiamato in questo caso "Giardino del Conte". Le piante aromatiche e le
erbe saranno già presenti in loco, per essere poi utilizzate per le varie ricette proposte. Questa
attività potrebbe essere rivolta anche ai più piccoli, che possono non solo imparare a prendersi cura
dei fiori, delle spezie, delle piante, ma anche a riconoscerle. Si possono svolgere attività come
l'osservazione delle foglie o delle radici, studiare le parti del fiore e le loro funzioni, ecc. Per questo
"gioco" si utilizzano come supporto delle tabelle che raffigurino le varie tipologie. I bambini
possono apprendere inoltre le proprietà benefiche delle erbe e il loro utilizzo in cucina.
Ad esempio, la Scuola Equiparata dell'Infanzia di Telve nell'anno scolastico 2002/2003 ha svolto, in
collaborazione con la comunità del paese, un progetto di cucina che ha coinvolto i bambini e le loro
famiglie. Nel 2003 è stato pubblicato un volume con le ricette, i disegni realizzati dai bambini stessi
e un dossier fotografico.
In concomitanza al progetto culinario vi è inoltre la volontà di recuperare un'area inutilizzata del
parco del castello. Su consiglio della dottoressa Staudacher è stato scelto uno spazio erboso
autonomo in prossimità del sentiero del giardino. E’ facilmente raggiungibile dal castello grazie ad
una scala in pietra e il suo perimetro è delimitato da un basso muretto.
Da queste idee nasce una nuova proposta turistica per Castel Ivano: un depliant non di taglio
storico, bensì puramente informativo, sintetico e intuitivo, che illustra le varie attività del corso, per
invogliare i turisti e anche i locali a scoprire i "nuovi" sapori del Trentino.
Il pieghevole è strutturato in modo molto semplice e lineare. Nella prima pagina si trovano lo
stemma dei Da Carrara (dipinto sulla torre del castello), un'immagine legata ai prodotti della cucina
e il nome del progetto "Il Giardino del Conte".
Girando pagina, il depliant fornisce informazioni sull'iniziativa. Una minimappa stilizzata illustra
dove sono posizionati il giardino e le cucine all'interno del mastio.
Un'altra pagina sviluppa il programma delle due giornate di svolgimento del corso e fornisce
informazioni sui posti disponibili ed il costo per partecipante.
La pagina di chiusura è occupata per metà da una cartina della Bassa Valsugana, per capire come
raggiungere la location di Castel Ivano usufruendo anche dei servizi di trasporto pubblico. Sono
inseriti anche i contatti per le eventuali prenotazioni.
In allegato alla tesi ho proposto due primi piatti legati alla tradizione trentina: i tortelli al mirtillo
nero con finferli trifolati e speck croccante, e gli strangolapreti all'ortica alla trentina. Ovviamente
non essendo un'esperta di cucina, sarà onere dello chef occuparsi delle eventuali modifiche alle
ricette per renderle più esotiche. Grazie