Istituto Statale d`Istruzione Superiore Vincenzo
Transcript
Istituto Statale d`Istruzione Superiore Vincenzo
Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti Visita guidata alla mostra presso il Vittoriano di Roma Cézanne e gli artisti del XX secolo www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1839 Storia e Letteratura del III anno Storia e Letteratura del IV anno 1900 2000 1906 Storia e Letteratura del V anno Vita di Paul Cézanne 1839 - 1906 www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti Paul Cézanne (1839-1906) è il pittore francese più singolare ed enigmatico di tutta la pittura francese post-impressionista. Nato ad Aix-en-Provence, nel meridione della Francia, proviene da una famiglia benestante (il padre era proprietario della banca locale). Egli quindi ebbe modo di condurre una vita agiata, a differenza degli altri pittori impressionisti, e di svolgere una ricerca solitaria e del tutto indifferente ai problemi della critica e del mercato. Egli, infatti, nella sua vita, al pari di Van Gogh, vendette una sola tela, solo qualche anno prima di morire. www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti L’impressionismo è un movimento pittorico francese che nasce intorno al 1860 a Parigi. Deriva direttamente dal realismo, in quanto come questo si interessa soprattutto alla rappresentazione della realtà quotidiana. Ma, rispetto al realismo, non ne condivide l’impegno ideologico o politico: non si occupa dei problemi ma solo dei lati gradevoli della società del tempo. La vicenda dell’impressionismo è quasi una cometa che attraversa la storia dell’arte, rivoluzionandone completamente soprattutto la tecnica. Dura poco meno di venti anni: al 1880 l’impressionismo può già considerarsi una esperienza chiusa. Esso, tuttavia, lascia un’eredità con cui faranno i conti tutte le esperienze pittoriche successive. Non è azzardato dire che è l’impressionismo ad aprire la storia dell’arte contemporanea. www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti La grande specificità del linguaggio pittorico impressionista sta soprattutto nell’uso del colore e della luce. Il colore e la luce sono gli elementi principali della visione: l’occhio umano percepisce inizialmente la luce e i colori, dopo di che, attraverso la sua capacità di elaborazione cerebrale distingue le forme e lo spazio in cui sono collocate. La maggior parte dell’esperienza pittorica occidentale, tranne alcune eccezioni, si è sempre basata sulla rappresentazione delle forme e dello spazio. Cézane, pur vivendo quasi sempre a Aix-en-Provence, trascorse diversi periodi a Parigi dove ebbe modo di venire a contatto con i pittori impressionisti della prima ora quali Pissarro, Degas, Renoir, Monet e gli altri. Egli, come gli altri impressionisti, vedeva rifiutate le sue opere dalla giuria del Salon. E così anche egli partecipò alla prima mostra che gli impressionisti tennero nello studio del pittore Nadar nel 1874. A questa mostra egli espose la sua famosissima opera «La casa dell’impiccato a Auvers». www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti www.williamdimarco.it La casa dell’impiccato - 1873 Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti Il quadro appartiene alla fase impressionista di Cezanne, quando egli, da poco giunto a Parigi, entra in contatto con Camille Pissarro. L'amico lo sollecita infatti a schiarire la sua tavolozza e a dipingere «en plein air», secondo la tecnica che in quegli anni utilizzano i pittori impressionisti. E con Pissarro, Cezanne si reca nel paesino di Auverssur-Oise ove risiedeva il dottor Gachet, amico di Pissarro, anch'egli pittore dilettante nonché collezionista d'arte. Da ricordare che in questo stesso paese, circa venti anni dopo, si recò Vincent Van Gogh, per farsi curare dal dottor Gachet, e qui nel 1890 si suicidò. Nel soggiorno a Auvers-sur-Oise Cezanne realizza diverse tele e questa, il cui titolo peraltro rimane misterioso, fu scelta dall'artista per la prima mostra tenuta dai pittori impressionisti nel salone di Nadar nel 1874. Da ricordare che questa fu una delle pochissime tele a trovare un acquirente nella mostra del 1874: fu infatti acquistata dal conte Doria di Torino. Il quadro è stilisticamente diverso dalle successive tele di Cezanne e testimonia l’influenza che in questa fase egli subisce da Pissarro. La forma geometrica rimane ancora salda, ma la sua visione si sfalda in un colore più filamentoso che vuol rendere gli effetti cangianti della luce, così come praticato dagli altri impressionisti. In seguito l'attività pittorica di Cezanne lo porta ad abbandonare completamente le ricerche del rapporto colore-luce per soffermarsi solo sul rapporto colore-forma. www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti www.williamdimarco.it Le grandi bagnanti I - 1906 Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti Il tema è abbastanza semplice: l’inserimento del nudo nel paesaggio.Vi si possono leggere significati di un ecologismo ante litteram che, in seguito, ritroveremo soprattutto nell’espressionismo tedesco: la ricerca di una nuova armonia tra l’uomo e la natura. In realtà, nell’ottica di Cezanne, il problema del significato può anche essere secondario. Prevalente è il problema della pittura e del nuovo linguaggio che egli sperimenta. Il tema dei bagnanti (sia maschili sia femminili) occupa una parte cospicua nella produzione di Cezanne. A conclusione di un percorso di ricerca svolto attraverso numerosissime tele, vi sono le tre composizioni chiamate le «Grandi Bagnanti» I, II e III, realizzate negli ultimi anni di attività. Questa in esame è la prima delle tre composizioni, e quella probabilmente più nota. La pittura di Cezanne, qui più che altrove, si mostra come ricerca di insieme e non di particolari: la donna accovacciata a sinistra non ha neppure il volto. Ma ciò che l’artista cerca è rendere l’emozione della visione solo attraverso la stesura di colori su una superficie, senza altra preoccupazione relativa alla verosimiglianza. Questa visione così sintetica del rappresentare influenzerà molti artisti dopo Cezanne. Soprattutto Picasso e Matisse, e tramite loro gran parte dei pittori del Novecento, pur attraverso percorsi diversi, gli saranno debitori di nuove possibilità espressive del linguaggio pittorico. www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti www.williamdimarco.it Natura morta con mele e vaso di primule - 1894 Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti E a tal proposito è sorta la leggenda che l'intento di Cezanne era di «stupire Parigi con una sola mela». Il quadro, conservato nel Metropolitan Museum di New York, è uno degli esempi più noti di natura morta con mele realizzati da Cezanne. La mela è infatti un frutto che appare molto di frequente nelle nature morte dell'artista, divenendo quasi un suo marchio di fabbrica. Vale a dire che l'artista voleva ottenere la perfezione nella forma più semplice possibile: quella di una sfera pura. In realtà, dato lo stile che il pittore adotta, fatto di pennellate che tirano il colore stendendolo in maniera uniforme, riuscire nella costruzione tridimensionale di una sfera non era semplice, ma rappresentava un notevole traguardo non solo tecnico ma di grande sensibilità percettiva. In realtà Cezanne, finché è stato in vita, non ha mai visto apprezzati i suoi sforzi, e le sue mele sono divenute un mito della pittura solo molti decenni dopo la sua morte. www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti La sua aderenza al movimento impressionista fu però sempre distaccata. La sua pittura seguiva già agli inizi un diverso cammino che la differenziava nettamente da quella di un Monet o di un Renoir. Mentre questi ultimi erano interessati solo ai fenomeni percettivi della luce e del colore, Cezanne cerca di sintetizzare nella sua pittura anche i fenomeni della interpretazione razionale che portano a riconoscere le forme e lo spazio. Ma, per far ciò, egli non ricorse mai agli strumenti tradizionali del disegno, del chiaroscuro e della prospettiva, ma solo al colore. La sua grande ambizione era di risolvere tutto solo con il colore, arrivando lì dove nessun pittore era mai arrivato: sintetizzare nel colore la visione ottica e la coscienza delle cose. Egli disse infatti che «nella pittura ci sono due cose: l’occhio e il cervello, ed entrambe devono aiutarsi tra loro». www.williamdimarco.it Istituto Statale d’Istruzione Superiore Vincenzo Moretti La sua ricerca fu estremamente solitaria e scevra di clamori. Anche per il suo carattere schivo e introverso condusse una vita molto ritirata nella sua Aix-en-Provence. La sua attività di pittore è del resto contraddistinta da una insoddisfazione perenne. Egli si sentiva sempre alla ricerca di qualcosa che non riusciva mai pienamente a raggiungere. La sua riscoperta e rivalutazione avvenne solo negli ultimi anni della sua vita. Nel 1904, due anni prima della morte, il Salon d’Automne espose le sue opere dedicandogli un’intera sala. Dal 1906, anno della sua morte, la sua eredità venne ripresa soprattutto dai cubisti che in Cezanne videro il loro precursore. www.williamdimarco.it