NEWS N.2 2016 Sindacato SUSO news N.2 2016 PDF

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NEWS N.2 2016 Sindacato SUSO news N.2 2016 PDF
ANNO XIV n. 2 Aprile 2016
L A V O C E D E L L’ O R T O D O N Z I A I T A L I A N A
La storia dell’Ortodonzia
Italiana a Modena
LA LINGUA BATTE...
Specialista? Una razza in estinzione…
Sembra che in Italia si siano perse le Scuole
di Specialità e quindi, anche lo specialista in
Ortodonzia. Tra noi “più adulti” siamo ormai
convinti che una figura come la nostra, di
laureato in medicina e chirurgia, specialista in
Ortodonzia sia fisiologicamente in estinzione,
visto che dal 1980 è in funzione il corso di
laurea in Odontoiatria e quindi un medico che
si laurea oggi non può più esercitarla. Bastava
già questo per darci nostalgia del buon tempo
antico, ma ora ci si mette anche la possibile
perdita dell’ Odontoiatra specialista.
La nostra Ortodonzia di fatto è un’eccellenza nel
mondo scientifico cosa riconosciuta ogni volta
che un italiano sia relatore ad un Congresso
internazionale, dove vengono apprezzati il
talento e una formazione presso Scuole di
specialità che non hanno nulla da temere nel
confronto con le straniere. Per una serie di
motivi, tutto questo invece rischia di perdersi
dietro a leggi, normative, compensi, divisione
di pensiero politico, mancanza di visione
universitaria ed altro.
Intanto i giovani che si laureano in Odontoiatria
non possono acquisire una specializzazione
perché da due anni le Scuole restano chiuse.
Devono optare per corsi di perfezionamento o
Master che comunque non valgono un titolo
di specialista. Penso agli amici più o meno
giovani, che hanno preso la specialità come
me, ai sacrifici che si sono dovuti sottoporre per
raggiungere questo traguardo.
Quelli che non ci sono riusciti, animati da sana
invidia verso lo specialista ritenendolo in una
posizione professionale diversa, han dovuto
accontentarsi di percorsi più articolati, con visioni
formative parziali e a comparti. Credo che la
comunità scientifica, insieme alle Associazioni
sindacali e professionali e col SUSO, disposto
a fare la sua parte, debbano attivarsi per la
riattivazione delle Scuole. Le sedi universitarie
devono essere messe in condizioni di avere
un'offerta formativa completa. Occorre un
approfondimento politico e professionale di
indirizzo in uno Stato che non ha ancora deciso
se vuole un’Odontoiatria e Ortodonzia pubblica
di qualità, se non si vuole che lo Specialista in
Ortodonzia diventi una razza in estinzione.
Pietro di Michele
Presidente Nazionale SUSO
Ricco attualmente di un migliaio di iscritti,
il SUSO (Sindacato Unitario Specialità
Ortognatodonzia) fondato a Roma nel 1976,
celebra il sabato mattina del 9 aprile il suo
quarantennale all’Una Hotel di Modena, con
la presentazione di un libro di cui sono Autori
Damaso Caprioglio e Pietro di Michele.
Padre nobile dell’Odontoiatria italiana,
il primo non ha bisogno di presentazioni,
essendo non solo storico dell’Ortodonzia,
bensì lui stesso “Storia dell’Ortodonzia”
(nonché di Medicina). Pietro di Michele,
attuale Presidente del SUSO, promotore del
volume, edito da Martina di Bologna,
è anche il Presidente della Società Italiana
di Odontoiatria Forense (SIOF).
Intervistati dai moderatori Massimo
Boccaletti e Raoul D’Alessio, i due Autori
ripercorrono attraverso una quarantina
di capitoli e decine di foto anche
d’epoca, i personaggi e gli eventi che
costellano la storia dell’Ortognatodonzia
italiana, trascorrendo, con abbondanza
di particolari e immagini, da un passato
fine ‘800, quando la disciplina era ancora
“ortopedia facciale”, ai tempi più recenti.
Teste qualificato del “come eravamo ortodontico”, Caprioglio non mancherà tuttavia di sottolineare
l’imprescindibile legame della disciplina con i Maestri del Rinascimento, che studiando già allora
l’estetica e la crescita cranio-facciale, aprirono la strada all’odierna ricerca.
segue a pag. 2
Ex specializzandi
ed aspiranti tali
.
La storia infinita quando finirà?
50 Crediti ECM in modalità FAD
se ti associ o rinnovi l'iscrizione al SUSO
Corso FAD:
La Responsabilità Odontoiatrica e i rapporti
di attività professionale in Ortodonzia.
1) La responsabilità professionale civile in Odontoiatria.
2) La responsabilità Penale in Odontoiatria
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delle griglie di risposta alla piattaforma. Occorre rispondere correttamente, a 25 domande con
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L’accesso al corso è consentito solo esclusivamente ai soci
in regola con la quota associativa 2016.
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personalizzata in area riservata solo ai soci SUSO in regola.
Info Segreteria SUSO - Sig.ra Angela Rosso tel. 011.502.820 Torino - e-mail: [email protected]
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Ritorna la Giornata mondiale del sonno
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NOVITÀ 2016
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IN QUESTO NUMERO
Istituita nel 2008 su iniziativa della WorldAssociation of Sleep Medicine (WASM)
la Giornata Mondiale del Sonno ha come mission una maggior consapevolezza
e dell’importanza del sonno (e quindi, a contrariis, dei disturbi collegati alla sua
carenza o cattiva qualità). Quest’anno è caduta venerdì 18 marzo
Vis a vis tra ortodontisti e tecnici di ortodonzia
Continua il confronto tra gli ortodontisti e le categorie più vicine alla specialità. Questa è la volta del rapporto, non sempre facile, tra Ortodontista e
Tecnico di Ortodonzia, prendendo lo spunto da un confronto che si terrà a
Modena tra Marino Musilli e Massimo Cicatiello
I 40 anni spesi bene del Sindacato Ortodontisti
Nel 1976, primo giugno a Roma nasceva il Sindacato Unitario Specialisti
in Ortognatodonzia (SUSO) con l’intento di potenziare e diffondere l’Ortodonzia,
tutelare gli interessi degli specialisti, curare i rapporti con analoghi organismi.
Paolo Picchioni rievoca i momenti salienti dei 40 anni.
Nikola Tesla, genio incompreso e dimenticato
Mario Turani, Specialista in Ortognatodonzia, rievoca le sfortunate vicende di
Nikola Tesla, un grande della scienza, incompreso e dimenticato dalla storia,
cui va il merito di fondamentali invenzioni, compresa quella della radio.
Candidato al Nobel della Fisica, lo rifiutò
Analisi dei rivestimenti negli edifici
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Siamo all’epilogo: Il Governo Italiano si appresta a far l’ennesima brutta figura, capace di nascondere la
testa come gli struzzi invece di affrontare la realtà. Ad oggi l’annoso problema della retribuzione degli
specializzandi, sia quelli del ventennio passato, costellata da estenuanti e costosi ricorsi, sia quelli che
aspirano a conseguire il titolo, è ancora in attesa di proposte serie. Nel frattempo, lo ricordo solo per
pochi, il MIUR ha ben pensato di bloccare tutte le scuole di specialità non mediche perché prive di fondi.
Il risultato di tale improvvida decisione è stato di gettare i nostri giovani laureati in Odontoiatria (quindi
“non medici”), in un marasma totale, alla ricerca di una qualifica professionale post laurea che davvero
in pochi credono che si possa imbastire con un corso di perfezionamento o un master universitario.
I rivestimenti sono importanti nell’estetica e nell’igiene degli edifici.
Esercitando una continuità di prestazioni sulle superfici, sono ritenuti
particolarmente adatti agli ambienti medicali.
Parola dell’architetto Massimo Tiberio.
...DALLA PRIMA
Ex specializzandi ed aspiranti...
segue da pag.1
Oggi, per merito di una raffica di ricorsi, tutti si affannano a
riconoscere l’errore e a promettere fondi alle specialità dei
poveri “non medici”. Fa fede il testo dell’art. 8. della legge
n. 401/2000, che prevede:
"Il numero di laureati appartenenti alle categorie dei
veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici,
psicologi iscrivibili alle Scuole di Specializzazione postlaurea è determinato ogni tre anni secondo le medesime
modalità previste per i medici dall’articolo 35 del decreto
legislativo 17 agosto 1999, n. 368, ferma restando la
rilevazione annuale del fabbisogno anche ai fini della
ripartizione annuale delle borse di studio nell’ambito delle
risorse già previste".
Nonostante il Decreto sul riordino delle Scuole
di Specializzazione di area sanitaria e dei bandi di accesso
alle scuole, nonostante il recente accordo Stato-Regioni per
la determinazione del fabbisogno di specialisti, nonostante
il MEF si sia espresso a favore dell'utilizzo delle risorse
per i medici per finanziare i contratti di formazione per i
laureati appartenenti alle categorie dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi,
nonostante tutto ciò, abbiamo continuato ad assistere a ignobili spettacoli di alcune rappresentanze
ministeriali.
La vergognosa proposta dello scorso 12 maggio 2015 di istituire delle borse di studio del valore di
100 euro annui ha avuto solo l'obiettivo di declassare e denigrare il lavoro di migliaia di professionisti:
un insulto alla Costituzione e un oltraggio nei confronti dei giovani colleghi, del loro lavoro e dei tanti
sacrifici fatti.
Il SUSO ha solidarizzato con il Tavolo di Lavoro e Confronto tra rappresentanze “non mediche” di area
sanitaria che ha avviato una serie di iniziative volte ad evidenziare agli organi istituzionali le tante
contraddizioni legislative che caratterizzano questa vicenda e la necessità di porre urgente rimedio.
Attendiamo quindi il decreto del MIUR che ponga finalmente fine ad un vero e proprio attentato al diritto
allo studio e alla realizzazione professionale.
Ma valeva la pena di perdere e far perdere tanto tempo? Nei prossimi concorsi si riverserà il triplo
degli aspiranti specialisti, che dovranno fare i conti con lo stesso numero di posti annuale. Pochissime
poltrone per troppi colleghi: chi ripagherà loro il tempo perduto e le dimezzate chance di farcela ad
entrare in specializzazione? Riguardo poi agli ex specializzandi non retribuiti si calcola che gli aventi
diritto al risarcimento sarebbero180 mila. Costerebbero oltre 7 miliardi allo Stato che, se fino ad ora ha
continuato ad opporsi nelle aule dei tribunali, di recente ha avviato una proposta transattiva attualmente
al vaglio del Senato. Un fiume di denaro pubblico di cui però neanche un euro dovrebbe entrare nelle
tasche dei nostri specialisti in Ortodonzia, non a normativa comunitaria. A questo punto un noto regista
italiano avrebbe detto: “Continuiamo così, facciamoci del male….”
Gianvito Chiarello
Segretario Nazionale SUSO
segue da pag.1
A Modena la Storia dell'Ortodonzia...
Quasi un romanzo, la “Cittadella (nome simbolico) Storia dell’Ortodonzia Italiana)”! riproporrà quindi
per la prima volta, le passioni, i sacrifici, le perigliose traversate oltreoceano di professionisti di alto
profilo alla conquista di una cultura ortodontica allora carente nel nostro Paese. Quegli stessi che
una volta tornati in Italia, seppero trasmettere, attraverso le loro Scuole, le conoscenze acquisite,
in ossequio alla raccomandazione del grande Edward Angle “Pass it over” ossia “Tramandate
quanto avete appreso ”. La “Storia” di Caprioglio e di Michele tuttavia non è solamente lo specchio
del “come eravamo”, ma espressione del preciso dovere di ricordare. “Perché non si costruisce un
futuro senza coscienza della propria storia collettiva – ricorda Caprioglio - Il passato è un evento
dalla collocazione precisa, una realtà ancor presente con una sua efficacia, uno stimolo al sapere
per affacciarsi nel futuro “. Anche perché “la società che dimentica le sue radici - ammonisce perde il suo volto e non alimenta il cuore col ricordo”
Ortodontista superstar negli USA
in cima alle professioni più pagate
La Rivista internazionale Dental Tribune Edizione
Italiana ha pubblicato il 21 marzo on line la
notizia riguardante il trattamento economico
degli ortodontisti statunitensi grazie al quale
la categoria sarebbe tra i primi nella lista dei
professionisti più pagati. L’US News & World
Report ha infatti reso nota la lista annuale dei
migliori posti di lavoro degli USA.
Dominano la lista dei 100 top i professionisti del
settore sanitario con l’ortodontista per la prima
volta al vertice, seguito in seconda posizione dal
dentista generico.
Gli impieghi in ambito sanitario sono collocati
al vertice per salari più alti, più bassi tassi di
disoccupazione e un miglior equilibrio tra lavoro e
vita rispetto ad altre professioni.
Le classifiche sono scelte in 12 settori.
Sulla base dei dati del Bureau of Labor Statistics
(BLS), la professione odontoiatrica è destinata a
crescere del 18 per cento da 8.200 del 2014 a
9.700 nel 2024, molto più velocemente rispetto
alla media con una previsione di 1.500 nuovi posti
di lavoro.
La domanda di servizi odontoiatrici è destinata ad
aumentare a causa dei cambiamenti demografici
e dell'nvecchiamento della popolazione,
dell’accresciuta diffusione dei servizi di
estetica dentale e del più ampio accesso alle
assicurazioni.
L'agenzia presuppone inoltre che i dentisti
assumeranno più igienisti dentali e assistenti per
gestire i servizi di routine.
Le nuove tecnologie, come l'odontoiatria
digitale e la radiografia, permetteranno inoltre
ai professionisti del settore di espandere le loro
pratiche e trattare più pazienti.
Nel 2016 gli impieghi nel settore sanitario sono
anche risultati i meglio retribuiti sempre secondo
l’U.S. News & World Report.
Con uno stipendio medio di 246.320 dollari,
l’anestesista rivendica il primato, seguito dal
chirurgo orale e maxillo-facciale.
L’ortodontista è stato classificato anche tra i posti
di lavoro più remunerativi.
Secondo la lista, è il quinto miglior lavoro pagato
negli Stati Uniti, con uno stipendio medio annuo
di 187.199 dollari.
La BLS Occupational Outlook Handbook, edizione
2016-17, è accessibile sul sito www.bls.gov.
Iscrizioni SUSO 2016
SUSO (Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, 1976)
Siamo l’unico puro Sindacato di categoria.
Uniamo TUTTI gli Ortodontisti
(specialisti, esclusivisti, prevalentisti) d’Italia.
Siamo in crescita perchè riconosciuti, presenti ed attivi a livello
intersindacale, Ordinistico e politico (locale e nazionale).
Offriamo una serie di servizi fondamentali per la gestione
quotidiana della professione: consulenza legale e fiscale, formule
assicurative personalizzate [professionali RC, TFR, Investo
nell’ORTO) e personali], analisi ed informazioni su tutte le varie
normative (vecchie e nuove) che regolano la nostra professione,
incontri regionali-provinciali-nazionali su tematiche di particolare
interesse sindacale, consigli etici-gestionali-comportamentali, SUSO
News, la nostra rivista che, nella nuova versione, è a cadenza
ANNO XIV N. 2 - 2016
SUSO news
Notiziario d’informazione
del Sindacato Unitario
Specialità Ortognatodonzia
SUSO
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Patrizia Biancucci
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€ 20 specializzandi 1° anno di Specialità
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specializzando al 2° o 3° anno o masterizzando
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COMITATO DI REDAZIONE
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Massimo Tiberio, Luca Toninato, Mario Turani
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SCIENZA E TECNICA
VIII Giornata mondiale del sonno
dentisti in prima linea contro l’OSAS
Un libro nato dalla Scuola
di Ortognatodonzia di Torino
Ogni anno ricorre il venerdì prima dell’equinozio di primavera, ossia con il cambio di stagione e l’ingresso
dell’ora legale che tra l’altro, si porta via un’ora di riposo. Istituita nel 2008 su iniziativa della World
Association of Sleep Medicine (WASM) la Giornata Mondiale del Sonno che ha come mission una maggior
consapevolezza e dell’importanza del sonno (e quindi, a contrariis, dei disturbi collegati alla sua carenza o
cattiva qualità) quest’anno è caduta il venerdì 18 marzo.
Lo slogan variabile ogni anno, che ha ispirato la Giornata celebrata nel 2015 in 75 Paesi è stato “Un buon
sonno è possibile”. Constatazione rassicurante visto che i disturbi legati al dormire “cattivo o insufficiente”
colpiscono circa il 45% della popolazione mondiale (bambini, adulti, uomini e
donne) e che vi sono, in caso di deficit, 7 probabilità in più di essere coinvolti
in incidenti mortali. Questo almeno dicono le statistiche.
Uno dei disturbi più gravi del sonno (l’Osas, ossia Obstructive Sleep Apnea
Sindrome) è competenza dell’odontoiatra. Una semplice domanda quale
"Soffre di sonnolenza diurna?" può rappresentare il primo passo di diagnosi
utile per iniziare il percorso diagnostico e terapeutico del caso.
“Responsabilità e formazione, questi – secondo Luca Levrini, Presidente del
corso di laurea in Igiene Dentale dell’Università Insubria - i due principi che
devono guidare l'odontoiatra nella cura del paziente affetto da OSAS, sia adulto sia bambino.
La consapevolezza che il trattamento di questa patologia ovvia a gravi eventi sistemici, anche letali,
è basilare nell'approccio clinico; in tale consapevolezza deve maturare una precisa ed approfondita
formazione per la conoscenza di tutti gli aspetti clinici. Rendersi disponibili per la cura – dice Levrini significa essere consapevole che una errata terapia può portare il paziente ad un grave incidente stradale,
oppure a non ottenere il rilascio della patente.
Per questo motivo è necessaria una rigorosa preparazione clinica in ambito odontoiatrico e della medicina
del sonno. L’odontoiatra potrebbe, inoltre, avere un ruolo di consulente nei necessari processi di formazione
del medico monocratico nella individuazione dei soggetti con micro retrognazia. “Quest'anno protagonista
è l'odontoiatra – dice Marzia Segù, Presidente della SIMSO
(Società Italiana Medicina del Sonno in Odontoiatria) , nel suo ruolo
di screening dei disordini respiratori nel sonno, di individuazione
dei fattori anatomici predisponenti, mandibola piccola e retrusa e
palato stretto e terapia intraorali con gli apparecchi di avanzamento
mandibolare - dice Marzia Segù) . Il crescente interesse del mondo
odontoiatrico per queste patologie è dimostrato dal "tutto esaurito"
del corso tenuto al recente Midwinter di Chicago.
La SIMSO ha istituito un percorso formativo per gli odontoiatri ed è
in prima linea nell'opera di sensibilizzazione della popolazione per
i rischi dell'apnea ostruttiva
Luca Levrini
del sonno non trattata. Oltre ai
rischi cardiovascolari, la sonnolenza diurna, responsabile del colpo di
sonno alla guida, i pazienti affetti da OSAS da quest'anno faranno un
percorso particolare all'atto del rilascio/rinnovo della patente.
Stefano Mirenghi, Vice Presidente ANDI e studioso del problema
fornisce, al proposito alcune cifre: “Sono più di 4 milioni e 400mila
i soggetti che soffrono di OSAS, dei quali oltre 2 milioni riscontrano
problemi di sonnolenza diurna. Focalizzandosi sui soli incidenti
stradali causati da tale patologia, si calcola – dice Mirenghi – che
la sonnolenza diurna di cui soffrono i pazienti affetti da OSAS è
Marzia Segù
responsabile di un aumentato rischio di incidenti domestici, sul lavoro
e alla guida di veicoli. Sulla strada almeno 17mila ogni anno in Italia, con oltre 250 morti, 12 mila feriti e
danni per 1,5 miliardi di euro. Recentemente anche i Ministeri della Salute e dei Trasporti hanno riconosciuto
l’importanza di questa patologia e il rischio sociale che può comportare se non adeguatamente intercettata
e trattata”. Nel gennaio 2016 – riferisce Mirenghi - si sono conclusi i lavori di stesura delle Linee guida
nazionali per la prevenzione ed il trattamento odontoiatrico del russamento e della sindrome delle apnee
ostruttive nel sonno in età evolutiva, ora al vaglio del CSS prima della definitiva pubblicazione. Da parte sua
il Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti ha recepito con il Decreto Ministeriale del 22 dicembre 2015
la Direttiva 2014/85/UE che obbliga a prendere provvedimenti per coloro che soffrono di OSAS rendendo
obbligatori interventi diagnostici e terapeutici per il conseguimento e il rinnovo della patente di guida.
Vedendo il testo opera di Maria Grazia Piancino, immaginiamo quanto si sia sentita
onorata di aver ricevuto l’invito a scrivere il libro intitolato “Understanding Masticatory
Function in Unilateral Crossbites (Comprendere la Funzione Masticatoria nei Morsi
Incrociati Monolaterali)” dall’editor John Wiley (Stati Uniti) e come sia stata subito
assalita dal pensiero della fatica che avrebbe dovuto affrontare per realizzarlo, abituati
come siamo ad ideare e concretizzare iniziative anche in campo editoriale.
L’Editor ha la nostra gratitudine per aver creato le condizioni affinchè Maria Grazia
realizzasse un’opera nella quale ha potuto descrivere i risultati della ricerca e
l’esperienza clinico-professionale secondo le regole della didattica universitaria
Maria Grazia Piancino
e post-universitaria. Nel libro, appare chiaro come la passione per la ricerca sia
sostenuta dalla curiosità costante di capire l’etiopatogenesi delle malocclusioni, la complessità della
crescita cranica e gli effetti della terapia sulla funzione, sempre dimostrando
con rigore scientifico le ipotesi e le intuizioni cliniche. Per questo
il ringraziamento va al maestro Arthur Lewin, senza gli insegnamenti del quale
questo libro non avrebbe potuto essere realizzato. Tuttavia, la ricerca senza
l’esperienza e la competenza clinico-professionale sarebbe sterile, fine a se
stessa e di nessuna utilità per il miglioramento clinico. Al proposito,
il ringraziamento va al nostro maestro Pietro Bracco, al quale dobbiamo
l’impostazione gnatologica sia della ricerca che della professione; infatti,
questo libro nasce dalla Scuola di ORTO-GNATO-DONZIA dell’Università di
Torino da lui diretta per molti anni. L’impostazione delle lezioni universitarie
che stimolano anzi, obbligano, ad organizzare e concatenare in una
sequenza logica argomenti complessi, per poterli spiegare in modo
coerente ed omogeneo, è di grande utilità per la comprensione del testo e
delle immagini. Il libro è indirizzato ai professionisti che lo vogliono leggere e studiare
con l’intento di approfondire la fisiologia dell’apparato stomatognatico e capire l’importanza
di impostare un piano terapeutico rispettoso della fisiologia e della biologia del sistema.
Speriamo che l’opera di Maria Grazia riesca a trasmettere al lettore i concetti fondamentali per la
formazione professionale, auspicando che costituisca il punto di partenza e di riferimento per “curare”
i piccoli e i grandi pazienti, nel senso medico del termine, e che dia alla professione ortognatodontica
la dignità e l’importanza che merita. Un sentito plauso a Maria Grazia.
www.wiley.com/go/dentistry
Pietro di Michele
Presidente Nazionale SUSO
Negli squali i denti si rigenerano
Ricercatori inglesi studiano il perchè
“Se funzionasse anche sull'uomo, non avremmo più necessità di andare dal dentista”. E’ stata pubblicata
il 17 febbraio scorso a firma di Andrea Piccoli su Italia Salute la notizia secondo cui un team di ricercatori
inglesi sta studiando il meccanismo che regola la rigenerazione dei denti negli squali.
Gli scienziati dell'Università di Sheffield hanno infatti analizzato la peculiare caratteristica degli animali, di
rimpiazzare i denti persi grazie a un particolare processo rigenerativo pubblicato su Developmental Biology.
Lo studio segnala la funzione della lamina dentaria, formata da cellule epiteliali possedute anche dall'uomo,
nel quale, però, il meccanismo consente un solo ricambio, quello che determina la sostituzione dei denti
da latte con quelli permanenti. Gli squali, che arrivano ad
avere contemporaneamente 3mila denti sviluppati su più file,
ne perdono addirittura 30mila nel corso della vita. Quando
perde un dente, però, lo squalo impiega solo qualche mese
a sostituirlo. Guidati da Gareth Fraser, gli scienziati hanno
analizzato gli embrioni di una specie di squali definita
Gattuccio, individuando il gruppo di geni responsabili del
programma di rigenerazione permanente e della formazione
della lamina dentaria. «La notizia positiva è che questi stessi
geni sono responsabili dello sviluppo di tutti i denti dei
vertebrati, compresi gli esseri umani» dice Fraser.
Riduzione del tempo di trattamento ortodontico?
Con la fotobiomodulazione (PBM) forse si può
La rivista internazionale di notizie Dental
Tribune International ha pubblicato nella sua
versione italiana un articolo nel quale si parla di
terapia della luce a basso livello. Partendo dalla
constatazione che la durata del trattamento è
una delle principali preoccupazioni dei pazienti
ortodontici, potendo la terapia richiedere fino a
20-30 mesi, secondo il tipo di malocclusione e
del piano di trattamento, una ricerca effettuata
in Canada (Vancouver) ha fornito nuove prove in
merito alla fotobiomodulazione (PBM), noto anche
come “terapia della luce a basso livello” quale
modo efficace per ridurre il tempo di trattamento,
aumentando la velocità di movimento dei denti.
Al fine di valutare la fattibilità e l’impatto della
PBM sul tasso di allineamento ortodontico
anteriore – dice Dental Tribune - i ricercatori
hanno trattato tra il settembre 2011 e il settembre
2013 sei individui di sesso maschile e tredici
donne di sesso femminile di età compresa tra gli
11 e i 19 anni, con malocclusioni di classe I e II.
Undici pazienti hanno usato l’OrthoPulse, un
dispositivo PBM intra-orale sviluppato da Biolux
Research, per una media di 3,8 minuti al giorno,
mentre il resto è servito come gruppo di controllo.
La compliance dei pazienti trattati con PBM è
stata alta, con una media del 93 per cento.
I ricercatori - continua l’articolo - hanno scoperto
che la PBM intra-orale ha aumentato in modo
significativo la frequenza di movimento dei denti
durante la fase di allineamento del trattamento
ortodontico riducendo quindi il tempo complessivo
del trattamento. Nel gruppo PBM, l’allineamento
dente anteriore pari alla velocità di 1,27 mm/
settimana è stato ottenuto in media in 48 giorni,
rispetto alla media di 0,44 millimetri/settimana
ogni 104 giorni del gruppo di controllo.
OrthoPulse può essere utilizzato in combinazione
con allineatori o brackets e fili. Il dispositivo
ha ricevuto l’approvazione della FDA nel mese
di luglio 2015, tra gli altri paesi in Canada,
Unione Europea, Australia e Nuova Zelanda. Dal
2003, Biolux ha promosso più di 20 studi clinici
universitari specifici in vivo e in vitro. La tecnologia
è già stata utilizzata per la rigenerazione ossea,
l’innesto e le procedure di impianto dentale, e la
ricerca clinica ha dimostrato l’accelerata stabilità
degli impianti dentali trattati con l’apparecchio
Biolux’s OsseoPulse.
Intitolato “Intraoral photobiomodulation-induced
orthodontic tooth alignment: A preliminary study”
lo studio è stato pubblicato online il 13 gennaio
sulla rivista BMC Oral Health.
03
SCIENZA E TECNICA
Faccia a faccia Ortodontisti e Tecnici di Ortodonzia
Una convivenza abbastanza facile, con qualche eccezione
Continua il confronto tra gli Ortodontisti e le categorie più vicine alla Specialità. Dopo un faccia a faccia con gli Igienisti nei numeri scorsi, abbiamo posto alcune domande ad hoc a Marino Musilli,
Presidente SIBOS ma anche della Sezione SUSO di Napoli e in contemporanea a Stefano Negrini, Presidente Ortec, l’Associazione dei Tecnici di Ortodonzia molto vicina alla categoria e al SUSO.
In aggiunta alcune considerazioni di Massimo Cicatiello, impegnato in una tavola rotonda con Marino Musilli a Modena, durante il IX Convegno di Ortodonzia.
Marino Musilli
Come è o dovrebbe essere il rapporto tra le due categorie?
Musilli. Una collaborazione in cui ci dovrebbe essere ampia disponibilità da
parte di entrambi a comprendere gli obiettivi comuni: curare al meglio il paziente.
Ovviamente ci possono essere variazioni sul tema in base ad aspetti caratteriali
dei singoli individui ma, se il clinico ha ben chiara diagnosi, scelta del dispositivo e
comunicazione col tecnico, il rapporto sarà semplice.
Negrini. E’ un rapporto di fiducia e condivisione degli obiettivi terapeutici che
definirei quasi maniacale, se si vogliono raggiungere risultati di eccellenza.
Ovviamente entrambi devono dare e ricevere in eguale misura. Un rapporto di fiducia
reciproca, solo in questo modo può funzionare.
E’ sempre liscio?
Musilli. Non sempre. Dipende dal tipo di dispositivo e dall’accuratezza delle procedure di entrambi gli
operatori. Circa il dispositivo, tutti quelli in cui è indispensabile avere dei contatti corretti tra le arcate
dentarie oppure un fit (adattabilità precisa del dispositivo alla bocca del paziente, intesa come adesione /
ritenzione) possono essere causa di maggiore disaccordo. Per questi dispositivi qualsiasi errore nelle
procedure del medico oppure del tecnico si trasformano in una imprecisione nel dispositivo che rende non
più possibile la consegna al paziente.
Negrini. No, ovviamente, come del resto in tutti i rapporti dove la collaborazione è strettissima perché in
questo tipo di lavoro dove tutto deve essere considerato nei minimi dettagli. Basta un non nulla perché le
cose non vadano come devono. Quasi scontato che capitino problemi, ma credo che si superino mettendo in
campo le proprie professionalità.
Cosa divide le due categorie?
Musilli. La mancanza delle conoscenze per entrambi delle procedure
altrui. Solo il medico che conosce bene le procedure del tecnico avrà
l’accuratezza adeguata negli step di propria pertinenza, perché farà il tutto
in modo adeguato (in alcuni casi riprendendo le impronte) a quelle che
sono le necessità del tecnico.
Si immedesimerà nelle condizioni in cui si troverà poi il laboratorio e farà di
tutto per evitare difficoltà.
Allo stesso modo per il tecnico, poiché si trova nella condizione di preparare
un manufatto che dovrà essere consegnato dal medico al paziente: solo
conoscendo gli step successivi e le difficoltà più ricorrenti potrà prevenirle,
evitando discussioni.
Stefano Negrini
Negrini. La divisione sta nel fatto che il Tecnico Ortodontista non ha un
riconoscimento legale e un preciso corso di studi ministeriale ma è di fatto un autodidatta pur avendo un
Diploma Odontotecnico.
Dal canto suo il clinico spesso fa sentire la sua posizione di “Dottore” come uno scoglio insormontabile.
Volutamente non sono sceso sul campo tecnico/clinico dei manufatti perché come ho ribadito in
precedenza, per lavorare insieme ci vuole estrema coesione, ovvero condivisione degli obiettivi, il clinico
deve sapere cosa fa la sua controparte tecnica e viceversa.
Cosa invece le unisce?
Musilli. Il desiderio di ottenere piena gratificazione da parte del paziente attraverso feedback positivi su
confort ed efficacia e magari anche un riscontro positivo sull’esito dell’intera terapia, a testimonianza di una
corretta diagnosi.
Negrini. Le unisce l’amore per questo lavoro, la voglia di dare sempre il massimo, di mettersi in
discussione e cercare di dare all’utente finale il meglio in termini dispositivi, nuove sistematiche, materiali,
e tecnologie all’avanguardia.
04
Una sinergia per l’unico risultato
utile, la soddisfazione del paziente
Il successo di un trattamento ortodontico è imprescindibile dalla capacità dell’Ortodontista di creare
un Team ortodontico dentro il quale ognuno nell’ambito della propria professionalità contribuisce al
raggiungimento dell’obbiettivo finale: equilibrio occlusale e risultato estetico per la soddisfazione del
paziente. Nel Team un ruolo fondamentale è ricoperto dall’odontotecnico specialista in ortodonzia(SDT) che
con adeguata professionalità e il supporto di un laboratorio all’avanguardia
contribuisce al percorso ortodontico del paziente. Il Tecnico è chiamato ad
interagire con il clinico, le due professionalità tendono spesso ad incrociarsi e
confrontarsi; il primo è chiamato ad esaudire le richieste di una prescrizione
clinica formulata dall’ortodontista specialista così da fornire al laboratorio il
materiale e le informazioni necessarie per eseguire il manufatto a regola d’arte.
La verifica della congruità del materiale (impronte o modelli)
e delle informazioni ricevute (prescrizione) in riferimento al dispositivo
ortodontico da realizzare rientrano nelle competenze e responsabilità del
Tecnico che provvederà alla costruzione e certificazione di conformità
Massimo Cicatiello
dell’apparecchio. E’ evidente che tra le due figure professionali lo scambio
di informazione risulta fondamentale, per evitare perdite di tempo con aumenti di costi e insoddisfazione
del cliente. Ma per fortuna oggi le nuove frontiere della comunicazione come WhattsApp, Skype ed altro
permettono in tempo reale lo scambio di informazioni. La professionalità del Laboratorio passa attraverso
la formazione e la conseguente conoscenza delle varie scuole di pensiero ortodontico, unitamente ad una
efficiente organizzazione interna in grado di affiancare lo studio odontoiatrico.
L’incrocio delle due professionalità va vissuto con una conoscenza reciproca delle competenze e aspettative
dell’interlocutore, unito chiaramente al rispetto reciproco. Soltanto questa solida sinergia può produrre
l’unico risultato utile, ossia la soddisfazione del paziente.
Massimo Cicatiello
ODT Spec. Orto. ORTEC
INCONTRI E CONGRESSI
SUSO Padova: Odontoiatra ed Ortodontista,
la collaborazione vincente
Sabato 20 febbraio si è svolto a Padova il primo evento sindacale/culturale organizzato dal nuovo
Consiglio Direttivo Provinciale SUSO, insediatosi a Luglio 2015.
L'incontro, dal titolo “Odontoiatra ed Ortodontista, la collaborazione vincente”, ha voluto essere un punto
d'incontro e di confronto intra ed interdisciplinare tra le due figure di primo piano del team ortodontico.
L'evento ha riscosso un ottimo successo, con la notevole partecipazione non solo di Ortodontisti, ma
anche di Odontoiatri. Decisivo in tal senso è stato il sostegno offerto dal Dott. F. Berto, Presidente CAO
dell'Ordine dei Medici e Chirurghi di Padova, dal Prof. E. Stellini, Direttore della Clinica Odontoiatrica e
Presidente del CLMOPD, da ANDI
Padova e dal COI delle Tre Venezie,
che hanno contribuito affinché
fosse garantita una cospicua
presenza di Odontoiatri, che spesso
traggono beneficio dalla consulenza
specialistica degli Ortodontisti in
regime di consulenza.
Dopo i saluti e l'introduzione del
Presidente Provinciale
Dott. A. Cesta e del Presidente
Nazionale Dott. P. di Michele, i
relatori si sono susseguiti sul palco
ponendo l'accento sull'assoluta
necessità di collaborazione e
sinergia tra le due figure del team
Un momento del congresso
ortodontico nella pianificazione dei
trattamenti terapeutici e nella gestione dei pazienti, valutandone le implicazioni cliniche, medico-legali,
assicurative ed economiche.
Il Dott. A. Gracco ha illustrato molto chiaramente la risoluzione di casi ortodontici complessi con
approccio interdisciplinare.
Il Dott. P. di Michele ha introdotto temi di interesse medico legale che hanno coinvolto in maniera
evidente l'interesse della platea.
La Dott.ssa G. Ceretti ha affrontato in maniera brillante gli aspetti assicurativi, destando profonda
attenzione su tematiche spesso ostiche.
L'ultima relazione del Dott. A. Hinterhuber, relativa al pricing, ha rapito l'attenzione dei partecipanti,
inchiodati in aula ben oltre l'orario previsto di chiusura dei lavori.
I partecipanti hanno dimostrato interesse verso i temi trattati, con un attivo dibattito finale.
"Vale sempre la pena di spendere tempo e risorse per ottimizzare tutti gli ambiti d'intervento
professionale che hanno a che fare con il rapporto tra colleghi medici e tra questi ed i pazienti" ha
puntualizzato il Dott. L. Toninato, Consigliere Provinciale SUSO PD.
"Davvero emozionante aver riunito così tanti colleghi per quello che è il primo incontro organizzato dalla
Sezione SUSO di Padova! Ci siamo ritrovati con numerosi amici e colleghi degli anni di specializzazione,
ancora una volta accomunati dalla voglia di un continuo aggiornamento professionale. La cosa per me
più importante è lo spirito che
ha accomunato me ed i miei colleghi
nella preparazione dell’evento:
non abbiamo mai dimenticato
che la nostra formazione va di
pari passo con il fine ultimo
della nostra professione, che
è il benessere del paziente.
Richiamando il titolo
dell'evento, questa è davvero la
chiave “vincente”!"
ha chiosato la Dott.ssa
E. Bortolazzo, Vicepresidente
Sezione SUSO Padova.
Napoli, SINET "la Terapia Ortodontica
protesica e chirurgica"
Il congresso della Società Italiana di Terapia Non Estrattiva (SINET) si terrà il 27/28
maggio a Napoli. Come di consueto tratterà un argomento monotematico oggetto
di controversie. Se è noto infatti che la terapia occlusale può essere ortodontica,
protesica e chirurgica, non è invece dato sapere quale sia il ruolo che ciascuno
di queste terapie
Adolfo Ferro
riveste nelle
disfunzioni muscolari ed articolari.
Sarebbe auspicabile conoscerlo,
anche se esistono diversi fattori
etiologici. Mancano in letteratura
casistiche terapeutiche che
potrebbero contribuire a definire
meglio la partecipazione di ciascun
trattamento occlusale e/o articolare
nella etiologia di questi problemi.
Il concorso delle esperienze di più
clinici con i propri risultati potrebbe
contribuire alla formulazione di
una casistica per ciascuna modalità
terapeutica. Questo il motivo per cui è
stato chiesto ai relatori di portare
i loro risultati clinici al termine
di ogni trattamento esso protesico,
ortodontico o chirurgico per
meglio comprendere l’importanza
dell’occlusione.
Particolare accento verrà posto al
concetto di normalità occlusale che
si presta a diverse considerazioni
spesso contraddittorie ma soprattutto
controverse. “L’esperienza dei relatori
diventerà una nostra conoscenza”
sottolinea Adolfo Ferro Presidente
della SINET organizzatrice.
L'occasione è stata anche
un momento per rafforzare,
I Presidenti Pietro
di Michele e Anton
io Cesta con i Relat
anche a livello provinciale, le
ori e il Direttivo di
Padova
sinergie tra il SUSO e le altre Istituzioni che hanno
patrocinato l'evento (ANDI, AIO, COI, POIESIS, SIOF).
La Sezione Patavina, sulla scorta del successo ottenuto, è già al lavoro per l'organizzazione dei prossimi
eventi provinciali, riguardanti la Traumatologia Dentale, nel secondo semestre 2016, e la Comunicazione
nel team ortodontico, nel primo semestre 2017.
Elena Bortolazzo, Antonio Cesta,
Ernesto Comitale, Annalisa Lorenzi, Luca Toninato
Sezione SUSO Padova
Aestetika srl, sarà sponsor del corso
Aestetika srl, distributore esclusivo del marchio ORJ, sarà sponsor del corso:
L'Ortodonzia Linguale Invisibile, corso teorico/pratico step by step, che sarà tenuto nella cornice di
una location d'eccellenza quale il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Ancona il 13 e 14 maggio dal
Dott. Rafi Romano (www.drromano.com), socio attivo dell'Accademia Europea di Odontoiatria Estetica,
dell'Associazione Americana di Ortodonzia e della Federazione Mondiale di Ortodonzia. Ha pubblicato
5 libri e tiene corsi e conferenze in tutto il mondo sull'ortodonzia linguale estetica e sul trattamento
ortodontico multi disciplinare del paziente adulto.
Il successo del trattamento non dipende dal dispositivo o dalla tecnica, bensì dalla conoscenza e dal buon
senso, che rappresentano la chiave per la scelta della soluzione ideale, volta a soddisfare le esigenze
e le aspettative del paziente. Partendo da questa premessa, Aestetika srl è lieta di presentare l'attacco
linguale ORG della ORJ.
05
INCONTRI E CONGRESSI
Spring Meeting SIDO di Roma
visto da due opinion leader
SIBOS Interdisciplinarietà
per il suo Programma culturale 2016
In ogni singola disciplina medica, così come in
odontoiatria gran parte delle patologie presentano
aspetti a confine (border line) con altre discipline.
Ne consegue che la terapia ideale prevede una
strategia congiunta "ab initio" di più specialisti
(approccio interdisciplinare), mentre invece più
spesso il paziente si trova ad affrontare da solo
ed in momenti diversi, i differenti problemi che
caratterizzano la sua patologia.
Questo percorso terapeutico non coordinato da un
team di operatori, ma deciso e cambiato di volta
in volta a seconda delle necessità dai vari specialisti
è caratterizzato dall'intervento di più discipline
non perfettamente coordinate (approccio
multidisciplinare).
L’11 e il 12 marzo all’Auditorium di via della Conciliazione a Roma si è svolto all’insegna del “Teamwork
for esthetics and patients’ quality of life” lo “Spring International Meeting”, più importante rendez
vous annuale della SIDO assieme al Congresso (47° edizione , è in programma a Firenze dal 13 al 15
ottobre). Interdisciplinarietà e multidisciplinarietà sono i due temi su cui si è soffermata l’attenzione dei
relatori: una distinzione sempre più immanente nei Congressi, sottolineata dai vari interventi, come ad
esempio, dal duo virtuoso Musilli/Vaia, nell’interconnessa relazione svolta al recente Congresso SIO di
Pero (Milano).
A Roma inter e multidisciplinarietà sono state riproposte richiamando la quotidiana interazione tra le
specialità odontoiatriche, chirurgia estetica e maxillofacciale. Perché, come
sottolineava il programma dello Spring “la correzione di gravi malocclusioni
estetico/funzionali nei bambini ma anche negli adulti, trae spesso beneficio
dall’intervento di varie discipline a fianco delle odontoiatriche in un
trattamento basato sulla stretta collaborazione ortodontista/chirurgo” .
Per non citare che il fine dichiarato del Meeting era proprio di creare un
“programma altamente formativo, coeso ed integrato”.
Dato che allo Spring Meeting sono intervenuti vari relatori da oltre confine
come Henrikson, Thordarson, Bjornsson, Palmer e Will, il confronto tra la
Scuola italiana e quelle straniere è stato così giudicato da Alberto Laino,
Associato alla Clinica Odontoiatrica della Università Federico II di Napoli: “
Specialmente con l’Europa del Nord – ha detto – la comparazione ha messo
in luce, da una parte, una notevole capacità tecnica, dall’altra l’avanzata
(da noi) capacità di interrelazione tra ortodontista e chirurgo.” E come
Paolo Picchioni
esempio Laino richiama l’assai apprezzata relazione di Cocconi /Raffaini sul
“Teamwork in surgical plannin”.
Per Paolo Picchioni autore di pubblicazioni e relatore dal 1985 ad oggi in numerosi corsi e congressi
“il convegno ha evidenziato i passi da gigante che il progresso tecnico scientifico sta compiendo”.
Esempio lampante è il 3D, da cui scaturiscono strumenti che mettono in grado di definire al meglio la
diagnosi e rendere più efficace la fase terapeutica. Di qui anche una auspicabile maggior attenzione,
da parte degli ortodontisti, e non solo quelli, a tali nuovi mezzi messi a disposizione della scienza.
Il programma culturale SIBOS (Società Italiana di
Biomeccanica ed Ortodonzia Segmentata) del 2016
si sviluppa proprio sulle tematiche dell'Approccio
Interdisciplinare, prefiggendosi di offrire ai propri
soci un percorso formativo su questo argomento.
Oltre ai corsi Base, ci sarà uno Avanzato a Napoli il
30 settembre ed il Congresso Internazionale il 13
Ottobre a Firenze, che costituiscono due momenti
importanti in cui l'ortodonzia prima e le altre
discipline poi spiegheranno in che modo esprimersi
e soprattutto come coordinarsi.
Il 30 settembre si parlerà dell'accuratezza del
movimento dentario necessaria per poter affrontare
al meglio le terapie intredisciplinari. Il 13 Ottobre
a Firenze, invece, saranno le altre discipline
(parodontologia, implantologia e protesi) che
evidenzieranno in che modo lavorare al meglio sui
casi complessi in cui è necessario l'intervento anche
dell'ortodonzia.
Marino Musilli
Presidente SIBOS
Presidente Provinciale SUSO Napoli
Corso di Odontoiatria Forense
ed Etica: ultimi giorni d'iscrizione
Un secondo aspetto richiamato da Picchioni suona quasi come uno
slogan, applicabile non solo ad un convegno come quello di Roma:
“L’Ortodonzia non è solo bocca, ma anche faccia”. “Condizione
essenziale per ottenere un risultato di eccellenza – rileva Picchioni sarà la collaborazione interdisciplinare tra i vari operatori del settore
nell’ambito di un piano di cura condiviso”
Per Lorenzo Cigni, giovane libero professionista a Sondrio, il Congresso
ha raggiunto i suoi obbiettivi. "Le adesioni - dice - sono state numerose
ed i partecipanti hanno dimostrato interesse per la tematica della sinergia
tra i professionisti del volto, del dentale e per l'attenzione alla qualità di
vita dei pazienti. Inoltre la sede presso l' Auditorium della Conciliazione
ha fatto respirare la gioia e la spiritualità del Giubileo".
Alberto Laino
Alla domanda su che cosa sia emerso dal Convegno di innovativo, risponde
che la collaborazione tra i vari professionisti del campo chirugico, ortodontico
e protesico ha raggiunto ormai un livello molto elevato. E se proprio dovesse
indicare un motivo per cui tale possa essere ricordato "io – dice - ricorderò
certamente l'integrazione delle varie figure professionali ad elevati livelli
volta al miglioramento della qualità di vita del paziente. Raggiunti gli obiettivi
estetici tanto desiderati il paziente torna dai professionisti con gratitudine
e grande livello di soddisfazione."
Anche Cigni ha notato il gran numero di ospiti stranieri. Quindi quasi
inevitabile la domanda se si tratti di esterofilia, aspetto molto diffusa peraltro
in questi tempi nella congressualistica nazionale, oppure se veramente da
oltre confine sono venuti nuovi impulsi all‘evoluzione della disciplina.
"Al giorno d'oggi - dice Cigni - non può mancare l'apporto di relatori stranieri
Lorenzo Cigni
che siano europei o statunitensi o da altro continente.
In questo congresso ho apprezzato soprattutto Leslie Will che ci ha parlato del disturbo da dismorfismo
corporeo (Body Dismorfic Disturb).
In particolare - continua - bisogna distinguere tra i pazienti quelli che sono affetti da questo disturbo
di personalità per non incorrere in un infruttuoso trattamento ortodontico oppure ortodontico-chirurgico
che può sfociare in un risultato di sicura insoddisfazione fino al contenzionoso medico-legale.
"E se dovesse per ipotesi salvare qualche aspetto di questo incontro romano, tale da essere portato
anche in seno al Congresso di autunno, Cigni dice che salverebbe la stretta collaborazione e sinergia
tra ortodontista, chirurgo maxillo-facciale e protesista. Una sinergia che merita sicuramente ulteriore
approfondimento. Ma temo - dice tuttavia - che in autunno i temi saranno differenti."
06
Per informazioni sul nuovo corso di perfezionamento
consultare il sito: www.siofonline.it
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Dott.ssa Marta Traversa - M 366 173 66 27
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emmeduegroup.it
RILANCIO IN SUSO
Partite Iva di tutta Italia, unitevi!
Il proclama di William Manuzzi, cofondatore del “PIU”
Il nostro è un giornale sindacale e come
tale cerca di portare avanti iniziative e
ricercare soluzioni per accrescere la qualità
della nostra vita e futuro di professionisti.
Riteniamo pertanto di fare un’eccezione
pubblicando questo “proclama” a firma di
William Manuzzi. Il quale come Tesoriere
del SUSO ha tutto il diritto di parlare di soldi,
come in questo caso. Ma se, come si può
leggere, qui i soldi sono importanti, ancor di
più sono i principi, come il riconoscimento
della qualità e dignità del lavoro, l’equo
trattamento giuridico fiscale cui ogni
lavoratore onesto ha diritto in uno stato che
si dichiari (a parole) di diritto, come il nostro.
Ecco perché, aderendo ai principi ispiratori
della Rivista e considerando il numero
sterminato di partite IVA che costellano
anche il panorama ortodontico, riteniamo
non solo opportuno ma anche utile
pubblicare il “proclama”.
"Abbracciamo un sogno per rispondere
ad un bisogno".
A fine agosto 2015, Gaetano Balsamo,
imprenditore di Prato, con azienda e
situazione personale assolutamente in
ottima salute, pubblicava su Facebook, di
notte, in macchina, tornando da una giornata
di lavoro in Veneto, un video in cui, a ruota
libera, denunciava il degrado della nostra
società e la sua grande preoccupazione per il futuro: è forse questo il Paese che vogliamo continuare a
vivere e lasciare ai nostri figli e nipoti? Percepiamo tutti il vuoto che esiste intorno a noi e nel mondo del
lavoro autonomo: ideali, valori, comunità e senso di appartenenza sono sempre più carenti e mancanti.
In questi casi, unione e condivisione,
dell' intento di voler costruire un
bene comune, sono fondamentali.
Nel video, Gaetano lanciava l'idea
di un "sogno" da realizzare con
l'unione delle partite IVA: Cambiare
le regole del gioco! Uomini e
donne integri ed incorruttibili con
capacità di indignarsi, di pretendere
spiegazioni in ogni momento
della nostra esistenza. Questo
è il “cambiamento”, questo fa
veramente paura. Siamo più di 5 milioni di partite IVA: “Uniti cambiamo tutto”, imprese e professioni,
posti di lavoro, made in Italy, cervelli in fuga, fisco, tasse, pensioni, banche.
Il video ha emozionato, ha risvegliato qualcosa in tanti ed i contatti hanno cominciato ad aumentare.
A settembre ed ottobre, due incontri conoscitivi a Firenze con più di 200 partecipanti e poi, a novembre,
è nata, a Prato, "Associazione PIU, Partite IVA Unite". "PIU" nasce dalla forte esigenza di unione
delle partite IVA per dare potere a tutte quelle attività che, sino ad oggi, non sono state rappresentate
da nessuno. Siamo l'economia reale del nostro amato Paese che, per colpa di una politica economica
scellerata, sta pagando un prezzo altissimo. Attualmente siamo 40 soci fondatori, presenti ormai in tutta
Italia, che hanno versato € 1.000 a testa: dobbiamo arrivare a 300 EROI.
A fine gennaio primo grande incontro: due giorni, full immersion, presso la tenuta di S. Vito di Montelupo
Fiorentino. Scambi di opinioni e discussione su programmi e strategie.
Ognuno di noi si sta impegnando a cercare, in tutta Italia, imprenditori, professionisti, commercianti,
artigiani ed autonomi che vogliano superare le paure, unirsi a noi per agire. Qualcuno troverà eccessiva
l'entità della quota iniziale ma quanto vale la dignità, quanto la libertà, quanto il cambiamento, quanto il
futuro, tuo e dei tuoi figli, quanto vale il tuo Paese?
Cambiamo l'italia e salviamo le famiglie. Io sono PIU......e tu? Guarda il video di Gaetano e, se ti senti
coinvolto e pronto, chiedi informazioni ed unisciti a noi: ti aspettiamo! Da soli non abbiamo potere ma
insieme possiamo realmente fare la differenza.
William Manuzzi
Tesoriere Nazionale SUSO
A Verona Leocci
si costituisce
la sede del SUSO
Da sinistra: Matteo Mercanti, Segretario; Tommaso Leoci, Presidente; Mattia Marchiori, Tesoriere;
A Verona e provincia è nata la sede del SUSO con il Direttivo così composto: Tommaso Leoci,
Presidente; Matteo Mercanti, Segretario; Mattia Marchiori, Tesoriere; Camilla Spagnolli, Consigliere.
Il Presidente ed il Direttivo esprimono riconoscenza nei confronti del Presidente Nazionale,
Dott. Pietro di Michele, per la fiducia e l'appoggio forniti.
Il SUSO Provinciale di Verona vuole rappresentare un punto di riferimento locale per tutti coloro
che esercitano la disciplina ortodontica e non solo, con una particolare attenzione rivolta ai giovani
colleghi che intraprendono l'attività. La sezione scaligera si prefigge lo scopo di sensibilizzare le
differenti figure specialistiche ( Medici di medicina generale, Medici pediatri, Otorinolaringoiatri,
Foniatri, Logopedisti etc.) coinvolte a vario titolo nell’identificazione, nella diagnosi e nella cura
di tutte quelle patologie di confine del distretto oro-facciale e si augura che possa nascere una
proficua collaborazione.
Infine rivolgo un doveroso ringraziamento ai validi colleghi del Direttivo, tutti accomunati
dall’interesse per l’Ortognatodonzia: senza la loro preziosa collaborazione non sarebbe stato
possibile avviare tale iniziativa.
Tommaso Leoci
Presidente SUSO Verona
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SPECIALE
QUARANT'ANNI
SUSO
i
n
19762016
19762016
1976- 2016
n
a
Nascita e sviluppo del SUSO: quarant’anni spesi bene
Paolo Picchioni
L’anno 1976 1° Giugno, a Roma, nello studio del notaio Giovanni
Moscatelli, sono presenti i Signori Sergio Bazzarin, Mario Bondi, Elio Di
Gioia, Paolo Falconi, Agostino Garau, Bruno Genone, Roberto Governi,
Cesare Luzi, Titta Mazzuca, Benito Miotti, Armando Patanè, Vincenzo
Scozzaro, Federico Tenti, Giovanna Gatti, Mario Adorni Braccesi,
Milo La Sala, Giulio Romano Marini, i quali dichiarano di voler costituire un
Sindacato denominato SUSO (Sindacato Unitario Specialisti in Ortognatodonzia).
Nasce con quest’atto,
ormai 40 anni orsono,
il primo Sindacato
dell’Ortodonzia italiana.
Nell’atto costitutivo
vengono elencati gli intenti:
potenziare e diffondere
l’Ortognatodonzia,
tutelare gli interessi
degli Specialisti che vi
si dedicano in modo
esclusivo, curare i rapporti
con analoghi organismi
esistenti in altri Paesi e
promuovere iniziative
atte allo sviluppo della
Specialità in Italia.
Bruno Genone viene
nominato Segretario
un documento con l’ASSILS SIP che viene fatto
naufragare dai poteri forti prima di diventare
operativo. Ma il documento potrebbe essere usato
ancora oggi come guida per i convenzionamenti
di categoria, qualificato da elementi a tutela della
libera professione, quali l’indiretta concordata,
la libera scelta dei professionisti, un tariffario
congruo e indicizzato e commissioni paritetiche
di controllo.
La trattativa ebbe in Attilio Ferrini e Pietro Bracco
le menti politiche che permisero un risultato di
così grande prestigio.
Nel 1990 le sezioni provinciali sono 76 su 95,
il 22 Giugno 1991 viene inaugurata da Ferrini
la sede nazionale di Torino in Largo Re Umberto,
fulcro futuro del Sindacato, grazie all’energia del
Presidente in collaborazione con Bracco, docente
di Ortodonzia all'Università di Torino.
Ogni lunedì sera la squadra di Torino si riunisce
insieme con le Segretarie Carla e Angela per
coordinare le attività sindacali, i rapporti con le
Istituzioni e gli associati, i servizi agevolati agli
iscritti: un’assicurazione RC gestita tramite Unipol
Attilio Ferrini, Past-President SUSO
in esclusiva per i soci e a condizioni vantaggiose,
periodicamente adeguata quale strumento sempre più
aderente alle nuove esigenze di tutela dell’attività degli iscritti. Viene inoltre messa a punto in esclusiva
Torino - 22 giugno 1991. Inaugurazione sede Nazionale SUSO
con la Reale Mutua la copertura per il trattamento di fine rapporto.
Anni di rapida crescita sindacale che portano il SUSO nel 1997 alla formulazione di un nuovo Statuto
Centrale del primo Comitato Direttivo.
del SUSO, che fino al 1994 è l’unica sigla a rappresentare la categoria.
In questa prima fase a norma di Statuto possono far parte del Sindacato:
In quell’anno viene fondata una nuova Associazione denominata A.S.I.O. (Associazione Italiana
1) Gli Specialisti provvisti di diploma di perfezionamento in Ortognatodonzia con esercizio con carattere
Specialisti in Ortodonzia), primo Presidente, in carica per il biennio 1994-1996, è Massimo Ronchin.
di assoluta esclusività.
Il rapporto tra le due sigle è subito difficile, anche se ambedue gli schieramenti tengono numerosi
incontri per arrivare ad un’unica Associazione. Dopo anni di dialogo le due sigle si aggregano in
2) Gli abilitati ad esercitare l’attività di medico dentista, provvisti di specializzazione in odontoiatria e
una Federazione, denominata F.I.S.O. (Federazione Italiana Specialisti in Ortodonzia) costituita dagli
protesi dentaria, esercenti in modo continuativo l’Ortognatodonzia con carattere di assoluta esclusività
Specialisti A.S.I.O. e SUSO, ricompattando così le forze.
da almeno tre anni presso istituti universitari o ospedalieri.
Il 26 Giugno 1999 a Strasburgo
3) Gli abilitati ad esercitare l’attività di medico dentista, provvisti
la F.I.S.O. entra nella compagine dei membri attivi dell’E.F.O.S.A.,
di specializzazione in odontoiatria e protesi dentaria con esercizio
con una rappresentanza comune a livello europeo.
esclusivo dell’Ortognatodonzia da almeno 5 anni.
Di questa conquista deve essere dato oltrechè al Presidente SUSO
Ma al Congresso SIDO di Abano Terme (Ottobre 1979), venne
Ferrini ai Dirigenti A.S.I.O. che capirono l’importanza
approvata a larghissima maggioranza una mozione di modifica
di avere una rappresentanza italiana numerosa e unitaria.
dello Statuto, per aprire a coloro dichiarassero l’esercizio
Dal 1999 al 2005 la F. I.S.O. partecipa con le sue rappresentanze
preminente della specialità ortodontica, salvo prova contraria. Una
a tutti i meeting dell' E.F.O.S.A., portando un contributo
mossa strategica di fondamentale importanza per la crescita del
di competenza ed esperienza.
Sindacato.
Nel 2006 con l’avvicendarsi di nuovi Direttivi, senza preventivo
preavviso, l’A.S.I.O. disdetterà l’accordo con il SUSO non
Nel 1982, dimissionario Bruno Genone, viene eletto Presidente A.
rinnovando la F.I.S.O. Nel contempo l’opera del SUSO è comunque
Ferrini che rimarrà poi in carica alla guida del Sindacato per 25
proseguita: nel 2002 viene rinnovato SUSO News, notiziario
anni. La storia del SUSO, da questo momento è indissolubilmente
di informazione del Sindacato, con nuova veste editoriale,
legata alla sua figura.
prende forma il corso di aggiornamento SUSO itinerante.
Le Sezioni provinciali arriveranno a coprire tutto il Paese. Grazie a Da sinistra Pietro Bracco, Attilio Ferrini, Giampietro Farronato
Ferrini il Sindacato si dota di validi consulenti: l’Avv. Funari prima,
Gli esperti SUSO, il Presidente con alcuni membri del Direttivo (in particolare Bracco, di Michele,
poi Dal Piaz e Longhin (tuttora in carica), Zunino, sicurezza sul lavoro; due commercialisti, Imbrioscia
Manuzzi e Picchioni) si spostano in varie Regioni per attuare un’ informazione continua.
prima e Marino poi, fino all’attuale Tonini.
Nel 2005 a Bologna viene fatto il punto sulla situazione dell’Ortodonzia in Italia (anteprima del futuro
Sotto la Presidenza Ferrini SUSO stringe collaborazione con analoghi movimenti sindacali nell’ambito
Forum) con il Convegno. “La professione dell’Ortodontista negli anni 2000”.
CEE, in particolare l’E.F.O.S.A. (Federazione Europea delle Associazioni degli Specialisti in Ortodonzia),
dove oltre l’Italia ci sono Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda e Olanda, che si
Nel 2007 Attilio Ferrini che, con la sua tenacia,
riuniscono annualmente, per varare iniziative comuni.
energia e lungimiranza, ma soprattutto entusiasmo,
L’attività del Sindacato si concentra però soprattutto nel nostro Paese, dove vi sono cambiamenti
è stato il timoniere SUSO per oltre 25 anni lascia la
con riflessi negativi per la categoria. Nel 1994 viene avviato un progetto di convenzionamento diretto
carica di Presidente. Sotto la sua sapiente direzione
tra laboratori odontotecnici e Unità sanitarie locali in varie regioni ed il SUSO si mobilita e vince una
il SUSO si è ormai trasformato, diventando una
causa con la USL 27 di
vera realtà sindacale di categoria. Il testimone
Bologna che promuoveva in
passa al Vice Presidente Paolo Picchioni che
alcune strutture una forma
guiderà il SUSO per 2 mandati fino al 2013. Nel
diretta di pagamento con i
corso della sua Presidenza vengono intensificati i
laboratori odontotecnici. La
corsi itineranti. Per migliorare la comunicazione
tutela della professione mira
interna Picchioni porta Maurizio Tonini di Torino alla
a regolarizzare i rapporti
consulenza fiscale del Sindacato, continuando la
di convenzione con Fondi
storica collaborazione con l’Avv. Roberto Longhin,
integrativi e Mutue volontarie.
ormai diventato uno dei maggiori esperti del
Il SUSO si batte perché
settore a livello nazionale. Nasce anche il Forum
nessuna prestazione venga
sulla professione ortodontica, per informare
concordata “ad personam”,
i Colleghi sull’evoluzione della professione,
ma normata da regole precise
Pietro di Michele e Paolo Picchioni
trasformandosi in un aggiornamento biennale
e a tariffe libero professionali.
di informazione e confronto non solo per gli associati
Nel corso del 1989 dopo una
SUSO ma per tutta l’Ortodonzia Italiana.
lunga e difficile trattativa
Viene inoltre mantenuto il corso di aggiornamento satellite per assistenti e igieniste dentali nella
insieme con gli altri sindacati
mattinata concomitante al Forum.
Paolo Picchioni
odontoiatrici viene firmato
1996 Incontro EFOSA a Parigi
Past-President SUSO
08
0
4
SPECIALE
QUARANT'ANNI
SUSO
i
n
19762016
19762016
1976- 2016
n
a
Il Presidente: “Cosa significa fare il sindacalista
termine che non incontra affatto la mia simpatia”
Nella ricorrenza dei quarant'anni di fondazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia pubblichiamo l'attuale "messa a fuoco" delle motivazioni che hanno spinto alcuni componenti
dell'attuale Consiglio Direttivo Nazionale a "scendere in campo" abbracciando il SUSO.
In un momento della tua vita, mentre sei impegnato nella tua professionalità, nella tua
formazione continua, ti accorgi che è fondamentale sapere gestire al meglio la
professione. Scopri che ti mancano tutele. O meglio ancora, quelle intorno a te
sono generiche, non appropriate alla tua specialità. Ti rendi conto che il tuo lavoro
in realtà è un pò diverso da quello che fanno gli altri, pur avendo anch’essi
una laurea in odontoiatria. Quindi mentre elabori e corri, diventi per sbaglio un
“capobranco” nella tutela dei tuoi diritti, quasi senza saperlo fai il sindacalista, un
termine che tra l’altro non incontra la mia simpatia. Di qui l’impegno giornaliero,
coerente. Con determinazione punti ad un obiettivo: tutelare la professionalità, non
per salvare interessi di categorie, ma per sottolineare impegno e sacrifici.
Ti dai da fare, perché ami il tuo lavoro e dovendo condividere con tanti come te le tue
esigenze, cerchi anche di creare le condizioni favorevoli al lavoro e all’apertura di nuovi
spazi professionali. Pensiamo che fino a qualche anno fa, non era possibile fare con i LEA
(Livelli Essenziali di Assistenza) una terapia ortodontica nel SSN.
Fare sindacato, ha voluto dire allora mettere idee per far crescere una volontà, prima culturale e poi
politica fino alla conquista sindacale di questi giorni, passata per lo più inosservata: il Ministro Lorenzin
nei nuovi LEA ha riconosciuto l’obbligo per le Regioni di avere assistenza ortodontica per i ragazzi con
malocclusione appartenenti alla categoria IOTN 5 (Indice Ortodontico Terapia Necessaria).
Ortodonzie necessarie e se vogliamo complesse e rare. E’ così passato il concetto che la disciplina
dell’Ortodonzia deve essere erogata a bambini con tali caratteristiche, quindi particolarmente fragili.
Umberto Garagiola, Vice Presidente
La mia partecipazione al Sindacato
nasce dalla volontà di semplificare
il panorama frammentato e spesso
autoreferenziale del sindacalismo
ortodontico-odontoiatrico italiano,
nel tentativo di dare ai colleghi una
rappresentanza unitaria e forte, di
interpretare il disagio della categoria.
La mia scelta di questo e non di altri sindacati
è stata provocata dal fatto che SUSO ripropone il protagonismo
professionale, sociale e politico della categoria, chiedendo uno
spazio di rappresentanza oltre gli aspetti meramente rivendicativi e
che si pone come interlocutore privilegiato nella programmazione
sanitaria ortodontica coniugando gli interessi degli ortodontisti
con quelli dei cittadini. Grazie ai miei Maestri di Ortognatodonzia,
Giampietro Farronato e Valentino Ghiglione mi ci sono avvicinato
fin dai primi anni della libera professione, svolgendo in seguito
il ruolo di Consigliere, Segretario, di Presidente Provinciale di
Milano ed in seguito di Consigliere Nazionale, durante il quale ho
contribuito ad organizzare diversi Convegni su etica, deontologia,
clinical governance, normative, controllo delle Istituzioni e qualità
delle prestazioni. Oggi come Vice-Presidente Nazionale appoggio
il rilancio in corso, mirante a superare la frammentazione e
raccogliere le istanze della categoria ortodontica, trasformando
il disagio in capacità progettuale: ne tutela infatti le pari dignità
perseguendo l’estensione dei diritti fondamentali e di una
retribuzione commisurata all’impegno ed alla responsabilità
professionale. Nel SUSO quindi vedo la capacità, grazie ai servizi
di assistenza e rappresentanza a ogni livello, di ricucire legami,
preservare unità e solidarietà e di restituire fiducia a nuove
generazioni di ortodontisti.
Patrizia Biancucci,
Consigliere Nazionale
Perche ti sei impegnata nel
sindacato?
Perché me l’ha chiesto espressamente
il Presidente quando stava mettendo
insieme la squadra. "Siccome so che
sei una che si impegna e lavora, ho
pensato di chiamarti per chiederti se vuoi
far parte di questa nuova squadra…”
Gli ho detto che il SUSO era stato sempre la mia
famiglia di appartenenza perchè il Prof. Bracco ci aveva costretto
democraticamente a iscriverci fin dall'università.
Quindi una scelta in considerazione della persona, non del
sindacato?
Della persona, perché per raggiungere gli ideali ci vogliono le
azioni e ci vuole quindi l’uomo di azione. Gli ideali li sappiamo, li
conosciamo tutti e storicamente. La gente però è piena di ideali ma
chi non agisce non serve. Come sindacato è saldamente ancorato
al passato. C’è la memoria storica e lo dimostra dal fatto che si
festeggiano i 40 anni. Però non li dimostra, è ancora giovane per
essere proiettato nel futuro. L’ortodonzia ha fatto passi da gigante,
e poi c’è l’aspetto digitale e la programmazione dei casi.
Possiamo ritenerla una conquista sindacale SUSO, a beneficio della società pediatrica,
ma anche a valorizzazione della nostra figura di specialisti nell’universalistico sistema
del SSN. Nel SUSO è possibile trovare idee, confrontarsi democraticamente, in un
ambiente sereno e competente, dove le esigenze sono uguali.
Ci si può misurare ad armi pari, senza essere zittiti, prima di aver espresso le
proprie intuizioni. In un momento dove il sindacato perde consensi perché mostra
il peggio di se stesso, in cui parla un linguaggio vecchio.
Il SUSO diventa coinvolgente, dinamico.
Parla al cuore dei professionisti. Ma quel che più affascina, si rinnova partendo
dal basso con e per i giovani, con esigenze e modalità di comunicazione che
preferiscono. Rinnovare vuol dire sapersi mettere da parte, indicando però la strada
giusta per affermare idee. Vuol dire non parlare da presidente ai soci, ma scegliere
insieme ed ascoltare cosa i giovani chiedono, intercettando dall’interno i loro bisogni.
Questa è la ricetta SUSO: 40 anni ma non li dimostra al servizio dell'Ortodonzia italiana.
Con la più alta percentuale di ricambio del proprio organico, segno di mancanza di interessi personali
ma solo di categoria. Concludo con due frasi magiche che ci hanno guidato in questi anni.
La prima “Rilancio in SUSO” e l’altra “Cambio passo in Ortodonzia” che da sole credo commentino
il significato di quel che stiamo facendo e del perché del successo.
Pietro di Michele
Presidente Nazionale SUSO
Gianvito Chiarello,
Segretario Nazionale.
“Quella sindacale non è certo
un'attività che si sceglie per
vocazione.
A me è accaduto di iniziare ad
occuparmi di sindacato per caso ed
ho avuto la sensazione che un giorno
fossi capitato nel luogo e nel momento
adatto per candidarmi a una carica di
revisore provinciale. Tutti gli incarichi che ho ricoperto sono sempre
stati a carattere gratuito.
Anzi, spesso ci si rimette di tasca propria.
Ma ne vale sempre la pena. Se lo faccio è perché sono consapevole
che lo faccio “anche” per la mia attività professionale.
Oggi mi stanno particolarmente a cuore la tutela e la dignità
della professione contro la mercificazione della sanità: puro istinto di
sopravvivenza.
Il SUSO presenta il doppio vantaggio
di essere conosciuto e riconosciuto ovunque, ma di poter anche
prestare grande attenzione al singolo.
In epoca in cui è possibile sapere tutto con un click, poter contare su
una squadra di colleghi preparati nonché di consulenti qualificati in
grado di rispondere a specifiche domande vale dieci volte il prezzo
dell’iscrizione annuale.
Claudia Tosi,
Consigliere Nazionale.
Ero iscritta al SUSO da quando
ero ancora studente ed essendo
allieva del Prof. Bracco, seppur
privatamente, ho sempre respirato
con lui aria sindacale.
Ma dopo un’esperienza nell’AISO,
anche in veste di Presidente, per varie
ragioni non mi iscrissi più a nessun sindacato
e per parecchio tempo.
Decisi di stare ad osservare dietro le quinte, lasciandomi in seguito
pian piano ricoinvolgere.
Al passaggio della presidenza da Picchioni a di Michele, ricevetti una
lettera con l’annuncio della transizione e una telefonata del
neo Presidente che mi invitava a far parte del nuovo gruppo.
Accettai perché nel SUSO oggi ci rivedo nuovamente la voglia
di affermare la propria identità che prima era dell’odontoiatra nei
confronti del medico e adesso è dell’ortodontista nei confronti
dell’odontoiatra generico e di chi esercita l’ortodonzia da
abusivo (assistenti alla poltrona, igienisti, odontotecnici, ecc…),
affermazione della nostra identità e capacità.
Oggi mi sento parte di una squadra e ci credo. Per me il fattore
umano gioca molto.
Anche gli studenti si potrebbero coinvolgere alla ricerca di punti
comuni e valori da difendere.
William Manuzzi,
Tesoriere Nazionale .
Vista la mia permanenza nel
sindacato da 36 anni, il mio
ruolo di Tesoriere Nazionale da
26, oltre al ruolo di Presidente
Provinciale da 6 anni, penso proprio
di aver dimostrato la mia profonda
convinzione nella militanza in questo
sindacato. Il segreto della mia scelta di fondo
sta anche nelle persone che ho incontrato, Ferrini, Bracco, Picchioni,
Longhin su tutti, che sono riusciti a trasmettermi motivazioni,
entusiasmo e amicizia.
Per l'ultima, nella scelta coinvolgerei la scarsissima coscienza
sindacal-politica della categoria, impegnata a tutelare la propria
sempre più misera fettina di "salame". Convinti così di essere più
furbi degli altri senza rendersi conto che non solo ci stanno portando
via il salame ma anche il "maiale".
In ortodonzia, poi, i giovani hanno praticamente perso l'idea
di aprirsi uno studio proprio e concentrano la professione sulle
collaborazioni liberandosi di tutta una serie di responsabilità.
Questo allontana, erroneamente, il loro impegno sindacale, salvo
a ricordarsene quando cadono in qualche trappola.
Maria Leonardi,
Consigliere Nazionale.
Nello Spring meeting del 2013,
organizzato da Felice Festa al
Marriot di Milano si avvicinarono a
me durante un break Alberto Laino,
Pietro di Michele e Rosi Leonardi, per
due chiacchiere.
Mi proposero di unirmi al gruppo
per rinnovare la vecchia guardia e portare
avanti con dignità il discorso della nostra professione nel contesto
generale della sanità e dei colleghi che esercitano l’odontoiatria
generale. Da quell’incontro trassi la convinzione che non dovevo
tirarmi indietro. Ho conosciuto infatti un gruppo stimolante, ho
trovato amiche ed amici, un Presidente dinamico, uno che cento
ne fa e mille ne pensa. Il fatto che ci sia una presenza territoriale
diffusa consente anche di avere un po’ la misura di quello che è
l’andamento della professione.
Da ultimo metterei anche il fatto che la sede del SUSO è a Torino
e come juventina amo l’idea di trascorrere del tempo in quella
sede. Mi spiace solo che al pubblico giovane il sindacato sembra
non interessare. Loro non sono ortodontisti della occlusione, della
funzione, dell’ATM ma del social six., sembra che gli manchi
l’entusiasmo della professione. Io però non solo non ho perso
mordente ma mi sento rinvigorita.
Penso che alcune criticità nell’associazionismo della
ortodonzia italiana vadano riviste e che si debba giungere ad un
ricongiungimento di idee diverse, perché è bene che ci sia una
univocità di voci quando ci si confronta in ambito internazionale.
09
NORME E PRASSI
Nuovo rapporto di lavoro: una rivoluzione
Seconda puntata.
Il contratto di lavoro a tempo determinato sembra essere tra quelli più rivisitati…..
In effetti, la recente riforma del lavoro ha preso le mosse proprio dalle modifiche apportate al contratto
di lavoro a termine la cui disciplina è stata ancora oggetto di modifiche. Nella nuova formulazione,
è entrato in vigore dal 21 marzo 2014, di carattere subordinato e di durata predeterminata, la sua
automatica cessazione viene fissata con una data.
Tra le novità non c’è obbligo di indicare una causale per l’utilizzo di questo contratto, con estensione
anche a quelli di oltre 12 mesi (precedente limite temporale) purché entro il limite di 36. Entro tale
limite sarà possibile prorogarlo per max 5 volte (prima la riforma prevedeva addirittura 8 possibilità).
Dopo la scadenza il lavoro può proseguire di fatto per 30 giorni (se il contratto dura meno di 6 mesi)
o per 50 (se oltre 6), durante i quali il datore è tenuto a corrispondere al lavoratore una maggiorazione
retributiva per ogni giorno di continuazione del rapporto (pari al 20% fino a 10 gg successivi ed
al 40% per ciascun giorno ulteriore). Se, invece, il rapporto di lavoro oltrepassa questo periodo
“cuscinetto” di 30 o 50 giorni, il contratto si considera trasformato in tempo indeterminato a far data
dallo sconfinamento. Il datore non può instaurare un numero di contratti a termine oltre il 20% di
quelli a tempo indeterminato (da calcolare sul numero dei contratti in forza al 1° gennaio dell’anno
di assunzione). Se a quella data aveva 30 dipendenti a tempo indeterminato, potrà stipulare max.
6 contratti a termine nell’anno, ma se ne avesse già 2 assunti a termine, nell’anno non potrebbe
assumerne più di 4.
Per le violazioni, è stabilita una sanzione amministrativa - e non la trasformazione del rapporto di lavoro
a tempo indeterminato - pari al 20% della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore
a 15 giorni di durata del rapporto, se la violazione si riferisce ad un lavoratore assunto in eccedenza;
al 50% della retribuzione, qualora si riferisca a 2 o più lavoratori assunti in più.
Tra le misure atte a creare occupazione, può essere annoverato il lavoro accessorio?
Per lavoro accessorio si intende una attività di natura occasionale resa nella generalità dei settori
produttivi da tutti i soggetti, anche se già occupati in altra attività subordinata o autonoma (compresi
studenti, pensionati e percettori di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito), purché
entro i compensi stabiliti dalla legge: non può comportare infatti compensi complessivi annui oltre
€7.000,00 netti pari ad €9.333,00 lordi (e non più 5.000,00 come era stabilito prima dell’ attuale
riforma), con riferimento alla totalità dei committenti, ovvero €2.020 netti (pari ad €2.693,00 lordi), con
riferimento a ciascun committente imprenditore o professionista.
Quali gli obblighi del lavoro accessorio a carico del datore di lavoro?
Prima dell’inizio dell’attività lavorativa, deve comunicare all’INPS in via telematica, i dati propri e
del prestatore di lavoro, nonché le date presunte di inizio e fine della prestazione, i giorni/periodi di
effettiva prestazione e la tipologia di attività da svolgere. Ove non vi si provvedesse si sarebbe esposti
all’applicazione della maxi-sanzione per lavoro nero. Con medesima tempistica e modalità, inoltre,
imprenditori e professionisti committenti sono tenuti a comunicare i dati anagrafici e il codice fiscale del
lavoratore, il luogo della prestazione con riferimento a un arco temporale non superiore ai trenta giorni.
Come viene remunerato il lavoro accessorio?
Solo attraverso buoni lavoro (c.d. voucher), numerati e datati, dal valore nominale fissato in euro 10,00
lordi per un’ora di prestazione lavorativa. Possono essere acquistati da professionisti ed imprenditori
tramite modalità telematica e le tabaccherie autorizzate. Nell’utilizzo dell’emissione telematica dei
buoni virtuali, committente e prestatore di lavoro si devono accreditare presso l’INPS. Oppure possono
connettersi al relativo sito internet www.inps.it, avendo l’accortezza di dotarsi del necessario codice
p.i.n. dell’INPS. Dopo aver assolto all’onere di accreditamento e prima che la prestazione abbia inizio,
il datore dovrà versare il valore complessivo dei buoni virtuali utilizzati. Resta possibile effettuare il
pagamento con versamento su c/c postale.
Ogni operazione consente di acquistare un carnet di 25 voucher e la commissione di ciascuna
operazione è di euro 2,50 + IVA.
Il lavoro accessorio assicura anche la copertura delle prestazioni previdenziali ed assistenziali?
Sono garantite la copertura previdenziale presso l'INPS e quella assicurativa presso l'INAIL ma lo
svolgimento di prestazioni di lavoro accessorio non dà diritto alle prestazioni a sostegno del reddito
dell'INPS (disoccupazione, maternità, malattia, assegni familiari ecc.) sebbene venga riconosciuto
per la pensione. Per infortunio sul lavoro l’indennità di inabilità temporanea è determinata dall’Istituto
sull’imponibile giornaliero ed il datore non ha obbligo di anticipare l’indennità per l’inabilità temporanea
ma di inviare la denuncia di infortunio.
Altre novità utili?
L’orario elastico per la gestione di picchi di lavoro. Il contratto collettivo fissa la durata normale in 40
ore settimanali e prevede flessibilità per gestire le variazioni di attività. Consente di calcolare l’orario
normale settimanale di lavoro utilizzando la media delle prestazioni in 6 mesi. Secondo la definizione del
CCNL, al superamento dell’orario normale si maturano permessi oltre ai riposi compensativi pari alle
ore di lavoro prestate oltre le 40 settimanali.
Verranno incrementati secondo una progressione - in caso di superamento dell’orario di lavoro fino
a 44 ore settimanali, si realizza un “bonus” pari a 30 minuti per ciascuna settimana di sforamento;
se, invece, l’orario eccede il tetto delle 44 ore settimanali (nel limite massimo di 48) il monte ore di
permessi retribuiti è aumentato di un’ora per ciascuna settimana.
Fermo restando che il calcolo della media dell’orario settimanale può prendere a base un periodo
massimo di 6 mesi, la flessibilità può essere successivamente rinnovata. In caso di adozione di un
regime orario plurisettimanale, il lavoro straordinario scatterà sin dalla prima ora successiva a quello
stabilito per il regime di flessibilità, per ciascuna settimana.
La nuova normativa ha modificato assetti da tempo consolidati nell’ambito dei rapporti di lavoro,
amplificando potenziali forme di “stabilità flessibile” che interessano tutti i settori, inclusi quelli
professionali.
Marco Lama
Avvocato giuslavorista
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UOMINI E TEMPI
Fondamentale il controllo sulla conoscenza
La storia di Nikola Tesla, genio incompreso
Presumo che pochi conoscano il nome di Nikola Tesla. E meno ancora la
sua incredibile vita, da genio incompreso e dimenticato. Di nazionalità
serba nacque esattamente allo scoccare della mezzanotte tra il 9
e il 10 luglio del 1856 a Smiljan, cittadina croata allora appartenente
dell'Impero austro-ungarico. A 28 anni, nel 1884, sbarcò in America,
a New York ove sarebbe morto nel 1943 ad 87 anni.
Tesla possedeva una memoria prodigiosa ed una intelligenza eccezionale.
Nella creazione dei suoi innumerevoli progetti ed invenzioni non aveva bisogno di
realizzare modelli, disegni o esperimenti; la sua mente era in grado di elaborare una
loro immagine perfettamente identica a quella reale. Riusciva persino, sempre mentalmente, a
“sperimentare” virtualmente i suoi modelli apportando accorgimenti o modifiche così da renderli
perfettamente funzionanti una volta realizzati materialmente.
Mario Turani
Di fatto era uno scienziato autodidatta. Fra le infinite invenzioni di Tesla possiamo principalmente
elencare lo sviluppo della corrente alternata, i motori a campo magnetico, il tachimetro, la candela
dei motori a scoppio, la lampada a fluorescenza, l’orologio elettronico, la prima centrale idroelettrica
(Cascate del Niagara), la trasmissione di energia senza fili (witricity).
E non molto, moltissimo altro ancora.
Al suo arrivo in America vi fu grande amicizia
e collaborazione con Edison che però si
tramutò ben presto in una guerra senza
esclusione di colpi. Edison era inventore e
promotore della corrente continua, Tesla,
viceversa, della corrente alternata.
Per screditare lui e la sua corrente, Edison
pensò bene di inventare la sedia elettrica,
che vide i natali nell’agosto del 1890 quale
regalo allo Stato di New York, a scapito di un
certo Kemmler.
Interessante, per noi del settore odontoiatrico
sapere che l’idea di tale strumento era
venuta qualche anno prima ad un dentista americano di Buffalo, tale Alfred Southwick. Come anche
l’invenzione dell’anestetico ad opera del Dott. Wells, anch’egli dentista (erroneamente attribuita al
dentista Morton). Non possiamo quindi non sottolineare
la fervida creatività della nostra categoria nel corso della
storia!
Possiamo altresì prendere atto di quanto Nikola Tesla non
fosse certamente una mente allineata all’establishment
scientifico di allora. Le sue scoperte, in particolar modo
quella della corrente alternata, lo posero in violenta
antitesi con i poteri dominanti del suo tempo (le banche
Morgan finanziavano le industrie Edison che possedevano
il monopolio dell’energia elettrica). Tesla fu quindi un
genio incompreso e volutamente emarginato dalla scienza
ufficiale.
Basti pensare che nel 1896 scoprì i raggi X, per i quali poi
nel 1901 il tedesco Roentgen vinse il Nobel per la fisica.
Sempre nel 1896 annunciò la scoperta dei raggi cosmici,
Nikola Tesla
la cui paternità venne poi attribuita al tedesco Hess cui
venne attribuito il Nobel nel 1936. Nel 1897 registrò il primo brevetto per la costruzione della radio ma
anche in questo caso il Nobel venne attribuito ad altri (Marconi, 1909). Nel 1912 venne finalmente
candidato al Nobel per la Fìsica, ma lo rifiutò per non averlo ricevuto nel 1909 al posto di Marconi.
Come dimostra l'emblematica storia di Nikola Tesla, a volte, le scoperte scientifiche possono mettere in
discussione gli equilibri già consolidati dell'attuale sistema culturale accademico e scientifico.
Nell' ambito della ricerca ufficiale spesso vengono applicati criteri di selezione imposti dall'alto nel
decidere cosa è "vera" da cosa è "falsa" scienza. Di fatto una scoperta diviene realmente tale solo se
autorizzata dal Gotha dirigenziale della struttura piramidale accademica che stabilisce quali debbano
essere i relativi standard accademici e le conseguenti valutazioni riguardo al suo futuro.
Questo processo di selezione dei “più meritevoli", nel corso della storia scientifica, si è spesso posto
in contrasto con il buon senso e l’evidenza dei fatti. Non è un caso quindi, se da più di un secolo, tanto
per citare un esempio, si è intrappolati nei dogmi della relatività e della incomprensibile schiavitù
tecnologica del petrolio. L’importanza del controllo sulla conoscenza risulta a questo punto strategica,
vitale.
Mario Turani
Specialista in Ortognatodonzia, posturologo
In ricordo di Carlo Fossati, amante di auto storiche
“Desideriamo ricordare
ad un anno di distanza
il nostro Presidente
Carlo Fossati”.
La Fondazione ISI
(Istituto Stomatologico
Italiano) per onorarne
la dedizione
all’istituzione, unita alla
passione per le gare
di auto storiche, ha organizzato per il 12 marzo 2016
una passeggiata con auto d’epoca (e non) dal titolo
“ Trofeo di Primavera Ricordando Carlo” in partenza
dalla sede di via Pace 21 a Milano e arrivo “in volata”
all’Antica Osteria Lungoladda di Corte Palasio (Lodi).
Per i più sportivi era prevista una prova cronometrata,
12
per tutti gli altri una marcia di avvicinamento con
orari di partenza ed arrivo imposti. L’evento, oltre
che ai soci era aperto ai colleghi ed amici di Carlo,
partecipanti nel solco di quell’entusiasmo contagioso
che ha sempre contraddistinto la sua umanità.
Prezioso per la realizzazione dell'evento il ruolo della
Scuderia Milano Autostoriche, che ha partecipato
con il suo Presidente Antonio di Martino ed alcuni
equipaggi in gara.
La regia della passeggiata e del finale cronometrato,
con meticolosa preparazione del road book e
l'assegnazione dei numeri di partenza delle vetture,
è stata di Arnaldo Bernacchini. Il pluriiridato pilota
e navigatore, che con Carlo Fossati aveva condiviso
molte avventure nel mondo del rally, ha aperto
il Trofeo a bordo della Lancia Fulvia (equipaggio
Bernacchini Arnaldo-Fossati Barbara).
Con un giro d'onore, il percorso, si è snodato per una
cinquantina di chilometri, sino ad Abbadia Cerreto.
La figura dell'amico Carlo Fossati è stata
affettuosamente ricordata al momento delle
premiazioni anche da Franco Santoro.
Secondo tradizione, la manifestazione si è conclusa
con il taglio di una torta e le foto di tutti gli equipaggi,
riuniti intorno alla Lancia Fulvia, simbolo dell'evento.
Oltre alla famiglia Fossati, con tutti i componenti
rigorosamente in gara e ai colleghi della Fondazione,
al Trofeo hanno partecipato anche moltissimi amici,
in un ‘atmosfera di grande entusiasmo.
Fondazione ISI
TESI IERI, OGGI, DOMANI
Per Diana Cassi "stimolante migliorare l’estetica del volto creando
bei sorrisi ma molto di più affrontare deformità dento-facciali"
Presidente Sezione Provinciale SUSO di Parma, Diana Cassi si è laureata
in quella Università il 18 aprile del 2005 e malgrado siano passati
oltre 10 anni ricorda bene il tema e il titolo, forse perché
la tesi di laurea è un po’ come il primo amore: non si scorda mai.
Quali furono quindi tema e titolo?
Il mio “primo amore” è stato la medicina orale e ho discusso una tesi
sperimentale dal titolo “Associazione tra lichen planus orale e infezione
da HCV in 281 pazienti”.
E quindi che cosa la spinse a “convertirsi” all’Ortognatodonzia?
Subito dopo la laurea iniziai a frequentare il reparto di Ortodonzia, Unità
di Odontostomatologia dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma.
I miei Maestri, Mauro Gandolfini e Alberto Di Blasio, non solo mi hanno
introdotto alla pratica clinica, ma soprattutto hanno saputo guidarmi nel
percorso di apprendimento trasmettendomi l’interesse e la passione
per questa splendida disciplina. Inoltre, avendo avuto la possibilità di
lavorare in un contesto ospedaliero-universitario, ho potuto approfondire
Diana Cassi il giorno della laurea
la gestione ortodontica di soggetti cosiddetti “special needs”, vale a dire
pazienti affetti da sindromi e/o malformazioni congenite che coinvolgono il distretto cranio-facciale.
Penso che la nostra professione, solitamente deputata a “creare bei sorrisi” per migliorare anche
l’estetica del volto, diventi ancora più stimolante quando inserita in percorsi terapeutici multidisciplinari,
in cui l’ortodontista svolge un ruolo importante nel management delle patologie responsabili di
deformità dento-facciali.
Dove si è specializzata?
Ho frequentato la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia presso l’Università di Cagliari, diretta da
Vincenzo Piras.
Quale l’argomento della sua tesi?
Il 19 novembre 2008, sotto la guida di Franco Bruno, mio tutor , ho discusso la tesi sperimentale
“Valutazione clinica dell’efficacia dell’arco di utilità in avanzamento nel camouflage delle III classi”.
Bioprogressiva, Bidimensionale e Straightwire. Le
“diatribe” non si esaurivano all’interno dei confini
accademici o in occasione dei “Journal clubs”
(incontri settimanali dedicati all’approfondimento
della letteratura scientifica più recente), ma il più
delle volte si protraevano anche in momenti di svago
in riva al mare, sulla mitica spiaggia del Poetto
o durante le cene sui bastioni del centro storico.
La Scuola di Cagliari rappresentava un ambiente
molto gratificante da un punto di vista didattico
e professionale; e poi, inutile negarlo, anche il
fattore climatico giocava la sua parte, soprattutto
per chi come me, si lasciava alle spalle le nebbie
padane per godere dello splendido paesaggio della
Sardegna.
Quali sono state le sue scelte professionali
da Specialista in Ortodonzia?
Pur dedicandomi in modo esclusivo all’Ortodonzia
Diana Cassi con
nella pratica clinica, non ho mai smesso di
Mauro Gandolfini
coltivare il forte interesse per lo studio e per la ricerca. Infatti,
dopo aver ottenuto un assegno di ricerca dal titolo “La riabilitazione orale nei pazienti affetti da
agenesie” presso l’Università di Parma, ho preso parte, in qualità di Professore a contratto di Ortodonzia,
all’attività didattica nel corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, nel corso di perfezionamento
e nel Master di II livello in Ortodonzia Intercettiva, coordinati da Mauro Gandolfini. La collaborazione con
l’ambiente accademico mi ha permesso di contribuire a diverse pubblicazioni, tra cui il Quaderno N°35
della Collana di Ortodonzia diretta da Alberto e Damaso Caprioglio, dal titolo
“L’allineamento del settore posteriore dell’arcata. Meccaniche a bassa frizione
alternative all’uso di miniviti.”, pubblicato nel 2014 da Edizioni Martina.
Come ricorda il periodo di formazione specialistica?
Del periodo cagliaritano conservo un ricordo bellissimo: i colleghi, provenienti da tutta Italia e spesso
con formazioni molto diverse, convergevano nella Scuola portando ognuno il proprio contributo per
la crescita culturale di tutti noi. Ricordo le accese discussioni tra i sostenitori delle diverse tecniche:
Diana Cassi oggi
saDK.Jsdvkjbnsdv vnvngv.zdbnòdlfbnzòdlfbknmdòlfkbmnzvlbm
Qual è oggi l’argomento che la cattura maggiormente?
In questo periodo sto svolgendo il Dottorato di Ricerca in Medicina e Terapia
Sperimentale presso l’Università di Torino. La funzionalità masticatoria dei
pazienti affetti da labio-palato-schisi è l’argomento della tesi di dottorato, alla
quale sto lavorando sotto la guida di Maria Grazia Piancino il mio Tutor.
Da circa un anno ho anche un incarico per l’insegnamento di Ortodonzia nel
corso di laurea magistrale in Odontoiatria, coordinato da Ugo Consolo, presso
l’Università di Modena e Reggio Emilia.
Progetti per il futuro?
Attualmente lavoro come Specialista ambulatoriale di Ortodonzia presso l’AUSL di Piacenza, ma nel mio
futuro ci sono le attività che mi appassionano: ossia la pratica clinica, la didattica e la ricerca.
A cura di
Patrizia Biancucci
Ortodonzia linguale, tecnica complessa
Dr. Romano, Lei fa e insegna ortodonzia linguale ormai da 24 anni,
ma cosa l'ha portato a questa scelta?
L'ortodonzia linguale per me non ha rappresentato solo il modo per trattare
il paziente con un dispositivo invisibile, ma mi ha aperto una porta per
accedere ad un settore con cui pochi hanno familiarità e per emergere
e affermarmi come specialista sul paziente adulto e oggi conosciuto in
Israele e in tutto il mondo. E' opinione diffusa che questa tecnica sia troppo
complessa e molti ortodontisti non si ritengono sufficientemente preparati
per studiarla ed applicarla, rinunciando alla possibilità di distinguersi nel
proprio paese. Per questo motivo ho deciso di dedicare il 30% del mio tempo
Rafi Romano
all'insegnamento, sperando di portare molti colleghi ad adottare questa modalità
di trattamento.
Ma la tecnica linguale è davvero così complessa o è solo un luogo comune?
- Beh, diciamo che lo era, ma ora non più! In passato non c'era esperienza clinica specifica e non
esisteva una bibliografia di riferimento, mentre oggi si possono trovare fonti, quali articoli e testi (ho il
privilegio di potermi attribuire 2 dei testi più importanti di ortodonzia linguale) e corsi teorico/pratici in
tutto il mondo. Molte aziende producono ormai i propri sistemi linguali e sono in grado di offrire ai clienti
più soluzioni per ogni caso clinico. La tecnica Cad-Cam consente di risparmiare tempo e garantisce
precisione e il numero crescente di pazienti che si sottopongono ad un trattamento di ortodonzia
linguale è sicuramente un elemento convincente per portare nuovi pazienti a preferire questa tecnica.
Qual è la chiave del successo dell’ortodonzia linguale?
Penso sia essenziale che i colleghi capiscano che il linguale, nonostante non si differenzi dagli altri
dispositivi in quanto a biologia e piano di trattamento, è una tecnica completamente nuova con una
biomeccanica diversa e che richiede nuove competenze che vanno apprese ed adottate nel tempo.
Non si arriverà al successo se ci si limiterà a questo corso come unica esperienza fine a se stessa;
bisogna continuare a studiare, acquisire maggior familiarità e pratica con la tecnica, come d’altra parte
è necessario fare quando ci si avvicina professionalmente a qualsiasi novità, che deve rappresentare
uno stimolo all’aggiornamento e al miglioramento per acquisire sempre maggior credibilità da parte
di pazienti e colleghi.
13
V
VARIE
L’architetto: “Continuità dei rivestimenti
Il dentista nell’epopea del western
vantaggiosa, specie in ambienti medicali" I vari volti di un mestiere non rispettato
I rivestimenti hanno sempre avuto molta importanza nell’estetica ed igiene degli edifici non solo perché
su di essi si concentra l’aspetto funzionale e prestazionale ma anche perché determinano la variabilità
dei costi. Un altro elemento chiave nella loro scelta, specie per ambienti medicali, è la loro continuità
prestazionale sulle superfici. Molto
spesso il limite di performance dei
rivestimenti è la loro dimensionalità:
da un lato non permette di coprire
qualsiasi tipo di superfice (come
forma, come materiale) e dall’altro
per rivestirle, i rivestimenti devono
essere uniti (linee di fuga, giunti…)
e questi punti posso fare decadere
le prestazioni o far nascere problemi
(posa non corretta, disomogeneità
materica, di igiene…).
Per questi ed altri motivi (tecnici) il
mercato ha sviluppato, dagli anni 50 in poi, materiali che permettono di realizzare superfici di continuità
(copertura di tutta l’area senza unioni e discontinuità). Quelle che si trovano maggiormente sul mercato
vengono comunemente chiamate resine, ma in effetti sono un sistema di composti premiscelati ( pronti
all’uso o di fattura artigianale), formati da materiale indurente (una resina) e da elementi d’addizione
(pigmenti, minerali, cementi, terre o altro per la personalizzazione del risultato).
Il loro vantaggio primario è l’estrema duttilità: possono essere
applicate su qualsiasi superficie (verticale, orizzontale, inclinata, curva,
parete, pavimenti…) o ambiente (bagno, cucina, uffici, magazzini…)
o materiale (cemento, metallo, pietra, legno, murature, piastrelle,
massetti in sabbia/cemento, calcestruzzo, ceramica, rasature civili…)
e anche su mobili e complemento d’arredo realizzando superfici e
ambienti uniformi, omogenei, senza fughe né giunture.
Duttilità non solo estetica ma funzionale.
Il loro minimo spessore (1-3-5mm) permette l’applicazione su
superfici esistenti anche risanando le eventuali sconnessioni o crepe
presenti, il che le rende un’ottima scelta nel caso di ristrutturazioni
perché evita demolizioni mentre i tempi brevi di asciugatura (da una
notte a 7 giorni) rendono fruibile la superficie a breve termine. Inoltre,
grazie alla sua natura e tecnica di posa, permette di non traslocare
pesanti mobili o macchinari.
Attraverso il sapiente uso degli elementi di addizione, le resine
possono avere caratteristiche, anche igienico sanitarie, specifiche con
ampia possibilità di utilizzi.
Il ricorso a progettisti o artigiani qualificati permette anche una progettazione mirata tale da ottenere
una superficie in resina resistente alle aggressioni chimiche, antistatica e conduttiva.
In generale le superfici di continuità in “resina” sono atossiche, inodore e una volta catalizzate ed
indurite sono un sistema inerte e non tossico, idrorepellente ed impermeabile.
Grazie all’abbinata tra indurenti e additivi si ottengono specifiche tecniche diversificate; come superfici
caratterizzate da un'alta resistenza agli agenti chimici, ai sali, agli oli ed un'alta resistenza meccanica e
al calpestio nonchè utilizzabile anche per alimenti.
La capacità termica permette di abbinarle all’impianto di
riscaldamento radiante e la superficie liscia e uniforme è di
facile manutenzione e di pulizia (acqua tiepida o detergente
neutro). In più l'assenza di fughe e giunti evita che la sporcizia si accumuli nelle cavità. Le resine sono
di per sé resistenti all’abrasione e alle azioni meccaniche ma esistono cicli di posa precisi impiegati
allorchè si richieda una superiore resistività della superficie
(industria, laboratori, ospedali…).
Una superficie in resina è eterna, dato che il polimero
resinoso resta inalterato nel tempo. Le azioni esterne (agenti
inquinanti, graffi, sostanze specifiche,…) ed un uso intensivo
e prolungato (oltre i 10 anni) determinano il deterioramento
(soprattutto le pavimentazioni), ma non è un problema perché
rigenerare la superficie è semplice, veloce e poco oneroso,
essendo sufficiente stendere un nuovo strato protettivo ed
essa riacquista nuova vita.
Massimo Tiberio
Architetto
14
Nell’immaginario di intere generazioni
il “Far West” è stato un simbolo di
avventura: luogo selvaggio, infestato
da banditi e feroci indiani, civilizzato da
coraggiosi pionieri. L’epopea del cinema
western, seppur ridimensionata dal
riconoscimento della realtà storica che
ha visto il massacro di intere popolazioni,
ha conservato il suo fascino fino ai
giorni nostri. E in questa epopea c’è
posto anche per i dentisti, a loro volta
avventurieri dal fascino un po’ eroico, un
po’ romantico.
Ne “il cavallo d’acciaio” (1924), che
ha sullo sfondo la costruzione della
ferrovia transcontinentale, uno dei personaggi si reca dal dentista per curare un mal di denti: una
breve scena dal sapore comico che intende spezzare la tensione della storia, anche utilizzando una
ripresa quasi “teatrale” che ricorda i vaudevilles di inizio secolo. “La belva umana” (1940) vede tra
i personaggi il socio di un cavadenti (interpretato dall’indimenticabile John Wayne) che si guadagna
da vivere provocando risse per futili motivi e spaccando denti a suon di cazzotti.
Le sue malcapitate vittime delle risse finiscono, manco a dirlo,
nella bottega del dentista complice. Sullo sfondo drammatico
della Guerra di Secessione, la vicenda ha un lieto fine, e
mostra sia il ravvedimento morale del socio del dentista, che
l’abilità di quest’ultimo come chirurgo, decisiva nel salvare la
vita al fratello della protagonista.
Nella commedia “viso pallido” (1948) il protagonista Bob
Hope interpreta la parte di Peter Potter, detto “Painless”
(indolore), un dentista codardo e non particolarmente abile nel
suo lavoro. L’eroina Calamity Jane, che indaga su una vendita
illegale di armi agli indiani, ha bisogno di una copertura
e diventa la moglie del dentista. Le situazioni divertenti
raggiungono il culmine in una rapina che Calamity Jane
sventa lasciando il merito al “marito”, che così diventa senza
volerlo l’eroe del paese.
La breve passeggiata tra i dentisti del vecchio West non può
non fare cenno al più celebre di loro. John Henry Holliday,
detto “Doc”, è stato infatti un pistolero, un giocatore d’azzardo
le cui gesta hanno ispirato libri e film: la sua amicizia con lo sceriffo Wyatt Earp e la famosa “sfida
all’OK Corrall” sono state raccontate in otto pellicole tra il 1946 e il 2012.
Il soprannome “Doc” deriva dal fatto che John Holliday era effettivamente un dentista, anche se
a giudicare dalle fonti storiche esercitò la sua professione molto saltuariamente. Doc Holliday ha
ispirato Quentin Tarantino nel suo “Django Unchained” (2012): il dottor Schultz, magistralmente
interpretato da Cristopher Waltz, afferma infatti di avere praticato il mestiere di dentista prima di
diventare un cacciatore di taglie.
Evidentemente a quei tempi la sicurezza di un lavoro rispettato e prezioso per la comunità non
aveva lo stesso fascino di una mano di carte a poker o di una sparatoria sotto il sole di mezzogiorno.
Luca Buggio
NON SOLO ORTODONZIA
Per Roberto Deli, non solo Ortodonzia ma musica, scienze, cucina ed…etica
Roberto Deli
Premesso che l'Ortodonzia è solo parte del suo
interesse, “uno strumento - dice - che mi dà la
possibilità di esprimere in maniera quasi completa
le pulsioni che mi hanno guidato nella vita”,
Roberto Deli in realtà si definisce meglio come
un “voyeur dell'umanità”. E’ una innata curiosità
infatti a spingerlo verso la musica classica, pop
e postmoderna. Ma a sollecitarla viene anche il
cd. “richiamo della natura”. Perché imbattutosi
in una ammonite a 8 anni, ne trarrà spunto per
una ricerca (e ritrovamento) nel tempo, di siti
paleontologici in varie parti d'Italia: insieme ad
Umberto Boni, botanico di vaglia, scopre persino
un “philloceratide”, simulacro naturale di
Roberto Deli alla scrivania
conchiglia a forma di foglia e ne divulga
il ritrovamento.
Tra i suoi interessi c’è anche la politica, da cui a
vent’anni si sente attratto, salvo ad abbandonarla
subito sul nascere per via delle modalità
attraverso le quali avrebbe dovuto accedere a
quella strada. Umbro di origine, si attiva con un
gruppo di amici per fondare la Pro Natura Terni,
organizzando mostre, dibattiti, azioni politiche
in difesa del territorio e per cercar di creare una
coscienza contro l'inquinamento nell’ambito di
quello che potrebbe essere il motto della sua vita
“L’arma principale di lotta dev’essere la cultura”
richiamandosi all’altro, celebre, di Eugenio
Scalfari: “Solo la cultura ci potrà salvare”.
Articoli, ricerche, corsi di scienze naturali, il suo
interesse in quest’ambito si spinge talmente
oltre che il Provveditorato agli Studi di Terni
gli affida l’incarico di un corso di scienze ai
docenti di Scuola Media. Usa la sua esperienza
di entomologo per un lavoro sui coleotteri idrofili
presenti in alcuni corsi d'acqua umbri e mentre
prosegue gli studi di Medicina, presta la sua
attività come dissettore per il Museo del suo
Liceo e in seguito di quello di Zoologia a Roma.
“Finchè – dice – non mi imbattei nell'essere
umano”, per il quale, durante un proficuo
internato in Chirurgia oncologica, comincia a
nutrire un aperto "senso di empatia" che se da
un lato si esprime nella creazione di un gruppo di
assistenza ai malati terminali dall’altro lo spinge
verso la carriera della ricerca.
In virtù di un inestinguibile desiderio di
conoscenza percorre le orme del grande Antonio
Baratieri e di Carlo Miani, approfondendo le sue
nozioni sulla polpa dentaria e relativa biologia:
dalla polpa all'osso, dall’osso all’Ortodonzia,
il passo è relativamente breve, anche se
“dall’attività clinica – dice – gli verranno più dubbi
che certezze”. Accompagnato dall’amicizia e
dagli insegnamenti di Petrovic si diverte a giocare
con la filosofia, la medicina e l'informatica,
ponendo la diagnosi clinica come il principale
esempio di metodo algoritmico - euristico.
Nel suo eclettismo culturale, Deli annovera
fondamentalmente anche la scrittura. Speculando
sulle possibilità del pensiero critico scrive un
volume dal titolo" La gestione delle informazioni
in odontoiatria e ortodonzia”, ma dà un contributo
scritto all'altra sua altra grande passione, la
botanica, componendo, una “Guida al verde
della passeggiata” un volume dedicato alla
identificazione e descrizione delle piante del Verde
Pubblico.
Scrivere e raccontare metafore della vita è stata la
sua passione quindi dopo questo testo, scrive su
temi tecnici premettendo che descriveva solo uno
specchio delle dinamiche di vita.
Come è arrivato a scrivere un libro
“il diamante donna” su un argomento
completamente diverso dal passato ?
Passo dopo passo oggi sto guardando l'uomo o la
donna per posizionarli meglio nello spettro delle
attività vitali. Studiare i comportamenti, vederne
le fattezze col 3D ascoltare le parole o osservarne
i gesti per soccorrere ognuno dalle proprie
paure. Dagli insetti ai comportamenti umani con
Levy-Strauss o alla psicologia o all'ascolto diretto
delle persone mi continuo a perdere in un mondo
fantasioso e fantastico di dinamiche universali.
In questo momento della vita a partire dal
volume “Il diamante donna” cominciai a mettere
in luce pensieri che avevo elaborato nel corso
degli anni ma tenevo in cantina. Come all'epoca
che raccoglievo fossili o coleotteri lasciavo che
riposassero nelle bacheche
per poi andare un giorno
all'improvviso a osservarne il
significato all’interno del cosmo.
La mia passione per la musica
molto antica mi insegnò che ci
vuole orecchio, ma anche naso
e occhio clinico: tutto nasce
dalla conoscenza approfondita,
dalla passione, dall’empatia; in
una parola dalla serendipità che
unica dinamica complessa del
pensiero ci rende ragione del
mondo.
Flash sulla carriera
Laureato in Medicina all’Università Cattolica di Roma nel 1973 e specializzato in Odontostomatologia
alla Sapienza nel 1975, dal 2002 è Ordinario di Ortodonzia, Gnatologia e Funzione masticatoria alla
Cattolica. Direttore della UOC in Odontoiatria Riabilitativa ed Estetica al Policlinico Gemelli.
Divenuto Presidente SOCI e SPQR (Società per le Prove di Qualità nella Ricerca in Ortognatodonzia)
assume l’incarico di Direttore dei Master di II livello in “Comprehensive Orthodontics Therapy”,
“Fisiologia e Patologia dell’Atm”, e “Ortognatodonzia Clinica” alla Cattolica. Dal 2009 al 2013
è anche Direttore del Dipartimento per l’Assistenza Sanitaria in Odontostomatologia al Gemelli
e dal 2001 ad oggi Professore Ordinario di Malattie Odontostomatologiche per il CLOPD.
Già Direttore dal 1993 al 2013 della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia della Cattolica e
dal 1992 al ‘95 della Scuola Diretta a Fini speciali per Igienisti Dentali, è Visiting Professor nel 1992,
all’Università di Nimega (Olanda) e dal 1978 al 1979, Visiting Assistant Professor in Continuing
Education all’Università Illinois di Chicago (Usa).
Dicono che La diverte cucinare oltre che
scrivere. E’ così?
Anche la cucina, eseguita con metodo soddisfa
la mente e lo spirito come una buona musica.
Poichè mi piace mangiar bene, mi pongo alcune
domande sulle modalità di cottura o su come
vengono trattati alcuni ingredienti.
Cosa cambia cucinando a fuoco lento o vivace?
Tutte le paste sono forse uguali? Cosa aggiunge
il percolato di alici ad un buon arrosto? Carne,
pesce, pasta migliorano forse se condite con un
pizzico di estragone o di curcuma? Ed ancora:
come rispettare l'equilibrio acido - base negli
alimenti? Si può fare un buon piatto spendendo
solo tre euro?
Amore per le donne e la cucina: cosa c’è in
comune fra queste due passioni?
Credo che il Padreterno quando fece l'uomo, si
limitò a cuocere del riso, aggiunse un po' di olio
ed una spruzzata di limone. Quando fece la donna
fu attratto dai profumi, dalle consistenze delle
cose e cuocendo a fuoco lento realizzò piatti di
vario sapore, digeribilità e forma, un po’ come
faccio io, modestia a parte, nell'inventarmi una
ricetta. Se il piatto non lo fai con amore non verrà
bene, e, le donne sono state create con e per
l'amore. Ciò non toglie che qualche volta ti prende
la mano e metti troppo "amaro".
Nel suo libro parla di bellezza e benessere: è
forse questo che accomuna donne e cucina?
Un piatto è buono quando solletica tutti i sensi: io
assaggio un piatto solo alla fine. Tatto (mestolo),
olfatto, vista ed infine assaggio (o mordo).
“Mangiare è un’arte e forse più un fatto
di intelligenza”: pensa che cucinare unisca
uno e l’altro?
L'emotività stimola ogni azione, la razionalità,
la cultura e l'intelligenza guidano a costruirla.
L'amore ti spinge ma l'intelligenza ti apre la mente
a capire, cambiare, sopportare se serve.
Roberto Deli e Pietro di Michele in veste di cuochi
Tornando all’Ortodonzia, di cui ha la cattedra
all’Università Cattolica di Roma, nei suoi prossimi
programmi Deli annuncia l’arrivo di una piccola
collana divulgativa per giovani dentisti e/o
per i pazienti (“perché se non uniformiamo i
linguaggi, come potremmo parlare di contratti
condivisi”?). E si propone come portavoce di una
"nuova Ortodonzia" che vede la persona ed il suo
benessere al centro.
Non più il molare come traguardo degli sforzi,
ma la serenità sostenibile del paziente.
Quindi una figura di un “dental coach” inserita in
un percorso diagnostico e terapeutico chiamato
est-etica e benessere.
Al centro, la comprensione della gente e delle
sue necessità attraverso l'antropologia, ossia
psicologia e bellezza in senso lato.
E porta l’esempio: “Se vediamo il collo del
paziente un po’ edematoso pensiamo che
potrebbe avere un problema tiroideo. Operiamo
quindi da medici - dice - facendo diagnosi anche
a costo di non fare terapia.
L'etica deve guidarci ogni giorno per far star bene
i pazienti e noi stessi”.
Chi è Deli oggi ?
Sempre lo stesso curioso che vuole
mettere la sua cultura al servizio del
progresso.
Riscopriamo le nostre tradizioni
culturali, culinarie, artistiche; tanto la
cosiddetta "sistematica ortodontica"
non può funzionare.
Siamo ognuno diverso dall'altro nella
struttura e nella emotività.
Il bene non passa attraverso un filo.
Pagina a cura di
Claudia Tosi
Consigliere Nazionale SUSO
Da sinistra in alto: Adolfo Ferro, Peppe Fiorentino, Roberto Deli,
Raoul D'Alessio, sotto: Roberto Martina, Alberto Laino, Carmela Savastano
15
LA FINESTRA SUL LABORATORIO
La figura del Tecnico di posturometria nel laboratorio ortodontico
Tecnici
Ortodontisti
Italiani
La figura del TdP NASCE NEL 2002
come corso universitario triennale
presso l’Università di SIENA
grazie all’iniziativa
di alcuni professionisti:
Sergio Zanfrini
Prof. Luciano Fonzi
Cosa fa il TdP ?
Il TDP durante il corso triennale viene istruito
all’utilizzazione delle apparecchiature
per la misurazione e alla conoscenza
delle infinite variabili che possono alterare
la postura di un individuo;
grazie all'utilizzo di particolari
strumenti elettronici e manuali,
misura le varie proporzioni del paziente
raccogliendo dati importanti,
che saranno poi utilizzati
per la valutazione generale del caso
Il TdP
NON FA DIAGNOSI
Il TdP REFERTA
GLI ESAMI CHE ESEGUE
Dott. Giovanni Rocchi
COLLABORAZIONI
POSTUROMETRIA
STRUMENTI
MECCANICI
STRUMENTI
ELETTRONICI
PODOSCOPIO
ESEMPI DI
STRUMENTI ELETTRONICI
KINESIOGRAFO
ELETTROMIOGRAFO
T – SCAN
SPINAL MOUSE
PEDANA POSTURO-STABILOMETRICA
Pedana Posturo
Stabilometrica “LIZARD”
Peso =
Kg 3,750
Lunghezza =
cm 53
Larghezza =
cm 50 (25 x 2)
Altezza =
cm 3,5
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IMPORTANTE
ESEMPI DI
STRUMENTI MECCANICI
SCOLIOSOMETRO
(analizzatore posturale)
PODOSCOPIO
SISTEMA MCS
PROTRATTORE DI ROOT
LIVELLA ILIACA
INCLINOMETRO D’OSUALDO
DELTA LEG
KRM etc…
L’analisi del movimento
e la comparazione di più movimenti,
la valutazione dell’attività
mio-elettrica e posturo-stabilometrica
non possono però essere apprezzate
con strumenti meccanici,
ecco perché strumenti elettronici
in grado di oggettivarle e quantificarle
diventano un supporto quasi
indispensabile.
I motivi per cui nel 2010 decisi di intraprendere il percorso
di formazione triennale di Tecnico di Posturometria
presso l'Università di Medicina e Chirurgia di Siena furono
fondamentalmente due: comprendere pienamente le prescrizioni
mediche sempre più contenenti riferimenti ad errati assetti
posturali dei pazienti ai quali avrei dovuto confezionare il manufatto
e, soprattutto offrire ai clinici con i quali collaboro la maggiore
competenza professionale possibile. La partecipazione al corso di
TDP mi ha permesso infatti di acquisire un linguaggio idoneo alla
comprensione dei medici committenti e di potermi così confrontare
con le diverse figure che si occupano di postura.
In qualità di Tecnico di Posturometria non faccio diagnosi ma mi
occupo delle misure necessarie a tal fine, avvalendomi dell' ausilio
di una strumentazione specifica. In sintesi: la stima e la valutazione
delle variabili che influenzano l'assetto posturale,e soprattutto la
conoscenza delle interazioni tra esso e l'apparato stomatognatico
fanno sì che dal nostro laboratorio escano manufatti che tengano
conto della salute psico-fisica del paziente nella sua interezza e che
arrechino quindi “ il minimo disturbo posturale” possibile.
Ringrazio l'amico e socio ORTEC Enzo Bartolucci per le immagini
degli strumenti presenti in questo articolo.
Enzo Ciocci
Titolare del Lab. Ortodontotecnico di Enzo Ciocci