NEWS N.2 2016 Sindacato SUSO news N.2 2016 PDF
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ANNO XIV n. 2 Aprile 2016 L A V O C E D E L L’ O R T O D O N Z I A I T A L I A N A La storia dell’Ortodonzia Italiana a Modena LA LINGUA BATTE... Specialista? Una razza in estinzione… Sembra che in Italia si siano perse le Scuole di Specialità e quindi, anche lo specialista in Ortodonzia. Tra noi “più adulti” siamo ormai convinti che una figura come la nostra, di laureato in medicina e chirurgia, specialista in Ortodonzia sia fisiologicamente in estinzione, visto che dal 1980 è in funzione il corso di laurea in Odontoiatria e quindi un medico che si laurea oggi non può più esercitarla. Bastava già questo per darci nostalgia del buon tempo antico, ma ora ci si mette anche la possibile perdita dell’ Odontoiatra specialista. La nostra Ortodonzia di fatto è un’eccellenza nel mondo scientifico cosa riconosciuta ogni volta che un italiano sia relatore ad un Congresso internazionale, dove vengono apprezzati il talento e una formazione presso Scuole di specialità che non hanno nulla da temere nel confronto con le straniere. Per una serie di motivi, tutto questo invece rischia di perdersi dietro a leggi, normative, compensi, divisione di pensiero politico, mancanza di visione universitaria ed altro. Intanto i giovani che si laureano in Odontoiatria non possono acquisire una specializzazione perché da due anni le Scuole restano chiuse. Devono optare per corsi di perfezionamento o Master che comunque non valgono un titolo di specialista. Penso agli amici più o meno giovani, che hanno preso la specialità come me, ai sacrifici che si sono dovuti sottoporre per raggiungere questo traguardo. Quelli che non ci sono riusciti, animati da sana invidia verso lo specialista ritenendolo in una posizione professionale diversa, han dovuto accontentarsi di percorsi più articolati, con visioni formative parziali e a comparti. Credo che la comunità scientifica, insieme alle Associazioni sindacali e professionali e col SUSO, disposto a fare la sua parte, debbano attivarsi per la riattivazione delle Scuole. Le sedi universitarie devono essere messe in condizioni di avere un'offerta formativa completa. Occorre un approfondimento politico e professionale di indirizzo in uno Stato che non ha ancora deciso se vuole un’Odontoiatria e Ortodonzia pubblica di qualità, se non si vuole che lo Specialista in Ortodonzia diventi una razza in estinzione. Pietro di Michele Presidente Nazionale SUSO Ricco attualmente di un migliaio di iscritti, il SUSO (Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia) fondato a Roma nel 1976, celebra il sabato mattina del 9 aprile il suo quarantennale all’Una Hotel di Modena, con la presentazione di un libro di cui sono Autori Damaso Caprioglio e Pietro di Michele. Padre nobile dell’Odontoiatria italiana, il primo non ha bisogno di presentazioni, essendo non solo storico dell’Ortodonzia, bensì lui stesso “Storia dell’Ortodonzia” (nonché di Medicina). Pietro di Michele, attuale Presidente del SUSO, promotore del volume, edito da Martina di Bologna, è anche il Presidente della Società Italiana di Odontoiatria Forense (SIOF). Intervistati dai moderatori Massimo Boccaletti e Raoul D’Alessio, i due Autori ripercorrono attraverso una quarantina di capitoli e decine di foto anche d’epoca, i personaggi e gli eventi che costellano la storia dell’Ortognatodonzia italiana, trascorrendo, con abbondanza di particolari e immagini, da un passato fine ‘800, quando la disciplina era ancora “ortopedia facciale”, ai tempi più recenti. Teste qualificato del “come eravamo ortodontico”, Caprioglio non mancherà tuttavia di sottolineare l’imprescindibile legame della disciplina con i Maestri del Rinascimento, che studiando già allora l’estetica e la crescita cranio-facciale, aprirono la strada all’odierna ricerca. segue a pag. 2 Ex specializzandi ed aspiranti tali . La storia infinita quando finirà? 50 Crediti ECM in modalità FAD se ti associ o rinnovi l'iscrizione al SUSO Corso FAD: La Responsabilità Odontoiatrica e i rapporti di attività professionale in Ortodonzia. 1) La responsabilità professionale civile in Odontoiatria. 2) La responsabilità Penale in Odontoiatria La partecipazione al corso prevede lo studio dei 12 argomenti inseriti nel corso FAD e l’invio delle griglie di risposta alla piattaforma. Occorre rispondere correttamente, a 25 domande con 4 risposte multiple di cui 1 esatta per uscita. L’accesso al corso è consentito solo esclusivamente ai soci in regola con la quota associativa 2016. Al sito della piattaforma formativa SUSO www.suso.it, si accede con password personalizzata in area riservata solo ai soci SUSO in regola. Info Segreteria SUSO - Sig.ra Angela Rosso tel. 011.502.820 Torino - e-mail: [email protected] 14 PAG. PAG. 3 4 8 12 Ritorna la Giornata mondiale del sonno PAG. NOVITÀ 2016 . PAG. segue a pag. 2 IN QUESTO NUMERO Istituita nel 2008 su iniziativa della WorldAssociation of Sleep Medicine (WASM) la Giornata Mondiale del Sonno ha come mission una maggior consapevolezza e dell’importanza del sonno (e quindi, a contrariis, dei disturbi collegati alla sua carenza o cattiva qualità). Quest’anno è caduta venerdì 18 marzo Vis a vis tra ortodontisti e tecnici di ortodonzia Continua il confronto tra gli ortodontisti e le categorie più vicine alla specialità. Questa è la volta del rapporto, non sempre facile, tra Ortodontista e Tecnico di Ortodonzia, prendendo lo spunto da un confronto che si terrà a Modena tra Marino Musilli e Massimo Cicatiello I 40 anni spesi bene del Sindacato Ortodontisti Nel 1976, primo giugno a Roma nasceva il Sindacato Unitario Specialisti in Ortognatodonzia (SUSO) con l’intento di potenziare e diffondere l’Ortodonzia, tutelare gli interessi degli specialisti, curare i rapporti con analoghi organismi. Paolo Picchioni rievoca i momenti salienti dei 40 anni. Nikola Tesla, genio incompreso e dimenticato Mario Turani, Specialista in Ortognatodonzia, rievoca le sfortunate vicende di Nikola Tesla, un grande della scienza, incompreso e dimenticato dalla storia, cui va il merito di fondamentali invenzioni, compresa quella della radio. Candidato al Nobel della Fisica, lo rifiutò Analisi dei rivestimenti negli edifici PAG. Siamo all’epilogo: Il Governo Italiano si appresta a far l’ennesima brutta figura, capace di nascondere la testa come gli struzzi invece di affrontare la realtà. Ad oggi l’annoso problema della retribuzione degli specializzandi, sia quelli del ventennio passato, costellata da estenuanti e costosi ricorsi, sia quelli che aspirano a conseguire il titolo, è ancora in attesa di proposte serie. Nel frattempo, lo ricordo solo per pochi, il MIUR ha ben pensato di bloccare tutte le scuole di specialità non mediche perché prive di fondi. Il risultato di tale improvvida decisione è stato di gettare i nostri giovani laureati in Odontoiatria (quindi “non medici”), in un marasma totale, alla ricerca di una qualifica professionale post laurea che davvero in pochi credono che si possa imbastire con un corso di perfezionamento o un master universitario. I rivestimenti sono importanti nell’estetica e nell’igiene degli edifici. Esercitando una continuità di prestazioni sulle superfici, sono ritenuti particolarmente adatti agli ambienti medicali. Parola dell’architetto Massimo Tiberio. ...DALLA PRIMA Ex specializzandi ed aspiranti... segue da pag.1 Oggi, per merito di una raffica di ricorsi, tutti si affannano a riconoscere l’errore e a promettere fondi alle specialità dei poveri “non medici”. Fa fede il testo dell’art. 8. della legge n. 401/2000, che prevede: "Il numero di laureati appartenenti alle categorie dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi iscrivibili alle Scuole di Specializzazione postlaurea è determinato ogni tre anni secondo le medesime modalità previste per i medici dall’articolo 35 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, ferma restando la rilevazione annuale del fabbisogno anche ai fini della ripartizione annuale delle borse di studio nell’ambito delle risorse già previste". Nonostante il Decreto sul riordino delle Scuole di Specializzazione di area sanitaria e dei bandi di accesso alle scuole, nonostante il recente accordo Stato-Regioni per la determinazione del fabbisogno di specialisti, nonostante il MEF si sia espresso a favore dell'utilizzo delle risorse per i medici per finanziare i contratti di formazione per i laureati appartenenti alle categorie dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi, nonostante tutto ciò, abbiamo continuato ad assistere a ignobili spettacoli di alcune rappresentanze ministeriali. La vergognosa proposta dello scorso 12 maggio 2015 di istituire delle borse di studio del valore di 100 euro annui ha avuto solo l'obiettivo di declassare e denigrare il lavoro di migliaia di professionisti: un insulto alla Costituzione e un oltraggio nei confronti dei giovani colleghi, del loro lavoro e dei tanti sacrifici fatti. Il SUSO ha solidarizzato con il Tavolo di Lavoro e Confronto tra rappresentanze “non mediche” di area sanitaria che ha avviato una serie di iniziative volte ad evidenziare agli organi istituzionali le tante contraddizioni legislative che caratterizzano questa vicenda e la necessità di porre urgente rimedio. Attendiamo quindi il decreto del MIUR che ponga finalmente fine ad un vero e proprio attentato al diritto allo studio e alla realizzazione professionale. Ma valeva la pena di perdere e far perdere tanto tempo? Nei prossimi concorsi si riverserà il triplo degli aspiranti specialisti, che dovranno fare i conti con lo stesso numero di posti annuale. Pochissime poltrone per troppi colleghi: chi ripagherà loro il tempo perduto e le dimezzate chance di farcela ad entrare in specializzazione? Riguardo poi agli ex specializzandi non retribuiti si calcola che gli aventi diritto al risarcimento sarebbero180 mila. Costerebbero oltre 7 miliardi allo Stato che, se fino ad ora ha continuato ad opporsi nelle aule dei tribunali, di recente ha avviato una proposta transattiva attualmente al vaglio del Senato. Un fiume di denaro pubblico di cui però neanche un euro dovrebbe entrare nelle tasche dei nostri specialisti in Ortodonzia, non a normativa comunitaria. A questo punto un noto regista italiano avrebbe detto: “Continuiamo così, facciamoci del male….” Gianvito Chiarello Segretario Nazionale SUSO segue da pag.1 A Modena la Storia dell'Ortodonzia... Quasi un romanzo, la “Cittadella (nome simbolico) Storia dell’Ortodonzia Italiana)”! riproporrà quindi per la prima volta, le passioni, i sacrifici, le perigliose traversate oltreoceano di professionisti di alto profilo alla conquista di una cultura ortodontica allora carente nel nostro Paese. Quegli stessi che una volta tornati in Italia, seppero trasmettere, attraverso le loro Scuole, le conoscenze acquisite, in ossequio alla raccomandazione del grande Edward Angle “Pass it over” ossia “Tramandate quanto avete appreso ”. La “Storia” di Caprioglio e di Michele tuttavia non è solamente lo specchio del “come eravamo”, ma espressione del preciso dovere di ricordare. “Perché non si costruisce un futuro senza coscienza della propria storia collettiva – ricorda Caprioglio - Il passato è un evento dalla collocazione precisa, una realtà ancor presente con una sua efficacia, uno stimolo al sapere per affacciarsi nel futuro “. Anche perché “la società che dimentica le sue radici - ammonisce perde il suo volto e non alimenta il cuore col ricordo” Ortodontista superstar negli USA in cima alle professioni più pagate La Rivista internazionale Dental Tribune Edizione Italiana ha pubblicato il 21 marzo on line la notizia riguardante il trattamento economico degli ortodontisti statunitensi grazie al quale la categoria sarebbe tra i primi nella lista dei professionisti più pagati. L’US News & World Report ha infatti reso nota la lista annuale dei migliori posti di lavoro degli USA. Dominano la lista dei 100 top i professionisti del settore sanitario con l’ortodontista per la prima volta al vertice, seguito in seconda posizione dal dentista generico. Gli impieghi in ambito sanitario sono collocati al vertice per salari più alti, più bassi tassi di disoccupazione e un miglior equilibrio tra lavoro e vita rispetto ad altre professioni. Le classifiche sono scelte in 12 settori. Sulla base dei dati del Bureau of Labor Statistics (BLS), la professione odontoiatrica è destinata a crescere del 18 per cento da 8.200 del 2014 a 9.700 nel 2024, molto più velocemente rispetto alla media con una previsione di 1.500 nuovi posti di lavoro. La domanda di servizi odontoiatrici è destinata ad aumentare a causa dei cambiamenti demografici e dell'nvecchiamento della popolazione, dell’accresciuta diffusione dei servizi di estetica dentale e del più ampio accesso alle assicurazioni. L'agenzia presuppone inoltre che i dentisti assumeranno più igienisti dentali e assistenti per gestire i servizi di routine. Le nuove tecnologie, come l'odontoiatria digitale e la radiografia, permetteranno inoltre ai professionisti del settore di espandere le loro pratiche e trattare più pazienti. Nel 2016 gli impieghi nel settore sanitario sono anche risultati i meglio retribuiti sempre secondo l’U.S. News & World Report. Con uno stipendio medio di 246.320 dollari, l’anestesista rivendica il primato, seguito dal chirurgo orale e maxillo-facciale. L’ortodontista è stato classificato anche tra i posti di lavoro più remunerativi. Secondo la lista, è il quinto miglior lavoro pagato negli Stati Uniti, con uno stipendio medio annuo di 187.199 dollari. La BLS Occupational Outlook Handbook, edizione 2016-17, è accessibile sul sito www.bls.gov. Iscrizioni SUSO 2016 SUSO (Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, 1976) Siamo l’unico puro Sindacato di categoria. Uniamo TUTTI gli Ortodontisti (specialisti, esclusivisti, prevalentisti) d’Italia. Siamo in crescita perchè riconosciuti, presenti ed attivi a livello intersindacale, Ordinistico e politico (locale e nazionale). Offriamo una serie di servizi fondamentali per la gestione quotidiana della professione: consulenza legale e fiscale, formule assicurative personalizzate [professionali RC, TFR, Investo nell’ORTO) e personali], analisi ed informazioni su tutte le varie normative (vecchie e nuove) che regolano la nostra professione, incontri regionali-provinciali-nazionali su tematiche di particolare interesse sindacale, consigli etici-gestionali-comportamentali, SUSO News, la nostra rivista che, nella nuova versione, è a cadenza ANNO XIV N. 2 - 2016 SUSO news Notiziario d’informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia SUSO Largo Re Umberto, 104 10128 Torino Tel. 011.50 28 20 Fax 011.50 3153 [email protected] www.suso.it ORARI SEGRETERIA lunedì e giovedì 14:30 - 18:30 martedì e venerdì 09:00 - 13:00 mercoledì 9:30 - 13:00 / 13:30 - 18:00 COORDINAMENTO REDAZIONALE Patrizia Biancucci 02 bimestrale e raccoglie tutto il meglio delle notizie, serie e non solo, dell’Ortodonzia Italiana ed Internazionale. (per approfondimenti, vedi sito www.suso.it) Neolaureati e Specializzandi € 20 neolaureati (nei 3 anni dalla laurea) € 20 specializzandi 1° anno di Specialità € 50 specializzandi 2°, 3° anno di Specialità o masterizzandi E tutto questo a sole € 130 annuali che diventano € 50 se sei specializzando al 2° o 3° anno o masterizzando e € 20 se sei specializzando al 1° anno o neolaureato. Soci Ordinari € 130.00 per rinnovo entro il 28 Febbraio Se lo ritieni necessario e utile, saremo felici di poterti accompagnare ed aiutare nell’affrontare le difficoltà Modalità di pagamento sempre crescenti della nostra professione. LA DOMANDA DI ISCRIZIONE È SCARICABILE DA WWW.SUSO.IT COMITATO DI REDAZIONE HANNO COLLABORATO Direttore Responsabile Pietro di Michele Vicepresidente S.U.S.O. Umberto Garagiola Segretario S.U.S.O. Gianvito Chiarello Tesoriere S.U.S.O. William Manuzzi Elena Bortolazzo, Luca Buggio, Antonio Cesta, Massimo Cicatiello, Lorenzo Cigni, Ernesto Comitale, Roberto Deli, Marco Lama, Alberto Laino, Tommaso Leoci, Maria Leonardi, Annalisa Lorenzi, Marino Musilli, Stefano Negrini, Paolo Picchioni, Massimo Tiberio, Luca Toninato, Mario Turani IN REDAZIONE Chiuso il giornale al 30/03/2016 Finito di stampare nel mese di Aprile 2016 presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore spa Via A. Gherardesca • 56121 Ospedaletto • Pisa Telefono 050 313011 • Telefax 050 3130300 www.pacinimedicina.it Pietro Bracco, Damaso Caprioglio, Gabriella Ceretti, Alessandra Leone, Roberto Longhin, Gianna Maria Nardi, Alberto Pezzini, Federico Picchioni, Maurizio Tonini, Claudia Tosi, Pasquale Venneri SEGRETERIA DI REDAZIONE Angela Rosso dell’anno in corso o prima iscrizione € 150.00 per rinnovo oltre il 28 Febbraio Bonifico bancario: IBAN: IT 71 E 03359 01600 100000116255 Banca Prossima – Intesa Sanpaolo Assegno bancario Barrato “non trasferibile” intestato SUSO Rid - addebito automatico SEPA (richiedere modulo in segreteria) Contanti Pagamento on line tramite circuito PayPal o carta di credito NORME REDAZIONALI La Redazione si riserva la facoltà di apportare modifiche, se necessario. In mancanza di dichiarazione contraria, qualunque articolo sottoposto all’approvazione della Redazione presuppone la tacita conferma alla pubblicazione totale o parziale. 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Istituita nel 2008 su iniziativa della World Association of Sleep Medicine (WASM) la Giornata Mondiale del Sonno che ha come mission una maggior consapevolezza e dell’importanza del sonno (e quindi, a contrariis, dei disturbi collegati alla sua carenza o cattiva qualità) quest’anno è caduta il venerdì 18 marzo. Lo slogan variabile ogni anno, che ha ispirato la Giornata celebrata nel 2015 in 75 Paesi è stato “Un buon sonno è possibile”. Constatazione rassicurante visto che i disturbi legati al dormire “cattivo o insufficiente” colpiscono circa il 45% della popolazione mondiale (bambini, adulti, uomini e donne) e che vi sono, in caso di deficit, 7 probabilità in più di essere coinvolti in incidenti mortali. Questo almeno dicono le statistiche. Uno dei disturbi più gravi del sonno (l’Osas, ossia Obstructive Sleep Apnea Sindrome) è competenza dell’odontoiatra. Una semplice domanda quale "Soffre di sonnolenza diurna?" può rappresentare il primo passo di diagnosi utile per iniziare il percorso diagnostico e terapeutico del caso. “Responsabilità e formazione, questi – secondo Luca Levrini, Presidente del corso di laurea in Igiene Dentale dell’Università Insubria - i due principi che devono guidare l'odontoiatra nella cura del paziente affetto da OSAS, sia adulto sia bambino. La consapevolezza che il trattamento di questa patologia ovvia a gravi eventi sistemici, anche letali, è basilare nell'approccio clinico; in tale consapevolezza deve maturare una precisa ed approfondita formazione per la conoscenza di tutti gli aspetti clinici. Rendersi disponibili per la cura – dice Levrini significa essere consapevole che una errata terapia può portare il paziente ad un grave incidente stradale, oppure a non ottenere il rilascio della patente. Per questo motivo è necessaria una rigorosa preparazione clinica in ambito odontoiatrico e della medicina del sonno. L’odontoiatra potrebbe, inoltre, avere un ruolo di consulente nei necessari processi di formazione del medico monocratico nella individuazione dei soggetti con micro retrognazia. “Quest'anno protagonista è l'odontoiatra – dice Marzia Segù, Presidente della SIMSO (Società Italiana Medicina del Sonno in Odontoiatria) , nel suo ruolo di screening dei disordini respiratori nel sonno, di individuazione dei fattori anatomici predisponenti, mandibola piccola e retrusa e palato stretto e terapia intraorali con gli apparecchi di avanzamento mandibolare - dice Marzia Segù) . Il crescente interesse del mondo odontoiatrico per queste patologie è dimostrato dal "tutto esaurito" del corso tenuto al recente Midwinter di Chicago. La SIMSO ha istituito un percorso formativo per gli odontoiatri ed è in prima linea nell'opera di sensibilizzazione della popolazione per i rischi dell'apnea ostruttiva Luca Levrini del sonno non trattata. Oltre ai rischi cardiovascolari, la sonnolenza diurna, responsabile del colpo di sonno alla guida, i pazienti affetti da OSAS da quest'anno faranno un percorso particolare all'atto del rilascio/rinnovo della patente. Stefano Mirenghi, Vice Presidente ANDI e studioso del problema fornisce, al proposito alcune cifre: “Sono più di 4 milioni e 400mila i soggetti che soffrono di OSAS, dei quali oltre 2 milioni riscontrano problemi di sonnolenza diurna. Focalizzandosi sui soli incidenti stradali causati da tale patologia, si calcola – dice Mirenghi – che la sonnolenza diurna di cui soffrono i pazienti affetti da OSAS è Marzia Segù responsabile di un aumentato rischio di incidenti domestici, sul lavoro e alla guida di veicoli. Sulla strada almeno 17mila ogni anno in Italia, con oltre 250 morti, 12 mila feriti e danni per 1,5 miliardi di euro. Recentemente anche i Ministeri della Salute e dei Trasporti hanno riconosciuto l’importanza di questa patologia e il rischio sociale che può comportare se non adeguatamente intercettata e trattata”. Nel gennaio 2016 – riferisce Mirenghi - si sono conclusi i lavori di stesura delle Linee guida nazionali per la prevenzione ed il trattamento odontoiatrico del russamento e della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno in età evolutiva, ora al vaglio del CSS prima della definitiva pubblicazione. Da parte sua il Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti ha recepito con il Decreto Ministeriale del 22 dicembre 2015 la Direttiva 2014/85/UE che obbliga a prendere provvedimenti per coloro che soffrono di OSAS rendendo obbligatori interventi diagnostici e terapeutici per il conseguimento e il rinnovo della patente di guida. Vedendo il testo opera di Maria Grazia Piancino, immaginiamo quanto si sia sentita onorata di aver ricevuto l’invito a scrivere il libro intitolato “Understanding Masticatory Function in Unilateral Crossbites (Comprendere la Funzione Masticatoria nei Morsi Incrociati Monolaterali)” dall’editor John Wiley (Stati Uniti) e come sia stata subito assalita dal pensiero della fatica che avrebbe dovuto affrontare per realizzarlo, abituati come siamo ad ideare e concretizzare iniziative anche in campo editoriale. L’Editor ha la nostra gratitudine per aver creato le condizioni affinchè Maria Grazia realizzasse un’opera nella quale ha potuto descrivere i risultati della ricerca e l’esperienza clinico-professionale secondo le regole della didattica universitaria Maria Grazia Piancino e post-universitaria. Nel libro, appare chiaro come la passione per la ricerca sia sostenuta dalla curiosità costante di capire l’etiopatogenesi delle malocclusioni, la complessità della crescita cranica e gli effetti della terapia sulla funzione, sempre dimostrando con rigore scientifico le ipotesi e le intuizioni cliniche. Per questo il ringraziamento va al maestro Arthur Lewin, senza gli insegnamenti del quale questo libro non avrebbe potuto essere realizzato. Tuttavia, la ricerca senza l’esperienza e la competenza clinico-professionale sarebbe sterile, fine a se stessa e di nessuna utilità per il miglioramento clinico. Al proposito, il ringraziamento va al nostro maestro Pietro Bracco, al quale dobbiamo l’impostazione gnatologica sia della ricerca che della professione; infatti, questo libro nasce dalla Scuola di ORTO-GNATO-DONZIA dell’Università di Torino da lui diretta per molti anni. L’impostazione delle lezioni universitarie che stimolano anzi, obbligano, ad organizzare e concatenare in una sequenza logica argomenti complessi, per poterli spiegare in modo coerente ed omogeneo, è di grande utilità per la comprensione del testo e delle immagini. Il libro è indirizzato ai professionisti che lo vogliono leggere e studiare con l’intento di approfondire la fisiologia dell’apparato stomatognatico e capire l’importanza di impostare un piano terapeutico rispettoso della fisiologia e della biologia del sistema. Speriamo che l’opera di Maria Grazia riesca a trasmettere al lettore i concetti fondamentali per la formazione professionale, auspicando che costituisca il punto di partenza e di riferimento per “curare” i piccoli e i grandi pazienti, nel senso medico del termine, e che dia alla professione ortognatodontica la dignità e l’importanza che merita. Un sentito plauso a Maria Grazia. www.wiley.com/go/dentistry Pietro di Michele Presidente Nazionale SUSO Negli squali i denti si rigenerano Ricercatori inglesi studiano il perchè “Se funzionasse anche sull'uomo, non avremmo più necessità di andare dal dentista”. E’ stata pubblicata il 17 febbraio scorso a firma di Andrea Piccoli su Italia Salute la notizia secondo cui un team di ricercatori inglesi sta studiando il meccanismo che regola la rigenerazione dei denti negli squali. Gli scienziati dell'Università di Sheffield hanno infatti analizzato la peculiare caratteristica degli animali, di rimpiazzare i denti persi grazie a un particolare processo rigenerativo pubblicato su Developmental Biology. Lo studio segnala la funzione della lamina dentaria, formata da cellule epiteliali possedute anche dall'uomo, nel quale, però, il meccanismo consente un solo ricambio, quello che determina la sostituzione dei denti da latte con quelli permanenti. Gli squali, che arrivano ad avere contemporaneamente 3mila denti sviluppati su più file, ne perdono addirittura 30mila nel corso della vita. Quando perde un dente, però, lo squalo impiega solo qualche mese a sostituirlo. Guidati da Gareth Fraser, gli scienziati hanno analizzato gli embrioni di una specie di squali definita Gattuccio, individuando il gruppo di geni responsabili del programma di rigenerazione permanente e della formazione della lamina dentaria. «La notizia positiva è che questi stessi geni sono responsabili dello sviluppo di tutti i denti dei vertebrati, compresi gli esseri umani» dice Fraser. Riduzione del tempo di trattamento ortodontico? Con la fotobiomodulazione (PBM) forse si può La rivista internazionale di notizie Dental Tribune International ha pubblicato nella sua versione italiana un articolo nel quale si parla di terapia della luce a basso livello. Partendo dalla constatazione che la durata del trattamento è una delle principali preoccupazioni dei pazienti ortodontici, potendo la terapia richiedere fino a 20-30 mesi, secondo il tipo di malocclusione e del piano di trattamento, una ricerca effettuata in Canada (Vancouver) ha fornito nuove prove in merito alla fotobiomodulazione (PBM), noto anche come “terapia della luce a basso livello” quale modo efficace per ridurre il tempo di trattamento, aumentando la velocità di movimento dei denti. Al fine di valutare la fattibilità e l’impatto della PBM sul tasso di allineamento ortodontico anteriore – dice Dental Tribune - i ricercatori hanno trattato tra il settembre 2011 e il settembre 2013 sei individui di sesso maschile e tredici donne di sesso femminile di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, con malocclusioni di classe I e II. Undici pazienti hanno usato l’OrthoPulse, un dispositivo PBM intra-orale sviluppato da Biolux Research, per una media di 3,8 minuti al giorno, mentre il resto è servito come gruppo di controllo. La compliance dei pazienti trattati con PBM è stata alta, con una media del 93 per cento. I ricercatori - continua l’articolo - hanno scoperto che la PBM intra-orale ha aumentato in modo significativo la frequenza di movimento dei denti durante la fase di allineamento del trattamento ortodontico riducendo quindi il tempo complessivo del trattamento. Nel gruppo PBM, l’allineamento dente anteriore pari alla velocità di 1,27 mm/ settimana è stato ottenuto in media in 48 giorni, rispetto alla media di 0,44 millimetri/settimana ogni 104 giorni del gruppo di controllo. OrthoPulse può essere utilizzato in combinazione con allineatori o brackets e fili. Il dispositivo ha ricevuto l’approvazione della FDA nel mese di luglio 2015, tra gli altri paesi in Canada, Unione Europea, Australia e Nuova Zelanda. Dal 2003, Biolux ha promosso più di 20 studi clinici universitari specifici in vivo e in vitro. La tecnologia è già stata utilizzata per la rigenerazione ossea, l’innesto e le procedure di impianto dentale, e la ricerca clinica ha dimostrato l’accelerata stabilità degli impianti dentali trattati con l’apparecchio Biolux’s OsseoPulse. Intitolato “Intraoral photobiomodulation-induced orthodontic tooth alignment: A preliminary study” lo studio è stato pubblicato online il 13 gennaio sulla rivista BMC Oral Health. 03 SCIENZA E TECNICA Faccia a faccia Ortodontisti e Tecnici di Ortodonzia Una convivenza abbastanza facile, con qualche eccezione Continua il confronto tra gli Ortodontisti e le categorie più vicine alla Specialità. Dopo un faccia a faccia con gli Igienisti nei numeri scorsi, abbiamo posto alcune domande ad hoc a Marino Musilli, Presidente SIBOS ma anche della Sezione SUSO di Napoli e in contemporanea a Stefano Negrini, Presidente Ortec, l’Associazione dei Tecnici di Ortodonzia molto vicina alla categoria e al SUSO. In aggiunta alcune considerazioni di Massimo Cicatiello, impegnato in una tavola rotonda con Marino Musilli a Modena, durante il IX Convegno di Ortodonzia. Marino Musilli Come è o dovrebbe essere il rapporto tra le due categorie? Musilli. Una collaborazione in cui ci dovrebbe essere ampia disponibilità da parte di entrambi a comprendere gli obiettivi comuni: curare al meglio il paziente. Ovviamente ci possono essere variazioni sul tema in base ad aspetti caratteriali dei singoli individui ma, se il clinico ha ben chiara diagnosi, scelta del dispositivo e comunicazione col tecnico, il rapporto sarà semplice. Negrini. E’ un rapporto di fiducia e condivisione degli obiettivi terapeutici che definirei quasi maniacale, se si vogliono raggiungere risultati di eccellenza. Ovviamente entrambi devono dare e ricevere in eguale misura. Un rapporto di fiducia reciproca, solo in questo modo può funzionare. E’ sempre liscio? Musilli. Non sempre. Dipende dal tipo di dispositivo e dall’accuratezza delle procedure di entrambi gli operatori. Circa il dispositivo, tutti quelli in cui è indispensabile avere dei contatti corretti tra le arcate dentarie oppure un fit (adattabilità precisa del dispositivo alla bocca del paziente, intesa come adesione / ritenzione) possono essere causa di maggiore disaccordo. Per questi dispositivi qualsiasi errore nelle procedure del medico oppure del tecnico si trasformano in una imprecisione nel dispositivo che rende non più possibile la consegna al paziente. Negrini. No, ovviamente, come del resto in tutti i rapporti dove la collaborazione è strettissima perché in questo tipo di lavoro dove tutto deve essere considerato nei minimi dettagli. Basta un non nulla perché le cose non vadano come devono. Quasi scontato che capitino problemi, ma credo che si superino mettendo in campo le proprie professionalità. Cosa divide le due categorie? Musilli. La mancanza delle conoscenze per entrambi delle procedure altrui. Solo il medico che conosce bene le procedure del tecnico avrà l’accuratezza adeguata negli step di propria pertinenza, perché farà il tutto in modo adeguato (in alcuni casi riprendendo le impronte) a quelle che sono le necessità del tecnico. Si immedesimerà nelle condizioni in cui si troverà poi il laboratorio e farà di tutto per evitare difficoltà. Allo stesso modo per il tecnico, poiché si trova nella condizione di preparare un manufatto che dovrà essere consegnato dal medico al paziente: solo conoscendo gli step successivi e le difficoltà più ricorrenti potrà prevenirle, evitando discussioni. Stefano Negrini Negrini. La divisione sta nel fatto che il Tecnico Ortodontista non ha un riconoscimento legale e un preciso corso di studi ministeriale ma è di fatto un autodidatta pur avendo un Diploma Odontotecnico. Dal canto suo il clinico spesso fa sentire la sua posizione di “Dottore” come uno scoglio insormontabile. Volutamente non sono sceso sul campo tecnico/clinico dei manufatti perché come ho ribadito in precedenza, per lavorare insieme ci vuole estrema coesione, ovvero condivisione degli obiettivi, il clinico deve sapere cosa fa la sua controparte tecnica e viceversa. Cosa invece le unisce? Musilli. Il desiderio di ottenere piena gratificazione da parte del paziente attraverso feedback positivi su confort ed efficacia e magari anche un riscontro positivo sull’esito dell’intera terapia, a testimonianza di una corretta diagnosi. Negrini. Le unisce l’amore per questo lavoro, la voglia di dare sempre il massimo, di mettersi in discussione e cercare di dare all’utente finale il meglio in termini dispositivi, nuove sistematiche, materiali, e tecnologie all’avanguardia. 04 Una sinergia per l’unico risultato utile, la soddisfazione del paziente Il successo di un trattamento ortodontico è imprescindibile dalla capacità dell’Ortodontista di creare un Team ortodontico dentro il quale ognuno nell’ambito della propria professionalità contribuisce al raggiungimento dell’obbiettivo finale: equilibrio occlusale e risultato estetico per la soddisfazione del paziente. Nel Team un ruolo fondamentale è ricoperto dall’odontotecnico specialista in ortodonzia(SDT) che con adeguata professionalità e il supporto di un laboratorio all’avanguardia contribuisce al percorso ortodontico del paziente. Il Tecnico è chiamato ad interagire con il clinico, le due professionalità tendono spesso ad incrociarsi e confrontarsi; il primo è chiamato ad esaudire le richieste di una prescrizione clinica formulata dall’ortodontista specialista così da fornire al laboratorio il materiale e le informazioni necessarie per eseguire il manufatto a regola d’arte. La verifica della congruità del materiale (impronte o modelli) e delle informazioni ricevute (prescrizione) in riferimento al dispositivo ortodontico da realizzare rientrano nelle competenze e responsabilità del Tecnico che provvederà alla costruzione e certificazione di conformità Massimo Cicatiello dell’apparecchio. E’ evidente che tra le due figure professionali lo scambio di informazione risulta fondamentale, per evitare perdite di tempo con aumenti di costi e insoddisfazione del cliente. Ma per fortuna oggi le nuove frontiere della comunicazione come WhattsApp, Skype ed altro permettono in tempo reale lo scambio di informazioni. La professionalità del Laboratorio passa attraverso la formazione e la conseguente conoscenza delle varie scuole di pensiero ortodontico, unitamente ad una efficiente organizzazione interna in grado di affiancare lo studio odontoiatrico. L’incrocio delle due professionalità va vissuto con una conoscenza reciproca delle competenze e aspettative dell’interlocutore, unito chiaramente al rispetto reciproco. Soltanto questa solida sinergia può produrre l’unico risultato utile, ossia la soddisfazione del paziente. Massimo Cicatiello ODT Spec. Orto. ORTEC INCONTRI E CONGRESSI SUSO Padova: Odontoiatra ed Ortodontista, la collaborazione vincente Sabato 20 febbraio si è svolto a Padova il primo evento sindacale/culturale organizzato dal nuovo Consiglio Direttivo Provinciale SUSO, insediatosi a Luglio 2015. L'incontro, dal titolo “Odontoiatra ed Ortodontista, la collaborazione vincente”, ha voluto essere un punto d'incontro e di confronto intra ed interdisciplinare tra le due figure di primo piano del team ortodontico. L'evento ha riscosso un ottimo successo, con la notevole partecipazione non solo di Ortodontisti, ma anche di Odontoiatri. Decisivo in tal senso è stato il sostegno offerto dal Dott. F. Berto, Presidente CAO dell'Ordine dei Medici e Chirurghi di Padova, dal Prof. E. Stellini, Direttore della Clinica Odontoiatrica e Presidente del CLMOPD, da ANDI Padova e dal COI delle Tre Venezie, che hanno contribuito affinché fosse garantita una cospicua presenza di Odontoiatri, che spesso traggono beneficio dalla consulenza specialistica degli Ortodontisti in regime di consulenza. Dopo i saluti e l'introduzione del Presidente Provinciale Dott. A. Cesta e del Presidente Nazionale Dott. P. di Michele, i relatori si sono susseguiti sul palco ponendo l'accento sull'assoluta necessità di collaborazione e sinergia tra le due figure del team Un momento del congresso ortodontico nella pianificazione dei trattamenti terapeutici e nella gestione dei pazienti, valutandone le implicazioni cliniche, medico-legali, assicurative ed economiche. Il Dott. A. Gracco ha illustrato molto chiaramente la risoluzione di casi ortodontici complessi con approccio interdisciplinare. Il Dott. P. di Michele ha introdotto temi di interesse medico legale che hanno coinvolto in maniera evidente l'interesse della platea. La Dott.ssa G. Ceretti ha affrontato in maniera brillante gli aspetti assicurativi, destando profonda attenzione su tematiche spesso ostiche. L'ultima relazione del Dott. A. Hinterhuber, relativa al pricing, ha rapito l'attenzione dei partecipanti, inchiodati in aula ben oltre l'orario previsto di chiusura dei lavori. I partecipanti hanno dimostrato interesse verso i temi trattati, con un attivo dibattito finale. "Vale sempre la pena di spendere tempo e risorse per ottimizzare tutti gli ambiti d'intervento professionale che hanno a che fare con il rapporto tra colleghi medici e tra questi ed i pazienti" ha puntualizzato il Dott. L. Toninato, Consigliere Provinciale SUSO PD. "Davvero emozionante aver riunito così tanti colleghi per quello che è il primo incontro organizzato dalla Sezione SUSO di Padova! Ci siamo ritrovati con numerosi amici e colleghi degli anni di specializzazione, ancora una volta accomunati dalla voglia di un continuo aggiornamento professionale. La cosa per me più importante è lo spirito che ha accomunato me ed i miei colleghi nella preparazione dell’evento: non abbiamo mai dimenticato che la nostra formazione va di pari passo con il fine ultimo della nostra professione, che è il benessere del paziente. Richiamando il titolo dell'evento, questa è davvero la chiave “vincente”!" ha chiosato la Dott.ssa E. Bortolazzo, Vicepresidente Sezione SUSO Padova. Napoli, SINET "la Terapia Ortodontica protesica e chirurgica" Il congresso della Società Italiana di Terapia Non Estrattiva (SINET) si terrà il 27/28 maggio a Napoli. Come di consueto tratterà un argomento monotematico oggetto di controversie. Se è noto infatti che la terapia occlusale può essere ortodontica, protesica e chirurgica, non è invece dato sapere quale sia il ruolo che ciascuno di queste terapie Adolfo Ferro riveste nelle disfunzioni muscolari ed articolari. Sarebbe auspicabile conoscerlo, anche se esistono diversi fattori etiologici. Mancano in letteratura casistiche terapeutiche che potrebbero contribuire a definire meglio la partecipazione di ciascun trattamento occlusale e/o articolare nella etiologia di questi problemi. Il concorso delle esperienze di più clinici con i propri risultati potrebbe contribuire alla formulazione di una casistica per ciascuna modalità terapeutica. Questo il motivo per cui è stato chiesto ai relatori di portare i loro risultati clinici al termine di ogni trattamento esso protesico, ortodontico o chirurgico per meglio comprendere l’importanza dell’occlusione. Particolare accento verrà posto al concetto di normalità occlusale che si presta a diverse considerazioni spesso contraddittorie ma soprattutto controverse. “L’esperienza dei relatori diventerà una nostra conoscenza” sottolinea Adolfo Ferro Presidente della SINET organizzatrice. L'occasione è stata anche un momento per rafforzare, I Presidenti Pietro di Michele e Anton io Cesta con i Relat anche a livello provinciale, le ori e il Direttivo di Padova sinergie tra il SUSO e le altre Istituzioni che hanno patrocinato l'evento (ANDI, AIO, COI, POIESIS, SIOF). La Sezione Patavina, sulla scorta del successo ottenuto, è già al lavoro per l'organizzazione dei prossimi eventi provinciali, riguardanti la Traumatologia Dentale, nel secondo semestre 2016, e la Comunicazione nel team ortodontico, nel primo semestre 2017. Elena Bortolazzo, Antonio Cesta, Ernesto Comitale, Annalisa Lorenzi, Luca Toninato Sezione SUSO Padova Aestetika srl, sarà sponsor del corso Aestetika srl, distributore esclusivo del marchio ORJ, sarà sponsor del corso: L'Ortodonzia Linguale Invisibile, corso teorico/pratico step by step, che sarà tenuto nella cornice di una location d'eccellenza quale il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Ancona il 13 e 14 maggio dal Dott. Rafi Romano (www.drromano.com), socio attivo dell'Accademia Europea di Odontoiatria Estetica, dell'Associazione Americana di Ortodonzia e della Federazione Mondiale di Ortodonzia. Ha pubblicato 5 libri e tiene corsi e conferenze in tutto il mondo sull'ortodonzia linguale estetica e sul trattamento ortodontico multi disciplinare del paziente adulto. Il successo del trattamento non dipende dal dispositivo o dalla tecnica, bensì dalla conoscenza e dal buon senso, che rappresentano la chiave per la scelta della soluzione ideale, volta a soddisfare le esigenze e le aspettative del paziente. Partendo da questa premessa, Aestetika srl è lieta di presentare l'attacco linguale ORG della ORJ. 05 INCONTRI E CONGRESSI Spring Meeting SIDO di Roma visto da due opinion leader SIBOS Interdisciplinarietà per il suo Programma culturale 2016 In ogni singola disciplina medica, così come in odontoiatria gran parte delle patologie presentano aspetti a confine (border line) con altre discipline. Ne consegue che la terapia ideale prevede una strategia congiunta "ab initio" di più specialisti (approccio interdisciplinare), mentre invece più spesso il paziente si trova ad affrontare da solo ed in momenti diversi, i differenti problemi che caratterizzano la sua patologia. Questo percorso terapeutico non coordinato da un team di operatori, ma deciso e cambiato di volta in volta a seconda delle necessità dai vari specialisti è caratterizzato dall'intervento di più discipline non perfettamente coordinate (approccio multidisciplinare). L’11 e il 12 marzo all’Auditorium di via della Conciliazione a Roma si è svolto all’insegna del “Teamwork for esthetics and patients’ quality of life” lo “Spring International Meeting”, più importante rendez vous annuale della SIDO assieme al Congresso (47° edizione , è in programma a Firenze dal 13 al 15 ottobre). Interdisciplinarietà e multidisciplinarietà sono i due temi su cui si è soffermata l’attenzione dei relatori: una distinzione sempre più immanente nei Congressi, sottolineata dai vari interventi, come ad esempio, dal duo virtuoso Musilli/Vaia, nell’interconnessa relazione svolta al recente Congresso SIO di Pero (Milano). A Roma inter e multidisciplinarietà sono state riproposte richiamando la quotidiana interazione tra le specialità odontoiatriche, chirurgia estetica e maxillofacciale. Perché, come sottolineava il programma dello Spring “la correzione di gravi malocclusioni estetico/funzionali nei bambini ma anche negli adulti, trae spesso beneficio dall’intervento di varie discipline a fianco delle odontoiatriche in un trattamento basato sulla stretta collaborazione ortodontista/chirurgo” . Per non citare che il fine dichiarato del Meeting era proprio di creare un “programma altamente formativo, coeso ed integrato”. Dato che allo Spring Meeting sono intervenuti vari relatori da oltre confine come Henrikson, Thordarson, Bjornsson, Palmer e Will, il confronto tra la Scuola italiana e quelle straniere è stato così giudicato da Alberto Laino, Associato alla Clinica Odontoiatrica della Università Federico II di Napoli: “ Specialmente con l’Europa del Nord – ha detto – la comparazione ha messo in luce, da una parte, una notevole capacità tecnica, dall’altra l’avanzata (da noi) capacità di interrelazione tra ortodontista e chirurgo.” E come Paolo Picchioni esempio Laino richiama l’assai apprezzata relazione di Cocconi /Raffaini sul “Teamwork in surgical plannin”. Per Paolo Picchioni autore di pubblicazioni e relatore dal 1985 ad oggi in numerosi corsi e congressi “il convegno ha evidenziato i passi da gigante che il progresso tecnico scientifico sta compiendo”. Esempio lampante è il 3D, da cui scaturiscono strumenti che mettono in grado di definire al meglio la diagnosi e rendere più efficace la fase terapeutica. Di qui anche una auspicabile maggior attenzione, da parte degli ortodontisti, e non solo quelli, a tali nuovi mezzi messi a disposizione della scienza. Il programma culturale SIBOS (Società Italiana di Biomeccanica ed Ortodonzia Segmentata) del 2016 si sviluppa proprio sulle tematiche dell'Approccio Interdisciplinare, prefiggendosi di offrire ai propri soci un percorso formativo su questo argomento. Oltre ai corsi Base, ci sarà uno Avanzato a Napoli il 30 settembre ed il Congresso Internazionale il 13 Ottobre a Firenze, che costituiscono due momenti importanti in cui l'ortodonzia prima e le altre discipline poi spiegheranno in che modo esprimersi e soprattutto come coordinarsi. Il 30 settembre si parlerà dell'accuratezza del movimento dentario necessaria per poter affrontare al meglio le terapie intredisciplinari. Il 13 Ottobre a Firenze, invece, saranno le altre discipline (parodontologia, implantologia e protesi) che evidenzieranno in che modo lavorare al meglio sui casi complessi in cui è necessario l'intervento anche dell'ortodonzia. Marino Musilli Presidente SIBOS Presidente Provinciale SUSO Napoli Corso di Odontoiatria Forense ed Etica: ultimi giorni d'iscrizione Un secondo aspetto richiamato da Picchioni suona quasi come uno slogan, applicabile non solo ad un convegno come quello di Roma: “L’Ortodonzia non è solo bocca, ma anche faccia”. “Condizione essenziale per ottenere un risultato di eccellenza – rileva Picchioni sarà la collaborazione interdisciplinare tra i vari operatori del settore nell’ambito di un piano di cura condiviso” Per Lorenzo Cigni, giovane libero professionista a Sondrio, il Congresso ha raggiunto i suoi obbiettivi. "Le adesioni - dice - sono state numerose ed i partecipanti hanno dimostrato interesse per la tematica della sinergia tra i professionisti del volto, del dentale e per l'attenzione alla qualità di vita dei pazienti. Inoltre la sede presso l' Auditorium della Conciliazione ha fatto respirare la gioia e la spiritualità del Giubileo". Alberto Laino Alla domanda su che cosa sia emerso dal Convegno di innovativo, risponde che la collaborazione tra i vari professionisti del campo chirugico, ortodontico e protesico ha raggiunto ormai un livello molto elevato. E se proprio dovesse indicare un motivo per cui tale possa essere ricordato "io – dice - ricorderò certamente l'integrazione delle varie figure professionali ad elevati livelli volta al miglioramento della qualità di vita del paziente. Raggiunti gli obiettivi estetici tanto desiderati il paziente torna dai professionisti con gratitudine e grande livello di soddisfazione." Anche Cigni ha notato il gran numero di ospiti stranieri. Quindi quasi inevitabile la domanda se si tratti di esterofilia, aspetto molto diffusa peraltro in questi tempi nella congressualistica nazionale, oppure se veramente da oltre confine sono venuti nuovi impulsi all‘evoluzione della disciplina. "Al giorno d'oggi - dice Cigni - non può mancare l'apporto di relatori stranieri Lorenzo Cigni che siano europei o statunitensi o da altro continente. In questo congresso ho apprezzato soprattutto Leslie Will che ci ha parlato del disturbo da dismorfismo corporeo (Body Dismorfic Disturb). In particolare - continua - bisogna distinguere tra i pazienti quelli che sono affetti da questo disturbo di personalità per non incorrere in un infruttuoso trattamento ortodontico oppure ortodontico-chirurgico che può sfociare in un risultato di sicura insoddisfazione fino al contenzionoso medico-legale. "E se dovesse per ipotesi salvare qualche aspetto di questo incontro romano, tale da essere portato anche in seno al Congresso di autunno, Cigni dice che salverebbe la stretta collaborazione e sinergia tra ortodontista, chirurgo maxillo-facciale e protesista. Una sinergia che merita sicuramente ulteriore approfondimento. Ma temo - dice tuttavia - che in autunno i temi saranno differenti." 06 Per informazioni sul nuovo corso di perfezionamento consultare il sito: www.siofonline.it e-mail: [email protected] Per iscrizioni: emmeduegroup Dott.ssa Marta Traversa - M 366 173 66 27 [email protected] - www.corsiecm. emmeduegroup.it RILANCIO IN SUSO Partite Iva di tutta Italia, unitevi! Il proclama di William Manuzzi, cofondatore del “PIU” Il nostro è un giornale sindacale e come tale cerca di portare avanti iniziative e ricercare soluzioni per accrescere la qualità della nostra vita e futuro di professionisti. Riteniamo pertanto di fare un’eccezione pubblicando questo “proclama” a firma di William Manuzzi. Il quale come Tesoriere del SUSO ha tutto il diritto di parlare di soldi, come in questo caso. Ma se, come si può leggere, qui i soldi sono importanti, ancor di più sono i principi, come il riconoscimento della qualità e dignità del lavoro, l’equo trattamento giuridico fiscale cui ogni lavoratore onesto ha diritto in uno stato che si dichiari (a parole) di diritto, come il nostro. Ecco perché, aderendo ai principi ispiratori della Rivista e considerando il numero sterminato di partite IVA che costellano anche il panorama ortodontico, riteniamo non solo opportuno ma anche utile pubblicare il “proclama”. "Abbracciamo un sogno per rispondere ad un bisogno". A fine agosto 2015, Gaetano Balsamo, imprenditore di Prato, con azienda e situazione personale assolutamente in ottima salute, pubblicava su Facebook, di notte, in macchina, tornando da una giornata di lavoro in Veneto, un video in cui, a ruota libera, denunciava il degrado della nostra società e la sua grande preoccupazione per il futuro: è forse questo il Paese che vogliamo continuare a vivere e lasciare ai nostri figli e nipoti? Percepiamo tutti il vuoto che esiste intorno a noi e nel mondo del lavoro autonomo: ideali, valori, comunità e senso di appartenenza sono sempre più carenti e mancanti. In questi casi, unione e condivisione, dell' intento di voler costruire un bene comune, sono fondamentali. Nel video, Gaetano lanciava l'idea di un "sogno" da realizzare con l'unione delle partite IVA: Cambiare le regole del gioco! Uomini e donne integri ed incorruttibili con capacità di indignarsi, di pretendere spiegazioni in ogni momento della nostra esistenza. Questo è il “cambiamento”, questo fa veramente paura. Siamo più di 5 milioni di partite IVA: “Uniti cambiamo tutto”, imprese e professioni, posti di lavoro, made in Italy, cervelli in fuga, fisco, tasse, pensioni, banche. Il video ha emozionato, ha risvegliato qualcosa in tanti ed i contatti hanno cominciato ad aumentare. A settembre ed ottobre, due incontri conoscitivi a Firenze con più di 200 partecipanti e poi, a novembre, è nata, a Prato, "Associazione PIU, Partite IVA Unite". "PIU" nasce dalla forte esigenza di unione delle partite IVA per dare potere a tutte quelle attività che, sino ad oggi, non sono state rappresentate da nessuno. Siamo l'economia reale del nostro amato Paese che, per colpa di una politica economica scellerata, sta pagando un prezzo altissimo. Attualmente siamo 40 soci fondatori, presenti ormai in tutta Italia, che hanno versato € 1.000 a testa: dobbiamo arrivare a 300 EROI. A fine gennaio primo grande incontro: due giorni, full immersion, presso la tenuta di S. Vito di Montelupo Fiorentino. Scambi di opinioni e discussione su programmi e strategie. Ognuno di noi si sta impegnando a cercare, in tutta Italia, imprenditori, professionisti, commercianti, artigiani ed autonomi che vogliano superare le paure, unirsi a noi per agire. Qualcuno troverà eccessiva l'entità della quota iniziale ma quanto vale la dignità, quanto la libertà, quanto il cambiamento, quanto il futuro, tuo e dei tuoi figli, quanto vale il tuo Paese? Cambiamo l'italia e salviamo le famiglie. Io sono PIU......e tu? Guarda il video di Gaetano e, se ti senti coinvolto e pronto, chiedi informazioni ed unisciti a noi: ti aspettiamo! Da soli non abbiamo potere ma insieme possiamo realmente fare la differenza. William Manuzzi Tesoriere Nazionale SUSO A Verona Leocci si costituisce la sede del SUSO Da sinistra: Matteo Mercanti, Segretario; Tommaso Leoci, Presidente; Mattia Marchiori, Tesoriere; A Verona e provincia è nata la sede del SUSO con il Direttivo così composto: Tommaso Leoci, Presidente; Matteo Mercanti, Segretario; Mattia Marchiori, Tesoriere; Camilla Spagnolli, Consigliere. Il Presidente ed il Direttivo esprimono riconoscenza nei confronti del Presidente Nazionale, Dott. Pietro di Michele, per la fiducia e l'appoggio forniti. Il SUSO Provinciale di Verona vuole rappresentare un punto di riferimento locale per tutti coloro che esercitano la disciplina ortodontica e non solo, con una particolare attenzione rivolta ai giovani colleghi che intraprendono l'attività. La sezione scaligera si prefigge lo scopo di sensibilizzare le differenti figure specialistiche ( Medici di medicina generale, Medici pediatri, Otorinolaringoiatri, Foniatri, Logopedisti etc.) coinvolte a vario titolo nell’identificazione, nella diagnosi e nella cura di tutte quelle patologie di confine del distretto oro-facciale e si augura che possa nascere una proficua collaborazione. Infine rivolgo un doveroso ringraziamento ai validi colleghi del Direttivo, tutti accomunati dall’interesse per l’Ortognatodonzia: senza la loro preziosa collaborazione non sarebbe stato possibile avviare tale iniziativa. Tommaso Leoci Presidente SUSO Verona 07 0 4 SPECIALE QUARANT'ANNI SUSO i n 19762016 19762016 1976- 2016 n a Nascita e sviluppo del SUSO: quarant’anni spesi bene Paolo Picchioni L’anno 1976 1° Giugno, a Roma, nello studio del notaio Giovanni Moscatelli, sono presenti i Signori Sergio Bazzarin, Mario Bondi, Elio Di Gioia, Paolo Falconi, Agostino Garau, Bruno Genone, Roberto Governi, Cesare Luzi, Titta Mazzuca, Benito Miotti, Armando Patanè, Vincenzo Scozzaro, Federico Tenti, Giovanna Gatti, Mario Adorni Braccesi, Milo La Sala, Giulio Romano Marini, i quali dichiarano di voler costituire un Sindacato denominato SUSO (Sindacato Unitario Specialisti in Ortognatodonzia). Nasce con quest’atto, ormai 40 anni orsono, il primo Sindacato dell’Ortodonzia italiana. Nell’atto costitutivo vengono elencati gli intenti: potenziare e diffondere l’Ortognatodonzia, tutelare gli interessi degli Specialisti che vi si dedicano in modo esclusivo, curare i rapporti con analoghi organismi esistenti in altri Paesi e promuovere iniziative atte allo sviluppo della Specialità in Italia. Bruno Genone viene nominato Segretario un documento con l’ASSILS SIP che viene fatto naufragare dai poteri forti prima di diventare operativo. Ma il documento potrebbe essere usato ancora oggi come guida per i convenzionamenti di categoria, qualificato da elementi a tutela della libera professione, quali l’indiretta concordata, la libera scelta dei professionisti, un tariffario congruo e indicizzato e commissioni paritetiche di controllo. La trattativa ebbe in Attilio Ferrini e Pietro Bracco le menti politiche che permisero un risultato di così grande prestigio. Nel 1990 le sezioni provinciali sono 76 su 95, il 22 Giugno 1991 viene inaugurata da Ferrini la sede nazionale di Torino in Largo Re Umberto, fulcro futuro del Sindacato, grazie all’energia del Presidente in collaborazione con Bracco, docente di Ortodonzia all'Università di Torino. Ogni lunedì sera la squadra di Torino si riunisce insieme con le Segretarie Carla e Angela per coordinare le attività sindacali, i rapporti con le Istituzioni e gli associati, i servizi agevolati agli iscritti: un’assicurazione RC gestita tramite Unipol Attilio Ferrini, Past-President SUSO in esclusiva per i soci e a condizioni vantaggiose, periodicamente adeguata quale strumento sempre più aderente alle nuove esigenze di tutela dell’attività degli iscritti. Viene inoltre messa a punto in esclusiva Torino - 22 giugno 1991. Inaugurazione sede Nazionale SUSO con la Reale Mutua la copertura per il trattamento di fine rapporto. Anni di rapida crescita sindacale che portano il SUSO nel 1997 alla formulazione di un nuovo Statuto Centrale del primo Comitato Direttivo. del SUSO, che fino al 1994 è l’unica sigla a rappresentare la categoria. In questa prima fase a norma di Statuto possono far parte del Sindacato: In quell’anno viene fondata una nuova Associazione denominata A.S.I.O. (Associazione Italiana 1) Gli Specialisti provvisti di diploma di perfezionamento in Ortognatodonzia con esercizio con carattere Specialisti in Ortodonzia), primo Presidente, in carica per il biennio 1994-1996, è Massimo Ronchin. di assoluta esclusività. Il rapporto tra le due sigle è subito difficile, anche se ambedue gli schieramenti tengono numerosi incontri per arrivare ad un’unica Associazione. Dopo anni di dialogo le due sigle si aggregano in 2) Gli abilitati ad esercitare l’attività di medico dentista, provvisti di specializzazione in odontoiatria e una Federazione, denominata F.I.S.O. (Federazione Italiana Specialisti in Ortodonzia) costituita dagli protesi dentaria, esercenti in modo continuativo l’Ortognatodonzia con carattere di assoluta esclusività Specialisti A.S.I.O. e SUSO, ricompattando così le forze. da almeno tre anni presso istituti universitari o ospedalieri. Il 26 Giugno 1999 a Strasburgo 3) Gli abilitati ad esercitare l’attività di medico dentista, provvisti la F.I.S.O. entra nella compagine dei membri attivi dell’E.F.O.S.A., di specializzazione in odontoiatria e protesi dentaria con esercizio con una rappresentanza comune a livello europeo. esclusivo dell’Ortognatodonzia da almeno 5 anni. Di questa conquista deve essere dato oltrechè al Presidente SUSO Ma al Congresso SIDO di Abano Terme (Ottobre 1979), venne Ferrini ai Dirigenti A.S.I.O. che capirono l’importanza approvata a larghissima maggioranza una mozione di modifica di avere una rappresentanza italiana numerosa e unitaria. dello Statuto, per aprire a coloro dichiarassero l’esercizio Dal 1999 al 2005 la F. I.S.O. partecipa con le sue rappresentanze preminente della specialità ortodontica, salvo prova contraria. Una a tutti i meeting dell' E.F.O.S.A., portando un contributo mossa strategica di fondamentale importanza per la crescita del di competenza ed esperienza. Sindacato. Nel 2006 con l’avvicendarsi di nuovi Direttivi, senza preventivo preavviso, l’A.S.I.O. disdetterà l’accordo con il SUSO non Nel 1982, dimissionario Bruno Genone, viene eletto Presidente A. rinnovando la F.I.S.O. Nel contempo l’opera del SUSO è comunque Ferrini che rimarrà poi in carica alla guida del Sindacato per 25 proseguita: nel 2002 viene rinnovato SUSO News, notiziario anni. La storia del SUSO, da questo momento è indissolubilmente di informazione del Sindacato, con nuova veste editoriale, legata alla sua figura. prende forma il corso di aggiornamento SUSO itinerante. Le Sezioni provinciali arriveranno a coprire tutto il Paese. Grazie a Da sinistra Pietro Bracco, Attilio Ferrini, Giampietro Farronato Ferrini il Sindacato si dota di validi consulenti: l’Avv. Funari prima, Gli esperti SUSO, il Presidente con alcuni membri del Direttivo (in particolare Bracco, di Michele, poi Dal Piaz e Longhin (tuttora in carica), Zunino, sicurezza sul lavoro; due commercialisti, Imbrioscia Manuzzi e Picchioni) si spostano in varie Regioni per attuare un’ informazione continua. prima e Marino poi, fino all’attuale Tonini. Nel 2005 a Bologna viene fatto il punto sulla situazione dell’Ortodonzia in Italia (anteprima del futuro Sotto la Presidenza Ferrini SUSO stringe collaborazione con analoghi movimenti sindacali nell’ambito Forum) con il Convegno. “La professione dell’Ortodontista negli anni 2000”. CEE, in particolare l’E.F.O.S.A. (Federazione Europea delle Associazioni degli Specialisti in Ortodonzia), dove oltre l’Italia ci sono Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda e Olanda, che si Nel 2007 Attilio Ferrini che, con la sua tenacia, riuniscono annualmente, per varare iniziative comuni. energia e lungimiranza, ma soprattutto entusiasmo, L’attività del Sindacato si concentra però soprattutto nel nostro Paese, dove vi sono cambiamenti è stato il timoniere SUSO per oltre 25 anni lascia la con riflessi negativi per la categoria. Nel 1994 viene avviato un progetto di convenzionamento diretto carica di Presidente. Sotto la sua sapiente direzione tra laboratori odontotecnici e Unità sanitarie locali in varie regioni ed il SUSO si mobilita e vince una il SUSO si è ormai trasformato, diventando una causa con la USL 27 di vera realtà sindacale di categoria. Il testimone Bologna che promuoveva in passa al Vice Presidente Paolo Picchioni che alcune strutture una forma guiderà il SUSO per 2 mandati fino al 2013. Nel diretta di pagamento con i corso della sua Presidenza vengono intensificati i laboratori odontotecnici. La corsi itineranti. Per migliorare la comunicazione tutela della professione mira interna Picchioni porta Maurizio Tonini di Torino alla a regolarizzare i rapporti consulenza fiscale del Sindacato, continuando la di convenzione con Fondi storica collaborazione con l’Avv. Roberto Longhin, integrativi e Mutue volontarie. ormai diventato uno dei maggiori esperti del Il SUSO si batte perché settore a livello nazionale. Nasce anche il Forum nessuna prestazione venga sulla professione ortodontica, per informare concordata “ad personam”, i Colleghi sull’evoluzione della professione, ma normata da regole precise Pietro di Michele e Paolo Picchioni trasformandosi in un aggiornamento biennale e a tariffe libero professionali. di informazione e confronto non solo per gli associati Nel corso del 1989 dopo una SUSO ma per tutta l’Ortodonzia Italiana. lunga e difficile trattativa Viene inoltre mantenuto il corso di aggiornamento satellite per assistenti e igieniste dentali nella insieme con gli altri sindacati mattinata concomitante al Forum. Paolo Picchioni odontoiatrici viene firmato 1996 Incontro EFOSA a Parigi Past-President SUSO 08 0 4 SPECIALE QUARANT'ANNI SUSO i n 19762016 19762016 1976- 2016 n a Il Presidente: “Cosa significa fare il sindacalista termine che non incontra affatto la mia simpatia” Nella ricorrenza dei quarant'anni di fondazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia pubblichiamo l'attuale "messa a fuoco" delle motivazioni che hanno spinto alcuni componenti dell'attuale Consiglio Direttivo Nazionale a "scendere in campo" abbracciando il SUSO. In un momento della tua vita, mentre sei impegnato nella tua professionalità, nella tua formazione continua, ti accorgi che è fondamentale sapere gestire al meglio la professione. Scopri che ti mancano tutele. O meglio ancora, quelle intorno a te sono generiche, non appropriate alla tua specialità. Ti rendi conto che il tuo lavoro in realtà è un pò diverso da quello che fanno gli altri, pur avendo anch’essi una laurea in odontoiatria. Quindi mentre elabori e corri, diventi per sbaglio un “capobranco” nella tutela dei tuoi diritti, quasi senza saperlo fai il sindacalista, un termine che tra l’altro non incontra la mia simpatia. Di qui l’impegno giornaliero, coerente. Con determinazione punti ad un obiettivo: tutelare la professionalità, non per salvare interessi di categorie, ma per sottolineare impegno e sacrifici. Ti dai da fare, perché ami il tuo lavoro e dovendo condividere con tanti come te le tue esigenze, cerchi anche di creare le condizioni favorevoli al lavoro e all’apertura di nuovi spazi professionali. Pensiamo che fino a qualche anno fa, non era possibile fare con i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) una terapia ortodontica nel SSN. Fare sindacato, ha voluto dire allora mettere idee per far crescere una volontà, prima culturale e poi politica fino alla conquista sindacale di questi giorni, passata per lo più inosservata: il Ministro Lorenzin nei nuovi LEA ha riconosciuto l’obbligo per le Regioni di avere assistenza ortodontica per i ragazzi con malocclusione appartenenti alla categoria IOTN 5 (Indice Ortodontico Terapia Necessaria). Ortodonzie necessarie e se vogliamo complesse e rare. E’ così passato il concetto che la disciplina dell’Ortodonzia deve essere erogata a bambini con tali caratteristiche, quindi particolarmente fragili. Umberto Garagiola, Vice Presidente La mia partecipazione al Sindacato nasce dalla volontà di semplificare il panorama frammentato e spesso autoreferenziale del sindacalismo ortodontico-odontoiatrico italiano, nel tentativo di dare ai colleghi una rappresentanza unitaria e forte, di interpretare il disagio della categoria. La mia scelta di questo e non di altri sindacati è stata provocata dal fatto che SUSO ripropone il protagonismo professionale, sociale e politico della categoria, chiedendo uno spazio di rappresentanza oltre gli aspetti meramente rivendicativi e che si pone come interlocutore privilegiato nella programmazione sanitaria ortodontica coniugando gli interessi degli ortodontisti con quelli dei cittadini. Grazie ai miei Maestri di Ortognatodonzia, Giampietro Farronato e Valentino Ghiglione mi ci sono avvicinato fin dai primi anni della libera professione, svolgendo in seguito il ruolo di Consigliere, Segretario, di Presidente Provinciale di Milano ed in seguito di Consigliere Nazionale, durante il quale ho contribuito ad organizzare diversi Convegni su etica, deontologia, clinical governance, normative, controllo delle Istituzioni e qualità delle prestazioni. Oggi come Vice-Presidente Nazionale appoggio il rilancio in corso, mirante a superare la frammentazione e raccogliere le istanze della categoria ortodontica, trasformando il disagio in capacità progettuale: ne tutela infatti le pari dignità perseguendo l’estensione dei diritti fondamentali e di una retribuzione commisurata all’impegno ed alla responsabilità professionale. Nel SUSO quindi vedo la capacità, grazie ai servizi di assistenza e rappresentanza a ogni livello, di ricucire legami, preservare unità e solidarietà e di restituire fiducia a nuove generazioni di ortodontisti. Patrizia Biancucci, Consigliere Nazionale Perche ti sei impegnata nel sindacato? Perché me l’ha chiesto espressamente il Presidente quando stava mettendo insieme la squadra. "Siccome so che sei una che si impegna e lavora, ho pensato di chiamarti per chiederti se vuoi far parte di questa nuova squadra…” Gli ho detto che il SUSO era stato sempre la mia famiglia di appartenenza perchè il Prof. Bracco ci aveva costretto democraticamente a iscriverci fin dall'università. Quindi una scelta in considerazione della persona, non del sindacato? Della persona, perché per raggiungere gli ideali ci vogliono le azioni e ci vuole quindi l’uomo di azione. Gli ideali li sappiamo, li conosciamo tutti e storicamente. La gente però è piena di ideali ma chi non agisce non serve. Come sindacato è saldamente ancorato al passato. C’è la memoria storica e lo dimostra dal fatto che si festeggiano i 40 anni. Però non li dimostra, è ancora giovane per essere proiettato nel futuro. L’ortodonzia ha fatto passi da gigante, e poi c’è l’aspetto digitale e la programmazione dei casi. Possiamo ritenerla una conquista sindacale SUSO, a beneficio della società pediatrica, ma anche a valorizzazione della nostra figura di specialisti nell’universalistico sistema del SSN. Nel SUSO è possibile trovare idee, confrontarsi democraticamente, in un ambiente sereno e competente, dove le esigenze sono uguali. Ci si può misurare ad armi pari, senza essere zittiti, prima di aver espresso le proprie intuizioni. In un momento dove il sindacato perde consensi perché mostra il peggio di se stesso, in cui parla un linguaggio vecchio. Il SUSO diventa coinvolgente, dinamico. Parla al cuore dei professionisti. Ma quel che più affascina, si rinnova partendo dal basso con e per i giovani, con esigenze e modalità di comunicazione che preferiscono. Rinnovare vuol dire sapersi mettere da parte, indicando però la strada giusta per affermare idee. Vuol dire non parlare da presidente ai soci, ma scegliere insieme ed ascoltare cosa i giovani chiedono, intercettando dall’interno i loro bisogni. Questa è la ricetta SUSO: 40 anni ma non li dimostra al servizio dell'Ortodonzia italiana. Con la più alta percentuale di ricambio del proprio organico, segno di mancanza di interessi personali ma solo di categoria. Concludo con due frasi magiche che ci hanno guidato in questi anni. La prima “Rilancio in SUSO” e l’altra “Cambio passo in Ortodonzia” che da sole credo commentino il significato di quel che stiamo facendo e del perché del successo. Pietro di Michele Presidente Nazionale SUSO Gianvito Chiarello, Segretario Nazionale. “Quella sindacale non è certo un'attività che si sceglie per vocazione. A me è accaduto di iniziare ad occuparmi di sindacato per caso ed ho avuto la sensazione che un giorno fossi capitato nel luogo e nel momento adatto per candidarmi a una carica di revisore provinciale. Tutti gli incarichi che ho ricoperto sono sempre stati a carattere gratuito. Anzi, spesso ci si rimette di tasca propria. Ma ne vale sempre la pena. Se lo faccio è perché sono consapevole che lo faccio “anche” per la mia attività professionale. Oggi mi stanno particolarmente a cuore la tutela e la dignità della professione contro la mercificazione della sanità: puro istinto di sopravvivenza. Il SUSO presenta il doppio vantaggio di essere conosciuto e riconosciuto ovunque, ma di poter anche prestare grande attenzione al singolo. In epoca in cui è possibile sapere tutto con un click, poter contare su una squadra di colleghi preparati nonché di consulenti qualificati in grado di rispondere a specifiche domande vale dieci volte il prezzo dell’iscrizione annuale. Claudia Tosi, Consigliere Nazionale. Ero iscritta al SUSO da quando ero ancora studente ed essendo allieva del Prof. Bracco, seppur privatamente, ho sempre respirato con lui aria sindacale. Ma dopo un’esperienza nell’AISO, anche in veste di Presidente, per varie ragioni non mi iscrissi più a nessun sindacato e per parecchio tempo. Decisi di stare ad osservare dietro le quinte, lasciandomi in seguito pian piano ricoinvolgere. Al passaggio della presidenza da Picchioni a di Michele, ricevetti una lettera con l’annuncio della transizione e una telefonata del neo Presidente che mi invitava a far parte del nuovo gruppo. Accettai perché nel SUSO oggi ci rivedo nuovamente la voglia di affermare la propria identità che prima era dell’odontoiatra nei confronti del medico e adesso è dell’ortodontista nei confronti dell’odontoiatra generico e di chi esercita l’ortodonzia da abusivo (assistenti alla poltrona, igienisti, odontotecnici, ecc…), affermazione della nostra identità e capacità. Oggi mi sento parte di una squadra e ci credo. Per me il fattore umano gioca molto. Anche gli studenti si potrebbero coinvolgere alla ricerca di punti comuni e valori da difendere. William Manuzzi, Tesoriere Nazionale . Vista la mia permanenza nel sindacato da 36 anni, il mio ruolo di Tesoriere Nazionale da 26, oltre al ruolo di Presidente Provinciale da 6 anni, penso proprio di aver dimostrato la mia profonda convinzione nella militanza in questo sindacato. Il segreto della mia scelta di fondo sta anche nelle persone che ho incontrato, Ferrini, Bracco, Picchioni, Longhin su tutti, che sono riusciti a trasmettermi motivazioni, entusiasmo e amicizia. Per l'ultima, nella scelta coinvolgerei la scarsissima coscienza sindacal-politica della categoria, impegnata a tutelare la propria sempre più misera fettina di "salame". Convinti così di essere più furbi degli altri senza rendersi conto che non solo ci stanno portando via il salame ma anche il "maiale". In ortodonzia, poi, i giovani hanno praticamente perso l'idea di aprirsi uno studio proprio e concentrano la professione sulle collaborazioni liberandosi di tutta una serie di responsabilità. Questo allontana, erroneamente, il loro impegno sindacale, salvo a ricordarsene quando cadono in qualche trappola. Maria Leonardi, Consigliere Nazionale. Nello Spring meeting del 2013, organizzato da Felice Festa al Marriot di Milano si avvicinarono a me durante un break Alberto Laino, Pietro di Michele e Rosi Leonardi, per due chiacchiere. Mi proposero di unirmi al gruppo per rinnovare la vecchia guardia e portare avanti con dignità il discorso della nostra professione nel contesto generale della sanità e dei colleghi che esercitano l’odontoiatria generale. Da quell’incontro trassi la convinzione che non dovevo tirarmi indietro. Ho conosciuto infatti un gruppo stimolante, ho trovato amiche ed amici, un Presidente dinamico, uno che cento ne fa e mille ne pensa. Il fatto che ci sia una presenza territoriale diffusa consente anche di avere un po’ la misura di quello che è l’andamento della professione. Da ultimo metterei anche il fatto che la sede del SUSO è a Torino e come juventina amo l’idea di trascorrere del tempo in quella sede. Mi spiace solo che al pubblico giovane il sindacato sembra non interessare. Loro non sono ortodontisti della occlusione, della funzione, dell’ATM ma del social six., sembra che gli manchi l’entusiasmo della professione. Io però non solo non ho perso mordente ma mi sento rinvigorita. Penso che alcune criticità nell’associazionismo della ortodonzia italiana vadano riviste e che si debba giungere ad un ricongiungimento di idee diverse, perché è bene che ci sia una univocità di voci quando ci si confronta in ambito internazionale. 09 NORME E PRASSI Nuovo rapporto di lavoro: una rivoluzione Seconda puntata. Il contratto di lavoro a tempo determinato sembra essere tra quelli più rivisitati….. In effetti, la recente riforma del lavoro ha preso le mosse proprio dalle modifiche apportate al contratto di lavoro a termine la cui disciplina è stata ancora oggetto di modifiche. Nella nuova formulazione, è entrato in vigore dal 21 marzo 2014, di carattere subordinato e di durata predeterminata, la sua automatica cessazione viene fissata con una data. Tra le novità non c’è obbligo di indicare una causale per l’utilizzo di questo contratto, con estensione anche a quelli di oltre 12 mesi (precedente limite temporale) purché entro il limite di 36. Entro tale limite sarà possibile prorogarlo per max 5 volte (prima la riforma prevedeva addirittura 8 possibilità). Dopo la scadenza il lavoro può proseguire di fatto per 30 giorni (se il contratto dura meno di 6 mesi) o per 50 (se oltre 6), durante i quali il datore è tenuto a corrispondere al lavoratore una maggiorazione retributiva per ogni giorno di continuazione del rapporto (pari al 20% fino a 10 gg successivi ed al 40% per ciascun giorno ulteriore). Se, invece, il rapporto di lavoro oltrepassa questo periodo “cuscinetto” di 30 o 50 giorni, il contratto si considera trasformato in tempo indeterminato a far data dallo sconfinamento. Il datore non può instaurare un numero di contratti a termine oltre il 20% di quelli a tempo indeterminato (da calcolare sul numero dei contratti in forza al 1° gennaio dell’anno di assunzione). Se a quella data aveva 30 dipendenti a tempo indeterminato, potrà stipulare max. 6 contratti a termine nell’anno, ma se ne avesse già 2 assunti a termine, nell’anno non potrebbe assumerne più di 4. Per le violazioni, è stabilita una sanzione amministrativa - e non la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato - pari al 20% della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore a 15 giorni di durata del rapporto, se la violazione si riferisce ad un lavoratore assunto in eccedenza; al 50% della retribuzione, qualora si riferisca a 2 o più lavoratori assunti in più. Tra le misure atte a creare occupazione, può essere annoverato il lavoro accessorio? Per lavoro accessorio si intende una attività di natura occasionale resa nella generalità dei settori produttivi da tutti i soggetti, anche se già occupati in altra attività subordinata o autonoma (compresi studenti, pensionati e percettori di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito), purché entro i compensi stabiliti dalla legge: non può comportare infatti compensi complessivi annui oltre €7.000,00 netti pari ad €9.333,00 lordi (e non più 5.000,00 come era stabilito prima dell’ attuale riforma), con riferimento alla totalità dei committenti, ovvero €2.020 netti (pari ad €2.693,00 lordi), con riferimento a ciascun committente imprenditore o professionista. Quali gli obblighi del lavoro accessorio a carico del datore di lavoro? Prima dell’inizio dell’attività lavorativa, deve comunicare all’INPS in via telematica, i dati propri e del prestatore di lavoro, nonché le date presunte di inizio e fine della prestazione, i giorni/periodi di effettiva prestazione e la tipologia di attività da svolgere. Ove non vi si provvedesse si sarebbe esposti all’applicazione della maxi-sanzione per lavoro nero. Con medesima tempistica e modalità, inoltre, imprenditori e professionisti committenti sono tenuti a comunicare i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, il luogo della prestazione con riferimento a un arco temporale non superiore ai trenta giorni. Come viene remunerato il lavoro accessorio? Solo attraverso buoni lavoro (c.d. voucher), numerati e datati, dal valore nominale fissato in euro 10,00 lordi per un’ora di prestazione lavorativa. Possono essere acquistati da professionisti ed imprenditori tramite modalità telematica e le tabaccherie autorizzate. Nell’utilizzo dell’emissione telematica dei buoni virtuali, committente e prestatore di lavoro si devono accreditare presso l’INPS. Oppure possono connettersi al relativo sito internet www.inps.it, avendo l’accortezza di dotarsi del necessario codice p.i.n. dell’INPS. Dopo aver assolto all’onere di accreditamento e prima che la prestazione abbia inizio, il datore dovrà versare il valore complessivo dei buoni virtuali utilizzati. Resta possibile effettuare il pagamento con versamento su c/c postale. Ogni operazione consente di acquistare un carnet di 25 voucher e la commissione di ciascuna operazione è di euro 2,50 + IVA. Il lavoro accessorio assicura anche la copertura delle prestazioni previdenziali ed assistenziali? Sono garantite la copertura previdenziale presso l'INPS e quella assicurativa presso l'INAIL ma lo svolgimento di prestazioni di lavoro accessorio non dà diritto alle prestazioni a sostegno del reddito dell'INPS (disoccupazione, maternità, malattia, assegni familiari ecc.) sebbene venga riconosciuto per la pensione. Per infortunio sul lavoro l’indennità di inabilità temporanea è determinata dall’Istituto sull’imponibile giornaliero ed il datore non ha obbligo di anticipare l’indennità per l’inabilità temporanea ma di inviare la denuncia di infortunio. Altre novità utili? L’orario elastico per la gestione di picchi di lavoro. Il contratto collettivo fissa la durata normale in 40 ore settimanali e prevede flessibilità per gestire le variazioni di attività. Consente di calcolare l’orario normale settimanale di lavoro utilizzando la media delle prestazioni in 6 mesi. Secondo la definizione del CCNL, al superamento dell’orario normale si maturano permessi oltre ai riposi compensativi pari alle ore di lavoro prestate oltre le 40 settimanali. Verranno incrementati secondo una progressione - in caso di superamento dell’orario di lavoro fino a 44 ore settimanali, si realizza un “bonus” pari a 30 minuti per ciascuna settimana di sforamento; se, invece, l’orario eccede il tetto delle 44 ore settimanali (nel limite massimo di 48) il monte ore di permessi retribuiti è aumentato di un’ora per ciascuna settimana. Fermo restando che il calcolo della media dell’orario settimanale può prendere a base un periodo massimo di 6 mesi, la flessibilità può essere successivamente rinnovata. In caso di adozione di un regime orario plurisettimanale, il lavoro straordinario scatterà sin dalla prima ora successiva a quello stabilito per il regime di flessibilità, per ciascuna settimana. La nuova normativa ha modificato assetti da tempo consolidati nell’ambito dei rapporti di lavoro, amplificando potenziali forme di “stabilità flessibile” che interessano tutti i settori, inclusi quelli professionali. Marco Lama Avvocato giuslavorista 10 11 UOMINI E TEMPI Fondamentale il controllo sulla conoscenza La storia di Nikola Tesla, genio incompreso Presumo che pochi conoscano il nome di Nikola Tesla. E meno ancora la sua incredibile vita, da genio incompreso e dimenticato. Di nazionalità serba nacque esattamente allo scoccare della mezzanotte tra il 9 e il 10 luglio del 1856 a Smiljan, cittadina croata allora appartenente dell'Impero austro-ungarico. A 28 anni, nel 1884, sbarcò in America, a New York ove sarebbe morto nel 1943 ad 87 anni. Tesla possedeva una memoria prodigiosa ed una intelligenza eccezionale. Nella creazione dei suoi innumerevoli progetti ed invenzioni non aveva bisogno di realizzare modelli, disegni o esperimenti; la sua mente era in grado di elaborare una loro immagine perfettamente identica a quella reale. Riusciva persino, sempre mentalmente, a “sperimentare” virtualmente i suoi modelli apportando accorgimenti o modifiche così da renderli perfettamente funzionanti una volta realizzati materialmente. Mario Turani Di fatto era uno scienziato autodidatta. Fra le infinite invenzioni di Tesla possiamo principalmente elencare lo sviluppo della corrente alternata, i motori a campo magnetico, il tachimetro, la candela dei motori a scoppio, la lampada a fluorescenza, l’orologio elettronico, la prima centrale idroelettrica (Cascate del Niagara), la trasmissione di energia senza fili (witricity). E non molto, moltissimo altro ancora. Al suo arrivo in America vi fu grande amicizia e collaborazione con Edison che però si tramutò ben presto in una guerra senza esclusione di colpi. Edison era inventore e promotore della corrente continua, Tesla, viceversa, della corrente alternata. Per screditare lui e la sua corrente, Edison pensò bene di inventare la sedia elettrica, che vide i natali nell’agosto del 1890 quale regalo allo Stato di New York, a scapito di un certo Kemmler. Interessante, per noi del settore odontoiatrico sapere che l’idea di tale strumento era venuta qualche anno prima ad un dentista americano di Buffalo, tale Alfred Southwick. Come anche l’invenzione dell’anestetico ad opera del Dott. Wells, anch’egli dentista (erroneamente attribuita al dentista Morton). Non possiamo quindi non sottolineare la fervida creatività della nostra categoria nel corso della storia! Possiamo altresì prendere atto di quanto Nikola Tesla non fosse certamente una mente allineata all’establishment scientifico di allora. Le sue scoperte, in particolar modo quella della corrente alternata, lo posero in violenta antitesi con i poteri dominanti del suo tempo (le banche Morgan finanziavano le industrie Edison che possedevano il monopolio dell’energia elettrica). Tesla fu quindi un genio incompreso e volutamente emarginato dalla scienza ufficiale. Basti pensare che nel 1896 scoprì i raggi X, per i quali poi nel 1901 il tedesco Roentgen vinse il Nobel per la fisica. Sempre nel 1896 annunciò la scoperta dei raggi cosmici, Nikola Tesla la cui paternità venne poi attribuita al tedesco Hess cui venne attribuito il Nobel nel 1936. Nel 1897 registrò il primo brevetto per la costruzione della radio ma anche in questo caso il Nobel venne attribuito ad altri (Marconi, 1909). Nel 1912 venne finalmente candidato al Nobel per la Fìsica, ma lo rifiutò per non averlo ricevuto nel 1909 al posto di Marconi. Come dimostra l'emblematica storia di Nikola Tesla, a volte, le scoperte scientifiche possono mettere in discussione gli equilibri già consolidati dell'attuale sistema culturale accademico e scientifico. Nell' ambito della ricerca ufficiale spesso vengono applicati criteri di selezione imposti dall'alto nel decidere cosa è "vera" da cosa è "falsa" scienza. Di fatto una scoperta diviene realmente tale solo se autorizzata dal Gotha dirigenziale della struttura piramidale accademica che stabilisce quali debbano essere i relativi standard accademici e le conseguenti valutazioni riguardo al suo futuro. Questo processo di selezione dei “più meritevoli", nel corso della storia scientifica, si è spesso posto in contrasto con il buon senso e l’evidenza dei fatti. Non è un caso quindi, se da più di un secolo, tanto per citare un esempio, si è intrappolati nei dogmi della relatività e della incomprensibile schiavitù tecnologica del petrolio. L’importanza del controllo sulla conoscenza risulta a questo punto strategica, vitale. Mario Turani Specialista in Ortognatodonzia, posturologo In ricordo di Carlo Fossati, amante di auto storiche “Desideriamo ricordare ad un anno di distanza il nostro Presidente Carlo Fossati”. La Fondazione ISI (Istituto Stomatologico Italiano) per onorarne la dedizione all’istituzione, unita alla passione per le gare di auto storiche, ha organizzato per il 12 marzo 2016 una passeggiata con auto d’epoca (e non) dal titolo “ Trofeo di Primavera Ricordando Carlo” in partenza dalla sede di via Pace 21 a Milano e arrivo “in volata” all’Antica Osteria Lungoladda di Corte Palasio (Lodi). Per i più sportivi era prevista una prova cronometrata, 12 per tutti gli altri una marcia di avvicinamento con orari di partenza ed arrivo imposti. L’evento, oltre che ai soci era aperto ai colleghi ed amici di Carlo, partecipanti nel solco di quell’entusiasmo contagioso che ha sempre contraddistinto la sua umanità. Prezioso per la realizzazione dell'evento il ruolo della Scuderia Milano Autostoriche, che ha partecipato con il suo Presidente Antonio di Martino ed alcuni equipaggi in gara. La regia della passeggiata e del finale cronometrato, con meticolosa preparazione del road book e l'assegnazione dei numeri di partenza delle vetture, è stata di Arnaldo Bernacchini. Il pluriiridato pilota e navigatore, che con Carlo Fossati aveva condiviso molte avventure nel mondo del rally, ha aperto il Trofeo a bordo della Lancia Fulvia (equipaggio Bernacchini Arnaldo-Fossati Barbara). Con un giro d'onore, il percorso, si è snodato per una cinquantina di chilometri, sino ad Abbadia Cerreto. La figura dell'amico Carlo Fossati è stata affettuosamente ricordata al momento delle premiazioni anche da Franco Santoro. Secondo tradizione, la manifestazione si è conclusa con il taglio di una torta e le foto di tutti gli equipaggi, riuniti intorno alla Lancia Fulvia, simbolo dell'evento. Oltre alla famiglia Fossati, con tutti i componenti rigorosamente in gara e ai colleghi della Fondazione, al Trofeo hanno partecipato anche moltissimi amici, in un ‘atmosfera di grande entusiasmo. Fondazione ISI TESI IERI, OGGI, DOMANI Per Diana Cassi "stimolante migliorare l’estetica del volto creando bei sorrisi ma molto di più affrontare deformità dento-facciali" Presidente Sezione Provinciale SUSO di Parma, Diana Cassi si è laureata in quella Università il 18 aprile del 2005 e malgrado siano passati oltre 10 anni ricorda bene il tema e il titolo, forse perché la tesi di laurea è un po’ come il primo amore: non si scorda mai. Quali furono quindi tema e titolo? Il mio “primo amore” è stato la medicina orale e ho discusso una tesi sperimentale dal titolo “Associazione tra lichen planus orale e infezione da HCV in 281 pazienti”. E quindi che cosa la spinse a “convertirsi” all’Ortognatodonzia? Subito dopo la laurea iniziai a frequentare il reparto di Ortodonzia, Unità di Odontostomatologia dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma. I miei Maestri, Mauro Gandolfini e Alberto Di Blasio, non solo mi hanno introdotto alla pratica clinica, ma soprattutto hanno saputo guidarmi nel percorso di apprendimento trasmettendomi l’interesse e la passione per questa splendida disciplina. Inoltre, avendo avuto la possibilità di lavorare in un contesto ospedaliero-universitario, ho potuto approfondire Diana Cassi il giorno della laurea la gestione ortodontica di soggetti cosiddetti “special needs”, vale a dire pazienti affetti da sindromi e/o malformazioni congenite che coinvolgono il distretto cranio-facciale. Penso che la nostra professione, solitamente deputata a “creare bei sorrisi” per migliorare anche l’estetica del volto, diventi ancora più stimolante quando inserita in percorsi terapeutici multidisciplinari, in cui l’ortodontista svolge un ruolo importante nel management delle patologie responsabili di deformità dento-facciali. Dove si è specializzata? Ho frequentato la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia presso l’Università di Cagliari, diretta da Vincenzo Piras. Quale l’argomento della sua tesi? Il 19 novembre 2008, sotto la guida di Franco Bruno, mio tutor , ho discusso la tesi sperimentale “Valutazione clinica dell’efficacia dell’arco di utilità in avanzamento nel camouflage delle III classi”. Bioprogressiva, Bidimensionale e Straightwire. Le “diatribe” non si esaurivano all’interno dei confini accademici o in occasione dei “Journal clubs” (incontri settimanali dedicati all’approfondimento della letteratura scientifica più recente), ma il più delle volte si protraevano anche in momenti di svago in riva al mare, sulla mitica spiaggia del Poetto o durante le cene sui bastioni del centro storico. La Scuola di Cagliari rappresentava un ambiente molto gratificante da un punto di vista didattico e professionale; e poi, inutile negarlo, anche il fattore climatico giocava la sua parte, soprattutto per chi come me, si lasciava alle spalle le nebbie padane per godere dello splendido paesaggio della Sardegna. Quali sono state le sue scelte professionali da Specialista in Ortodonzia? Pur dedicandomi in modo esclusivo all’Ortodonzia Diana Cassi con nella pratica clinica, non ho mai smesso di Mauro Gandolfini coltivare il forte interesse per lo studio e per la ricerca. Infatti, dopo aver ottenuto un assegno di ricerca dal titolo “La riabilitazione orale nei pazienti affetti da agenesie” presso l’Università di Parma, ho preso parte, in qualità di Professore a contratto di Ortodonzia, all’attività didattica nel corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, nel corso di perfezionamento e nel Master di II livello in Ortodonzia Intercettiva, coordinati da Mauro Gandolfini. La collaborazione con l’ambiente accademico mi ha permesso di contribuire a diverse pubblicazioni, tra cui il Quaderno N°35 della Collana di Ortodonzia diretta da Alberto e Damaso Caprioglio, dal titolo “L’allineamento del settore posteriore dell’arcata. Meccaniche a bassa frizione alternative all’uso di miniviti.”, pubblicato nel 2014 da Edizioni Martina. Come ricorda il periodo di formazione specialistica? Del periodo cagliaritano conservo un ricordo bellissimo: i colleghi, provenienti da tutta Italia e spesso con formazioni molto diverse, convergevano nella Scuola portando ognuno il proprio contributo per la crescita culturale di tutti noi. Ricordo le accese discussioni tra i sostenitori delle diverse tecniche: Diana Cassi oggi saDK.Jsdvkjbnsdv vnvngv.zdbnòdlfbnzòdlfbknmdòlfkbmnzvlbm Qual è oggi l’argomento che la cattura maggiormente? In questo periodo sto svolgendo il Dottorato di Ricerca in Medicina e Terapia Sperimentale presso l’Università di Torino. La funzionalità masticatoria dei pazienti affetti da labio-palato-schisi è l’argomento della tesi di dottorato, alla quale sto lavorando sotto la guida di Maria Grazia Piancino il mio Tutor. Da circa un anno ho anche un incarico per l’insegnamento di Ortodonzia nel corso di laurea magistrale in Odontoiatria, coordinato da Ugo Consolo, presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Progetti per il futuro? Attualmente lavoro come Specialista ambulatoriale di Ortodonzia presso l’AUSL di Piacenza, ma nel mio futuro ci sono le attività che mi appassionano: ossia la pratica clinica, la didattica e la ricerca. A cura di Patrizia Biancucci Ortodonzia linguale, tecnica complessa Dr. Romano, Lei fa e insegna ortodonzia linguale ormai da 24 anni, ma cosa l'ha portato a questa scelta? L'ortodonzia linguale per me non ha rappresentato solo il modo per trattare il paziente con un dispositivo invisibile, ma mi ha aperto una porta per accedere ad un settore con cui pochi hanno familiarità e per emergere e affermarmi come specialista sul paziente adulto e oggi conosciuto in Israele e in tutto il mondo. E' opinione diffusa che questa tecnica sia troppo complessa e molti ortodontisti non si ritengono sufficientemente preparati per studiarla ed applicarla, rinunciando alla possibilità di distinguersi nel proprio paese. Per questo motivo ho deciso di dedicare il 30% del mio tempo Rafi Romano all'insegnamento, sperando di portare molti colleghi ad adottare questa modalità di trattamento. Ma la tecnica linguale è davvero così complessa o è solo un luogo comune? - Beh, diciamo che lo era, ma ora non più! In passato non c'era esperienza clinica specifica e non esisteva una bibliografia di riferimento, mentre oggi si possono trovare fonti, quali articoli e testi (ho il privilegio di potermi attribuire 2 dei testi più importanti di ortodonzia linguale) e corsi teorico/pratici in tutto il mondo. Molte aziende producono ormai i propri sistemi linguali e sono in grado di offrire ai clienti più soluzioni per ogni caso clinico. La tecnica Cad-Cam consente di risparmiare tempo e garantisce precisione e il numero crescente di pazienti che si sottopongono ad un trattamento di ortodonzia linguale è sicuramente un elemento convincente per portare nuovi pazienti a preferire questa tecnica. Qual è la chiave del successo dell’ortodonzia linguale? Penso sia essenziale che i colleghi capiscano che il linguale, nonostante non si differenzi dagli altri dispositivi in quanto a biologia e piano di trattamento, è una tecnica completamente nuova con una biomeccanica diversa e che richiede nuove competenze che vanno apprese ed adottate nel tempo. Non si arriverà al successo se ci si limiterà a questo corso come unica esperienza fine a se stessa; bisogna continuare a studiare, acquisire maggior familiarità e pratica con la tecnica, come d’altra parte è necessario fare quando ci si avvicina professionalmente a qualsiasi novità, che deve rappresentare uno stimolo all’aggiornamento e al miglioramento per acquisire sempre maggior credibilità da parte di pazienti e colleghi. 13 V VARIE L’architetto: “Continuità dei rivestimenti Il dentista nell’epopea del western vantaggiosa, specie in ambienti medicali" I vari volti di un mestiere non rispettato I rivestimenti hanno sempre avuto molta importanza nell’estetica ed igiene degli edifici non solo perché su di essi si concentra l’aspetto funzionale e prestazionale ma anche perché determinano la variabilità dei costi. Un altro elemento chiave nella loro scelta, specie per ambienti medicali, è la loro continuità prestazionale sulle superfici. Molto spesso il limite di performance dei rivestimenti è la loro dimensionalità: da un lato non permette di coprire qualsiasi tipo di superfice (come forma, come materiale) e dall’altro per rivestirle, i rivestimenti devono essere uniti (linee di fuga, giunti…) e questi punti posso fare decadere le prestazioni o far nascere problemi (posa non corretta, disomogeneità materica, di igiene…). Per questi ed altri motivi (tecnici) il mercato ha sviluppato, dagli anni 50 in poi, materiali che permettono di realizzare superfici di continuità (copertura di tutta l’area senza unioni e discontinuità). Quelle che si trovano maggiormente sul mercato vengono comunemente chiamate resine, ma in effetti sono un sistema di composti premiscelati ( pronti all’uso o di fattura artigianale), formati da materiale indurente (una resina) e da elementi d’addizione (pigmenti, minerali, cementi, terre o altro per la personalizzazione del risultato). Il loro vantaggio primario è l’estrema duttilità: possono essere applicate su qualsiasi superficie (verticale, orizzontale, inclinata, curva, parete, pavimenti…) o ambiente (bagno, cucina, uffici, magazzini…) o materiale (cemento, metallo, pietra, legno, murature, piastrelle, massetti in sabbia/cemento, calcestruzzo, ceramica, rasature civili…) e anche su mobili e complemento d’arredo realizzando superfici e ambienti uniformi, omogenei, senza fughe né giunture. Duttilità non solo estetica ma funzionale. Il loro minimo spessore (1-3-5mm) permette l’applicazione su superfici esistenti anche risanando le eventuali sconnessioni o crepe presenti, il che le rende un’ottima scelta nel caso di ristrutturazioni perché evita demolizioni mentre i tempi brevi di asciugatura (da una notte a 7 giorni) rendono fruibile la superficie a breve termine. Inoltre, grazie alla sua natura e tecnica di posa, permette di non traslocare pesanti mobili o macchinari. Attraverso il sapiente uso degli elementi di addizione, le resine possono avere caratteristiche, anche igienico sanitarie, specifiche con ampia possibilità di utilizzi. Il ricorso a progettisti o artigiani qualificati permette anche una progettazione mirata tale da ottenere una superficie in resina resistente alle aggressioni chimiche, antistatica e conduttiva. In generale le superfici di continuità in “resina” sono atossiche, inodore e una volta catalizzate ed indurite sono un sistema inerte e non tossico, idrorepellente ed impermeabile. Grazie all’abbinata tra indurenti e additivi si ottengono specifiche tecniche diversificate; come superfici caratterizzate da un'alta resistenza agli agenti chimici, ai sali, agli oli ed un'alta resistenza meccanica e al calpestio nonchè utilizzabile anche per alimenti. La capacità termica permette di abbinarle all’impianto di riscaldamento radiante e la superficie liscia e uniforme è di facile manutenzione e di pulizia (acqua tiepida o detergente neutro). In più l'assenza di fughe e giunti evita che la sporcizia si accumuli nelle cavità. Le resine sono di per sé resistenti all’abrasione e alle azioni meccaniche ma esistono cicli di posa precisi impiegati allorchè si richieda una superiore resistività della superficie (industria, laboratori, ospedali…). Una superficie in resina è eterna, dato che il polimero resinoso resta inalterato nel tempo. Le azioni esterne (agenti inquinanti, graffi, sostanze specifiche,…) ed un uso intensivo e prolungato (oltre i 10 anni) determinano il deterioramento (soprattutto le pavimentazioni), ma non è un problema perché rigenerare la superficie è semplice, veloce e poco oneroso, essendo sufficiente stendere un nuovo strato protettivo ed essa riacquista nuova vita. Massimo Tiberio Architetto 14 Nell’immaginario di intere generazioni il “Far West” è stato un simbolo di avventura: luogo selvaggio, infestato da banditi e feroci indiani, civilizzato da coraggiosi pionieri. L’epopea del cinema western, seppur ridimensionata dal riconoscimento della realtà storica che ha visto il massacro di intere popolazioni, ha conservato il suo fascino fino ai giorni nostri. E in questa epopea c’è posto anche per i dentisti, a loro volta avventurieri dal fascino un po’ eroico, un po’ romantico. Ne “il cavallo d’acciaio” (1924), che ha sullo sfondo la costruzione della ferrovia transcontinentale, uno dei personaggi si reca dal dentista per curare un mal di denti: una breve scena dal sapore comico che intende spezzare la tensione della storia, anche utilizzando una ripresa quasi “teatrale” che ricorda i vaudevilles di inizio secolo. “La belva umana” (1940) vede tra i personaggi il socio di un cavadenti (interpretato dall’indimenticabile John Wayne) che si guadagna da vivere provocando risse per futili motivi e spaccando denti a suon di cazzotti. Le sue malcapitate vittime delle risse finiscono, manco a dirlo, nella bottega del dentista complice. Sullo sfondo drammatico della Guerra di Secessione, la vicenda ha un lieto fine, e mostra sia il ravvedimento morale del socio del dentista, che l’abilità di quest’ultimo come chirurgo, decisiva nel salvare la vita al fratello della protagonista. Nella commedia “viso pallido” (1948) il protagonista Bob Hope interpreta la parte di Peter Potter, detto “Painless” (indolore), un dentista codardo e non particolarmente abile nel suo lavoro. L’eroina Calamity Jane, che indaga su una vendita illegale di armi agli indiani, ha bisogno di una copertura e diventa la moglie del dentista. Le situazioni divertenti raggiungono il culmine in una rapina che Calamity Jane sventa lasciando il merito al “marito”, che così diventa senza volerlo l’eroe del paese. La breve passeggiata tra i dentisti del vecchio West non può non fare cenno al più celebre di loro. John Henry Holliday, detto “Doc”, è stato infatti un pistolero, un giocatore d’azzardo le cui gesta hanno ispirato libri e film: la sua amicizia con lo sceriffo Wyatt Earp e la famosa “sfida all’OK Corrall” sono state raccontate in otto pellicole tra il 1946 e il 2012. Il soprannome “Doc” deriva dal fatto che John Holliday era effettivamente un dentista, anche se a giudicare dalle fonti storiche esercitò la sua professione molto saltuariamente. Doc Holliday ha ispirato Quentin Tarantino nel suo “Django Unchained” (2012): il dottor Schultz, magistralmente interpretato da Cristopher Waltz, afferma infatti di avere praticato il mestiere di dentista prima di diventare un cacciatore di taglie. Evidentemente a quei tempi la sicurezza di un lavoro rispettato e prezioso per la comunità non aveva lo stesso fascino di una mano di carte a poker o di una sparatoria sotto il sole di mezzogiorno. Luca Buggio NON SOLO ORTODONZIA Per Roberto Deli, non solo Ortodonzia ma musica, scienze, cucina ed…etica Roberto Deli Premesso che l'Ortodonzia è solo parte del suo interesse, “uno strumento - dice - che mi dà la possibilità di esprimere in maniera quasi completa le pulsioni che mi hanno guidato nella vita”, Roberto Deli in realtà si definisce meglio come un “voyeur dell'umanità”. E’ una innata curiosità infatti a spingerlo verso la musica classica, pop e postmoderna. Ma a sollecitarla viene anche il cd. “richiamo della natura”. Perché imbattutosi in una ammonite a 8 anni, ne trarrà spunto per una ricerca (e ritrovamento) nel tempo, di siti paleontologici in varie parti d'Italia: insieme ad Umberto Boni, botanico di vaglia, scopre persino un “philloceratide”, simulacro naturale di Roberto Deli alla scrivania conchiglia a forma di foglia e ne divulga il ritrovamento. Tra i suoi interessi c’è anche la politica, da cui a vent’anni si sente attratto, salvo ad abbandonarla subito sul nascere per via delle modalità attraverso le quali avrebbe dovuto accedere a quella strada. Umbro di origine, si attiva con un gruppo di amici per fondare la Pro Natura Terni, organizzando mostre, dibattiti, azioni politiche in difesa del territorio e per cercar di creare una coscienza contro l'inquinamento nell’ambito di quello che potrebbe essere il motto della sua vita “L’arma principale di lotta dev’essere la cultura” richiamandosi all’altro, celebre, di Eugenio Scalfari: “Solo la cultura ci potrà salvare”. Articoli, ricerche, corsi di scienze naturali, il suo interesse in quest’ambito si spinge talmente oltre che il Provveditorato agli Studi di Terni gli affida l’incarico di un corso di scienze ai docenti di Scuola Media. Usa la sua esperienza di entomologo per un lavoro sui coleotteri idrofili presenti in alcuni corsi d'acqua umbri e mentre prosegue gli studi di Medicina, presta la sua attività come dissettore per il Museo del suo Liceo e in seguito di quello di Zoologia a Roma. “Finchè – dice – non mi imbattei nell'essere umano”, per il quale, durante un proficuo internato in Chirurgia oncologica, comincia a nutrire un aperto "senso di empatia" che se da un lato si esprime nella creazione di un gruppo di assistenza ai malati terminali dall’altro lo spinge verso la carriera della ricerca. In virtù di un inestinguibile desiderio di conoscenza percorre le orme del grande Antonio Baratieri e di Carlo Miani, approfondendo le sue nozioni sulla polpa dentaria e relativa biologia: dalla polpa all'osso, dall’osso all’Ortodonzia, il passo è relativamente breve, anche se “dall’attività clinica – dice – gli verranno più dubbi che certezze”. Accompagnato dall’amicizia e dagli insegnamenti di Petrovic si diverte a giocare con la filosofia, la medicina e l'informatica, ponendo la diagnosi clinica come il principale esempio di metodo algoritmico - euristico. Nel suo eclettismo culturale, Deli annovera fondamentalmente anche la scrittura. Speculando sulle possibilità del pensiero critico scrive un volume dal titolo" La gestione delle informazioni in odontoiatria e ortodonzia”, ma dà un contributo scritto all'altra sua altra grande passione, la botanica, componendo, una “Guida al verde della passeggiata” un volume dedicato alla identificazione e descrizione delle piante del Verde Pubblico. Scrivere e raccontare metafore della vita è stata la sua passione quindi dopo questo testo, scrive su temi tecnici premettendo che descriveva solo uno specchio delle dinamiche di vita. Come è arrivato a scrivere un libro “il diamante donna” su un argomento completamente diverso dal passato ? Passo dopo passo oggi sto guardando l'uomo o la donna per posizionarli meglio nello spettro delle attività vitali. Studiare i comportamenti, vederne le fattezze col 3D ascoltare le parole o osservarne i gesti per soccorrere ognuno dalle proprie paure. Dagli insetti ai comportamenti umani con Levy-Strauss o alla psicologia o all'ascolto diretto delle persone mi continuo a perdere in un mondo fantasioso e fantastico di dinamiche universali. In questo momento della vita a partire dal volume “Il diamante donna” cominciai a mettere in luce pensieri che avevo elaborato nel corso degli anni ma tenevo in cantina. Come all'epoca che raccoglievo fossili o coleotteri lasciavo che riposassero nelle bacheche per poi andare un giorno all'improvviso a osservarne il significato all’interno del cosmo. La mia passione per la musica molto antica mi insegnò che ci vuole orecchio, ma anche naso e occhio clinico: tutto nasce dalla conoscenza approfondita, dalla passione, dall’empatia; in una parola dalla serendipità che unica dinamica complessa del pensiero ci rende ragione del mondo. Flash sulla carriera Laureato in Medicina all’Università Cattolica di Roma nel 1973 e specializzato in Odontostomatologia alla Sapienza nel 1975, dal 2002 è Ordinario di Ortodonzia, Gnatologia e Funzione masticatoria alla Cattolica. Direttore della UOC in Odontoiatria Riabilitativa ed Estetica al Policlinico Gemelli. Divenuto Presidente SOCI e SPQR (Società per le Prove di Qualità nella Ricerca in Ortognatodonzia) assume l’incarico di Direttore dei Master di II livello in “Comprehensive Orthodontics Therapy”, “Fisiologia e Patologia dell’Atm”, e “Ortognatodonzia Clinica” alla Cattolica. Dal 2009 al 2013 è anche Direttore del Dipartimento per l’Assistenza Sanitaria in Odontostomatologia al Gemelli e dal 2001 ad oggi Professore Ordinario di Malattie Odontostomatologiche per il CLOPD. Già Direttore dal 1993 al 2013 della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia della Cattolica e dal 1992 al ‘95 della Scuola Diretta a Fini speciali per Igienisti Dentali, è Visiting Professor nel 1992, all’Università di Nimega (Olanda) e dal 1978 al 1979, Visiting Assistant Professor in Continuing Education all’Università Illinois di Chicago (Usa). Dicono che La diverte cucinare oltre che scrivere. E’ così? Anche la cucina, eseguita con metodo soddisfa la mente e lo spirito come una buona musica. Poichè mi piace mangiar bene, mi pongo alcune domande sulle modalità di cottura o su come vengono trattati alcuni ingredienti. Cosa cambia cucinando a fuoco lento o vivace? Tutte le paste sono forse uguali? Cosa aggiunge il percolato di alici ad un buon arrosto? Carne, pesce, pasta migliorano forse se condite con un pizzico di estragone o di curcuma? Ed ancora: come rispettare l'equilibrio acido - base negli alimenti? Si può fare un buon piatto spendendo solo tre euro? Amore per le donne e la cucina: cosa c’è in comune fra queste due passioni? Credo che il Padreterno quando fece l'uomo, si limitò a cuocere del riso, aggiunse un po' di olio ed una spruzzata di limone. Quando fece la donna fu attratto dai profumi, dalle consistenze delle cose e cuocendo a fuoco lento realizzò piatti di vario sapore, digeribilità e forma, un po’ come faccio io, modestia a parte, nell'inventarmi una ricetta. Se il piatto non lo fai con amore non verrà bene, e, le donne sono state create con e per l'amore. Ciò non toglie che qualche volta ti prende la mano e metti troppo "amaro". Nel suo libro parla di bellezza e benessere: è forse questo che accomuna donne e cucina? Un piatto è buono quando solletica tutti i sensi: io assaggio un piatto solo alla fine. Tatto (mestolo), olfatto, vista ed infine assaggio (o mordo). “Mangiare è un’arte e forse più un fatto di intelligenza”: pensa che cucinare unisca uno e l’altro? L'emotività stimola ogni azione, la razionalità, la cultura e l'intelligenza guidano a costruirla. L'amore ti spinge ma l'intelligenza ti apre la mente a capire, cambiare, sopportare se serve. Roberto Deli e Pietro di Michele in veste di cuochi Tornando all’Ortodonzia, di cui ha la cattedra all’Università Cattolica di Roma, nei suoi prossimi programmi Deli annuncia l’arrivo di una piccola collana divulgativa per giovani dentisti e/o per i pazienti (“perché se non uniformiamo i linguaggi, come potremmo parlare di contratti condivisi”?). E si propone come portavoce di una "nuova Ortodonzia" che vede la persona ed il suo benessere al centro. Non più il molare come traguardo degli sforzi, ma la serenità sostenibile del paziente. Quindi una figura di un “dental coach” inserita in un percorso diagnostico e terapeutico chiamato est-etica e benessere. Al centro, la comprensione della gente e delle sue necessità attraverso l'antropologia, ossia psicologia e bellezza in senso lato. E porta l’esempio: “Se vediamo il collo del paziente un po’ edematoso pensiamo che potrebbe avere un problema tiroideo. Operiamo quindi da medici - dice - facendo diagnosi anche a costo di non fare terapia. L'etica deve guidarci ogni giorno per far star bene i pazienti e noi stessi”. Chi è Deli oggi ? Sempre lo stesso curioso che vuole mettere la sua cultura al servizio del progresso. Riscopriamo le nostre tradizioni culturali, culinarie, artistiche; tanto la cosiddetta "sistematica ortodontica" non può funzionare. Siamo ognuno diverso dall'altro nella struttura e nella emotività. Il bene non passa attraverso un filo. Pagina a cura di Claudia Tosi Consigliere Nazionale SUSO Da sinistra in alto: Adolfo Ferro, Peppe Fiorentino, Roberto Deli, Raoul D'Alessio, sotto: Roberto Martina, Alberto Laino, Carmela Savastano 15 LA FINESTRA SUL LABORATORIO La figura del Tecnico di posturometria nel laboratorio ortodontico Tecnici Ortodontisti Italiani La figura del TdP NASCE NEL 2002 come corso universitario triennale presso l’Università di SIENA grazie all’iniziativa di alcuni professionisti: Sergio Zanfrini Prof. Luciano Fonzi Cosa fa il TdP ? Il TDP durante il corso triennale viene istruito all’utilizzazione delle apparecchiature per la misurazione e alla conoscenza delle infinite variabili che possono alterare la postura di un individuo; grazie all'utilizzo di particolari strumenti elettronici e manuali, misura le varie proporzioni del paziente raccogliendo dati importanti, che saranno poi utilizzati per la valutazione generale del caso Il TdP NON FA DIAGNOSI Il TdP REFERTA GLI ESAMI CHE ESEGUE Dott. Giovanni Rocchi COLLABORAZIONI POSTUROMETRIA STRUMENTI MECCANICI STRUMENTI ELETTRONICI PODOSCOPIO ESEMPI DI STRUMENTI ELETTRONICI KINESIOGRAFO ELETTROMIOGRAFO T – SCAN SPINAL MOUSE PEDANA POSTURO-STABILOMETRICA Pedana Posturo Stabilometrica “LIZARD” Peso = Kg 3,750 Lunghezza = cm 53 Larghezza = cm 50 (25 x 2) Altezza = cm 3,5 16 IMPORTANTE ESEMPI DI STRUMENTI MECCANICI SCOLIOSOMETRO (analizzatore posturale) PODOSCOPIO SISTEMA MCS PROTRATTORE DI ROOT LIVELLA ILIACA INCLINOMETRO D’OSUALDO DELTA LEG KRM etc… L’analisi del movimento e la comparazione di più movimenti, la valutazione dell’attività mio-elettrica e posturo-stabilometrica non possono però essere apprezzate con strumenti meccanici, ecco perché strumenti elettronici in grado di oggettivarle e quantificarle diventano un supporto quasi indispensabile. I motivi per cui nel 2010 decisi di intraprendere il percorso di formazione triennale di Tecnico di Posturometria presso l'Università di Medicina e Chirurgia di Siena furono fondamentalmente due: comprendere pienamente le prescrizioni mediche sempre più contenenti riferimenti ad errati assetti posturali dei pazienti ai quali avrei dovuto confezionare il manufatto e, soprattutto offrire ai clinici con i quali collaboro la maggiore competenza professionale possibile. La partecipazione al corso di TDP mi ha permesso infatti di acquisire un linguaggio idoneo alla comprensione dei medici committenti e di potermi così confrontare con le diverse figure che si occupano di postura. In qualità di Tecnico di Posturometria non faccio diagnosi ma mi occupo delle misure necessarie a tal fine, avvalendomi dell' ausilio di una strumentazione specifica. In sintesi: la stima e la valutazione delle variabili che influenzano l'assetto posturale,e soprattutto la conoscenza delle interazioni tra esso e l'apparato stomatognatico fanno sì che dal nostro laboratorio escano manufatti che tengano conto della salute psico-fisica del paziente nella sua interezza e che arrechino quindi “ il minimo disturbo posturale” possibile. Ringrazio l'amico e socio ORTEC Enzo Bartolucci per le immagini degli strumenti presenti in questo articolo. Enzo Ciocci Titolare del Lab. Ortodontotecnico di Enzo Ciocci