Nfc, il telefonino come un portafoglio Corriere della Sera

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Nfc, il telefonino come un portafoglio Corriere della Sera
25 aprile 2014
Pagina 34
Corriere della Sera
Gruppo ICBPI ­ Dicono di noi
Nfc, il telefonino come un portafoglio
Pagare con lo smartphone: da martedì in vendita le Sim su cui si registrare le
informazioni della propria carta di credito L' iPhone (per ora) resta a guardare.
Lo usiamo come sveglia e come macchina
fotografica. Grazie alle applicazioni può
diventare un navigatore satellitare, una torcia o
una calcolatrice.
Ha imparato anche a rispondere alle nostre
domande, con gli assistenti virtuali Siri e
Cortana, e tra le notifiche di Facebook e le
conversazioni di WhatsApp è il primo pensiero
quando ci svegliamo al mattino e l' ultimo
prima di chiudere gli occhi. Ogni tanto capita
anche di fare qualche telefonata o di mandare
un tradizionale sms, ma sono sempre di più le
volte in cui lo smartphone, inseparabile
compagno di svago e lavoro per un italiano su
due, viene utilizzato come vera e propria
finestra sul resto del mondo. Tanto da renderlo
un' alternativa plausibile anche al portafoglio.
Ecco perché banche, operatori di telefonia
mobile e circuiti finanziari sono al lavoro da
anni per proporci soluzioni in grado di
sostituire completamente banconote e carte
con il telefonino. Tra qualche giorno, martedì
29 aprile, si comincia a fare sul serio con gli
attesi pagamenti via Nfc. Si tratta di una
tecnologia innovativa ma non nuova: i primi
esperimenti risalgono a 10 anni fa. L' Nfc,
abbreviazione di Near field communication, permette, in sostanza, a due dispositivi elettronici che si
trovano a una distanza inferiore a 4 centimetri di scambiarsi informazioni. La prossima settimana
Vodafone parte con la prima offerta in collaborazione con CartaSi e Mastercard. Bisogna dotarsi
innanzitutto di un telefonino Nfc, in Italia in questo momento ne circolano già 8 milioni, con Android. L'
applicazione che gestisce i pagamenti, Vodafone Wallet, funziona infatti per ora solo sul sistema
operativo del robottino verde. Più avanti arriverà anche quella per Windows Phone.
L' iPhone sta a guardare Escluso dalla partita l' iPhone. Apple è intenzionata ad adeguarsi con la sesta
versione del melafonino, ma per ora non ha aderito. L' Italia sembra pronta a rispondere con
convinzione: entro il 2015 il numero di smartphone Nfc in circolazione dovrebbe triplicare. Anche a
livello globale arrivano conferme in questo senso, con il 64% dei dispositivi abilitati entro il 2018. Il
secondo tassello è la Sim: per ora gli unici a poter trasferire sulla schedina del telefono le informazioni
della propria carta di credito o prepagata sono i possessori di una Vodafone Smartpass.
Questa tipologia di utenti, sono circa 500 mila, deve recarsi in un punto vendita dell' operatore,
acquistare la nuova Sim Nfc 4G e comunicare i dati di Smartpass. Non resta, a questo punto, che
rivolgersi a un esercente dotato di un Pos contactless ­ ce ne sono 150 mila e se ne trovano da
McDonald' s, Ikea o Esselunga ­ su cui far scorrere con disinvoltura lo smartphone al momento del
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pagamento. Per gli acquisti inferiori ai 25 euro non è necessario digitare alcun Pin. Azione da compiere
quando si supera la cifra per ragioni di sicurezza. Della tutela delle transazioni si occupa l' operatore
facendo viaggiare le informazioni sulla sua rete e installando un piccolo programmino sulla Sim.
L' Host Card Emulation Esiste in realtà una tecnologia, l' Host Card Emulation, che consente di gestire
in cloud il trasferimento dei dati e permetterebbe a Visa, Mastercard e alle banche di svincolarsi dagli
operatori. A livello commerciale, soprattutto in Italia dove il legame con la telefonia mobile è più forte di
quello con i pagamenti diversi dal contante, aiutano però a dialogare con una fetta più ampia di pubblico
ed è probabile che continueranno ad avere un ruolo centrale. Importante anche la sicurezza dello
smartphone. Secondo una recente ricerca di Opswat un terzo delle applicazioni presenti su Android è
potenzialmente dannosa: è consigliabile aggiornare sempre l' Os e dotarsi possibilmente di un antivirus.
Tornando alle caratteristiche dei nuovi pagamenti, se per qualche mese saranno limitati a chi ha la carta
Vodafone, in estate potranno cominciare a prenderci confidenza anche i clienti di Ubi e Mediolanum.
In luglio aprirà le porte anche Tim, con Intesa Sanpaolo, Mediolanum, Bnl, Ubi e CartaSi; e l '
integrazione della sua prepagata Tim Smartpay. Ed entro l' autunno saranno della partita Wind e 3Italia;
anche PosteMobile è pronta sulla linea di partenza. Una volta iniziate seriamente le danze comincia la
parte divertente: l' app di ogni operatore è una sorta di portafoglio elettronico all' interno del quale
selezionare la carta con cui si vuole pagare e attivare eventuali carta fedeltà, ticket restaurant,
promozioni precedentemente caricate e abbonamenti ai mezzi pubblici.
Diventerà un' abitudine?
«Nel giro di tre anni l' Nfc sarà un' abitudine per una cifra compresa fra 4 e gli 8 milioni di italiani»,
dichiara Valeria Portale, responsabile della ricerca sui pagamenti mobili del Politecnico di Milano. Dall'
analisi dell' ateneo risulta che a fine 2013 sono stati già fatti acquisti per 510 milioni di euro dallo
schermo dello smartphone, si pensi alle offerte di Groupon da catturare al volo anche se non ci si trova
davanti al computer fisso, e sono stati pagati beni o servizi in remoto, i ticket per i parcheggi ad
esempio, per 120 milioni. Se l' Nfc è un passo ulteriore per quello che riguarda le transazioni fisiche, si
guarda già al momento in cui sarà sufficiente aprire un' applicazione per pagare all' interno del negozio:
PayPal lo permette già con Checkin, funzionalità che consente all' esercente di verificare dal suo
smartphone l' identità di chi vuole pagare con l' app.
L' impronta digitale Altra novità, firmata PayPal e Samsung, è l' autenticazione con l' impronta digitale: al
momento del pagamento con PayPal si usa il polpastrello. Da Starbucks è sufficiente far scansionare il
Qr code presente sullo schermo dall' apposito lettore per farsi scalare il credito dal proprio conto. Ce n'
è, di smartphone, anche dall' altra parte della cassa, con i mobile Pos collegati al dispositivo di liberi
professionisti ed esercenti che non vogliono vincolarsi ai costi di un Pos classico ma hanno bisogno di
accontentare i clienti dotati di carta o bancomat. Invece del canone mensile viene applicata una
percentuale, intorno al 2,75%, su ogni transazione. CartaSi e Banca Intesa hanno già lanciato la loro
soluzione, Poste Italiane si è affidata alla startup tedesca Payleven mentre l' italiana Jusp sta sparando i
primi colpi proprio in queste settimane. Il cerchio si chiude con l' inserimento nelle ultime versioni di
questi Pos dell' Nfc. Da qualsiasi parte della cassa la si guardi, il portafoglio è vicino alla pensione.
Martina Pennisi.
Martina Pennisi
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