A un atto politico si risponde con un atto politico
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A un atto politico si risponde con un atto politico
anno i - n° 0 domenica 27 novembre 2016 www.gazzettamolisana.com E-mail: [email protected] Arturo Messere L’Oscar del giorno lo assegniamo ad Arturo Messere. Da anni sulla breccia forense molisana, si è sempre mostrato attento ai temi della stampa. Ha difeso, spesso gratuitamente, non pochi colleghi incappati in querele per diffamazione a mezzo stampa. Difendendo, così, il principio della libertà di stampa. L’Ardire La conta in Consiglio comunale di Giuseppe Saluppo L a politica è fatta di scelte. E’ fatta, soprattutto, di atti. I(l sindaco di Campobasso, Antonio Battista, ha ritenuto di dovere portare la Giunta da sei a sette e, poi, da sette a nove assessori. Una scelta politica. a questa decisione, non pochi i mal di pancia all’interno della stessa maggioranza. Il consigliere Bucci, dopo un’attenta analisi politica e amministrativa, ha ritenuto quell’atto di nomina insensato e lontano dalla situazione economica cittadina. Il consigliere Madonna aveva sollecitato il sindaco a considerare Coralbo come probabile assessore mentre spazio e visibilità erano stati chiesti da Maroncelli. Da sempre su posizioni critiche, il consigliere Ambrosio. Sul fronte delle opposizioni, da registrare la conferenza stampa dei quattro consiglieri Civici che hanno ‘sparato’ sulla cattiva gestione amministrativa della Giunta Battista in questi due anni e mezzo di attività. I grillini, al momento, tacciono salvo una sortita sul suo profilo facebook di Praitano. Come silenzio dalle parti di Pascale e Di Bartolomeo. Ora, però, si pone la questione politica. Se è vero che la Giunta comunale fino a questo momento non avrebbe rispettato il programma elettorale e prodotto nulla e che l’allargamento a 9 assessori è solo il solito passaggio per accontentare qualcuno la mozione di sfiducia è la logica risposta. Per portare all’attenzione dei cittadini il tema politico e le disfunzioni amministrative. Altrimenti, avremmo registrato i soliti triti e inutili ritornelli. Le solite chiacchiere. Il Consiglio comunale di Campobasso dovrebbe rispecchiare, invece, ben altro. Un altro respiro, una visione. E, allora, che la discussione sia alla luce del sole. Che ognuno dica la sua. E si faccia la conta. Per la chiarezza. seguici anche su Facebook e IL NOSTRO TAPIRO IL NOSTRO OSCAR Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione Direttore Responsabile: giuseppe saluppo vimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso redazione tel: 0874.484486 email: [email protected] twitter De Bernardo-Rubino Il Tapiro ai neo assessori al comune di Campobasso, Francesco De Bernardo e Maria Rubino. Il sindaco, con il suo “black monday” da saldo di fine mandato, ne prende due e ne paga uno. Ai due, che cumuleranno stipendio e indennità, sarà infatti corrisposto un appannaggio da dividere a metà. Una vera e propria liquidazione a prezzi di realizzo. Del resto Parigi val bene una messa. A un atto politico si risponde con un atto politico: la sfiducia Dove sono le firme di grillini, civici e quello che resta del centrodestra? E i dissenzienti del centrosinistra? servizio a pagina 2 IL FATTO pagina 3 Il Molise sbeffeggiato da Renzi: Frattura applaude, Petraroia protesta Pare che il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi intenda spendere uno degli ultimi giorni della campagna referendaria nel Molise di cui ha fatto a più riprese menzione e allusione, e sempre in termini ironici e critici, rappresentandolo come una sorte di zimbello www.gazzettamolisana.com 2 TAaglio lto 27 novembre 2016 La Giunta sale a 9 assessori, mentre non si intravedono iniziative all’orizzonte La Giunta comunale di Campobasso è fatta. Ben 9 assessori. Qualche anno fa, se non andiamo errati, quando fece capolino la proposta di allargare la Giunta, si levò un coro di proteste. Alla data di oggi, ancora nessuna mozione di sfiducia da parte delle opposizioni. Intanto, la città continua a restare nel pantano. Risultato? Un tetro immobilismo amministrativo e nessuna risposta ai problemi che si frappongono alla vita dei cittadini: viabilità, traffico, sicurezza scolastica, mobilità, sanità, commercio, sicurezza eccetera eccetera. Finanche il munifico settore edilizio sembra essersi per il momento acquietato. Il che per un’amministrazione che ama vedere colare il cemento al centro come in periferia, nelle lottizzazioni, nelle zone di recupero e in quelle agricole, si rivela una dolorosa astinenza. Ma avrà tempo di rifarsi, non appena, prima o poi, uscirà dal tunnel in cui si trova. Le coscienze più sensibili tra i consiglieri (strano, ma ce ne sono!) vivono come in tranche questa transizione, col peso dell’inutilità, sottomesse al potere dei numeri e della volgarità politica asservita agli interessi personali, di gruppo e dei partiti. Campobasso, lentamente scivola nel pantano Le opposizioni sono nelle condizioni di presentare una mozione di sfiducia? Del resto, altro atto politico vero non c’è Gli interessi collettivi infatti non hanno peso, anzi, non hanno identità autonoma, ma contrassegnata dall’identità di chi crede di interpretarli: sia esso il sindaco, l’assessore, o il semplice consigliere rompipalle! In assenza d’idee, costoro potrebbero almeno scartabellare il programma elettorale e trarne qualche spunto. L’inedia, però, neanche questo consente. Gli amministratori di Palazzo san Giorgio sono inebetiti. Non ancora s’accorgono che il presidente della giunta regionale, mettendo in piedi un colossale concorso internazionale d’idee destinato alla realizzazione della sede (un’opera pubblica colossale), per poi inabissarlo, ha giocato con la città come il gatto gioca col topo. E dunque, tra chi gioca e chi non fa niente, al tirar delle somme, il conto in rosso di una città che sopravvive a sé stessa, a rischio collassamento. Qualche mese fa abbiamo registrato e tradotto in pagina l’accorato richiamo di Nunzio Ruta (padre del senatore Roberto), che di Campobasso è stato il sindaco di maggiore personalità e concretezza, perché l’amministrazione restituisse la Campobasso “attrattiva, ben curata, accogliente, e tale da non sfigurare nei confronti dei centri abitati, anche molto piccoli, della nostra comunità regionale, che sono stati ampiamente riqualificati e oggi destano unanime ammirazione”, nonché edulcorato interprete (per compostezza di stile) della rabbia della gente di Campobasso che non ha venduto il proprio cervello alla fazione politica e assiste sconcertata al cedimento dell’amministrazione di Palazzo san Giorgio alla partigianeria e allo strumentalismo del governo regionale che non si cura del diritto di Campobasso di essere assistita e valorizzata nella funzione direzionale, nella esplicazione dei servizi essenziali, nella corrispondenza alle esigenze della pendolarità e della integrazione dell’università nel tessuto sociale e culturale che nonostante tutto permane. “Immigrati, il Molise fa la sua parte” Il Presidente del Consiglio regionale del Molise, Vincenzo Cotugno, confermato alla guida del gruppo di lavoro per i “Minori immigrati non accompagnati” della CALRE, la Conferenza delle Assemblee Legislative delle Regioni Europee. Si tratta di un risultato storico per il Molise che, al pari delle altre regioni italiane, si è visto riconosciuto il proprio valore e l’identica dignità costituzionale delle altre autonomie locali. L’aver incassato la fiducia di tutti i partecipanti alla Conferenza, nonostante lo Statuto imponesse a due anni il limite di mandato per i coordinatori dei gruppi di lavoro, è stato un chiaro attestato di stima e riconoscenza per il lavoro portato avanti dal presidente Cotugno, lavoro supportato dallo straordinario apporto del procuratore capo del Tribunale dei Minori di Campobasso, Claudio di Ruzza, e dei docenti dell’ Università del Molise, Michele Della Morte e Stefania Giova Un’eccezione, deliberata all’unanimità dai membri europei della Conferenza, che riconosce pari dignità alla nostra regione al cospetto delle altre autonomie nazionali ed europee, a testimonianza della bontà del lavoro svolto inizialmente da Vincenzo Niro e in quest’ultimo anno dal presidente Cotugno che, di fatti, ha Il presidente del Consiglio regionale, Cotugno, ha rilanciato San Giuliano di Puglia per ospitare 1.000 minori immigrati avuto la capacità di affrontare con chiarezza e determinazione un problema sociale gravissimo: l’accoglienza e l’integrazione dei minori immigrati senza famiglia. “E’ un impegno che ho formalmente preso e che porterò avanti con determinazione, come fatto fino ad ora” le dichiarazioni del Presidente Cotugno di ritorno dal vertice europeo svoltosi a Varese “sono molto soddisfatto per i giudizi estremamente positivi espressi dalla Conferenza Europea che, riconoscendo l’ottimo lavoro del gruppo da me coordinato, è riuscita a superare il limite del mandato dettato dallo Statuto e che ci consentirà il proseguimento del lavoro svolto fino ad oggi. Un lavoro certosino che ha portato alla stesura di un documento finale che presto sarà all’attenzione della Commissione europea e che prevede, tra l’altro, la candidatura del villaggio temporaneo di San Giuliano di Puglia per l’accoglienza di circa 1000 minori non accompagnati. Il Molise relativamente all’accoglienza degli immigrati ha già fatto la sua parte” sostiene deciso Cotugno “l’Europa non può e non deve lasciarci soli nella gestione di questo fenomeno ormai epocale, deve imporre le quote stabilite a tutti gli stati membri. I numeri sono drammatici e destinati a crescere sempre di più, rischiando di mettere in crisi la stessa coesione sociale del Paese. Sono d’accordo con il presidente della Lombardia Cattaneo, quando ribadisce che le regioni, oggi, rappresentano l’unica salvezza per l’Europa, se queste avranno la forza e la capacità di svolgere un ruolo politico fondamentale. All’incontro europeo, per il Molise, erano presenti anche i vicepresidenti dell’assise regionale, Nicola Cavaliere e Filippo Monaco, a testimonianza di quanto sia importante, per il riconoscimento di un uguale valore del Molise al cospetto delle altre regioni, l’unità e la determinazione di tutte le componenti politiche e sociali. 3 TAaglio lto 26 novembre 2016 “Ci viene tolto il diritto di esprimere il nostro voto ecco perchè questa riforma non ci piace. Non ho tessere di partito in tasca. Dico a tutti che si deve votare sapendo cosa c’è in palio“. Così, Gianfranco Fini parlando a Campobasso per sostenere le ragioni del No rispetto alla riforma costituzionale presentata dal governo. “Qualora dovesse passare il Sì, significherebbe perdere la sovranità popolare e lasciare tutto nelle mani dei grandi gruppi e potentati finanziari. Un Senato che vedrebbe 100 esponenti votati dai consiglieri regionali e non più dai cittadini, privato della possibilità di sfiduciare il governo che, a questo punto, non avrebbe più un contrappeso”. L’onorevole Fini, oggi presidente dell’associazione Liberaldestra, è intervenuto a Campobasso per partecipare all’incontro organizzato da Azione nazionale, il nuovo movimento che sta sorgendo a destra e che si richiama al modello di quella che fu Al- Pare che il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi intenda spendere uno degli ultimi giorni della campagna referendaria nel Molise di cui ha fatto a più riprese menzione e allusione, e sempre in termini ironici e critici, rappresentandolo come una sorte di zimbello istituzionale, con la pretesa di promuoversi turisticamente in Cina e con la classe politica regionale tenacemente legata al portafoglio e per questo schierata per il No, al fine di non dover equiparare la propria indennità (in basso) a quella del sindaco Battista. Il presidente Frattura, sbeffeggiato dalle Iene proprio sulle indennità, ancorché con qualche fastidio giudiziario favorevolmente risolto in quanto archiviato, di Renzi, che del Molise ne ha fatto una sorte di zimbello istituzionale, va continuando a decantarne l’intelligenza, la fecondità di pensiero, la brillantezza dell’eloquio, il coraggio, e in questo assieme di pregi e qualità, anche il ringraziamento personale e quello del popolo molisano in quanto, attraverso lo sbeffeggiamento, avrebbe tratto una autorevole quanto gratuita promozione e pubblicizzazione. Difatti, argomenta Frattura, ponendolo all’attenzione del Paese, dell’Europa e del Mondo, il Paese, l’Europa e il Mondo non si priveranno della voglia di volerlo conoscere, vistandolo, questo tocco d’Italia, così particolarmente curato dal capo del governo, finendo - dice Frattura - per ricavarne favore economico e successo d’immagine. Siamo alle peggiori masturbazioni mentali, alla sterilizzazione del buonsenso comune, alla piaggeria più smodata e sfacciata e, se davvero Renzi vorrà conquistare una “Il No al referendum, contro l’espropriazione del voto” Gianfranco Fini a Campobasso al convegno di Azione nazionale leanza nazionale. Movimento che vede come coordinatore regionale, Carlo Perrella e coordinatore provinciale di Campobasso, Paolo Di Zanna. “Credo nel cambio di forma della Repubblica ha continuato l’ex presidente della Camera - la Repubblica dovrebbe essere di tipo presidenziale come in Francia. Con un Presidente della Repubblica direttamente eletto dal popolo e che nomini lui stesso il presidente del Consiglio. Ma non è minimamente pensabile che non sia il cittadino a votare quelle che sono le articolazioni parlamentari e istituzionali. Non è la prima volta che si fanno le riforme è falso quello che dice Matteo Renzi quando sostiene che se non si fanno ora le riforme non si fanno più. Renzi mente sapendo di mentire. Ci provammo a cambiare la Costituzione ma non ci riuscimmo. Il no non deve spaventare. A livello economico non accadrà nulla. Come non è accaduto nemmeno con la vittoria di Trump in Usa” Il Molise sbeffeggiato da Renzi: Frattura applaude, Petraroia protesta quota di Sì alla sua proposta di riforma costituzionale, non avrà certo difficoltà a dire che egli il Molise lo ama, che la classe politica regionale è tra le migliori d’Italia, che il presidente Frattura è uno dei gioielli della sua collezione di rinnovatori della politica, dell’economia, e della morale pubblica. La platea che verosimilmente gli farà da sfondo, non mancherà di riservargli la “standing ovation”. A non applaudirlo e a non essergli grato per lo sbeffeggiamento mediatico, certamente il consigliere regionale Michele Petraroia che, contrariamente a Frattura, a Renzi ha rimesso una missiva in cui, con molto garbo, sui riferimenti rivolti al Molise, puntualmente lo rimbecca. La missiva è lunga, per cui ne stralciamo solo alcuni passaggi che però danno il senso del … dissenso. “Al solo scopo di chiarire i termini della questione, puntualizzo che tra i 6 mila euro di indennità lorda prevista per il Consigliere Regionale del Mo- lise, ed i 4.870 euro lordi del Sindaco del Capoluogo sussiste un’oggettiva differenza pari a 1.130 euro lordi mensili, che moltiplicati per 21 Consiglieri sommano l’importo di 23.730 euro al mese e a 284.760 euro annui. E’ indubbio che in caso di affermazione del SI in Molise ci sarà questa riduzione dell’indennità a beneficio delle casse statali, ma ho il serio timore che in base al medesimo parametro i Consiglieri Regionali di Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania, Liguria e di buona parte delle restanti regioni italiane percepiranno un’indennità superiore, perché i Sindaci delle città capoluogo percepiscono indennità rapportate al numero degli abitanti e quindi più elevate di quelle del Sindaco di Campobasso. Chiarito sul piano aritmetico che l’argomento utilizzato si traduce in un aumento della spesa pubblica e non in un risparmio, rimane sul piano politico un presidente del Consiglio dei ministri che nell’esercizio delle proprie fun- zioni, al cospetto di milioni di italiani, e in più circostanze, esprime un giudizio non positivo su amministratori regionali non allineati con la propria posizione” Quindi Petraroia rammenta a Renzi che “ Il Presidente Monti, nell’esercizio delle proprie funzioni propose una normativa, tempestivamente approvata dal Parlamento, per ridurre le indennità di tutti i consiglieri regionali italiani, facendo parlare gli atti e rispettando gli altri livelli istituzionali. Se si intende perseguire un obiettivo, e si è al Capo del Governo da 1000 giorni, e si è a Capo del Partito di Maggioranza, si predispongono e si adottano provvedimenti amministrativi in linea con i propri convincimenti, ivi compresa la proposta di semplificare, ridurre o accorpare le 20 regioni italiane se lo si ritiene necessario … Non aver esercitato tale prerogativa è stata una scelta; non aver votato a favore della proposta di legge sulla riduzione delle indennità dei parlamentari è stata una scelta; non aver predisposto alcun atto sulla riduzione del numero delle regioni italiane è stata una scelta; aver deciso di concedere il bonus cultura o il bonus bèbè a tutti e non solo a chi è meno fortunato è stata una scelta; così come non aver diminuito la spesa sugli armamenti o quella di dotare la presidenza del Consiglio di un nuovo aereo dal costo di 165 milioni di euro. Politicamente non ho condiviso l’abrogazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la riforma della scuola, le modifiche costituzionali, il taglio dell’Imu o di altre imposte a chi detiene redditi alti, e ne ho tratto le conseguenze insieme ad alcuni parlamentari del Pd che negli ultimi 18 mesi, non si sono ritrovati nel progetto del Partito della Nazione che apre a destra e rompe a sinistra anche sul piano culturale”. Ribadito il No alla riforma, dulcis in fundo, un breve memorandum dei guai riservati al Molise. “Sul piano politico ho sollevato e solleverò temi sul taglio di 142 milioni di fondi europei rispetto al periodo precedente di programmazione; la mancata garanzia delle fruibilità dei livelli essenziali di assistenza nella sanità pubblica regionale; l’arretratezza delle infrastrutture a partire dal collegamento ferroviario con Roma e il mancato completamento della ricostruzione post-terremoto dopo 14 anni dal 31 ottobre 2002. Non mi convince una politica ostentata che non si misura sul merito dei problemi, non considera il pluralismo un valore, e non svolge la propria funzione di ascolto sociale e di sintesi istituzionale. Il Molise è un vaso di coccio tra vasi di ferro, con un milione di oriundi sparsi per il mondo e 312 mila residenti; è alle prese con la fuga dello Stato che taglia e razionalizza abbandonando le aree svantaggiate; è oggetto di attenzione della criminalità organizzata e vive una crisi di difficile evoluzione, ma non per questo può essere portato ad esempio in negativo dal capo del Governo, come se fosse la sola eccezione negativa tra tante regioni virtuose”. Dardo 4 TAaglio lto 27 novembre 2016 Il 28 novembre alla Fondazione di Via Milano a Campobasso, conferenza stampa di presentazione dell’App “Molisè” Ohibò! Del consigliere regionale delegato alla cultura avevamo perso memoria, né alle orecchie sono arrivati segnali percepibili di eventi, manifestazioni, programmi di valorizzazione del patrimonio culturale molisano, delle tradizioni popolari, delle arti e della storia locali di cui si fosse mai occupato. Risucchiato in basso dalla carenza di volontà politica, di una pur minima capacità istituzionale di riassumere e coordinare ciò che, nonostante tutto, il territorio molisano è autonomamente (ancorché autarchicamente) in grado culturalmente di esprimere, è riemerso all’improvviso con un comunicato molto stringato ma di un qualche contenuto. Per cui lo cogliamo come un auspicio, un augurio che una volta questo governo regionale toglierà il disturbo, il prossimo torni a considerare centrali e strategici le attività culturali e quelle turistiche, affidandosi agli assessorati e non ai consiglieri delegati. Per il turismo il futuro è particolarmente incerto, legato all’esito del referendum costituzionale. Se passa il Sì, la materia torna ad essere di competenza dello Stato. Riavremo probabilmente di nuovo gli Enti del Turi- La tecnologia in soccorso della promozione della cultura Il problema che rimane aperto (e insoluto) è l’assenza di una politica culturale, di un sistema stabile e incardinato di operatività tra l’azione promozionale delle istituzioni locali e le libere espressioni e le libere iniziative dell’apparato privato smo, che la Regione ha smantellato, come strutture periferiche del ministero di Roma. Un ritorno alle origini. Chiusa parentesi, veniamo al comunicato stampa firmato dal consigliere regionale delegato alla cultura, Domenico Ioffredi: “Lunedì 28 novembre, di Angela Fusco Perrella* Quanto successo a Isernia, con un gruppo di immigrati che si è radunato davanti alla Prefettura per lamentare la mancanza di assistenza medica e la mancanza di cibo, rappresenta l’ennesima criticità nelle procedure di accoglienza che negli ultimi tempi sono state riscontrate in Molise, basti ricordare le avvertenze lanciate dall’Ordine dei medici di Campobasso sull’emergenza sanitaria, le azioni di protesta andate in scena a Sant’Elena Sannita e, proprio negli ultimi giorni, a Venafro. È innegabile che si debba parlare di una vera e propria emergenza immigrazione nel Molise, il quale probabilmente ha dato, in termini di popolazione e di densità territoriale, più di quanto effettivamente poteva concedere, e questo risulta evidente dai dati presentati lo scorso mese di ottobre dal Dossier Statistico Immigrazione 2016, che parla di una percentuale di migranti del 1,09% rispetto alla popolazione residente, nettamente più alta rispetto alla media nazionale, addirittura cinque volte tanto rispetto a Campania e Lombardia, ferme allo 0,22%. Nell’ultimo anno si è passati da 1.605 a 3.396 migranti ospitati (2.921 presso le 49 strutture di accoglienza accreditate e altri 475 del progetto Sprar), con un aumento addirittura del 111,59%, un dato senza termini di paragone nel resto del alle ore 10.30, presso la sala riunioni del Palazzo Ex-Gil, in via Milano a Campobasso, conferenza stampa di presentazione dell’App “Molisè”. L’app ufficiale dell’assessorato alla cultura della Regione Molise (ma dove, ma quando, di quale assessorato alla cultura parla Ioffredi! – ndr), rappresenta una guida completa del territorio Molisano che raccoglie i dati e le informazioni relativi ai luoghi della cultura più importanti della regione, al fine di consentirne una migliore fruizione. L’app, già disponibile per le piattaforme iOS e Android, consentirà inoltre di monitorare e pubblicizzare i principali eventi culturali che si svolgeranno nei comuni molisani. Ulteriori dettagli sul progetto verranno delineati durante la conferenza stampa”. E’ un progetto o è già un’applicazione disponibile per le piattaforme iOS e Android? Al di là queste discrasie (quella dell’assessorato è una panzana di Ioffredi che, forse, inconsapevolmente, più che un delegato dal- l’ex cognato Frattura, si vorrebbe ritenere un assessore), l’iniziativa va considerata per buona ed opportuna, quantomeno sul piano della ricognizione e dell’informazione per dimostrare che, sapendolo leggere, il territorio molisano è ricco di citazioni, di reperti, di elementi che al concetto di cultura forniscono un significativo contributo, anche di novità. Il problema che rimane aperto (e insoluto), è l’assenza di una politica culturale, di un sistema stabile e incardinato di operatività tra l’azione promozionale delle istituzioni locali e le libere espressioni e le libere iniziative dell’apparato privato. Come non detto. Dardo Immigrazione, una legge regionale per disciplinare gli interventi territorio nazionale. Ovviamente una densità così elevata ha generato inevitabili problematiche, soprattutto per la difficoltà di raccordare gli interventi e distribuire i migranti in maniera equa e attenta alle esigenze e alle possibilità del territorio. A fronte degli oltre 12 mila stranieri stabiliti in Molise, con il flusso migratorio in costante crescita, emerge la necessità di un intervento normativo in materia per regolamentare nei suoi vari aspetti questo fenomeno sociale; una necessità che avevamo avvertito già nel recente passato, difatti il 30 ottobre 2013 presentammo, insieme al collega Sabusco, una proposta di legge ad hoc, che permettesse al Molise di essere al passo con quanto già realizzato da regioni virtuose quali l’Emilia Romagna, la Liguria, le Marche o il Lazio. Una proposta che in questo momento torna quanto mai d’attualità, perché nata con lo spirito di realizzare pari opportunità di accesso ai servizi e di valorizzare la consapevolezza dei diritti e dei doveri relativi alla condizione di cittadino straniero immigrato. Al contempo è un’iniziativa che dà alla Regione gli strumenti per l’esercizio delle funzioni di regolazione, programmazione, coordinamento, monitoraggio e valuta- zione degli interventi, attraverso l’adozione di uno specifico programma triennale che costituisce il riferimento per la definizione degli obiettivi e delle strategie degli enti locali. Vengono difatti disciplinati gli interventi specifici in favore dei cittadini immigrati, in particolare in materia di assistenza sociale, assistenza sanitaria e politiche abitative, nonché i programmi di protezione a favore di richiedenti asilo e rifugiati, le misure straordinarie di accoglienza in occasione di eventi eccezionali e le iniziative di rientro e reinserimento nei paesi di origine, con particolare attenzione, altresì, all’adozione di misure contro la discriminazione. Una legge che se approvata non comporterà oneri per il bilancio, in quanto gli interventi da essa previsti da un lato fanno riferimento alla legge regionale n. 13/2014 per quanto riguarda gli aspetti più prettamente sociali, dall’altro, per le attività culturali, ricreative e similari, può essere finanziata con i bandi annuali del Fondo FAMI, un motivo in più quindi per affermarne la validità e l’importanza. Un complesso di misure che potrebbe regolamentare l’attuale situazione determinata dall’arrivo di immigrati in Molise senza alcun criterio logico, un’accoglienza che se realizzata secondo gli attuali canoni non fa altro che prestare il fianco ad iniziative becere di business; per queste ragioni siamo convinti che il Presidente della Quarta Commissione Nunzia Lattanzio, che in passato ha sempre dimostrato particolare attenzione nell’affrontare le problematiche sociali del territorio molisano, aprirà al più presto la discussione su questa proposta di legge per dare quelle risposte concrete che ci chiede il territorio. *Consigliere regionale del Molise 5 TAaglio lto 27 novembre 2016 Con l’avvio del Master di primo livello in gestione dell’emergenza e post emergenza Anche il volontariato, ch’è espressione alta della solidarietà, ha bisogno di essere svolto ormai con apporti sempre più qualificati, per essere meglio produttivo e adeguato alle situazioni di emergenza che si vanno manifestano con crescente violenza sul territorio, con conseguenze spesso drammatiche. Il volontariato è un apporto prezioso, insostituibile, soprattutto nella fase emergenziale, la più delicata, la più complicata. Alla tempestività degli interventi occorrono conoscenza e competenza che, se sono proprie degli organismi tecnici della Protezione civile, si vogliono che lo siano anche per i volontari. Quindi la è la Formazione la chiave di volta di questo obiettivo di “adeguamento”, anzi di “arricchimento” delle dotazioni personali dei volontari, quale che sia la circostanza che li vede all’opera. Per questo prendiamo con particolare interesse la notizia che esce dall’università del Molise e che riguarda, appunto, l’avvio di un progetto di alta formazione, unico nel suo genere a livello nazionale, rivolto a docenti di ogni ordine e grado, a personale sanitario, volontari di associazioni di assistenza e soccorso, personale di enti ed amministrazioni, e a chiunque ricopre ruoli e incarichi a stretto contatto con le comunità locali. Un progetto serio, contraddistinto da 1.500 ore di formazione, e che, a conclusione, è in grado di presentare figure di riferimento per le comunità in caso di calamità naturali o emergenze territoriali e Grazie all’università, il Molise potrà vantare un corpo di volontariato altamente specializzato La possibilità di avere figure di riferimento sul territorio, professionalità ed esperti in grado di coordinare, pianificare e interagire con tutte le forze in campo nel caso di eventi calamitosi, ma anche in circostanze di emergenza sociale, è un salutare, rassicurante, vantaggio sociali particolarmente aggiornate, formate, e professionalizzate. Obiettivo coperto ampiamente dalle materie del percorso formativo, che vanno dallo studio delle emergenze medico-chirurgiche, al disturbo post traumatico da stress, alla pedagogia e alla didat- tica dell’emergenza, alla psicologia sociale, alle tecniche di sostegno psico-educativo-sociale nelle emergenze, alla sociologia, al counseling, alla comunicazione, alle normative di riferimento, alla progettazione di piani di emergenza e di evacuazione, agli strumenti e alle metodologie per la logistica e la sicurezza. Dall’ampiezza dell’arco delle materie, si ha la misura del livello di questo formativo di questo Master di primo livello in gestione dell’emergenza e post emergenza, promosso dall’università del Molise e dall’Ufficio scolastico del Molise, unico nel suo genere a livello nazionale, in cui interagiscono in sinergia più dipartimenti dell’università e l’Ufficio scolastico regionale del Molise, col patrocinio della Regione Molise, della Croce Rossa Italiana, della Protezione civile, della Provincia e del Comune di Campobasso e del Comune di San Giuliano di Puglia simbolo, nel bene e nel male, dell’emergenza e del post-emergenza nel Molise e nel Paese. Questa università del Molise che provvede a darsi un ruolo oltre il proprio, strettamente accademico, per aprirsi al territorio alla ricerca di contatti che ne possano esaltare la missione, indubbiamente piace. La chiamata in causa della Regione, della Croce Rossa Italiana, della Protezione civile, della Provincia e del Comune di Campobasso e del Comune di San Giuliano di Puglia è un dato che non ha precedenti. In una regione ad alto rischio sismico, in particolare, tralasciando tutte le altre possibilità calamità naturali, la possibilità di avere nella sua dotazione strutturale figure di riferimento sul territorio, professionalità ed esperti in grado di coordinare, pianificare e interagire con tutte le forze in campo nel caso di eventi calamitosi, ma anche in circostanze di emergenza sociale, è un salutare, rassicurante, vantaggio. Dardo Prepariamoci ad accogliere Gesù a Natale di Mons. Gabriele Teti Ogni anno la Chiesa incomincia il nuovo anno liturgico con questa prima domenica dell’Avvento. Iniziano,oggi, quattro settimane di preparazione al Natale, la venuta del Signore nella storia umana. Gesù, il Figlio del Dio vivo, è venuto più di 2000 anni fa, cambiando definitivamente il cammino dell’umanità per portarci la salvezza eterna e, quindi, una speranza e un senso decisivo ad ogni vita umana. Ma la nostra salvezza, in virtù di questo evento prodigioso, non è automatica: Cristo non può salvarci contro la nostra volontà e, soprattutto, senza la nostra attiva collaborazione e la nostra piena accettazione. Come è stato accolto il Figlio di Dio la prima volta che è venuto? Pochissimi erano pronti, perchè è venuto in un modo inaspettato; nacque povero, figlio di un falegname, visse nascosto per trent’anni e, dopo tre anni di vita pubblica, in cui ammaestrò i suoi apostoli, fu crocifisso. Tre giorni dopo è resuscitato apparendo e inviando i suoi discepoli a costruire la Chiesa. Dopo la sua ascensione al cielo, ha mandato il suo Spirito Santo e, attraverso la sua presenza, Gesù e il Padre continuano a venire da noi per abitare nel nostro cuore. Ed è proprio tramite lo Spirito Santo, attraverso i sacramenti, e nel battesimo specialmente, che conquistiamo la salvezza. Dunque, prepariamoci ad accogliere Gesù a Natale, reale ma invisibile, l’amico più intimo che viene per salvarci. Facciamogli spa- zio nel nostro cuore, affinché il suo Spirito Santo possa entrarvi ed edificarvi il suo santo tempio. Viviamo questa realtà, o abbiamo già mandato via Gesù, con le nostre scelte da egoisti ? L’Avvento è il momento propizio per rivedere il nostro rapporto con Gesù, e prepararci ad accoglierlo risolutamente nelle nostre scelte di ogni giorno. Sgombriamo il cuore dagli ostacoli che impediscono la venuta di Cristo nel no- stro intimo. Lasceremo entrare Gesù nella nostra vita nella misura in cui sapremo avvertire l’instabilità della nostra esistenza nel tempo, e rammentandoci di essere pellegrini, in viaggio verso la patria dell’eternità. Non lasciamoci travolgere a nostra volta da ciò che è vano, da ciò che andrà perso nelle bufere della vita: meditiamo sulle nostre scelte. La liturgia di oggi ci scuote dal nostro torpore, e alimenta il nostro coraggio. L’invito è a puntare lo sguardo, fare attenzione, star svegli, rinnovare la vigilanza e con essa la speranza. Per questo dobbiamo mantenerci fedeli al Signore, perchè non ci trovi impreparati: “ Vegliate dunque, perchè non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà ! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a che ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti, perché nell’ora che non immaginate, viene il figlio dell’uomo “. per scaricare il giornale: www.gazzettamolisana.com seguici su: Twitter e Facebook per contattarci: [email protected] Tel. redazione 0874.484486