1 Il presente volume è una pubblicazione di IIP Srl
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Note Il presente volume è una pubblicazione di IIP Srl – Istituto Italiano dei Plastici Srl – Via Pasubio 5, 24044 Dalmine (BG) e IPPR – Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo – Via San Vittore 36, 20123 Milano Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione parziale o totale di quanto compreso nella presente pubblicazione Eventuali pubblicazioni di estratti del presente volume devono essere preventivamente autorizzate da IIP srl e IPPR 1 Le attività di IIP - Istituto Italiano dei Plastici srl I.I.P. Srl è un Organismo di Certificazione di sistemi di gestione (Qualità, Ambiente, Sicurezza ed Etica), di Prodotto (IIP-UNI), di Ispezione e laboratorio prove. IIP fa parte della Federazione CISQ e del network internazionale IQ-Net e partecipa ai comitati di normazione Uniplast e CEN. Fondato nel 1956 con l’obiettivo di promuovere la qualità dei prodotti in plastica e gomma e delle applicazioni nei diversi settori di riferimento, l'IIP Srl, col passare del tempo, ha ampliato il suo campo di interesse per meglio svolgere il suo compito: la promozione della Qualità nell'area dei prodotti industriali e dei servizi. L'IIP Srl promuove, sviluppa e difende l'impiego di materiali, impianti e servizi di Qualità prodotti in conformità alle Norme vigenti. Svolge attività di formazione sui temi della qualità nei sistemi di gestione e dei prodotti, sui sistemi di gestione ambientale e per la sicurezza. Inoltre, IIP Srl è dotato di un proprio laboratorio prove accreditato Accredia-Sinal (Sistema nazionale di accreditamento dei laboratori di prova) in conformità alla norma UNI EN ISO/IEC 17025. IIP srl è notificato dal Ministero dell’Industria per la Direttiva 89/106 CEE, relativa ad alcune categorie di prodotti da costruzione. CERTIFICAZIONE DI SISTEMI DI GESTIONE AZIENDALE IIP srl certifica i sistemi di gestione per la qualità secondo ISO 9001, ambiente secondo ISO 14001 ed EMAS, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro secondo BS Ohsas 18001, sicurezza alimentare secondo ISO 22000, ISO 15378, EN 15593, e responsabilità sociale secondo SA 8000. La certificazione dei sistemi di gestione delle aziende fatta da IIP srl viene contraddistinta dal marchio IIP; per le aziende del settore carta, il marchio IIP è accompagnato dal marchio CertiCarGraf di proprietà di Assografici. CERTIFICAZIONE DI PRODOTTI In campo volontario, la certificazione di prodotto di IIP srl è contrassegnata da marchi IIP (conformità a norme nazionale ed internazionali), i principali marchi di conformità di prodotto rilasciati da IIP srl sono: IIP-UNI ( di proprietà UNI), Piip (di proprietà di IIP), MPI (di proprietà di IIP), PSV (di proprietà di IPPR), BRC e GMP-Fefco. Le attività di supporto per la marcatura CE riguardano prodotti per l’edilizia come serramenti, lastre per isolamento termico, membrane impermeabilizzanti, geotessili e geosintetici. CARATTERIZZAZIONE FISICO-MECCANICA E PRESTAZIONALE IIP srl effettua caratterizzazioni fisico meccaniche e prestazionali direttamente nel proprio laboratorio su materie prime, prodotti-manufatti come condotte (tubi e raccordi) in materia plastica per il trasporto di fluidi in pressione (acqua e gas), serramenti (porte, finestre, sistemi oscuranti) ed isolanti termici ed acustici (pannelli in EPS, ed altri materiali isolanti) per la marcatura CE e su altri manufatti in plastica e carta; per alcuni di questi manufatti IIP srl effettua il lavoro di caratterizzazione richiesta per la loro marcatura CE. 2 ISPEZIONI DI PARTE TERZA IIP srl effettua attività di ispezione su sistemi di gestione e su prodotti-processi di aziende di produzione e servizi. ACCREDITAMENTI E NOTIFICHE Per l’effettuazione delle attività di certificazione ed ispezione e per le prove di laboratorio, IIP srl: - è accreditato da ACCREDIA (per gli specifici accreditamenti visitare il sito www.accredia.it); - è autorizzato-notificato dai Ministeri dello Sviluppo Economico, Interni ed Infrastrutture per specifiche attività di ispezione e prove in supporto alla certificazione di natura cogente, come quelle richieste per la marcatura CE di manufatti per edilizia; - è autorizzato-accreditato dal Comitato Ecolabel ed Ecoaudit sezione EMAS Italia per la convalida delle dichiarazioni ambientali EMAS e dal Ministero dell’Ambiente per la verifica delle comunicazioni delle emissioni di gas serra; - è autorizzato da Euroheat & Power per la certificazione del rivestimento in polietilene di tubi per teleriscaldamento; - è membro della Federazione CISQ (Certificazione Italiana Sistemi Qualità) e per suo tramite di IQNet (Network Internazionale di Enti di Certificazione). Le attività di IPPR – Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo IPPR nasce per offrire una piattaforma di visibilità a tutte le aziende produttrici e distributrici di plastiche da riciclo e relativi manufatti. Crea un incontro tra domanda e offerta nell’ambito degli acquisti verdi sia tra aziende private sia tra aziende e Pubblica Amministrazione IPPR rappresenta un vero e proprio store del prodotto ecologico in plastica. Vuole inoltre essere un contesto di educazione e promozione in grado di fare cultura delle plastiche da riciclo presso scuole, istituzioni, cittadinanza, Grande Distribuzione Organizzata e Imprese. Il Marchio “,Plastica Seconda Vita” – Una ecoetichetta unica nel suo genere È un sistema di certificazione ambientale di prodotto, dedicato ai materiali ed ai manufatti ottenuti dalla lavorazione dei rifiuti plastici; Introduce il concetto di “qualità” nelle plastiche di riciclo Introduce il concetto di “rintracciabilità” dei materiali riciclati 3 seconda vita ,plastica ,plastica seconda vita ata seconda vita da zi rac colta differen r i-p n rod ca otti in Tos ,plastica ,plastica seconda vita da s a ,plastica seconda vita le r ia cart t s u o ind eco e logical pip ,plastica ,plastica seconda vita seconda vita food ntact co mix eco Il Marchio “,Plastica Seconda Vita” è uno strumento utilissimo: Per le aziende, perché permette di qualificare i manufatti e le materie prime seconde. Per le Pubbliche Amministrazioni, perché consente di riconoscere i manufatti rientranti negli Acquisti Pubblici Verdi (GPP o Green Public Procurement). Per i cittadini, perchè permette loro di operare scelte eco-compatibili e attuare comportamenti ambientalmente virtuosi. Per la Grande Distribuzione Organizzata, perché permette di rispondere attivamente alle sempre maggiori richieste di consumi eco-sostenibili da parte di una clientela sensibile ai temi ambientali e di anticipare le tendenze in tal senso. Per l’ambiente, perché promuove l’utilizzo di risorse rinnovabili (i rifiuti). Il Marchio “,Plastica Seconda Vita” per le aziende Il marchio “,Plastica Seconda Vita” richiede l’evidenza della conformità del materiale rigenerato alle norme UNI – UNIPLAST 10667. Dette norme individuano quei requisiti minimi che il polimero da riciclo deve avere affinché lo stesso sia idoneo e performante per la sua trasformazione in un manufatto. Materie Prime Seconde (MPS) – Il ruolo di PSV nell’identificazione delle MPS La nozione giuridica di “MPS” discende dalla normativa rifiuti. In particolare il DM 5/2/98 prevede che il rifiuto in plastica cessi di essere tale quando lo stesso è conforme alla specifica UNI-UNIPLAST 10667 (all. 1, sub all. 1, tip. 6.1 e 6.2 del DM 5/2/98). Tale conformità va dimostrata mediante perizia sul materiale. Il marchio “,Plastica Seconda Vita”, attestando la conformità del materiale alle specifiche UNIUNIPLAST 10667, è strumento tecnico-giuridico idoneo a classificare le MPS in plastica. 4 La tracciabilità PSV introduce il concetto di tracciabilità nel flusso dei rifiuti. Il marchio certifica, nella versione PSV da Raccolta Differenziata, la conformità ai requisiti della Circolare del Ministero dell’Ambiente del 4 agosto 2004, in attuazione del DM 203/03, con riferimento all’identità, rintracciabilità e contenuto percentuale di materie plastiche da post-consumo. Nelle altre versioni ( es. PSVsi, PSVmixeco, PSVfoodcontact), considerando materiali di origine diversa da quelli previsti dal DM 203 (es. scarti industriali), il Marchio certifica esclusivamente il rispetto dei limiti minimi di materiali riciclati come riportati dalla suddetta circolare. Il fabbricante è quindi in grado di fornire assicurazione al mercato circa l’attuazione in continuo di un’efficace sistema di identificazione, rintracciabilità e controlli effettuati e descritti in un’apposita procedura tecnica verificata periodicamente dall’ente di certificazione. La tracciabilità contribuisce inoltre a definire al meglio le caratteristiche reologiche e di lavorabilità del lotto di rifiuti. I materiali da riciclo a contatto con alimenti Il marchio “,Plastica Seconda Vita Food Contact” si applica nei seguenti casi: - materie plastiche post consumo e manufatti realizzati con tali materie secondo quanto previsto dal DM 21 marzo 1973 e successivi aggiornamenti o materie plastiche da riciclo soggette ad autorizzazione secondo quanto previsto dal Regolamento (CE) n. 282/2008; - manufatti fabbricati utilizzando ritagli di plastica e/o scarti della produzione conformi al Regolamento (UE) n. 10/2011 riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari; - manufatti in cui la plastica riciclata post consumo è utilizzata dietro una barriera funzionale in plastica vergine, conformemente al Regolamento (UE) n. 10/2011. Il Marchio “,Plastica Seconda Vita” per le Pubblica Amministrazione come strumento di riconoscibilità Nella versione PSV da Raccolta Differenziata, il Marchio certifica la conformità del materiale o del manufatto ai requisiti riportati nel DM 203/03 (Acquisti Pubblici Verdi o Green Public Procurement-GPP) e nella circolare Min. Amb. 4 agosto 2004. Il DM 203/03 prevede l’obbligo (a carico della Pubblica Amministrazione) di acquisto di almeno 3 manufatti su 10 in materiale di riciclo. La Pubblica Amministrazione richiede all’Azienda, in fase di gara, una perizia giurata che dimostri la conformità del manufatto al DM 203/03. Il marchio “,Plastica Seconda Vita” attesta, mediante una perizia giurata, la conformità del manufatto alle specifiche di cui al citato decreto. Il Marchio “,Plastica Seconda Vita” per la Grande Distribuzione Organizzata PSV promuove la diffusione dei manufatti in plastica da riciclo presso la Pubblica Amministrazione e la Grande Distribuzione Organizzata. In particolare, una Grande Distribuzione Organizzata sempre più attenta e sensibile alla variabile ambientale va aumentando il pressing sui trasformatori affinché questi garantiscano prodotti in plastica “verde”. Da qui l’importanza di fornire alla Grande Distribuzione Organizzata (ma anche alla Pubblica Amministrazione) una eco-etichetta – “,Plastica Seconda Vita” – 5 sinonimo di plastica “verde”, posto che le materie plastiche sono per natura “verdi”, in quanto riciclabili e riciclate. Il Marchio “,Plastica Seconda Vita” per l’ambiente Contribuisce allo sviluppo della raccolta differenziata, lì dove i materiali raccolti e poi riciclati trovano un mercato anche grazie all’azione di promozione operata dal marchio “,Plastica Seconda Vita”. PSV contribuisce a far conoscere le materie plastiche e le loro possibilità di riciclo, diffondendone quindi un’immagine più rassicurante. “,Plastica Seconda Vita” dimostra che la plastica è un materiale vincente in termini di sostenibilità ambientale, non solo perché, come già detto, è riciclabile ma anche perché è riciclata. Il Marchio “,Plastica Seconda Vita” per i cittadini Oltre 600 prodotti a marchio PSV in diverse categorie merceologiche permettono a cittadini e Pubblica Amministrazione di orientare le proprie scelte e i propri comportamenti in senso ecosostenibile. I prodotti a marchio permettono di creare consapevolezza circa i minori impatti ambientali legati a scelte virtuose. PSV dà certezza circa il contenuto di plastica da riciclo nei manufatti e, nella versione PSV da Raccolta Differenziata, circa la conformità ai requisiti di cui al DM 203/03. Il Marchio “,Plastica Seconda Vita” premia lo sforzo compiuto da cittadini e Pubblica Amministrazione nella raccolta differenziata. A titolo esemplificativo riportiamo alcune tipologie di prodotti che hanno già ottenuto il marchio “,Plastica Seconda Vita”: Edilizia: isolanti, membrane, vespai. Pavimentazione: piastrelle, mattonelle, griglie. Imballaggi: shopper, bobine, contenitori per creme e cosmetici, flaconi, pallet, vaschette per alimenti. Florovivaistica: compostiere, vasi per piante e fiori, attrezzi e arredi da giardino. Raccolta rifiuti: contenitori per la raccolta differenziata, sacchetti raccolta rifiuti. Arredo urbano: panchine, fioriere, cestini, casette, recinzioni, porta biciclette, bacheche. Materiali: scaglie, compound, grani. Ottica: occhiali da sole e da vista. Filati: filati per abbigliamento e linea auto, arredo casa. Arredo commerciale: divisori per scaffali, piantana porta prezzi, cestini e carrelli porta spesa, separatore ripiani. Prodotti per la casa: stendini, mollette, cestini porta mollette, porta penne. 6 LINEA GUIDA PER LA CERTIFICAZIONE A MARCHIO Plastica Seconda Vita (PSV)* RIFERIMENTI Regolamento di certificazione PSV – edizione corrente. Regole particolari per la certificazione a marchio PSV. Regolamento di certificazione a marchio PSV Food Contact e Regole Particolari applicabili. PREDISPOSIZIONE DELLA RELAZIONE TECNICA Per ottenere la certificazione a marchio PSV l’organizzazione deve impostare ed attuare un sistema organizzativo in grado di dare evidenza dei requisiti previsti dal Regolamento di certificazione e Regole particolari. In termini sintetici i requisiti da rispettare sono i seguenti: 1) Rispetto del limite minimo dei contenuti di materie plastiche riciclate per le diverse varianti del marchio PSV (raccolta differenziata, scarto industriale, mix-eco, ecological pipe, PSV Food Contact) come riportati nei rispettivi regolamenti di certificazione. 2) Garanzia di identificazione documentale e rintracciabilità dei diversi materiali da riciclo, dal prodotto finito sino alle materie prime/rifiuto di origine. 3) Nel caso di materie prime da riciclo, rispetto dei requisiti previsti dalle corrispondenti norme applicabili della serie UNI 10667. 4) Nel caso di materiali e manufatti destinati a contenere alimenti, rispetto dei requisiti e legislazione applicabile (es. D.M. 21 /3/73 e successivi aggiornamenti, Reg. (CE) 2023/2006, Reg. (CE) 282/2008). L’evidenza del rispetto dei requisiti previsti dal marchio PSV deve essere descritta in una” Relazione Tecnica” prevista obbligatoriamente dal Regolamento di Certificazione. In particolare il Regolamento al paragrafo 5.1 richiede che la Relazione copra i seguenti punti: descrizione del prodotto da certificare specificando: - le parti in materiale riciclato; - il peso complessivo del prodotto; - il peso del materiale riciclato utilizzato per la realizzazione del prodotto; - le caratteristiche prestazionali del prodotto; - descrizione del piano di controllo adottato con particolare riferimento al controllo, identificazione e rintracciabilità del prodotto da certificare. 7 Inoltre, nel caso del PSV Food Contact, la Relazione deve essere integrata con: quando previsto, una copia dell’autorizzazione rilasciata dalla Commissione UE su parere favorevole dell’EFSA – European Food Safety Agency come previsto dal Regolamento (CE) 282/2008; i risultati delle prove previste per la conformità al D.M. 21/3/73 e successivi aggiornamenti; una dichiarazione di conformità secondo quanto previsto dal D.M. 21/3/73 e successivi aggiornamenti o dal Regolamento (CE) 282/2008 per le materie plastiche di riciclo soggette ad autorizzazione; una descrizione del sistema di assicurazione della qualità attuato e conforme al Regolamento (CE) 2023/2006 o al Regolamento (CE) 282/2008 per le materie plastiche di riciclo soggette ad autorizzazione. CONTENUTI DELLA RELAZIONE TECNICA La presente guida elenca i contenuti minimi della Relazione Tecnica previsti dal Regolamento di Certificazione nelle diverse varianti del Marchio PSV. Gli esempi riportati non hanno carattere esaustivo ed hanno solo un valore indicativo. La relazione tecnica può essere integrata richiamando procedure o specifiche tecniche interne, istruzioni operative ecc. 1) Descrizione dell’azienda Al fine di consentire una chiara una comprensione dell’attività svolta dall’organizzazione, è necessario inserire una presentazione generale dell’azienda (es. data di costituzione, scopo sociale, attività svolta, numero dipendenti, sedi, ecc). Accompagnare la descrizione dell’attività con un organigramma/funzionigramma che descriva la struttura funzionale e i rapporti gerarchici sino alle funzioni di primo livello (es. Presidente, Direttore Generale, Resp. Produzione, Resp. Ricerca e Sviluppo, Acquisti, Resp. Marketing-Commerciale,Resp. Amministrazione e Finanza, Resp. Manutenzione, Resp. Assicurazione Qualità, resp. Magazzino e logistica, capo reparto, ecc.). Es. “Rossi srl è un’azienda che produce e commercializza imballaggi industriali sin dal 1990 ed opera sul mercato italiano ed europeo. La sede legale è in Milano, via Pestalozzi 5 mentre l’attività produttiva viene realizzata presso i seguenti siti: sito A via Bianchi 5 – cap ….. Rovigo; sito B via Verdi 2 – cap ….. Palermo. I riferimenti sono i seguenti : tel……….; fax…………..; email………..; sito internet …………….. L’attività come riportata sulla visura del certificato della CCIAA è la seguente: “Progettazione, produzione e commercializzazione di imballaggi industriali. L’organizzazione è rappresentata nell’organigramma (Allegato 1)”. 8 2) Descrizione del tipo di prodotto Descrivere il prodotto che si intende certificare (dimensioni, forma, peso eventualmente accompagnando il tutto con immagini dello stesso) con indicazione delle parti anche in peso costituite da materiale riciclato (specificare se si tratta di pre-consumo e quindi materiale che arriva da scarti industriali) o postconsumo (cioè dalla raccolta dei rifiuti anche differenziata) o un loro mix. Es. “I prodotti in materiale riciclato vengono realizzati con materie prime da riciclo derivanti da rifiuti (raccolta differenziata) con i seguenti codici CER 151902, ecc.. In particolare i prodotti realizzati con materiale riciclato sono i seguenti due: prodotto A e prodotto B (V. immagine e scheda tecnica allegata che specifica che i prodotti sono realizzati al 100% con materie plastiche derivanti da raccolta differenziata, peso, spessore minimo ed altre caratteristiche fisico-meccaniche). I prodotti sono realizzati mediante stampaggio ad iniezione”. Nel caso il prodotto finale siano materie prime (es. granuli di Polietilene), quando applicabile, deve essere dichiarata la conformità alla corrispondente norma della serie UNI 10667 in quanto la verifica del rispetto di tali requisiti fa parte del processo di valutazione. 9 Es. di materia prima polietilene e verifica delle caratteristiche previste dalla UNI 10667-2 Caratteristica Campo di utilizzo del RPE Metodo di analisi Contenuto di PE Soffiaggio corpi cavi, stampaggio ad iniezione, estrusione tubi e profili, soffiaggio a bolla o estrusione a testa piana di film In accordo tra le parti Indice di fluidità Soffiaggio corpi cavi, stampaggio ad iniezione, estrusione tubi e profili, soffiaggio a bolla o estrusione a testa piana di film ISO 1133 Massa volumica Soffiaggio corpi cavi, stampaggio ad iniezione, estrusione tubi e profili, soffiaggio a bolla o estrusione a testa piana di film ISO 1183 Contaminazioni Soffiaggio corpi cavi, stampaggio ad iniezione, estrusione tubi e profili, soffiaggio a bolla o estrusione a testa piana di film UNI 10667-2 Appendice Colore Soffiaggio corpi cavi, stampaggio ad iniezione, estrusione tubi e profili, soffiaggio a bolla o estrusione a testa piana di film Scala pantone Urto Izod Stampaggio ad iniezione UNI EN ISO 180 Urto Charpy Stampaggio ad iniezione UNI EN ISO 179 Ceneri Stampaggio ad iniezione ISO 3451-1 Caratteristiche a trazione Estrusione tubi e profili 3) UNI EN ISO 527-1 e 2 Descrizione del processo produttivo E’ necessario che la relazione tecnica descriva dettagliatamente le modalità di realizzazione del prodotto (anche richiamando specifiche interne, procedure gestionali o istruzioni operative ecc). Il processo produttivo parte in genere dall’acquisizione di un ordine o per produrre prodotti che devono andare in giacenza (scorte). In genere, l’organizzazione deve predisporre dei documenti (ciclo di lavorazione o istruzioni operative che devono essere identificate) che, per ciascun prodotto, descrivono tutto il processo produttivo che copre le diverse fasi: - approvvigionamento materie prime a magazzino (es. schede di prelievo materiale a magazzino); controllo sulle materie prime (controllo documentale o mediante prove di laboratorio); avvio produzione e controlli in fase iniziale (es. all’avvio di produzione vengono impostati i parametri della macchina o impianto di trasformazione come ad esempio le tolleranze ed il tiro in un processo di calandratura). Dopo una prima campionatura in genere vengono fatte delle misurazioni sul prodotto per verificare la corrispondenza alle specifiche di partenza (es. nel caso di un imballaggio flessibile lo spessore, il peso, la larghezza del film, o altre caratteristiche qualitative come puntinature/difetti visivi, corrispondenza colore, planarità ecc.). Tutti questi controlli devono - essere descritti in apposite procedure, inoltre devono essere elencate e gestite le attrezzature e strumenti di misura con cui sono effettuati i controllo qualità sulle materie prime, durante il processo produttivo e sui prodotti finali; modalità di confezionamento: es. in scatole, bancali ecc.; gestione dei prodotti e materie prime non conformi. 10 Es. di ciclo di lavorazione: CICLO DI LAVORAZIONE Fase 4) Operazioni Istruzione operativa Modalità di controllo Tipologia controllo 1 Controllo materia prima di ingresso Controllo specifiche di prodotto secondo parametri previsti Controllo certificato di conformità o dichiarazione fornitore Documentale e attraverso prove di laboratorio 2 Stampaggio Impostazione parametri di produzione e controllo stampaggio Controllo parametri macchina con parametri scheda di produzione Visivo 3 Controllo parti stampate Controllo visivo 100% e verifica peso Controllo in avvio produzione e poi secondo piano di campionamento definito Controllo sui primi 20 pezzi di avvio produzione; controllo ogni ora sui pezzi stampati 4 Montaggio Controllo visivo e assemblaggio Verifica di assemblaggio e di assenza difetti Visivo 5 Confezionamento Imballaggio in scatole Verifica disponibilità materiali di confezionamento Visivo Rintracciabilità ed identificazione prodotto: E’ uno degli aspetti più importanti da descrivere nella relazione tecnica. In particolare, l’azienda deve descrivere come garantisce la rintracciabilità del prodotto in tutte le sue fasi di lavorazione, in modo da consentire anche a soggetti esterni di effettuare un percorso a ritroso dal prodotto finito sino alle materie prime specifiche ( e alla loro origine) utilizzate per la sua realizzazione. In genere tutto ciò viene realizzato assegnando codici alle materie prime, registrandoli nelle commesse di lavorazione (numeri di lotto), riportando dei codici identificativi sul prodotto o nel suo imballo primario. Le registrazioni della rintracciabilità documentale possono essere fatte sia su documenti cartacei che informatici. 11 Es. di documenti e registrazioni utilizzati per garantire la rintracciabilità e l’identificazione Processo Documento di registrazione Approvvigionamento - Lista Fornitori qualificati - Offerta fornitore o ordine di acquisto - Documento di trasporto o formulario rifiuto - Rapporto di prova del fornitore - Registrazione numero di lotto fornitore o ricevente interno all’organizzazione - Cartellini di pesa Produzione - Scheda di lavorazione che deve riportare: numero di lotto materie prime, ordine di produzione o ordine cliente, registrazione controlli in produzione, data e ora di produzione, nome e firma operatore di produzione o controllo qualità ecc. - Registrazione di non conformità - Registrazione dei controlli di taratura e verifica degli strumenti per il controllo qualità (es. bilance…) Imballaggio - Cartellini di identificazione riportanti ordine cliente o produzione e numero di lotto - Documento di trasporto Inoltre, l’organizzazione deve elaborare periodicamente un bilancio di massa relativo ai diversi tipi di prodotti realizzati, input di materia prima, quantitativi di prodotti realizzati e materie prime utilizzate. PRESCRIZIONI PER IL MARCHIO PSV Food Contact. Per le organizzazioni interessate ad ottenere il marchio PSV Food Contact, la Relazione Tecnica deve essere integrata con i seguenti documenti ed informazioni: * * * quando previsto, da una copia dell’autorizzazione rilasciata dalla Commissione UE su parere favorevole dell’EFSA – European Food Safety Agency come previsto dal Regolamento (CE) 282/2008. i risultati delle prove previste per la conformità al D.M. 21/3/73, successivi aggiornamenti e al Regolamento (UE) n. 10/2011; da una dichiarazione di conformità secondo quanto previsto dal Regolamento (UE) n. 10/2011 o dal Regolamento (CE) 282/2008 per le materie plastiche di riciclo soggette ad autorizzazione; 12 * da una descrizione del sistema di assicurazione della qualità attuato e conforme al Regolamento (CE) 2023/2006 o al Regolamento (CE) 282/2008 per le materie plastiche di riciclo soggette ad autorizzazione. Il sistema di assicurazione della qualità attuato e conforme al Regolamento CE 2023 è sviluppato secondo quanto previsto dalle Linee Guida Cast dell’Istituto Superiore della Sanità ISS e secondo quanto previsto dalle Regole Particolari per il marchio PSV Food Contact nella sua edizione in vigore. In particolare, l’organizzazione deve sviluppare ed attuare un’ analisi dei pericoli e gestione dei rischi riferiti alla sicurezza alimentare (es. studio HACCP conforme al Codex Alimentarius CAC/RCP 1-1969, Rev.4/2003). Es. di Piano HACCP FASE Pericolo CCP N° (n° e nome) Dosaggio Errata formulazi one degli additivi 1 Limite Critico (parametro e valore) MONITORAGGIO < 1% rispetto a specifica S01 Pesatura con sistema automatico e allarme QUANDO CHI REGISTR. CORREZIONE Controllo in continuo Addetto linea Registro PLC Segregazione delle bobine COME Blocco della produzione Ripristino prassi operative In particolare si segnalano per la preparazione della relazione o fascicolo tecnico i seguenti elementi che devono essere descritti: 1) Politica La direzione deve definire i requisiti relativamente alle caratteristiche di sicurezza alimentare con particolare riguardo all’aspetto PSV. Gli obiettivi devono essere resi pubblici ed indirizzati ai diversi reparti definendo le responsabilità ed i tempi di realizzazione. 2) Analisi dei pericoli e valutazione dei rischi L’Organizzazione deve avere implementato e applicato un sistema per l’analisi dei pericoli (haccp) e la valutazione dei rischi riferito a tutte le fasi del processo, dall’approvvigionamento dei materiali alla fase di spedizione dei prodotti finiti a marchio “PSV – Food Contact”. Deve essere costituito un team per lo sviluppo ed implementazione dell’haccp che dimostri le competenze relative ai diversi processi aziendali e produttivi e nelle diverse discipline tecniche necessarie all’applicazione dell’analisi dei rischi. Per ogni fase del processo possono essere definite diversi livelli di controllo e monitoraggio in funzione di quanto emerso dall’analisi dei pericoli e valutazione dei rischi. Le funzioni aziendali coinvolte nell’implementazione, aggiornamento e mantenimento di tale sistema devono essere opportunamente formate e avere adeguata esperienza nel settore. Essa deve essere basata sull’uso atteso dei prodotti realizzati. 13 L’analisi dei pericoli e la valutazione dei rischi devono comprendere le seguenti fasi: Deve essere definito un diagramma di flusso che includa tutte le fasi del processo, incluse quelle gestite dagli outsourcer; Devono essere identificati e registrati tutti i pericoli riferiti a ciascuna fase del processo; Devono essere definite appropriate misure di controllo per la gestione dei pericoli individuati. Per ciascun pericolo individuato, deve essere valutato il livello di rischio in funzione della probabilità d’accadimento e della gravità dello stesso. Per ciascun rischio individuato deve essere definito uno specifico metodo di monitoraggio. Qualora in una fase del processo il livello di rischio raggiunga un livello considerato inaccettabile (limite critico), devono essere definite ed applicate adeguate correzioni sul prodotto non conforme e azioni correttive per evitarne il ripetersi. 1) Descrizione del prodotto e specifiche dei materiali Le specifiche devono essere adeguate e precise e devono assicurare la conformità ai requisiti di sicurezza e legalità inerenti. L’Organizzazione deve definire e riesaminare regolarmente le specifiche riferite ai: materiali in ingresso da trasformare che dovrebbero essere dettagliate in specifici capitolati concordati con i fornitori i prodotti realizzati in funzione dell’uso atteso/dichiarato e dalla specifiche che dovrebbero essere dettagliate nei capitolati concordati con i clienti. Le istruzioni operative di produzione devono soddisfare le formulazioni come dettagliato nelle specifiche e devono essere implementate. I materiali in ingresso e i prodotti finiti devono essere conformi alle disposizioni legislative per i materiali plastici destinati al contatto alimentare. Essi devono essere riferiti alle categorie PSV definte: PSV da raccolta differenziata, PSV da scarto industriale ; PSV Mixed ECO. 2) Gestione dei reclami La relazione tecnica deve richiamare l’applicazione di una procedura per la gestione dei reclami provenienti da clienti e/o consumatori che preveda un’analisi delle cause, appropriate azioni in funzione della gravità e frequenza delle segnalazioni ricevute. Le registrazioni dei reclami ricevuti, riferiti ai prodotti marchiati, devono essere mantenute attraverso la compilazione di un apposito registro, così come le evidenze della loro gestione, evidenze delle misure intraprese per porvi rimedio ed evitarne il ripetersi, la verifica della loro efficacia e considerazioni sull’eventuale ripetitività degli stessi. 14 3) Identificazione del prodotto L’organizzazione deve avere una procedura per la gestione tempestiva del ritiro dal mercato dei prodotti finiti. Essa deve definire le modalità d’identificazione dei prodotti finiti, la comunicazione con i clienti e il rientro dei prodotti coinvolti. I prodotti ritirati devono essere gestiti come prodotti non conformi. 4) Approvazione e monitoraggio dei fornitori La relazione tecnica deve specificare che tutti i materiali approvvigionati (plastiche riciclate) devono essere acquistati da fornitori approvati e/o qualificati in base alla loro capacità di fornire materiali idonei per la realizzazione di prodotti finiti conformi al Regolamento di Certificazione. Capitolati di fornitura che garantiscano il costante rispetto dei requisiti concordati devono essere definiti. Come minimo i materiali approvvigionati devono soddisfare i seguenti requisiti: tracciabilità secondo il Regolamento 1935/2004/CE; dichiarazione di conformità secondo quanto stabilito dal Regolamento (UE) n. 10/2011 Conformità al Regolamento 2023/2006/CE; Conformità al Regolamento CE 282/2008. Inoltre deve essere specificato che i fornitori devono essere monitorati appropriatamente e i risultati della valutazione devono essere registrati. L’Organizzazione deve definire e implementare metodi per garantire l’approvvigionamento di materiali selezionati per la realizzazione di prodotti finiti conformi al Regolamento di Certificazione, attraverso audit/ispezioni presso i fornitori, appropriata documentazione (certificati d'analisi, certificati di conformità), prove e analisi eseguite internamente o presso laboratori terzi. 5) Outsourcing L’organizzazione deve estendere il suo sistema di gestione a tutti i processi affidati agli outsourcer. Ciò deve essere definito attraverso contratti scritti. I processi affidati agli outsourcers (subcontractors) devono essere indicati e considerati nell’ambito dell’analisi dei pericoli e gestione dei rischi. Gli outsourcer devono essere auditati, valutati, approvati e monitorati dall’Organizzazione. Registrazioni di tali attività devono essere mantenute. 6) Controllo del processo di produzione Il processo produttivo deve essere tenuto sotto controllo attraverso il Sistema di Assicurazione di Qualità in modo da garantire e documentare che il materiale prodotto risponda alle normative di riferimento sui materiali e oggetti in contatto con alimenti e sia conformi al Regolamento di Certificazione. Nella relazione tecnica dovranno quindi essere richiamate procedure, che definiscano e disciplinino, come minimo, tutte le fasi della produzione di seguito elencate: Progettazione e sviluppo del prodotto in funzione dell’utilizzo previsto; Verifica, controllo e selezione dei materiali di partenza; I processi di lavaggio e di pulizia profonda dei materiali di partenza; 15 Il dosaggio/miscelazione dei materiali di partenza e degli additivi, incluso l’eventuale riciclo/riutilizzo di materiali. Il riscaldamento/estrusione del prodotto e, in generale, tutte le condizioni operative degli impianti. Tutte le successive fasi del processo produttivo, in funzione delle considerazioni scaturite dall’analisi dei pericoli e gestione dei rischi. Il controllo, monitoraggio e registrazione dei parametri di processo. 7) Controllo dei prodotti finiti La relazione tecnica deve specificare i controlli sul prodotto finito. Come minimo i seguenti aspetti dovranno essere considerati per evidenziare eventuali limitazioni e restrizioni di utilizzo in funzione dell’uso atteso del prodotto realizzato: informazioni e controlli riferiti ai materiali di partenza utilizzati (plastiche provenienti da riciclo); controllo del processo produttivo applicato. Registrazioni saranno raccolte e rese disponibili per dimostrare l’esecuzione dei controlli e la conformità rispetto le specifiche tecniche definite e la legislazione di riferimento. L’Organizzazione deve adottare appropriate procedure, protocolli analitici e utilizzare adeguate strutture per eseguire test e analisi critiche sui prodotti realizzati per garantire la qualità, sicurezza alimentare la conformità legale e al Regolamento di Certificazione, riferite alle condizioni di utilizzo finale del prodotto realizzato. Tali procedure devono assicurare l’affidabilità dei risultati di laboratorio e devono includere: uso di metodiche analitiche riconosciute, ove disponibili. Se tali metodi non sono disponibili, può essere utilizzato un metodo analitico con caratteristiche di prestazione adeguate alla caratteristica da verificare, in attesa di elaborazione di un metodo convalidato. la disponibilità di personale adeguatamente qualificato, addestrato e competente per condurre le analisi e i test previsti. adozione di un sistema per verificare l’accuratezza dei risultati analitici ottenuti (es. test in doppio). utilizzo di attrezzature di laboratorio adeguatamente tarate e mantenute. Qualora l’organizzazione non abbia dimensioni o risorse adeguate, tali attività possono essere eseguite presso laboratori esterni che devono utilizzare metodi di prova concordati, documentati, riconosciuti e devono operare in conformità alla norma ISO/IEC 17025. I risultati delle attività sopraelencate devono essere documentati. 16 8) Immagazzinamento dei materiali di partenza, dei prodotti finiti, trasporto e consegna La relazione tecnica deve specificare le condizioni di immagazzinamento dei materiali e dei prodotti. Le condizioni di stoccaggio, di movimentazione e di trasporto dei materiali di partenza, semilavorati e prodotti finiti devono essere tali da garantire che essi non siano esposti ad alcun rischio di deterioramento e contaminazione (inclusi odori anomali). Controlli dovranno essere eseguiti e documentati per prevenire ed eliminare qualsiasi rischio di contaminazione e dovranno includere: Monitoraggio degli infestanti in tutte le aree di deposito; Controllo e verifica dei pallet prima dell’utilizzo. Essi dovranno essere idonei per l’utilizzo, puliti, privi di corpi estranei, infestanti, odori anomali e ogni altra fonte di contaminazione; Qualora siano affidate a terzi le attività di immagazzinamento di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, i magazzini devono garantire lo stesso livello di igiene e controllo applicate ai magazzini interni. Verifiche in tal senso saranno eseguite e documentate dall’Organizzazione. 9) Fonti di contaminazione La relazione deve specificare quali sono le misure adottate dall’organizzazione per prevenire eventuali fonti di contaminazione fisica, chimica o biologica ad esempio mediante: ‐ ‐ ‐ ‐ Eliminazione di materiali frangibili dai reparti di produzione; Disciplinando l’uso di prodotti chimici per la pulizia; Adottando misure di prevenzione dell’entrata di animali infestanti Ecc. Al fine di ridurre i rischi di contaminazioni, l’azienda deve descrivere nella relazione i piani di manutenzione e pulizia periodica e come gestisce le aree esterne e gli edifici (housekeeping) e le strutture per il personale (es. spazi per il consumo di cibo che devono essere tenuti separati dalle aree di produzione). 10) Personale La relazione deve specificare che il personale ed i visitatori siano stati debitamente addestrati o/e informati sui comportamenti da adottare al fine di non determinare contaminazioni del prodotto (es. gestione degli abiti da lavoro, igiene delle mani, ecc). * La presente linea guida offre solo degli esempi di carattere indicativo per la predisposizione della relazione tecnica richiesta per la certificazione a marchio PSV. In caso di problemi di interpretazione vale quanto riportato dal Regolamento di certificazione e/o dalle Regole Particolari applicabili. 17 Limite in peso imposti dalla tecnologia La tecnologia impiegata per la produzione del materiale riciclato in questo settore impone in linea generale limiti in peso di rifiuti plastici molto variegati in funzione sia delle caratteristiche del materiale di partenza che delle prestazioni legate all'utilizzo dei materiali stessi; tali limiti non possono mai arrivare fino al 100%. Il motivo risiede nel fatto che i manufatti plastici necessitano di pigmentazione. Il pigmento è aggiunto sotto forma di masterbatch, in percentuali del 0.5 - 2%, tale da rendere impossibile il raggiungimento del limite del 100%. A titolo esemplificativo e non esaustivo si considera la riciclabilità dei seguenti materiali: LDPE HDPE PP PET Polistirolo espanso Miscela eterogenea di polimeri 95% 95% 95% 95% 100% 95% L'entità effettiva di rifiuti plastici impiegati dovrà essere dichiarata nell'ambito dell'allegato A e nella perizia a corredo della domanda. Nella produzione dei manufatti vi sono i limiti imposti dalla tecnologia utilizzata; a titolo esemplificativo e non esaustivo si riportano i limiti MINIMI di materiale riciclato contenuto nel manufatto per alcune delle principali tecnologie. I seguenti parametri potranno essere modificati in funzioni dell'evoluzione delle tecnologie e delle conoscenze del settore disponibili. TECNOLOGIE LIMITI PERCENTUALI IN PESO Stampaggio rotazionale 30% Soffiaggio 50% Stampaggio ad iniezione 70% Estrusione in continuo 60% Estrusione discontinua profili 95% Termoformatura 50% A titolo esemplificativo: - un prodotto realizzato in HDPE con la tecnologia del SOFFIAGGIO deve essere prodotto impiegando almeno il 50% di granuli di HDPE riciclato, a loro volta contenenti non meno del 95% di plastiche da post-consumo; - un prodotto realizzato in PET con la tecnologia dello STAMPAGGIO AD INIEZIONE deve essere prodotto impiegando almeno il 70% di granuli o scaglie di PET riciclato, a loro volta contenenti non meno del 95% di plastiche da post-consumo. 18