Complex Learning Community

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Complex Learning Community
Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
COMPLEX LEARNING COMMUNITY
Cos’è,
Perché attuarla
Come attuarla
COMPLEX COMMUNITY: CHE COSA È?
COMPLEX COMMUNITY: CHE COSA NON È
PERCHÉ E QUANDO UTILIZZARE UNA COMPLEX LEARNING COMMUNITY
ESPERIENZE DI COMPLEX LEARNING COMMUNITY
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Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
COMPLEX COMMUNITY: CHE COSA È?
La formula della Comunità (community), di Apprendimento e di Pratica, rappresenta una delle
più diffuse modalità di apprendimento organizzativo1 e di condivisione di esperienze
professionali. Gli individui generano valore attraverso le proprie conoscenze, si tratta spesso di
saperi taciti, prevalentemente di carattere informale, di cui il possessore non sempre è
pienamente consapevole. Questo patrimonio intangibile costituisce uno dei più preziosi valori
dell’organizzazione. Le Comunità di Apprendimento e le Comunità di Pratica2 consentono
appunto di valorizzare le potenzialità espresse da un insieme di persone unite da un legame
associativo, che perseguono un obiettivo comune (formativo nel caso delle Comunità di
Apprendimento, operativo nel caso delle Comunità di Pratica) e a tale scopo condividono
dubbi, conoscenze, esperienze, idee, soluzioni.
Una Complex Learning Community3 è una formula innovativa di ultima generazione che unisce
ai principi del Knowledge Management, quelli del Complex Learning4 e del Web 2.0.
COMPLEX COMMUNITY: CHE COSA NON È
Non è un lavoro di gruppo.
Non è un lavoro cooperativo.
Non è un project work.
Non è la negazione dei processi consueti e noti di
insegnamento.
Non è un’esperienza individuale e circoscritta.
Non è un processo spontaneo.
Argyris C. & Schon D.,Organizational Learning: a theory of action perspective, Addison Wesley,
Reading Mass, 1978.
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D. Mc Connell, Progettare Comunità di Apprendimento distribuito, “Forma@re”, n. 25, marzo 2004,
http://formare.erickson.it/archivio/marzo_04/mcconnel-ita.pdf
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McDonald D. Complex Learning Communities, University of Strathclyde, Glasgow, UK, http://www.iadis.net/dl/final_uploads/200505L014.pdf
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Guspini M., Complex learning, Learning Communty, Roma 2008; Rohse S., Anderson T. Design
patterns for complex learning, Centre for Distance Education, Athabasca University, Canada Journal of
Learning Design, 2006 Vol. 1 No. 3 pp. 82-91; Human-Vogel S., Bouwer C. Creating a complex
learning environment for the mediation of knowledge construction in deverse educational settings,
South African Journal of Education 2005 Vol 25 (4)229-238; Joeren J.G. van Merriënboer, Richard E.
Clark, Marcel B.M. de Croock, Blue prints for complex learning: the 4c/id-model, ETR&D, Vol. 50, No. 2,
2002, pp. 39-64; http://www.learningcom.it/public/Documenti/61.pdf
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Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
È una forma di apprendimento collettivo5 e connettivo6.
PERCHÉ E QUANDO UTILIZZARE UNA COMPLEX LEARNING COMMUNITY
Le Comunità di Apprendimento e di Pratica appaiono particolarmente utili nei contesti adulti in
cui sia necessario incoraggiare gli scambi di esperienze e conoscenze in maniera veloce e
flessibile, per rispondere con efficacia ai rapidi cambiamenti del Mercato del Lavoro che
impone un continuo aggiornamento di conoscenze e competenze, in modo particolare per le
professionalità ad alta specializzazione, nelle quali le innovazioni devono essere diffuse prima
ancora di trovare una “codifica ufficiale” (e che sono spesso già superate nel momento stesso
in cui vengono formalizzate).
Una Complex Learning Community, valorizzando le potenzialità della rete Web:
▪
offre una soluzione per realizzare interventi personalizzati con gruppi numerosi di allievi;
▪
utilizza la numerosità degli allievi come punto di forza piuttosto che come un limite,
amplificando la “zona prossimale di sviluppo”7 che non è più connessa unicamente alla
figura del docente ma è moltiplicata, virtualmente, per il numero degli attori del processo di
apprendimento;
▪
consente di ottimizzare il tempo d’aula;
▪
permette di conciliare il tempo e lo spazio del lavoro con i tempi e gli spazi, anche
informali e non formali, dell’apprendimento, attraverso la formula del just in time e just
in place.
Tali opportunità appaiono particolarmente utili nelle situazioni in cui i partecipanti appartengono
a culture aziendali differenti o, appartenendo ad una stessa cultura aziendale, lavorano in
luoghi geografici distanti e si trovano però ad affrontare problematiche comuni. Poter
condividere dubbi, idee e soluzioni, consente di patrimonializzare buone pratiche, non
ripetere le stesse operazioni, minimizzando gli errori e la dispersione di risorse preziose come
il tempo, le intelligenze, le energie.
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Lévy P, L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio, Feltrinelli, Milano, 2002.
De Kerckhove D., Architettura dell’intelligenza, Testo & Immagine, Torino, 2001.
Vygotskij, L., Pensiero e linguaggio, Roma-Bari, Laterza, 1990.
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Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
ESPERIENZE DI COMPLEX LEARNING COMMUNITY
Gli esperti di Learning Community srl hanno partecipato sia titolo individuale sia a titolo
aziendale all’attuazione di diverse esperienze di Complex Learning Community. Fra le
esperienze di maggior rilievo meritano di essere citate:
▪
la formazione, sull’intero territorio nazionale, del personale amministrativo degli Uffici centrali e periferici del MIUR, per l’apprendimento all’uso dei sistemi informatizzati di gestione
del Bilancio;
▪
la formazione del personale di Finmeccanica;
▪
la formazione degli operatori del Terzo Settore all’utilizzo dei software Open Source per le
attività di volontariato nel mondo.
CONDIZIONI DI ATTUAZIONE DI UNA COMPLEX LEARNING COMMUNITY
La costruzione di una Complex Community è un processo che necessita essere guidato e
indirizzato in un percorso al tempo stesso sequenziale e reticolare. È sequenziale lo sviluppo
nel tempo della community attraverso le fasi progressive:
1. conoscenza,
socializzazione,
definizione
delle
situazioni che accomunano le diverse persone;
2. riconoscimento del potenziale del gruppo, definizione
degli obiettivi comuni, negoziazione;
3. sviluppo delle pratiche, impegno in attività comuni,
creazione di artefatti, impegno reciproco;
4. sviluppo di un’identità e di una “storia” del gruppo,
condivisione, innovazione, diffusione dei saperi.
Il processo è, allo stesso tempo, reticolare in virtù del tipo di relazioni che si instaurano tra i
membri, ciascuno presente con la propria expertise, la propria identità e le proprie
competenze. Lo spazio di rete costituisce il luogo elettivo dove si condividono idee, pratiche e
soluzioni a problemi operativi; dove si compie il passaggio di conoscenze da un individuo
all’altro; dove si conserva la memoria della comunità in forma di archivio continuamente in
evoluzione, e quindi come repository dinamico delle conoscenze.
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Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
L’obiettivo comune rappresenta la condizione perché si avvii la community e si attivi un
processo di condivisione. La condivisione di idee, esperienze, valori, regole favorisce
l’instaurazione di una relazione di supporto e aiuto reciproco, che alimenta il senso di
appartenenza alla comunità e favorisce la creazione di un’identità comune. L’animatore della
Complex Community svolge un ruolo determinante in questo processo: ha la funzione di
stemperare e ammorbidire le naturali resistenze all’innovazione e alla disponibilità a
condividere dubbi, idee e soluzioni. Egli è responsabile nello stimolare le discussioni, mettere a
fuoco gli argomenti, mettere in collegamento i partecipanti, mediare eventuali conflitti. Lo
spazio di rete è affiancato dalla promozione di eventi in presenza, che aiutano a incrementare
la reciproca fiducia e il trasferimento di conoscenze tacite tra i partecipanti, a rinnovare le
relazioni, a mantenere la comunità presente nella vita dei suoi membri, che tendono a essere
assorbiti dalla routine quotidiana. Poiché la competenza dell’animatore della Complex
Community rappresenta la variabile discriminante dell’efficacia di tale modello, Learning
Community srl ha realizzato delle linee guida per il Complex Tutor e si propone come punto di
riferimento per la formazione dei formatori che intendano adottare tale modello.
Il ruolo e la presenza del Complex Tutor diminuisce progressivamente nel tempo. Per
osservare un primo risultato, costituito dal verificarsi di alcune delle dinamiche tipiche di una
Complex Community (allentamento delle resistenze, consolidamento del senso di
appartenenza, affermazione della logica di reciprocità, disponibilità a condividere esperienze
personali per la soluzione di problemi, affermazione della logica del “primus inter pares”), è
necessario almeno un anno di tempo. Nell’arco di due –tre anni la community ha la possibilità
di consolidare i processi avviati, fino a rendersi progressivamente autonoma (emersione di
“esperti di fatto”, affermazione di dinamiche di leadership ad assetto variabile, emersione di
nuova consapevolezza, identificazione in una biografia di gruppo, apertura ad un
benchmarking esterno di esperienze). I tempi di vita della community sono in seguito legati al
prefigurarsi di nuovi obiettivi comuni da perseguire e problemi comuni da risolvere.
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