Slide movimentazione manuale

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Slide movimentazione manuale
MOVIMENTAZIONE MANUALE
DEI PAZIENTI
Anna Maria Alfonsi, Lucia Carelli, Lucia Orsini
Obiettivi del corso
— Saper salvaguardare le strutture anatomiche del paziente
— Saper salvaguardare le nostre strutture anatomiche
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Salvaguardiamo le nostre strutture
La schiena
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Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
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Anatomia del
Rachide
Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
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Anatomia del
Rachide
Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
— Il rachide è costituito dalle vertebre che sono i suoi elementi base, 33 in tutto di cui :
— 7 cervicali
— 12 toraciche
— 5 lombari
— 5 sacrali
— 4 coccigee
— La loro struttura anatomica è caratterizzata da una porzione anteriore, il corpo
vertebrale e da una porzione posteriore, l’arco simile ad un ferro da cavallo
all’interno del quale scorre il midollo spinale. In questa sede sono presenti, disposti
parallelamente rispetto all’asse maggiore del corpo vertebrale due processi trasversi
e perpendicolarmente il processo spinoso. Particolarmente importanti sono i
processi articolari che mettono direttamente in contatto, mediante le rispettive
faccette gli archi delle vertebre sovrastanti e sottostanti. Tali elementi anatomici si
sovrappongono gli uni sugli altri come una lunga fila di “dadi”. Fra ogni corpo
vertebrale si inserisce il disco intervertebrale che oltre a separare i corpi vertebrali
ha una importante funzione di ammortizzatore
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Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
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Disco Intervertebrale
Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
— Il disco intervertebrale è a diretto contatto dei corpi vertebrali e ha la funzione di
ammortizzatore idraulico.
— E’ formato da due parti distinte:
— Una parte centrale, il nucleo polposo formato da una sostanza gelatinosa
costituita per oltre l’88% di acqua
— Una parte anulare esterna, l’anello fibroso, caratterizzato da strutture fibrocartilaginee disposte in strati concentrici attorno al nucleo centrale. La parte
anteriore diretta verso l’addome è abitualmente più spessa e forte della
corrispondente parte posteriore.
— La funzione del nucleo polposo è quella di ridistribuire le forze di compressione nei
vari segmenti del rachide, permettendo alle vertebre significativi micro-movimenti in
ogni direzione che sommandosi si traducono in quei movimenti di grande ampiezza
che caratterizzano la nostra colonna vertebrale.
— L’anello fibroso, invece, ha funzione di mantenere a stretto contatto i corpi vertebrali,
di contenere il nucleo polposo e di resistere alla tensione.
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Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
Il disco intervertebrale è una struttura non vascolarizzata.
— Il suo nutrimento avviene per scambi metabolici secondo un
meccanismo di osmosi dai letti capillari presenti attorno.
— Quando si applica una pressione sul disco (es. movimento in flessione
del rachide) si ottiene una fuoriuscita dei liquidi di nutrimento e una
riduzione dello spessore del disco stesso.
— Per meccanismo inverso se si toglie pressione (es. durante il sonno)
avviene un richiamo di liquidi verso l’interno del disco e un ripristino
della sua struttura
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Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
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Ernia del Disco
Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
— Un’azione eccessiva e prolungata del carico discale, sommata al naturale
invecchiamento di queste strutture, può provocare un progressivo
deterioramento dell’anello fibroso che tende a fissurarsi e a rompersi
con conseguente discopatia e fuoriuscita del materiale nucleare (ernia
del disco), e di interessamento delle strutture adiacenti.
— Per i suoi stretti rapporti anatomici con le strutture legamentose tale
fuoriuscita è molto rara a livello anteriore mentre è più probabile a
livello posteriore o postero-laterale.
— Si può quindi definire la disfunzione discale come una anomalia
anatomica e funzionale del disco intervertebrale, tale da poter essere
identificata come causa prevalente della lombalgia o lombosciatalgia.
— La disfunzione discale può essere reversibile (dislocazione, bulging o
protrusione) o irreversibile ( ernia estrusa o sequestrata)
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Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
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Sciatalgia
Movimentazione Manuale Carichi
Anatomia e Fisiologia
Il nucleo polposo, nella sua migrazione, può andare a
comprimere strutture molto delicate come le radici nervose.
— La radice nervosa risponde, allora, all’irritazione con una
reazione infiammatoria e il dolore si propaga in tutto il territorio
corrispondente ai filamenti nervosi coinvolti.
— A livello lombare, per esempio, è tipica l’irritazione del nervo
sciatico (radice L4, L5, S1).
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Movimentazione Manuale Carichi
Biomeccanica
— Nel corpo umano l’equilibrio è un insieme di aggiustamenti automatici ed
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—
—
—
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inconsci che ci permettono, contrastando la forza di gravità, di mantenere una
posizione o di non cadere durante l’esecuzione di un gesto.
L’unico momento in cui il corpo umano non resiste alla forza di gravità è
quando si è sdraiati.
Il baricentro, o centro di gravità, è il punto di applicazione di tutte le forze
peso su un corpo, la verticale passante per il baricentro è detta linea di gravità.
La posizione del baricentro cambia in relazione alla forma e alla posizione di
tutte le parti che compongono un corpo.
Questo avviene anche nel corpo umano che è paragonabile ad una struttura
formata da più segmenti sovrapposti; nell’uomo fermo in piedi è situato
anteriormente allo spazio intervertebrale L2-L3 (ombelico).
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Biomeccanica
— Il baricentro si proietta sul terreno all’interno di una zona detta base d’appoggio.
— Fino a quando la proiezione del centro di gravità si mantiene all’interno della base di
appoggio si è in una condizione di equilibrio, quando tale proiezione si sposta verso la
sua periferia si perde progressivamente stabilità e si è costretti, per mantenere
l’equilibrio, ad un aumento di lavoro muscolare o a una veloce variazione della base di
appoggio.
— La grandezza e la forma della base di appoggio sono fattori che
influenzano la stabilità.
— Quando siamo in piedi con base instabile possiamo aumentare la base di appoggio:
— allargando le gambe
— con l’uso di un supporto esterno ( es. un bastone)
— appoggiando un ginocchio su una superficie (es. sul letto).
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Movimentazione Manuale Carichi
Biomeccanica
—
PRINCIPI DI STABILITA’
— Più basso è il baricentro maggiore è la stabilità del corpo. Si guadagna stabilità
quando la base di appoggio è orientata nella direzione del movimento. Più è ampia
la base di appoggio maggiore è la stabilità del corpo. Maggiore è l’attrito fra le
superfici di supporto e le parti del corpo a contatto con esso più il corpo è stabile.
Da questo principio si desume l’importanza delle calzature, fra i fattori che
influenzano la stabilità.
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Biomeccanica
bp
P
Condizione di equilibrio:
R x br = P x bp
br
Se br = bp
R=P
R
Le Leve
Legenda:
R
Forza Resistente
br Braccio forza resistente
P
bp
br
Forza Muscolare
bp Braccio forza muscolare
Se: br/bp = 1/2
P = 1/2 R
P
R
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Forza
resistente
Forza
muscolare
Fulcro
Leva
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Biomeccanica
—
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Forze applicate al disco intervertebrale
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Biomeccanica
— Nel corpo umano il segmento osseo è l’asse della leva, l’articolazione è il fulcro,
la forza peso è la resistenza e la forza muscolare è la potenza, quindi la leva
articolare è in equilibrio quando:
forza muscolare x distanza dei muscoli dall’articolazione
=
Peso x distanza del peso dall’articolazione
— A livello del fulcro della leva, se la applichiamo alle vertebre lombari, si
sommano il peso sollevato, la forza necessaria per svolgere il compito, il peso
delle strutture sovrastanti (capo, torace, arti superiori e visceri) e la tensione
generata dai muscoli e legamenti che agiscono a questo livello.
— Tale somma prende il nome di sovraccarico discale
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Movimentazione Manuale Carichi
Biomeccanica
— Perché tenere un peso più vicino al corpo?
— Minore è la distanza del peso sollevato dall’articolazione minore sarà la forza muscolare
necessaria a sollevarlo, quindi minore sarà il sovraccarico discale
Equilibrio della leva
FM
P
Potenza x braccio della Potenza
=
Resistenza x braccio della Resistenza
Distanza
dei muscoli dall’articolazione
bp
20
10Kg
Distanza
del peso dall’articolazione
br
Fulcro
Articolazione
R
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Biomeccanica
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Movimentazione Manuale Carichi
Biomeccanica
— Nell’arco della vita non esiste persona che non venga colpita almeno una volta
—
—
—
—
—
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da dolore al rachide.
Sofferenza che colpisce persone di tutte le età ed occupazioni, sia che svolgano
attività fisica pesante, sia che siano dediti a lavoro sedentario.
Mantenere in maniera prolungata una stessa posizione o eseguire particolari
movimenti in modo scorretto ( come sollevare pesi ) possono essere causa di
dolore.
Il disco intervertebrale è una delle strutture maggiormente esposte ad
alterazioni strutturali, in quanto deve sostenere carichi importanti ogni qual
volta si debbano sollevare o trasportare pesi.
Un peso di 10 Kg sollevato in maniera corretta grava sui dischi intervertebrali
lombari con un carico di 227 Kg.
Quando il carico discale è pari a 350 kg, il disco è a rischio di frattura.
Movimentazione Manuale Carichi
Strategia per una corretta movimentazione
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Movimentazione Manuale Carichi
Strategia per una corretta movimentazione
— Le attività a rischio per la colonna, in particolare nel tratto dorso-lombare, per
il personale sanitario sono costituite prevalentemente dal sollevamento, dal
trasferimento del paziente e da tutte le operazioni sussidiarie (traino, spinta e
movimentazione di materiale).
— La movimentazione manuale non è eliminabile: il paziente ha peso variabile,
a volte è difficile da raggiungere o da afferrare, spesso è distante dal tronco
dell’operatore.
— E’ importante, quindi, adottare strategie utili a prevenire o comunque a ridurre
i danni da sovraccarico dell’apparato muscolo-scheletrico.
— E’ indicato quindi utilizzare in maniera corretta i dispositivi per la
mobilizzazione ed il trasporto in dotazione, applicando le corrette strategie
posturali che fanno riferimento ai presupposti anatomo-funzionali e
biomeccanico-ergonomici di cui abbiamo parlato in precedenza.
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Prevenire
l
l
l
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Corretta movimentazione
Igiene posturale
Esercizi di rilasciamento e allungamento associati ad una
corretta respirazione
Prevenire
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—
Che tipo di manovra dobbiamo fare
—
Come effettuare queste manovre
—
Di cosa tenere conto quando siamo di fronte al paziente
—
Quali sono i nostri compiti
MMC
— Assistenza manuale = fattore di rischio per l’operatore circa
il dolore lombo-sacrale:
Nei casi in cui il carico è troppo pesante
È ingombrante o difficile da afferrare
È in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi
È collocato in una posizione distante dal tronco o richiede una
torsione o inclinazione del tronco
— Se le condizioni ambientali sono sfavorevoli
—
—
—
—
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MMC
— Scelta opportuna del tipo di procedura da usare per eseguire
uno spostamento o un trasferimento
— Spostamento = cambio di posizione di un soggetto su una
stessa superficie
— Trasferimento = cambio della superficie d’appoggio di un
soggetto
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MMC
— Queste manovre possono essere effettuate in modo
indipendente o con assistenza: meccanica o manuale
— Assistenza meccanica = utilizzo di ausili
— Assistenza manuale = aiuto svolto da una o più persone
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Tipologia della disabilità
— Le manovre possono variare in relazione all’entità e alla
tipologia della disabilità
— Paziente collaborante
— Paziente scarsamente collaborante
— Paziente non collaborante
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Valutazione del paziente
— Sfera cognitiva
— Stato psico-fisico (con rivalutazione periodica e costante)
— Età
— Forza muscolare
— Abitudine alla dipendenza (da parenti, ecc.)
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Compiti dell’operatore
— Dare l’assistenza essenziale
— Comunicare con il paziente rassicurandolo sulle manovre
— Assicurarsi che il paziente abbia compreso
— Predisporre l’ambiente (ausili vicini, ecc.)
— Le manovre devono essere coordinate in modo da
concentrare lo sforzo nella stessa direzione e nello stesso
momento
— Operare in sicurezza
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Quali sono le strutture deboli
—
—
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L'articolazione scapolo-omerale nel paziente emiplegico e in
tutti gli altri
L'articolazione dell'anca nel paz chirurgico e traumatizzato
emiplegico
Articolazione del cingolo scapolo omerale
— Nel paziente emiplegico per rischio di lussazione
— In tutti i pazienti in quanto è un' articolazione delicata
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Articolazione dell'anca
Dove?
Quando?
— nel paziente chirurgico
l
Durante l'igiene
— nel paziente
l
Durante le medicazioni
traumatizzato
l
— Nel pz emiplegico
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Durante il
posizionamento
Paziente emiplegico
posizione supina
- Testa: appoggiata sul guanciale, non protesa
in avanti.
-Spalle: poggiano entrambe sul guanciale.
- Braccio plegico:
• appoggiato su uno o due cuscini posti a fianco
del corpo, leggermente abdotto
• gomito semi flesso
• polso leggermente esteso
• rotolino sotto le metacarpo falangee per
mantenerle in semi flessione.
- Anca plegica: distesa ed appoggiata sul
cuscino a lato.
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Paziente emiplegico
posizione sul fianco sano
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Paziente emiplegico
posizione sul fianco plegico
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Paziente traumatizzato
l
l
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Arto traumatizzato non in
contenzione
Trauma costale
Comportamenti da evitare
—
—
—
—
—
—
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Fare affaticare il paziente, fargli fare movimenti rapidi ed improvvisi;
Massaggiare gli arti plegici;
Mantenere il piede plegico in posizione non fisiologica;
Utilizzare palline in gomma per la mano in quanto stimolano riflessi
involontari;
Esercitare trazioni sull’arto plegico per i rischi di lussazione;
Porre in piedi il paziente o farlo camminare senza disposizioni precise
Ausili
l
l
l
l
l
l
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Sollevatore
Telino ad alto scorrimento
Roller
Sollevatore a barella
Barelle rigide
Deambulatore
Utilizzo degli ausili
— Devono rispondere a determinate caratteristiche:
Appropriatezza
— Semplicità
— Velocità di esecuzione
— Sicurezza
— Minimo sforzo per l’operatore
—
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Principi di biomeccanica
— Avvicinare il peso del paziente all’operatore prima di
ogni operazione onde evitare flessione anteriore del
tronco. Più il peso è lontano più lo sforzo sarà maggiore
(il lavoro è direttamente proporzionale allo
spostamento)
— Stare sempre dal lato in cui si vuole avvicinare il paziente
perché tirare è più vantaggioso che spingere (tirare
diminuisce la forza dell’attrito, spingere l’incrementa)
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Principi di biomeccanica
— Mantenere i piedi divaricati in direzione del movimento
e le ginocchia flesse (aumento della base d’appoggio in
modo che il baricentro cada sempre dentro aumentando
l’equilibrio)
— Ginocchio flesso sul letto permette di avere una larga
base di appoggio, di avvicinarsi di più al paziente
diminuendo il braccio della resistenza
— Evitare la rotazione del tronco: girare tutto il corpo
gravando sugli arti inferiori e non solo sul rachide, nella
direzione stabilita
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Ausili non autorizzati
l
l
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Traversa trasportino
Pigiama del paziente
Spostare un paziente verso la testiera
Un solo operatore
Punti da ricordare:
o Regolare correttamente l'altezza del letto in base alla propria altezza
o Chiedere all'assistito di flettere il ginocchio, di guardarsi i piedi e infine di fare perno
sul piede. Questo aumenterà la collaborazione dell'assistito
o Durante la manovra, spostare il proprio peso da un lato all'altro, mantenendo
diritta la schiena.
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Spostare un paziente in alto nella sedia
Un solo operatore
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Punti da ricordare
— Prima d'iniziare, assicurarsi che i piedi del paziente siano il più
vicini possibile alla sedia
— Chiedere al paziente di piegarsi in avanti il più possibile,
aiutandolo mettendo le sue braccia attorno alla propria vita
— Chiedere al paziente di piegarsi in avanti e di fare perno sulle
gambe durante lo spostamento. Questo renderà il sollevamento
più semplice
— Usare i muscoli delle gambe e dei fianchi invece di quelli della
parte superiore del corpo.
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