Vantaggi ambientali
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Vantaggi ambientali
Sei in: agricoltura biologica>produzione di energia da fonti rinnovabili>biomasse LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI IN AGRICOLTURA LA BIOMASSA: Vantaggi ambientali nell’utilizzo delle biomasse Per quanto riguarda le emissioni attraverso i gas di combustione, la legna, possiede vantaggi e svantaggi. In linea di massima i riscaldamenti a legna emettono in media lo stesso tasso di NOx, più polveri, ma meno anidride solforosa (SO2), monossido di carbonio (CO), metalli pesanti e VOC (Composti organici volatili). Il grado di miglioramento ambientale di questa situazione, dipende dal livello tecnologico del sistema che si andrà ad adottare. Il processo di combustione avviene grazie all’accoppiamento con l’aria di combustione e i componenti della legna che, gassificandosi, si trasformano in monossido di carbonio (CO), idrogeno (H) e numerosi composti idrocarburici (CxHy). In seguito i componenti si ossidano, grazie all’intervento dell’aria secondaria. Data la relazione diretta tra monossido di carbonio e diminuzione di idrocarburi e catrami (altamente dannosi alla salute umana), per valutare la bontà o meno di un processo di combustione, si utilizza il CO come parametro valutativo. La combustione del legname può essere incompleta e non ottimizzata, e di conseguenza inquinante, solo se questa avviene nelle vecchie caldaie o stufe. Questo non vale per le moderne caldaie ad alta tecnologia, progettate per ottenere una combustione quasi perfetta della legna e con emissioni comparabili a quelle delle caldaie a combustibile convenzionale. Il raffronto tra nuove e vecchie tecnologie evidenzia una riduzione di oltre il 99% per le emissioni di CO e CxHy, 95% per le polveri e del 10% per gli NOx (Fonte ENEA). In realtà questo è vero solo se si trascurano le spese energetiche relative al taglio, al trattamento e al trasporto del combustibile legnoso, per cui una valutazione più precisa richiede un’analisi sull’intero ciclo di vita del combustibile stesso. 6.000 Vecchia tecnologia Nuova tecnologia 6000 Emissioni [mg/MJth] 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 10 10 50 40 1000 2 16 70 0 SO2 NOx CxHy CO Figura 1: Confronto tra vecchie e nuove tecnologie Polveri 4 Importante è valutare le emissioni degli inquinanti a livello locale. Nel caso specifico sono messe a confronto le emissioni prodotte dall’impiego di 1kWth con metano e biomasse (Dati Enea). 200 180 180 180 160 162 140 144 120 100 80 60 54 40 36 14 11 20 4 21 0 CO CxHy P olve ri Metano NOx S O2 Biomassa locale Figura 2: Confronto delle emissioni di inquinanti nella combustione del Metano e Biomassa locale Nel calcolo delle emissioni precedentemente esposto non è stato considerato l’LCA (life cycle assessments), emissioni che si hanno nel produrre le caldaie e nella distribuzione il combustibile. Per inquadrare meglio la problematica, di seguito riportiamo una prima analisi effettuata dall’istituto tedesco di ecologia applicata Öko Institut utilizzando il programma GEMIS Nel progetto è stato ipotizzato l’impiego della legna da ardere (in questo caso sotto forma di pellet) con un trasporto "su gomma" per una distanza massima di circa 300 km e conteggiando le emissioni relative al processo di produzione e smaltimento delle caldaie. 250 200 205 150 100 90 40 50 50 15 3 12 10 30 2 20 0 SO2 Polveri Gasolio Metano Pellets (300 Km) CO Cippato locale 1 Dal confronto si può notare come i pellets abbiano, anche con lunghe distanze di trasporto che esulano dal caso in esame e dal corretto impiego della biomassa che dovrebbe essere prodotta nel raggio massimo di 10-15 km, il miglior risultato, per quanto riguarda le emissioni di CO2 e CO. Le emissioni di SO2 risultano essere significativamente più basse rispetto a quelle imputabili alle caldaie a gasolio, ma più alte se comparate a quelle prodotte dal gas metano; le polveri , pur essendo leggermente maggiori rispetto agli altri combustibili, non sono dannose alla salute umana, dato il diametro superiore (PM 12-16 biomassa rispetto ai PM 6-12 gas metano). La cenere di legna naturale derivante dalla combustione completa, può essere utilizzata come ammendante al concime in agricoltura, se questa soddisfa i parametri di analisi in agricoltura. In linea di massima è possibile impiegare 3000 litri/anno di ceneri su 1 ha di superficie agricola corrispondenti a 500 m3 di legna circa; la cenere in eccesso può essere riciclata nei cementifici e, in ultima ipotesi, destinata a discarica. Le componenti più importanti per un riutilizzo agricolo sono calcio (20-25%), potassio (2-10%) e fosforo (0,5-1,5%); mentre sono assolutamente negativi piombo (100), cadmio (3), cromo (100), cobalto (12), rame (150), molibdeno (6), nichel (60), mercurio (1) e zinco (600), secondo i mg/kg indicati. Si può quindi concludere che i principali motivi di interesse nell’utilizzo delle biomasse sono di carattere: − generale i nostri boschi e le campagne forniscono una continua risorsa energetica che non subirà mai esaurimento − ambientale La manutenzione del bosco fa bene al territorio − politica e sociale Si favorisce un’economia energetica di media/breve distanza incentivando l’occupazone locale − tecnico-pratica Le rese degli impianti termici sono simili a quelle delle caldaie a gas e gasolio (85% vs 90%) I sistemi sono automatizzati, di grande confort e possono soddisfare della piccola abitazione al teleriscaldamento di quartiere − economica più conveniente rispetto ai prezzi dei combustibili tradizionali non soggetto alla tasse per la produzione di CO2 (maggio 2011)