piano strategico comunale degli spazi verdi

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piano strategico comunale degli spazi verdi
CITTA’ DI GRUGLIASCO
Assessorato Ambiente, Parchi e Giardini
PIANO STRATEGICO COMUNALE DEGLI
SPAZI VERDI
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
Novembre 2003
OCS – Osservatorio Città Sostenibili
Dipartimento Interateneo Territorio – Politecnico e Università di
Torino
Carlo Socco (responsabile scientifico)
Andrea Cavaliere, Stefania M. Guarini, Manuela Madeddu, Ilaria
Marengo e Mauro Montrucchio.
Comune di Grugliasco
Ing. Grazia Maria Topi (Settore LL.PP. - Responsabile procedimento),
Dott.ssa Michela Albani (Settore Sviluppo Compatibile), Ing. Omar
Bodrito (Settore LL..PP), Arch. Ugo Fiorucci (Settore Urbanistica),
Geom. Sergio Perino Chin Chin (Settore LL.PP – CED), Arch. Lorenza
Racca (Settore LL.PP.).
Materiale prodotto nell’ambito del contratto n. 206/2003 “Piano strategico
comunale degli spazi verdi del Comune di Grugliasco” stipulato tra il
Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico di Torino e la Città di
Grugliasco.
Piano strategico comunale degli spazi verdi di Grugliasco
Relazione illustrativa
I
INDICE
0.
Premessa
1
PARTE PRIMA. Per una strategia comune degli enti locali
4
1.
Il ruolo fondamentale degli spazi verdi nelle città
4
2.
Problemi e cambiamento della domanda sociale
6
3.
Risorse e nuove strategie
9
4.
Costruire partenariati
11
5.
Indicatori, monitoraggio e buone pratiche
16
6.
Una nuova cultura
19
7.
Nuove forme di programmazione partecipata
21
8.
Migliorare la progettazione
24
9.
Migliorare la gestione e la manutenzione
25
10.
Garantire la sicurezza e risolvere i conflitti
27
PARTE SECONDA. La formazione del piano strategico degli
spazi verdi urbani
1.
29
Un sistema di indici e di indicatori per valutare la qualità degli
spazi verdi urbani
29
1.1. La tipologia degli spazi verdi urbani
30
1.2. I requisiti di qualità degli spazi verdi urbani: indici e indicatori
31
1.2.1. Funzionalità
1.2.1.1.
1.2.1.2.
1.2.1.3.
1.2.1.4.
1.2.1.5.
1.2.1.6.
Indicatore: gioco bimbi
Indicatore: gioco ragazzi
Indicatore: spazio anziani
Indicatore: recinto cani
Indicatore: percorsi senza barriere
Segnalatore: funzioni rare
1.2.2. Qualità estetica
1.2.2.1.
Indicatore: varietà floristica
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1.2.2.2.
1.2.2.3.
1.2.2.4.
1.2.2.5.
1.2.2.6.
II
Indicatore: varietà delle vedute
Indicatore: contesto e sfondo
Segnalatore: valore storico
Segnalatore: presenza dell’acqua
Segnalatore: opere d’arte
37
38
38
38
38
1.2.3. Sicurezza
1.2.3.1.
1.2.3.2.
1.2.3.3.
39
Indicatore: accessi pedonali sicuri
Indicatore: accessi ciclabili sicuri
Indicatore: recinzione
39
39
40
1.2.4. Servizi ed arredo
1.2.4.1.
1.2.4.2.
1.2.4.3.
1.2.4.4.
40
Indicatore: servizi igienici
Indicatore: acqua potabile
Indicatore: posteggio biciclette
Indicatore: panchine e cestini
41
41
41
41
1.2.5. Fattori di pressione
1.2.5.1.
1.2.5.2.
1.2.5.3.
1.2.5.4.
2.
3.
4.
42
Indicatore: strade di traffico
Indicatore: ferrovia
Indicatore: elettrodotto
Indicatore: industrie e depositi
42
42
43
43
1.2.6. Manutenzione
43
1.2.6.1.
1.2.6.2.
1.2.6.3.
1.2.6.4.
44
44
44
45
Indicatore: manto erboso
Indicatore: percorsi
Indicatore: panchine e cestini
Indicatore: pulizia
1.3. Il metodo di ponderazione
45
L’indagine conoscitiva
46
2.1. Identificazione e classificazione delle aree verdi da analizzare
46
2.2. Esecuzione dell’indagine
49
I risultati: la valutazione dello stato attuale
49
3.1. La valutazione dei singoli fattori di qualità
49
3.2. Le questioni cruciali
53
Le linee d’azione del piano
54
4.1
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Puntare ad un obiettivo di qualità
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4.2. La rifunzionalizzazione come asse strategico del piano
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4.3. Il nuovo modello funzionale degli spazi verdi urbani
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4.4. Massimizzare l’accessibilità a spazi verdi di qualità
58
4.5. Realizzare la rete degli spazi verdi urbani e periurbani
59
4.6. Il traguardo del piano e il programma degli interventi
60
4.7. Informare il pubblico sulla formazione e sull’attuazione del
piano
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4.8. Piano strategico degli spazi verdi e Agenda 21 Locale
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4.9. Gli assi strategici e le linee d’azione in sintesi
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0. Premessa
La Città di Grugliasco è interessata a migliorare l’attività di pianificazione,
progettazione, gestione e manutenzione degli spazi verdi urbani.
Intorno al tema degli spazi verdi s’intrecciano diverse tematiche settoriali:
dallo sport all’istruzione, dall’ambiente all’urbanistica, dal divertimento alla
sicurezza, dall’integrazione sociale ai beni culturali.
Il miglioramento quantitativo e qualitativo degli spazi verdi è un mezzo
efficace per accrescere il grado di sostenibilità della città. Data la rilevante
funzione ecologica, culturale, sociale e civile degli spazi verdi, si rende
necessario apprestare un nuovo quadro organico di strumenti per il loro corretto
governo, dando vita ad una politica dotata di respiro strategico, visione sistemica,
efficacia ed efficienza operativa: a queste esigenze risponde il Piano strategico
comunale degli spazi verdi.
Il Piano strategico comunale degli spazi verdi è un piano di nuova
concezione, che fa riferimento ai principi e ai criteri delle “buone pratiche di
governance”. Le sue caratteristiche possono essere così riassunte:
a. s’inquadra nei principi e nei criteri generali della sostenibilità;
b. è un piano di lungo periodo, che ha la finalità di accrescere in modo
significativo il livello di qualità ambientale della città, individuando uno
scenario futuro e un percorso per conseguirlo;
c. è accompagnato da un programma operativo di breve periodo con
traguardi precisamente definiti;
d. ha il compito di migliorare la pianificazione, la progettazione, la gestione e
la manutenzione degli spazi verdi in un approccio sistemico di tipo
intersettoriale;
e. è dotato di un sistema di monitoraggio basato su indicatori di prestazione
sia del sistema del verde che delle azioni messe in atto;
f.
si configura come un processo di decisione e di attuazione basato sulla
partecipazione attiva dei cittadini e sul coinvolgimento diretto di un forum
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di soggetti portatori di interessi socialmente rilevanti, adottando il modello
procedurale promosso dall’Agenda 21 Locale;
g. attiva strumenti di cooperazione e di partnership allo scopo di accrescere
le risorse disponibili.
Il lavoro per la formazione del Piano Strategico si è svolto secondo le
seguenti fasi:
1. raccolta del materiale informativo esistente relativamente agli spazi verdi
pubblici;
2. identificazione e classificazione delle aree verdi da analizzare;
3. definizione di un primo sistema di indicatori attraverso cui descrivere e
valutare la qualità degli spazi verdi;
4. indagine preliminare volta a testare il set di indicatori;
5. revisione del primo set di indicatori e messa a punto del set definitivo;
6. indagine sistematica e raccolta delle informazioni necessarie per il calcolo
degli indicatori;
7. formazione del database degli spazi verdi pubblici;
8. predisposizione di un quadro valutativo del sistema degli spazi verdi alla
luce degli indicatori individuati e redazione del rapporto sui risultati
ottenuti;
9. elaborazione delle linee d’azione del Piano.
La presente relazione descrive in sintesi le varie fasi sopra elencate. Si è
ritenuto opportuno riportare, nella prima parte della medesima, un inquadramento
generale del problema degli spazi verdi urbani che, come Osservatorio Città
Sostenibili, abbiamo proposto alla Provincia di Torino nell’ambito di un lavoro di
ricerca teso a promuovere, anche a livello provinciale, una pianificazione
strategica degli spazi verdi. In esso si delinea il quadro concettuale e
problematico che dovrebbe costituire il fondamento di una nuova politica degli
spazi verdi, che veda la Provincia e i Comuni cooperare in modo coerente e
sinergico, dando vita ad una comune strategia.
Per questo riteniamo utile riproporlo anche a scala comunale, in quanto esso
si pone come il quadro di riferimento concettuale per delineare una strategia
comune ispirata ad una visione condivisa.
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Se si vuole realmente migliorare la qualità degli spazi verdi urbani c’è
bisogno di fondare una politica che oggi non esiste. Il verde è, per uno sviluppo
urbano sostenibile, questione strategica, al pari della mobilità, dell’energia, della
qualità dell’aria e dell’acqua. Solo che, mentre per questi settori si è ormai
consolidato un quadro giuridico e programmatorio, per il verde non si è neppure
messo a punto un sistema condiviso di buone pratiche per la manutenzione dei
giardini pubblici.
Noi riteniamo che sia necessario, attraverso alcune esperienze pilota, gettare
le basi per costruire e consolidare, nella pubblica amministrazione, un vero e
proprio settore d’intervento dedicato alla pianificazione, progettazione, gestione e
manutenzione degli spazi verdi urbani, fondato su regole, metodi e strumenti
condivisi nella prassi amministrativa degli enti locali.
Riteniamo vi siano tutte le condizioni affinché l’esperienza di Grugliasco
costituisca una di queste esperienze pilota.
Il documento che qui viene presentato costituisce lo studio di avvio del Piano
strategico degli spazi verdi urbani. Esso dovrà essere discusso e valutato
attraverso un processo di partecipazione pubblica, dal quale ci si attende un utile
contributo che lo renda più aderente alle singole realtà dei vari quartieri della
città.
A seguito di questa valutazione pubblica si potrà procedere alla sua
approvazione e alla successiva fase di programmazione degli interventi e della
loro realizzazione. In questa fase, infatti, si è ritenuto prematuro procedere alla
formulazione di un programma attuativo, al quale si dovrà comunque pervenire
appena espletata la fase consultiva.
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PARTE PRIMA. PER UNA STRATEGIA COMUNE DEGLI ENTI LOCALI
1. Il ruolo fondamentale degli spazi verdi nelle città
“Le condizioni dei parchi, degli spazi gioco e degli spazi verdi di una
comunità sono un buon barometro delle sue condizioni di salute e della sua
capacità di accogliere la società contemporanea” (DTRL (2002) Urban Green
Spaces Taskforce Working Group 2: Good practice for improving urban green
spaces, London).
I parchi e gli spazi verdi sono elementi essenziali per la vivibilità delle città; il
loro incremento quantitativo e il loro miglioramento qualitativo sono l’indicatore di
una città che si fa cura della qualità della vita dei propri abitanti.
Gli spazi verdi migliorano il microclima della città, accrescono il valore
ecologico e di biodiversità dell’ambiente urbano, sono componenti fondamentali
del paesaggio costruito, del suo valore culturale e dell’immaginario collettivo;
rendono possibile uno stile di vita sano, favoriscono le relazioni sociali e la
coesione della comunità.
La vita urbana è stimolante e creativa e continua a costituire un modello
attraente, ma, al tempo stesso, l’ambiente artificiale della città, con l’addensarsi
delle attività e del traffico, è causa di disagi, che possono venire attenuati da
un’adeguata dotazione di spazi verdi e di parchi.
La presenza di una varia gamma tipologica di spazi verdi arricchisce il
paesaggio urbano: la loro qualità influisce in modo rilevante nella valorizzazione
culturale della città.
La nuova offerta di aree verdi nell’ambito di interventi di rigenerazione urbana
è ormai riconosciuta come una condizione necessaria per decretare il successo
degli interventi stessi, sia dal punto di vista ambientale, che da quello economico
e sociale.
Oltre ad essere graditi alla popolazione, gli spazi verdi e i parchi di buon
livello qualitativo producono un’ampia serie di benefici sociali, economici ed
ambientali di lunga durata. Essi possono rilanciare l’immagine di un quartiere o,
addirittura, di un’intera città. Anche i benefici economici indiretti sono rilevanti: la
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loro presenza determina un aumento dei valori delle proprietà immobiliari
circostanti, producendo un aumento della domanda per attività sia abitative che
lavorative.
I parchi hanno un ruolo importante nel determinare condizioni di vita più
sane, legate alla possibilità di rapportarsi con luoghi naturali, dove praticare
attività sportive, trascorrere il tempo libero o semplicemente rilassarsi dallo stress
quotidiano. È provato che la loro presenza aumenta il grado di salute della
popolazione e, di conseguenza, consente di ridurre le spese sanitarie.
Una gestione partecipata degli spazi verdi, a cominciare dalla loro
progettazione, favorisce la coesione sociale, il senso di appartenenza alla
comunità locale e l’integrazione di gruppi minoritari e vulnerabili (quali i bambini e
i portatori di handicap).
La loro presenza può aiutare a stabilire un rapporto più continuativo tra i
cittadini e il mondo naturale, costituendo un’importante risorsa educativa sia per i
giovani che per gli adulti. In particolare, i parchi di buona qualità sono ideali aule
all’aperto, che le scuole possono utilizzare per le attività educative alle quali si
addice un contatto diretto con la natura.
Gli spazi verdi aiutano a mitigare l’inquinamento; influiscono in modo
benefico sul microclima urbano; permettono l’esistenza di corridoi ecologici ricchi
di varietà floristica e faunistica; sono fondamentali per aumentare la biodiversità e
la sostenibilità naturale delle aree urbane; determinano un impatto ambientale
positivo, mitigando l’inquinamento atmosferico ed acustico e riducendo il livello
dei metalli pesanti nel suolo (vedasi Box 1).
I parchi e gli spazi verdi sono parte integrante dell’immaginario urbano e
dell’identità culturale locale. Sono luoghi essenziali per lo svolgimento di
manifestazioni pubbliche, come le celebrazioni cittadine, gli spettacoli, i festival e
le sagre. Possono essere importanti luoghi della memoria collettiva, ideali scenari
per monumenti, memoriali, fontane, installazioni e sculture.
La costituzione di una rete di spazi verdi di qualità, che rispondano alle
esigenze dei cittadini, crea ambienti in cui la gente vuole vivere e, per ciò stesso,
favorisce la rigenerazione della città.
Un piano che miri al miglioramento degli spazi verdi, come mezzo
indispensabile per il miglioramento complessivo della città, è possibile solo
attraverso la definizione di strategie ed azioni programmate su tempi lunghi, con
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il concorso del complesso degli enti locali e dei privati e in accordo con le
comunità locali.
BOX 1. Benefici ecologici dei parchi urbani e degli spazi verdi
•
•
•
•
•
Sostegno della biodiversità: centinaia di specie faunistiche e floristiche
vivono in habitat urbani; gli spazi verdi divengono quindi luogo dove la
gente può avere contatti con il modo naturale.
Riduzione della superficie impermeabilizzata: le superfici costruite ed
impermeabili nelle aree urbane ostacolano un buon drenaggio naturale
delle acque, gli spazi verdi, al contrario, lo favoriscono.
Mitigazione dell’inquinamento: gli alberi aiutano nella riduzione di particelle
inquinanti nell’aria come il biossido di zolfo e l’ossido di azoto, limitano la
produzione di ozono e catturano polveri e composti organici volatili.
Raffreddamento dell’aria: è stata riscontrata una riduzione delle
temperature diurne di 2-3 gradi nei grandi parchi urbani rispetto alle aree
urbane circostanti; la loro presenza concorre a ridurre il surriscaldamento
estivo delle città.
Recupero di terreni: la creazione di spazi verdi in aree urbane degradate è
la soluzione più efficace per migliorare l’ambiente ecologico di quartieri
residenziali, che, in tal modo, diventano luoghi più adatti per le attività
ricreative.
2. Problemi e cambiamento della domanda sociale
I parchi e gli spazi verdi possono svolgere appieno la loro funzione solo nella
misura in cui presentano una qualità elevata. Purtroppo, una percentuale
consistente degli spazi verdi pubblici è spesso di qualità scadente.
I parchi, che subiscono processi di degrado, sono poco e mal frequentati,
finendo per diventare luoghi insicuri. Ciò si riflette sulle aree circostanti in termini
di vivibilità, di appetibilità e di riduzione del valore economico: in tal modo essi,
non solo perdono la loro funzione rigeneratrice, ma, all’opposto, finiscono per
caricarsi di una connotazione negativa, che si estende all’ambiente circostante.
La scarsità di risorse finanziarie, destinate alla manutenzione del verde
pubblico, è solo la principale causa di queste carenze. Molti parchi, infatti, non
rispondono più a quello che si profila come un cambiamento della domanda
sociale e degli stili di vita, che ormai da qualche tempo sta caratterizzando la
società contemporanea (vedasi Box 2).
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BOX 2. Due culture del tempo libero
È possibile individuare l’esistenza di due culture differenti:
- una potrebbe essere chiamata la cultura ricreativa che coinvolge gli
utilizzatori abituali dei parchi come i genitori con figli piccoli, i giovani, i
praticanti di attività sportive all’aperto (jogging, calcio…), i proprietari di cani;
- l’altra potrebbe essere definita la cultura del fitness basata sui centri di
fitness, aerobica, piscine.
La maggior parte di coloro che frequentano i parchi li raggiunge a piedi o in
bicicletta; mentre la maggior parte di coloro che frequentano i centri sportivi li
raggiunge in macchina o, comunque, con mezzi di trasporto motorizzati.
Con la rapida crescita di attività ricreative in luoghi chiusi, la frequentazione
dei parchi ha perso d’interesse per una parte non marginale della popolazione,
specialmente giovanile (vedasi Box 3).
BOX 3. Bambini e giovani
Vi sono due ragioni principali del decrescente uso degli spazi verdi da parte dei
bambini e dei giovani:
- molti di essi hanno più facile accesso a forme di intrattenimento in locali o
case private e questo tranquillizza i genitori;
- la mancanza di buona qualità e sicurezza nell’accessibilità agli spazi verdi e
alle attrezzature di servizio ad essi integrate.
I principali fattori di dissuasione sono:
- la bassa qualità e la cattiva manutenzione degli spazi;
- l’inadeguatezza delle attrezzature (specialmente di quelle sportive);
- l’insicurezza dei parchi;
- l’accessibilità: la distanza dei parchi, ma soprattutto il traffico veicolare non
permettono ai ragazzi di accedervi da soli.
Molte persone usano raramente gli spazi verdi: le persone anziane non si
sentono a loro agio con i giovani; questi ultimi si sentono frenati dalla presenza
degli anziani; i genitori temono per i loro figli, specialmente se il controllo della
sicurezza risulta carente (vedasi Box 4).
Chi si occupa delle politiche del verde e dei servizi ad esso connessi deve
saper interpretare i bisogni delle diverse categorie di utenti, in special modo degli
utenti più vulnerabili come i bambini, poiché un verde che si adatti alle loro
esigenze deve possedere requisiti di alta qualità degli spazi interni, del contesto
e dell’accessibilità.
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BOX 4. Fattori comuni che determinano l’uso saltuario dei parchi
• Mancanza o cattive condizioni delle attrezzature (panchine, giochi per i
bambini, servizi igienici).
• Incidenza di comportamenti asociali.
• Preoccupazione nei confronti della presenza di cani.
• Sicurezza, specialmente nei confronti dei bambini.
• Qualità ambientale (immondizia, vandalismo, graffiti…).
• Perdita di varietà nei parchi, con tipologie tradizionali che non soddisfano le
esigenze degli utenti, in special modo dei giovani.
I bisogni e le aspettative possono variare, anche sostanzialmente, da luogo a
luogo; solo attraverso una concertazione con le comunità locali (che non sempre
si possono definire in base al luogo di residenza: si vedano, ad esempio, le zone
ad uffici), si possono individuare linee d’azione e modalità di esecuzione che
portino a risultati duraturi, positivi e accettati.
Tutti i cittadini dovrebbero poter usufruire di parchi di buona qualità, prossimi
ai luoghi di residenza e di lavoro; in particolare, ciò vale tanto più per le classi
sociali meno abbienti, che abitano in aree residenziali dense, dove le abitazioni
sono prive di verde privato fruibile da parte dei bambini.
In quartieri degradati è più facile che anche i parchi siano abbandonati a se
stessi; le autorità locali dovrebbero puntare ad un innalzamento dello standard
qualitativo, specialmente in queste aree problematiche, intervenendo con
programmi di rigenerazione estesi al tessuto urbano e sociale e coinvolgendo la
partecipazione dei cittadini.
La qualità degli spazi verdi è un indicatore sensibile delle condizioni di vita
del quartiere in cui sono inseriti: è un rivelatore del malessere urbano e della
segregazione sociale. Gli spazi verdi degradati, prima ancora che un problema di
giardinaggio pongono un problema di rigenerazione e solidarietà sociale: la loro
riqualificazione deve andare di pari passo con politiche di sostenibilità sociale,
perché ne sono parte integrante e ne rivelano il successo.
Le amministrazioni pubbliche dovrebbero considerare prioritario creare
parchi di buona qualità, rispondenti alle necessità dei cittadini che vivono in aree
degradate: questo obiettivo dovrebbe essere il punto fondamentale di programmi
di rinnovamento e recupero urbano.
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Tutte queste azioni hanno bisogno di una forte volontà politica, che sappia
incidere sulle cause dello scadente standard qualitativo e quantitativo dell’offerta
degli spazi verdi (vedasi Box 5); hanno bisogno di appropriate strutture, di giusti
percorsi operativi e di maggiore disponibilità di risorse.
La necessità di un salto di qualità nella politica degli spazi verdi urbani è
avvertita da ampi strati della popolazione e da gran parte degli amministratori
locali, i quali hanno operato e stanno operando per migliorare la qualità
ambientale delle loro città.
BOX 5. Cause dello scadente standard qualitativo e quantitativo dell’offerta
di spazi verdi
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Scarso sostegno politico, dovuto al fatto che i parchi pubblici sono messi in
secondo piano nelle decisioni di molte amministrazioni.
Deboli politiche per la gestione dei parchi e degli spazi verdi.
Uso di politiche di pianificazione inefficaci per la gestione e la manutenzione.
Difficoltà di reperire manodopera specializzata nella manutenzione degli
spazi verdi, ma soprattutto motivata nel praticare questo lavoro.
Mancanza di dati reperibili sui parchi pubblici urbani, che servano come
informazione ed aiutino a prevedere interventi mirati.
Cambiamenti nella natura delle comunità che abitano le città, oggi più
complesse e multiculturali.
Cambiamenti in modelli d’uso dei parchi, in relazione ai problemi di
sicurezza.
Domanda di differenti spazi verdi con spiccate caratteristiche naturalistiche,
che servano al miglioramento dell’ecologia urbana.
Domanda da parte dei bambini e dei giovani per una maggiore quantità di
aree gioco e per attività ricreative e sportive.
Cambiamenti nelle modalità di svolgimento di attività ricreative, con una
predominanza delle attività al chiuso, con le problematiche connesse
all’accesso veicolare.
Mancanza di coinvolgimento, da parte delle amministrazioni, degli abitanti
nella pianificazione, progettazione e gestione dei loro parchi e spazi aperti
verdi, anche per una carenza di supporto finanziario.
3. Risorse e nuove strategie
La maggior parte dei parchi e dei giardini urbani è di proprietà degli enti
locali, in particolare, dei Comuni sui quali grava anche l’onere della loro
manutenzione.
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La scarsità delle risorse è stata, ed è tuttora, una delle principali cause della
carenza quantitativa e del declino qualitativo degli spazi verdi; perciò è
importante reperire nuove e durature fonti di finanziamento ad integrazione di
quelle pubbliche.
Benché sia essenziale calibrare i bilanci delle amministrazioni locali in
rapporto alla quantità di spazi verdi che devono essere gestiti e mantenuti e, in
questo quadro, sia importante procurare maggiori risorse, tutto ciò non è
comunque ancora sufficiente e, soprattutto, non è di per sé garanzia di veri
miglioramenti, poiché molto dipende dal modo in cui le risorse vengono
impiegate.
Un impegno sul piano delle risorse finanziarie deve puntare sia sul loro
incremento sia sulla loro più razionale utilizzazione.
Chi si occupa di procurare i finanziamenti deve anche saperli distribuire tra i
vari spazi verdi e le varie attività che la loro gestione richiede; deve saper mettere
in atto modalità d’impiego più dinamiche, che si proiettino su periodi lunghi,
garantendo una continuità d’azione; deve stimolare le amministrazioni ad un uso
più creativo delle risorse a disposizione.
Per raggiungere standard qualitativi più alti occorre varare una strategia, che
veda impegnata la pubblica amministrazione ai vari livelli, da quello nazionale a
quello locale: una “strategia comune” di Regioni, Province e Comuni, basata sul
principio di sussidiarietà, risulta d’importanza decisiva per imprimere quel
cambiamento, anche nazionale, che si rende necessario per dare impulso alla
politica degli spazi verdi.
È indispensabile che ai vari livelli della pubblica amministrazione venga
esplicitamente riconosciuta l’importanza della tematica degli spazi verdi urbani, in
modo da conferire a questo settore una vera e propria dignità di politica pubblica
con un proprio bilancio, propri criteri ed indirizzi istituzionalmente condivisi, tali
da:
-
ottimizzare l’impiego delle risorse esistenti;
-
accrescere la capacità di attirare nuove risorse tramite partenariati tra
pubblico e privato;
-
coordinare e distribuire i finanziamenti di diversa provenienza;
-
orientare le azioni verso il perseguimento di standard qualitativi predefiniti;
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coadiuvare i responsabili politici e le strutture tecniche a tutti i livelli,
affinché migliorino le proprie azioni di pianificazione, progettazione,
gestione e manutenzione.
Una linea d’azione importante nella politica degli spazi verdi è quella della
formazione professionale dei tecnici, operanti ai vari livelli e nei vari settori. La
presenza di personale qualificato costituisce una risorsa strategica per la riuscita
di tale politica: per questo le strutture tecniche operanti nella pubblica
amministrazione vanno adeguatamente valorizzate.
4. Costruire partenariati
Il partenariato è diventato un concetto familiare nei più diversi settori
dell’amministrazione pubblica, specialmente nell’ambito dei servizi pubblici, dove
è richiesto uno stretto rapporto con le comunità locali e con le strutture spontanee
dell’associazionismo.
I partenariati sono fondamentali anche nel lavoro di realizzazione e di
riqualificazione degli spazi verdi e dovrebbero essere introdotti come tratto
costante delle politiche future, potendo condurre a risultati più positivi di quelli
che le autorità locali hanno raggiunto e potranno raggiungere operando da sole.
Il sistema dei partenariati può creare maggiore coesione tra le diverse
componenti sociali della comunità, può rinforzare i legami tra questa e le autorità
locali, può generare benefici diretti, quali nuove attività e crescita occupazionale,
oltre ad aiutare alcuni degli stessi partner – scuole, associazioni, attività
commerciali – a concretizzare i loro obiettivi specifici.
Fondamentale è il coinvolgimento delle comunità locali nella progettazione
degli spazi verdi. In proposito si sono ormai sviluppate metodologie efficaci e
sperimentate di progettazione partecipata, alla cui diffusione bisogna dare un più
energico impulso.
Vi sono molti partner possibili a seconda del progetto e degli obiettivi che
questo si propone; ogni iniziativa richiede, pertanto, un’attenta progettazione
della struttura del partenariato, evitando di mettere insieme organismi, gruppi o
individui troppo diversi, i quali, proprio per le loro differenze di vedute e obiettivi,
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possono generare tensioni: la struttura dei partenariati deve essere flessibile, ben
coordinata e, soprattutto, coesa. La messa in campo di una efficace struttura di
partenariati
richiede
competenze
professionali
specializzate,
continuità
d’impegno, flessibilità d’azione, buone capacità organizzative.
Le autorità locali sono i principali attori decisionali in materia di spazi verdi,
ma è necessario attivare una cooperazione con i soggetti potenzialmente
interessati a questa materia, attivando forme di collaborazione che inducano
mutui benefici, basati su principi, valori, obiettivi e priorità condivisi.
Le autorità locali possono individuare soggetti pubblici, privati, volontari e
membri delle comunità, che con la loro cooperazione possono sia aiutare ad
incrementare le risorse finanziarie a disposizione, sia incoraggiare le stesse
autorità e gli sponsor ad un uso più congruo delle risorse impiegate.
Molto utili si rivelano le reti di partenariati, che lavorano in parallelo su
progetti coordinati.
Un’ulteriore possibilità è rappresentata da forme di autogestione, o di
gestione affidata ad organizzazioni no profit, tramite sistemi di affitto a lungo
termine.
Anche la cogestione, portata avanti contestualmente da enti pubblici e privati,
può dare buoni risultati, specialmente nel caso di piccoli giardini, che possano
essere facilmente gestiti e mantenuti dagli stessi residenti con l’aiuto di volontari
e con il supporto delle pubbliche amministrazioni.
Importanti sono anche le forme di partenariato trasversale, che legano diversi
parchi e giardini su temi ed iniziative comuni, come la sicurezza, la salute, gli
immigrati, i bambini (intorno ad una nuova politica degli spazi verdi può essere
recuperata e rilanciata l’idea che ha ispirato l’iniziativa “Le città sostenibili delle
bambine e dei bambini”).
Le amministrazioni pubbliche dovrebbero prevedere un addestramento
specifico per i funzionari e i membri di queste forme di cooperazione associativa.
Il coinvolgimento delle comunità è alla base di una pianificazione e di un
miglioramento degli spazi verdi, ma questo deve essere sostenuto da
conoscenze tecniche, ricerche dettagliate e programmi condivisi. A tale scopo, la
costituzione di centri di ricerca e formazione, che nascano dalla collaborazione
tra enti locali, Università e centri di ricerca specializzati, potrebbe fornire un
contributo importante.
Il coinvolgimento delle comunità può avvenire a tre livelli:
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il primo è quello dell’informazione su ciò che è stato e viene realizzato
nell’interesse della comunità;
-
il secondo è il lavoro con la comunità per sviluppare politiche e piani,
attraverso la consultazione e il coinvolgimento diretto di rappresentanti
della comunità nelle decisioni sulle priorità e sull’impiego delle risorse;
-
il terzo consiste nel sostenere iniziative autonomamente promosse e
guidate dalle comunità locali.
I tre approcci possono essere adottati contemporaneamente e, talvolta, nello
stesso luogo; così come differenti e specifiche comunità (legate a determinati
interessi, identità e luoghi geografici) possono voler essere coinvolte in tempi
successivi e in modo indipendente. In questo quadro diviene indispensabile
avere idee chiare sulla tipologia dei gruppi coinvolgibili e disporre di un
censimento dei gruppi effettivamente o potenzialmente esistenti nella realtà
locale in cui si opera (vedasi Box 6).
L’amministrazione pubblica e le autorità locali, attraverso partenariati locali,
dovrebbero assicurarsi che il coinvolgimento della comunità sia un punto focale
dei programmi e dei progetti, che creano e migliorano gli spazi verdi, inclusi quelli
in aree di trasformazione e di rigenerazione. Inoltre, dovrebbero sostenere ed
erogare finanziamenti, che permettano il coinvolgimento di gruppi delle comunità
locali nel lavoro pratico in questi spazi.
La costruzione di una capacità locale è essenziale per il successo dei
progetti; molto spesso è necessario inserire personale retribuito, che possa
avviare processi che, in un secondo tempo, possono diventare automatici e
portare ad un effettivo coinvolgimento collettivo.
Certi tipi di spazi verdi, in particolare piccoli spazi di risulta attorno alle
abitazioni e piccoli lotti coltivabili, possono essere cogestiti da autorità locali,
volontari, organizzazioni della stessa comunità o, addirittura, possono essere
creati e gestiti dalle stesse comunità locali.
Constatato che gli spazi verdi di alta qualità possono aiutare ad attrarre
investimenti economici nelle aree circostanti, non è tuttavia così facile
coinvolgere interessi economici nel sistema di partenariato. Dal punto di vista del
profitto, pare infatti che alcuni parchi, come quelli in aree periferiche, siano
lontani dal produrre benefici economici per eventuali investitori privati.
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BOX 6. Tipologia dei gruppi coinvolgibili in strutture di partenariato
•
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•
•
•
•
Amici e gruppi di fruitori: il successo di questi gruppi è spesso legato
all’iniziativa di singoli soggetti dotati di buone capacità d’iniziativa e di
mobilitazione.
Volontari: spesso aiutano nel lavoro pratico come nella manutenzione,
nell’organizzazione di eventi e manifestazioni, nello svolgimento di servizi ai
vari tipi di utenti.
Scuole: molti parchi possono essere utilizzati per attività scolastiche o
integrative organizzate dalle stesse istituzioni scolastiche.
Progetti di partenariato: autorità locali e comunità possono lavorare insieme in
una serie di partenariati formali ed informali.
Iniziative delle comunità: possono essere il prodotto di iniziative di singoli o
stimolate dalle stesse istituzioni locali; possono creare nuovi giardini, gestire
orti popolari, organizzare la gestione di veri e propri parchi, migliorare fasce
verdi di margine, promuovere e gestire attività commerciali ed eventi sui loro
spazi o su quelli degli enti locali.
Sviluppo di comunità: là dove nessun gruppo ha mostrato interesse per gli
spazi verdi, la pubblica amministrazione può intervenire, tramite personale
specializzato, mettendo in contatto le comunità con chi è interessato ad
avviare iniziative di sviluppo, o servendosi di organizzazioni volontarie esistenti
che adottano metodi di sviluppo comunitari. Dovrebbero essere istituiti corsi di
formazione, per chi lavora nelle amministrazioni, sulle tecniche e le modalità di
sviluppo delle comunità.
Reti e forum: per migliorare gli scambi di informazioni e di esperienze, per
assicurare il coordinamento e per promuovere le “buone pratiche”.
Molte aziende hanno però riscontrato che un loro coinvolgimento nella vita
delle comunità dove sono ubicate, può apportare benefici ai loro dipendenti –
quindi alle aziende stesse – che possono usufruire di spazi verdi negli orari di
pausa. Qualora un’azienda venga coinvolta in un sistema di partenariato, è
dimostrato che altre ne seguono l’esempio.
L’amministrazione
pubblica
dovrebbe
promuovere
un
più
ampio
coinvolgimento del settore privato nel sistema di partenariato per il miglioramento
dei parchi urbani e degli spazi verdi, offrendo modalità nelle quali si possano
riscontrare oggettivi benefici nella collaborazione con le comunità locali, le
organizzazioni di volontari, le strutture pubbliche, facendo degli spazi verdi una
parte fondamentale dello sviluppo di determinate aree (vedasi Box 7).
Su questo tema può essere utile conoscere più a fondo le esperienze
straniere, quali quelle statunitensi e inglesi, dove sono già state attuate con
successo queste forme di cooperazione.
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BOX 7. Principi di coinvolgimento nei partenariati
•
•
•
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•
•
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•
•
•
Promessa di cambiamento: nessun processo dovrebbe essere avviato senza
un impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti per un possibile cambiamento
positivo e per un coinvolgimento attivo.
Cambiamento della cultura organizzativa: le organizzazioni responsabili del
coinvolgimento delle comunità dovrebbero avere maggiori risorse a
disposizione, raggiungere una certa consapevolezza, sviluppare capacità,
consacrare tempo, creare nuovi generi di lavori, stabilire nuove priorità
organizzative.
Processi continui: il coinvolgimento dovrebbe avere una certa continuità nel
tempo; importante è l’adozione di procedure di feedback che identifichino i
progressi e i modi in cui i partenariati hanno influito su programmi e politiche.
Legami con le strutture democratiche: i processi partecipativi dovrebbero far
riferimento a formali strutture democratiche in grado di sostenerli e rafforzarli.
Chiarezza, onestà e trasparenza: tutti dovrebbero essere informati
chiaramente sui limiti e le potenzialità dei progetti, sulle regole di
cambiamento, sulle attitudini delle parti coinvolte, sui finanziamenti, sulle
tempistiche e sui programmi di coinvolgimento a lungo termine.
Esclusione e rappresentanza: devono essere compiuti sforzi per coinvolgere
gruppi che altrimenti sarebbero esclusi (disabili, bambini, minoranze,…); ciò
è costoso e impegnativo.
Processi appropriati: ogni iniziativa o programma specifico ha bisogno di
processi e tecniche appropriati.
Oltre la consultazione: le abitudini possono ostacolare il cambiamento,
pertanto è importante lo sviluppo di nuove idee, attraverso un dialogo con la
gente del posto e con altri interlocutori locali.
Misure specifiche per la riuscita: sia per i processi di pianificazione che per
quelli di miglioramento e recupero.
Adeguate risorse: necessarie anche per poter attuare il coinvolgimento delle
comunità locali.
Molti sistemi di partenariato per i parchi possono avere finanziamenti da
aziende, organizzazioni finanziarie, lasciti; inoltre, particolari eventi e specifiche
attività trovano facilmente sponsorizzazioni e finanziamenti.
Il coordinamento di fondi di diversa provenienza e la loro gestione unitaria
porta alla necessità di individuare un responsabile specifico per i finanziamenti,
affinché i partenariati possano avere successo. Un tecnico appositamente
formato può coordinare i fondi per i progetti e la gestione, mantenere i rapporti
con gli enti finanziatori e tenere in considerazione le necessità delle
organizzazioni di volontari e dei gruppi locali.
L’amministrazione pubblica dovrebbe collaborare con strutture in grado di
procurare finanziamenti per promuovere partenariati mirati a:
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perseguire obiettivi strategici per la politica dei parchi urbani e degli spazi
verdi;
-
mettere a punto progetti finanziariamente sostenibili proiettati sul lungo
termine, per assicurare che gli spazi creati o migliorati siano poi mantenuti
e per permettere la necessaria flessibilità, attraverso la semplificazione
dei termini e delle condizioni di gestione;
-
procurare
finanziamenti
complementari
per
consultazioni,
per
addestramento di personale, per attività di project management e per
massimizzare i benefici dei capitali investiti, migliorando la qualità dei
progetti.
5. Indicatori, monitoraggio e buone pratiche
Sia a livello nazionale che a livello locale esiste una grave carenza
d’informazione sui parchi e sugli spazi verdi urbani; perfino i dati più elementari
su questo importante patrimonio pubblico sono spesso mancanti: quanti sono i
parchi e gli spazi verdi urbani, la loro superficie, il loro uso, il costo del loro
mantenimento.
Questa carenza informativa è una delle cause di debolezza delle politiche
relative al verde urbano: è difficile proporre o definire programmi d’intervento o di
finanziamento non avendo le necessarie informazioni di base.
La carenza di informazione è alla radice della scarsa consapevolezza
collettiva del problema del verde e della sua portata per la qualità della vita in
città. Particolarmente importante è quell’informazione omogenea, sistematica e
generalizzata che permette, tramite il confronto delle diverse situazioni, di
valutarne le differenze relative.
Bisogna creare un sistema informativo, che sappia correlare diversi
database, che sia altamente accessibile, che sappia perseguire una molteplicità
di obiettivi che vanno dall’informazione al pubblico, al miglioramento della
programmazione, della progettazione e della gestione.
Il sistema informativo di cui c’è bisogno deve consentire di monitorare gli
indicatori di prestazione (cioè di costi/efficacia) sia degli spazi verdi, sia delle
politiche messe in campo dalla pubblica amministrazione.
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In primo luogo, è necessario individuare una classificazione tipologica
unitaria degli spazi verdi urbani. I criteri di classificazione possono essere
innumerevoli; è quindi opportuno definire uno schema di classificazione semplice,
che serva da base per la pianificazione e le strategie di sviluppo.
Bisognerebbe istituire una struttura nazionale e analoghe strutture regionali
per raccogliere le informazioni sugli spazi verdi, in modo da avere un quadro
generale che consenta di varare una strategia comune in tutto il Paese, poiché il
complesso di questi spazi costituisce una risorsa strategica nazionale per l’intero
sistema delle nostre città.
Questa struttura dovrebbe fornire orientamenti alle autorità locali su quali tipi
di indicatori utilizzare, quali informazioni raccogliere, come conservarle, utilizzarle
e renderle accessibili: pur nel rispetto delle autonomie locali, una politica unitaria
nazionale, come già avviene in altri Paesi, si dimostrerebbe di grande utilità
sociale.
Grande attenzione deve essere posta nell’utilizzo di informazioni che sono
state già raccolte da agenzie nazionali, autorità locali ed altri enti: poiché molti
sono gli enti che gestiscono oggi in modo disorganico e non interrelato
l’informazione: si rende necessario uniformare i database e metterli in rete.
Bisogna mettere a punto comuni indicatori per valutare il valore economico,
sociale, culturale ed ambientale degli spazi verdi.
La qualità, i costi e i benefici possono essere determinati anche attraverso
l’uso che la popolazione fa di questi spazi e tenendo conto del suo grado di
soddisfacimento.
L’amministrazione pubblica dovrebbe commissionare un programma di
ricerca per definire una comune base concettuale relativamente a:
-
benefici sociali, economici ed ambientali di parchi e spazi verdi;
-
tipologie e condizioni delle attrezzature presenti nei parchi e negli spazi
verdi;
-
uso degli spazi verdi da parte dei diversi di tipi di utenti e attività;
-
accessibilità e collegamenti necessari a costituire reti di spazi verdi in
aree urbane;
-
rapporto tra la spesa relativa ai servizi degli spazi verdi sostenuta dalle
autorità locali e la qualità di ogni singolo spazio verde, in modo da
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stabilire criteri omogenei per valutare le politiche in termini di
costi/efficacia.
Si dovrebbe inoltre sviluppare una rete di diffusione di “buone pratiche”:
esistono molti esempi di “buone pratiche” di progettazione e di gestione di parchi
e di servizi connessi; la conoscenza di questi casi dovrebbe essere diffusa
attraverso appositi database, dove i casi segnalati siano selezionati sulla base di
predefiniti principi chiave (vedasi Box 8).
BOX 8. Alcuni principi chiave per le buone pratiche
• Capire lo spazio verde: per creare uno spazio verde di buona qualità è
necessario comprendere la specificità del luogo, la sua storia, la sua ecologia, il
suo contesto sociale, culturale, ambientale ed economico.
• Capire valori, bisogni e aspirazioni della popolazione locale: consultare e
coinvolgere la comunità nella progettazione e nello sviluppo degli spazi verdi è
fondamentale per il successo dell’azione; un approccio innovativo alla
consultazione e al coinvolgimento può condurre a risultati che soddisfano
pienamente i bisogni, gli interessi e le aspirazioni delle comunità, con la
conseguenza di un aumento della fruizione.
• Formare un partenariato collaborativo e capace: la leadership politica locale, la
comunità e il sostegno del settore imprenditoriale sono vitali per il successo dei
partenariati e per i programmi di sviluppo degli spazi verdi.
• Sviluppare una visione chiara a condivisa per gli spazi verdi: per una visione
condivisa di nuovi spazi verdi o della riqualificazione di quelli esistenti è
essenziale adottare un approccio che coinvolga, sin dagli stadi iniziali del
progetto, tutti i soggetti locali portatori di interessi della comunità, le autorità
locali e le organizzazioni associative.
• Assicurare una buona e durevole gestione e manutenzione: per il miglioramento
degli spazi verdi devono essere impiegate tecniche e pratiche, che possano
rilanciare il valore ecologico e la specificità locale, prevenendo i possibili fattori
di danno.
• Riconoscere e promuovere valori culturali e tradizionali: gli spazi verdi progettati
o recuperati dovrebbero essere rivelatori di tradizioni, valori storici e culturali,
oltre a rispondere ai bisogni presenti e futuri.
• Incoraggiare l’innovazione e l’apprendimento: metodi innovativi, per quanto
complessi, possono spesso venire adattati e diffusi. Ad esempio, l’innovazione
estetica è molto importante per far emergere nell’immaginario collettivo il valore
degli spazi verdi: artisti e paesaggisti dovrebbero entrare a far parte dei gruppi
di progettazione partecipata.
• Muoversi avendo una strategia: legare lo sviluppo di spazi verdi a più ampie
strategie locali, regionali e nazionali può aiutare ad attirare risorse dall’esterno;
assicura che i risultati siano in linea con obiettivi più ampi e non entrino in
conflitto con altre iniziative. Gestione e manutenzione a lungo termine devono
essere opportunamente pianificate, altrimenti ogni miglioramento sarà di breve
durata. Per questo si rende necessaria una strategia di lungo periodo
accompagnata da grande capacità operativa sul breve periodo.
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L’amministrazione pubblica dovrebbe promuovere ed orientare lo sviluppo di
mezzi per la diffusione di comprovate “buone pratiche” attraverso seminari, CDRom, siti interattivi, network di formazione per addetti ai lavori e per gruppi di
comunità. Essa dovrebbe, inoltre, formare e diffondere una serie di linee guida
per orientare le autorità locali nell’adozione di strategie comuni mirate ad
incrementare e migliorare gli spazi verdi.
6. Una nuova cultura
I cambiamenti sociali, demografici e di costume hanno modificato le nostre
aspettative e la nostra domanda relativamente agli spazi verdi; dobbiamo, di
conseguenza, ripensare i tipi di spazi verdi che creiamo ed il modo in cui li
gestiamo e sviluppiamo per renderli più corrispondenti allo stile di vita della
società contemporanea.
Questo nuovo modo di pensare deve portare allo sviluppo di politiche
efficienti, per pianificare servizi e distribuirli attraverso la realizzazione di reti di
spazi verdi urbani e periurbani.
La creazione di spazi verdi di qualità dovrebbe essere una priorità nazionale
nel definire gli obiettivi di una vera rinascita urbana: ciò richiede una strategia
nazionale costruita attraverso il contributo propositivo delle Regioni, delle
Province e dei Comuni.
L’amministrazione pubblica dovrebbe fornire una chiara guida per sostenere
e assicurare il successo delle strategie d’azione in materia di spazi verdi (vedasi
Box 9):
-
promuovendo e coordinando l’inserimento di provvedimenti sugli spazi
verdi nelle politiche e nei programmi di settore, in particolare: nel
rinnovamento e nella rigenerazione di quartieri, nei programmi di sviluppo
regionale, nella pianificazione locale, nelle politiche dell’abitazione, della
cultura, del tempo libero, dello sport e della mobilità urbana;
-
fornendo una guida per chi formula programmi regionali e locali, affinché
le autorità locali e le altre organizzazioni interessate, inclusi i partenariati
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che coinvolgono settori volontari e privati, mettano in campo azioni
efficaci per realizzare, migliorare e mantenere i parchi e gli spazi verdi.
BOX 9. Ingredienti principali per strategie di successo su parchi e spazi verdi
•
•
•
•
•
•
•
-
Previsioni e strategie per azioni future.
Coinvolgimento di comunità, portatori di interessi, partenariati.
Intenzioni chiare e obiettivi misurabili, basati su principi e valori fondamentali
concordati con i portatori di interessi locali.
Piani d’azione per realizzare reti di spazi verdi.
Verifiche su quali spazi verdi esistano, dove, la loro compatibilità con i
propositi, qualità e condizioni, come siano utilizzati ed il loro valore per la
comunità.
Criteri, standard e linee guida determinati localmente per la progettazione, la
gestione ed il mantenimento di nuovi spazi verdi.
Proposte di monitoraggio, valutazione e riesame che cerchino attivamente di
coinvolgere le comunità locali.
Le strategie di successo sono sostenute da:
consultazione e coinvolgimento delle comunità, eventi, attività ed altre
iniziative politiche;
buoni resoconti descrittivi e valutativi derivanti da indagini sugli utenti, sui
livelli e sui modelli d’uso;
valutazioni realistiche delle risorse necessarie per migliorare le strategie.
In molte aree la rinascita dei parchi dipende essenzialmente dall’abilità delle
autorità locali nel fornire una guida e promuovere un’iniziativa locale. I servizi dei
parchi hanno bisogno di una adeguata struttura organizzativa; ma è importante
che vi siano leader locali che apprezzino il ruolo che gli spazi verdi possono
svolgere nel miglioramento della salute pubblica e della qualità della vita.
Università, centri di ricerca, associazioni culturali e pubbliche amministrazioni
dovrebbero creare apposite strutture in grado di esprimere questa leadership
culturale.
Molto spesso, purtroppo, il verde, invece di essere considerato una risorsa
culturale chiave, viene considerato come un’estensione dell’ambiente naturale,
che può essere conservato con la minima manutenzione e gestione.
Le autorità locali dovrebbero fornire una guida efficiente e di alto livello per gli
spazi verdi, e dovrebbero attribuire maggior peso al contributo degli spazi verdi
per migliorare la qualità dell’ambiente locale e la vita degli abitanti.
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7. Nuove forme di programmazione partecipata
Oltre ad una convinta guida locale, un miglioramento degli spazi verdi
richiede una pianificazione e una distribuzione dei servizi, focalizzate su un
efficace coinvolgimento delle comunità locali e sul soddisfacimento delle loro
aspettative e dei loro bisogni (vedasi Box 10).
BOX 10. Le aspettative dei bambini e dei giovani
In Gran Bretagna sono state condotte indagini coinvolgendo circa 1.000 giovani
e le loro aspettative sono risultate sorprendentemente semplici:
- migliori attrezzature: luoghi dove sedere e luoghi coperti, attrezzature di
gioco, aree erbose con buoni sistemi di drenaggio, attrezzature sportive
meglio progettate ed organizzate;
- spazi più puliti e sicuri: una migliore manutenzione delle aree, più cestini
dell’immondizia, più numerosi e migliori servizi igienici, migliore
illuminazione, più piante. I bambini più piccoli sentono la necessità della
presenza di più adulti nel ruolo di sorveglianti;
- gamma di differenti tipi di spazi: i bambini più piccoli preferiscono giocare
dove possono essere visti, mentre i più grandi e i ragazzi preferiscono
essere più distanti da casa; inoltre entrambi auspicano la presenza di aree
specifiche riservate a seconda delle età per evitare conflitti;
- coinvolgimento: essere consultati, progettare gli spazi, collaborare con chi se
ne occupa ed aiutare nella cura degli spazi verdi.
Politiche di settore integrate (verde, casa, salute, sport, istruzione, tempo
libero, mobilità) si rafforzano mutuamente, aiutano a trovare partner e permettono
alle autorità di coniugare la pianificazione con un progetto innovativo.
Una strategia di questo tipo dovrebbe essere capita e sostenuta sia dalle
autorità locali sia dalla popolazione, ciò può avvenire solo attraverso un
approccio collaborativo tra i diversi enti e gruppi.
Rendere possibile una partecipazione effettiva della popolazione alle
politiche ed alle strategie di sviluppo e ad una gestione continuativa, porta a
parchi migliori, che soddisfano reali bisogni, stimola i privati ad un migliore
mantenimento delle loro proprietà immobiliari e rafforza lo spirito comunitario.
Le autorità locali dovrebbero sviluppare e mettere in atto, ai vari livelli, una
pianificazione strategica delle “reti di spazi verdi”, integrata con altre linee
d’azione (trasformazione e rigenerazione di quartieri, pianificazione e sviluppo di
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nuove aree residenziali, innovazione nel settore del terziario, riconversione
urbanistica di aree in disuso, misure di moderazione del traffico) (vedasi Box 11).
BOX 11. Reti di spazi verdi
Le reti di spazi verdi possono includere:
- spazi urbani verdi: parchi, giardini, campi sportivi, terreni di proprietà
comune, lotti coltivabili, boschi, spazi pertinenziali di chiese, campi di gioco;
- altri spazi: linee ferroviarie in disuso, terreni lungo canali, sponde dei fiumi,
terreni soggetti a vincoli di inedificabilità, retri di abitazioni, giardini di
comunità e fattorie cittadine.
Le connessioni di rete possono essere costituite da:
- strade alberate, tratti lungo ferrovie, canali, tranvie;
- ma, soprattutto, strade verdi e piste ciclabili.
Le autorità locali dovrebbero sottolineare l’importanza di un “pensiero
comune” tra tutti i soggetti coinvolti nella preparazione e nel perfezionamento
delle strategie e dei programmi sugli spazi verdi (vedasi Box 12).
BOX 12. Obiettivi strategici della programmazione locale
La programmazione strategica dovrebbe porsi i seguenti obiettivi:
- qualità: attraverso la valorizzazione estetica, l’incremento della biodiversità,
la dotazione di attrezzature, una buona manutenzione, l’interconnessione tra
spazi e luoghi differenziati dando vita ad un sistema di spazi verdi;
- accessibilità: collegare spazi residenziali e spazi verdi tramite una rete
continua e sicura di percorsi pedonali, ciclabili e di strade verdi; eliminare le
barriere architettoniche;
- quantità: provvedere un’adeguata quantità di spazi verdi tenendo conto delle
soglie di densità di fruizione.
Il Piano strategico degli spazi verdi ha come fine primario di puntare al
raggiungimento di traguardi di qualità; per questo deve:
-
riguardare, in primo luogo, gli spazi esistenti degradati o non adatti al loro
scopo, cercando di trasformarli e migliorarli con soluzioni innovative, nella
linea di un ripensamento degli spazi verdi esistenti, per meglio adattarli
alle realtà che li circondano e alle specificità della domanda locale;
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promuovere una progettazione paesaggistica di alto livello, che sappia
trasformare semplici spazi o aree di abbandono in luoghi dotati di alta
valenza estetica: un bel parco non solo migliora l’intera area circostante,
ma attrae il visitatore e il turista;
-
coinvolgere le comunità locali nel processo di progettazione, instaurando
un rapporto che permetta l’identificazione delle loro esigenze ed
aspirazioni;
-
riconoscere il ruolo importante che gli spazi verdi svolgono sul piano
educativo e coinvolgere più attivamente le scuole, non solo per quanto
riguarda gli spazi verdi di loro pertinenza, ma anche gli altri spazi verdi del
quartiere (vedasi Box 13);
-
sviluppare una rete di spazi verdi cittadini, che possa offrire agli abitanti
modalità alternative per muoversi all’interno della città, lontano dalle
grandi arterie di traffico;
-
imprimere nuovi cicli di vita in spazi attualmente in disuso, marginali o di
bassa qualità, attraverso un ridisegno creativo dei loro luoghi, rispondente
alle necessità di oggi. Alcuni luoghi possono in parte essere restaurati se
il loro disegno ha una valenza storica, altri possono essere modificati
anche sostanzialmente, tutti si prestano ad essere luoghi adatti ad
ospitare opere d’arte.
BOX 13. Miglior uso degli spazi verdi locali come risorsa educativa
Le scuole possono:
- fare uso dei parchi come luoghi di lezioni all’aperto; ciò può aiutare i bambini
a dare un giusto valore agli spazi verdi;
- attivare esperienze di progettazione partecipata, a cominciare dagli spazi
verdi delle scuole, è un modo per formare una cultura dello spazio come
paesaggio proprio e della comunità;
- promuovere l’uso di parchi e reti di spazi verdi per raggiungere le scuole;
- esaminare le potenzialità per rendere le attrezzature connesse agli spazi
verdi disponibili ad un più ampio uso della comunità;
- assicurare un ruolo ai parchi gioco come parte della rete locale degli spazi
verdi;
- individuare interventi migliorativi dell’accessibilità degli spazi verdi.
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8. Migliorare la progettazione
Il disegno paesaggistico del progetto dello spazio verde deve tenere conto
delle
esigenze
di
manutenzione,
senza
tuttavia
che
ciò
comporti
la
banalizzazione e la perdita di varietà.
Nei nuovi interventi vi è un arco di tempo, di circa dieci/quindici anni, nel
quale avviene la trasformazione dall’assetto iniziale al parco vero e proprio; in
questo periodo incidono pesantemente la gestione e la manutenzione, tanto che
le operazioni da eseguire dovrebbero essere prestabilite in un vero e proprio
piano di gestione del periodo iniziale.
Le decisioni gestionali incidono anche sugli spazi verdi che hanno raggiunto
la maturità. Nel corso degli anni essi sono soggetti alla dinamica dualistica della
rimozione e dell’accrescimento degli elementi vegetazionali e floristici: vi sono
parti in cui questi vengono aggiunti ed altre in cui vengono eliminati, rischiando
che, con il tempo, si perda di vista il valore dell’immagine complessiva del parco.
A tale scopo si rendono necessari piani di gestione specifici per ogni parco
importante, basati sulla considerazione del valore e del carattere peculiare del
medesimo.
Le autorità locali dovrebbero promuovere revisioni di progetti di spazi verdi
non riusciti ed insoddisfacenti, come parte delle strategie sugli spazi urbani
(vedasi Box 14).
BOX 14. Revisione dei progetti
La revisione dei progetti può aiutare a diversificare gli spazi verdi, ad adottare
provvedimenti calibrati sulle specificità di ogni singolo luogo, ad individuare le
cause che spingono la gente del posto a non usare gli spazi verdi e a rimuoverle
con interventi quali:
- razionalizzazione del disegno per eliminare zone isolate difficilmente
controllabili o mantenibili;
- concentrazione di aree di uso intenso;
- miglioramento dell’accessibilità, della segnaletica e dell’informazione,
illustrando, per esempio, aspetti della vita naturale o della storia locale, in
modo che gli utenti possano meglio comprendere ed apprezzare i luoghi;
- concentrazione di aree con essenze e piante che necessitano di una
manutenzione intensiva nelle zone più adatte per la manutenzione stessa;
- introduzione di un regime di manutenzione estensiva dove appropriato.
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La frammentazione di responsabilità per i parchi, come per molti altri settori,
porta solamente svantaggi; pertanto è essenziale stabilire piani di gestione che si
basino su forum cui partecipino autorità locali, contraenti e gruppi locali.
9. Migliorare la gestione e la manutenzione
Le autorità locali dovrebbero predisporre, a seguito di consultazioni di gruppi
di utenti, un piano di gestione per ogni parco principale, insiemi di parchi minori e
tipi di spazi verdi.
Le condizioni fissate per la fornitura dei servizi di manutenzione sono diverse
a seconda delle situazioni locali, senza però che, generalmente, vi sia una chiara
visione su quali siano le modalità migliori da adottare caso per caso.
Può risultare utile fornire linee guida e criteri che pongano in grado le
amministrazioni locali di formulare contratti, che consentano di conseguire un
valore aggiunto a quello della semplice manutenzione (vedasi Box 15).
BOX 15. Valore aggiunto nei contratti di manutenzione
Può essere assicurato dalle autorità locali valore aggiunto se i contraenti sono
d’accordo nel:
- fornire informazioni ed assistenza agli utenti dei parchi;
- fornire un supporto per un primo aiuto d’emergenza;
- monitorare e riferire ogni abuso sulle attrezzature e sui servizi;
- aiutare nella rimozione di graffiti sulla segnaletica del parco e sulle
attrezzature per il gioco;
- partecipare ad attività di ricerca e di consultazione pubblica;
- partecipare alle politiche di riconversione di terreni incolti.
Gli standard qualitativi da raggiungere devono essere realistici e riflettere le
attese degli utenti.
Nei partenariati di tipo partecipativo, è opportuno sperimentare contratti che
responsabilizzino il contraente nel perseguimento dei target di qualità, piuttosto
che metterlo in una condizione di dipendenza decisionale da parte del
committente pubblico.
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Per monitorare la situazione dei parchi sia a livello nazionale e regionale, sia
a livello locale è necessario stabilire target e standard qualitativi misurabili tramite
opportuni indicatori.
Poiché gli spazi verdi urbani comprendono una grande varietà di tipi, i loro
standard qualitativi dovranno fare riferimento a un certo spettro di indicatori; è
comunque importante che, per i vari tipi di spazi, i parametri scelti possano
essere riconosciuti ed accettati delle popolazioni locali in relazione ai loro bisogni.
Un modo di definire gli standard è quello di fare riferimento a liste pubbliche
dei diritti dei consumatori.
Occorre valutare l’opportunità di introdurre indicatori di “miglior valore
possibile” (best value), che spingano le amministrazioni pubbliche a un continuo
lavoro di miglioramento degli spazi verdi per mantenerne ed incrementarne la
qualità: l’uso di tali indicatori corrisponde alla messa in pratica del criterio
secondo cui non è sensato porre limiti al miglioramento.
Il tema degli indicatori di valore suggerisce l’idea di definire i requisiti e le
caratteristiche, che dovrebbero essere proprie di un parco ideale (vedasi Box 16).
BOX 16. Il parco ideale: alcune caratteristiche
In una ricerca sugli spazi verdi, l’Università di Sheffield si è posta il quesito su quali
siano i requisiti ideali di un parco urbano. La risposta ha messo in evidenza i
seguenti punti:
- varietà di luoghi, forme, vedute, paesaggi;
- varietà di vegetazione: alberi, arbusti, fiori;
- acqua in tutte le sue forme: fontane, laghetti, laghi, canali, cascate;
- stimolazioni sensoriali, profumi e colori;
- opportunità per il gioco dei bimbi;
- servizi e attrezzature per i giovani e gli anziani;
- comfort, panchine, pensiline, servizi igienici.
Un approccio strategico all’offerta e alla gestione degli spazi verdi deve
anche fornire un meccanismo di continuo monitoraggio e revisione dei servizi
forniti, facendo riferimento a predeterminati target, il cui perseguimento deve
essere periodicamente monitorato.
La verifica continua del valore degli spazi verdi può fornire utili spunti per
modificare le modalità di gestione e di fornitura dei servizi. Possono essere
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attuati controlli regolari da parte di utenti dei parchi per confermare che gli
standard adottati rispettino veramente le loro aspettative.
Un risultato importante di questo monitoraggio è la risposta da parte degli
utenti: le indagini sugli utenti sono molto utili, come anche le inchieste mirate su
gruppi con specifici interessi.
Il monitoraggio e la revisione sono importanti anche per seguire i
cambiamenti a lungo termine: molti parchi hanno visto diminuire il loro valore a
causa della progressiva perdita delle loro caratteristiche e dell’impoverimento
delle loro attrezzature, spesso dovuta a tagli di risorse che hanno sottostimato i
benefici sociali.
Gestioni di qualità richiedono valutazioni periodiche delle condizioni e del
possibile uso, sia nel caso di parchi pubblici e di spazi verdi, sia in quello dei
locali destinati ai servizi culturali e ricreativi in essi reperibili.
10. Garantire la sicurezza e risolvere i conflitti
Alcune delle lamentele più frequenti sulle condizioni dei parchi riguardano i
comportamenti antisociali, il vandalismo, la presenza incontrollata dei cani.
Il comportamento antisociale di determinati gruppi o persone richiama
l’attenzione sul problema generale della sicurezza in città, problema che è del
tutto indipendente dalla presenza dei giardini; tant’è che le ricerche svolte in
materia hanno dimostrato che gli spazi verdi non sono meno sicuri delle aree
urbane circostanti. Dunque, in materia di sicurezza occorre fare riferimento al
complesso delle misure, che devono essere adottate per rendere più sicuri gli
spazi pubblici in generale.
Va tenuto presente che i luoghi pubblici diventano tanto più sicuri quanto più
sono frequentati. Occorre pertanto fare in modo che gli spazi verdi diventino
luoghi appetibili e vissuti, il che rimanda ai temi della qualità, su cui si è
ampiamente detto nei capitoli che precedono.
Anche la progettazione degli spazi verdi può aiutare a ridurre le sensazioni di
paura, assicurando una buona visibilità di uno spazio da un altro, delle uscite e
assicurando percorsi alternativi. Importante è comunque la presenza di personale
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del parco o di pubblica sicurezza, che costituisce un buon deterrente nei confronti
del crimine o di comportamenti incivili.
Il disturbo rappresentato dalla presenza dei cani non adeguatamente
controllati, i graffiti e l’immondizia sono alcuni dei fattori che portano al
deteriorarsi dell’immagine di uno spazio pubblico, ma che possono essere
agevolmente evitati o comunque sensibilmente limitati, sia attraverso campagne
educative, sia attraverso le necessarie misure repressive.
Per quanto attiene ai disturbi, che le utenze potenzialmente conflittuali
possono reciprocamente infliggersi, occorre puntare ad una gestione concertata
di tali conflitti, trovando quelle soluzioni progettuali che possono meglio
organizzare e ripartire gli spazi verdi secondo aree funzionali, cercando, al
contempo, di evitare di interrompere la continuità spaziale dei medesimi con
un’eccessiva compartimentazione in spazi recintati.
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PARTE SECONDA. LA FORMAZIONE DEL PIANO STRATEGICO
DEGLI SPAZI VERDI URBANI
Questa parte è dedicata alla presentazione della fase analitica e valutativa
della qualità degli spazi verdi urbani del Comune di Grugliasco e alla
formulazione di una prima proposta di linee d’azione del Piano strategico degli
spazi verdi urbani.
La fase di analisi e valutazione si è basata sull’uso di un set di indicatori di
qualità. La definizione degli indicatori è avvenuta in due stadi: il primo dedicato
alla messa a punto e applicazione di un set sperimentale di indicatori, definito
dallo staff di ricerca dell’Osservatorio Città Sostenibili; il secondo dedicato alla
valutazione e revisione di questo primo set, e dei risultati ottenuti dalla sua
applicazione, all’interno di uno staff di lavoro più ampio che ha visto una stretta
collaborazione con i tecnici del Comune di Grugliasco.
Esaurita la fase di analisi e valutazione dello stato di fatto, si è proceduto alla
individuazione delle linee d’azione del Piano.
1. Un sistema di indici e di indicatori per valutare la qualità degli
spazi verdi urbani
Per spazi verdi urbani si intendono i giardini e i parchi urbani accessibili
gratuitamente al pubblico.
La finalità del Piano strategico è di garantire una diffusa, buona accessibilità
a spazi verdi di qualità. La definizione della qualità implica la messa a punto di
indicatori di qualità.
Il sistema di indicatori e di indici, qui descritto, persegue questo scopo e,
implicitamente, fornisce un contributo per la Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) del Piano strategico degli spazi verdi del Comune di Grugliasco.
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1.1. La tipologia degli spazi verdi urbani
Un passo preliminare nell’analisi degli spazi verdi urbani è la loro
classificazione tipologica, poiché anche i requisiti di qualità, e i relativi indicatori,
cambiano a seconda del tipo di spazio verde.
Nella definizione della tipologia, è opportuno tenere conto della distinzione,
generalmente operata dalle leggi urbanistiche regionali, tra gli spazi verdi di
quartiere, che la legge individua come afferenti agli standard urbanistici di livello
comunale, e quelli di rango urbano o comprensoriale, che la legge individua
come afferenti agli standard urbanistici di interesse generale. Questo riferimento
è necessario per correlare la pianificazione degli spazi verdi alla più generale
pianificazione urbanistica.
Nella tipologia dovrebbero essere individuati anche gli elementi verdi lineari
che consentono di mettere in rete gli spazi verdi urbani.
Tenendo conto di questi criteri si può proporre la seguente tipologia:
A. Spazi verdi di livello comunale:
-
parco o giardino pubblico al servizio di aree residenziali;
-
verde di pertinenza di attrezzature per l’istruzione dell’obbligo;
-
verde destinato ad attrezzature sportive al servizio di aree
residenziali;
-
parco o giardino storico;
-
verde e attrezzature sportive al servizio di aree produttive,
direzionali o commerciali.
B. Spazi verdi di interesse generale:
-
parco pubblico di rilievo urbano/comprensoriale;
-
verde di pertinenza di attrezzature per l’istruzione superiore
all’obbligo;
-
verde
destinato
ad
attrezzature
sportive
di
rilievo
urbano/comprensoriale;
-
aree a bosco o di fascia fluviale demaniali o private accessibili al
pubblico.
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C. Elementi connettivi per la realizzazione di reti di spazi verdi:
-
piste ciclabili;
-
strade verdi;
-
viali con alberature di grande dimensione;
-
strade con alberature di piccola dimensione;
-
strade ed aree pedonali.
In una classificazione tipologica degli spazi verdi non si può prescindere dalla
considerazione delle caratteristiche dimensionali degli spazi stessi: non v’è
dubbio che la qualità del verde urbano sia fortemente correlata con la classe
dimensionale delle singole aree verdi.
Una possibile suddivisione secondo classi dimensionali può essere la
seguente:
-
piccola: giardini inferiori ai 1.500 mq;
-
medio-piccola: giardini compresi tra i 1.500 mq ed i 5.000 mq;
-
medio-grande: giardini compresi tra i 5.000 ed i 10.000 mq;
-
grande: parchi superiori ai 10.000 mq.
Questa classificazione deriva, innanzitutto, dall’aver assunto la soglia dei
5.000 mq, considerata, dagli Indicatori Comuni Europei (ECI), come la soglia
minima su cui calcolare l’indicatore di accessibilità agli spazi verdi urbani. Ad
essa sono state aggiunte due ulteriori soglie: una inferiore, i 1.500 mq, per
distinguere tra piccoli e medio-piccoli giardini, e una superiore, i 10.000 mq, oltre
la quale si passa dalla categoria dei giardini a quella dei parchi.
In questa fase del lavoro di formazione delle linee d’azione del Piano, si
concentrerà l’attenzione sugli spazi verdi al servizio delle residenze, tralasciando
quelli al servizio degli insediamenti produttivi, direzionali o commerciali.
1.2. I requisiti di qualità degli spazi verdi urbani: indici e indicatori
La qualità degli spazi verdi urbani, limitatamente alla categoria dei giardini e
dei parchi pubblici a servizio di aree residenziali, è dipende da un mix di requisiti
che riguardano:
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a. funzionalità;
b. qualità estetica;
c. sicurezza;
d. servizi e arredo;
e. fattori di pressione;
f.
manutenzione.
A sua volta, ciascun requisito dipende da un insieme di fattori che, in varia
misura, concorrono a determinarne il livello qualitativo: il requisito è la variabile
dipendente di una funzione di variabili indipendenti costituite dai fattori; è a livello
dei fattori che bisogna definire gli indicatori di base; mentre i requisiti saranno
definiti da un indice calcolato come funzione ponderata degli indicatori di base.
Si è ritenuto opportuno distinguere tra “indicatori” e “segnalatori”: i primi sono
quelli che entrano nelle funzioni di ponderazione per il calcolo degli indici di
qualità degli spazi verdi correnti; i secondi hanno la funzione di segnalare la
presenza di situazioni o di caratteristiche eccezionali, che vanno indagate e
valutate a parte sulla base di indicatori specifici.
Gli indicatori e i segnalatori che qui sono stati identificati sono i seguenti:
a. Funzionalità
Indicatori
Gioco bimbi
Gioco ragazzi
Spazio anziani
Recinto cani
Percorsi senza barriere
b. Qualità estetica
Indicatori
Varietà floristica
Varietà di vedute
Contesto e sfondo
Segnalatori
Funzioni rare
Segnalatori
Valore storico
Presenza dell’acqua
Opere d’arte
c. Sicurezza
Indicatori
Accessi pedonali sicuri
Accessi ciclabili sicuri
Recinzione
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d. Servizi e arredo
Indicatori
Servizi igienici
Acqua potabile
Posteggio bicicletta
Panchine e cestini
e. Fattori di pressione
Indicatori
Strade di traffico
Ferrovie
Elettrodotti
Industrie e depositi
f.
Manutenzione
Indicatori
Manto erboso
Percorsi
Panchine e cestini
Pulizia
Di seguito si definiscono operativamente i diversi indicatori e segnalatori.
1.2.1. Funzionalità
La funzionalità dipende dall’assetto organizzativo che mette in grado lo
spazio verde di ospitare diverse funzioni. Il criterio adottato propende per favorire
una specializzazione funzionale dello spazio secondo aree adeguatamente
attrezzate per ospitare determinati tipi di utenza potenzialmente conflittuali:
l’assetto funzionale è quello che riduce i motivi di conflittualità o semplicemente di
reciproco disturbo, offrendo sistemazioni, attrezzature e arredi per un adeguato
svolgimento delle attività esercitate da ciascun gruppo di utenti. L’assetto
funzionale è anche quello che garantisce la sicurezza, la controllabilità dello
spazio da usi impropri specie per utenti particolarmente vulnerabili come i
bambini.
I gruppi di utenti caratterizzati da esigenze potenzialmente conflittuali sono: i
bimbi, i ragazzi, gli anziani e i possessori di cani. Si può pertanto affermare che
una organizzazione dello spazio tale da consentire a queste categorie di utenti di
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svolgere efficientemente e senza eccessivi conflitti le attività di gioco, svago e
sport, risponde ai requisiti funzionali di base.
Un ulteriore elemento fondamentale della funzionalità è inoltre costituito
dall’agibilità dei percorsi da parte di persone disabili.
Appare, inoltre, importante tenere conto della possibilità che il giardino o il
parco ospitino funzioni rare, quali eventi pubblici, cerimonie di rappresentanza,
festival, mostre o che siano in stretta integrazione con edifici che ospitano
funzioni di rilevanza sociale (centri culturali, edifici pubblici, centri sportivi, ecc.).
Questa ulteriore possibilità può essere considerata come un valore aggiunto che
conferisce allo spazio verde una specializzazione funzionale particolare.
L’indice di funzionalità si presenta, pertanto, come una funzione ponderata di
cinque indicatori di base:
-
gioco bimbi;
-
gioco ragazzi;
-
spazio anziani;
-
recinto cani;
-
percorsi senza barriere.
Ai quali può essere aggiunto il segnalatore delle “funzioni rare”, che indica
l’esistenza di una specializzazione dello spazio verde legata appunto alla
presenza di attività di rilevanza pubblica rare.
1.2.1.1. Indicatore: gioco bimbi
Spazio attrezzato per il gioco bimbi, appositamente delimitato in modo da
assicurarne la protezione da utilizzazioni improprie (deve essere, ad esempio,
impedito l’accesso ai cani).
buono
dotazione di almeno 2 altalene e 1 scivolo, con panchine e cestini in
prossimità dei giochi.
insufficiente
dotazione di un solo scivolo o altalena o, come buono, ma senza
panchine e cestini.
assente
manca la dotazione di attrezzature per il gioco.
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1.2.1.2. Indicatore: gioco ragazzi
Spazio attrezzato con campi gioco per ragazze e ragazzi, appositamente
recintato per il contenimento in campo del pallone e con fondo adatto.
buono
dotazione di almeno 1 campo di calcetto, 1 di basket e 1 di pallavolo,
appositamente recintati.
insufficiente
dotazione di un solo campo di calcetto o di basket o di pallavolo,
oppure come buono ma senza recinto di protezione.
assente
manca la dotazione di campi per gioco.
1.2.1.3. Indicatore: spazio anziani
Spazio attrezzato con gioco bocce, tavoli con sedili e tettoia o pergola,
ripostiglio attrezzi, servizio igienico, fornitura di acqua potabile, dotato di
adeguata illuminazione, appositamente recintato.
buono
dotazione di almeno 1 campo da bocce e zona di sosta con tavoli,
appositamente recintato.
insufficiente
dotazione di 1 campo di bocce, senza zona di sosta con tavoli, oppure
zona di sosta con tavoli ma senza campo da bocce.
assente
manca la dotazione del campo da bocce e di una zona di sosta con
tavoli.
1.2.1.4. Indicatore: recinto cani
Spazio recintato dedicato ai cani, con panchine e cestini.
buono
dotazione di almeno uno spazio recintato di adeguata ampiezza con
panchine e cestini.
insufficiente
dotazione di 1 spazio recintato senza panchine e cestini.
assente
manca lo spazio recintato.
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1.2.1.5. Indicatore: percorsi senza barriere
Ingressi, uscite e percorsi privi di gradini, con dislivelli raccordati da rampe a
norma e privi di buche o discontinuità che possano risultare pericolose o
disagevoli per chi usa la carrozzina.
buono
possibilità di accedere ad ogni parte dello spazio verde senza
incontrare barriere architettoniche.
insufficiente
presenza di barriere che precludono l’accessibilità ad alcune parti dello
spazio verde.
assente
presenza di barriere che precludono l’accessibilità ad una parte
rilevante dello spazio verde.
1.2.1.6. Segnalatore: funzioni rare
Il segnalatore riguarda l’uso che del giardino viene fatto in quanto spazio
dedicato a funzioni rare, quali eventi pubblici, cerimonie di rappresentanza,
festival, mostre, o che sia in stretta integrazione con edifici che ospitano funzioni
di rilevanza sociale, culturale e sportiva che inducono indirettamente un uso del
giardino. Esso funge da segnalatore della specializzazione funzionale dello
spazio verde, per valutare la quale occorrerà fare riferimento ad indicatori
specifici.
1.2.2. Qualità estetica
Pur nella complessità di un giudizio che, come quello estetico, è chiamato a
misurarsi con i temi tipici dell’arte dei giardini, vi sono alcuni elementi basilari la
cui presenza viene generalmente riconosciuta come indicatore di qualità estetica;
essi sono: la varietà della flora, la varietà delle vedute e la qualità formale del
contesto e dello sfondo.
L’indice di qualità estetica si presenta come una funzione ponderata di tre
indicatori:
-
varietà floristica;
-
varietà delle vedute;
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-
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contesto e sfondo.
A questi indicatori di base se ne possono aggiungere altri che sono sintomo
di un possibile valore aggiunto dal punto di vista estetico; essi sono:
-
valore storico;
-
presenza dell’acqua;
-
opere d’arte.
Il primo set di indicatori, cioè quelli di base, può essere usato per la
valutazione degli spazi verdi correnti; i segnalatori del secondo set vengono
registrati solo là dove compaiono, fungendo da indicazioni della presenza di un
potenziale valore aggiunto.
1.2.2.1. Indicatore: varietà floristica
La qualità viene fatta dipendere dalla ricchezza di specie floristiche presenti,
soprattutto siepi, arbusti e fiori.
rilevante
presenza di alberi, arbusti, siepi e fiori che assicurano una buona
gamma di fioriture nel corso dell’anno.
marginale
presenza modesta di arbusti, siepi e aiuole fiorite.
assente
assenza di arbusti, siepi e aiuole fiorite.
1.2.2.2. Indicatore: varietà delle vedute
La varietà delle vedute è generalmente correlata con la ricchezza del
messaggio veicolato da un paesaggio. La veduta è di due tipi: in movimento,
legata al percorso; da fermo, legata alle zone di sosta.
elevata
elevata varietà di vedute sia in movimento che da fermo.
buona
apprezzabile varietà di vedute sia in movimento che da fermo.
scarsa
limitatissima varietà di vedute sia in movimento che da fermo.
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1.2.2.3. Indicatore: contesto e sfondo
La qualità viene fatta dipendere dalla piacevolezza dei manufatti o delle
vedute che costituiscono il contesto scenico dello spazio verde.
buono
presenza di edifici di buona qualità architettonica, eventuali aperture su
sfondi gradevoli.
scarso
presenza di edifici di qualità mediocre o di scorci di sfondo poco
significativi.
pessimo
presenza di edifici di qualità scadente e assenza di vedute di sfondi
gradevoli.
1.2.2.4. Segnalatore: valore storico
Il giardino storico costituisce una categoria da trattare a parte e secondo un
set di indicatori diverso da quello utilizzato per valutare i giardini e i parchi
pubblici recenti. Qui ciò che interessa è cogliere la presenza di segni di memoria
storica quali: ville, tracce di disegno storico nel giardino, esemplari arborei che
costituiscono monumenti naturali, la cui presenza costituisce un sicuro fattore di
valorizzazione estetica.
1.2.2.5. Segnalatore: presenza dell’acqua
Anche la presenza dell’acqua, nelle varie forme in cui può valorizzare il
giardino, quali specchi d’acqua, ruscelli, fontane, costituisce un sicuro sintomo di
valore estetico.
1.2.2.6. Segnalatore: opere d’arte
Sculture o installazioni vengono considerate come indicatori sensibili della
qualità estetica del giardino.
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1.2.3. Sicurezza
I fattori, che vengono presi in considerazione, sono quelli che possono
essere risolti con una adeguata progettazione dello spazio verde, tralasciando
dunque quelli derivanti da atti di violenza, la cui prevenzione pone problemi di
pubblica sicurezza. Vengono pertanto considerati due fattori: il rischio
rappresentato dal traffico veicolare per quanto concerne l’accessibilità allo spazio
verde, e l’uso improprio che può avvenire soprattutto nelle ore notturne e che può
essere evitato con la chiusura notturna dello spazio verde.
L’indice di sicurezza si presenta come una funzione ponderata di tre
indicatori:
-
accessi pedonali sicuri;
-
accessi ciclabili sicuri;
-
recinzione.
1.2.3.1. Indicatore: accessi pedonali sicuri
La valutazione riguarda le strade di contorno dalle quali si accede allo spazio
verde. La sicurezza deve essere garantita da apposite protezioni in
corrispondenza degli attraversamenti pedonali delle medesime.
buono
presenza di piattaforme pedonali continue di attraversamento collocate
in corrispondenza dei percorsi pedonali più probabili, o presenza di
attraversamento semaforizzato su strade di maggiore traffico.
insufficiente
presenza
di
semplice
semaforizzazione.
assente
assenza di attraversamento pedonale con zebrata.
attraversamento
zebrato
privo
di
1.2.3.2. Indicatore: accessi ciclabili sicuri
La valutazione riguarda le strade di contorno dalle quali si accede allo spazio
verde. La sicurezza deve essere garantita dalla presenza di piste ciclabili
adeguatamente progettate.
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buono
presenza di piste ciclabili con accesso diretto al posteggio bici dello
spazio verde.
insufficiente
assenza di pista ciclabile ma possibilità di percorso in bici in strade a
traffico moderato.
assente
assenza di piste ciclabili e di possibilità di accesso da strade a traffico
moderato.
1.2.3.3. Indicatore: recinzione
Presenza di recinzione atta a garantire la protezione dello spazio verde lungo
le strade e la possibilità della chiusura notturna dello spazio verde.
buono
presenza di recinzione continua con possibilità di chiusura notturna.
insufficiente
presenza di recinzione senza possibilità di chiusura notturna.
assente
assenza di recinzione.
1.2.4. Servizi e arredo
La qualità dello spazio verde dipende anche dalla dotazione di servizi e
arredi, senza i quali la fruizione pubblica diviene più disagevole.
L’indice di servizi e arredo si presenta come una funzione ponderata di quattro
indicatori:
-
servizi igienici;
-
acqua potabile;
-
posteggio bicicletta;
-
panchine e cestini.
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1.2.4.1. Indicatore: servizi igienici
Presenza di servizi igienici per ambo i sessi.
buono
dotazione sufficiente di servizi per donne e uomini.
insufficiente
dotazione di servizi non utilizzabili da donne.
assente
assenza di servizi.
1.2.4.2. Indicatore: acqua potabile
Presenza di fontanelle per acqua potabile in misura adeguata.
buono
presenza e buona distribuzione di fontanelle per acqua potabile.
insufficiente
dotazione scarsa di fontanelle per acqua potabile.
assente
assenza di fontanelle per acqua potabile.
1.2.4.3. Indicatore: posteggio biciclette
Presenza di posteggi di biciclette in numero e localizzazione adeguati.
buono
presenza di stalli per bici in numero sufficiente presso gli ingressi e in
posizione appropriata.
insufficiente
presenza di stalli in numero insufficiente.
assente
assenza di stalli per bici.
1.2.4.4. Indicatore: panchine e cestini
Le panchine sono l’arredo più usato e devono essere abbinate a cestini per
la spazzatura. Esse si collocano lungo i percorsi, in slarghi che identificano zone
di sosta, in punti di particolare interesse.
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buono
dotazione adeguata di blocchi di panchine e cestini.
scarso
scarsa presenza di blocchi di panchine e cestini.
insufficiente
presenza del tutto inadeguata a soddisfare la domanda.
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1.2.5. Fattori di pressione
Si tratta di fattori di contesto che possono produrre varie forme di
inquinamento, quali quelli derivanti dal traffico o da altre forme di attività.
L’indice dei fattori di pressione si presenta come una funzione ponderata di
quattro indicatori:
-
strade di traffico;
-
ferrovie;
-
elettrodotti;
-
industrie e depositi.
1.2.5.1. Indicatore: strade di traffico
La presenza di strade di traffico al contorno dello spazio verde costituisce il
fattore di pressione più intenso per quanto attiene il rumore e l’inquinamento
atmosferico.
rilevante
presenza, per una significativa lunghezza del perimetro dello spazio
verde, di strade di elevato traffico.
marginale
presenza, per una parte marginale, di strade di elevato traffico.
assente
presenza di strade a basso traffico.
1.2.5.2. Indicatore: ferrovia
La presenza di linee ferroviarie al contorno dello spazio verde costituisce un
fattore di pressione rilevante soprattutto per quanto attiene al rumore.
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rilevante
presenza, per una significativa lunghezza del perimetro dello spazio
verde, di linea ferroviaria importante.
marginale
presenza, per una parte marginale, di linea ferroviaria importante o di
linea ferroviaria secondaria.
assente
assenza di linee ferroviarie.
1.2.5.3. Indicatore: elettrodotto
La presenza di elettrodotti dell’alta tensione può costituire un fattore di
pressione.
rilevante
presenza di elettrodotto che attraversa parte dello spazio verde.
marginale
presenza di elettrodotto in adiacenza dello spazio verde.
assente
assenza di elettrodotti.
1.2.5.4. Indicatore: industrie e depositi
La presenza di industrie e depositi è considerata un fattore di pressione.
rilevante
presenza, per una significativa lunghezza del perimetro dello spazio
verde, di capannoni industriali o di depositi.
marginale
presenza, per una parte marginale, del perimetro dello spazio verde, di
capannoni industriali o di depositi.
assente
assenza di capannoni industriali o di depositi.
1.2.6. Manutenzione
La manutenzione e la cura sono fattori importanti di qualità, soprattutto con
riferimento agli aspetti salienti degli spazi verdi, come: il manto erboso, le
pavimentazioni, gli arredi e la pulizia.
L’indice di manutenzione si presenta come una funzione ponderata di quattro
indicatori:
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-
manto erboso;
-
percorsi;
-
panchine e cestini;
-
pulizia.
44
1.2.6.1. Indicatore: manto erboso
Un manto erboso ben tenuto non deve presentare zone sterrate o prati non
adeguatamente sfalciati.
buono
manto erboso continuo, ben sfalciato e privo di zone sterrate.
accettabile
presenza di zone sterrate o di manto erboso non adeguatamente
sfalciato.
insufficiente
presenza di ampie porzioni sterrate.
1.2.6.2. Indicatore: percorsi
I percorsi devono essere continui, privi di buche o di disconnessioni.
buono
percorsi continui e privi di buche o di disconnessioni.
accettabile
presenza sporadica di buche o disconnessioni marginali.
insufficiente
presenza di buche o disconnessioni che sono causa di percorsi
disagevoli.
1.2.6.3. Indicatore: panchine e cestini
Panchine e cestini devono essere mantenuti in perfetta efficienza.
buono
panchine e cestini in perfetta efficienza.
accettabile
presenza marginale di guasti.
insufficiente
presenza significativa di guasti che ne impediscono l’uso.
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1.2.6.4. Indicatore: pulizia
La presenza di spazzatura è un indicatore doppio, nel senso che denota la
cura degli utenti e l’assiduità con cui si procede alla pulizia. In presenza di un
servizio di nettezza urbana di normale efficienza, l’indicatore è sostanzialmente
un segnalatore dell’educazione dei cittadini.
buono
assenza di spazzatura e di deiezioni di cani.
accettabile
presenza marginale di spazzatura e di deiezioni di cani.
insufficiente
presenza significativa di spazzatura o di deiezioni di cani.
1.3. Il metodo di ponderazione
La costruzione di un indice di qualità ambientale, che non ricada nella
categoria degli indicatori misurabili, ma in quella degli indicatori calcolabili con
metodi di ponderazione, segue alcune fasi logiche, che possono essere così
descritte:
1. in primo luogo occorre individuare i fattori da cui si ritiene dipenda la
qualità ambientale;
2. poiché i fattori sono variabili le cui variazioni di stato determinano
cambiamenti della qualità ambientale, occorre individuare, per ciascun
fattore, le condizioni di stato in corrispondenza delle quali si producono
sensibili cambiamenti nella qualità ambientale;
3. con la fase precedente si esaurisce la descrizione qualitativa dell’indice
alla quale deve seguire la fase di quantificazione.
Le prime due fasi corrispondono a quanto presentato nel paragrafo
precedente.
La fase successiva è appunto quella della pesatura di tali indicatori. Per
compiere questa operazione, si è utilizzata la tecnica del confronto a coppie. Tale
tecnica consente di verificare il grado di coerenza e di coesione della struttura di
ponderazione. In termini molto elementari, la tecnica consiste nel confrontare a
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due a due i vari indicatori. In questo confronto a coppie, si dispone di 100 punti,
che devono essere divisi tra gli elementi della coppia (80/20; 60/40; ecc.).
Questo esercizio viene materialmente compiuto compilando la cosiddetta
“matrice del confronto a coppie”: sulle righe e sulle colonne di una matrice, si
dispongono, nell’ordine, gli indicatori corrispondenti ai diversi livelli di qualità;
quindi si compila la matrice con i confronti a coppie. Lungo la diagonale
principale il valore è 50 e i valori al di sopra della diagonale principale sono i
complementari a 100 dei valori simmetrici al di sotto della diagonale stessa.
Nel confronto a coppie, si fornisce un’informazione ridondante per stabilire la
distanza di un livello da tutti gli altri. Questa ridondanza consente appunto di
controllare indirettamente il grado di coerenza e di coesione con cui si esprime il
giudizio. A partire dai pesi assegnati nella matrice si possono calcolare i valori
assegnati ai vari livelli, riportandoli su di una scala normalizzata da 0 a 1.
Con lo stesso metodo si sono calcolati i parametri di ponderazione utilizzati
nelle sommatorie per il calcolo degli indici
Di seguito si allega la struttura di ponderazione (vedasi l’Allegato 1.) e una
scheda tipo del database per la valutazione di qualità (vedasi l’Allegato 2.).
2. L’indagine conoscitiva
L’indagine conoscitiva si è svolta secondo due fasi: la prima dedicata
all’individuazione delle aree verdi; la seconda all’esecuzione dell’indagine sul
campo.
2.1. Individuazione delle aree verdi
La prima fase dell’indagine conoscitiva è consistita nell’individuazione
cartografica delle aree verdi, suddivise secondo la tipologia di cui al paragrafo
1.1. Come si è detto, tale tipologia fa riferimento alla distinzione operata dalla
legge urbanistica in sede di definizione degli standard; ciò al fine di coordinare il
Piano strategico degli spazi verdi con il PRGC. La legge urbanistica regionale
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(L.R. 56/77 e s.m.i.), distingue i servizi relativi agli standard di livello comunale
(art. 21) da quelli di interesse generale (art. 22).
La tipologia adottata è la seguente:
A. Spazi verdi di livello comunale (art. 21):
-
A1. Verde di pertinenza di attrezzature per l’istruzione dell’obbligo;
-
A2. Verde destinato ad attrezzature sportive al servizio di aree
residenziali;
-
A3. Parco o giardino pubblico al servizio di aree residenziali;
-
A4. Parco o giardino storico;
-
A5. Verde e attrezzature sportive al servizio di aree produttive,
direzionali o commerciali.
B. Spazi verdi di interesse generale (art. 22):
-
B1. Verde di pertinenza di attrezzature per l’istruzione superiore
all’obbligo;
-
B2.
Verde
destinato
ad
attrezzature
sportive
di
rilievo
urbano/comprensoriale;
-
B3. Parco pubblico di rilievo urbano/comprensoriale.
L’individuazione delle aree è avvenuta tramite una preliminare analisi del
PRGC, seguita da un controllo da foto aerea e da una successiva verifica a terra.
I risultati di tale indagine sono stati successivamente validati dai competenti uffici
comunali.
L'identificazione delle singole aree è avvenuta tramite un codice alfanumerico
in cui la prima parte indica la classe tipologica di appartenenza e la seconda
indica l'area (si veda la Tavola A.).Il numero di aree individuate per ogni tipo è
riportato nella Tab.1.
In questa prima fase di formulazione del Piano, l’indagine valutativa della
qualità degli spazi verdi si è limitata ai tipi A3 e B3, che sono stati
successivamente suddivisi secondo le classi dimensionali di cui al paragrafo 1.1.,
e cioè:
-
piccola: giardini inferiori ai 1.500 mq;
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-
medio-piccola: giardini compresi tra i 1.500 mq ed i 5.000 mq;
-
medio-grande: giardini compresi tra i 5.000 ed i 10.000 mq;
-
grande: parchi superiori ai 10.000 mq.
Tabella 1. Tipologia degli spazi verdi
Tipo
N.
A1.
Verde di pertinenza di attrezzature per l’istruzione dell’obbligo
19
A2.
Verde destinato ad attrezzature sportive al servizio di aree residenziali
A3.
Parco o giardino pubblico al servizio di aree residenziali
A4.
Parco o giardino storico
2
A5.
Verde e attrezzature sportive al servizio di aree produttive, direzionali o
3
7
39
commerciali
B1.
Verde di pertinenza di attrezzature per l’istruzione superiore all’obbligo
3
B2.
Verde destinato ad attrezzature sportive di rilievo
2
urbano/comprensoriale
Parco pubblico di rilievo urbano/comprensoriale
B3.
1
Totale aree
75
La distribuzione secondo le classi dimensionali delle aree oggetto di valutazione
è riportata nella Tab.2..
Tabella 2. Distribuzione degli spazi verdi secondo le classi dimensionali
Classe dimensionale
N°
Area [mq]
% rispetto all’area totale
A. Piccola
7
7.099
2,6%
B. Medio-piccola
18
51.017
18,2%
C. Medio-grande
8
64.564
23,0%
D. Grande
7
157.480
56,2%
Totale
40
280.160
100%
Come si può notare, si riscontra una prevalenza dei giardini di superficie
inferiore ai 5.000 mq (il 62,5% delle aree totali), in particolare derivante
dall’elevato numero di aree comprese tra i 1.500 ed i 5.000 mq.
Oltre i 5.000 mq, si hanno 8 aree entro i 10.000 mq e 7 superiori ai 10.000
mq.
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All’interno di quest’ultima classe dimensionale è importante rilevare la
presenza di un parco di rilevo urbano (Parco Porporati) che da solo, con i suoi
77.726 mq, rappresenta il 27,7% dell’intera superficie dei giardini grugliaschesi.
2.2. Esecuzione dell’indagine
Alla prima fase dell’indagine conoscitiva, in cui sono state identificate e
classificate le aree verdi, ha fatto seguito la messa a punto del questionario per il
rilevamento delle informazioni relative agli indicatori come definiti al paragrafo
1.2. Quindi si è proceduto al rilevamento sul campo accompagnato da rilievo
fotografico.
I dati rilevati sono stati successivamente caricati in un apposito database per
l’elaborazione e il calcolo degli indici.
Al fine di facilitare la visualizzazione dei risultati, il database è stato
georeferenziato, tramite Arcview, in modo da rappresentare cartograficamente,
sulla base di una opportuna scala cromatica, i valori degli indici per le diverse
aree analizzate (si vedano le Tavole dalla C1 alla C6).
3. I risultati: la valutazione dello stato attuale
3.1. La valutazione dei singoli fattori di qualità
I parchi e giardini pubblici (tipi A3 e B3) individuati sono complessivamente 40
(vedasi la Tavola B.), per una superficie complessiva di 280.160 mq. Il valore
medio dell’area degli spazi verdi considerati è di circa 7.000 mq.
Per ogni area verde si è proceduto alla valutazione dello stato attuale
compilando le rispettive schede (vedasi l’Annesso 1).
L’esito della valutazione evidenzia che il problema più rilevante relativamente
agli spazi verdi di Grugliasco riguarda la funzionalità (vedasi la Tavola C1.): il
42,5% delle aree verdi urbane, per una superficie complessiva di 69.607 mq, pari
al 24,8% del totale, presenta infatti livelli di funzionalità bassi ed un ulteriore 35%,
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con una superficie complessiva di 60.363 mq, (il 21,5% del totale), presenta livelli
di funzionalità medio-bassi.
Complessivamente, quindi, il 77,5% degli spazi verdi indagati non risponde
alla richiesta di una adeguata organizzazione funzionale. Il problema, come si
può evincere dai grafici riportati nell’Allegato 4, riguarda principalmente le aree al
di sotto dei 5.000 mq: di queste, ben 24 su 25 risultano avere livelli di funzionalità
bassa e medio-bassa.
Procedendo nell’analisi, soltanto il 17,5% degli spazi verdi urbani, per una
superficie complessiva di 66.479 mq, (pari al 23,7% del totale) può essere
qualificato con livelli di funzionalità medio-alti, mentre solamente 2 aree (il Parco
Porporati ed il giardino Ceresa), con una superficie complessiva di 83.711 mq,
(pari al 29,9% del totale) possono essere definite ad alto livello di funzionalità.
Se si analizza più dettagliatamente l’indice di funzionalità, considerando
separatamente gli indicatori che lo costituiscono, si ravvisa la presenza di 3 aree,
per un totale di 15.516 mq, in cui non è presente alcuna differenziazione
funzionale e che possono essere considerate alla stregua di prati non attrezzati.
Ad aggravare complessivamente l’indice di funzionalità concorrono l’assenza,
pressoché costante, di spazi recintati per i cani (presenti in 2 giardini soltanto), e
la relativa carenza di spazi ricreativi per gli anziani e spazi-gioco per i ragazzi.
Sicuramente più positiva è la dotazione di spazi gioco per i bimbi di cui risulta
ben dotato il 52% dei giardini.
Per quanto riguarda la qualità estetica (vedasi la Tavola C2.), l’indice
sintetico segnala una situazione in cui il 25% degli spazi verdi, per una superficie
complessiva di 21.216 mq, si colloca nella fascia di bassa qualità ed il 30%, per
una superficie complessiva di 46.658 mq, pari al 17% del totale, in quella mediobassa; riassumendo, quindi, il 55% delle aree presenta una qualità estetica non
buona. Come per la funzionalità, anche se in maniera meno evidente, il problema
è legato alle aree al di sotto dei 5.000 mq: il 47,5% degli spazi, che presentano
una bassa qualità estetica, appartiene infatti a questa classe dimensionale.
Il 35% degli spazi verdi indagati, per una superficie complessiva di 97.652
mq, pari a circa il 35% del totale, può essere considerato di fascia medio-alta,
mentre le aree ad alta valenza estetica, sono soltanto 4. Queste ultime, con una
superficie complessiva di 114.634 mq, pari al 41% del totale si collocano, infatti,
nella fascia alta di qualità.
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Per ciò che riguarda il problema della sicurezza (Tavola C3.), l’indice
sintetico segnala una situazione in cui circa il 20% delle aree verdi urbane, con
una superficie complessiva di 24.373 mq, si trova in una situazione di basso
livello di sicurezza; a queste si aggiungono quelle di medio-basso livello che
ammontano al 42,5%, con una superficie complessiva di 103.049 mq.
Il 7,5% delle aree, con una superficie complessiva di 20.915 mq, può essere
considerato di medio-alto livello, mentre il 30%, con una superficie complessiva
di 131.823 mq, pari al 47% del totale, può essere considerato in condizioni di alto
livello. Anche in questo caso incide molto dal punto di vista dimensionale il Parco
Porporati.
Ciò che tuttavia si può rimarcare è l’assenza in quasi tutti i giardini di
recinzioni (presente adeguatamente soltanto in 2 giardini) e, in alcuni casi, la
carenza di adeguati accessi pedonali e ciclabili sicuri.
Passando ad analizzare la dotazione di servizi ed arredo (Tavola C4.), si
può notare che il 27,5% degli spazi verdi per una superficie complessiva di
61.714 mq, risulta ad un livello basso a cui si aggiunge il 37,5%, con una
superficie complessiva di 48.461 mq, che presenta livelli medio-bassi. Il 65%
degli spazi verdi, pertanto, denota una carente dotazione di attrezzature legata ai
servizi ed all’arredo.
Il 32,5% delle aree, per una superficie complessiva di 92.259 mq, pari al 33%
del totale, invece, può essere qualificato con livelli medio-alti.
Anche in questo caso, come già ravvisato per la funzionalità e la qualità
estetica, una sola area (il Parco Porporati), si colloca nella fascia alta con una
ottima dotazione di attrezzature.
A differenza di quanto accadeva per gli indicatori precedenti, come si può
vedere dai grafici dell’Allegato 4, un basso e medio-basso livello di servizi ed
arredo non è strettamente imputabile alle classi dimensionali inferiori ai 5.000
mq, vi si ritrovano infatti 6 aree carenti di attrezzature appartenenti alle classi
dimensionali superiori. E’ altresì vero, tuttavia, che nessuna area inferiore ai
1.500 mq presenta dotazione di servizi medio-alta o alta.
Se si analizza più dettagliatamente l’indice attraverso i suoi indicatori è
possibile mettere in luce la carenza diffusa di servizi igienici (presenti soltanto in
Parco Porporati, ed al giardino Champagnat), di posteggi per le biciclette ed una
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presenza ridotta di fontanelle per l’acqua a fronte di una buona dotazione di
panchine e cestini.
Per quanto concerne i fattori di pressione (Tavola C5.), l’indice sintetico
rivela una situazione in cui soltanto il 5% degli spazi verdi urbani (2 aree), con
una superficie complessiva di 7.035 mq, si trova in condizioni di alto livello di
pressione ed il 22,5%, con una superficie complessiva di 114.275 mq, pari al
40% del totale, si trova in una situazione di medio-alto livello.
Il 37,5% delle aree, con una superficie complessiva di 66.266 mq, pari a circa
il 25% del totale, può essere considerato di medio-basso livello, a cui vanno
aggiunte quelle di basso livello di pressione, che ammontano al 35%, con una
superficie complessiva di 92.584 mq, pari al 33% del totale.
La situazione, relativamente agli impatti prodotti dai fattori di contesto, può
dunque essere considerata sostanzialmente buona: sono infatti presenti ben 10
aree verdi del tutto prive di fattori di pressione. Quando questi compaiono sono
quasi sempre legati all’incidenza del traffico automobilistico (rilevante nel 27,5%
dei casi) e talvolta alla presenza della ferrovia.
Infine, per quanto attiene al problema della manutenzione (Tavola C6.),
l’indice sintetico segnala una situazione diffusa di buona qualità della
manutenzione: il 62,5% delle aree verdi, con una superficie complessiva di
233.212 mq, pari all’83% del totale si trova nella fascia di alto livello di
manutenzione, cui va aggiunto un altro 20%, con una superficie complessiva di
37.144 mq, pari a circa il13% del totale, che si trova nella fascia medio-alta.
Il 15% degli spazi verdi, con una superficie complessiva di 8.149 mq, pari al
3% del totale si colloca nella fascia medio-bassa e soltanto una piccola area può
essere considerata in condizioni di basso livello generale di manutenzione.
Analizzando più in dettaglio l’indicatore è possibile mettere in luce che, laddove
la manutenzione è carente, ciò è dovuto principalmente alla minor cura dei
percorsi.
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3.2. Le questioni cruciali
Il problema che emerge con maggiore evidenza dalla valutazione della
qualità degli spazi verdi comunali è la diffusione di un basso livello di funzionalità.
Vi è una presenza consistente di aree in cui non esiste alcuna differenziazione
funzionale e per le quali diventa indispensabile una riprogettazione, se si vuole
utilizzare al meglio il consistente patrimonio degli spazi verdi pubblici interni alla
città.
In particolare emerge la scarsa presenza di spazi attrezzati a disposizione
degli anziani, che risultano tra gli utenti più numerosi degli spazi verdi e per i
quali occorrerebbe pensare alla realizzazione di locali, che possano essere
utilizzati anche durante l’inverno, diffondendo il modello che si è già venuto
affermando in alcuni circoli bocciofili esistenti.
Alla bassa differenziazione funzionale, si accompagna, generalmente, una
bassa dotazione di attrezzature ed arredo, soprattutto per quanto riguarda la
presenza di servizi igienici e fontanelle di acqua potabile, ed una diffusa carenza
di qualità estetica.
Quest’ultimo è un aspetto non trascurabile: uno spazio verde è bene che sia
anche un bel giardino, ben progettato e ben disegnato; nel momento in cui si
decide di avviare un cambiamento in senso migliorativo degli spazi verdi, sarà
opportuno prestare una maggiore attenzione alla qualità formale del loro disegno.
Il livello complessivo della qualità dei giardini e dei parchi pubblici dipende
anche dalla loro gestione: occorre ripensare la gestione di questi spazi con
l’obiettivo di “migliorarne la qualità, spendendo meno”. In quest’ottica, sarebbe
auspicabile l’attivazione di partenariati tra il Comune e i soggetti privati e le
associazioni, al fine di accrescere le risorse disponibili e provvedere
all’attivazione di strutture per la progettazione e la gestione partecipata. Strutture
quali il Forum di Agenda 21 Locale (il Piano strategico può diventare a tutti gli
effetti una delle iniziative di spicco di Agenda 21 Locale), i Comitati di quartiere o
le organizzazioni del volontariato dovrebbero diventare il necessario supporto per
mantenere viva la partecipazione dei cittadini e coinvolgere scuole, famiglie,
gruppi di volontari e associazioni nel processo di miglioramento degli spazi verdi.
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4. Le linee d’azione del piano
4.1. Puntare ad un obiettivo di qualità
L’indagine ha consentito di disporre di un quadro valutativo sistematico del
complesso degli spazi verdi urbani del Comune di Grugliasco: senza questo
passo preliminare risulterebbe arduo prospettare linee d’azione che abbiano un
minimo di fondatezza.
Da questo quadro valutativo emergono quelle che appaiono come le questioni
fondamentali e quelle che, viceversa, si pongono come questioni subordinate, se
non secondarie.
Va ribadito che il quadro valutativo discende dai criteri di qualità che sono stati
scelti e che sono stati espressi in forma di indicatori. Questo insieme di criteri e di
indicatori definisce, nel suo complesso, uno standard di qualità volutamente
elevato. D’altra parte lo scopo del piano è quello di avviare un processo di
sensibile miglioramento del sistema degli spazi verdi e, dunque, è parso corretto
“alzare il tiro”. L’approccio nel quale ci si colloca è di quel tipo che gli inglesi
chiamano di best value, cioè di non accontentarsi del livello di qualità raggiunto,
ma di interrogarsi sui modi per continuare a migliorare la qualità, ripensando la
qualità stessa.
Avendo fissato uno standard di qualità elevato c’era da attendersi,
conseguentemente, un giudizio severo sullo stato di qualità degli spazi verdi
urbani di Grugliasco; ma, appunto, non va mai dimenticato il relativismo di questo
giudizio; esso non è un giudizio in assoluto, ma un quadro di indicatori per
orientare le linee d’azione di un piano ispirato a criteri di best value.
4.2. La rifunzionalizzazione come asse strategico del piano
Come si è visto dall’esame dei risultati dell’indagine, emerge, sopra ogni altro,
un problema di rifunzionalizzazione degli spazi verdi. Questo è, per certi aspetti,
un risultato “a sorpresa”, nel senso che, prima che l’indagine fosse condotta, il
tema assillante si identificava con la manutenzione, la quale, alla luce dei criteri
individuati, si rivela invece generalmente discreta con punte di buon livello.
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Ovviamente esistono anche i casi in cui occorre migliorare la manutenzione, ma
si tratta di situazioni, tutto sommato, marginali e rimediabili.
È pur vero che la manutenzione è spesso al centro delle proteste dei cittadini,
ma questo giudizio è un rivelatore di insoddisfazione che va interpretato, in
quanto riconducibile a diversi motivi.
Uno dei motivi è la sporcizia (spazzatura, deiezioni di cani). Come si sa, però,
questo tipo di problema va risolto soprattutto a monte, radicando nella comunità
stili di comportamento più civili nell’uso dello spazio pubblico. Il servizio della
nettezza urbana di Grugliasco funziona efficientemente e non si può pretendere
che il personale stazioni permanentemente nei giardini. La pulizia, che
comunque è discreta, può essere migliorata con una più attenta collaborazione
dei
cittadini
e
con
una
più
severa
regolamentazione
soprattutto
del
comportamento dei proprietari di cani, che spesso, oltre a non attenersi alle
norme di sicurezza, ignorano le più elementari norme di igiene, arrivando a
consentire ai cani di insudiciare le aree destinate al gioco dei bimbi.
Le critiche che il pubblico rivolge in termini di carenza manutentiva riguardano
inoltre lo stato dei percorsi e degli arredi. Anche in questo caso però, pur
costituendo un campo in cui si deve operare per un ulteriore miglioramento,
l’indagine rivela che non ci troviamo di fronte ad un motivo tale da essere
impugnato come una delle cause rilevanti della carenza di qualità.
Dietro la richiesta di una maggiore manutenzione si cela, infine, un motivo più
di fondo, che riguarda la funzionalità del giardino, cioè la sua inadeguatezza a
rispondere ad una domanda di fruizione che abbisogna di spazi, di attrezzature e
di una organizzazione che il giardino attualmente non offre. L’indagine ha rivelato
che questo è appunto il motivo di fondo della bassa qualità.
Si potrebbe dire che oggi si spendono soldi per la manutenzione di spazi che
non funzionano al meglio; il miglioramento della funzionalità renderebbe anche
più efficiente la manutenzione in quanto la si eserciterebbe su spazi più utili.
Peraltro, risulta arduo dare un giudizio sulla qualità della dotazione di arredi,
attrezzature e servizi se non si precisa, a monte, come s’intende rifunzionalizzare
i vari tipi di spazi verdi. Persino il tentativo di introdurre progressivi miglioramenti
della qualità estetica non può prescindere dai modi della rifunzionalizzazione.
Il ripensamento dell’assetto funzionale degli spazi verdi si pone dunque come
un prius rispetto ad ogni altra decisione in ordine alla manutenzione, alla
dotazione di servizi, arredi e attrezzature e al ridisegno estetico dei giardini.
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L’asse strategico fondamentale della nuova politica degli spazi verdi del
Comune di Grugliasco deve dunque incentrarsi sul ripensamento del modo di
intendere e di immaginare il giardino pubblico, al fine di corrispondere meglio ad
una domanda di fruizione, che proviene dai vari tipi di potenziali utenti degli spazi
verdi.
4.3. Il nuovo modello funzionale degli spazi verdi urbani
Il nuovo modello funzionale che qui si propone deriva dalle considerazioni
generali espresse nella prima parte della presente relazione, là dove si sono
messi in evidenza i motivi di fondo che hanno determinato uno scollamento tra
domanda ed offerta di spazi verdi in una società urbana che si è venuta
rapidamente modificando.
Nella città d’oggi esiste una potenziale domanda di spazi verdi che non usa o
usa poco questi spazi, perché privi delle prestazioni funzionali ritenute necessarie
dalla domanda stessa. Occorre dunque conoscere più a fondo la domanda
proveniente dai cittadini; andarvi incontro e modificare conseguentemente, con la
partecipazione diretta dei cittadini stessi, i giardini pubblici.
Si è però già in grado di delineare alcuni tratti salienti del nuovo modello
funzionale degli spazi verdi, che può essere proposto ai cittadini e discusso con
loro:
-
le varie attività di gioco, di svago e di ritrovo, che caratterizzano la
domanda dello spazio verde pubblico, richiedono una maggiore
specializzazione funzionale dello spazio verde, superando una visione del
medesimo come spazio funzionalmente indifferenziato;
-
vi è un problema di efficienza funzionale, che ogni spazio specializzato
deve avere e che richiede una più attenta definizione delle specifiche
tecniche
dei
requisiti
di
qualità,
sicurezza,
comfort,
dotazione
infrastrutturale e impiantistica;
-
il bisogno di una più accentuata specializzazione funzionale non nasce
solo da una più esigente domanda di varie categorie di utenti (i bambini, i
ragazzi, gli anziani, i possessori di cani, gli sportivi, i contemplativi, ecc.),
ma anche dalla conflittualità che tra queste categorie si viene a creare
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nello spazio indifferenziato e che costituisce uno dei motivi non secondari
di insoddisfazione da parte del potenziale utente;
-
la specializzazione funzionale non deve però portare ad una rigida
compartimentazione del giardino facendolo degradare ad uno spazio di
luoghi recintati di tipo utilitaristico; il giardino non deve perdere il senso
della sua unitarietà e della sua funzione di spazio naturale a valenza
estetica;
-
la specializzazione funzionale non deve neppure portare ad una uniforme
standardizzazione dei vari giardini ma, attraverso un processo di
progettazione e gestione partecipata, deve condurre ad una situazione di
individualizzazione dei medesimi, i quali devono perdere i connotati
standardizzati dei giardini pubblici, per assumere sempre più i tratti
individualizzati che caratterizzano i giardini privati: ogni singola comunità
locale dovrebbe poter personalizzare il proprio giardino pubblico,
rendendolo inconfondibile;
-
i tecnici addetti alla progettazione degli spazi verdi dovrebbero, con un
atto di modestia, predisporsi ad un più attento ascolto dei bisogni
manifestati dai singoli cittadini, trovando le soluzioni tecniche più
appropriate
per
assecondarli:
si
ribadisce
che
il
metodo
della
progettazione partecipata crea le condizioni propizie per questo ascolto e
per questa stretta cooperazione tra tecnici e cittadini.
Il nuovo modello funzionale si basa su una più spiccata specializzazione a
cominciare dai seguenti spazi:
-
spazio gioco per bimbi;
-
spazio gioco per ragazzi;
-
spazio di ritrovo per anziani.
La tendenza attuale è di delimitare più nettamente tali spazi, ricorrendo a varie
e appropriate forme di recinto, e istituendo più precise regole per la loro corretta
gestione e fruizione da parte dei cittadini.
Ovviamente deve continuare ad esserci quello spazio di libera fruizione che
amalgama i vari spazi specializzati in quel tutto unitario che è il giardino: c’è
bisogno di affermare una immagine di giardino costituito da un sistema di giardini
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con funzioni specializzate, dove le funzioni utilitaristiche soggiacciono alle regole
della valorizzazione estetica, che costituiscono l’essenza culturale del giardino e
che lo distinguono da un semplice affastellamento di alberi, siepi e prati.
Una condizione fondamentale per rendere frequentato il giardino pubblico è la
frequentazione stessa. È provato che la frequentazione è la via per aumentare il
senso di sicurezza del giardino pubblico, ed è altrettanto noto che il senso di
insicurezza è uno dei deterrenti per la frequentazione.
Gli spazi specializzati hanno questa funzione attrattiva, la quale può essere
accentuata nella misura in cui, alle funzioni di svago tipiche degli spazi verdi, si
aggiungono servizi sociali, scuole, centri per attività culturali, associative,
sportive.
4.4. Massimizzare l’accessibilità a spazi verdi di qualità
Il miglioramento dello standard di qualità degli spazi verdi urbani non è
scindibile dal miglioramento della loro accessibilità. Solo una dequalificante
interpretazione
amministrativa
dell’originaria
definizione
dello
standard
urbanistico ha ridotto questo ad un rozzo rapporto quantitativo tra abitanti e metri
quadrati di aree a servizi. Bisogna recuperare l’originaria definizione che dello
standard è stata data dall’urbanistica moderna, per la quale lo standard è una
funzione inscindibile di quantità, qualità e accessibilità.
Il nuovo modello funzionale deve pertanto avere nell’accessibilità uno dei suoi
requisiti basilari.
Il criterio che qui è stato adottato si basa sul raggio massimo di accessibilità,
che è stato fissato in 150 m per lo spazio gioco bimbi e in 300 m per lo spazio
gioco ragazzi e per lo spazio anziani.
La proposta di attribuzione degli spazi funzionali ai vari giardini è avvenuta in
modo tale che tutta la popolazione residente si trovi nelle suddette condizioni di
accessibilità, o comunque molto prossime ad esse, nel vincolo di non superare
determinati limiti di affollamento.
L’attribuzione degli spazi funzionali ha ovviamente tenuto conto dello stato
attuale, che vede già una presenza di tali spazi nei vari giardini. Là dove queste
funzioni sono già presenti sono state mantenute, suggerendo gli interventi ritenuti
utili o necessari per il loro miglioramento. Sono infine stati assegnati ai restanti
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giardini i vari spazi funzionali in modo tale da assicurare a tutta la popolazione
residente lo standard di accessibilità sopra definito. Ovviamente questa
assegnazione ha tenuto conto delle caratteristiche dimensionali e di contesto dei
vari giardini.
4.5. Realizzare la rete degli spazi verdi urbani e periurbani
Il verde offre uno spazio indispensabile per il tempo libero e lo svago dei
cittadini. Il verde assolve ad una importante funzione ecologica per la qualità
ambientale della città. Ambedue queste funzioni richiedono che non si guardi agli
spazi verdi urbani come a delle isole, ma come a parti di un più vasto sistema.
Considerando gli spazi verdi come servizio per i cittadini, il tipo di sistema di
cui c’è bisogno è costituito da una rete di percorsi pedonali e ciclabili gradevoli e
sicuri, tali da rendere agevole il passaggio dall’uno agli altri dei vari giardini
attraverso una sorta di sentiero verde, che colleghi giardini e scuole in una rete
continua, sicura e ben connessa. Il vantaggio che deriverebbe dalla realizzazione
di questo sentiero verde è evidente: esso infatti consentirebbe di collegare, e in
un certo senso di avvicinare, i vari giardini dando luogo ad una specie di parco
urbano policentrico.
Il sentiero verde dovrebbe essere costituito da piste ciclabili e percorsi
pedonali sicuri, continui, gradevoli e soprattutto privi di barriere architettoniche.
Nel tracciare questo disegno, il Piano strategico degli spazi verdi trova un
valido supporto nel sistema di piste ciclabili indicato dal Piano Regolatore del
Comune di Grugliasco.
I vantaggi per i cittadini aumenterebbero sensibilmente qualora questo reticolo
del sentiero verde urbano si connettesse, sui margini della città, con una rete di
strade verdi (greenways) che si dirama per la campagna circostante, rendendo
fruibile il grande sistema di spazi verdi periurbani. Anche in questo caso il Piano
strategico degli spazi verdi si collega coerentemente con il grande parco
agronaturale periurbano proposto dal Piano Regolatore e dalle connessioni
ciclabili ivi previste.
Considerando la funzione ecologica degli spazi verdi, la nozione di sistema
non riguarda i problemi di accessibilità, ma di connettività ecosistemica, per cui, a
parità di quantità di verde, un sistema a rete possiede una valenza ecologica più
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alta di uno ad isole. In questo caso la distinzione tra verde pubblico e verde
privato cessa di avere rilevanza: anche i giardini privati forniscono il loro
contributo alla qualità ambientale della città e, in questa loro funzione di
esternalità positiva, vanno valorizzati: un censimento e una più attenta
regolamentazione di questo patrimonio potrebbero costituire una ulteriore linea di
lavoro del Piano strategico degli spazi verdi.
4.6. Il traguardo del piano e il programma degli interventi
Agli elaborati cartografici della fase di analisi e valutazione dello stato di fatto,
si aggiungono gli elaborati relativi alla proposta di piano. Innanzitutto la tavola di
piano (vedasi la Tavola E), che assegna ai vari giardini le funzioni specializzate
relative allo spazio gioco bimbi, allo spazio gioco ragazzi e allo spazio anziani.
L’attribuzione degli spazi funzionali alle varie aree è sintetizzata nella Tab.3.
(con il pallino nero sono identificate le attrezzature già esistenti, con quello
bianco le attrezzature che si propone di realizzare).
La tavola visualizza lo scenario del traguardo del piano; il passo successivo
richiede che si definisca un criterio di priorità e si delinei il programma degli
interventi, tenendo conto dei vincoli derivanti dal flusso delle risorse disponibili.
Sembra sensato assegnare la priorità a quelle aree che sono del tutto prive di
spazi funzionali, per poi passare a migliorare gli spazi funzionali già esistenti ma
che richiedono una rifunzionalizzazione.
Nella stessa tavola è stato tracciato il reticolo del sentiero verde urbano e
delle strade verdi periurbane, tenendo conto di quanto previsto dal Piano
Regolatore Generale e proponendo alcune integrazioni. Sono state inoltre
individuate le aree verdi di pertinenza delle scuole, dei centri sportivi e dei circoli
che contengono attualmente spazi per anziani.
Si è, infine, aggiunta l’informazione relativa alle aree verdi previste dal Piano
Regolatore all’interno delle aree di trasformazione urbanistica. Per ora ci si è
limitati a riportare queste aree così come il Piano Regolatore le individua. Vi
sarebbe però da riconsiderare questo disegno alla luce del quadro previsionale
del Piano strategico degli spazi verdi. Sul disegno di queste aree e sulla loro
qualificazione funzionale i due tipi di piano si incontrano, poiché il Piano
strategico è in grado di fornire indicazioni non solo sul ruolo funzionale da
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assegnare a queste aree, ma anche sul modo di disegnarle. In proposito si può
sin d’ora osservare che il posizionamento degli edifici all’interno delle aree di
trasformazione, così come indicato dalle schede di PRGC, comporta, in molti
casi, una eccessiva frantumazione degli spazi verdi degradandoli ad aiuole o,
comunque a spazi residuali. A parità di area a verde gioverebbe un maggiore
accorpamento, in modo da ricavare giardini di significativa dimensione. Se si
seguisse questa impostazione, il patrimonio di aree verdi potrebbe giovarsi di un
significativo arricchimento, che sarebbe limitato dall’attuale disegno.
In questa fase di impostazione delle linee d’azione del piano si è preferito non
avanzare proposte operative con riferimento a queste aree, rinviando ad una
fase successiva il loro riesame da operarsi in stretta connessione con i
responsabili del settore urbanistico. Questo tema costituisce, dunque, una delle
linee d’azione del piano strategico.
Alla tavola di piano si è pervenuti tramite tre carte di lavoro (si vedano le
Tavole D1, D2 e D3), dove si è evidenziata l’accessibilità ai tre tipi di spazi
funzionali, potendo in tal modo verificare il grado di copertura della domanda.
Su ciascuna delle tre carte dell’accessibilità sono state aggiunte delle aree
ulteriori, che si configurano come spazi verdi che possono integrare l’offerta dei
giardini pubblici.
Nella carta relativa agli spazi gioco bimbi sono state aggiunte le aree delle
scuole materne ed elementari che dispongono di spazi verdi, evidenziando,
anche per queste aree, il raggio di accessibilità dei 150 m.
Altrettanto si è fatto per la carta relativa agli spazi gioco ragazzi, considerando
però le aree delle scuole medie inferiori e superiori. Si sono inoltre segnalate le
aree sportive attrezzate, gestite da associazioni aperte ai ragazzi. Anche per
queste aree è stato evidenziato il raggio di accessibilità dei 300 m.
Come si sa, gli spazi verdi delle scuole costituiscono una risorsa importante
per bimbi e ragazzi, non solo come spazio didattico, ma anche come spazio
gioco al di fuori dell’orario scolastico. Si tratta di spazi attrezzati, protetti e più
agevolmente sorvegliabili. La loro fruizione al di fuori dell’orario scolastico pone
problemi di gestione, che coinvolgono direttamente le autorità scolastiche e il
personale dipendente. Esistono già alcuni casi in cui questa fruizione è in atto, si
tratta di valutare le modalità più appropriate per la sua diffusione, specialmente là
dove l’apporto degli spazi verdi delle scuole risulta decisivo per coprire la
domanda con una buona accessibilità.
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Anche la carta relativa agli spazi per anziani è stata integrata con l’aggiunta
dei circoli bocciofili esistenti, evidenziando il raggio di accessibilità dei 300 m.
Su tutte e tre le carte tematiche sono state evidenziate le aree verdi previste
dal Piano Regolatore all’interno delle aree di trasformazione urbanistica.
Tabella 3. Attribuzione degli spazi funzionali
Codice d’area
A3-01
A3-02
A3-03
A3-04
A3-05
A3-06
A3-07
A3-08
A3-09
A3-10
A3-11
A3-12
A3-13
A3-14
A3-15
A3-16
A3-17
A3-18
A3-19
A3-20
A3-21
A3-22
A3-23
A3-24
A3-25
A3-26
A3-27
A3-28
A3-29
A3-30
A3-31
A3-32
A3-33
A3-34
A3-35
A3-36
A3-37
A3-38
A3-39
B3-01
Totale
Gioco
bimbi
36
Gioco
ragazzi
15
Spazio
anziani
16
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Area [mq]
5.620
13.153
8.600
10.012
8.846
844
3.350
17.760
1.826
3.345
14.009
6.308
1.437
9.637
9.775
2.124
3.160
3.822
811
2.718
600
926
2.222
4.250
1.980
9.793
1.655
4.227
11.292
3.880
2.808
1.444
2.057
5.985
2.300
1.037
13.528
3.137
2.156
77.726
280.160
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4.7. Informare il pubblico sulla formazione e sull’attuazione del piano
Il sistema di indicatori che è stato messo a punto, ha consentito di valutare la
qualità dello stato di fatto e consentirà di valutare il piano nel momento in cui si
tradurrà in proposte progettuali più operative.
Lo stesso sistema di indicatori consentirà di valutare l’efficacia delle azioni di
piano di mano in mano che questo si attua. Ovviamente questa valutazione nel
corso del processo di attuazione richiede l’apprestamento di un’attività di
monitoraggio e di periodico reporting, attraverso cui si rende pubblico lo stato di
attuazione del piano, i successi conseguiti, le difficoltà incontrate, le varianti
introdotte e i loro motivi, il grado di soddisfazione da parte dei cittadini e tutte
quelle informazioni che servono agli amministratori e ai cittadini per controllare se
il processo di piano va nella direzione attesa e secondo i tempi previsti, oppure
se, viceversa, il piano rischia di non raggiungere i traguardi che si era prefissati.
L’operazione che stiamo qui configurando non è altro che la valutazione
ambientale strategica (VAS) del piano nella sua fase ex-ante, cioè prima
dell’adozione del piano stesso, e in quella in itinere, cioè durante la sua
attuazione.
È nostra convinzione che la VAS ex-ante debba essere concepita come il
primo passo di quella in itinere. Se non si adotta questa impostazione non si ha
la certezza dell’implementabilità del sistema di monitoraggio basato sugli
indicatori della fase ex-ante (ad esempio, a causa del costo eccessivo
dell’aggiornamento del database delle informazioni che servono per calcolare gli
indicatori): ciò sarebbe causa di uno iato tra VAS ex-ante e VAS in itinere,
vanificando la possibilità di verificare se si sta effettivamente ed efficacemente
perseguendo gli obiettivi di qualità del piano.
Ciò comporta che il database dei dati di monitoraggio per il calcolo degli
indicatori venga, sin dalla fase ex-ante predisposto per il monitoraggio: è appunto
ciò che qui è stato fatto. Pertanto, gli uffici comunali dispongono del necessario
strumento tecnico per la gestione, il monitoraggio, la valutazione e il reporting del
piano. Il database è gestibile tramite le schede d’area da cui è possibile accedere
direttamente agli archivi delle informazioni per calcolare gli indicatori.
L’attività di reporting ne risulta agevolata, potendosi periodicamente fare il
punto sullo stato di avanzamento del piano tramite un sintetico rapporto
accompagnato dalle schede d’area.
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Vi è un ulteriore importante aspetto che merita di essere preso in
considerazione. Il database del piano contiene informazioni di interesse pubblico:
ciò pone il problema della sua accessibilità da parte del pubblico. È questo uno
dei principi base dell’e-government: i database che detengono informazione di
interesse pubblico devono essere resi accessibili al cittadino anche utilizzando le
moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT – Information &
Communication Technologies).
In considerazione di questo principio, si è predisposto il database e il sistema
di monitoraggio e reporting in modo tale da renderlo accessibile in rete tramite il
sito web del Comune.
Questa diffusione dell’informazione del piano attraverso le ICT e questo
riferirsi al principio base dell’e-government nella gestione dei database del piano
proietta il piano in una dimensione nuova, che possiamo chiamare dell’eplanning.
La differenza tra la messa in rete della versione virtuale degli elaborati
cartacei del piano e la messa in rete dei database del monitoraggio e del
reporting è sostanziale: nel primo caso si pratica l’e-commerce; nel secondo, l’egovernment.
Noi riteniamo che questa strada debba essere imboccata cominciando da
esperienze pilota. Nel caso in esame vi sono le condizioni per una riuscita
dell’esperimento, poiché il Comune di Grugliasco dispone delle competenze
tecniche
necessarie:
la
presenza
di
personale
tecnico
altamente
professionalizzato, la disponibilità di un sistema informativo territoriale efficiente,
l’abitudine alla cooperazione intersettoriale costituiscono appunto le condizioni
per la riuscita.
4.8. Piano strategico degli spazi verdi e Agenda 21 Locale
Il Piano strategico degli spazi verdi non è un piano disciplinato da una qualche
legge: esso si inquadra nell’ampio ventaglio degli strumenti di governance di
iniziativa volontaria, che sono a disposizione degli enti locali per migliorare i modi
dell’amministrazione del bene pubblico.
La proposta di piano qui presentata è il risultato di uno studio tecnico; pertanto
essa non può essere considerata il piano vero e proprio: per giungere al piano è
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necessaria
una
valutazione
politica,
la
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cui
procedura
dovrà
essere
opportunamente definita.
In proposito, la scelta che l’amministrazione intende perseguire è di attivare
una procedura ispirata all’Agenda 21 Locale (A21L) sul tema degli spazi verdi.
Questa scelta è qualificante per vari aspetti:
-
A21L è specificamente mirata a produrre un piano d’azione per la
sostenibilità locale;
-
il Piano strategico degli spazi verdi si inquadra tra i vari possibili strumenti
che perseguono il fine della sostenibilità locale, per cui occorre fare in
modo che il piano d’azione di A21L e il Piano strategico degli spazi verdi
siano strettamente integrati e cooperanti;
-
A21L è una procedura di governance tesa a creare condivisione e
coesione sociale intorno ai temi della sostenibilità;
-
una siffatta procedura di governance può essere di giovamento
nell’attuazione del Piano strategico degli spazi verdi;
-
A21L è una procedura basata sui principi delle buone pratiche, quali il
principio di responsabilità e quello di trasparenza, che impongono di
fissare traguardi e di verificarne pubblicamente il perseguimento;
-
il Piano strategico degli spazi verdi intende aderire pienamente a questi
principi e lo fa anche apprestando gli strumenti tecnici per assicurare
piena trasparenza al processo di approvazione, attuazione, monitoraggio
e verifica del piano stesso.
Le A21L tematiche si sono spesso dimostrate più coinvolgenti di quelle
globali, mirate alla formazione di un piano d’azione della sostenibilità. Una A21L
sul tema degli spazi verdi può costituire un processo in grado di attivare una
buona partecipazione dei cittadini, anche perché esso si presta ad essere
facilmente allargato al più vasto tema del miglioramento dello spazio pubblico
della città.
I giardini e i parchi urbani sono lo spazio pubblico più esteso dopo le strade,
ma sono anche uno spazio la cui buona fruizione, come dimostra l’indagine
eseguita, non è scindibile da una nuova qualità dello spazio stradale che ne
garantisce l’accessibilità: spazio verde e spazio stradale dovrebbero unificarsi in
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una procedura unitaria di A21L incentrata sul grande tema della qualità dello
spazio pubblico della città.
Lo spazio pubblico è il teatro della città, dalla sua qualità dipende in larga
misura la qualità del vivere in città: il Piano strategico degli spazi verdi e il piano
della mobilità sostenibile sono due strumenti che devono procedere in stretta
relazione e devono diventare uno dei principali campi di esercizio della
partecipazione democratica dei cittadini al governo locale.
In quest’ottica, si conferma la necessità di integrare strettamente A21L con
questo tipo di pianificazione, che mette in gioco la qualità dello spazio pubblico
della città.
4.9. Gli assi strategici e linee d’azione in sintesi
Possiamo, in conclusione, delineare gli assi strategici e le relative linee
d’azione, su cui potrebbe incentrarsi il Piano strategico degli spazi verdi e che
possono essere proposti in un eventuale Forum di A21L:
• asse strategico 1: la rifunzionalizzazione
1.1.
rendere più attraenti la aree verdi realizzando una maggiore
specializzazione funzionale delle medesime, dando priorità agli spazi
gioco per bimbi, a quelli per ragazzi e agli spazi per anziani;
1.2.
ripensare il modello organizzativo delle aree verdi e la dotazione di
servizi, arredi e attrezzature, in funzione di quanto detto al punto
precedente;
1.3.
definire più precisi standard di qualità del disegno formale dei giardini
in modo da migliorarne la qualità estetica;
1.4.
riesaminare il disegno e specificare le funzioni da assegnare agli
spazi verdi previsti dal PRGC nelle aree di trasformazione urbanistica.
•
asse strategico 2: il sentiero verde
2.1.
creare una rete di percorsi pedonali e ciclabili, segnati da filari
alberati, siepi e aiuole, detta “sentiero verde”, che connetta il
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complesso degli spazi verdi dei giardini, dei parchi, delle scuole e dei
centri sportivi;
2.2.
eliminare sistematicamente le barriere architettoniche dal sentiero
verde, coinvolgendo nel collaudo del medesimo le associazioni dei
portatori di handicap;
2.3.
verificare la rete di piste ciclabili prevista dal PRGC in modo da
renderla coerente con la realizzazione del sentiero verde;
2.4.
integrare la proposta del sentiero verde nel Piano Urbano del Traffico;
2.5.
collegare la rete del sentiero verde con il sistema delle strade verdi
previste dal PRGC nell’ambito del parco agronaturale periurbano;
2.6.
coinvolgere le scuole nella progettazione del sentiero verde come
parte fondamentale del percorso casa-scuola;
2.7.
avviare un censimento del patrimonio verde privato e avviare
un’azione per la sua valorizzazione come parte della rete ecologica
della città.
•
asse strategico 3: i partenariati
3.1.
avviare uno studio per la formazione di un piano di sviluppo delle varie
possibili forme di partenariato, da quelle volontarie a quelle
economiche, atte ad aumentare il tasso di partecipazione dei cittadini
alla progettazione, realizzazione e gestione delle aree verdi, oltre che
a far confluire maggiori risorse esterne, pubbliche e private, quale
contributo per la manutenzione e gestione;
3.2.
fare in modo che i partenariati diventino lo sbocco concreto dei
processi partecipativi avviati nell’ambito di Agenda 21 Locale;
3.3.
pubblicizzare adeguatamente l’iniziativa del Piano strategico degli
spazi verdi quale esempio di buona pratica, in modo da ottenere
sostegno finanziario da parte di altri enti alla sua prosecuzione.
•
asse strategico 4: la manutenzione
4.1.
proseguire
nell’implementazione
del
programma
che
l’Amministrazione ha avviato per il miglioramento della manutenzione;
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4.2.
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correlare il database del Piano strategico degli spazi verdi con il
database per la manutenzione, in modo da integrare le misure di
manutenzione con quelle di pianificazione.
•
asse strategico 5: la partecipazione
5.1.
avviare una procedura tematica di Agenda 21 Locale dedicata al
miglioramento dello spazio pubblico della città, dove Piano strategico
degli spazi verdi, Piano Urbano del Traffico e Piano Regolatore
Generale
Comunale
trovino
un
comune
terreno
di
stretta
cooperazione;
5.2.
lanciare iniziative di progettazione partecipata che coinvolgano sia le
scuole che i quartieri;
5.3.
formare la mappa dei processi partecipativi in atto e avviare un
processo per la loro diffusione, per il rafforzamento della loro capacità
di generare coesione sociale, per il consolidamento della loro funzione
di struttura democratica di base.
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