Ambiente – cartografia, dati e leggi

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Ambiente – cartografia, dati e leggi
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PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
1. PARTE GENERALE: CARTOGRAFIA, DATI E LEGGI
AMBIENTE
INDICE
PREMESSA................................................................................................................................................. 2
DESCRIZIONE DEL TERRITORIO ......................................................................................................... 2
MORFOLOGIA ........................................................................................................................................ 3
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE......................................................................................... 6
AREE OMOGENEE................................................................................................................................ 8
VIE DI COMUNICAZIONE....................................................................................................................... 10
Percorsi Alternativi................................................................................................................................ 11
EVENTI POSSIBILI .................................................................................................................................. 14
CARTOGRAFIA ........................................................................................................................................ 14
ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE E DEI SITI STRATEGICI – ELEMENTI DI SCENARIO .. 14
Siti vulnerabili sul territorio................................................................................................................... 26
LEGGI E NORME ..................................................................................................................................... 29
LE COMPETENZE COMUNALI ......................................................................................................... 29
LEGISLAZIONE NAZIONALE............................................................................................................. 31
LEGISLAZIONE REGIONALE............................................................................................................ 36
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PREMESSA
L’ambiente in cui si muovono le attività di Protezione Civile deve essere conosciuto a fondo. Si
tratta di conoscerlo morfologicamente, possederne la cartografia completa, avere informazioni
territoriali e sociali precise e conoscere le leggi, sia giuridiche che ambientali, che lo governano.
Premessa di ogni piano o programma di Protezione Civile e' un'analisi del quadro strutturale del
territorio amministrato, sia sotto il profilo della normativa vigente che sotto l'aspetto della
struttura socio territoriale. Questa analisi costituisce di fatto la base di ogni successiva azione
progettuale.
Questa Sezione comprende:
• Una Analisi della situazione locale, in ambito provinciale, in termini di Protezione Civile e di
documentazione ad essa correlata;
• Una raccolta di dati e cartografia atti a descrivere il territorio.
DESCRIZIONE DEL TERRITORIO
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L’ambito in esame, situato nella parte orientale della provincia di Genova, e’ composto dai
diciannove comuni il cui territorio appartiene (tutto o in gran parte), al bacino del fiume Entella e dei
suoi affluenti (i torrenti Lavagna, Graveglia e Sturla): Chiavari, Lavagna, Leivi, S.Colombano
Certenoli, Coreglia Ligure, Cicagna, Orero, Tribogna, Moconesi, Lorsica, Favale di Malvaro, Uscio,
Lumarzo, Neirone, Ne, Cogorno, Carasco, Mezzanego, Borzonasca. Il comune di Chiavari e’
interessato anche dal bacino del Rupinaro.
Sul territorio considerato sono presenti due comunità montane.
Comunità Montana Fontanabuona
Comprende i comuni di Cogorno, Carasco, Leivi, S.Colombano Certenoli, Coreglia Ligure,
Cicagna, Orero, Tribogna, Moconesi, Lorsica, Favale di Malvaro, Uscio, Lumarzo, Neirone,
Bargagli, Avegno e Sori.
Comunità Montana Valli Aveto, Graveglia, Sturla
Comprende i comuni di Ne, Mezzanego, Borzonasca, Rezzoaglio e S. Stefano d’Aveto.
MORFOLOGIA
Il territorio dell’Ambito è interessato da due bacini idrografici: il bacino idrografico del fiume Entella
ed il bacino del torrente Rupinaro.
Bacino idrografico del Fiume Entella
Il bacino dell’Entella è assai più vasto, rispetto a quello del Rupinaro, e, a sua volta, si suddivide in
tre parti.
- Bacino del Torrente Entella – Sturla;
- Bacino del Torrente Lavagna;
- Bacino del Torrente Graveglia.
Il bacino idrografico del Fiume Entella e del Torrente Sturla è ubicato sul versante tirrenico
dell’Appennino Ligure, è pari a circa 146 Km2, ricade interamente in Provincia di Genova e
precisamente all’interno dei limiti amministrativi dei seguenti comuni: Lavagna, Leivi, Chiavari,
Borzonasca, Mazzanego, San Colombano Certenoli, Carasco e Cogorno.
Il Torrente Lavagna, nasce dalle pendici del monte Lavagnola ubicato ai confini tra i Comuni di
Torriglia e Lumarzo. Attraversa, seguendone i confini territoriali, i comuni di Lumarzo-NeironeUscio-Moconesi-Tribogna. Giunge quindi a Carasco interessando i Comuni di Cicagna-Coreglia
Ligure-Lorsica-S. Colombano Certenoli e Leivi.
Nel territorio comunale di Carasco assume la denominazione di Torrente Entella a seguito della
confluenza con i Torrenti Sturla e Graveglia e, prima di raggiungere il Mar Ligure, attraversa i
territori comunali di Cogorno-Chiavari-Lavagna. L'ultimo tratto dell'Entella segue i limiti territoriali
tra i Comuni di Chiavari e Lavagna.
I principali affluenti del Lavagna e dell'Entella, che ne rappresentano anche il sotto-bacino, sono da
Nord a Sud:
- il Torrente Neirone che interessa i territori comunali di Neirone e Moconesi;
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- il Torrente Malvaro (o Rio Malvaro) che interessa i Comuni di Orero-Cicagna-Lorsica e Favale di
Malvaro;
- il Torrente Sturla e il suo affluente Cicana che interessano i comuni di S. Colombano CertenoliBorzonasca-Mezzanego-Carasco;
- il Torrente Graveglia che interessa i comuni di Ne’-Cogorno e Carasco.
La lunghezza totale del Lavagna-Entella è di 42km circa. L'andamento dell'alveo è molto sinuoso
dall'origine alla confluenza con il Graveglia, mentre l'ultimo tratto, dalla località Rivarola (in
Comune di Carasco) alla foce, è rettilineo.
La pendenza è di un certo rilievo solo nel tratto che va dall'origine a Lumarzo. Nel tratto
successivo, il corso del torrente è pianeggiante. La superficie imbrifera totale è di 370,60 kmq. La
portata di piena è di 2740,216 m3/s.
Tra citati affluenti dell'Entella meritano particolare attenzione: il Torrente Sturla e il Torrente
Graveglia, che confluiscono nel bacino principale a pochi km dalla foce (lo Sturla a nord-ovest
dell'abitato di Carasco e il Graveglia tra Prioria e Rivarola) ed hanno una notevole portata di
piena (lo Sturla 1331,741 m3/s - il Graveglia 893,296 m3/s).
Ciò determina, in presenza di precipitazioni piovose intense e persistenti nel settore nordorientale, della pianura di Lavagna, un notevole e repentino ingrossamento del bacino principale
del Lavagna-Entella nell’area compresa tra l'abitato di Carasco e lo sbocco al mare.
Torrente Entella
Natura del terreno: le rocce del territorio in esame appartengono tutte all'Eocene e tra esse
prevalgono gli scisti galestrini, le arenarie, i calcari alberesi e le rocce eruttive metamorfiche.
I fondovalle: alluvionali, risultano di interesse strettamente agricolo ed in progressivo stato di
trasformazione con indirizzo industriale-artigianale ed abitativo. Le pendenze prevalenti sono tra
le più forti della Liguria e, data la più o meno accentuata degradazione della copertura forestale,
la percentuale di terreni maturi (terre brune-lisciviate-terre brune mediterranee) risulta
abbastanza ridotta mentre hanno assunto grande attenzione i Ranker (terreni poco evoluti e poco
profondi) formatisi su roccia acida, generalmente non calcarea.
Vegetazione: il territorio risulta profondamente alterato dall'azione antropica manifestatasi sia con
attività distruttive, sia con colture artificiali (notevole l’impianto di castagneti da frutto). I castagneti
sono in stato di abbandono; il ceduo non ha il vigore necessario e le cure sufficienti allo sviluppo.
Il piano basale corrispondente alla zona della macchia mediterranea si innalza, nelle valli più
interne, fino a 300-400 metri; su quelle prossime al mare fino a 500-600 metri; eccezionalmente
fino a 730 metri sul monte Pissacqua In Comune di San Colombano Certenoli. Sui versanti freschi,
il clima (temperatura-piovosità e suolo fresco) consente formazioni ignifere. Nei Comuni di San
Colombano-Carasco-Ne’, se non ostacolato dal pa-scolo e dai frequenti incendi, si diffonde e si
rinnova rigogliosamente il pinasco. Nelle stazioni favorevoli oltre i 200-300 metri si trovano carpini
(su terreni neutri) e querco/castaneti (su terreni aridi) unitamente ad elementi mediterranei di cui si
trovano ogni tanto tracce. Nel piano montano trovano collocazione rimboschimenti di abete bianco
(vasto rimboschimento dei monte Bozzale) esteso tra i 720 e i 1150 metri s.l.m., la Dauglasia e il
pino nero.
Arginatura: il torrente Entella, dal punto ove trae denominazione (località Graveglia) e sino alla
foce sul confine tra i Comuni di Chiavari e Lavagna, scorre in fondale pianeggiante, con
bastionature realizzate con blocchi di ardesia o altri materiali che ne rendono stabile l'alveo per
mezzo di frequenti operazioni di livellamento dello stesso tramite esportazione di materiali litoidi.
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Torrente Lavagna
Vegetazione: l'abbandono delle colture, agrarie, dei prati e dei pascoli, ha messo a disposizione
vaste superfici di terreni estremamente profondi. li bacino del Lavagna, terra d'eccellenza per il
castagno, presenta le caratteristiche della collina e della montagna di Levante. La montagna
scoperta è soggetta a dilavamento superficiale molto intenso per le abbondanti precipitazioni. Le
forti pendenze che sono prevalenti, rendono moto brevi i tempi di corrivazione e le zone disboscate
causano punte di piena molto pericolose per i paesi del fondo valle.
Coltivazione ed allevamenti: la Valfontanabuona ha visto negli ultimi decenni una fortissima
riduzione del bestiame bovino e ovino, la totale scomparsa delle capre ed un mutamento senza
precedenti nella produzione del reddito da parte delle popolazioni residenti con un quasi totale
abbandono delle colture cerealicole e ortofrutticole. Nelle piane alluvionali di fondo valle viene
praticata con successo l'arboricoltura di conifere ad uso alberi di natale.
Arginatura: in prevalenza le arginature sono di origine naturale. In alcune zone (CicagnaMoconesi) il torrente scorre entro faglie ardesiatiche. Nei Comuni di Coreglia e San Colombano
sono state costruite bastionature ed operati ripascimenti con prelievo di litoldi.
Torrente Graveglia
Vegetazione: sono prevalenti i castagneti da frutto in via di progressiva riduzione per l'abbandono
delle coltivazione da parte delle popolazioni delle vallate. Presenti anche boschi cedui di allo fusto,
conifere, macchia mediterranea e zone adibite a pascolo. Lungo il torrente non manca la
vegetazione spontanea costituita da cespugli e arbusti con presenza di Ontani, Salici e Pioppi.
Coltivazioni: sono dei tutto marginali e a carattere residuale. Permane qualche coltura vitivinicola,
per altro in via di progressiva estinzione. Il territorio risulta interessato dallo sfruttamento di alcune
cave di pietrisco per usi edilizi. In epoca remota alcune zone del bacino erano oggetto di
sfruttamento minerario (solfuri-manganese). A monte Porcile c'è qualche traccia di archeologia
mineraria
Stato dell'alveo: l'alveo del Torrente Graveglia e dei corsi d'acqua a monte è caratterizzato da forti
pendenze del suo profilo. Notevole e’ il livello d’incuria; mancano completamente le profilature
delle scarpate e dei cigli; la vegetazione spontanea cresce talvolta in alveo; i materiali litoldi sono
presenti in cospicue quantità e non vengono rimossi, scarse sono le briglie e assenti le
controbriglie.
Bacino idrografico del Torrente Rupinaro ed aree scolanti tra Rupinaro e Ambito 15
Il Bacino idrografico del Torrente Rupinaro e delle aree scolanti tra Rupinaro e Ambito 15, ha una
superficie totale, di circa 13 Km2, è formato per l’85% dal bacino del Torrente Rupinaro, che si
estende per un’area pari a circa 11 Km2.
Il bacino del Torrente Rupinaro confina con quello della Val Lavagna a nord e con quello
dell’Entella ad est.
Il Torrente Rupinaro nasce dalle pendici del crestone Costa Lunga, ha una lunghezza d’asta di
circa 5,9 Km e presenta un andamento rettilineo, a testimonianza di un’energia cinetica importante
che si trasforma in un’azione erosiva del fiume nella parte alta del versante.
Il principale affluente è il Rio Campodonico, affluente di sinistra, che possiede una lunghezza
d’asta di 3,2 Km.
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DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE
Il territorio dell’ambito ha una popolazione di circa 70000 abitanti (questo numero aumenta
considerevolmente durante le stagione estiva per la presenza di turisti) e si estende su una
superficie di 363 km2, con una densità abitative molto variabili, a seconda delle diverse aree in
esame.
Il comune più popoloso è Chiavari, con più di 28000 abitanti residenti1 (quasi il doppio di tutta la
Fontanabuona) ed una densità abitativa molto elevata, in 12 Km2 di superficie non completamente
popolata. Il fatto che gli abitanti si addensino in massima parte in zone a pericolosità idraulica
molto elevata, genera una situazione di rischio tra le più gravi presenti sul territorio considerato.
Un’esondazione in comune di Chiavari, proprio per le caratteristiche della distribuzione della
popolazione, genera problematiche incomparabilmente superiori a qualsiasi evento di massima
gravità che dovesse presentarsi in uno qualsiasi dei piccoli comuni che si trovano nell’entroterra.
Il comune più vasto è Borzonasca, dove i circa 2000 abitanti sono dispersi sugli 80 Km2 a loro
disposizione, raggiungendo la densità abitativa più bassa di tutto il territorio, anche considerando
solamente le zone popolate (intorno ai 150 abitanti/Km2).
Coreglia Ligure è il comune meno popoloso; con meno di 300 abitanti è paragonabile ad un
quartiere di Chiavari o di Lavagna. Gli abitanti di Coreglia Ligure sono comunque concentrati tutti
in una piccola porzione della pur ridotta superficie comunale, raggiungendo una densità dell’area
abitata oltre i 1500 abitanti per chilometro quadrato. Una situazione simile si ha nei comuni di
Tribogna, Orero, Lorsica, Favale di Malvaro, tutti intorno ai 500 abitanti, e pure a Neirone, che ha
meno di 1000 abitanti.
Si capisce quindi quale sia l’enorme sproporzione tra le problematiche di alcuni comuni, dove
un’emergenza di Protezione Civile e’ in grado di mettere in ginocchio decine di migliaia di persone,
ed altri dove l’esiguità della popolazione non consente nemmeno di dare corso agli adempimenti in
materia di Protezione Civile che la legge assegna ai sindaci.
Senza addentrarci nei dettagli relativi alle motivazioni che spingono tali comuni e restare
indipendenti, ci sembra però opportuno segnalare come una frammentazione di questo genere
porti, nei fatti, ad un peggioramento dei servizi alla cittadinanza. Ciò vale anche per la Protezione
Civile.
Se aggiungiamo il fatto che i comuni grandi e popolosi si trovano in aree strategicamente rilevanti,
dal punto di vista infrastrutturale e dal punto di vista economico, si capisce come per i piccoli
comuni diventi una necessità impellente quella di consorziarsi, per dare corso ai servizi di
Protezione Civile che i sindaci devono fornire.
Per la vastità del territorio considerato, non e’ possibile assegnare priorità di intervento, né definire
aree di maggiore attenzione (in funzione, per esempio, della maggiore presenza di abitanti).
Procedere secondo tali modalità porterebbe a dare importanza esclusivamente alle aree costiere
più densamente abitate nei comuni di Chiavari e Lavagna e a qualche zona dell’immediato
entroterra (Carasco e Cogorno).
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Senza contare, cioe’, le presenze estive che aumentano considerevolmente il numero totale di persone
presenti per lunghi periodi.
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Sono stati raccolti dati sulle caratteristiche degli abitati nelle zone storicamente più a rischio,
realizzando schede descrittive per ogni insediamento abitativo, con il fine di realizzare uno
strumento che, oltre a fornire un quadro più preciso di come gli insediamenti possono essere colpiti
dalle calamità, dia una dimensione del tipo di situazione che si potrebbe trovare a dover
fronteggiare un eventuale sistema di soccorso, nelle diverse aree insediate.
Tali schede sono riportate nella sezione Allegati e sono funzionali alla descrizione delle situazioni
di rischio riportate nel successivo capitolo Previsione e Prevenzione del Rischio.
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AREE OMOGENEE
Se, in alcuni casi, la scarsità di popolazione e la ridotta importanza “strategica” di alcuni comuni,
portano ad una scarsità di servizi al cittadino, in altri casi, la grande concentrazione di popolazione
in uno spazio limitato (come a Chiavari, Lavagna e nei comuni dell’immediato entroterra) genera
gravissime problematiche. Soprattutto se, come capita nelle suddette aree, vi è la presenza di
gravi rischi per le persone e per le infrastrutture.
Complessivamente, quindi, la situazione su tutto il territorio dell’Ambito considerato, è di una forte
necessità di strumenti che aiutino a superare le problematiche connesse con la Protezione Civile.
Problematiche che, tuttavia, sono assai diverse, a seconda delle zone considerate.
E’ gia’ stato sottolineato come, a causa della grande eterogeneita’ delle situazioni dei comuni
analizzati, sia molto forzato il tentativo di mettere insieme, in un unico documento, problematiche
di comuni tanto diversi tra loro.
Una possibilita’ di superare tale difficolta’ e’ data dalla definizione di aree omogenee.
In funzione dell’omogeneità di problematiche, dell’uniformità morfologica e delle caratteristiche
delle infrastrutture, il territorio dell’Ambito può essere suddiviso nelle aree omogenee di seguito
elencate.
ENTELLA
Chiavari, Lavagna, Cogorno e Carasco sono già consorziati sotto il nome di Città dell’Entella per la
soluzione di problematiche infrastrutturali ed hanno criticità comuni dal punto di vista idraulico. Vi è
uniformità anche dal punto di vista del tessuto urbano ed insediativo.
Potrebbero essere fatti ricadere in tale raggruppamento anche Leivi e Ne.
Per quanto riguarda Leivi, la scelta e’ senz’altro valida: l’abitato è prevalentemente nel bacino del
Rupinaro e dell’Entella; c’è quindi un’affinità più con Chiavari e con la costa, rispetto a quanta non
ce ne sia con la Valle Fontanabuona, sia dal punto di vista infrastrutturale, sia dal punto di vista
delle problematiche connesse con la morfologia del territorio.
FONTANABUONA
La Valle Fontanabuona, da San Colombano Certenoli a Lumarzo, comprendendo anche i comuni
che non si trovano nel fondovalle.
VALLE STURLA
I C.O.M.
A tali raggruppamenti potrebbe ispirarsi la suddivisione in COM, nel corso di emergenze di
Protezione Civile. Nella scelta di tale suddivisione, tuttavia, entrano in gioco considerazioni che
non appartengono al solo ambito morfologico.
Il comune di Ne, appartiene ad un raggruppamento, quello della Comunita’ Montana Valli
Aveto Graveglia Sturla, che potrebbe consigliarne l’accorpamento con Mezzanego e
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Borzonasca. D’altra parte, relativamente a questa comunita’ montana, valgono due
considerazioni:
- la Comunita’ Montana Valli Aveto Graveglia Sturla non ha intrapreso e non
intende intraprendere (alla data di redazione della presente parte di Piano)
iniziative di Protezione Civile, lasciando quindi l’iniziativa ai comuni (esiste un
gruppo VAB della Comunita’);
- due comuni su cinque sono esclusi dal presente Piano (Rezzoaglio e S.
Stefano d’Aveto).
Per Ne, dal punto di vista infrastrutturale, almeno per quanto riguarda le vie di comunicazione, il
collegamento piu’ immediato e’ con Carasco e Cogorno; verso Mezzanego, invece, la strada è più
tortuosa e di più difficile percorrenza. Dal punto di vista morfologico, vi è un legame maggiore con
l’Entella piuttosto che con il torrente Sturla.
Dalle analisi svolte e dalle interviste raccolte presso i comuni, appare in ogni caso piu’ opportuno il
raggruppamento con tutti i comuni della Comunita’ Montana Valli Aveto Graveglia Sturla, a
prescindere dalle caratterizzazioni morfologiche di bacino. Il motivo, prevalente rispetto alle altre
considerazioni, risiede nella possibilita’ di sfruttamento di una organizzazione gia’ in essere e di
una consuetudine che tali comuni gia’ hanno a cooperare nella Comunita’.
In definitiva si sugeriscono i seguenti raggruppamenti:
- Entella (Chiavari, Leivi, Lavagna, Carasco, Cogorno), con piu’ di 50 000 abitanti;
- Fontanabuona (S. Colombano Certenoli, Coreglia Ligure, Orero, Lorsica, Cicagna,
Favale di Malvaro, Moconesi, Tribogna, Uscio, Neirone, Lumarzo), con circa 15 000
abitanti;
- Aveto Graveglia Sturla (Ne, Mezzanego, Borzonasca, possibilmente con Rezzoaglio
e S. Stefano d’Aveto), con circa 8500 abitanti
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VIE DI COMUNICAZIONE
L’ambito territoriale esaminato nel presente documento è attraversato da alcune importanti vie di
comunicazione di importanza nazionale e sovra nazionale.
Altre vie di comunicazione di tipo stradale hanno rilevanza provinciale, accanto alla rete viaria di
tipo comunale che si sviluppa nelle aree abitate e nelle zone montuose dei comuni dell’entroterra.
Per quanto riguarda le vie di comunicazione più importanti, ci si riferisce a:
- autostrada A12 Dei Fiori, Genova-Rosignano M.mo (LI), nel tratto interno ai comuni di
Chiavari e Lavagna, dotato delle due omonime uscite. Tale tratto autostradale non è
percorso solo da merci e passeggeri di lunga percorrenza, ma anche dal traffico locale da e
verso la città di Genova. A tale scopo raccoglie automezzi provenienti da tutta la
Fontanabuona e dalle valli Aveto, Graveglia e Sturla.
- ferrovia Genova – La Spezia, nel tratto compreso entro i confini comunali di Chiavari e
Lavagna. Anche in questo caso, l’infrastruttura, oltre a coprire spostamenti di rilevanza
nazionale e superiore, ospita gli spostamenti dei pendolari da e verso il capoluogo.
Tra le principali vie di comunicazione di rilevanza provinciale si ricordano:
- SP n. 225 che collega la costa con la Fontanabuona, in destra idrografica dell’Entella e poi
costeggiando il torrente Lavagna verso ovest, quasi ovunque in sinistra idrografica, fino a
Lumarzo e Bargagli;
- dal territorio di Carasco si diparte, verso nord, dalla SP n. 225, la SP n. 586 che percorre la
valle Sturla, fino a Mezzanego e Borzonasca, proseguendo verso Rezzoaglio e S. Stefano
d’Aveto;
- a partire dal centro di Lavagna, sulla costa, in sinistra idrografica dell’Entella, scorre la
SP n. 33 che costituisce, lungo l’Entella, una importante e molto trafficata alternativa alla
SP n. 225, in particolare per il raggiungimento del sistema autostradale, a partire dal
casello di Lavagna, di più facile individuazione, rispetto a quello di Chiavari; dopo
l’intersezione con la rampa di accesso al casello di Lavagna, prosegue verso l’entroterra, e
da essa, in localita’ Graveglia, nel territorio di Carasco, si diparte la
- SP n. 26 che percorre la Val Graveglia, attraversando i principali nuclei abitati di Ne, ivi
incluso il capoluogo Conscenti, fino al confine provinciale, verso Varese Ligure;
- SP n. 1 ex Statale Aurelia, costiera, collega Genova con tutto il Levante proseguendo verso
Roma.
Occorre ricordare anche la presenza di due porti turistici2:
- Porto Turistico di Chiavari, intestato all'Amm. Luigi Gatti, è amministrato dalla Società a
partecipazione pubblica Marina Chiavari. Ospita 469 posti per imbarcazioni di ogni
dimensione. E’ punto d'attracco per i traghetti turistici diretti a Portofino e alle Cinque Terre
e sede di numerose attività commerciali. Il porto turistico di Chiavari è costituito da un molo
di sopraflutto a gomito banchinato fino all'imboccatura e da un molo di sottoflutto diretto per
2
Consorzio Servizi Marittimi del Tigullio, Via Palestro 8/1B - 16038 Santa Margherita Ligure, Tel.
0185284670 - Fax 0185 281598 - Cell 336 253336 / 335 7090870 E-mail: [email protected],
www.traghettiportofino.it .
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SW; il molo di sottoflutto e la banchina Nord sono muniti di pontili. Le banchine Est, Nord e
Ovest e n.9 pontili sono in concessione al Comune di Chiavari che li gestisce tramite la
Marina di Chiavari. La banchina Sud (pesca professionale, transito e passeggeri) è di
competenza della Locamare Chiavari.
- Porto Turistico di Lavagna, situato a 1km a SE di Chiavari, è costituito da un molo foraneo
di circa 1km e da un molo di sottoflutto. Nel suo interno sono sistemati diversi pontili. Sulla
diga foranea possono ormeggiare imbarcazioni fino a 50 m di lunghezza.
Entrambi i porti appartengono alla linea di navigazione Genova – Portovenere (SP) e
forniscono, sul territorio provinciale, collegamenti con gli imbarchi di
- Genova,
- Camogli S. Fruttuoso,
- Portofino,
- S. Margherita,
- Rapallo,
- Sestri Levante.
Percorsi Alternativi
Con il termine “percorso alternativo” si intende una via che in situazioni di emergenza, permetta
alla popolazione ed ai soccorritori il raggiungimento delle proprie destinazioni, anche in caso di
danneggiamento delle infrastrutture di trasporto, senza interferire con le operazioni di soccorso e
senza aumentare la gravità dell’emergenza in atto.
In generale, si può affermare che, sul territorio considerato, la viabilità secondaria funge da
alternativa alla primaria quando le situazioni di emergenza interessano le vie principali rendendole
impraticabili.
All’interno del presente Piano, sono definiti percorsi alternativi a determinati eventi catastrofici che
dovessero verificarsi per le diverse tipologie di rischi gravanti sul territorio.
La scelta di un percorso alternativo e’ determinata dalle caratteristiche particolari dell’evento, dalle
modalità di coinvolgimento della popolazione, dalle modalità di risposta ad parte dei soccorsi, etc.
Tali scelte sono illustrate, in allegato al capitolo Procedure di Emergenza, attraverso la redazione
cartografica di vari Scenari di Evento.
Ogni Scenario riporta i percorsi da seguire in alternativa alla viabilità interrotta.
E’ possibile individuare alcuni percorsi secondari che possono essere indicati come una scelta
sufficientemente generale, cioè comune a diversi Scenari.
Per la vastità del territorio in esame, occorre stabilire due livelli di percorsi alternativi.
Un primo livello si riferisce alle alternative che la viabilità di livello provinciale o comunale offre a
quella di livello superiore. Si pensi ai casi d’interruzione dell’autostrada A12 o della linea
ferroviaria. Diventa in questi casi importante offrire un’alternativa ai trasporti di lunga percorrenza
in un contesto che non è più soltanto quello comunale o intercomunale, ma che coinvolge logiche
enti ed operatori di livello superiore, quali la Provincia, la Regione, la società Autostrade, le
Ferrovie, etc.
In tale contesto il Piano vuole offrire a tali interlocutori alcune soluzioni utili e compatibili con le
caratteristiche del territorio.
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Un secondo livello è relativo al ristretto ambito dei comuni coinvolti nell’emergenza che possono
avere bisogno di alternative alla propria viabilità comunale o a quella provinciale, affinché, anche in
situazioni di emergenza, le condizioni di vita della popolazione siano il più vicino possibile alla
normalità e affinché i soccorritori possano lavorare in modo sufficientemente efficace.
A quello che è stato definito come primo livello si riferiscono le seguenti indicazioni.
La SP 225 è una via alternativa di accesso alla città di Genova ed al sistema autostradale verso il
nord della regione e verso ovest, in caso di blocchi tra le uscite autostradali Gevova Est e
Lavagna. In tali casi, per le provenienze da est, è consigliabile servirsi del casello di Lavagna, della
SP n. 33 e della SP n. 225 tra Carasco e Lumarzo. A Bargagli vi è la possibilità di proseguire verso
Genova, per riprendere l’autostrada verso Ventimiglia (SV), oppure, per i transiti diretti verso nord,
di proseguire verso Busalla e l’autostrada A7. Al contrario ovviamente, per coloro i quali
provengono dalla direzione di Ventimiglia e dalla A7 e sono diretti verso La Spezia.
In modo del tutto analogo si può procedere, in caso d’interruzioni della linea ferroviaria lungo la
costa, mediante servizio sostitutivo di autopullman che compiano lo stesso tragitto.
A quello che e’ stato definito come secondo livello si riferiscono le seguenti indicazioni.
Rispetto alla SP n. 225, in caso di interruzioni, esistono quasi ovunque alternative a monte della
strada le quali permettono di aggirare eventuali blocchi.
Ciò rende possibile lo spostamento dei soccorsi e della popolazione, ma crea comunque un
disagio al transito degli automezzi pesanti, a causa delle ridotte dimensione e della tortuosità dei
tracciati.
Senza esaurire tutte le possibilità date dalla viabilità secondaria, si riportano alcuni casi
significativi.
- Possibilità di transito attraverso gli abitati di Mezzavalle, Baranzuolo e Chichero, tra
Mezzanego e Borzonasca, per ridiscendere verso Calvari, a S. Colombano Certenoli, in caso
di blocchi tra gli abitati di S. Colombano e Certenoli.
- Possibilità di transitare da Tribogna, per evitare blocchi sul tratto di SP n. 225 nel territorio di
Moconesi.
- Passando per Leivi, Coreglia Ligure, Tribogna, Uscio, Lumarzo e Bargagli è possibile
raggiungere la costa in diversi punti, aggirando eventuali problemi presenti sulla SP n. 225.
- Come anticipato, la SP n. 33 funge da alternativa lungo il tratto terminale dell’Entella, sempre
che eventi alluvionali non coinvolgano entrambe le strade.
Diverse sono le situazioni della SP n. 26 che attraversa il comune di Ne, con poche possibilità
alternative, e della SP n. 586 a Borzonasca e Mezzanego, dove le (poche) possibilità di aggirare
eventuali blocchi costringono a lunghe e tortuose percorrenze verso nord e verso il confine
regionale.
Seguono alcune indicazioni specifiche sulle possibilità di utilizzo di strade alternative fornite dai
comuni interessati.
Attraversando Tribogna, a partire da Gattorna, in comune di Moconesi, in alternativa alla SP n. 225
è possibile raggiungere la costa mediante la SP n. 333 verso Recco. In caso di blocchi della SP n.
225 tra Gattorna e Ferrada, la SP n. 22 e l’ultimo tratto della SP n. 333 forniscono un’alternativa
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sufficiente alla popolazione per raggiungere le proprie destinazioni. Per gli abitanti di Tribogna, la
SP n. 333 e la SP n. 22 sono reciprocamente alternative, in caso di blocchi su una delle due, per
raggiungere la SP n. 225 e quindi tutto il fondovalle ed il territorio provinciale. In caso di
interruzione della SP n. 333 tra Uscio e Gattorna, è possibile utilizzare la strada Spinarola, che
passa per la località Litteggia, per raggiungere il fondovalle. A Tribogna, l’unica frazione che
potrebbe restare isolata è località Pian di Preti; è in previsione comunque un prolungamento della
strada che attraversa la frazione anche verso la SP n. 225, in modo tale da rendere possibile il
raggiungimento del fondovalle anche in caso d’interruzione della strada verso la SP n. 333.
Per attraversare Lumarzo da Ovest ad Est, in caso di blocco della SP n. 225 nel tratto compreso
tra il traforo, che collega il comune con Bargagli, e la località Ferriere (sede del Municipio) si può
usufruire della SP n. 82, della SP n. 77 e della SP n. 19, rispettivamente provenienti le prime due
da Bargagli, la terza dal comune di Uscio; se il blocco della SP n. 225 si trova nel tratto compreso
tra la località Ferriere e il Bivio di Lumarzo, si può utilizzare la strada comunale che parte dalla SP
n. 82 in territorio di Bargagli, nella località Maxena, e passando per la frazione di Pannesi, conduce
alla SP n. 19, oppure la strada comunale nella zona Nord del territorio, che parte dalla SP n. 77 e
passando per la frazione di Tasso, conduce alla SP n. 20. In caso di blocco totale della SP n. 225,
si può utilizzare la strada comunale che, partendo dalla SP n. 82 e passando per le frazioni di
Cerese e Vallebuona, conduce alla SP n. 77, e da qui si giunge, com’è stato illustrato sopra, alla
SP n. 20. Tutte le vie alternative sopra segnalate consentono il passaggio di autoveicoli.
Nel Comune di Leivi, in caso dell’interruzione della SP n. 32 nel tratto di via dei Caduti, si può
utilizzare via dei Boschi, una via di transito quasi interamente asfaltata, che comunque consente il
transito di autoveicoli, che parte dal bivio tra via Miramare e via Caduti e arriva fino alla via San
Rufino, in località Bocco; in caso di blocco di via IV Novembre o di via Ns. Sig.ra della Guardia,
che congiungono la località di San Ruffino e Bocco, il traffico veicolare può essere convogliato su
via Garbuggi e Via San Terenziano.
Dal colloquio con il Tecnico Comunale di Orero, è emerso che in caso di impossibilità di
raggiungere il Comune di Lorsica tramite le vie d’accesso usuali (es.: SP n. 23, SP n. 24, SP n.
85), può essere utilizzato il proseguimento della SP n. 25 che attraversa il territorio di Orero e
giunge nel territorio di Lorsica nella località Cas.ne delle Piove; questo percorso ausiliario non è
asfaltato, ma può essere comunque percorso da veicoli che presentino una normale altezza da
terra.
Nel Comune di Neirone, nel caso di blocco della Sp n. 20 nel tratto tra Acqua di Ognio e Bossola,
si può utiliizzare la SC n. 50 che permette comunque di ritornare sulla SP n. 20 e da lì raggiungere
il Comune di Lumarzo.
Dal Comune di Moconesi, sono state segnalate :
­ in caso di blocco della SP n. 225 dal ponte sul torrente Lavagna, in località Gattorna, al ponte sul
medesimo torrente, in località Ferrada, si può aggirare l’ostacolo partendo da Gattorna e
transitando per via S. Giacomo, via Lavaggi, via Freccio, via de Barberi giungendo a Ferrada;
­ per raggiungere il Comune di Tribogna, si possono utilizzare sia la SP n. 22 che la SP n. 333.
A San Colombano Certenoli, un’alternativa alla Sp n. 225 è data dalla SP n. 42, che parte dalla
frazone comunale di Calvari e giunge fino al limitrofo Comune di Carasco.
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EVENTI POSSIBILI
Sul territorio dell’Ambito sono possibili eventi relativi alle seguenti categorie di rischio.
-
Rischio idrogeologico
Rischio incendi boschivi
Rischio sismico
Rischio marino
Rischio traffico e trasporti pericolosi
Non esistono insediamenti industriali a rischio di incidente rilevante ai sensi del D.Lgs. 334/99 sul
territorio considerato. La diffusa presenza di attività industriali ed il passaggio sulle vie di
comunicazione di merci pericolose, tuttavia, portano alla convenienza di trattare tale eventualità
all’interno della sezione Procedure di Emergenza.
Altre classificazioni potrebbero mettere in evidenza ulteriori particolari occorrenze (es: Rischio
Meteo-climatico, Rischio Gallerie, Rischio Chimico, etc.) che tuttavia, nel presente lavoro, verranno
considerate come appartenenti alle tipologie già indicate.
Si segnala anche che le tipologie indicate non esauriscono completamente la gamma degli eventi
possibili, ma considerano unicamente quelli che hanno la più elevata probabilità di accadimento e
che possono essere oggetto di attività di previsione/prevenzione e soccorso (tra le tipologie non
contemplate citiamo, ad esempio, il rischio dovuto alla caduta di corpi celesti).
Per approfondimenti, si veda il successivo capitolo Previsione e Prevenzione del Rischio3.
CARTOGRAFIA
La cartografia allegata (Carta Generale del Territorio e delle Infrastrutture) riporta gli elementi
infrastrutturali piu’ importanti ai fini della Protezionce Civile. A questo proposito, si tenga
presente, durante la lettura del Piano, che testi e cartografia devono essere letti in parallelo;
essi infatti si integrano vicendevolmente, fornendo, insieme, un quadro completo delle
tematiche trattate.
Tra gli altri, vengono riportati i seguenti elementi:
- Cartografia di base e morfologia,
- Ambiti Amministrativi,
- Linee di comunicazione.
ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE E DEI SITI STRATEGICI – ELEMENTI DI SCENARIO
Il presente paragrafo illustra in forma schematica quali sono i siti rilevanti ai fini della Protezione
Civile sull’area presa in esame dal Piano.
Il Paragrafo deve essere letto in parallelo alla Carta delle Infrastrutture che ne è il necessario
complemento.
3
Si veda quanto riportato nel paragrafo Rischi Prioritari del successivo capitolo Previsione e Prevenzione del
Rischio.
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Gli elementi qui indicati verranno ripresi nelle Carte di Scenario di Evento, allegate alla sezione
procedure, nelle quali una parte di legenda e’ ripresa appunto dalla Carta delle Infrastrutture.
Gli elenchi seguenti riportano il dettaglio delle infrastrutture censite, dei siti strategici, delle aree di
ricovero e delle strutture di ricettività. Per i riferimenti di ogni elemento occorre prendere visione del
Database della Protezione Civile, che di tale Piano costituisce parte integrante.
Come anticipato, gli elementi censiti, unitamente ai manufatti più rilevanti (principalmente viadotti e
gallerie) sono riportati in cartografia.
Chiavari
- Municipio
- Scuole Elementari "Mazzini”
- Scuole Elementari "Faro"
- Collegio Suore Gianelline
- Istituto Scolastico "S. Marta"
- Asilo Centro
- Mensa Aziendale Lames
- Palazzeto dello Sport loc. S.P. di Canne
- Palestra "Marchesani", C.so Millo
- Complesso Scolastico con palestra ,p.zza. del Popolo
- Complesso Scolastico con palestre "Ist. d'Arte"
- Campeggio, via Preli
- Scuola Elementare "F. Solari", via Prandina
- Scuola Elementare S.P. di Canne
- Succursale Geometri, via Santa Chiara
- Scuole medie "della Torre", via Rivarola
- Convento "Gianelline", C.so Colombo
- Monastero della Visitazione, via Pio X
- Scuola Elementare di Ri Piani, p.za Sanfront
- Scuola Elementare di Caperana, via Parma
- Palestra ex Cinema Odeon, via Vinelli
- Liceo classico
- Ospedale di Chiavari
- Croce Rossa Italiana
- Croce Verde
- Campo sportivo comunale, via Gastaldi
- Parcheggio area di Colmata, Levante porto turistico
- Campo sportivo area di Colmata ,Levante porto turistico
- Area di parcheggio "ex Colonia Fara", via Preli
- Parcheggio Istituto d'Arte, via Ghio
- Corsia lato fiume ultimo tratto di viale Kasman (per mezzi di soccorso VV.FF)
- Parcheggio di corso Assarotti, Levante Stazione FF.SS.
- Parcheggio di via S.P. di Canne
- Parcheggio di Corso Colombo (a monte campi di calcio)
- Parcheggio Palazzetto dello Sport (via per Maxena)
- Centrale acquedotto Chiavari
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- Centrale acquedotto Tirreniangas
- Centrale pompaggio metano Tirreniangas
- Depuratore
- Enel
- Ponte Maddalena
- Pozzi di acqua potabile
- Serbatoi
- Stazioni di pompaggio
- Telecom
- Viadotto Entella
Alberghi
- Dell'Orto, p.za N. S. dell’Orto 3
- Ferrari, C.so De Michiel 57
- Le Fontane, C.so Colombo 137
- Mignon, via Salietti 7
- Moderno, P.za N.S. dell'Orto 26
- Monterosa, via Marinetti 6
- San Marco, C.so Valparaiso 64
- SantaMaria, via Tito Groppo 29
- Stella Del Mare, C.so Millo 115
- Carina, via Tito Groppo 3
- Doria, P.za Leonardi 1 0
- Tesoro, C.so De Michiel, 137
- Mare e Monti, via Aurelia 4
- Maria Luigia, C.so Colombo 71
- Zia Piera, C.so Valparaiso
- Europ Tours, via Fiume 1
- Milano sul Mare, C.so Colombo 91/A
- Miramarel, C.so Valparaiso 56
- San Pietro, C.so Valparaiso 180/182/184
- Villa Le Rose, Salita Bacezza 13
- Torino, C.so Colombo 151
Aree di atterraggio elicotteri
- Faro rosso (presso il Porto Turistico)
- Area nei pressi del campo sportivo area di Colmata (Levante porto turistico)
Lavagna
- Municipio
- Ospedale di Lavagna, via Don Bobbio
- CRI, p.zza San Michele
- Stazione Ferroviaria di Lavagna
- Stazione Ferroviaria di Cavi
- Asilo Nido, Corso Genova
- Residenza minori, Corso Buenos Aires
- Scuola Materna, via Romana
- Scuola Materna, via Colombo
- Scuola Materna, via Chiesa
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AMBIENTE
- Scuola Elementare, via Antica Romana
- Scuola Elementare, p.zza Innocenzo IV
- Scuola Elementare, via XX Settembre
- Scuola Media, via Castagnola
- Scuola Professionale Alberghiera, piazzale Bianchi
- Impianto Sportivo Polivalente, via Barassi
- Campo Sportivo, via Ekengren
- Campo Sportivo, via Riboli
- Parchegiio “Besanza”, via Barassi
- Parcheggio parco tigullio, piazza Lugano
- Camping “Ripamare”, loc. Ripamare
- Camping “Internazionale”, loc. Madonna della Neve
- Camping “Lo Scoglio”, loc. Lo Scoglio
- Pozzi
- Serbatoi di accumulo
- Ponte della Maddalena
- Ponte Entella (stradale e ferroviario), via Aurelia
- Ponte, C.so Buenos Aires
Alberghi
- La Pineta, via della Pineta
- Maggi, via Vercelli
- Admiral, via dei Devoto
- Gargantua, via dei Devoto
- Stella di Mare, via dei Devoto
- Sud-Est, via Previati
- La Scogliera, via del Cigno
- Tigullio, via Matteotti
- Arco del Sole, via Aurelia
- Ambra, via Matteotti
- Doria, via Brigate Partigiane
- Stagnaro, via Brigate Partigiane
- Belvedere, via Lombardia
- Aurelia, via Lombardia
- Villa Luisa, via Lombardia
- Real Park Hotel, via Aurelia
- Ancora, via dei Devoto
- Hotel Splendido, via Aurelia
- Arenal, via Aurelia
- Tirreno, via Como
- Oasi Stella, via Tigula
- Cavi, via Como
- Mediterraneo, via Varese
- Lavagnese, via Nuova Italia
- Villa Maria, via Aurelia
- Valentino, via Aurelia
- Alba, via Matteotti
- Miramare, p.zza Vittorio Veneto
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- Bristol, C.so Mazzini
- Villa Fieschi, via Rezza
- Arianna, via Como
- Entella, C.so Buenos Aires
Distributori di carburante
- Shell Italia spa, via Aurelia
- Eni spa, via Aurelia
- Oil Italia srl, via Aurelia
- Esso Italiana spa, p.zza Torino
- Esso Italiana, via Moggia
- API spa, via Previati
- Fina Italiana, via fieschi
- Cala dei Genovesi, Porto Turistico
Atterraggio Elicotteri
- Parco Tigullio, p.zza Lugano
Cogorno
- Municipio
- Centro per la salute mentale Fiordaliso
- CRI
- Magazzino comunale
- Magazzino comunale di P.C.
- Asilo nido comunale
- Asilo infantile G.B. Rocca
- Scuola elementare statale N. Rocca con palestra
- Scuola media statale
- Centro di formazione professionale con palestra
- Scuola materna B. Chiappe
- Scuola elementare di Cogorno
- Albergo Nuovo Batesto
- Parco vacanze dei Fieschi
- Chiesa di S. Giovanni Battista
- Chiesa di S. Lorenzo
- Chiesa di S. Antonio
- Chiesa di S. Maria
- Chiesa di S. Colombano
- Basilica dei Fieschi
- Centro commerciale Super Basko
- Villaggio del Ragazzo
- Centro sportivo, via S. Martino
- Centro sportivo, loc. Chiappe
- Centro sportivo, via Ghio
- Parcheggio, p.zza Libertà
- Parcheggio, via delle Ciapaie
- Parcheggio, p.le Adriano V
- Parcheggio, via Lima
- Parcheggio, via S. Francisco
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PIANO INTERCOMUNALE DI
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AMBIENTE
- Parcheggio, via B. Chiappe (loc. S. Giovanni Battista)
- Parcheggio, via Belvedere (loc. Boschetto)
- Giardini, via Marconi, S. Francisco, Lima, p.zza Dante Alighieri
- Giardino p.zza A. Moro
- Giardino pubblico via S. Martino
- Ponte sul fiume Entella
Atterraggio elicotteri
- Campo S. Martino
- Area sportiva di Cogorno Alto
Distributori di carburante
- Agip, C.so Risorgimento 182
- Fina, C.so 25 aprile 116
Carasco
- Scuole Medie ed Elementari Statali
- Scuola materna prviata presso chiesa di S. Martino
- Residenza per anziani
- Locanda Settembrin
- Locanda Spadella
- Chiesa parrocchiale
- Chiesa di S. Pietro
- Chiesa di S. Maria di Sturla
- Chiesa di Graveglia
- Chiesa di Rivarolo
- Chiesa di Paggi
- Chiesa di S. Martino
Leivi
- Municipio
- Ufficio Postale
- Palestra comunale
- Centro Sportivo con Parcheggio, via Selaschi
- Chiesa di San Ruffino
- Chiesa di San Bartolomeo
- Chiesa di San Tommaso del Curlo
- Chiesa di San Lorenzo
- Scuola Materna, via Miramare
- Scuola Elementare, via Crocetta
- Farmacia, loc. Rostio
- Dispensario farmaceutico, loc. Bocco
- Oratorio di San Ruffino
- Piazza della Chiesa di San Bartolomeo
- Parcheggio, via Miramare
- Parcheggio, via S. Ruffino, loc. Costa
- Parcheggio loc. Bocco
- Parcheggio SP n.32
Atterraggio Elicotteri
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-
PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Centro Sportivo, via Selaschi
S. Colombano Certenoli
­ Municipio
­ Farmacia
­ Campo Sportivo, piazza dello Sport
­ Campo Sportivo, via D.Dorero
­ Piazzale, piazza dello Sport
­ Area Sportiva Chichero
­ Scuola Elementare di Calvari
­ Scuola Materna di San Colombano
­ Istituto Superiore, via Aste vittorio, 2
­ Ambulatorio, via Cuneo, 241 Calvari
­ Farmacia Fleming, via Cuneo, 159 Calvari
­ Locanda, loc. Villa Oneto
­ Locanda, loc. Calvari
­ Agriturismo, loc. Camposasco
­ Agriturismo, loc. Ceresia
­ Centrale Enel
Atterraggio Elicotteri
­ Eliporto, via Pian Casarile Calvari
­ Area Sportiva Chichero
Distributori di carburante
­ Impianto sulla SP n. 225
Coreglia Ligure
- Municipio
- Chiesa di S. Bartolomeo
- Locanda
- Campo Sportivo
- Casa di Riposo, loc. Villetta
- Parcheggio presso Piattaforma Ecologica
Orero
- Municipio
- Scuola Elementare
- Chiesa di Orero
- Chiesa di Soglio
- Parcheggio presso Chiesa di Orero
- Agriturismo a Soglio
- Cooperativa Agricola a Casareggio
Atterraggio Elicotteri
- Parcheggio presso Chiesa di Orero
Cicagna
- Municipio
- Caserma dei Carabinieri
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-
PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Scuola A. P. Giannini con Palestra
Scuola elementare di Monleone F. Foppiano
Scuola materna
Asilo di Monleone
Palazzetto dello sport
Palestra del Municipio
Santuario Ns. Sig.ra dei Miracoli
Parrocchia di Serra
Parrocchia di Pianezza
Ex scuola di Pianezza
Ex scuola di Serra
Farmacia
Centro commerciale Pianezza e Pianmercato
Casa per anziani Boccardo
Poliambulatorio ASL n. 4
CRI con area atterraggio elicotteri
Centro radiologico
Parco pubblico
Lorsica
- Municipio
- Scuola con palestra
- Casa di riposo
- Chiesa di Lorsica
- Agriturismo
- Campetto sportivo
- Foresteria
Favale di Malvaro
- Municipio
- Scuola Materna e Elementare
- Palestra presso Scuola
- Santuario di San Vincenzo
- Chiesa di Monteghilfo
- Oratorio presso Santuario di San Vincenzo
- Casa di Riposo
- Dispensario Farmaceutico, presso Municipio
- Campo sportivo, loc. Ortigaro
- Parcheggio presso Campo Sportivo, loc. Ortigaro
- Distributore di carburante
Atterraggio Elicotteri
- Campo Sportivo, loc. Ortigaro
Moconesi
­ Municipio
­ Carabinieri
­ Casa di riposo
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PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
­ Ufficio postale, Ferrada
­ Ufficio postale, Gattorna
­ C.R.I. via Del Commercio, 31 Gattorna
­ Farmacia Dott. De Mitri
­ Farmacia Michelotti
­ Asilo, loc. Ferrada
­ Asilo, loc. Gattorna
­ Scuola Elementare, Ferrada
­ Scuola Elementare, Gattorna
­ Scuola Media, Gattorna
­ Chiesa di S. Giacomo, Gattorna
­ Chiesa di S. Margherita, Ferrada
­ Chiesa di Moconesi Alto
­ Chiesa di S. Ambrogio, Cornia
­ Abbazia di S. Anna, Ferrada
­ Campo Sportivo viale De Gasperi, Ferrada
­ Campo Sportivo, Gattorna
­ Campo Sportivo via Chiose, Moconesi
­ Parcheggio, p.zza dei Pescatori, Gattorna
­ Parcheggio, piazzale C.R.I.
Distributori di carburante
­ Distributore, SP n. 225, Ferrada
Atterraggio Elicotteri
­ Campo Sportivo viale De Gasperi, Ferrada
­ Campo Sportivo, Gattorna
­ Campo Sportivo via Chiose, Moconesi
Tribogna
- Municipio
- Scuola Tribogna
- Scuola Cassanesi
- La Madia- affittacamere
- Palestra e campo sportivo di Tribogna (inadatto all’atterraggio elicotteri, per
presenza elettrodotti aerei)
- Campo sportivo Ferrada
- Chiesa di Tribogna
- Chiesa di Cassanesi
- Chiesa di Pian dei Preti
- Area di parcheggio e verde pubblico nei pressi del campo sportivo a Ferrada, adatta
all’atterraggio elicotteri.
Uscio
-
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Municipio
Albergo Caprile
Hotel Colonia
Locanda della Bell’Aria
Locanda Penelope
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-
PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Farmacia della Salute
Croce Rossa di Uscio
Caserma dei Carabinieri
Scuola Media, Elementare Materna
Chiesa di Uscio
Chiesa di Terrile
Chiesa di Calcinara
Colonia Arnaldi
Neirone
- Municipio
- Scuola Elementare, loc. Ognio
- Chiesa di Ognio
- Chiesa di Neirone
- Chiesa di San Marco D’Urri
- Chiesa di Roccatagliata
- Casa di Riposo, loc. Ognio
- Campo Sportivo, loc. Ognio
- Campetto loc. Neirone
- Parcheggio su SP n. 20
- Parcheggio su Sp n. 21, loc. Neirone
- Parcheggio loc. Roccatagliata
Atterraggio Elicotteri
- Campo Sportivo, loc. Ognio
- Area loc. Colonia
Lumarzo
- Municipio
- Scuola con Palestra e Parcheggio
- Santuario di Ns Sig.ra del Bosco
- Chiesa di Pannesi
- Chiesa di Lumarzo Capoluogo
- Chiesa di Tasso con Parcheggio
- Chiesa di Boasi
- Chiesa di Vallebuona con Parcheggio
- Casa di riposo comunale
- Farmacia
- Sede Croce Verde, SP 82
- Centro Polivalente, SP 82 (con Parcheggio)
- Parcheggi lungo la SP 225
- Parcheggio sulla SP 19
- Parco pubblico su SP 225
Distributori di carburante
- Total, traforo Bargagli-Ferriere
Atterraggio Elicotteri
- Area su SP 225, antistante distributore di carburante
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PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Borzonasca
- Municipio
- Sede della Comunità Montana Valli Aveto, Graveglia, Sturla.
- Croce Verde
- Scuola media ed elementare
- Scuola materna
- Palestra comunale
- Chiesa parrocchiale di Borzonasca
- Casa di riposo comunale fraz. Zanoni
- Residenza anziani Casa dei Tigli, loc. Campori
- Farmacia
- Area di atterraggio elicotteri a Montemoggio
- Diga delle Giacopiane
- Diga di Pian Sapejo
- Diga di Zolezzi
- Diga del lago Malanotte
Mezzanego
- Municipio
- Farmacia
- Chiesa di San Pietro, Pontegiacomo
- Casa di riposo
- Scuola Materna
- Scuola Elementare “Davide Spinetto”
- V.A.B.
- Ex Scuola “San Siro”, magazzino
- Ex Scuola “Isola di Borgonovo”, magazzino
- Parrocchia S. Maria Assunta
- Campo Sportivo “Borgonovo”
- Ponte su SS n.586, loc.Vignolo Isola
- Ponte su SS n.586, loc. Isola
- Ponte su SS n.586, loc. Borgonovo
- Ponte su SC Peaggi, loc. Peaggi
- Ponte su SC Campo Vecchio, loc. Campo Vecchio
- Ponte su SP n.26, loc. San Siro
- Ponte su SP n.26, loc. Isola di Borgonovo
- Ponte su SS n.586, loc. Vignolo Piano
Atteraggio Elicotteri
- Piazzale lungo la SP n. 78
Ne
-
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Municipio
Scuole elementari Nicholas Green
Scuole medie G. Garibaldi
Scuola materna Statale
Scuola elementare di Statale
Centro socio-educativo
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-
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PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Chiesa di S. Maria di Ne
Chiesa di S. Biasio di Chiesanuova
Chiesa di Camminata
Chiesa di S. Rocco
Chiesa di S. Pietro
Chiesa di Nascio
Chiesa di Statale
Chiesa di S. Apollinare
Chiesa di Arzeno
Casa di riposo Villa Margherita
Casa di cura portatori di handicap I Cedri
Casa di cura psichiatrica Le Ali
Campo sportivo
Croce Verde
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PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Siti vulnerabili sul territorio
Come verrà approfondito del capitolo seguente (Previsione e Prevenzione del Rischio), per definire
il quadro dei rischi gravanti sul territorio in esame, è indispensabile essere a conoscenza degli
elementi fragili che si trovano sul territorio stesso, ovvero della debolezza del sistema sociale e
territoriale, intesa come carenza che gli elementi sociali e territoriali possiedono nei confronti degli
eventi ipotizzati.
Si elencano, pertanto, gli elementi fragili presenti sul territorio; si faccia riferimento anche alla Carta
delle Infrastrutture.
Rev.2.1
-
Chiavari
Scuole Elementari "Mazzini”
Scuole Elementari "Faro"
Collegio Suore Gianelline
Istituto Scolastico "S. Marta"
Asilo Centro
Complesso Scolastico con palestra ,p.zza. del Popolo
Complesso Scolastico con palestre "Ist. d'Arte"
Campeggio, via Preli
Scuola Elementare "F. Solari", via Prandina
Scuola Elementare S.P. di Canne
Scuole medie "della Torre", via Rivarola
Ospedale di Chiavari
Centrale acquedotto Chiavari
Centrale acquedotto Tirreniangas
Centrale pompaggio metano Tirreniangas
Depuratore
Enel
Ponte Maddalena
Pozzi di acqua potabile
Serbatoi
Stazioni di pompaggio
Telecom
Viadotto Entella
-
Lavagna
Ospedale di Lavagna, via Don Bobbio
Asilo Nido, Corso Genova
Residenza minori, Corso Buenos Aires
Scuola Materna, via Romana
Scuola Materna, via Colombo
Scuola Materna, via Chiesa
Scuola Elementare, via Antica Romana
Scuola Elementare, p.zza Innocenzo IV
Scuola Elementare, via XX Settembre
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AMBITO 16
PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
-
Scuola Media, via Castagnola
Camping “Ripamare”, loc. Ripamare
Camping “Internazionale”, loc. Madonna della Neve
Camping “Lo Scoglio”, loc. Lo Scoglio
Pozzi
Serbatoi di accumulo
Ponte della Maddalena
Ponte Entella (stradale e ferroviario), via Aurelia
Ponte, C.so Buenos Aires
-
Cogorno
Asilo nido comunale
Asilo infantile G.B. Rocca
Scuola elementare statale N. Rocca con palestra
Scuola media statale
Scuola materna B. Chiappe
Scuola elementare di Cogorno
Ponte sul fiume Entella
-
Carasco
Scuole Medie ed Elementari Statali
Scuola materna prviata presso chiesa di S. Martino
Residenza per anziani
-
Leivi
Scuola Materna, via Miramare
Scuola Elementare, via Crocetta
AMBIENTE
S. Colombano Certenoli
­ Scuola Elementare di Calvari
­ Scuola Materna di San Colombano
Centrale Enel
Orero
- Scuola Elelmentare
-
Cicagna
Scuola A. P. Giannini con Palestra
Scuola elementare di Monleone F. Foppiano
Scuola materna
Asilo di Monleone
-
Lorsica
Scuola con palestra
-
Rev.2.1
Favale di Malvaro
Scuola Materna e Elementare
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AMBITO 16
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PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Moconesi
Asilo, loc. Ferrada
Asilo, loc. Gattorna
Scuola Elementare, Ferrada
Scuola Elementare, Gattorna
Scuola Media, Gattorna
Tribigna
- Scuola Tribogna
- Scuola Cassanesi
-
Uscio
Scuola Media, Elementare Materna
Neirone
Scuola Elementare, loc. Ognio
Casa di Riposo, loc. Ognio
Lumarzo
- Scuola con Palestra e Parcheggio
-
Borzonasca
Scuola media ed elementare
Scuola materna
Diga delle Giacopiane
Diga di Pian Sapejo
Diga di Zolezzi
Diga del lago Malanotte
Mezzanego
- Scuola Materna
- Scuola Elementare “Davide Spinetto”
- Ponte su SS n.586, loc.Vignolo Isola
- Ponte su SS n.586, loc. Isola
- Ponte su SS n.586, loc. Borgonovo
- Ponte su SC Peaggi, loc. Peaggi
- Ponte su SC Campo Vecchio, loc. Campo Vecchio
- Ponte su SP n.26, loc. San Siro
- Ponte su SP n.26, loc. Isola di Borgonovo
- Ponte su SS n.586, loc. Vignolo Piano
-
Rev.2.1
Ne
Scuole elementari Nicholas Green
Casa di riposo Villa Margherita
Casa di cura portatori di handicap I Cedri
Casa di cura psichiatrica Le Ali
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PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
LEGGI E NORME
LE COMPETENZE COMUNALI
Una corretta individuazione del ruolo del Comune e' possibile mediante una lettura congiunta
delle varie normative in materia e, in particolare:
•
•
•
•
del Decreto Legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, sull'ordinamento delle autonomie locali
(Testo unico ex L. n. 142/1990);
della Legge nazionale n. 265 del 1999, sulle disposizioni in materia di autonomia e
ordinamento degli enti locali;
della Legge nazionale n. 225 del 1992, sul Servizio Nazionale di Protezione Civile;
del Decreto legislativo n. 112 del 1998, sul conferimento di funzioni e compiti amministrativi
alle Regioni e agli Enti Locali.
Per quanto concerne le leggi vigenti, si rileva quanto segue:
•
D.Lgs. 18/08/00 267 - Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali
ART. 50 - Competenze del sindaco e del presidente della provincia
4. Il sindaco esercita altresi’ le funzioni attribuitegli quale autorita’ locale nelle materie
previste da specifiche disposizioni di legge.
5. In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere
esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale
rappresentante della comunita' locale. Negli altri casi l'adozione dei provvedimenti d'urgenza
ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o
alle regioni in ragione della dimensione dell'emergenza e dell'eventuale interessamento di piu'
ambiti territoriali regionali.
6. In caso di emergenza che interessi il territorio di piu' comuni, ogni sindaco adotta le
misure necessarie fino a quando non intervengano i soggetti competenti ai sensi del
precedente comma.
ART 53 – Dimissioni, impedimento , rimozione , decadenza , sospensione o decesso del
sindaco o del presidente della repubblica
2. Il vicesindaco e il vicepresidente sostituiscono il sindaco e il presidente della provincia in
caso di assenza o di impedimento temporaneo.
ART. 54 - Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale
2. Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi
generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire
ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumita' dei cittadini; per l'esecuzione dei
relativi ordini puo' richiedere al prefetto, ove occorra, l'assistenza della forza pubblica.
5. Chi sostituisce il sindaco esercita anche le funzioni di cui al presente articolo.
•
L.N. 265/99 - Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali,
nonche' modifiche alla legge 8 giugno 1990, n. 142
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PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
ART. 12 - (Trasferimento di competenze dal prefetto al sindaco).
Sono trasferite al Sindaco le competenze del Prefetto in materia di informazione della
popolazione su situazioni di pericolo per calamita' naturali, di cui all'articolo 36 del regolamento
di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n.996, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 6 febbraio 1981, n.66.
•
L.N.225/92 - Istituzione del Servizio nazionale della Protezione Civile
ART.15 - (Competenze del comune ed attribuzioni del sindaco)
1. Nell’ambito del quadro ordinamentale di cui alla legge 8 giugno 1990, n.142, in materia di autonomie
locali, ogni comune può dotarsi di una struttura di protezione civile.
2. La Regione nel rispetto delle competenze ad essa affidate in materia di organizzazione
dell’esercizio delle funzioni amministrative a livello locale, favorisce, nei modi e con le forme ritenuti
opportuni, l’organizzazione di strutture comunali di protezione civile.
3. Il Sindaco è autorità comunale di protezione civile. Al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del
territorio comunale, il sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di
assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata
comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale.
4. Quando la calamità naturale o l’evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a
disposizione del comune, il sindaco chiede l’intervento di altre forze e strutture al prefetto, che
adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell’autorità comunale di
protezione civile.
• D.Lgs 31/03/98 112 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello stato alle regioni ed
agli enti locali, in attuazione del capo I della L. n.59 Art. 108 Comma 1, b)
Sono attribuite ai comuni le funzioni relative:
1) all'attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di
prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali;
2) all'adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all'emergenza,
necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale;
3) alla predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme
associative e di cooperazione previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, e, in ambito montano,
tramite le comunità montane, e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi
regionali;
4) all'attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a
fronteggiare l'emergenza;
5) alla vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi
urgenti;
6) all'utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale, sulla base degli indirizzi
nazionali e regionali.
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AMBIENTE
LEGISLAZIONE NAZIONALE
In aggiunta alle già citate leggi:
• Decreto legislativo n. 267 del 2000, sull'ordinamento degli enti locali;
• Legge nazionale n. 265 del 1999, sulle disposizioni in materia di autonomia e ordinamento
degli enti locali;
• Legge nazionale n. 225 del 1992, sul Servizio Nazionale di Protezione Civile;
• Decreto legislativo n. 112 del 1998, sul conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle
Regioni e agli Enti Locali.
Un sommario delle leggi principali si configura come segue:
Testo Coordinato del Decreto-Legge 29 marzo 2004, n. 81
Testo del decreto-legge 29 marzo 2004, n. 81 (in Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 76 del 31
marzo 2004), coordinato con la legge di conversione 26 maggio 2004, n. 138 (in questa stessa
Gazzetta Ufficiale alla pag. 4), recante: «Interventi urgenti per fronteggiare situazioni di pericolo
per la salute pubblica».
Decreto-Legge 29 marzo 2004, n. 81
Interventi urgenti per fronteggiare situazioni di pericolo per la salute pubblica.
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004
Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e
regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile (G.U. 59 del marzo
2004).
Testo Coordinato del Decreto-Legge 10 settembre 2003, n. 253
Testo del decreto-legge 10 settembre 2003, n. 253 (in Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 211
dell'11 settembre 2003), coordinato con la legge di conversione 6 novembre 2003, n. 300 (in
questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 10), recante «Disposizioni urgenti per incrementare la
funzionalità dell'Amministrazione della pubblica sicurezza».
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 settembre 2003
Aumento del contingente dei giovani da impiegare in Italia per l'anno 2003 in attività di servizio
civile nazionale.
Decreto Legge 10 settembre 2003, n. 253
Disposizioni urgenti per incrementare la funzionalità dell’Amministrazione della pubblica sicurezza
e della Protezione Civile.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 luglio 2003
Riorganizzazione dell'Ufficio nazionale per il servizio civile nell'ambito della Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3288 del 27 maggio 2003
Disposizioni urgenti di protezione civile. (Ordinanza n. 3288).
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PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Decreto-Legge 9 maggio 2003, n. 103
Disposizioni urgenti relative alla sindrome respiratoria acuta severa (SARS).
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri - Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio del 30 aprile 2003
Ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l'emergenza derivante dalla
attuale situazione internazionale. (Ordinanza n. 3285).
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 aprile 2003
Primi interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi
meteorologici verificatisi nei giorni 23, 24 e 25 gennaio 2003, nel territorio della regione Abruzzo.
(Ordinanza n. 3281).
Legge 8 aprile 2003, n. 62
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 febbraio 2003, n. 15, recante misure
finanziarie per consentire interventi urgenti nei territori colpiti da calamita' naturali.
Decreto Legislativo 7 aprile 2003, n. 85
Attuazione della direttiva 2001/55/CE relativa alla concessione della protezione temporanea in
caso di afflusso massiccio di sfollati ed alla cooperazione in ambito comunitario.
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 aprile 2003
Ulteriori misure urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare i danni conseguenti ai gravi eventi
sismici e vulcanici verificatisi nel territorio della provincia di Catania ed altre disposizioni di
protezione civile. (Ordinanza n. 3278).
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 marzo 2003
Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l'emergenza derivante dalla attuale
situazione internazionale. (Ordinanza n. 3275).
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 marzo 2003
Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla tutela della pubblica incolumità nell'attuale
situazione internazionale.
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2003
Primi interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi
meteorologici verificatisi nei giorni 23, 24 e 25 gennaio 2003, nel territorio della regione Molise.
(Ordinanza n. 3268).
Testo coordinato del decreto-legge 7 febbraio 2003, n. 15
Testo del decreto-legge 7 febbraio 2003, n. 15, coordinato con la legge di conversione 8 aprile
2003, n. 62 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 5), recante: "Misure urgenti per il
finanziamento di interventi nei territori colpiti da calamita' naturali e per l'attuazione delle
disposizioni di cui all'articolo 13, comma 1, della legge 1 agosto 2002, n. 166. Disposizioni urgenti
per il superamento di situazioni di emergenza ambientale".
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PROTEZIONE CIVILE
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Decreto-Legge 7 febbraio 2003, n. 15
Misure finanziarie per consentire interventi urgenti nei territori colpiti da calamita' naturali.
Nota del Dipartimento Protezione Civile 20 gennaio 2003 - Protocolli d'intesa tra Uffici
Territoriali del Governo e Province
Protocollo d'intesa tra Ufficio territoriale del Governo e Provincia di Cremona per la predisposizione
della pianificazione di emergenza relativa alla gestione degli eventi calamitosi nel territorio
provincia.
Legge 27 dicembre 2002, n. 286
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, recante
interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle calamita' naturali nelle regioni Molise e
Sicilia, nonche' ulteriori disposizioni in materia di protezione civile.
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 dicembre 2002, n. 3260
Disposizioni urgenti per fronteggiare i danni conseguenti ai gravi fenomeni eruttivi connessi
all'attivita' vulcanica dell'Etna nel territorio della provincia di Catania, per la mitigazione del rischio
idrogeologico e idrico, per il potenziamento e l'attuazione delle reti radar e pluvio-idrometriche nel
territorio nazionale ed altre misure urgenti di protezione civile. (Ordinanza n. 3260).
Decreto-Legge 4 novembre 2002, n. 245
Interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle calamita' naturali nelle regioni Molise e
Sicilia, nonche' ulteriori disposizioni in materia di protezione civile.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2002
Adozione di un emblema rappresentativo da parte del Dipartimento della protezione civile della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Circolare 30 settembre 2002, n.5114
Ripartizione delle competenze amministrative in materia di protezione civile.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile
del 12 aprile 2002
Costituzione della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile
del 28 marzo 2002
Integrazione della composizione del Comitato operativo della protezione civile.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile
del 2 marzo 2002
Costituzione del Comitato operativo della protezione civile.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2001
Organizzazione del Dipartimento della Protezione Civile.
Rev.2.1
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PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
Legge Nazionale 9 novembre 2001, n. 401
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, recante
disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di
protezione civile.
Decreto Legge 7 settembre 2001, n. 343
Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività’
di protezione civile.
Comunicato G.U. 12 maggio 2001
relativo al decreto del Ministro dell’interno delegato per il coordinamento della Protezione Civile 13
febbraio 2001: Adozione dei criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle
catastrofi.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 dicembre 2000
Criteri di ripartizione e ripartizione tra gli enti locali delle risorse per l'esercizio delle funzioni
conferite dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, in materia di polizia amministrativa,
istruzione scolastica e protezione civile.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 dicembre 2000
Criteri di ripartizione e ripartizione tra le regioni delle risorse per l'esercizio delle funzioni conferite
dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, in materia di protezione civile.
Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300
Riforma dell'organizzazione del Governo, (a norma art. 11 della legge 59/97) che, oltre ad istituire
l’Agenzia di Protezione Civile (art. 79 e segg.), conferma di fatto, all'articolo 1 comma 2, la struttura
di responsabilita' degli Enti Locali delineata dal Decreto 112/98, gia' citato.
Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n.303
Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a norma dell'articolo 11 della legge 15
marzo 1997, n. 59" che, art.10 comma 6, dispone il trasferimento delle funzioni del Dipartimento
Protezione Civile all’Agenzia di cui al D.Lgs. 300/99 precedente.
Legge 13 luglio 1999, n. 226
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 maggio 1999, n. 132, recante
interventi urgenti in materia di protezione civile.
Decreto Legge 13 maggio 1999, n. 132
Interventi urgenti in materia di protezione civile, coordinato con la legge di conversione 13 luglio
1999, n. 226.
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 14 febbraio 1997
Direttive tecniche per l'individuazione e la perimetrazione, da parte delle Regioni, delle aree a
rischio idrogeologico.
Circolare n. 1 / DPC/S.G.C./94 del Dipartimento Protezione Civile
Rev.2.1
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PROTEZIONE CIVILE
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Legge 24 febbraio 1992, n. 225
Criteri sui programmi di previsione e prevenzione" definisce i criteri di massima ai quali deve
ispirarsi tutta la programmazione di previsione e prevenzione, nelle varie articolazioni territoriali.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 ottobre 1992
Costituzione e funzionamento del comitato operativo della protezione civile concernente Norme sul
concorso e l'assistenza alle popolazioni colpite da calamita' - Protezione civile.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 settembre 1984
Organizzazione del Dipartimento della Protezione Civile.
Legge 938/82
Istituzione del Ministero per il coordinamento della protezione civile.
Decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 1981, n. 6
Regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n.996 recante norme sul soccorso e
l'assistenza alle popolazioni colpite da calamita' - Protezione civile.
Circolare n. 11 del Ministero dell' Interno del 16 febbraio 1971
Legge 8 dicembre 1970, n.996.
Legge 8 dicembre 1970, n. 996
Norme sul concorso e l'assistenza alle popolazioni colpite da calamita' - Protezione civile.
Altri sistemi di leggi (rischi industriali, difesa del suolo e simili) concorrono a definire i ruoli delle
amministrazioni e devono essere tenuti in considerazione.
A queste leggi dobbiamo pertanto aggiungere:
-Rischi industriali (d.p.r. 175/1988 e 334/99),
-Incendi boschivi (l.n. 353/2000),
-Sicurezza del Lavoro (d.lgs.626/94),
-Legislazione in materia di volontariato (d.p.r. 613/94 e d.p.r. 194/2001),
-Difesa del Suolo (l.n. 183/1989).
Per quanto concerne la legislazione in materia di volontariato e’ importante segnalare :
Decreto del Presidente dalla Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194
Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle
attivita’ di protezione civile.
Circolare n. 01768 U.L. del 16 novembre 1994
Istituzione dell'elenco delle associazioni di volontariato di protezione civile ai fini ricognitivi della
sussistenza e della dislocazione sul territorio nazionale delle associazioni da impegnare nelle
attivita' di previsione, prevenzione e soccorso. Adempimenti finalizzati all'erogazione di contributi
per il potenziamento delle attrezzature ed il miglioramento della preparazione tecnica.
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PROTEZIONE CIVILE
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Decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 1994, n. 613
Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle associazioni di volontariato nelle
attivita' di protezione civile.
ART. 9 - Le associazioni di volontariato di protezione civile di cui all'art. 1 del presente
regolamento, prestano la loro opera, in base a esplicita richiesta dell'autorita' competente, in
materia di previsione, prevenzione e soccorso sul territorio.
LEGISLAZIONE REGIONALE
Legge Regionale del 17 febbraio 2000, n. 09
Adeguamento della disciplina e attribuzione agli enti locali delle funzioni amministrative in materia
di protezione civile ed antincendio.
ART. 6 - Competenze dei Comuni
1. I Comuni concorrono alla organizzazione delle attivita’ di protezione civile nel rispetto della
disciplina stabilita dall’articolo 15 della l. 225/1992 e dall’articolo 108 del d.lgs. 112/1998 e ad essi
spetta la competenza di:
a) organizzare sul territorio delle strutture operative per gli interventi di protezione
civile con particolare riguardo alle misure di emergenza di cui all’articolo 2, comma 1, lettera
a), della l. 225/1992 e dell’articolo 108 del d.lgs. 112/1998;
b) attivare, anche attraverso il volontariato opportunamente coordinato, i primi
soccorsi alla popolazione e gli interventi urgenti necessari a fronteggiare l’emergenza
dandone immediata comunicazione al Centro Provinciale di Emergenza ed alla Struttura
regionale della Protezione Civile;
c) predisporre o aggiornare i piani comunali di emergenza di cui tengono conto gli
strumenti urbanistici comunali;
d) fornire adeguata informazione alla cittadinanza sul grado di esposizione al rischio desunto
dalle mappe dei piani di emergenza con i mezzi ritenuti piu’ idonei nonché attivare opportuni
sistemi di allerta;
e) provvedere alla vigilanza sull’insorgere di situazioni di rischio idrologico o di altro
rischio, specie in presenza di ufficiali comunicazioni di allerta, adottando le necessarie azioni
di tutela e salvaguardia della privata e pubblica incolumita’;
f) organizzare, nell’ambito delle funzioni attribuite per i fini di prevenzione e soccorso,
squadre comunali o intercomunali di volontari o provvedere, entro un anno dalla
pubblicazione della presente legge, alla stipula di apposite convenzioni con le organizzazioni
di volontariato operanti sul territorio comunale appartenenti ai settori a) e d) di cui all’articolo
3 comma 1 della legge regionale 28 maggio 1992 n. 15 (disciplina del volontariato);
g) informare tempestivamente il Centro Operativo Provinciale di Emergenza, al momento
dell’attivazione delle Organizzazioni di Volontariato convenzionate e/o delle Squadre
comunali di Protezione Civile;
h) assicurare una reperibilita’ finalizzata in via prioritaria alla ricezione di comunicazioni di
allerta;
i) individuare, qualora Comuni classificati sismici ai sensi del decreto ministeriale del 27
luglio 1982 o dichiarati ad elevato rischio sismico dalla ordinanza della Presidenza Consiglio
dei Ministri 12 Giugno 1998 n. 2788, entro un anno dalla pubblicazione della presente legge,
aree e siti rapidamente attrezzabili (tendopoli/roulottopoli/moduli abitativi) per il superamento
della prima emergenza. Tali aree e siti sono vincolati all’uso specifico dallo strumento
urbanistico comunale.
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PROTEZIONE CIVILE
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2. Il Sindaco e’ autorita’ comunale di protezione civile ed allo stesso sono attribuite le
funzioni e le responsabilita’ di referente comunale di Protezione Civile. In caso di emergenza
sul territorio comunale dispone, fino a che non si renda possibile il coordinamento dei Centri
Operativi Provinciali di Emergenza, circa l’impiego delle Strutture operative comunali e del
Volontariato per il superamento dell’emergenza.
Legge Regionale del 21 ottobre 1996, n. 45
Disciplina delle attivita' di protezione civile in ambito regionale.
ART. 10 - Concorso dei comuni
1. I comuni concorrono alla organizzazione delle attivita' di protezione civile nel rispetto della
disciplina stabilita dall'articolo 15 della legge 225/1992 ed in particolare svolgono le seguenti
funzioni:
a) organizzazione, sul territorio, delle strutture operative per gli interventi di protezione civile,
con particolare riguardo alle misure di emergenza di cui all'articolo 2 comma 1 lettera a) della
legge 225/1992;
b) predisposizione e aggiornamento dei piani comunali di protezione civile.
2. I comuni in alternativa ai piani comunali di cui al comma 1 lettera b), possono elaborare, d'intesa
con le comunita' montane competenti, piani intercomunali di protezione civile.
3. I comuni forniscono adeguata informazione alla cittadinanza sul grado di esposizione al rischio
desunto dalle mappe di rischio. A tal fine identificano le aree a rischio idrologico accertato tramite
segnaletica fissa, eventualmente interattiva o altri sistemi di allerta.
4. I comuni, a seguito di ufficiali comunicazioni d'allerta, provvedono, anche su base volontaria,
alla vigilanza sull'insorgere di situazioni di rischio idrologico e adottano le necessarie azioni di
tutela e salvaguardia della privata e pubblica incolumita'.
5. I comuni nell'ambito delle funzioni ad essi attribuite per i fini di prevenzione e soccorso
organizzano squadre comunali di volontari o provvedono alla stipula di apposite convenzioni con le
organizzazioni di volontariato operanti sul territorio. In tal caso, qualora l'ente locale abbia gia' in
atto convenzioni con organizzazioni di volontariato per l'attivita' di spegnimento di incendi boschivi,
le convenzioni stesse sono estese anche alle attivita' di protezione civile.
6. I comuni assicurano una reperibilita' continuativa finalizzata in via prioritaria alla ricezione di
comunicazioni di allerta.
7. Il Sindaco, al verificarsi di evento calamitoso grave sul territorio comunale, ne da' immediata
comunicazione alla Struttura regionale di protezione civile avvalendosi anche del servizio di
reperibilita' assicurato dalla stessa.
Piu’ schematicamente, un breve elenco riassuntivo della normativa regionale di riferimento e’
riportato di seguito.
Testo integrato normativa tipo DGR357/01; DGR 1095/01; DGR 290/02 - 2004
D.G.R. 7 novembre 2003 n. 1384
Ordinanza n. 3274/2003 articolo 2, comma 4. Rischio sismico. Approvazione elenco edifici di
interesse strategico e delle opere infrastrutturali e del programma temporale delle verifiche.
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AMBITO 16
PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
D.G.R. 530 del 2003
Individuazione, formazione ed aggiornamento dell’elenco delle zone sismi-che dei comuni
della Regione Liguria in ottemperanza al disposto di cui all’ O.P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003
pub-licata sulla G.U. n. 105 in data 8.05.2003.
L.R. 03 gennaio 2002 n. 02
Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 giugno 1999 n. 18 (adeguamento delle discipline
e conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia).
Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 giugno 1999 n. 18 (adeguamento delle discipline
e conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia).
L. R. N.09 del 2000
Adeguamento della disciplina e attribuzione agli enti locali delle funzioni amministrative in materia
di protezione civile ed antincendio.
L.R. 9 agosto 1999 n. 21
Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 28 gennaio 1997 n. 6 "Organizzazione della struttura
operativa di intervento per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi".
L. R. N.18 del 1999
Adeguamento delle discipline e conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente,
difesa del suolo ed energia.
L.R. 6 aprile 1999, n. 11.
Riordino degli organi tecnici collegiali operanti in materia di territorio.
L. R. N.4 del 1999
Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico.
L.R. 30 dicembre 1998, n. 38.
Disciplina della valutazione di impatto ambientale.
L. R. N.06 del 1997
Organizzazione della struttura operativa di intervento per la prevenzione e la lotta agli incendi
boschivi.
L.R. 23 ottobre 1996 n. 46
Norme finanziarie in materia di difesa del suolo ed ulteriori modifiche alla Legge regionale 28
gennaio 1993 n. 9 (organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione della Legge 18
maggio 1989 n. 183). Modifiche alla Legge regionale 16 aprile 1984 n. 22 (Legge forestale
regionale).
L.R. 21 ottobre 1996 n.45
Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale" B.U.R. n. 21 del 13 novembre 1996
Legge Regione Liguria N. 40 del 1995
Disciplina della polizia locale
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PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
L.R. N. 45 DEL 16 08 1994
Norme in materia di sicurezza urbana da rischi idrogeologici.
L.R. N. 1 DEL 05 01 1994
Interventi regionali per far fronte agli eventi alluvionali dei giorni 23 24 e 25 settembre 1993.
L.R. N. 9 DEL 28 01 1993
Organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione della legge 18 maggio 1989 n. 183.
Regolamento n. 2 del 20 luglio 1993
mod. dell'art.2 del Reg.n.1 B.U.R. n. 17 del 11 agosto 1993
Regolamento 14 maggio 1993, n. 1. della L.R. n. 15
Regolamento dell'Osservatorio regionale di promozione, informazione e documentazione sul
volontariato.
L.R. 28 gennaio 1993, n. 9 ( mod. con L. R. 23 ottobre 1996, n. 46)
Organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione alla legge 18 maggio 1989, n. 183
L.R. 28 maggio 1992 n.15
Disciplina del volontariato
L.R. 5 agosto 1987, n. 25.
Contributi regionali per il recupero edilizio abitativo e altri interventi programmati.
L.R. 8 luglio 1987, n. 24.
Disposizioni per lo snellimento delle procedure urbanistiche in attuazione della legge 28 febbraio
1985, n. 47 e disciplina degli strumenti urbanistici attuativi.
L.R. 6 aprile 1987, n. 7.
Delega alle Province delle funzioni regionali relative all'esercizio dei poteri di controllo in materia di
abusivismo edilizio e disposizioni di attuazione degli articoli 3 e 8 della legge 28 febbraio 1985, n.
47 e successive modificazioni.
L.R. N. 22 DEL 16 04 1984
Legge forestale regionale.
L.R. N. 34 DEL 22 09 1983
Interventi della Regione sui lavori di carattere urgente ed inderogabile dipendenti da necessita' di
pubblico interesse determinate da calamita' naturali e di competenza dei Comuni con popolazione
inferiore a 10.000 abitanti.
L. R. N. 29 del 1983
Costruzioni in zone sismiche - Deleghe e norme urbanistiche particolari.
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PIANO INTERCOMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
AMBIENTE
COMUNE: SCHEMA APPLICATIVO
ATTIVITA’ PRESCRITTA
ELEMENTI COSTITUTIVI
STRUTTURA ATTUATIVA
L.N.225/92
- DOTARSI DI UNA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE.
DLGS.98.112
- Attuazione, in ambito comunale, delle attivita’ di previsione dei rischi, stabilite •
dai programmi e piani regionali.
•
Monitoraggio
Raccolta dati
- Attuazione, in ambito comunale, degli interventi di prevenzione deirischi, •
stabilite dai programmi e piani regionali.
Programma
prevenzione
DLGS.98.112
- Predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza e cura
della loro attuazione anche nelle forme associative e di cooperazione sulla base •
degli indirizzi regionali.
Procedure di emergenza
L.N.225/92
- Assumere (sindaco) la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di
assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari.
- Chiedere l’intervento di altre forze e strutture al prefetto.
•
DLGS.98.112
SERVIZIO COMUNALE
DLGS.98.112
- Attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti
necessari a fronteggiare l'emergenza.
DLGS.98.112
- Vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei
servizi urgenti.
•
•
DLGS.98.112
- Utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale c/o comunale, •
sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.
•
L.N. 265/99
- Informazione della popolazione su situazioni di pericolo.
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•
40
Funzione dati e monitoraggio
• Sistemi di monitoraggio
• Raccolta ed elaborazione dati
di
previsione
e
Funzione di prevenzione
• Piani di prevenzione settoriale
• Coordinamento strumenti urbanistici comunali
• Attivita’ di formazione e informazione
Funzione operativa emergenza
• Raccolta ed elaborazione dati
• Pianificazione dell’emergenza
Gestione centro operativo
Vigilanza sull'attuazione. da parte
delle strutture locali di protezione
civile, dei servizi urgenti
Vigilanza
sulle
procedure
di
attivazione dei propri settori
Funzione vigilanza
• Coordinamento e vigilanza sulle procedure di
attivazione dei propri settori
• Vigilanza sull’attuazione delle norme che
assicurino il concorso dei comuni
Registro del Volontariato
Iniziative finalizzate
Informazione alla popolazione
INFOSAFE
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