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Le condizioni abitative dei cittadini stranieri assistiti dal
Patronato Ital
L’accesso alla casa rappresenta uno degli aspetti salienti del processo di
integrazione sociale degli stranieri nel nostro paese. Anche quando sono titolari
di un regolare titolo di soggiorno gli immigrati, a seconda della loro condizione
abitativa, vengono collocati o meno nella fascia del disagio sociale.
Studi recenti dimostrano come in Italia il disagio abitativo sia condizione
maggiormente diffusa tra i cittadini immigrati. Essi ricorrono più degli
autoctoni ad abitazioni più costose e fatiscenti rispetto agli standard usuali, più
piccole in termini di dimensioni, sovraffollate perché occupate da più nuclei
familiari.
Al fine di analizzare da un punto di vista tipicamente sociologico la condizione
abitativa degli stranieri presenti nel nostro paese la Uil e l’Ital hanno promosso
la ricerca “Le condizioni abitative dei cittadini stranieri assistiti dal Patronato
Ital”.
Si è trattato di un’indagine a livello nazionale. Il disegno della ricerca ha
previsto la somministrazione di un questionario ai cittadini stranieri.
I risultati che vengono pubblicati ci danno uno spaccato dell’Italia nuova in cui
l’immigrazione è un fenomeno stabile e gli elementi che favoriscono
l’integrazione, come ad esempio la casa, rappresentano problematiche normali
e diffuse, spesso vissute nel disagio.
Gilberto De Santis
Presidente ITAL UIL
Guglielmo Loy
Segretario Confederale UIL
INTRODUZIONE
Il fenomeno migratorio nel nostro paese è in continua crescita. Rispetto al 2008
l’Istat registra nel 2009 un aumento della popolazione straniera pari al 13,4%.
I cittadini stranieri residenti in Italia sono 3.891.295 (Istat, 1 gennaio 2009) pari
al 6,5% della popolazione totale residente ma si arriva a 4.330.000 se si
includono anche i cittadini stranieri non ancora iscritti in anagrafe (Caritas,
Dossier Statistico Immigrazione 2009) con un’incidenza pari al 7,2%
sull’intera popolazione.
Come rilevato dall’Istat, tale incremento è dovuto in gran parte agli immigrati
provenienti dai paesi dell’Est Europa non appartenenti all’Unione Europea
(+12,0%), agli immigrati provenienti dall’Africa, soprattutto dal Marocco
(+10,3%), agli immigrati provenienti dai paesi asiatici quali la Cina, l’India e il
Bangladesh (+ 18,6% per questi ultimi due paesi) ma soprattutto agli immigrati
provenienti dai paesi UE di nuova adesione (+24,5%), in prevalenza dalla
Romania
Romeni, albanesi, marocchini, cinesi e ucraini rappresentano le prime cinque
collettività maggiormente presenti.
Appare del tutto evidente come il fenomeno migratorio nel nostro paese stia
raggiungendo un notevole stadio di insediamento. L’elevato numero di
permessi di soggiorno rilasciati non solo per motivi di lavoro ma anche e
soprattutto per motivi di famiglia e il crescente numero di minori stranieri nati
in Italia rappresentano infatti importanti indicatori di come la presenza
straniera stia diventando sempre più stabile e radicata nel nostro paese.
Secondo l’Istat il numero dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi di
lavoro sono quasi quadruplicati nel periodo 1992-2007 (423.977 nel 1992,
1.463.085 nel 2007) mentre i permessi di soggiorno per motivi di famiglia
rilasciati nello stesso periodo sono aumentati di circa otto volte (92.073 nel
1992, 763.744 nel 2007). La tendenza alla stabilizzazione viene confermata
anche dal crescente numero dei figli di cittadini stranieri nati in Italia. Sul
totale degli stranieri residenti nel nostro paese il 13,3% (pari a 518.700 minori)
è rappresentato dalla seconda generazione. Di questi 72.472 sono nati nel corso
del 2008 (Istat, I° gennaio 2009). I figli di cittadini stranieri nati in Italia
rappresentano il 60,1% di tutti i minorenni stranieri nel nostro paese (862.453
al I° gennaio 2009).
La questione abitativa accompagna inevitabilmente il processo di crescita e di
stabilizzazione dei cittadini stranieri nel nostro paese. Accanto alle
problematiche legate alla ricerca di un lavoro e più in generale al
miglioramento delle condizioni sociali i cittadini stranieri devono cercare
necessariamente anche un alloggio che risponda a determinati parametri
abitativi al fine di soggiornare legalmente e in maniera continuativa nel nostro
paese.
Il certificato di idoneità alloggiativa infatti è uno dei requisiti necessari richiesti
per poter ottenere il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di
lungo periodo (ex carta di soggiorno) e per poter avanzare richiesta di
ricongiungimento familiare.
Partendo dal presupposto che la condizione abitativa rappresenta un importante
indicatore di integrazione e inclusione sociale degli stranieri nel nostro paese
l’Ital e la Uil hanno voluto realizzare un’indagine finalizzata ad approfondire il
tema della questione abitativa da un punto di vista tipicamente sociologico.
L’indagine ha voluto pertanto analizzare le condizioni dei cittadini stranieri in
relazione alle dinamiche abitative, fotografare cioè le tipologie degli spazi
abitativi in cui gli immigrati si insediano, i canoni medi di locazione e le
caratteristiche demografiche degli stessi immigrati.
L’indagine ha interessato i cittadini stranieri assistiti dall’Ital.
L’Ital entra in contatto quotidianamente con molti immigrati. In virtù dei
Protocolli di Intesa siglati con il Ministero dell’Interno (Dipartimento della
Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle
Frontiere - per la collaborazione inerente la semplificazione dei procedimenti
amministrativi e Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione per la
collaborazione riguardante i procedimenti di competenza dello Sportello Unico
per l’Immigrazione) l’Ital fornisce consulenza e assistenza ai cittadini stranieri
per la compilazione e l’inoltro delle istanze per le richieste di rilascio/rinnovo
del permesso di soggiorno, rilascio del permesso di soggiorno CE per
soggiornanti di lungo periodo, domande di ricongiungimento familiare,
emersione dal lavoro irregolare, decreti flussi, etc.
L’Ital fornisce consulenza, assistenza e tutela al cittadino straniero e alla sua
famiglia anche rispetto ai diritti previdenziali e socio-assistenziali.
ALCUNI RISULTATI
TI
Dal punto di vista metodologico, l’indagine1 ha previsto la realizzazione di un
questionario strutturato con domande a risposta chiusa. Il questionario
utilizzato è stato costruito sulla base di una metodologia di indagine
quantitativa in modo da ottenere
ottenere dati analizzabili da un punto di vista statistico
e dunque facilmente standardizzabili.
La raccolta delle informazioni tramite somministrazione del questionario agli
assistiti stranieri del patronato ha interessato gli uffici Ital provinciali e zonali
dislocati su tutto il territorio nazionale.
La compilazione dei questionari è avvenuta nel trimestre febbraio-aprile
febbraio aprile 2010.
Si è proceduto con un campionamento non probabilistico di tipo accidentale.
Gli operatori dell’Ital hanno somministrato i questionari ai cittadini stranieri
che si sono recati presso gli sportelli sul territorio.
A livello nazionale sono stati intervistati 1.335 assistiti stranieri, pari al 10% di
tutta la popolazione straniera assistita
assistita dall’Ital nel trimestre considerato.
La raccolta dei questionari ha interessato tutte le Regioni d’Italia e le rispettive
province dove sono
no presenti le Camere Sindacali Provinciali Uil, ad eccezione
delle Province di Parma, Rieti, Isernia, Foggia, Cosenza, Trapani e Sassari
dove non è stato possibile raccogliere i questionari.
1.
Il campione in esame è ampio ed eterogeneo.
Gli intervistati provengono da 68 paesi diversi.
divers
Lee comunità maggiormente rappresentate sono:
Marocco (16,6%),
Albania (11,7%),
Ucraina (11,5%),
Moldavia (4,8%)
Tunisia (4,8%)
16,6%
Marocco
11,7%
50,6%
Albania
Ucraina
11,5%
4,8%
1
4,8%
Moldavia
Tunisia
Altri paesi
L’indagine è stata condotta e realizzata da Maura Tabacco (Patronato Ital Uil) e
Manuela De Santis (Uil)
Nel Sud Italia, nel Centro e nel Nord Est si registra anche una forte presenza di
cittadini provenienti rispettivamente dallo Sri Lanka, dal Perù e dal
Bangladesh.
2.
Profilo medio dell’intervistato:
- 39 anni e mezzo
- residenza in Italia da oltre 6 anni (45,5%)
- livello di istruzione (30,8% licenza media inferiore, 23,7% licenza
media superiore, 16,6% licenza elementare, 13,9% nessun titolo)
- lavoratore dipendente (62,3%)
3.
La maggior parte degli intervistati è impiegato:
- nel lavoro domestico (16,9%)
- nell’edilizia (16,8%)
- nell’industria (13,3%)
- nel settore delle pulizie (12,6%)
16,9
16,8
13,3
12,6
9,8
8,9
4,1
5,3
7,0
2,2
2,9
Livello territoriale:
-
a Nord Ovest risulta preponderante l’impiego nel settore delle
costruzioni e affini
a Nord Est risulta preponderante l’impiego nell’industria
-
nel Centro risulta preponderante l’impiego nel settore delle costruzioni
e affini
al Sud risulta preponderante l’impiego nel settore domestico
4.
La maggior parte degli intervistati vive in una casa in affitto (64,1%).
2,5%
in una casa di mia proprietà
0,1%
0,7%
10,6%
1,3% 10,3%
in una casa in affitto
4,9%
presso parenti, amici,
conoscenti come ospite non
pagante
5,5%
presso parenti, amici,
conoscenti come ospite pagante
64,1%
presso il datore di lavoro
in albergo/pensione a
pagamento
La maggior parte di essi alloggia con i propri familiari (67,1%).
8,7%
8,3%
15,9%
solo
con i miei familiari/parenti
67,1%
amici/conoscenti/connazionali
non risponde
Tra le difficoltà maggiormente riscontrate nel cercare una casa in affitto
emerge la diffidenza da parte dei proprietari dell’immobile ad affittare agli
stranieri e gli eccessivi costi richiesti per l’affitto.
L’importo medio mensile per l’affitto è compreso tra i 200 e i 600 euro
(73,6%).
Il 7,2% spende invece fino
f
a 200 euro al mese.
Il 69,3% di coloro che pagano fino a 200 euro per l’affitto vive con altre
persone, per la maggior parte familiari (60,9%) e amici, conoscenti,
connazionali (30,5%). Solo 2 persone vivono da sole.
5.
Quasi la totalità degli intervistati
interv
ha un contratto d’affitto regolarmente
registrato (69,6%).
5,3%
7,4%
Contratto per l'affitto intero
17,8%
Contratto solo per una parte
di affitto
69,6%
Nessun contratto di affitto
Non risponde
Il 5,3% invece dichiara di non avere nessun tipo di contratto.
Tale valore risulta più elevato nel Sud Italia (13,8%). Nello specifico a Napoli
il 14,7% degli intervistati dichiara di non aver nessun contratto di affitto
registrato.
6.
Circa la metà degli intervistati (49,4%) afferma di non aver modificato la
propria condizione abitativa rispetto al primo soggiorno in Italia.
Italia Tra
questi la maggior parte (62,6%) vive in una casa in affitto.
Tra coloro che invece affermano di aver cambiato condizione alloggiativa
rispetto al primo ingresso in Italia il 36,3% dichiara di vivere attualmente
in una casa in affitto dopo aver alloggiato inizialmente presso parenti,
par
amici, conoscenti come ospite non pagante.
7.
Il 10,3% degli intervistati ha una casa di proprietà.
Di questi la maggior parte (63,8%) ha un mutuo da pagare.
12,3%
23,9%
Mutuo da pagare
63,8%
Nessun mutuo
Non risponde
Il 39,7% dichiara di pagare una rata mensile compresa tra i 400 euro e i 700
euro.
A livello territoriale gli intervistati che vivono in una casa di proprietà sono:
- 12,3% nel Nord est
- 14,6% nel Nord Ovest
- 8,4% nel Centro
- 2,5% nel Sud
Nella Provincia di Milano gli intervistati che vivono in una casa di proprietà
sono pari al 30,6%,, nella
nell Provincia di Roma sono pari al 3,0%,, mentre nella
Provincia di Napoli tra gli intervistati non risultano proprietari di immobili.
8.
La maggior parte degli immobili sono posizionati nelle periferie (39,6%) e
nelle zone rientranti nel semicentro (33,0%) e si compongono mediamente di
3 stanze.
8,5%
4,0%
15,0%
Centro storico
Semicentro
39,6%
33,0%
Periferia
Hinterland
Non risponde
9.
Emerge una forte richiesta abitativa dettata dalla condizione di
sovraffollamento.
Mediamente abitazioni composte da 3 stanze (cucina, bagno e una camera)
sono abitate per la maggior parte da nuclei familiari composti da 3 o 4 e più
componenti. Abitazioni composte da 4 stanze (cucina, bagno e due camere)
sono abitate per la maggior parte da nuclei familiari composti da 4 e più
componenti.
I monolocali invece sono abitati non solo da nuclei familiari composti da 1
componente ma anche da nuclei familiari composti da 2, 3 ,4 o più componenti.
48,8%
46,4%
25,2%
22,3%
20,1% 15,9%
14,6%
14,6%
13,1%
12,2%
7,3%
26,7% 26,3%
22,5%
15,4%
14,0%
9,6%
3,4%
6,7%
1 stanza
2 stanze
Vivo da solo
1 persona
3 stanze
2 persone
25,9%
3 persone
4 stanze
4 e più persone
10.
Emerge una forte richiesta di mobilità abitativa.
Il 56,5% degli intervistati dichiara che la propria condizione abitativa non
corrisponde affatto o corrisponde solo temporaneamente (e cioè fino a quando
non troveranno una casa meno cara o più confortevole) alle proprie esigenze.
Solo il 33,8% è totalmente soddisfatto della propria condizione alloggiativa.
33,8%
19,7%
21,8%
15,0%
9,7%
No, affatto
Fino a quando Fino a quando
non trovo una non trovo una
casa meno cara casa meno
confortevole
Sì, del tutto
Non risponde
La richiesta di mobilità abitativa aumenta tra coloro che vivono in affitto
(67,6%), soprattutto nel Nord Est (70,3%) e nel Sud Italia (70,7%).
Diminuisce invece tra coloro che vivono in una casa di proprietà (17,4%).
11.
La richiesta di mobilità abitativa sembra corrispondere alla durata del
soggiorno in Italia.
La corrispondenza della propria condizione abitativa alle proprie esigenze
risulta direttamente proporzionale all’aumento della durata del soggiorno nel
nostro paese.
40,0%
31,8%
26,9%
22,8%
25,5%
23,1%
21,2% 20,2% 20,9%
19,2%
21,9%
21,9%
18,1%
20,5%
14,5%
11,3%
Da meno di 1 anno
Da 1 a 3 anni
Da 4 a 6 anni
Da oltre 6 anni
No, affatto
Fino a quando non trovo una casa meno cara
Fino a quando non trovo una casa più confortevole
Sì, del tutto