Librarsi - LEGAMBIENTE "TERRE DI PARCHI"

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Librarsi - LEGAMBIENTE "TERRE DI PARCHI"

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Potenziamento della connessione ecologica attraverso la
matrice agro-ambientale tra il Parco del Ticino e il Parco
Agricolo Sud Milano
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PROGETTO DETTAGLIATO
Legambiente Lombardia Onlus
Comune di Abbiategrasso
Comune di Vittuone
Comune di Albairate
Comune di Cisliano
Bando Fondazione Cariplo. Realizzare la connessione ecologica, 2014
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INDICE
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SINTESI
CONTESTO PROGETTUALE
Rete Ecologica
Analisi del bisogno Ambito di intervento
OBIETTIVI DEL PROGETTO
STRATEGIA DI INTERVENTO
AZIONI DEL PROGETTO
azione 1 -­‐ Studio anali9co conosci9vo
azione 2 – Proge=azione e valutazione fa?bilità degli interven9
azione 3 – Diffusione risulta9 e comunicazione
METODO DI VERIFICA DEI RISULTATI
CRONOPROGRAMMA
EQUIPE DI LAVORO
SOSTENITORI DEL PROGETTO
AREA DI INTERVENTO DEL PROGETTO
QUADRO NORMATIVO
BIBLIOGRAFIA
ORGANIZZAZIONI PARTECIPANTI
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Il documento contiene 52 pagine
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SINTESI
Il territorio che il progetto esamina è compreso tra il corridoio Parco Ticino, area sorgente a elevata
biodiversità, e il corridoio primario dei Fontanili nel Parco Agricolo Sud Milano, caratterizzato da
una matrice prevalentemente agricola. Agire sulla permeabilità ecologica delle aree agricole
permetterà di garantire ed espandere in modo esponenziale il collegamento ovest-est della rete
Ecologica non lineare ma diffuso. Questo collegamento può essere realizzato attraverso una
agricoltura multifunzionale con metodi a bassi input energetici/chimici e ricca di ecostrutture. Il
progetto studierà 17 comuni di area vasta e una focus area costituita dai 4 comuni aderenti al
progetto (Abbiategrasso, Vittuone, Cisliano, Albairate) su cui “testare” la fattibilità degli interventi in
un processo partecipato con i proprietari di 6 aziende agricole pilota aderenti al distretto
Neorurale delle Tre Acque di Milano (DiNAMo).
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Lo scopo di Librarsi è quello di rafforzare e armonizzare le connessioni locali in ambito agricolo.
L’individuazione di un “substrato” permeabile alla biodiversità avrà ricadute significative sulla rete
ecologica, in quanto potenziale collegamento delle “stepping stones” esistenti, aree sorgente di
importanza cruciale nell'area studiata dal progetto, trasformandoli in veri e propri corridoi
ecologici. Nello specifico individuare in concertazione con gli agricoltori e le amministrazioni locali
una serie di interventi che in ambito rurale concorrono alla realizzazione di connessioni ecologiche
tra il Parco del Ticino e il Parco Agricolo Sud Milano, replicabili su area vasta. Quindi il progetto si
prefigge di elaborare buone pratiche di orientamento e conduzione agricola dei terreni, funzionali
alla biodiversità e quindi alla rete ecologica. Infine si intende promuovere la partecipazione delle
comunità locali per renderle consapevoli dei processi di miglioramento ambientale proposti.
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Il territorio rurale preso in esame dal progetto rappresenta un elemento imprescindibile per
valorizzare e conservare la rete ecologica tra i due corridoi primari individuati dalla RER
diffondendo le performance ambientali generate dal Parco Ticino. L’analisi a scala vasta
individuerà le aree prioritarie per gli interventi in relazione agli elementi pianificatori e ai dati emersi
dalle ricognizioni ecologiche e ambientali. Verranno vagliati criteri specifici per la realizzazione di
reti ecologiche in aree agricole, che possano anche offrire servizi ecosistemici al territorio. Verrà
prodotto quindi un modello di conduzione agro-ambientale replicabile in contesti simili. Il
coinvolgimento diretto di un nucleo sperimentale di aziende agricole, garantirà l’efficacia del
modello proposto. Saranno sviluppate tre azioni: studio analitico, analisi del contesto territoriale e
analisi ecologica; studio applicato e progettazione, fattibilità degli interventi; comunicazione e
partecipazione.
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L’analisi del contesto e la restituzione delle conoscenze del territorio permetteranno di individuare
gli interventi strategici della connessione ecologica nell’ambito agricolo compreso tra il Parco del
Ticino e il Parco Agricolo Sud Milano, fattibili da un punto di vista tecnico, politico-sociale, giuridicoamministrativo ed economico-finanziario. Inoltre il progetto prevede di realizzare un modello di
conduzione agroambientale a scala sovralocale creato in concertazione con le amministrazioni
locali e gli agricoltori. Il progetto individuerà la disponibilità delle aree e delle aziende, le possibili
fonti di finanziamento per realizzare gli interventi proposti dallo studio di fattibilità. Impegnando i
soggetti territoriali nella progettazione e in generale nella condivisione di modelli di conduzione si
consoliderà un’idea di ruralità compatibile con la rete ecologica.
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Il capofila è la Legambiente Lombardia Onlus. I partner sono: Comune di Vittuone, Comune di
Abbiategrasso, Comune di Albairate, Comune di Cisliano. Le azioni si sviluppano dal 1 febbraio
2015 al 30 settembre 2016 per un totale di 20 mesi. Il costo complessivo del progetto è di euro
162.200= il contributo della Fondazione è pari a 97.178= euro, il 59,91% del costo totale.
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1. CONTESTO PROGETTUALE
Analisi del bisogno, ambito di intervento
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RETE ECOLOGICA
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Le Reti Ecologiche sono strutture territoriali funzionali agli obiettivi specifici del Programma
Rete Natura 2000, in quanto costituiscono un quadro di riferimento sistemico finalizzato
alla conservazione della biodiversità, (Direttiva 92/43/CEE).
Il compito delle reti ecologiche consiste nel salvaguardare i biotopi e gli habitat adatti a
ospitare la biodiversità e ridurre e/o evitare la frammentazione della connettività,
favorendo la mobilità e lo scambio genetico.
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In sintesi, una Rete Ecologica efficiente deve possedere una strategia che articoli
opportunamente: Core area nuclei dell’ecosistema, dove la biodiversità è maggiore;
Buffer zone o zone tampone, poste a margine di una core area con lo scopo di
proteggerla di interferenze esterne, sia ambientali che antropiche; Fasce ecotonali aree
di contatto tra due diversi habitat adiacenti, che consentono la convivenza sia degli
organismi tipici della fascia ecotonale, sia di quelli appartenenti agli habitat contigui.
Configurandosi come zone di transizione, le fasce ecotonali generano un effetto margine,
corrispondente all'aumento del numero delle specie e all’incremento della densità delle
popolazioni; Corridoi spazi fisici funzionali a generare connettività tra due o più habitat
separati. Grazie a loro, le specie presenti nel nucleo e nelle fasce buffer possono irradiarsi
tra gli ecosistemi; Stepping stones punti di stazionamento temporaneo della fauna.
I fattori che contribuiscono in maniera consistente alla perdita di specie e quindi di
biodiversità comprendono: la distruzione degli habitat; la colonizzazione di nuovi habitat
da parte di specie alloctone; l’innalzamento della temperatura del Pianeta; l’esaurimento
della fascia di ozono nell’atmosfera.
Come emerge dal terzo rapporto
nazionale (2007-12) alla Direttiva Habitat
le principali categorie di minacce alla
conservazione delle specie vegetali e
animali e degli habitat d’interesse
comunitario sono le modifiche degli
ecosistemi, il disturbo antropico,
l’agricoltura intensiva convenzionale, la
selvicoltura e l’urbanizzazione.
Particolarmente incisive nella distruzione
degli habitat sono le infrastrutture
dedicate al trasporto (grafico a lato).
Inoltre una minaccia costante in ognuna
delle tre regioni biogeografiche (alpina,
mediterranea e continentale) presenti in
Italia è il “consumo di suolo” prodotto dall’insieme di modifica del territorio e degli
ecosistemi, infrastrutture viarie, urbanizzazione e parcellizzazione.
La valle del Ticino, nel suo tratto a valle del Lago Maggiore, racchiude i biotopi meglio
conservati della Pianura padana. Si tratta di vaste superfici contigue di aree coperte da
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vegetazione naturale boschiva, palustre e riparia che, insieme al mosaico formato da
coltivazioni, boschi sparsi, siepi, filari e dalla rete di canali percorsa da acque di buona
qualità, formano una fascia ininterrotta che congiunge la fascia prealpina, dalle sponde
meridionali del Lago Maggiore alla confluenza con il Po, sia in sponda lombarda che
piemontese. L’area ha ottime prospettive di conservazione e gestione oculata, in quanto
include i due parchi del Ticino piemontese e lombardo e numerosi siti Natura 2000 e
Riserve naturali. La diversità ambientale è molto elevata e comprende il corso principale
del fiume, le fitocenosi pioniere dei greti, le formazioni boschive di latifoglie e conifere a
prevalenza di pino silvestre (Pinus sylvestris), le serie igrofile, le lanche e le zone umide, le
brughiere, le marcite, i prati stabili, i seminativi, le siepi e gli ecotoni, le risaie, le risorgive e i
fontanili, le rogge e una fitta rete idrica secondaria. Si tratta del complesso ambientale
più esteso e di maggior interesse naturalistico della parte interna della Pianura padana e
ne esemplifica gran parte della diversità ambientale. Un inventario parziale di alcuni fra i
gruppi tassonomici studiati fino ad ora, ha portato a elencare circa 5.000 specie fra
piante, funghi e animali. In particolare sono stati accertati 1252 funghi, 134 licheni, 866
piante vascolari, 278 briofite, 2041 animali invertebrati, 361 animali vertebrati. L’area
ospita 26 specie o sottospecie endemiche, 27 specie inserite nella Lista Rossa IUCN, 28
specie inserite nell’Allegato I della Direttiva Uccelli, 64 specie inserite negli allegati II, IV e V
della Direttiva Habitat, 2 habitat prioritari secondo la Direttiva Habitat.
E’ di rilevante interesse, al fine del mantenimento della biodiversità nell’ecoregione
pianura padana e nelle ecoregioni contigue (alpina e appenninico-mediterranea), il
fatto che la valle del Ticino rappresenti, nel tratto più ampio della Pianura padana, l’unico
elemento di continuità fra le Prealpi e il fiume Po e attraverso quest’ultimo, con
l’Appennino. Esiste quindi la concreta speranza che siano qui mitigati gli effetti del
riscaldamento globale. È stato dimostrato che lo spostamento verso Nord dei gradienti
climatici induce molti organismi a spostarsi rapidamente verso Nord, a ritmi a volte
superiori alle capacità di adattamento di molti di essi, soprattutto se si tiene conto della
estrema frammentazione degli ambienti naturali in Pianura padana, in conseguenza
dell’urbanizzazione e della presenza di agricoltura intensiva convenzionale. E’ quindi
indispensabile mantenere e allargare questo importante corridoio ecologico che
attraversa una delle aree più difficili d’Europa.
Il progetto si preoccupa di realizzare uno Studio di Fattibilità che permetta di espandere il
corridoio ecologico del Ticino verso il parco Agricolo Sud Milano, che rappresenta una
coerente continuità verso est, un’area agricola estesa che ha mantenuto a sud di Milano
uno spazio aperto e non edificato di estremo favore per la Rete Ecologica. A questo
proposito, le infrastrutture presenti, e in maggior misura quelle in costruzione o in fase di
progetto, rischiano di vanificare questo obiettivo, in quanto aggiungono ulteriori barriere,
spesso del tutto insormontabili per piante e animali terrestri.
Nel Ticino gli ambienti fluviali sono, complessivamente, ben conservati e la componente
faunistica è di notevole rilevanza. È presente una comunità di libellule fra le più ricche in
Europa, proprio per questo abbiamo deciso di prendere a simbolo del progetto la libellula
e il suo librarsi.
Rilevanti al pari degli ambienti acquatici sono le presenze di ambienti terrestri, esclusivi o
rari in altre zone della pianura. Alcune delle foreste della valle sono elementi esemplari
per lo studio della vegetazione forestale planiziale europea. Gli elementi faunistici forestali
sono parimenti rilevanti. Da segnalare, fra l’altro, sono le ottime popolazioni di due specie
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di anfibi d’interesse comunitario, come Rana latastei e Pelobates fuscus insubricus. Fra gli
invertebrati dei boschi e delle radure sono da citare l’unica popolazione italiana della
farfalla diurna Satyrium prunii e la presenza del raro coleottero Carabus cancellatus.
Nel contesto territoriale milanese del Parco Agricolo Sud Milano, caratterizzato da una
forte pressione antropica insediativa e agricola, i fondamentali elementi della rete
ecologica assumono una configurazione puntuale-lineare, configurando un sistema
articolato su diverse scale territoriali e composto da habitat favorevoli per le specie,
spesso accerchiati e interferiti da condizioni ambientali disfunzionali o avverse, e corridoi
connettivi, che permettono il trasferimento da un ecosistema all’altro.
La funzionalità della rete ecologica provinciale si affida, pertanto, a unità ambientali in
grado di garantire le funzioni essenziali per la vitalità biologica: zone umide, fontanili, fasce
e aree boscate, suoli fertili coltivati e singole unità ambientali contraddistinte da
caratteristiche di naturalità sufficienti al mantenimento per popolazioni di specie animali e
vegetali e, infine, da reliquati dell’originaria foresta planiziale come i 65 ettari del Bosco di
Riazzolo nei comuni di Cisliano, Albairate e Corbetta.
La tessitura agricola del Parco Agricolo Sud Milano, proprio ai confini con il Parco del
Ticino offre un corridoio di estremo valore che è necessario mantenere a rafforzare.
Questa consapevolezza non è oggi solo delle Istituzioni e di alcuni portatori di interesse
specifici ma anche e soprattutto degli agricoltori che utilizzano la terra per produrre cibo.
E’ proprio l’agricoltura, responsabile di una delle maggiori modifiche del paesaggio nella
nostra Regione, a rappresentare oggi una opportunità per contrastare la perdita degli
habitat derivante dalla urbanizzazione e dalle infrastrutture per i trasporti. L’agricoltura ha
preservato il suolo da impermeabilizzazione e sigillamento, in questo modo evitando
l’ennesima formazione di Brownfield. Laddove le tecniche di coltivazione sono coerenti al
profilo ambientale, la terra agricola può rappresentare un’essenziale tessera
dell’ecomosaico. Questa volontà è esplicitata dalle sei aziende che hanno deciso di
sostenere il progetto e i suoi obiettivi. Librarsi nasce proprio all’interno delle aziende
agricole dei territori comunali di Albairate, Cisliano, Corbetta, Abbiategrasso, Cassinetta
di Lugagnano e Vittuone. Questo è il cuore di una nuova idea di agricoltura coerente al
paesaggio, sostenibile e promotrice di Rete ecologica. Di fatto la banalizzazione estetica
del paesaggio coincide con il suo impoverimento ecologico: l’azione decennale di cura
del territorio intrapresa da questi agricoltori è la base per avviare lo Studio di Fattibilità che
presentiamo. Una tessitura fatta di piccoli boschi, fontanili, siepi e filari permette alla
micro/macro flora e alla fauna uno spostamento verso est e quindi una migliore
opportunità di sviluppo e riproduzione, e al contempo induce una migliore condizione
pedologica con ricadute positive anche in termini di produzione. La disponibilità ad
utilizzare le misure del PSR da parte di molti agricoltori in modocoerente e coordinato
influenzerà in modo sostenibile il cambiamento del paesaggio agricolo a ovest e sud di
Milano, generando luoghi con forte connotazione identitaria, comunità più inclusive e
sostenibili. Dalla mappa qui sotto, rappresentante la rete ecologica regionale e gli
elementi puntiformi dei Fontanili, è possibile comprendere le opportunità di una trama
verde intensa e di qualità. Molte delle osservazioni relative all’area sono frutto del lavoro
del progetto “100 Fontanili dall’Adda al Ticino. Sistemi ambientali di connessione per la
rete ecologica” che Legambiente sta realizzando con Provincia di Milano; Università degli
Studi Milano, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, produzione, territorio,
agroenergie; IRSA – CNR; Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi. Desideriamo sottolineare
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questa relazione che rafforza le ragioni di questa proposta e ne individua la priorità. La
collaborazione e la continuità progettuale sono, secondo il nostro punto di vista, una
grande opportunità del Bando connessioni realizzato in questi anni.
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Area ecologica regionale
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La rete ecologica svolge un ruolo fondamentale nella connessione, questa funzione è
svolta principalmente dalle aree protette di livello regionale, che comprendono unità
ambientali di rilevanza intrinseca, anche di livello europeo, caratterizzate da habitat di
rilevante biodiversità, dalla presenza di particolari specie protette e/o di elementi di
elevata naturalità quali foreste, corsi d’acqua, lanche fluviali, zone umide, prati polifiti. I
PLIS (Parco del Gelso), prevalentemente destinati alle attività agricole e alla fruizione
sostenibile, svolgono una funzione di garanzia della discontinuità urbana. Costituendo un
eco-mosaico interconnesso, preservano gli habitat di importanza intermedia, la
connettività ecologica, il paesaggio agrario e fluviale. Il confine tra i due parchi regionali
è un elemento prezioso per consolidare la connessione mantenendo aperti e
valorizzando i varchi nel Parco Agricolo Sud e le aree agricole intercluse tra i territori a
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iniziativa comunale del Parco del Ticino, zone IC. Questi
perimetri non permettono di visualizzare in modo
specifico e chiaro la connessione ecologica. Se
osserviamo la mappa a fianco riportata possiamo
verificare i corridoi ecologici del parco Ticino al di fuori
del Parco naturale sono esigui e spesso attraversati da
infrastrutture viarie. Le infrastrutture in questa parte del
territorio lombardo sono state realizzate senza nessuna
attenzione al paesaggio e quasi sempre non rispettando
la necessità di mantenere vive le connessioni e gli spazi
aperti. A questo dobbiamo aggiungere l’edificazione
dispersa lungo le strade che ancora di più accentua la
separazione e le barriere viarie. E’ quindi indispensabile
progettare una connessione tra le aree a pianificazione
sovraordinata dei due parchi regionali tenendo in
considerazione le aree edificate escluse dal Parco Sud e
quelle a iniziativa comunale del Parco Ticino. Il consumo
di suolo è avvenuto anche nelle aree dei parchi al di
fuori dei parchi naturali e in molti case ha eroso i corridoi di passaggio chiudendo gli spazi
aperti tra l’edificato di molto comuni. E’ indispensabile intervenire immediatamente
armonizzando anche la pianificazione comunale attraverso la creazione delle Rete
Ecologica Comunale (REC). Il progetto desidera realizzarlo con la partecipazione degli
Enti locali e la creazione di un Piano di conservazione della biodiversità a livello locale.
L’analisi territoriale del progetto 100 Fontanili, condotta al fine di definire i livelli qualitativi
degli ecosistemi da sistematizzare con gli elementi di progetto e da contestualizzare nella
rete ecologica, ha evidenziato nei quattro ambiti significativi, caratterizzati dalla densa
presenza di fontanili, sia attivi che inattivi: l’ambito situato tra la valle del Ticino e il nordovest milanese. Da questa individuazione prende l’origine la progettazione di Librarsi.
Nell’area oggetto dello studio di fattibilità sono inoltre presenti Ambiti Agricoli Strategici di
estremo valore ambientale con la presenza del Distretto Neorurale delle Tre Acque di
Milano (DiNAMo) che sostiene il progetto.
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Rete Natura 2000
All’interno dell’ambito progettuale sono presenti aree protette strategiche quali:
Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS)
• Parco del Gelso: 981 ettari, situato lungo il confine Nord dell’area considerata, attraversato
longitudinalmente dall’autostrada A4, ricade parzialmente nell’ambito di studio. È ubicato
nel contesto dell'alta pianura irrigua del Villoresi, in stretta connessione con il Parco
Regionale della Valle del Ticino e con il PLIS del Roccolo.
• Parco del Roccolo: esterno all’area di studio ma nelle adiacenze a N rispetto all’A4 e a NE
del Parco del Gelso, si estende per 1.595 ettari a cavallo tra i Comuni
di Arluno, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Nerviano e Parabiago.
Circa l'80% della superficie del Parco è destinata all'attività agricola; si coltivano
prevalentemente mais, grano, frumento, avena, orzo, soia; sono diffusi anche i prati per la
produzione di foraggio. Della rimanente superficie, circa il 9% è occupata da aree
boschive, la restante dalla rete irrigua, aree estrattive e viabilità.
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Oasi di Lacchiarella: esterna dell’ambito di studio in direzione Sud Est, è un'area che si
estende per circa 40 ettari, in parte di proprietà del Comune di Lacchiarella e della
Provincia di Milano e inserita nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano. Si tratta di un
nucleo di vegetazione, in parte di origine artificiale, inserito in un contesto agricolo sempre
più occupato da infrastrutture ed insediamenti antropici. L’area comprende anche un SIC
con vegetazione arboreo-arbustiva di età non elevata, con incolti erbacei ed arbustivi e
con residue unità igrofile (nuclei residuali di saliceto e di canneto) sempre più asciutte. Il Sito
è attraversato da una serie di piccoli corsi d’acqua artificiali, quali un’asta di fontanile
(cavo Belgioioso), la roggia Marabbia in parte interrata e da vari di fossi minori di raccordo,
in parte anch’essi interrati. Il suolo è costituito da depositi ghiaiosi e sabbiosi. Il primo livello
della falda freatica è molto superficiale ed è stato scoperchiato da una pregressa attività
estrattiva, che ha originato l’attuale laghetto adiacente al SIC.
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Riserve naturali
• Riserva Naturale Fontanile Nuovo: è anche SIC (vedi sotto), localizzata nel Comune di
Bareggio, a NE dell’ambito considerato. Compresa nel Milano è perciò soggetta ai vincoli
ambientali ed alle forme di tutela previste dall’area protetta. È stata classificata come Riserva Naturale “parziale biologica”, in quanto caratterizzato
dalla presenza di habitat seminaturali inseriti in una matrice di zone coltivate e aree
prative. Il Fontanile Nuovo è una risorgiva che sfrutta la superficialità della falda freatica e
fa parte della fitta rete di canali artificiali che caratterizzano il Parco Agricolo Sud.
• Bosco WWF di Vanzago: esterna e a NE dell’ambito di studio, adiacente al parco del
Roccolo, 143,67 ettari di proprietà del WWF per una superficie totale di territorio protetto (la
Riserva Naturale) di 200 ha ed è compreso tra i Comuni di Vanzago, Arluno, Pogliano
Milanese.
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SIC e ZPS
• Basso corso e sponde del Ticino: Sito–IT2080002- area di circa 8.564 ettari, a cavallo di
Lombardia e Piemonte, sulla sponda lombarda è inserita all’interno dei confini di Parco
Naturale del Parco Regionale Lombardo della Valle del Ticino ed interessa le i comuni di
Abbiategrasso, Azzero, Morimondo, Besate e Motta Visconti, per un totale di 3540 ha, e di
Pavia. Il Sito comprende sia la depressione valliva del fiume Ticino, sia parte della pianura in
cui è inciso il solco fluviale, la cosiddetta bassa pianura. Risulta perciò costituita da alluvioni fluviali recenti e attuali. Qui, il Ticino presenta un
andamento perlopiù meandriforme, particolarmente ricco di isole. Le tipologie vegetazionali spontanee riscontrabili all’interno del Sito comprendono diverse
cenosi boschive, arbusteti, pratelli terofitici, vegetazione erbacea igrofila e vegetazione
acquatica. Per quanto concerne l’uso del suolo, gli elementi più diffusi sono le colture
cerealicole e i pioppeti coltivati; sono presenti anche gli insediamenti antropici.
• Boschi del Ticino: ZPS di 20.553 ettari lungo l'intero tratto sub-lacuale del fiume Ticino,
includendo le fasce golenali e una parte delle aree extra-golenali, ad altitudini variabili fra
60 e 280 m s.l.m., nei territori comunali delle Province di Varese, Milano e Pavia ricadenti
all’interno del Parco Lombardo della Valle del Ticino. In particolare la ZPS coincide, come
superficie, con il Parco naturale della Valle del Ticino. Il sito, nel suo complesso, rientra nella
Regione biogeografica Continentale.
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Boschi della Fagiana: Sito-IT205005- a Ovest dell’ambito considerato, è un’area di quasi 500
ettari inserita come Riserva Naturale Orientata all’interno del Parco Regionale Lombardo
della Valle del Ticino e dentro i confini della fascia a Parco Naturale. Nata come Riserva di
Caccia nel 1808 circa, nel 1974, con l’istituzione del Parco e la definitiva abolizione della
caccia, cessò totalmente l’attività venatoria. A partire dal 1984 il Parco del Ticino acquistò
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gran parte dell’antica riserva. I boschi della Fagiana sono compresi nella depressione
valliva del fiume Ticino, nell’area cosiddetta della Piana diluviale recente, ovvero costituita
da alluvioni fluviali recenti e attuali. All’interno del SIC, l’elemento vegetazionale più
importante è rappresentato dai boschi; non mancano esempi di vegetazione acquatica e
anfibia, di vegetazione di greto, di praterie umide e secche, di brughiere. Per quanto
concerne l’uso del suolo, l’elemento che risalta di più è la coltura cerealicola; sono anche
presenti impianti legnosi e radi insediamenti antropici.
Riserva Naturale Fontanile Nuovo: Sito -IT205007- sono presenti gli HABITAT: 3150 laghi
eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition, HABITAT 3260:
fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e CallitrichoBatrachion e HABITAT 3140, acque oligotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara
sp.
Bosco di Cusago: Sito -IT 205008- nel Comune di Cusago, a NE dell’ambito considerato. Di
proprietà privata, è soggetto a vincoli e tutele poiché è inserita all’interno del Parco
Agricolo Sud Milano. Area di 13 ettari inseriti all’interno di una matrice prettamente agricola
caratterizzati da un bosco misto di latifoglie (il querco-carpineto) abbastanza ben
conservato malgrado le modeste dimensioni dell’area e la presenza di campi e centri
abitati nell’intorno. L’unico habitat presente, che caratterizza tutto il sito, è l ’HABITAT 9160
ossia Foreste di farnia e carpino dello Stellario-Carpinetum. Il Bosco di Cusago è delimitato
da fontanili (Fontanile Nuovo Gabuzzi a Nord), canali irrigui (Roggia Soncino a Sud) e strade
non asfaltate nei pressi altri fontanili storici, tra cui il Fontanile Gadola (a Est) e il Fontanile
Garata (a Ovest).
Oasi di Lacchiarella: Sito -IT2050010-esterna dell’ambito di studio in direzione Sud Est, sono
presenti gli HABITAT 9160: foreste di farnia e carpino dello Stellario-Carpinetum e HABITAT
91E0: foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae,
Salicion albae).
Il territorio rurale considerato, nel suo insieme, ha al suo interno elementi di grande pregio, in termini
di biodiversità, quali gli elementi relittuali del bosco planiziale, fontanili e corsi d’acqua,
fiancheggiati da strutture ecologiche come siepi e fasce boscate.
In particolare il Bosco di Riazzolo, che si estende per circa 65 ettari compreso nei Comuni di
Albairate, Cisliano e Corbetta (aderenti al progetto), presenta elementi della foresta planiziale
lombarda ed è sicuramente il punto di maggior valore dal punto di vista della qualità ambientale.
L'area, tuttavia, non è collegata ai grandi corridoi ecologici che attraversano il territorio ad Ovest
di Milano e neppure ad altre aree protette. Il corridoio ecologico costituito dal fiume Ticino passa
infatti ad Ovest di Abbiategrasso, mentre l'altro corridoio, allineato lungo alcuni fontanili in
direzione Sud - Nord, passa tra Vermezzo e Gaggiano, in prossimità dei SIC Bosco di Cusago e
Fontanile Nuovo, per proseguire in direzione di Bareggio e passare tra questo e Sedriano. L'area del
Bosco di Riazzolo, che è attraversata dal grande Canale Scolmatore, è quindi esclusa da
entrambe le connessioni. Sono altresì presenti elementi di frammentazione e disturbo, quali le
strade provinciali 114 e 227, e anche Il Canale Scolmatore Nord Ovest costituisce una barriera, in
quanto non sono presenti attraversamenti adatti in questo tratto di territorio.
Il progetto si propone tra l’altro di riconnettere il bosco di Riazzolo e le aree circostanti di maggior
valore ambientale, alle rete di aree protette e connessioni ecologiche già definite, per
incrementare in modo apprezzabile il valore naturalistico di tutta l’area, comprese quella
interessata dalle diverse aziende agricole presenti sul territorio.
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All’interno di questo ricco e articolato quadro del contesto ambientale si collocano il Consorzio
Forestale del Ticino e le aziende agricole che aderiscono al Distretto Neorurale delle Tre Acque (di
cui il 75% orientate a un’agricoltura sostenibile).
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ANALISI DEL BISOGNO
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I grandi campi e gli ecosistemi agricoli di pianura sono, tra gli habitat seminaturali europei,
quelli in cui negli ultimi 30 anni si è registrato il più elevato tasso di perdita di biodiversità,
con una riduzione che supera in molti casi il 50%. Questo declino è riconducibile alle
pratiche di agricoltura convenzionale (caratterizzata dalla spinta meccanizzazione delle
operazioni e dall’ingente uso di prodotti di sintesi) e all'urbanizzazione incontrollata
attorno ai grandi centri urbani, a scapito principalmente del tessuto agrario. In particolare
l’affermarsi di produzioni intensive, realizzate su vasti appezzamenti di terreno, ha
condotto ad una progressiva semplificazione di questi contesti, con conseguente
riduzione della varietà degli habitat. Dove però si diffondono forme sostenibili di
agricoltura, quali l’agricoltura integrata e biologica, nonché la volontà di conservare
almeno in parte i contesti seminaturali di valore (le ecostrutture), esistono grandi
potenzialità di miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica dei luoghi
coinvolti.
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In particolare, all’interno del territorio esaminato, si osserva come la matrice rurale
immediatamente a ridosso di Milano e del suo primo hinterland sia caratterizzata da
agricoltura convenzionale, talvolta interstiziale rispetto all’urbanizzato, con pochi e
relittuali elementi di naturalità, a esclusione del Fontanile Nuovo nel Comune di Bareggio
e del Bosco di Cusago, elementi peraltro compresi dal corridoio ecologico della RER
cosiddetto dei fontanili, ma isolati in quanto compresi in un tessuto agrario convenzionale.
Da questa prima fascia a Est dell’area di studio considerata, peraltro facente parte del
Parco Agricolo Sud, spostandosi verso Ovest, ovvero verso il Parco del Ticino, la matrice
rurale si fa più articolata, con un incremento degli elementi naturaliformi (quali boschi,
siepi, filari, prati umidi, ecc.) e di un elemento di notevole pregio quale il bosco di Riazzolo.
Inoltre sono presenti buone pratiche di agricoltura conservativa, caratterizzata da
tecniche di mantenimento della fertilità dei suoli, ovvero poche o assenti lavorazioni del
terreno in modo da rispettare la stratigrafia originaria, un uso limitato o assente di presidi e
fertilizzanti chimici, rotazioni e associazioni colturali, maggesi, prati permanenti, cover
crops, ecc. a questi orientamenti produttivi sono associati elementi naturaliformi funzionali
ad essi, quali strisce fiorite attorno agli arativi, siepi e fasce boscate. Nell’insieme
l’ecomosaico composto da questa matrice agraria evidenzia una diffusa e talvolta
maggiore biodiversità, dovuta alla co-presenza di habitat differenziati, quali il bosco, la
siepe, le aree aperte a prato, e di fasce ecotonali.
!
A ridosso del corridoio ecologico costituito dal parco del Ticino la geomorfologia si fa
meandriforme e il tessuto agrario si arricchisce ulteriormente di elementi seminaturali
diffusi, che nell’insieme costituiscono un agroecomosaico di un certo valore naturalistico
e in contatto pressoché diretto con l’area sorgente di biodiversità costituita dal Ticino.
La presenza di aziende agricole nel territorio esaminato, con una concentrazione
maggiore lungo l’asse costituito dal Canale Scolmatore NO, che già praticano le forme
descritte di agricoltura conservativa e sostenibile, definite più avanti “aziende pilota”, fa sì
che il tessuto agrario possa costituire un elemento di connessione ecologica diffusa
funzionale alla rete ecologica e al contempo possa diventare un modello di gestione
sostenibile e redditiva anche per altre realtà aziendali che, se supportate da idonee
politiche, possano riorientare i propri assetti produttivi verso profili di maggiore sostenibilità.
!12
!
Librarsi
In questa direzione inoltre sembrerebbe andare la nuova Politica Agricola, in particolare
con il Greening e le misure agroambientali del PSR Lombardia 2014-2020, che riconoscono
all’agricoltore un ruolo di custode del territorio per la conservazione della biodiversità,
della fertilità dei suoli e del controllo climatico.
!
CONSUMO DI SUOLO
!
Il territorio dell'Abbiatense e del Magentino è caratterizzato dalla presenza di una
consistente porzione di superfici non urbanizzate, un vero e proprio patrimonio di aree
libere regolamentato dalla presenza di due parchi regionali: il Parco del Ticino e il Parco
Agricolo Sud Milano. Nella lettura delle morfologie urbane è riscontrabile ancora oggi la
lunga tradizione agricola di questo territorio, caratterizzato da un elevato numero di
piccoli centri gravitanti attorno a nuclei urbani di media grandezza, che solo negli ultimi
decenni hanno manifestato la tendenza alla conurbazione. Tale processo è favorito
soprattutto dal potenziamento delle infrastrutture esistenti e dallo sviluppo di nuove reti di
viabilità, che da un lato permette la diluizione delle funzioni urbane e l'uscita
dall'isolamento geografico, ma dall'altro rischia di compromettere irrimediabilmente il
delicato rapporto tra città e campagna, elemento di coesione sociale e di costruzione
identitaria. Attualmente questi territori sono interessati da processi di forte trasformazione:
nelle dinamiche insediative, con un aumento del consumo di suolo; nel sistema
economico, con la crisi del settore industriale e la delocalizzazione metropolitana; nelle
reti infrastrutturali, con nuovi progetti in corso.
!
Nonostante gli estesi ambiti di tutela garantiti dai due parchi regionali, negli ultimi decenni
il quadrante occidentale della Provincia di Milano è stato soggetto a forti pressioni
insediative. L'Abbiatense e il Magentino, a fronte di una superficie urbanizzata
relativamente modesta – se comparata a quella dei settori provinciali settentrionali –
hanno fatto registrare nel periodo 1999/2012 un consistente incremento delle aree
antropizzate, così come mostrato dall'analisi delle soglie DUSAF. Nei 17 Comuni interessati
dallo studio di fattibilità (Abbiategrasso, Albairate, Bareggio, Cassinetta, Cisliano,
Corbetta, Gaggiano, Gudo Visconti, Magenta, Morimondo, Ozzero, Robecco sul Naviglio,
Rosate, Sedriano, Vermezzo, Vittuone, Zelo Surrigone) l'indice complessivo del consumo di
suolo è pari al 18,4%: in termini quantitativi sono 4.837 gli ettari destinati a funzioni urbane,
su un totale di 26.480. Tale rapporto risulta nettamente inferiore alla media provinciale
(attestata sul 40,5%) a causa degli estesi ambiti agricoli ancora presenti in questo territorio,
tuttavia la variazione percentuale dei suoli antropizzati - pari al 15,38% - risulta superiore sia
al dato provinciale (12,5%) che a quello regionale (14,8%). In soli 13 anni sono circa 645 gli
ettari di suoli agricoli e naturali trasformati in maniera irreversibile: 1359 metri quadri al
giorno.
!
La carta del consumo di suolo (mappa sottostante) pone in luce due principali dinamiche
insediative. La prima si attesta lungo una direttrice est-ovest che coincide con i grandi assi
infrastrutturali stradali e ferroviari: risulta molto visibile il consumo di suolo lineare generato
dalla realizzazione dell'Alta Velocità Torino-Milano su cui si innesta perpendicolarmente la
SS336 DIR (Malpensa – Boffalora). Nel settore nord la quasi totalità delle nuove aree
urbanizzate si concentra a ridosso delle infrastrutture, intensificando il processo di
densificazione e di “stiramento” del tessuto urbano. La seconda dinamica insediativa,
!13
!
Librarsi
riconoscibile soprattutto nei territori a sud della A4, riflette la tendenza all'espansione e
all'ampliamento dei centri medio-piccoli ai margini dei sistemi urbanizzati esistenti, anche
in assenza di direttrici lineari prevalenti.
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Consumo di suolo nel periodo 1999-2012
Una recente analisi1 condotta sul MISURC (Mosaico Informatizzato degli Strumenti
Urbanistici Comunali), che rappresenta un quadro sintetico dei piani regolatori comunali
e delle loro varianti secondo una legenda unificata stabilita da Regione Lombardia, ha
messo in relazione le superfici urbanizzate con quelle urbanizzabili2, al fine di valutare la
propensione al consumo di suolo e l'indice di consumo di suolo previsto. Da tale
elaborazione il Magentino e l'Abbiatense risultano essere i territori della Provincia di Milano
con la maggiore tendenza al consumo di suolo per gli anni a venire, dopo il Castanese e il
Sud-Est Milano. La motivazione è evidente: in queste aree esiste ancora un patrimonio di
suoli agricoli potenzialmente convertibili, nonostante i vincoli e le regolamentazioni
! Centro Studi PIM, Quaderni del Piano territoriale n. 28, 2009.
1
! Desunte dalle previsioni di piano.
2
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!
Librarsi
imposte dai parchi regionali. In riferimento al sistema di tutela dei due parchi, vengono
sottolineati i seguenti punti di debolezza:
− le varianti al PTC (Piano Territoriale di Coordinamento),
− la perimetrazione delle Zone IC;
− l'effetto margine.
!
Proposta dallo stesso Ente Gestore del Parco (composto da un rappresentante per
ciascuno degli Enti locali territorialmente interessati nella persona del Sindaco per i
Comuni, del Presidente per le province e del legale rappresentante per gli enti
volontariamente aderenti), la variante è frutto delle richieste avanzate dai Comuni di
stralciare alcune aree sottoposte a tutela, nella maggior parte dei casi per poterle
rendere edificabili. Questa modalità, a nostro parere, lascia eccessiva discrezionalità agli
enti locali che soprattutto in tempo di crisi tendono a sfruttare la possibilità di utilizzare il
ricavato dagli oneri di urbanizzazione per coprire le spese correnti, assicurando l’equilibrio
dei bilanci in regime di progressiva riduzione dei trasferimenti dallo Stato.
!
Il PTC del Parco Regionale del Ticino prevede inoltre le “Zone IC” o di Iniziativa Comunale
orientata, dove prevale la pianificazione comunale dettata dai PGT che devono
comunque adeguarsi agli indirizzi generali stabiliti dal Parco del Ticino. Il PTC del Parco
regionale prevede la possibilità per i Comuni, in fase di redazione del PGT e di variante
dello stesso, di modificare il perimetro delle zone IC per una superficie complessiva non
superiore al 5%. In un'ottica di contenimento del consumo di suolo, tale zonizzazione
finisce per identificare potenziali aree di espansione, rendendo più flessibile la modifica
dei perimetri interni e creando aleatorietà rispetto alla fattibilità delle reti ecologiche.
!
L'effetto margine, infine, è una potenziale accelerazione nelle dinamiche di
trasformazione degli usi e dei consumi di suolo in prossimità delle aree protette proprio
perché su queste la trasformazione urbanistica è inibita da una specifica disciplina
restrittiva di piano. Anche la naturale attrattività che la presenza dei parchi esercita verso
l'edilizia residenziale di qualità contribuisce a catalizzare il consumo di suolo ai margini
delle aree protette, contribuendo a isolare le popolazioni biotiche presenti nelle aree
sorgenti di biodiversità. !
!15
!
Librarsi
Confini delle aree di iniziativa comunale nel Parco del Ticino
!!
Queste problematiche dimostrano che gli strumenti ordinari di tutela e valorizzazione delle
aree naturali e agricole di pregio non sono sufficienti a impedire che tali porzioni di
territorio siano sottoposte al fenomeno del consumo di suolo e alle sue conseguenze
ambientali, paesaggistiche ed ecologiche. Ad avvalorare le nostre considerazioni citiamo
un recente studio del Centro Ricerche sui Consumi di Suolo3, il quale mette in evidenza
che il Parco Agricolo Sud Milano e il Parco Regionale del Ticino sono le aree protette
lombarde in cui si è consumato più suolo tra il 1999 e il 2007: le aree antropizzate
all'interno dei due parchi sono aumentate rispettivamente di 1508 e 1042 ettari.
Analizzando la ripartizione delle composizioni percentuali di consumo di suolo, si nota che
in entrambi i casi assumono un peso rilevante gli insediamenti produttivi, i grandi impianti
e le reti di comunicazione (classe 1.2 del DUSAF), ma non è indifferente la percentuale
relativa alle nuove aree residenziali (classe 1.1). Nel caso del Parco Agricolo Sud Milano,
inoltre, il valore del consumo di suolo registrato nelle immediate adiacenze del parco
dimostra la tangibilità dell'effetto margine: sono ben 2.042 gli ettari consumati nell'area
buffer di 500 m attorno all'area protetta. La frammentazione degli areali, soprattutto se
avviene in un'area ad alto valore naturalistico, rappresenta una problematica di
particolare rilievo nell’ambito della conservazione, poiché la parcellizzazione degli habitat
determina l'isolamento delle comunità biotiche in sub-popolazioni, che diventano più
suscettibili al deterioramento genetico.
3 CRCS, Nota CRCS sul consumo di suolo nei parchi lombardi, 2013
!16
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Librarsi
!
!
Composizione del consumo di suolo nei parchi regionali
Il concetto di rete ecologica che si è andato a consolidare negli ultimi anni ha permesso
di superare l’approccio tradizionale della conservazione ambientale, che focalizzava
l’attenzione solamente sui singoli ambiti territoriali da tutelare, considerati come sistemi
chiusi e statici. Garantire la continuità territoriale attraverso la creazione di connessioni
fisiche funzionali al movimento di individui, allo scambio genico tra popolazioni e
all’aumento della biodiversità del sistema è quindi di fondamentale importanza. In tal
senso, le principali criticità di questo territorio sono rappresentate dalle infrastrutture viarie,
in particolare la Strada Provinciale N° 114, che collega Milano ad Abbiategrasso e al
Ticino, e la S.P. N° 227 che collega la precedente S.P. 114 all’altezza di Cisliano con la A4
via Vittuone. Anche il Canale Scolmatore NO costituisce di fatto un elemento di
frammentazione all’ecomosaico: con pochi attraversamenti, esso costituisce una cesura
per la fauna terrestre.
!
In questo contesto, lo sviluppo di nuove infrastrutture di mobilità rischia di spezzare
ulteriormente la rete ecologica, rendendo difficoltosa la realizzazione di corridoi. Il PTCP
della provincia di Milano adottato nel 2013 prevede interventi infrastrutturali, sia in termini
di nuovi tratti stradali che di potenziamenti di tratti esistenti, per uno sviluppo lineare
complessivo pari a circa 300 km. L'intervento in progetto che determinerà le maggiori
criticità ambientali sarà la strada Magenta-Tangenziale Ovest-Abbiategrasso, finalizzata a
proseguire la Boffalora/Malpensa verso sud e a favorire gli spostamenti verso Milano verso
est. La strada è divisa in tre tratte: la prima da Magenta ad Albairate, la seconda da
Albairate a Milano (fino alla tangenziale ovest) e la terza da Albairate ad Abbiategrasso
(fino al collegamento con il nuovo ponte sul Ticino). Anche il recente rapporto dell'ISPRA4
ha posto in evidenza l'impatto delle infrastrutture sul computo del consumo di suolo strade e ferrovie raggiungono ben il 28% sul totale del suolo consumato in Italia. Ma
! ISPRA, Il consumo di suolo in Italia, 2014
4
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Librarsi
l'infrastrutturazione non è solo legata alla perdita di suoli liberi: essa rappresenta il
processo di antropizzazione maggiormente impattante sotto il profilo degli effetti riferiti
alla frammentazione ecosistemica. Da qui la necessità, nello studio di fattibilità, di fornire
pareri ai Comuni per utilizzare al meglio le opere compensative in un'ottica di
connessione ecologica.
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Tavola del PTCP con gli interventi infrastrutturali previsti nell'Ovest Milanese
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!
Librarsi
AMBITO DI INTERVENTO
!
L’area di studio di Librarsi, di circa 260 Km2, ricade nel territorio nel quale opera il Distretto
Neorurale delle tre Acque di Milano (DiNAMo), che è identificato dal territorio agricolo
pianeggiante e irriguo, localizzato ad ovest e sud ovest dell’area metropolitana milanese.
Prende il nome dai suoi confini costituiti da tre importanti vie d’acqua dell’area ovest del
territorio provinciale milanese, ovvero ad ovest il fiume Ticino (e la fascia del relativo
parco); a nord il canale Villoresi; a sud/sud est il naviglio Pavese e ad est/nord-est il
Comune di Milano.
Il territorio interessato dal distretto ricade pertanto sul Parco della Valle del Ticino (sia sul
lato milanese che su quello pavese), sulla porzione occidentale del Parco Agricolo Sud
Milano, sui Comuni dell’area del castanese, magentino, abbiatense, binaschino e della
porzione più a nord del territorio provinciale pavese sui Comuni come Vigevano,
Cassolnovo, Giussago, Certosa di Pavia, ecc. Si ritiene quindi che i confini amministrativi
del distretto siano definibili“labili” in quanto sono identificati dai limiti dei bacini dei tre
corsi d’acqua sopra citati.
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Identificazione territoriale del Distretto Neorurale delle Tre Acque
e dell’area di studio del progetto Librarsi
I bacini delle tre vie d’acqua identificano un territorio omogeneo in termini paesaggistici,
agricoli e di gestione delle acque che travalica i confini amministrativi rappresentati dalle
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!
Librarsi
istituzioni provinciali e dei parchi regionali. Il territorio del Distretto neo-rurale delle 3 acque
vede una porzione interna al corso delle 3 acque, ricadente sul territorio provinciale
milanese, nella quale sono localizzate molte delle imprese aderenti, tra le quali le 6
aziende aderenti a Librarsi, appartenenti anche al Consorzio agrituristico Terre d’Acqua e
al Consorzio dei Produttori Agricoli del Parco del Ticino.
La porzione esterna alle tre acque vede invece il nucleo di aziende agricole ad est del
naviglio pavese e ad ovest del fiume Ticino.
Il rapporto tra le aziende aderenti e territorio è definito da un legame forte che va oltre
alla mera produzione agricola, considerando gli aspetti ambientali, paesaggistici e socioculturali come elementi diffusi di identità comune.
Dalla localizzazione territoriale delle aziende si denota come le acque, non solo nelle sue
vie principali ma anche nel fitto reticolo secondario irriguo, rappresentino l’elemento di
unione e congiunzione di un territorio vasto, minacciato da una forte pressione
urbanistica, contrastata anche dalla presenza di agricoltura sostenibile oltre che dal
sistema di aree protette (quali i parchi regionali del Ticino e Agricolo Sud Milano, i PLIS)
che hanno consentito di mantenere la vocazione prevalente agricola.
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Il territorio del Distretto Neorurale delle Tre Acque
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Librarsi
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Il Distretto Neorurale delle tre Acque di Milano (DiNAMo) è costituito da 40 aziende
agricole, oltre a 5 aziende “non agricole” presenti tra i soci fondatori, per un totale di 45
imprese. Di queste cinque “non agricole”, due sono totalmente funzionali all’attività
agricola pur non conducendo direttamente un fondo: si tratta del Consorzio Agrituristico
Terre d’Acqua che è nato con la finalità di promuovere l’attività agrituristica dei suoi soci
e di commercializzarne i propri prodotti agricoli e dell’azienda “i Leprotti”, che
commercializza materie trasformate dalla lavorazione del legno e delle ramaglie e
produce energia elettrica con la combustione degli scarti ed è legata all’omonimo
agriturismo di Abbiategrasso. Aderiscono poi tre società che svolgono attività di
consulenza e progettazione, di cui una, Agricola2000, specificatamente nell’ambito dello
sviluppo agricolo.
!
Le aziende agricole hanno una notevole diversificazione di attività e ciò che le
accomuna maggiormente è il carattere multifunzionale finalizzato a fornire servizi ai
cittadini nell’ottica di curare e gestire il territorio agricolo.
Questo “carattere” si declina sia come attività di servizio, sia come gestione dell’agroambiente, ovvero ricostruzione, manutenzione o conservazione dell’ambiente agricolo in
armonia con l’ambiente naturale e a custodia/ricreazione di un paesaggio agrario ricco
di biodiversità.
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Per le attività agricole il concetto di agro-ambiente assume poi differenti accezioni operative,
quali:
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L’azienda biologica (10 aziende agricole biologiche certificate nell’ambito DiNAMo), opera
sia con la riduzione dell’impiego di mezzi di sintesi, sia gestendo e destinando superfici a
spazi naturali, oltre al Consorzio Produttori a Marchio del Parco del Ticino che raggruppa
circa 15 aziende (di cui 4 aderenti direttamente a DiNAMo) che applicano il protocollo di
produzione “Parco Ticino - Produzione Controllata” con limitazione dell’impiego di mezzi di
sintesi ed azioni di carattere agroambientale seguite dall’Ente Parco;
L’azienda agroambientale (25 aziende agricole hanno attivato almeno una misura) ha
destinato parte importante delle superfici agrarie alla ricostruzione di fasce di vegetazione
arborea ed arbustiva con benefici ecologici e fruitivi, autonomamente o in convenzione
con l’ente pubblico (gestione del territorio a vantaggio collettivo);
L’azienda agrituristica (9 aziende agricole con servizi di ristorazione, 7 con ospitalità rurale, 6
con attività didattica o sociale oltre a cui si aggiunge il Consorzio Agrituristico Terre
d’acqua che raggruppa circa 15 aziende agrituristiche lombarde, delle quali 10
aderiscono direttamente a DiNAMo) offre il territorio come “benefit” della propria attività
agrituristica, fornendo appoggio logistico e finalizzando il ruolo di gestione del territorio al
mantenimento dell’agro-ambiente in funzione del servizio ai propri ospiti e/o in funzione
dell’offerta di prodotti più interessanti per il consumatore (sani, tipici, di nicchia);
L’azienda forestale (1 consorzio forestale con circa 20 aziende, di cui 3 direttamente
aderenti a DiNAMo, e oltre 500 ha di boschi conferiti (direttamente in gestione), che opera
nel mantenimento delle superfici forestali planiziali nell’ambito di proprie attività
selvicolturali o con finalità di manutenzione di boschi anche a scopi fruitivi, in sinergia con
gli enti gestori delle Aree Protette.
!21
!
Librarsi
In termini di produzione la più significativa, per vocazione territoriale, è quella risicola con
oltre 1000 ha per una produzione stimabile in oltre 5000 tonnellate di risone. Nell’ambito
del Distretto però si conta anche una significativa produzione zootecnica.
I servizi agrituristici offerti dal Distretto DiNAMo riguardano 14 aziende agricole su 40 con
una disponibilità di oltre 650 posti tavola e 145 posti letto, a cui si aggiungono 300 posti per
attività didattiche e 600 posti per attività ricreative su 40 giornate/anno.
La caratteristica più interessante è però nella diversificazione delle offerte per
caratteristiche, che va dalle strutture di “charme” a quelle a carattere più tipicamente
rurale. Tutte le strutture hanno una valenza di offerta anche di percorsi e proposte
naturalistiche, culturali od enogastronomiche.
!
LE SEI AZIENDE PILOTA
!
Le 6 aziende agricole di DiNAMo che aderiscono al progetto Librarsi sono Resta, Forestina,
Scanna, Isola Maria, l’Aia di Anna Baroni e Madreterra. Sono comprese nei territori
comunali di Abbiategrasso, Cassinetta di Lugagnano, Albairate, Cisliano e Vittuone
disposte a cavallo del canale Scolmatore di Nord Ovest e indicate nella tavola qui sotto
riportata.
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Tavola area studio di Librarsi nell’ambito di DiNAMo: le aziende che aderiscono a Librarsi
sono le n° 30 Resta, 13 Forestina, 14 Scanna, 6 Isola Maria, 12 Aia di A. Baroni e 5 Madreterra.
Ciascuna delle aziende possiede già un intrinseco valore (per l’orientamento biologico,
per il patrimonio vegetazionale e storico-architettonico, per i servizi didattici e ricettivi
offerti, ecc.). Le aziende saranno il nucleo di sperimentazione delle attività di connessione
!22
!
Librarsi
che potranno essere riprodotte nell’area vasta di circa 26.000 ha che corre dal Parco
Ticino al Parco Agricolo Sud Milano e comprende i Comuni di: Abbiategrasso, Albairate,
Bareggio, Cassinetta, Cisliano, Corbetta, Gaggiano, Gudo Visconti, Magenta,
Morimondo, Ozzero, Robecco sul Naviglio, Rosate, Sedriano, Vermezzo, Vittuone, Zelo
Surrigone.
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Nello specifico:
1. Azienda agricola cascina Resta, 56 ha in Comune di Vittuone, produce orticole e foraggere
2.
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5.
6.
!
in regime biologico e svolge attività di ristorazione famigliare.
Attraversata da un reticolo di sentieri ippo-ciclo-pedonali in aderenza a ecostrutture lineari,
interseca i vari elementi naturaliformi dell’azienda e delle aree contermini.
Azienda agricola Reverdini Nicolò cascina Forestina, 32 ha in Comune di Cisliano, con
produzione biologica di colture orticole, cerealicole e foraggere in rotazione, e un piccolo
allevamento soprattutto con fini culturali-didattici di vacche Varzesi (Presidio Slow Food),
oltre a maiali, ovini e animali di bassa corte. Svolge attività di Agriturismo con locanda.
Completamente attorniata da strutture ecologiche (in particolare fasce boscate),
l’azienda comprende anche buona parte del Bosco planiziale di Riazzolo e diversi fontanili
in buono stato di manutenzione. Ospita un Punto Parco del Parco agricolo Sud e ha
sviluppato già progetti di conservazione (Pelobate fosco nel Bosco della Chiesa e centro
recupero rapaci notturni).
Azienda agricola Dufour Chiara cascina Scanna, 53 ha in Comune di Cisliano, con
produzione di riso in lotta integrata, in rotazione con mais, soia, frumento, oltre a colture
arboree, quali pioppeto e latifoglie nobili. Ospita elementi architettonici storici di pregio, un
agriturismo e ecostrutture quali fasce boscate, filari, siepi e 5 fontanili.
Azienda agricola Lovati Renata cascina Isola Maria, 40 ha in Comune di Albairate, con
produzione biologica di colture cerealicole e foraggere in rotazione destinata
all’allevamento bovino da latte, con reinserimento del lavoro agricolo a traino animale.
Svolge attività di agriturismo, esperienze culturali (cinema in cascina, cascine aperte, ecc.)
e di condivisione dell'agricoltura a basso impatto ambientale. Già da anni ha applicato
misure agroambientali del PSR per la realizzazione di ecostrutture quali fasce boscate, filari,
siepi e fontanili.
Azienda agricola l’Aia di Baroni Anna cascina dei Piatti, 10 ha in Comune di Cassinetta di
Lugagnano, a ridosso del Naviglio Grande, con produzione biologica di colture orticole,
aromatiche, cerealicole e foraggere in rotazione. Svolge attività di sperimentazione sui
grani antichi in collaborazione con la facoltà di Scienze Agrarie di Milano. Gestisce un
agriturismo, attività didattico-culturali e ecostrutture quali fasce boscate, filari, siepi e
fontanili.
Azienda agricola Madreterra cascina Poscallone, 12 ha in Comune di Abbiategrasso, a
ridosso della confluenza del canale Scolmatore Nord Ovest nel Naviglio Grande, con
produzione biologica di colture orticole, cerealicole; frutteto biologico in permacoltura,
con vendita diretta e agriturismo, con ecostrutture lineari quali fasce boscate, filari, siepi.
La volontà espressa dagli agricoltori di queste aziende è di poter disporre di un disegno
complessivo degli interventi (ecostrutture, interventi di deframmentazione, aree di
interesse ecologico, ecc.) per area di insieme, a livello di Distretto Neorurale.
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Librarsi
Tale masterplan deve essere in primis funzionale alla singola azienda agricola, ma anche
coordinato e coerente con:
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Le preesistenze (agricoltura tradizionale, vegetazionali, ecc.) interne all’azienda,
funzionali sia all’assetto produttivo che alla multifunzionalità (vedi punto successivo)
Le relazioni spaziali e funzionali con le emergenze paesaggistiche (vegetazionali,
geomorfologiche, storico-architettonico, ecc.) esterna adiacenti, funzionali sia
all’assetto produttivo che alla multifunzionalità (vedi punto successivo)
Le relazioni funzionali con la RER e, se presente, con la rete ecologica locale
Visione multifunzionale dell’azienda agricola, che deve mantenere la funzione
primaria produttiva, ma al contempo favorire altre funzioni (didattiche, ricreative,
sociali, ecc.) attraverso una rete sociale tra aziende agricole e nuove alleanze tra
campagna e città
Le prescrizioni degli strumenti urbanistici, in particolare Piani Paesistici e di governo
del territorio, e con altri strumenti quali piani di bacino, ecc.
Ruolo di custode del territorio affidato all’agricoltore dall’unione Europea.
La volontà espressa dagli agricoltori di costituire dapprima un Consorzio agrituristico che
valorizzasse il carattere di multifunzionalità delle aziende da loro condotte e, in seguito, di
aderire al Distretto Neorurale ha ulteriormente trovato un filo conduttore nel proporre
esperienze di condivisione culturale dell'agricoltura a basso impatto e progetti d'area
legati alle connessioni ecologiche ed alla fruizione integrata del territorio.
Questa volontà è stata premiata nel 2013 tra gli “Interventi segnalati per la qualità e la
continuità nelle politiche di gestione” dal Ministero per i beni e le attività culturali e il
turismo nell’ambito della 3° edizione (2012-2013) del Premio del Paesaggio del Consiglio
d’Europa.
!
Altre aziende agricole che insistono in questa fascia compresa tra Milano e il parco del
Ticino e che fanno parte del distretto Neorurale hanno già dimostrato un interesse a
sposare questo tipo di progettualità (vedi tavola qui sotto).
!24
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Librarsi
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Tavola area vasta di Librarsi nell’ambito di DiNAMo con le 6 aziende
che aderiscono a Librarsi e quelle potenzialmente interessate.
!
Il valore aggiunto di questa proposta progettuale, pensiamo sia sostanzialmente il
processo bottom up di imprenditori agricoli che se da una parte sono riusciti a restare sul
mercato grazie alle scelte imprenditoriali verso la produzione biologica e la custodia del
territorio, dall’altra richiedono un disegno unitario del paesaggio che coordini e dia
efficacia alle misure agroambientali. In tal modo le aziende collaborano a realizzare la
Rete Ecologica a livello locale e le aziende agricole diventano promotori di azioni
coordinate presso le amministrazioni pubbliche.
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Librarsi
1.
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OBIETTIVI DEL PROGETTO
Lo scopo principale di Librarsi è quello di individuare in maniera concertata con gli
agricoltori e le amministrazioni locali una serie di interventi che in ambito rurale
concorrono alla realizzazione di connessioni e reti ecologiche tra il Parco del Ticino e il
Parco Agricolo Sud Milano, replicabili su area vasta. Il concetto di rete ecologica, inteso
come sistema coerente di aree naturali e semi-naturali strutturato con l'obiettivo di
mantenere o ripristinare la funzionalità ecologica per conservare e favorire la biodiversità,
non può prescindere dalla ricostruzione e dalla valorizzazione della matrice agricola in cui
tali aree sono inserite. Rafforzare e armonizzare le connessioni locali in ambito agricolo,
oltre ad avere il tradizionale obiettivo di creare la possibilità di spostamento per le
popolazioni di specie mobili, contribuisce a creare un “substrato” permeabile alla
biodiversità che avrà ricadute significative sull’intera rete.
!
La peculiarità del progetto Librarsi risiede nel fatto che a priori è stata valutata la
disponibilità di 6 aziende pilota per sperimentare nuove modalità di connessione che
assieme alla costruzione di elementi lineari tipici della rete ecologica (filari, siepi, fasce
boscate, etc.) prendano in considerazione la costituzione di habitat diversificati, quali ad
esempio prati, fasce ecotonali, colture di pregio con varietà locali, ecc. L'obiettivo è
quello di elaborare buone pratiche di orientamento e conduzione agricola dei terreni,
funzionali alla biodiversità ma anche interessanti per l’imprenditore agricolo sotto un
profilo reddituale, che induca quante più aziende comprese nell’area di studio a seguire
l’esempio delle “aziende pilota” e a riorientare il proprio assetto produttivo, in coerenza
con la nuova PAC.
!
Gli elementi più rilevanti nell’area di studio corrono a Nord del Canale Scolmatore NO per
poi collegarsi al Bosco di Riazzolo, a sua volta connesso al Fontanile Nuovo e al Bosco di
Cusago, ed arrivare al Parco del Ticino, area primaria sorgente di biodiversità. Le
connessioni individuate dalle reti già esistenti possono quindi essere integrate da altri
elementi, che mirano a ridurre gli effetti negativi delle infrastrutture. Il progetto punta
inoltre a consolidare la funzione ecologica delle “stepping stones” esistenti, in particolare
del Bosco di Riazzolo, area sorgente di biodiversità di importanza cruciale nell'area
studiata dal progetto.
!
Infine il progetto punta a valorizzare e promuovere il comprensorio agricolo attraverso
azioni mirate a una maggiore riconoscibilità dei luoghi con strutture ecologiche, elementi
di arredo e di comunicazione ambientale che assieme forniscano un’immagine
coordinata e organica del territorio. Modificare la percezione di questo territorio significa
trasmettere a chi visita l'area la consapevolezza di essere in luogo con una forte identità,
che ha fatto della biodiversità e della valorizzazione del paesaggio rurale la sua bandiera.
!
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!
Librarsi
2.
!
STRATEGIE DI INTERVENTO
Lo sviluppo delle azioni progettuali presuppone un approccio fortemente interdisciplinare,
al fine di ottenere non solo uno sguardo d'insieme sull'ambito entro cui operare interventi
di connessione e di salvaguardia dei varchi esistenti, ma anche un'armonizzazione delle
previsioni e delle progettazioni in essere a livello comunale per il mantenimento e il
rafforzamento delle connessioni. Vista la natura prettamente rurale del territorio, verranno
vagliati alcuni criteri specifici per la realizzazione delle reti ecologiche nelle aree agricole,
come ad esempio la creazione di mosaici di habitat e l'individuazione di interventi
polivalenti, che possano generare un valore aggiunto agli agricoltori e offrire servizi
ecosistemici al territorio. L’analisi dell’area a scala vasta oggetto di Studio di Fattibilità
permetterà quindi di identificare le aree prioritarie per gli interventi realizzativi in relazione
agli elementi della rete ecologica e ai dati emersi dalle ricognizioni territoriali.
!
L'elevata biodiversità presente nel Parco del Ticino può essere immessa nella Rete
Ecologica locale e connessa con l’area vasta del Parco Agricolo Sud Milano. Questo
collegamento è realizzabile secondo una visione consolidata, non solo attraverso le
ecostrutture lineari (quali i corridoi) in modo da collegare le varie stepping stones, ma
soprattutto attraverso una matrice agroambientale di qualità, coltivata con metodi a
bassi input energetici/chimici e ricca di ecostrutture (fasce boscate, filari, siepi, aree
umide, prati stabili ecc.). Agire sulla “permeabilità” delle aree agricole contigue al Parco
del Ticino permetterà di garantire ed espandere in modo esponenziale le capacità di
resilienza del sistema della rete Ecologica.
!
L'impostazione del progetto prevede una strategia di coinvolgimento e di partecipazione
finalizzata a conseguire un modello di connettività a scala sovralocale: nelle sei aziende
pilota verranno individuate delle modalità di realizzazione della Rete Ecologica adatte al
contesto agricolo dell’area di studio. Questa sperimentazione sarà fondamentale per
garantire la fattibilità degli interventi in vista delle future realizzazioni valutando possibili
simbiosi con le misure della nuova Politica Agricola Comunitaria (e quindi del nuovo
Programma di Sviluppo Rurale). Tale processo sarà partecipato a livello territoriale dagli
agricoltori che attiveranno un processo di scambio di buone pratiche e individueranno
possibili interventi condivisi. A questi tavoli tecnici verranno affiancati momenti pubblici,
azioni simboliche e iniziative di partecipazione, volte a favorire l'attivazione di interesse da
parte di gruppi, associazioni, comunità di scopo, istituzioni scolastiche e popolazione
allargata. La visione strategica del progetto quindi prevede una forte integrazione tra
l'aspetto partecipativo e quello prettamente tecnico, integrazione di cui Legambiente si
farà carico in collaborazione con il Distretto Agricolo delle Tre Acque di Milano.
!
Gli strumenti della Custodia del Territorio (tre delle aziende coinvolte sono già aderenti)
potranno contribuire non solo a “fare rete” con gli agricoltori ma anche a individuare la
disponibilità dei proprietari in vista della realizzazione di azioni che comportino attuazione
di interventi o manutenzioni. In riferimento all'area vasta, sarà compito dei Comuni
compilare una base dati circa le proprietà dei terreni su cui si prevedono interventi e del
Distretto effettuare il primo contatto con i proprietari, che verranno coinvolti
singolarmente o per gruppi co-interessati alle singole azioni e/o interventi di progetto.
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Librarsi
3.
AZIONI
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AZIONE 1 - STUDIO ANALITICO, ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE E ANALISI
ECOLOGICA
!
La prima azione del progetto sarà volta a consolidare le conoscenze dei partner in merito
al contesto territoriale che sarà oggetto dello Studio di fattibilità acquisendo, ordinando e
mettendo a sistema i molteplici dati necessari alla completa caratterizzazione dell’area
interessata. Saranno acquisti gli elementi scientifici e ambientali, i dati territoriali dei parchi
regionali per valutare e identificare la ricchezza di specie e le modalità di diffusione.
Questo lavoro è particolarmente significativo per un’area così ricca di biodiversità come
la Valle del Ticino.
!
La ricerca e l’organizzazione dei dati sarà realizzata per questi due quadri di lavoro
avverrà su due grandi fronti:
1. la caratterizzazione e l’analisi ecologica dell’area vasta e del cuore territoriale del
progetto rappresentato dai comuni partner.
2. la descrizione urbanistica territoriale e la pianificazione realizzata dai Comuni e dai
parchi.
!
La caratterizzazione ecologica permetterà l’acquisizione e la messa a sistema delle
diverse informazioni relative a:
• individuazione degli elementi ecologici presenti (boschi, filari, siepi, aree umide)
• individuazione delle specie animali target da valutare e monitorare, funzionali a
rappresentare la connettività e la potenzialità ecologica dell’area ecologia del
territorio
• geomorfologia del territorio
• fragilità e punti di forza dell’ecosistema
• presenza dell’agricoltura sul territorio e sua caratterizzazione, analisi dell’uso del
suolo agricolo, della divisione delle aziende agricole e delle proprietà fondiarie
• analisi del reticolo idrico minore
!
La descrizione urbanistica del territorio prenderà in considerazione:
• assetto urbanistico dell’area
• analisi degli strumenti urbanistici approvati o in elaborazione, i PGT comunali
• confronto degli strumenti urbanistici approvati o in elaborazione con il PTCP
• individuazione della proprietà pubblica/privata
• rilevamento di interventi già programmati e progetti in corso di sviluppo nell’area.
!
L’acquisizione di tutti i dati che sono indispensabili allo studio analitico conoscitivo verrà
realizzata da una equipe di lavoro composta dai professionisti incaricati nell’elaborazione,
dai tecnici degli Enti pubblici partner del progetto, dagli operatori tecnici delle aziende
agricole coinvolte e dal Distretto Neorurale. L’equipe avrà il compito di organizzare la
documentazione e metterla a sistema, elaborando un materiale di documentazione e
divulgazione.
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Librarsi
Per la raccolta dei dati sul territorio il progetto si propone di attivare e coinvolgere
attivamente la rete delle aziende agricole, le associazioni di tutela e valorizzazione del
suolo e del paesaggio presenti nel territorio, i dai comitati di cittadini e i diversi portatori di
portatori di interesse.
Questa attivazione locale della società, parallela alla rete delle pubbliche
amministrazioni, sarà una modalità di lavoro che accompagnerà le azioni fin dalle prime
fasi del progetto in modo da rendere la collaborazione più fattiva anche nelle successive
azioni.
ANALISI ECOLOGICA
Alla luce dei dati fino ad ora disponibili, risulta importante colmare alcune lacune relative
alle presenze faunistiche di questa area di studio attraverso una serie di monitoraggi
mirati. Questa indagine consentirebbe l’identificazione delle specie focali, ovvero quelle
più sensibili alla frammentazione ambientale e quindi utili per definire il livello attuale di
funzionalità ecologica del territorio. Data la natura fortemente frammentata del territorio
una buona parte dei rilievi faunistici sarà concentrato sull'avifauna, che è un ottimo
modello per valutare la qualità e la complessità degli ecosistemi urbani.
La campagna di monitoraggio sarà basata sull'osservazione ed il conteggio degli individui
presenti su transetti lineari di circa 100 m, vista la modesta estensione di molte delle aree
verdi coinvolte, escluse quelle del Bosco di Riazzolo. Le indagini saranno concentrate nel
periodo primaverile, quello più rilevante per le specie residenti e migratrici, senza tuttavia
tralasciare alcuni sopralluoghi invernali volti ad identificare specie svernanti e occasionali.
!
Particolare attenzione sarà anche riservata a Rettili e Anfibi, con una serie di censimenti
nelle zone ecotonali e in quelle umide. In particolare risulta importante capire la reale
estensione di specie legate ai boschi di pianura e rilevanti a livello europeo (All IV DIrettiva
Habitat), quali la già citata la rana di Lataste e il tritone crestato, e l'effettiva presenza di
altre specie rilevanti dal punti di vista conservazionistico, come il rospo smeraldino (Bufo
viridis) e la raganella (Hyla intermedia). Il pelobate fosco sembrerebbe invece estinto a
livello locale.
Vista la posizione della zona, a stretto contatto con aree agricole che in alcuni casi
favoriscono la presenza di habitat aperti idonei, risulterebbe particolarmente importante
condurre un'indagine relativa alla presenza di Odonati e Lepidotteri che dovrebbero
avere grandi potenzialità in quest'area, in virtù dell'abbondanza di specie floristiche
presenti e della presenza di aree umide non compromesse.
!
Le indagini faunistiche forniranno un quadro più preciso degli interventi da realizzare,
evidenziando i punti critici e le opportunità di connessione da tenere in considerazione
per la successiva azione.
!
Soggetti coinvolti e risorse necessarie
• Personale degli Uffici tecnici dei comuni partner (acquisizione assetto urbanistico,
proprietà pubblica, dati cartografici)
• Personale degli Uffici tecnici dei comuni dell’area di studio (supporto
all’acquisizione dei dati su assetto urbanistico, proprietà pubblica e dati
cartografici)
• Personale del Parco regione del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano
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Legambiente Lombardia Onlus
Distretto Neorurale delle Tre Acque
Aziende agricole coinvolte dalle attività
Professionisti incaricati (supporto alla caratterizzazione ecologica e naturalistica;
elaborazione dati raccolti, redazione studio analitico conoscitivo)
Associazioni e comitati del territorio (supporto alla caratterizzazione ecologica e
naturalistica)
Le risorse economiche per la realizzazione dell’azione 1 sono di 65.290= euro con un
contributo previsto di Fondazione Cariplo pari a 36.290= euro.
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Soggetti beneficiari
• Parco regionale del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano
• Provincia di Milano
• Distretti agricoli rurali
• Regione Lombardia
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Risultati attesi
Raccolta e messa a sistema di tutti i dati necessari alla caratterizzazione naturalistica e
alla descrizione urbanistica dell’area. Tali dati saranno necessari all’elaborazione degli
interventi di connessione e alla valutazione della loro fattibilità.
• Creazione di un database integrato con informazioni ecologiche derivanti da studi
pregressi e dall’attività di classificazione.
• Individuazione del sistema delle aree protette e delle connessioni agricole.
• Individuazione delle priorità di connessione ecologiche tra aree protette ad ovest
di Milano.
• Classificazione del sistema boschi, siepi, filari, fontanili in termini di complessità
ecologica.
• Redazione di linee guida relative all’azione di miglioramento delle aree agricole.
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Indicatori e criteri di valutazione
L’azione sarà valutata in base alla quantità di dati e informazioni utili messe a disposizione
attraverso la collaborazione con i tecnici degli enti pubblici e i portatori di interesse
coinvolti. Inoltre verrà considerato il grado di rappresentanza delle realtà del territorio che
hanno dato un contributo nell’attuazione della prima fase progettuale.
Gli indicatori che utilizzeremo sono i seguenti:
• numero di amministrazioni comunali attive e collaborative
• numero di tecnici per singole amministrazione coinvolti
• numero portatori di interesse coinvolti
• eterogeneità dei portatori di interesse coinvolti
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Tempi di realizzazione
Febbraio 2015 – Dicembre 2015 (11 mesi)
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AZIONE 2 - STUDIO APPLICATO E PROGETTAZIONE, FATTIBILITA’ DEGLI INTERVENTI
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In base ai dati raccolti dalle analisi urbanistiche e dalle ricognizioni territoriali saranno
progettati gli interventi di connessione ecologica e di consolidamento degli stepping
stones esistenti. Inoltre il lavoro di analisi servirà a individuare gli strumenti più idonei da
adottare in ambito agricolo per favorire la creazione di una nuova “ruralità” che sostenga
la rete ecologica.
!
I dati raccolti quindi serviranno per la realizzazione di tre azioni fondamentali previste dalla
fattibilità:
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•
•
•
!
individuare gli interventi a favore del potenziamento della rete ecologica in
relazione alle specie animali target e alle caratteristiche naturali e antropiche del
territorio;
supportare la valutazione della fattibilità degli interventi individuati;
individuare azioni e buone pratiche da diffondere in ambito agricolo per orientare
le azioni del PSR regionale.
Coerentemente con le richieste del bando di finanziamento, la fattibilità degli interventi di
connessione sarà verificata attraverso un’analisi a multi criteri che analizzerà e metterà a
confronto gli aspetti tecnici, politico-sociali, giuridico-amministrativi ed economicifinanziari. Si avrà cura di realizzare una valutazione generale dell’intero progetto di
connessione e una valutazione specifica per ogni intervento individuato. Confrontando i
risultati dell’analisi con i benefici attesi sarà possibile redigere un elenco di interventi e di
priorità di realizzazione. Le priorità daranno agli enti pubblici e agli agricoltori interessati
una serie di indicazioni e linee guida per la gestione dell’area di competenza e la
realizzazione delle azioni di miglioramento della rete.
!
L’analisi della fattibilità tecnica prevederà l’individuazione e la georeferenziazione degli
interventi di connessione, la loro caratterizzazione e progettazione di massima, la verifica
di compatibilità con gli strumenti pianificatori comunali e le previsioni infrastrutturali, la
definizione delle tempistiche di realizzazione, l’individuazione dei soggetti cui affidare le
realizzazioni e la loro manutenzione. La fattibilità degli interventi verrà “testata” nelle
aziende pilota, creando un modello di connessione ecologica replicabile nell’area vasta.
!
Il vaglio della fattibilità politico-sociale avrà un duplice obiettivo:
1. attivare uno specifico percorso di partecipazione per valorizzare le competenze del
territorio, consultando gli stakeholders (a partire dagli agricoltori) per costruire sin dallo
studio di fattibilità consenso e condivisione circa gli interventi individuati;
2. individuare la disponibilità dei proprietari di terreni per i futuri interventi realizzativi, in
collaborazione con le amministrazioni comunali e il Distretto Neorurale.
!
La fattibilità economico-finanziaria avrà lo scopo di delineare un quadro dei costi della
realizzazione del progetto di connessione. All’interno della fattibilità economico-finanziaria
saranno inoltre valutate le effettive possibilità di copertura delle spese da parte degli enti
e le possibilità di accesso a finanziamenti esterni a supporto del progetto, con particolare
attenzione alle nuove misure del PSR.
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Librarsi
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Per quanto concerne la fattibilità giuridico-amministrativa si prevede di definire uno
strumento in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi di progetto, impegnando i
soggetti territoriali non solo alla realizzazione degli interventi individuati ma più in generale
all’adozione e alla condivisione di una nuova idea di nuova ruralità compatibile con la
rete ecologica. Prendendo spunto dall’esperienza della Custodia del Territorio, il progetto
vuole proporre l’adozione di un patto di programmazione negoziata di durata
pluridecennale, liberamente sottoscritto da proprietari, agricoltori, imprenditori,
associazioni e enti pubblici, che mira a consolidare - nella forma di infrastrutture
ecologiche permanenti realizzate su base volontaria a livello di azienda, di distretto
agricolo o altra aggregazione - gli interventi di natura paesaggistica ed ecosistemica
finanziati dalle misure del PSR, nonché a rafforzare il presidio delle superfici agricole in
quanto beneficiarie di investimenti a lungo termine e, per questa ragione, meno
disponibili alla eventuale trasformazione urbanistica. La proposta intende assicurare - con
il consenso delle aziende beneficiarie - la permanenza dell'assetto rurale del territorio
agricolo, consolidando la struttura fondiaria sul versante degli investimenti paesaggistici, e
perseguendo l'ottimale allocazione di quelle risorse del PSR che presuppongono
realizzazioni permanenti finalizzate al potenziamento della rete ecologica.
!
Soggetti coinvolti e risorse necessarie
• Personale degli Uffici tecnici dei comuni partner
• Personale degli Uffici tecnici dei comuni dell’area di studio
• Personale del Parco regione del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano
• Legambiente Lombardia Onlus
• Distretto Neorurale delle Tre Acque
• Aziende agricole coinvolte dalle attività
• Professionisti incaricati (analisi tecnica interventi di connessione, individuazione
intervento progettuale, supporto all'analisi giuridico amministrativa, supporto analisi
politico sociale)
!
Le risorse economiche per la realizzazione dell’azione 2 sono di 70.838= euro con un
contributo previsto di Fondazione Cariplo pari a 41.316= euro.
!
Soggetti beneficiari
L’analisi politico sociale è uno strumento indispensabile per definire il quadro dei vantaggi
e delle opportunità per i soggetti beneficiari che saranno prima di tutto gli agricoltori, la
rete delle istituzioni ed enti che si occupano di conservazione della biodiversità e
valorizzazione del territorio.
• Agricoltori,
• Provincia di Milano,
• Parchi regionali e PLIS,
• Comuni,
• Consorzi irrigui,
• Distretto agricolo rurale.
• Cittadini e il più vasto pubblico (fruitori del bene ambientale)
• Studiosi e ricercatori
!
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Risultati attesi
Progettazione degli interventi a supporto della connessione ecologia tra il Parco Ticino e il
Parco Agricolo Sud Milano e all’analisi della loro fattibilità tecnica, politico-sociale,
giuridico-amministrativa ed economico-finanziaria. Sarà possibile ottenere un determinato
numero di azioni, distribuite sul territorio rispetto a un indice di priorità.
!
Realizzazione del patto di programmazione negoziata che sostenga la partecipazione
delle aziende agricole alle attività di miglioramento della rete ecologica.
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Indicatori e criteri di valutazione
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Coincide con la valutazione della qualità dello Studio di Fattibilità previsto del progetto,
che sarà valutato in base all’accuratezza dei dati scientifici e naturalistici, della
completezza dell’analisi urbanistica e giuridico-amministrativa. Un dato significativo sarà
la valutazione della quantità degli interventi di connessione ecologica previsti dallo
studio. Si valuterà il grado coinvolgimento e di partecipazione degli attori interessati sul
territorio.
Per quanto detto gli indicatori che verranno considerati sono:
• Numero di azioni e interventi previsti nello studio
• Numero di specie animali tutelate grazie agli interventi previsti
• Numero di specie vegetali tutelate grazie agli interventi previsti
• Superficie interessata dalle azioni e interventi previsti
• Numero di azioni che interessano aree varco o aree da de frammentare
• Numero di stakeholders coinvolti
• Documento di indicazione interventi agronomici e di conduzione per favorire la
rete ecologica e il paesaggio agrario più sostenibile
• Disponibilità dei diversi portatori di interesse a collaborazione nella definizione
politica e sociale degli interventi; libera adesione degli agricoltori e dei proprietari
alla proposta contrattuale.
• Effettiva sottoscrizione con gli attori istituzionali del Contratto di rete ecologica
• Consegna delle schede progettuali e loro grado di riproducibilità su scala vasta e
su altri ambiti di connessione.
• Un criterio importante di valutazione sarà il rispetto della consegna dei prodotti
secondo il calendario stabilito.
• La valutazione delle azioni svolte sarà effettuata dai soggetti coinvolti attraverso
l’organizzazione di incontri in cui saranno presentati e discussi i risultati conseguiti.
Sarà creato un gruppo di valutazione composto dai partner del progetto 100
Fontanili che Legambiente insieme ad altri partner sta realizzando nell’area vasta
tra Adda e Ticino.
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Tempi di realizzazione
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Gennaio 2016 – settembre 2016 (9 mesi)
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AZIONE 3 - COMUNICAZIONE E PARTECIPAZIONE
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Le attività di partecipazione sono strumenti essenziali alla buona riuscita del progetto,
fanno parte di un metodo consolidato di lavoro che accosta l’analisi svolta dai tecnici a
un processo di consapevolezza sociale e di coinvolgimento territoriale. Si tratta di
accompagnare le attività di studio, definite in modo preciso dal Bando, con azioni che
calino nel territorio la fattibilità delle connessioni ecologiche. Due sono i target della
partecipazione che prevediamo per il progetto: il primo è rappresentato dagli agricoltori
che gestiscono e custodiscono la maggior parte del territorio, e il secondo dalle comunità
di residenti che vivono nelle città sostenitrici e partner delle azioni progettuali. Il processo
di partecipazione sarà realizzato con diversi strumenti che arricchiranno le azioni di Studio
e permetteranno una individuazione precisa e fattibile delle connessioni. La
partecipazione permetterà di validare il processo sostenendolo con un’azione di
consenso, individuando altresì le risorse e i possibili vantaggi per le comunità. La
partecipazione qualificata del territorio e la comunicazione costante delle attività
saranno condizioni indispensabili affinché lo studio non sia uno strumento teorico slegato
dalle reali possibilità di realizzazione e avulso dal contesto sociale. Per questo motivo
cercheremo costantemente di creare azioni di comunicazione del progetto Librarsi
all’interno delle attività di animazione, incontro e festa che già sono vive a livello locale
nei diversi Comuni. Queste iniziative saranno occasioni per far conoscere il progetto e
creare confronto con diversi portatori di interesse anche non strettamente collegati alle
tematiche ambientali.
!
È difficile e a volte faticoso collegare le azioni ambientali nel territorio con la
comprensione che devono avere per poter essere realmente efficaci e condivise. La
tutela ambientale spesso viene interpretata coma conservazione dell’esistente oppure
peggio come espropriazione delle comunità locali dall’uso del suolo e dai processi di
sviluppo. Crediamo che in un territorio agricolo di estremo valore come quello previsto dal
progetto nell’ovest di Milano le connessioni ecologiche rappresentino un'occasione unica
per valorizzare la biodiversità e aumentare le opportunità produttive ed economiche
delle aziende agricole. La tutela della diversità biologica è, infatti, una occasione di
sviluppo locale del mondo agricolo che non ha paragoni con la tradizionale coltura
intensiva e convenzionale. Librarsi promuove un’agricoltura ricca di biodiversità,
sostenitrice della conservazione delle risorse, rispettosa della terra e del suo valore
ambientale, produttrice di nuove attività multifunzionali.
!
Gli agricoltori saranno attori determinanti per la fattibilità progettuale della connessione.
Esiste già una sensibilità dimostrata dalle lettere di sostegno e anche dai diversi incontri
realizzati direttamente nelle aziende agricole durante la realizzazione progettuale. Le sei
aziende pilota che mettendosi in rete sperimenteranno pratiche agro-ecologiche
innovative aumenteranno la credibilità del processo di partecipazione e potranno
validare e garantire sugli strumenti di comunicazione.
!
La necessità di accompagnare il lavoro progettuale con azioni di comunicazione e
partecipazione mirate nasce dall’esperienza di diversi progetti di connessione che la
Legambiente Lombardia ha realizzato grazie al bando di Fondazione Cariplo. Siamo
inoltre stimolati anche dai Circoli Legambiente territoriali che aderiscono ai progetti in
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Librarsi
modo attivo allargando i processi di concertazione. Abbiamo imparato con l'esperienza
che non si possono apportare cambiamenti così profondi, come quelli proposti dalla
politica ambientale, senza che siano “socialmente desiderabili” dalla popolazione locale
e dalle comunità produttive che abitano il territorio.
!
In particolare le attività di partecipazione saranno così suddivise:
•
•
•
Creazione di un Tavolo permanente degli agricoltori che faranno parte della rete
sociale del progetto e che alimenteranno di contenuti, osservazioni e punti di vista
lo Studio di fattibilità, condividendo le pratiche produttive più interessanti per il
mantenimento della rete ecologica. Il Tavolo sarà convocato ogni tre mesi e avrà il
compito di seguire lo Studio e costruire le linee guida per condizionare in senso
ambientale la Politica Agricola.
Realizzazione di 6 incontri nelle Aziende agricole pilota che sostengono il progetto
e fungono da “start-up” nella individuazione delle pratiche agronomiche e
ambientali funzionali alle connessioni. Gli incontri saranno veri e propri workshop di
confronto di buone pratiche e di elaborazione di linee guida per la creazione del
modello di agro-connessioni da applicare su scala vasta. Nell’organizzazione degli
incontri sarà indispensabile la collaborazione attiva del Distretto agricolo Neorurale,
sostenitore del progetto. Ogni azienda coinvolta ospiterà un workshop che
affronterà le seguenti aree tematiche: agricoltura e gestione dell’acqua; il suolo
come risorsa nella pratica colturale; il paesaggio agricolo e le aree agricole ad
alto valore naturale; la multifunzionalità che nasce dalla biodiversità; i servizi
ambientali e la cura del territorio attraverso le pratiche di custodia; agricoltura e
infrastrutture per il trasporto: una convivenza da pianificare.
Si realizzeranno 4 camminate tra i campi per coinvolgere le comunità locali e
approfondire la conoscenza del paesaggio rurale. Le camminate saranno
progettate con le quattro città partner e con le aziende agricole del territorio che
saranno luoghi di ospitalità e di sosta. Le camminate saranno realizzate in diversi
periodi dell’anno per osservare il paesaggio che cambia e la ricchezza delle aree
naturali incluse nel territorio, inoltre saranno accompagnate da guide fornite da
Legambiente, dai Parchi regionali e dalle aziende agricole che già svolgono
iniziative di educazione ambientale. Le attività prenderanno il nome dai luoghi di
partenza e arrivo e verranno condotte anche con lo scopo di mettersi nei panni
della vita non umana che ha bisogno della rete ecologica per riprodursi e
muoversi. Ogni camminata sarà raccontata in tempo reale anche sui social
network e diventerà un luogo virtuale di coesione e solidarietà.
In particolare le attività di comunicazione saranno così concepite:
•
•
Sarà realizzato un Notiziario di Librarsi, uno strumento di informazione on-line dello
stato di avanzamento del progetto. Il notiziario sarà gestito a livello locale dalla
rete dei Circoli Legambiente.
Sarà costituito il Diario dei Racconti, che accompagnerà lo studio di fattibilità con i
racconti del paesaggio che c’era e quello che c’è, descrivendo con la poesia e
l'immagine il cambiamento della pianura e l’idea di futuro del territorio. I contributi
verranno raccolti da alcuni osservatori del paesaggio, persone che il progetto
coinvolgerà perché stimolino la ricerca e l’invio di materiale documentativo.
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Librarsi
•
•
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Saranno realizzati quattro incontri pubblici nelle città partner del progetto; le
iniziative serviranno per diffondere gli obiettivi del progetto e creare la rete sociale
di relazione. Le iniziative porteranno in contatto l’equipe tecnica del progetto con
la popolazione locale, e serviranno anche per fornire indicazioni di pianificazione
territoriale alle amministrazioni pubbliche.
Naturalmente saranno alimentati di notizie e informazioni i siti internet e i social
network di Legambiente Lombardia e dei Circoli locali che saranno luoghi di
comunicazione costante al territorio.
Soggetti coinvolti e risorse necessarie
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Responsabili tecnici degli Enti locali.
Cittadini residenti nei comuni coinvolti nell’area di azione del progetto.
Distretto agricolo Neorurale e agricoltori coinvolti.
Rappresentanti di associazioni locali presenti nel territorio e operanti in campo
ambientale.
Associazioni agricole e di categoria.
Responsabili di Regione Lombardia e Provincia di Milano.
Tecnici del sistema delle aree protette e dei Parchi regionali Ticino e Parco Agricolo
Sud Milano.
Agricoltori che intendono attivare politiche di tutela ambientale collegata alle
politiche comunitarie del PSR.
Professionisti agronomi impegnati nelle attività di consulenza al mondo agricolo.
Le risorse economiche per la realizzazione dell’azione 3 sono di 26.072= euro con un
contributo previsto di Fondazione Cariplo pari a 19.572= euro.
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Soggetti beneficiari
•
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Gli agricoltori.
I tecnici delle amministrazioni pubbliche che parteciperanno alle iniziative anche
dal punto di vista formativo.
Gli operatori delle associazioni del territorio che avranno modo di condividere
esperienze.
I cittadini che vivono nel territorio e potranno partecipare a un processo di
relazione con azioni di cambiamento.
Risultati attesi
•
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•
•
•
Numero di partecipanti alle iniziative di partecipazione e differenziazione delle
caratteristiche dei partecipanti.
Uscite pubbliche su organi di stampa e mezzi di comunicazione.
Continuità nell’azione di partecipazione con le esperienze di condivisione a livello
locale.
Grado di coinvolgimento degli agricoltori e del Distretto agricolo locale.
Livello di partecipazione degli uffici tecnici dei comuni.
Attivazione del mondo associativo alle azioni e attività del progetto.
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Librarsi
Indicatori e criteri di valutazione
Per verificare la qualità dei risultati dell’azione dedicata alla comunicazione e alla
partecipazione verrà valutata la capacità di diffusione delle informazioni relative al
progetto, sia quantificando il numero di output (numero di eventi e iniziative come
happening, visite guidate, biciclettate, illustrazioni pubbliche, ecc.) sia a livello territoriale
valutando la partecipazione e la tipologia dei soggetti coinvolti.
A tal fine verranno considerati i seguenti indicatori:
!
•
•
•
numero di eventi/iniziative organizzati
numero di utenti raggiunti/persone presenti
numero di enti/stakeholders attivati nella comunicazione
Tempi di realizzazione
Febbraio 2015 – settembre 2016 (20 mesi)
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Librarsi
4.
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METODI DI VERIFICA DEI RISULTATI
L'avanzamento delle attività sarà monitorato attraverso la verifica del conseguimento dei
risultati attesi per ogni singola azione entro i tempi di realizzazione previsti. Il monitoraggio
sarà effettuato attraverso l'organizzazione di incontri periodici in cui saranno presentati i
risultati conseguiti dai partner durante le varie fasi di progetto. Verrà costituito un piano di
monitoraggio, attraverso indicatori qualitativi e quantitativi, per analizzare i risultati
conseguiti e verificare la loro aderenza alle indicazioni progettuali. In tal modo sarà
possibile intervenire in modo puntuale ed efficace su eventuali criticità.
Il monitoraggio e la valutazione dei risultati saranno svolti avvalendosi anche delle
competenze del gruppo di lavoro costituitosi nell'ambito del progetto 100 Fontanili. Il
progetto, che ha la finalità di creare la connessione ecologica tra i Parchi del Ticino, Sud
Milano e l’Adda tramite un ampio intervento sistemico per la riqualificazione sostenibile e
duratura della rete dei fontanili, insiste in parte sullo stesso areale di Librarsi e quindi sarà di
notevole utilità incrociare i risultati dei due progetti e condividere le conoscenze
acquisite. Verrà quindi coinvolto nel processo di valutazione il "Tavolo dei fontanili",
attivato nel corso del 2012 e partecipato da una platea allargata di tutti gli attori
istituzionali portatori di interesse rispetto al tema della valorizzazione a sistema della rete
dei fontanili dell’area milanese, tra i quali il Comune di Milano, i Distretti agricoli in
provincia di Milano: Distretto Agricolo Milanese, Distretto Agricolo Valle Olona, Distretto
Agricolo delle 3 Acque di Milano, Legambiente Lombardia, LIPU, Comitato salvaguardia
Fontanili, Associazione Il Fontanile Rodano, Comitato fontanili e territorio, Consorzio del
Fiume Olona, Associazione 100 Cascine, Parco Agricolo Sud Milano.
!
Il capofila del progetto (Legambiente) svolgerà inoltre un’azione di coordinamento per
quanto riguarda la consegna dei rapporti finanziari comprendenti la rendicontazione
delle spese, secondo le tempistiche previste dal progetto. La valutazione finale, infine,
sarà affidata a esperti del tavolo 100 Fontanili al fine di garantire la piena attendibilità e
imparzialità.
5.
CRONOPROGRAMMA
Periodo di realizzazione delle azioni progettuali da Febbraio 2015 a settembre 2016 per un
totale di 20 mesi.
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Descrizione
2015
Azioni
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mar
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lug
2016
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
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lug
ago
set
1. studio conoscitivo
2. studio applicato
3. comunicazione e
partecipazione
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EQUIPE DI LAVORO
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Tiziano Cattaneo, Area Territorio - Legambiente Lombardia
[email protected]
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Marzio Marzorati, Legambiente Lombardia Onlus
[email protected]
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Simona Colombo, Legambiente Lombardia Onlus
[email protected]
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Francesca Neonato, PN Studio Milano [email protected]
Francesco Tomasinelli, PN Studio Milano [email protected]
Contributo di Laura Adele Maria Puatto, Provincia di Milano, settore agricoltura
Contributo di Stefano Gomarasca, Università Agraria Milano
SOSTENITORI DEL PROGETTO
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Parco regionale Ticino http://www.parcoticino.it
Comune Rosate http://www.comune.rosate.mi.it
Comune Cassinetta di Lugagnano http://www.comune.cassinettadilugagnano.mi.it
Comune di Gaggiano http://www.comune.gaggiano.mi.it
Comune di Zelo Surrigone http://www.comune.zelosurrigone.mi.it
Provincia di Milano http://www.provincia.milano.it
Distretto Neorurale delle Tre Acque di Milano - DINAMO http://
distrettoneorurale.wordpress.com
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Azienda Agricola Cascina Baroni (Abbiategrasso)
Azienda Agricola Cascina Frozzi (Vittuone)
Azienda Agricola Cascina Reverdini (Cisliano) http://www.laforestina.it
Azienda Agricola Cascina Madreterra (Abbiategrasso) https://www.facebook.com/
MadreterraSs
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Azienda Agricola Agrituristica Isola Maria (Albairate) http://www.isolamaria.com
Azienda Agricola Cascina Scanna (Cisliano) http://www.cascinascanna.it
Legambiente Arluno
Legambiente Cisliano
Legambiente Abbiategrasso http://www.legambienteabbiategrasso.org
Legambiente Vittuone https://www.facebook.com/pages/Legambiente-Vittuone/
1397656207164854
!
AREA DI INTERVENTO DEL PROGETTO
•
Comuni di: Cisliano, Abbiategrasso, Albairate, Bareggio, Cassinetta di Lugagnano, Cisliano,
Corbetta, Gaggiano, Gudo Visconti, Magenta, Morimondo, Ozzero, Robecco sul Naviglio,
Rosate, Sedriano, Vermezzo, Vittuone, Zelo Surrigone.
Un totale di 26.480 ettari di territorio oggetto dello Studio di Fattibilità.
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QUADRO NORMATIVO
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Accordi internazionali:
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Convenzione di Rio de Janeiro sulla diversità biologica, 1992
Unione Europea
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Direttiva 92/43/CEE "Habitat". Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e
della flora e della fauna selvatiche.
(integrata dalla sentenza della Corte di Giustizia UE 11/04/2013 art. 6)
Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, Conservazione dell'avifauna selvatica. (abroga la
Direttiva 79/409/CEE)
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Repubblica Italiana
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L.394/1991 Legge quadro sulle aree protette
L.157/1992 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il
prelievo venatorio
D.P.R.357/1997 e smi: Regolamento recante Attuazione alla Direttiva 92/43/CEE
relativa alla conservazione degli habitat naturali e flora e fauna selvatiche
D.M.3/09/2002 Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000
D.P.R.12/03/2003, N. 120 (G.U. N. 124 del 30/05/2003)
D.Lgs.42/04 Codice dei beni culturali e del paesaggio (G.U. 284 del 23/10/1997)
D.M.17/10/2007 Misure di conservazione per le ZPS e le ZSC
D.Lgs 228/2001 Orientamento e Modernizzazione del Sistema Agricolo
Regione Lombardia:
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L.R.86/1983 Piano regionale delle aree protette
L.R.26/1993 Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela
dell’equilibrio ambientale e disciplina venatoria
L.R.27/2004 Tutela e valorizzazione delle superficie, del paesaggio e dell’economia
forestale
L.R.12/2005 Governo del Territorio
L.R.16/2007 Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzioni di parchi
Regolamento Regionale n. 5/2007 Norme forestali regionali
L.R.17/2007 Modifiche alla LR n. 26/1993
L.R.12/2011 Nuova organizzazione degli Enti Gestori delle Aree Protette
D.C.R.276/2011 Piano Territoriale Regionale
D.G.R.7/14106/2003 Elenco dei proposti Siti di Importanza Comunitaria
D.G.R.7/19018/2004 Applicazione delle procedure di valutazione di incidenza per le
ZPS
D.G.R.8/1791/2006 Rete Europea Natura 2000, individuazione dei gestori di 40 ZPS e
delle misure di conservazione transitorie per le ZPS e definizione delle misure per
l’adozione e l’approvazione dei piani di gestione dei siti
D.G.R.8/3798/2006 Rete Natura 2000: modifiche ed integrazioni
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•
•
D.G.R.8/6238/2007 Piano Regionale delle Aree protette
D.G.R.8/10962/2009 Rete Ecologica Regionale
D.G.R.8/8515/2008 Rete Ecologica Regionale e Programma Territoriale degli Enti
Locali
L.R. 1/2007 Strumenti di Competitività per le Imprese e per il Territorio Lombardo
D.R.G.8/10085/2009 Requisiti per l'accreditamento dei Distretti Agricoli
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PTR Piano Territoriale Regionale
RER Rete Ecologica Regionale
PRAP Piano Regionale Aree Protette
PPR Piano Paesistico Regionale
PTC Piani Territoriali dei Parchi Regionali
PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
PIF Piano di Indirizzo Forestale
PFVP Piano Faunistico Venatorio Provinciale
Piano Ittico Provinciale
Piani d’Area Regionali per i Navigli
Linee Provinciali di Indirizzo per la pianificazione e la gestione dei PLIS
Contratti di Fiume
Protocollo Dorsale Verde Nord Milano
Piani di Gestione SIC e ZPS
PGT comunali
•
•
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STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
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(Grazie al contributo di Laura Adele Maria Puatto, Provincia di Milano, settore agricoltura)
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BIBLIOGRAFIA
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Biodiversità a Rischio a cura di Legambiente, maggio 2014 http://
www.legambiente.it/sites/default/files/docs/rapporto_biodiversita_2014.pdf
Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di
conservazione e trend. ISPRA http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/
rapporti/rapporto-194/Rapporto_2014_194.pdf
Studio sulla biodiversità degli ambienti terrestri nei Parchi del Ticino (2008) Giuseppe
Bogliani, Guido Trivellini, Sara De Angelis, Augsto Gentili, Stefano Maretti, Alessandro
Fantoni, Nicola Pilon, Stefano Basso, Massimiliano Lupi. http://eventi.parcoticino.it/
archivio/studi%20non%20pubblicati/Ricerca%20%20Biodiversità%20Parco%20TicinoRelazione%202008.pdf
Ambiente Italia (2012), Rapporto Annuale di Legambiente 2011. Il consumo di suolo
in Italia, Edizioni Ambiente.
Andrèn, H. (1994), Effects of habitat fragmentation on birds and mammals in
landscapes with different proportions of suitable habitat: a review. Oikos, 71:
355-366.
APAT – INU (2003), Gestione delle aree di collegamento ecologico funzionale.
Indirizzi e modalità operative per l'adeguamento degli strumenti di pianificazione
del territorio in funzione della costruzione di reti ecologiche a scala locale. Manuali
e linee guida 26/2003 APAT.
Battisti, C. (2004), Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche. Un
contributo teorico e metodologico con particolare riferimento alla fauna selvatica,
Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche agricole, ambientali e Protezione
civile.
Battisti C., Romano B. (2007), Frammentazione e connettività. Dall'analisi ecologica
alla pianificazione ambientale, CittàStudi Edizioni.
Bettinger P., Graetz D., Sessions J. (2005), A density-dependent stand-level
optimization approach for deriving management prescriptions for interior Northwest
(USA) landscapes, For. Ecol. Manage., 217: 171-186.
Bogliani G. Agapito Ludovici A. Arduino S. Brambilla M. Casale F. Crovetto M. G.,
Falco R. Siccardi P. Trivellini G. (2007). Aree prioritarie per la biodiversità nella
Pianura Padana lombarda. Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Regione
Lombardia, Milano.
CRCS - Centro di Ricerche sui Consumi di Suolo, DiAP Politecnico di Milano Legambiente - I.N.U. (2011), Rapporto 2010, INU Edizioni.
CRCS - Centro di Ricerche sui Consumi di Suolo, DiAP Politecnico di Milano Legambiente - I.N.U. (2012), Rapporto 2012, INU Edizioni.
CRCS - Centro di Ricerche sui Consumi di Suolo (2012), Terra! Conservare le
superfici, tutelare la risorsa: il suolo, un bene comune, Maggioli Editore.
CRCS - Centro di Ricerche sui Consumi di Suolo, DiAP Politecnico di Milano Legambiente - I.N.U. (2013), Nota CRCS sul consumo di suolo nei parchi lombardi.
Articolo online.
CRCS - Centro di Ricerche sui Consumi di Suolo, DiAP Politecnico di Milano Legambiente - I.N.U. (2013), Nota CRCS sul consumo di suolo per effetto delle
nuove infrastrutture lombarde. Articolo online.
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Dinetti M. (2000), Infrastrutture ecologiche. Il Verde Editoriale, Milano.
Franco D. (2000), Paesaggio, reti ecologiche ed agroforestazione. Il Verde
Editoriale, Milano.
Gussoni S. (a cura di) (2004), Provincia di Milano. Rete ecologia e fauna terrestre.
Studi e progetti, Quaderni del Piano Territoriale n. 23, Edizioni Guerini ed Associati,
Milano.
ONCS - Osservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo, DiAP Politecnico di Milano Legambiente – I.N.U. (2009), Primo rapporto nazionale sui consumi di suolo,
Maggioli Editore.
Provincia di Milano, Settore Pianificazione Territoriale e Programmazione delle
Infrastrutture (2003), Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Provincia di Monza e della Brianza, Settore Pianificazione Territoriale e Parchi (2011),
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Sartori, F. (a cura di) (1998), Bioindicatori ambientali, Fondazione Lombardia per
l’Ambiente.
Sutherland, W. L. (1996), Ecological census techniques: a handbook, Cambridge
University Press, Cambridge, UK.
Saunders D.A., Hobbs R.J., Margules C.R. (1991), Biological consequences of
ecosystem fragmentation: a review. Conserv. Biol., 5: 18-32.
Savard J.P.L. Clergeau P. Mennechez G. (2000), Biodiversity concepts and urban
ecosystems. Landscape and Urban Planning, 48 (3-4): 131-142.
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ORGANIZZAZIONI PARTECIPANTI
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SOGGETTO PROPONENTE, CAPOFILA
Legambiente Lombardia Onlus – http://lombardia.legambiente.it
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Legambiente è un'associazione di uomini e donne accomunati dalla passione per il
vivente e per l'ambiente, che si fa carico della complessità delle relazioni ecologiche,
economiche e sociali tra persone, comunità, territorio, risorse naturali. Nata nel 1980 a
Roma per porre riparo ai gravi problemi di inquinamento ambientale, sull'onda delle
prime mobilitazioni antinucleari e per diffondere una nuova cultura scientifica radicata
nell'amore per il vivente (Laura Conti), si è quindi subito diffusa in tutta Italia attraverso la
rete dei Circoli (1000 gruppi locali, 20 comitati regionali e più di 100.000 soci e socie), che
sono oggi il luogo privilegiato della partecipazione e dell'azione.
E' organizzazione riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente come associazione d'interesse
ambientale (Gazzetta Ufficiale n. 48, 27.02.1987), fa parte del Bureau Européen de
l'Environnement (B.E.E.), della International Union for Conservation of Nature (IUCN), della
CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi). Dal Congresso Nazionale
di Firenze del 19 dicembre 1999 è un'Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale
(Onlus).
!
Campagne e iniziative
Tra le iniziative più popolari di LEGAMBIENTE vi sono grandi campagne di informazione e
sensibilizzazione sui problemi dell'inquinamento: la Goletta Verde, il Treno Verde,
Operazione Fiumi, che ogni anno 'fotografano' lo stato di salute del mare italiano, la
qualità dell'aria e la rumorosità nelle città, le condizioni di inquinamento e
cementificazione dei fiumi; Mal'aria, la campagna delle lenzuola antismog stese dai
cittadini alle finestre e ai balconi per misurare i veleni presenti nell'aria ed esprimere la
rivolta del 'popolo inquinato'.
LEGAMBIENTE promuove anche grandi appuntamenti di volontariato ambientale che
coinvolgono ogni anno centinaia di persone (Clean up the world/Puliamo il Mondo
l'ultima domenica di settembre, Spiagge Pulite, l'ultima domenica di maggio, i campi
estivi di studio e recupero ambientale) ed è fortemente impegnata per diffondere
l'educazione ambientale nelle scuole e nella società (sono migliaia le Classi per
l'Ambiente che aderiscono all'associazione e molte centinaia gli insegnanti che
collaborano attivamente in programmi didattici, educativi e formativi). Di primaria
importanza inoltre le iniziative volte alla tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e
culturale italiano: Salvalarte e Voler Bene all'Italia.
!
Le attività in Lombardia
I 110 Circoli della Lombardia sono coordinati da un ufficio regionale che ha sede a
Milano. Ogni Circolo ha un'origine specifica legata sovente alle contraddizioni di quel
territorio, realizza attività locali e di promozione delle campagne regionali e nazionali
dell'associazione. A livello regionale esistono gruppi di lavoro che si occupano di singoli
temi di attualità politico ambientali. Dal Congresso Straordinario di Milano (13 giugno 1998
Ufficio del registro Atti Privati Milano n. 011555 serie 3A del 3.7.1998), in conformità al D.
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Lgs. 460/97, Legambiente Lombardia è un'Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale
(Onlus).
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Le principali attività di Legambiente Lombardia, che coinvolgono molte e diverse risorse
sia umane che economiche, vengono svolte in tanti luoghi quanti sono i Circoli e i
comitati locali. L'origine di Legambiente è strettamente collegata alla lotta contro
l'INQUINAMENTO INDUSTRIALE, anche oggi il nostro impegno in regione è legato alle zone
contaminate e alle fonti di emissione. Realizziamo misurazioni dell'aria e del rumore in
ambiente urbano anche attraverso il Treno Verde. Realizziamo corsi e iniziative sul
compostaggio domestico, siamo impegnati a favore di un'agricoltura più compatibile e
meno dipendente da apporti chimici ed energetici. L'attenzione al problema dei RIFIUTI è
per Legambiente un'opportunità per modificare il comportamento e le scelte di consumo
dei cittadini e delle Pubbliche Amministrazioni. Ci prendiamo cura del TERRITORIO e dei
PARCHI attraverso iniziative e manifestazioni in favore delle aree protette lombarde, dalla
cintura verde di Milano all'intero arco alpino (CAROVANA DELLE ALPI), ai grandi laghi
(GOLETTA LAGHI) e fiumi (OPERAZIONE FIUMI). Sosteniamo le azioni locali contro le
speculazioni immobiliari. Piantiamo boschi e gestiamo aree naturali attraverso il sistemaprogetto dei CUSTODI DEL TERRITORIO. Abbiamo steso al sole e allo smog 10.000 lenzuola
di "malaria"; realizzato manifestazioni in bicicletta a sostegno dei mezzi pubblici. La
SCUOLA E LA FORMAZIONE sono obiettivi privilegiati di lavoro attraverso diverse e creative
attività realizzate con il coinvolgimento delle comunità scolastiche. La SOLIDARIETA' è alle
origini del nostro impegno ambientalista. Abbiamo sviluppato competenze ed esperienza
nel coinvolgimento dei singoli cittadini nella tutela e valorizzazione del territorio,
promuovendo forme di cittadinanza attiva e diffondendo buone pratiche di stili di vita
sostenibili: VIVI CON STILE.
!
Legambiente Lombardia è impegnata particolarmente ad affrontare la tematica
ACQUA, con campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e ai gestori dei locali come
Imbrocchiamola! (nata da un’idea di Altreconomia) che con progetti rivolti alla
cittadinanza e alle scuole come Acqua in Brocca, Milano da Bere (realizzati insieme
all'Università Bicocca), AcquaMente, Foto d’Acqua (in collaborazione con Fondazione
Idra), nonché con la realizzazione di documentari dedicati a fiumi come l'Olona e il
Lambro, proiettati all'interno di centinaia di iniziative pubbliche concepite per indurre
discussione sui temi dell'inquinamento delle risorse idriche. Caposaldo dell'impegno di
Legambiente in Lombardia è inoltre il tema del SUOLO e del suo consumo, a cui
l'associazione ha dedicato molte iniziative di approfondimento, convegni, ha redatto una
proposta di legge di iniziativa popolare, ha istituito (insieme all'Istituto Nazionale di
Urbanistica) il Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo, presso il Politecnico di Milano.
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PARTNER
Comune di Cisliano - http://www.comune.cisliano.mi.it
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Il Comune di Cisliano ha una popolazione di 4.472 abitanti e
una superficie di 14,73 Km2 (densità 303,6). Cisliano fu un
antico fondo dell'illustre gens romana Caecilia. Un Cecilio, o
un ex-schiavo di Cecilio, lasciò infatti il nome a queste terre. Il
paese appare per la prima volta in un documento dell'8
maggio 742: si tratta di un atto di donazione fatta da un
certo Teoperto di Briascono alla basilica di Sant’Ambrogio a
Milano di una casa situata nel luogo dove soleva abitare. A
firmare l'atto di donazione come testimoni vi è tra l'altro un
certo Fortino, nobile, figlio del fu Todone de Ceciliano. Il paese era detto dunque
Ceciliano, aggettivo derivante dal nome romano Cecilius. In un altro documento
conservato nell'archivio del Capitolo di S. Ambrogio di Milano, documento del 1038, è
nominato anche un tale Andrea de loco Cixliano. Finalmente in un atto di vendita dell'11
febbraio 1081 si parla di un Vinifredo figlio del fu Rolando de loco Cixliano. Cisliano non fu
incluso nel Ducato e nel Comitato della Burgaria, nell'epoca longobarda, ma fu
compreso nel pago di Corbetta, pago assai esteso su cui si adagiò quella pieve, la
seconda per estensione nella diocesi di Milano.
Nella seconda metà del XII secolo, il paese rimase coinvolto
in una controversia giudiziaria sul diritto di celebrare la messa
nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita che sorgeva in loco
tra il parroco di Cisliano e il monastero milanese di San
Vittore al Corpo, il quale infine riuscì a farsi assegnare i diritti
sulla chiesa. Nel 1570 il borgo venne visitato da San Carlo
Borromeo che fece una relazione sull'abitato in occasione di
una sua visita pastorale, mentre nel corso dei Seicento il
borgo venne acquisito come feudo da Raffaele Fagnani
che ne detenne la proprietà per cinquant'anni, quando poi
passò al monastero della Certosa di Pavia.
Nel 1870 furono aggregati a Cisliano i comuni di Bestazzo e San Pietro Bestazzo.
!
La fondazione del complesso su cui oggi sorge la Cascina Scanna, risale al IV secolo ed è
stato comprovato da ritrovamenti archeologici costituiti da necropoli. Malgrado questo,
le strutture presenti sul complesso rurale risalgono tutte al XVI secolo e si riferiscono in
particolare al palazzo padronale (contraddistinto da un interessante portone a bugnato)
e all’Oratorio di San Bernardo, contraddistinto da una splendida torre campanaria visibile
da grande distanza e ricordata assieme al complesso da San Carlo Borromeo in una delle
proprie visite pastorali nell'area del cislianese.
La struttura, tuttora incredibilmente isolata dal resto del paese, era però autosufficiente,
favorita in questo dalle grandi estensioni di terreni agricoli, ricchi anche di fontanili (per la
precisione cinque) che scorrevano lungo le proprietà della cascina.
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Librarsi
Attualmente questa struttura accoglie una discreta
popolazione di individui e costituisce località del comune di
Cisliano.
!
Nel Comune di Cisliano, sono molte le associazioni che
animano la vita del paese, svolgendo attività di
intrattenimento culturale e sportivo, di salvaguardia
ambientale e di volontariato.
•
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Terza settimana di giugno: Sagra di S. Giovanni
15 agosto: Sagra dell'Assunta (frazione Bestazzo)
Il mercato ha luogo ogni venerdì
Prima domenica di settembre: festa delle associazioni
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PARTNER
Comune di Abbiategrasso - http://www.comune.abbiategrasso.mi.it
!
Abbiategrasso ha una popolazione di 31.325 persone per
una superficie totale di 47,10 Km2, il sue territorio è
all’interno del Parco regionale del Ticino. Il comune è
situato nella pianura a sinistra del fiume Ticino, nel punto
in cui il Naviglio Grande, proveniente da nord, piega in
direzione est verso la Darsena milanese e da' origine al
Naviglio di Bereguardo che prosegue in direzione sud.
Abbiategrasso è una cittadina di indubbio fascino, ricca
di edifici storici e circondata da una cintura verde nella
quale si conservano bellezze naturalistiche, inserite nello splendido sfondo del Parco del
Ticino, e bellezze rurali come cascine e molini, che a pochi chilometri dal centro cittadino
permangono come testimonianza della realtà agricola alla quale Abbiategrasso è stato
ed è tuttora estremamente legato.
!
Un giro per la città, a piedi o in bicicletta, permette di ammirare il celebre castello
Visconteo e, seguendo Corso Matteotti, di raggiungere il centro storico dove, a poca
distanza l’uno dall’altro, si trovano edifici quali Palazzo Cattaneo del XVII secolo, la
quattrocentesca Casa Pianca Albini e la celeberrima Pia Casa degli Incurabili, nota
anche come Istituto Golgi, dal nome famoso medico che proprio in questo luogo compì
gli studi che lo porteranno, negli anni successivi, a vincere il Premio Nobel. Seguendo
Corso San Martino si raggiunge il quartiere di Santa Maria, dove si trovano la Chiesa di
Santa Maria Vecchia e Casa Orsini di Roma, il cui nucleo originario quattrocentesco si
alterna all’ala neoclassica rifatta durante il XVIII secolo. Assolutamente da non perdere è
la Basilica di Santa Maria Nuova, che rappresenta la testimonianza storico culturale più
importante dell’intera città.
!
Anche all’esterno della città troviamo punti di grande interesse turistico: l’ex Convento
dell’Annunciata, a nord lungo il viale Papa Paolo VI, e la località Castelletto, ubicata
all’incrocio dei due navigli, nella quale si possono incontrare il Palazzo Cittadini Stampa e
le ville di Viale Mazzini, un tempo roggia che collegava i navigli alla fossa viscontea, oggi
trafficata via di raccordo.
!
Il quattrocentesco Convento dell'Annunciata, restaurato nel 2006. Voluto da Galeazzo
Mari Sforza a seguito di un voto formulato nel 1446 per essere miracolosamente scampato
a un agguato militare, venne destinato all'ordine religioso dei Minori Osservanti,
particolarmente caro alla madre Bianca Maria. Dopo la
soppressione del 1810 per due secoli la chiesa ha subito
consistenti trasformazioni: da ospedale a deposito a
fabbrica ad abitazione nel '97 con gravi problemi igienici,
sociali e conservativi. Poi nel 2003 la sottoscrizione da
parte delle amministrazioni comunali, provinciali e
regionali, dell'Università degli Studi di Milano e
dell'Agenzia del Demanio di un accordo di programma
per il restauro e il recupero dell'edificio - condotto da
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Pinin Brambilla Barcilon - che ha portato ad una
sorprendente scoperta: il ritrovamento di un intero ciclo di
affreschi sulle pareti dell'abside della chiesa con le Storie
della Vergine, datato 1519 e firmato dal pittore caravaggino
Nicola Mangone detto il Moietta, noto nell'ambito dei
leonardeschi, e degli affreschi delle pareti e della volta del
refettorio.
!
Nel comune si denotano attività legate a tutti i settori
produttivi: primario (cerealicultura, con particolare prevalenza per riso e mais), secondario
(industrie alimentari, tessili, meccaniche ed elettroniche di una certa notorietà vi hanno
stabilimenti o sedi) e terziario.
Solo il 16% del territorio comunale è urbanizzato o urbanizzabile, mentre l'84% può essere
sfruttabile dall'attività agricola.
È il più importante centro agricolo-industriale a Sud-Ovest di Milano da cui dista 23
chilometri. Il territorio abbiatense giunge fino alle sponde del fiume Ticino ed è
attraversato dai Navigli, canali costruiti per collegare il fiume con il capoluogo.
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PARTNER
Comune Albairate - http://www.comune.albairate.mi.it
!
Città in Provincia di Milano con 4.654 abitanti, una densità
per chilometro quadrato di 311 abitanti. La superficie è di
14.96 Km2. Il Comune è parte del Parco Agricolo Sud
Milano.
Le terre sulle quali oggi sorge il Comune di Albairate erano
abitate fin dall’età del bronzo, come documentato dai
reperti archeologici ora conservati nel Museo di Corbetta e
ritrovati presso la Cascina Scamozzina. Altri reperti di
epoche successive testimoniano la colonizzazione delle
terre da parte dei Romani, e quindi l’insediamento di una comunità cristiana, alla quale
sono da attribuirsi i rinvenimenti di resti di una necropoli. Vi sono dunque tracce di
insediamenti che nel corso dei secoli hanno visto la creazione di un piccolo villaggio
prima e di fortificazioni medioevali poi. A partire dall’XI secolo la storia di Albairate è
documentata principalmente grazie alla presenza sul territorio del monastero di San
Vittore al Corpo di Milano. I monaci acquisirono nel corso dei secoli diverse proprietà fino
a possedere quasi un terzo dell’intero paese. Agli inizi del XIX secolo però le loro terre e i
loro beni furono confiscati durante la dominazione napoleonica. Nei secoli successivi,
come documento dalle cartografie storiche, lo sviluppo di Albairate si concentrò lungo
l’asse nord-sud, ossia lungo la strada che da Corbetta conduce in direzione di
Abbiategrasso. Tale sviluppo fu tuttavia abbastanza contenuto e il suo centro storico ha
conservato le caratteristiche architettoniche originarie, con strette vie delimitate da case
di corte, che ancora oggi si possono ammirare passeggiando per il paese.
!
La Festa di San Giorgio si svolge il 23 aprile e fu introdotta da un discendente longobardo
per celebrare il Santo Patrono del paese.
Oltre alla celebrazione religiosa la festa aveva anche una valenza particolare: cadeva
infatti in concomitanza con l’apertura del nuovo anno caseario, determinato dal rinnovo
del contratto di vendita fra fittabili e lattai.
Anticamente, durante la S. Messa celebrata con rito solenne dal Parroco insieme a
Sacerdoti di altre parrocchie, veniva bruciato in onore di San Giorgio il Balòn, (un pallone
in ovatta che era appeso alla navata centrale, decorato con palme simboleggianti il
martirio). Nel pomeriggio si celebrava la processione con lo stendardo del Santo per tutte
le vie del paese e alla sera si concludeva con una cena a base di panna e pan mein.
Al giorno d’oggi la Festa di San Giorgio rappresenta principalmente un momento di
aggregazione di paese, con la S. Messa celebrata in onore del Santo e una fiera che
coinvolge tutto il paese con l’esposizione e la vendita di prodotti agricoli locali.
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Comune Vittuone - http://www.comune.vittuone.mi.it
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Città in Provincia di Milano con 9,082 abitanti (31-12-201),
una densità per chilometro quadrato di 1.521 abitanti. La
superficie è di 5,97 Km2. Il Comune è parte del Parco
Agricolo Sud Milano.
Vittuone era un villaggio già esistente in epoca romana e
forse di probabili origini gallico - celtiche. Le prime
scoperte testimonianti un primordiale insediamento
romano risalgono al 1868 quando il Nobile Giovanni Venini
ritrovò nel parco della sua villa di campagna sita in centro
al paese alcune ceneri ed ossa provenienti da urna cinerarie, accompagnate da cimeli
in bronzo. Nel 1902, presso la cascina Resta vennero ritrovate monete che portavano
effigi del I e del II secolo d.C. e un vaso antropomorfo (1907). Per tale motivo questi
ritrovamenti possono far supporre che Vittuone fu un castrum di rinforzo alle legioni del
Ticino o più facilmente un pagus (villaggio minore) della vicina Corbetta. Nel primo
periodo medioevale l'inesistenza di una ricca documentazione ufficiale non consente di
tracciare un quadro storico sintetico ben preciso. Il borgo già nel medioevo aveva una
certa importanza, in quanto Goffredo da Bussero, già alla fine del XIII secolo, cita la
chiesa di San Martino a Vittuono, e dall'archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di
Milano si sa che questa possedette dei beni nel comune, nel periodo compreso tra il 1347
e il 1486. Dati certi si hanno nel 1311 quando un vittuonese fu rettore a Milano e partecipò
con Marco Visconti, altri rettori e trecento uomini a cavallo all'attacco della casa
dell'arcivescovo Cassono della Torre per intimargli l'esilio. Da una cronaca del Besta
intitolata "Fior dei Fiori" apprendiamo che tra i capitani delle porte della città di Milano vi
erano alcuni uomini d'arme scelti tra la nobiltà campagnola: per la porta Ticinese fu
Giovanni da Vittuone. Nel XVI secolo il nucleo di Vittuone era particolarmente compatto
ed articolato essenzialmente attorno a pochi corti, gravitanti a loro volta attorno alle ville
principali. Al posto dell'attuale chiesa si trovava l'oratorio intitolato ai santi Nazario e Celso
con retrostante giardino, mentre la chiesa sorgeva fuori dal paese, lungo la strada che
portava a Novara (demolita negli anni 1975 circa). Presso di questa si trovava un cimitero
visitato da san Carlo Borromeo in occasione della sua visita al paese dell'8 aprile del 1570.
Durante tutto il Settecento, Vittuone si arricchì di edifici e strutture prevalentemente adibiti
ad uso agricolo: da segnalare la visita dell'allora Duchessa di Milano, Maria Teresa
d'Asburgo nel 1737. All'epoca napoleonica risale invece l'impianto dell'attuale cimitero,
costruito sulla base dell'Editto di Saint-Cloud e allorquando il comune era stato
temporaneamente fuso con Sedriano. Alla restaurazione austriaca si deve invece la
costruzione di nuove strade di collegamento con il vercellese e la realizzazione della
nuova tratta ferroviaria che segnerà profondamente la futura economia del paese.
Durante l'Ottocento il paese non progredì in grandezza rispetto al passato, ad eccezione
di due importanti realizzazioni: la costruzione della cascina S.Carlo appartenuta ai Resta e
la costruzione nel 1848 dell'attuale chiesa parrocchiale su progetto dell'architetto
Giacomo Moraglia al posto del vecchio oratorio. La precedente chiesa parrocchiale,
infatti, si trovava in prossimità del cimitero, presso la Cascina Parrocchiale (o Garascia
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oggi demolita) cioè in una zona piuttosto periferica del paese e per questo motivo venne
portata più in centro. Verso la fine del XIX secolo viene costruito l'attuale asilo comunale
intitolato al nobile Giovanni Venini, suo fondatore.
Il Novecento segna la rinascita economica di Vittuone con l'apertura delle prime grandi
industrie, nate dalla presenza dei numerosi lavoratori grazie alla vicinanza della tratta
ferroviaria Milano-Torino. Al 1937 risale la costruzione della scuola elementare del paese,
ancora oggi attiva. Gli interventi urbanistici del secondo dopoguerra hanno cancellato
alcuni retaggi urbanistici del passato, come ad esempio un complesso di abitazioni
ottocentesche affacciate sulla piazza principale della città. Dopo una parentesi durante
la quale si è cercato di porre freno alle speculazioni edilizie negli ultimi 10 anni si è ripreso
a costruire massivamente; circa l' 80% delle aree non coperte da vincoli sono oggi
edificate, e ci si avvia ad costruire sul cosiddetto "Bosco del
Bacin" un'area boschiva di 220.000 metri quadrati posta
nella parte nord orientale del paese. Purtroppo questa
importante aree è stata oggetto di un intervento di
insediamo produttivo che ha definitivamente cancellato il
suo valore ambientale. Una piccola porzione di bosco è
rimasta grazie a una presa di posizione degli ambientalisti
locali e a un accordo trovato con la proprietà ma il valore
di paesaggio che il Bosco aveva è stato definitivamente
cancellato.
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Milano, 13 giugno 2014
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