Nuovo Abitare - Associazione Mediterraneo
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Nuovo Abitare - Associazione Mediterraneo
Nuovo Abitare Nuovo Abitare gennaio-agosto 2007 24 SALUTE = STARE INSIEME Tra gioco, avventura e integrazione Note sull’attività estrattiva in provincia di Livorno - La terapia Gerson (Recensione) - Il Gregoriano musica dell’anima (Cultura) - Un cerchio di conoscenza e di comunicazione (Esperienze di viaggio) - Norvegia 2007 (Viaggi) - Due passi con uno psicotico (Esperienze di vita) - Inferno d’autore - Psicofarmaci = droghe? (Approfondimenti) - La mia anima (Racconto) - Verso un dolce lavoro (Progetti) - Balemare. Intervista al biologo marino Carlo Trombetti (Progetti) - Finalmente una casa famiglia all’Elba - Sicurezza in mare Nuovo Abitare Periodico di informazione e cultura promosso dal D.S.M. della provincia di Livorno e realizzato dall’Associazione Mediterraneo anno 9° numero 24 Registrazione n.665 del 13-12-1999 presso il tribunale di Livorno Direttore scientifico: Mario Serrano In questo numero Livorno 9 Note sull’attività estrattiva in provincia di Livorno (a cura di Riccardo Dani) Direttore responsabile: Marco Ceccarini 12 La terapia Gerson (a cura di Mauro Papale) Gruppo redazione Livorno: 15 Il Gregoriano musica dell’anima (a cura di Flavia Iacoponi) Paolo Pini, Pietro Di Vita, Alessandro Bocchero, Franca Izzo, Benedetta Aprea, Carlo Salvadorini, Mauro Papale, Alessandro Arrighetti, Luca Bientinesi, Riccardo Cremoni, Riccardo Dani. Gruppo redazione Elba: RosellaFascetti, Francesco Giannuzzi, Antonella Scotti, Ezio Luperini, Salvatore Fodde. Gruppo redazione Piombino: Claudio Iroide, Valeria Tucci, Giuseppe Galante, Alfredo Cramer, Loredana Ioime. 17 Un cerchio di conoscenza e di comunicazione (a cura di Pietro Di Vita - Luca Bientinesi) 18 Norvegia 2007 (a cura di Pietro Di Vita) 21 Due passi con uno psicotico (di Riccardo Cremoni) 22 Inferno d’autore (a cura di Stefano Viale) Gruppo redazione Rosignano: 24 Psicofarmaci = droghe? (a cura di Carlo Salvadorini) Beatrice Santucci, Francesca Berghi, Stefano Bigazzi, Mariarita Acquilini. 15 La mia anima (di Carlo Salvadorini) Piombino Progetto grafico: Diego Cerina Impaginazione ed editing: Benedetta Aprea Fotografia: Pietro Di Vita Realizzato nell’ambito del Progetto “Interreg” finanziato dal FSE e patrocinato dalla Regione Toscana. Stampato dalla ASL 6 di Livorno. Sede: Associazione Mediterraneo via del Mare 84 57100 Livorno tel. 0586/500219-500427 fax. 0586/500219 [email protected] 10 Verso un dolce lavoro (a cura di Giuseppe Galante - Loredana Ioime) Isola d’Elba 4 Balemare. Intervista al biologo marino (a cura di Salvatore Fodde - Ezio Luperini) 5 Finalmente una casa famiglia all’Elba (a cura della redazione Elba) 7 Sicurezza in mare (a cura della redazione Elba) L’angolo dei poeti 28 Poesie e pensieri di...versi (di Stefano Bigazzi) 2 Nuovo Abitare Editoriale FRANCA IZZO Tra gioco, avventura DIRITTI E DOVERI E’ importante dare a noi stessi tutto ciò di cui abbiamo bisogno, essere estroversi ed esprimerci a piacere, è un diritto sacrosanto ma è altrettanto vero che tutto quello che ci concediamo può limitare il nostro prossimo; un bel problema? Eppure una soluzione c’è se ognuno pensa prima a se stesso e poi al suo prossimo. Cosa intendo dire? E’ il caro e vecchio proverbio: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.” Ciò che mi piace fare infastidisce qualcuno? Prima di pensare che quel qualcuno è un fastidioso chiedersi che effetto farebbe a noi subire quella data cosa. Purtroppo il mondo c’impone i paraocchi, ci fa vedere una meta e ci dice di andare dritto a quella senza rispettare chi incontriamo lungo il cammino e a prendersi ciò che ci serve. Ma un occhio ogni tanto a chi ci sta accanto per dargli rispetto non può far altro che bene a noi più che al prossimo. e integrazione Quanto tempo è che non scrivevo, pur lavorandoci, sulla mia rivista ed ora mi viene proposto di fare l’editoriale. Ma? Io non so se ne sarò capace, non l’ho mai fatto. Dovrei parlare d’integrazione, di inclusione sociale e stili di vita, tutte cose che faccio con la mia associazione ma un conto è fare delle cose insieme e un altro scrivere. Per me è difficile perché non mi piace parlare, ma come si può fare inclusione sociale senza parlare direte voi, beh! Io ascolto, ascolto e collaboro nelle varie azioni. All’interno della rivista troverete articoli su alcuni dei nostri progetti in attuazione, tipo Balemare, dove c’è una bella integrazione tra alcuni studenti dell’istituto Nautico Cappellini di Livorno, utenti del servizio della salute mentale, ricercatori della Specola di Firenze, guida ambientale e skipper, messi insieme per un unico scopo, avvistare cetacei in vari periodi dell’anno. Un altro mezzo che noi usiamo per fare integrazione ed inclusione sociale è Nuovo Abitare, la nostra rivista che è molto cresciuta nei vari anni e non è più il vecchio bollettino dei centri di salute mentale ma un mezzo per conoscere e farci conoscere dove scrivono anche ragazzi delle scuole superiori che vengono coinvolte nelle nostre attività. Ci piace rapportarci con gli studenti perché con loro possiamo fare prevenzione e cultura sui corretti stili di vita per salvaguardare e tutelare la salute mentale. Con i ragazzi c’è a volte un po’ di timore perché non ci conoscono e sono curiosi al tempo stesso, ma è li che lavoriamo per abbattere certi stereotipi di stigma e pregiudizio che a volte, sembrerà assurdo, sono forti anche in noi. L’ultimo nostro impegno con i ragazzi delle scuole a cui ho partecipato è stata una gita di cinque giorni in Capraia, trekking e barca, con una quarta del Liceo Pedagogico Niccolini Palli di Livorno. C’è stata inizialmente una divisione dei gruppi per le camere perché i ragazzi volevano stare assieme, forse più per gioco che per pregiudizio ma durante i percorsi a piedi alla scoperta dei profumi dell’isola e dei nidi arroccati dei gabbiani l’integrazione è riuscita, soprattutto in barca, spazio limitatissimo, dieci posti ed eravamo in diciotto, peggio dei profughi, quando avvistato un branco di delfini ci siamo messi tutti alla caccia coi telefonini alla ricerca della foto più bella. Ma i giocosi delfini erano molto dispettosi, pronti per lo scatto non emergevano mai, oppure si spostavano velocemente ogni volta che li raggiungevamo. Tante risa, tanto sole e tardi per la cena. 3 Nuovo Abitare Progetti A CURA DI SALVATORE FODDE E EZIO LUPERINI Balemare Intervista al biologo marino Carlo Trombetti Come è nato il progetto Balemare? E’ nato durante un piacevole incontro tra me e Paolo Pini. Ci stavamo recando in Capraia a vela durante una crociera educativa con un gruppo di sei giovani toscani. Stavamo parlando delle nostre attività : io mi occupo di ambiente e cetacei, Paolo di associazioni e progetti di inclusione sociale. Il piacere di navigare insieme si è subito trasformato nel desiderio di continuare a collaborare. Già durante la traversata abbiamo iniziato a pensare al progetto: volevamo fare qualcosa che unisse in un’unica attività il mondo della scuola, quello del disagio mentale ed il mondo del sapere scientifico. Balemare è appunto l’interazione di questi diversi mondi. Si tratta di tre campagne di avvistamento cetacei della durata di otto giorni. Le campagne si realizzano nel tratto di mare tra l’Elba, la Capraia e la Corsica utilizzando l’imbarcazione a vela Primadonna. La finalità è l’avvistamento ed il fotocensimento dei cetacei. L’euipaggio è composto da due ricercatori, due giovani studenti dell’istituto nautico di Livorno e da due membri delle associazioni di salute mentale provinciali. Come è andata la prima campagna realizzata nel mese di marzo? E’ andata benino. Abbiamo incontrato un po’ di cetacei che abbiamo fotografato ma abbiamo pure trovato un po’ di mare agitato che ci ha costretto a rimanere in porto per alcuni giorni. Abbiamo la speranza di recuperare in quanto ci sono ancora due campagne da svolgere: una dal 4 all’11 giugno e l’altra nella seconda metà di settembre. Come mai l’arcipelago toscano è una zona di interesse? Nell’arcipelago toscano ci sono sicuramente popolazioni residenti di tursiopi e probabilmente anche di stenella striata. Il tursiope è il delfino classico da delfinario, la stenella è un po’ più piccola ed è molto diffusa nel mediterra- Isola d’Elba neo. Hanno comportamenti diversi: il primo sta soprattutto sottocosta, il secondo in mare aperto. Interessa quindi studiare le popolazioni residenti è quelle che invece transitano per recarsi nel mar ligure. Che tipo di ricerche vengono svolte? Nell’arcipelago toscano che fa parte del santuario dei cetacei vengono condotte diverse ricerche. Oltre a quelle condotte dalla Specola di Firenze con Balemare, l’Università di Siena studia problematiche di ecotossicologia, l’Università di Genova svolge ricerche a largo spettro e in più ci sono attività di singoli ricercatori. In futuro l’attività di ricerca sarà coordinata dall’osservatorio Cetacei. L’osservatorio avrà sede a Forte Focardo a Capoliveri. Chi è stato interessato a promuovere il Santuario dei Cetacei del quale l’arcipelago toscano fa parte? Diversi soggetti… c’è stato un movimento di base di varie associazioni ambientaliste mosse dall’esigenza di tutelare i cetacei nel mediterraneo, un mare fortemente stressato dalla presenza dell’uomo. L’idea del santuario è stata poi accolta dal Principato di Monaco e dalla Francia. 4 Nuovo Abitare A CURA DELLA REDAZIONE ELBA Finalmente una casa famiglia all’Elba Una villa dei primi del novecento ubicata lungo la provinciale che collega Portoferraio e Bagnaia, in località Magazzini , circondata da una siepe ed un giardino immenso destinato a pineta . All’ingresso un immenso cancello verde ed un cartello dipinto a mano mi indica: “Villa Gramante”. Quali sono gli scopi della casa -famiglia? Lo scopo è quello di offrire agli ospiti un percorso riabilitativo sociale finalizzato all’autonomia personale, come ad esempio la cura dell’igiene personale, il mantenimento pulito dell’ambiente, la gestione del denaro. Ma non solo.Sono molti gli obbiettivi che l’ospite deve raggiungere come quello che è in primo piano l’autonomia nella cura del sé, in secondo piano l’ integrazione sociale al fine di raggiungere un recupero anche nel mondo del lavoro e di costruire una rete territoriale con altri enti con lo scopo di creare opportunità di scambio e di comunicazione con entità ben distinte, ma che comunque poi insieme convergono verso un azione sociale al fine di evitare l’emarginazione dell’individuo. Dopo un percorso riabilitativo ha l’opportunità di essere reinserito nella società con un progetto di vita come ad esempio una casa, un lavoro e l’impiego del tempo libero. Dove è nata l’idea di aprire una casa famiglia? Più che idea era un’esigenza per il territorio elbano, pertanto la interpretiamo come una conquista. Ma non è stato un percorso semplice, ha comportato molti sacrifici ed è stato un servizio lungamente atteso,ma con il passare del tempo ha dato anche molte soddisfazioni. Lo scorso anno durante la cerimonia d’inaugurazione il Presidente dell’associazione dei familiari ha utilizzato la metafora del traghetto atteso al molo, il cui attracco è stato tanto annunciato quanto continuamente rimandato, tanto che, la nave è arrivata! L’apertura della casa famiglia, voluta fortemente dai familiari in collaborazione con il servizio di salute mentale , ha lo scopo di avere i propri parenti ricoverati qui all’Elba. Fino all’anno passato gli utenti vivevano in strutture con sede fuori Elba creando così forti disagi hai familiari. Quanti sono gli utenti ? Al momento gli utenti sono dieci.Ogni utente ha un proprio percorso specifico come ad esempio una nostra ospite al momento trascorre la settimana con ore giornaliere nella propria abitazione con il sostegno di un operatore, e durante la notte viene a dormire in questa sede. Da quanto tempo è aperta la casa.-famiglia? La struttura è aperta dal 16 di maggio del 2005 , ma il nastro è stato tagliato il 15 di luglio. Perché si chiama villa Gramante? E un nome molto sentito dal gruppo che ci vive, Gramante non è un personaggio storico ma ogni sillaba è un iniziale del nome degli ospiti, si voleva trovare qualcosa di originale,soprattutto che fosse sentito da loro, perché questa è in realtà è la loro casa. 5 Nuovo Abitare Canzone Unamorenatoalmare Come siete organizzati? Siamo organizzati su due appartamenti con modalità diverse anche nell’esecuzione degli interventi. Due appartamenti nella medesima casa, nello stesso piano con interventi specifici ma che a volte sono programmati congiuntamente con alcuni laboratori dove la figura dell’operatore è presente solo nelle ore giornaliere. Passando al piano di sopra è composto da sei posti letto , una cucina , sala per la tv, ed un bel terrazzo per le piccole ore di svago. Su questo piano la presenza dell’operatore è di ventiquattrore su ventiquattro. Unamorenatoalmarefrasabbiadorataconchigliee coralli Quest’amorenatoalmareèun’amoredaincorniciare Passeggiandosullarivadelmaremanonellamano Trastellemarinegiocanoleombredeicapelliad Incastonarsi El’invernoadinventarsicorseconleondecolorate Daicupiriflessidelsolechestà Pertramontare Come si svolge una giornata tipo? Unamorenato……………… La giornata tipo si svolge come qualsiasi giornata a casa nostra, la mattina ci si alza, ci si lava, si fa colazione, ci si organizza sulle cose da fare, come ad esempio andare a fare la spesa,comprare il giornale e c’è anche una serie di attività quotidiane, come pulire la casa, l’ambiente e il giardino e poi si passa ai laboratori strutturati che abbiamo durante la settimana. Ogni giorno abbiamo un laboratorio, due volte a settimana agricoltura che viene svolto in un terreno a S. Giovanni in collaborazione con i ragazzi del Centro diurno Bauhaus e poi il martedì pomeriggio laboratorio di biodanza e abbiamo terminato da poco il laboratorio di cuoio: Naturalmente le attività cambiano con le stagioni e ora in estate abbiamo programmato delle uscite al mare. Il laboratorio di cucina si chiama così perché non è solo la preparazione del pasto; c’è un inizio uno sviluppo le varie fasi da seguire, per poi arrivare al prodotto finito,condivisa logicamente con tutti gli altri ospiti. Ognuno ha un suo orario,le attività vengono svolte in base a dei giorni ed è importante appunto che chi fa il laboratorio di cucina o giardinaggio non lo fa solo per se stesso ma anche per gli altri Eritornareconlafantasiaquandoqualchemetropiùinla Tituffavinelleacquesmeraldotragiglidimare Eilguizzodiunpescechesfumanelmare Unamorenato……………………. Aquest’amoreormaimioaggiungoilricordodiuna fotografia Sullosfondocielomareegabbianiintentiavolare Eroccedairiflessidibrillanti Eacquadalcoloretrasparente Ealghepertappetovariopinto Esabbiadaicontorniaffascinanti Unamorenato…………………. Accordi:mi+la+re+si+solb(Salvatore Fodde) Quali sono le figure professionali che vi lavorano? Le figure professionali sono diverse, abbiamo operatori professionali, operatori sociosanitari, che sono le figure più importanti e per i vari laboratori abbiamo i tecnici o maestri d’arte e poi abbiamo la figura dell’infermiere ed in più abbiamo l’integrazione con il servizio di salute mentale. 6 Nuovo Abitare A CURA DELLA REDAZIONE ELBA Sicurezzainmare IntervistaalcomandantedellaCapitaneriadiPortodiPortoferraio Comandante di porto, ci può dire quale è lo stato di salute del mare elbano? mento. E un rischio che tutto sommato è accettabile, comunque qualunque attività è soggetta a rischio; l’importante è farla svolgere entro limiti valida con l’osservanza delle norme, al fine di limitare al massimo l’inquinamento. C’è da dire che la presenza di imbarcazioni da diporto da un inquinamento fisiologico, quindi è il mare stesso che riesce ad avviare con le correnti. C’è un inquinamento potenziale, è quello più pericoloso, le navi mercantili che attraversano continuamente i nostri mari. Noi diamo un controllo abbastanza stringente sulla tutela ambientale, tra l’altro queste isole sono abbastanza preziose ,dal punto di vista biologico ci sono delle normative che vigilano come interesse nazionale e stabiliscono divieti molto severi ed in particolare per le isole di Pianosa e di Montecristo di cui un miglio da Pianosa e mille metri da Montecristo sono vietati il transito la pesca sia sportiva che professionale ed anche la balneazione. Quest’ultima è permessa solo nelle acque di Pianosa in specifico a Cala Giovanna. D’estate abbiamo una motovedetta che viene stabilmente dislocata a Pianosa ed esercita vigilanza ambientale. Per quanto riguarda l’inquinamento e nuove tecnologie ci sono controlli molto severi, come sulla sicurezza delle navi e la costruzione di nuove imbarcazioni dove limita al massimo l’inquina- Secondo lei le barche da diporto o le navi mercantili che solcano il canale di Piombino e le acque limitrofe dell’isola sono fattori d’inquinamento per il nostro mare? Dobbiamo lavorare molto perché c’è una presenza di navi da diporto enorme . Il lavoro durante il periodo estivo raddoppia ma dobbiamo fare i conti con le stesse risorse che con assoluta dedizione e spirito di sacrificio, affronta una serie di situazioni nuove e diverse. D’ estate cerchiamo di avere il controllo su tutta l’isola al completo, quattro motovedette le dislochiamo a Pianosa, a Marina di Campo,Marciana Marina e Rio Marina. Il personale è in pianta stabile nelle zone di controllo e di protezione. Ovviamente questo comporta anche un deterioramento di risorse nelle sede centrale di Portoferraio e perché ci capita di far fronte a tutte le chiamate di soccorso che spesso avvengono nello stesso momento. Ha qualche consiglio sintetico per i nostri lettori sulla sicurezza in mare? Il numero d’emergenza in mare è il 1530. L’anno passato avete avuto molte chiamate? Se si, quali casi sono stati più urgenti. Si ne abbiamo avute molte; consigli da dare: avere buon senso, oggi c’è una presenza in mare dei dipartisti che è esagerata, non tutti però hanno quella accortezza e quella capacità di capire di andare per mare. Intanto assicurasi che l’imbarcazione sia nelle condizioni ottimali e con il carburante e poi soprattutto una cosa impor- 7 Nuovo Abitare tantissima è verificare costantemente il bollettino dei naviganti,cioè il tempo perché spesso il diportista vede una giornata bella e tranquillamente parte e poi invece il tempo cambia e quindi si trovano in difficoltà e praticamente chiamano la Capitaneria di Porto . Assicurarsi di avere tutto il materiale in dotazione a bordo per una navigazione in sicurezza. Il numero dell’urgenza in mare è il 1530 e viene usato molto spesso; ti mette in contatto con il comando generale di Roma che poi si mette in contatto con la zona di riferimento. Abbiamo una prontezza operativa di cinque minuti, l’equipaggio è pronto per partire dalla postazione per raggiungere poi la zona di chiamata. Ci sono nuove normative per la prossima stagione? Noi abbiamo emanato l’ordinanza balneare; di nuovo c’è la nuova ordinanza che abbiamo emanato per il porto che è una maggiore disciplina. «Sos»Dimostrazionedisalvataggioa Castiglioncello dei due naufraghi, è stato operato dalla M/v Cp 866 e da un gommone del Casm, entrambi coordinati dalla sala operativa della Guardia Costiera di Livorno. Da terra bambini e osservatori hanno ricevuto spiegazioni da esperti. A terra, al termine della dimostrazione, ancora sicurezza in mare...per i più piccoli. I volontari delle Associazioni Mediterraneo e Il 28 Agosto dalle 11 la Capitaneria di Porto, in collaborazione con l’unità operativa di Educazione alla Salute e il dipartimento di Salute Mentale dell’Usl 6 di Livorno ha effettuato una dimostrazione di intervento di soccorso a favore di una imbarcazione a vela in avaria con due naufraghi a mare nelle acque prospicienti la caletta dei “Pungenti” a Castiglioncello. L’azione, che si inserisce nel progetto “Mare e costa” promosso dalla Regione, è stata realizzata con il patrocinio del comune di Rosignano Marittimo dalle associazioni Mediterraneo, Velasentite e dall’associazione di soccorso Casm. Sull’unità a vela, denominata “Primadonna”, erano imbarcati volontari e utenti dell’associazione Mediterraneo. E’stata simulata un’avaria al motore all’imbarcazione a vela Primadonna. Successivamente, la barca è stata costretta a procedere a vela. Date le avverse condizioni meteo, la barca incidentalmente ha straorzato facendo cadere due membri dell’equipaggio in mare. Tentato prima un soccorso da terra, si è stati costretti a procedere ad un intervento della capitaneria di porto via mare. E’ stata simulata una situazione limite con onde alte e venti di libeccio. La dimostrazione è stata ipotizzata in uno scenario che coinvolgeva due naufraghi, uno a distanza della costa, cosciente, che collaborava con i soccorritori, ed uno non cosciente che sotto l’azione del vento e della corrente veniva trasportato verso la costa. Il recupero Velasentite hanno curato un’azione di animazione di strada: dipingendo una vela i bambini hanno potuto mettere a confronto le proprie paure legate al mondo marino (mostri marini, meduse, ricci, squali, fondali neri...) con i reali pericoli causati da comportamenti scorretti e rischiosi. La sera presso il porto Cale de’ Medici si è tenuto un concerto gratuito cui hanno partecipato gruppi giovanili della zona e il gruppo musicale per l’integrazione sociale “Velacantiamo”. 8 Nuovo Abitare A CURA DI RICCARDO DANI Note sull’attività estrattiva di minerali nella Provincia di Livorno La provincia di Livorno è, dopo la provincia di Grosseto, la più ricca di miniere della regione Toscana, premesso che parliamo di miniere abbandonate, perché l’attività estrattiva è cessata ovunque da più di un ventennio. Le miniere più importanti si trovano nell’isola d’Elba, specie nel comune di Capoliveri; tipiche erano poi le miniere di Campiglia Marittima e, nei pressi di questa località, la miniera di Monte Valerio da cui si estrae lo stagno; degna di nota fu anche l’estrazione del talco e della magnesite sulle colline livornesi. L’attività estrattiva dell’isola d’Elba si concentrò sui minerali di ferro. Come già detto, le miniere più importanti erano nel comune di Capoliveri: Calamita, Ginepro e Sassi Neri; il minerale di interesse industriale comune a questi tre giacimenti era la magnetite, il più ricco di metallo tra i minerali di ferro; nel giacimento di Capo Calamita era poi presente la limonite, un ossido di ferro di interesse industriale non trascurabile. Accanto ai minerali di interesse industriale vi erano poi i minerali di interesse collezionistico nel giacimento di Punta Calamita. Altro Comune di grande interesse per l’attività estrattiva di minerali di ferro era quello di Rio Marina, dalle miniere di questa località provengono i cristalli di pirite su ematite, che hanno reso l’isola famosa nel mondo nel campo della mineralogia; il minerale di maggior interesse industriale era rappresentato dall’ematite, un ossido di ferro che contiene una elevata quantità di metallo, sia pure inferiore a quella contenuta dalla magnetite, vi era poi la limonite, minerale di interesse collezionistuco (tra i quali merita di essere ricordata l’ilvaite). Un cenno merita anche la miniera di Terranera nel comune di Porto Azzurro, anche qui il minerale di maggior interesse industriale era rappresentato dall’ematite, con belle cristallizzazioni di pirite. I giacimenti di Campiglia Marittima sono comunemente ritenuti proseguimento continentale dei giacimenti elbani, in realtà la loro mineralizzazione presenta discrete analogie con quella presente nell’isola, ma la ragione industriale del loro sfruttamento fu sostanzialmente diversa, minoritaria fu infatti l’interesse, prevalente quella di piombo, dello zinco e del rame. Tipico esempio di questo sfruttamento industriale è, tra tutte le miniere del campigliese, quella del Temperine: dalla calcopirite si estraeva il rame, dalla sfalerite (comunemente chiamata blenda) lo zinco, e dalla galena il piombo, nonché, in misura molto minore, l’argento. Per l’estrazione del piombo e dello zinco, da ricordare soprattutto, le miniere della Valle dei Lanzi. Poco da dire sulla miniera di Monte Valerio, era l’unica miniera di stagno presente in Italia, lo si ricava dalla cassiterite, il più importante tra i minerali di questo metallo, presente in piccole quantità in ampi filoni di limonite. Le colline livornesi furono note, almeno sul piano nazionale, per lo sfruttamento di giacimenti di talco (la miniera più importante fu quella di Poggio Corbolone) e, soprattutto, per lo sfruttamento di importanti giacimenti di magnesite, da cui furono ricavate le miniere di Castiglioncello (con vari cantieri di estrazione) e Campolecciano. La lavorazione avvenne tra le due guerre, prevalentemente in galleria, nella più importante delle due miniere, quella di Castiglioncello, furono estratte fino a 30.000 tonnellate di minerale l’anno. 9 Nuovo Abitare Progetti A CURA DI GIUSEPPE GALANTE E LOREDANA IOIME Verso un dolce lavoro Intervista a Federico Beconi Apicoltore. Egli si occupa di preparare dei ragazzi all’attivita dell’apicoltura nell’ambito di un progetto che ha avuto inizio grazie all’associazione Comunicare per crescere. Lo spero, se no non sarei qui. La maggior parte di quelli che fanno apicoltura s o n o amatori, lo fanno per passione, ma esiste anche l’apicoltore professionista, ci sono anche piccoli apicoltori che producono miele solo per la famiglia. Se ci fossero delle strutture potrebbe diventare una fonte di reddito. A partire da 250 arnie in su si ottiene uno stipendio per una persona. Quello che è positivo è che l’apicoltura non ha bisogno di terreno né di grossi investimenti. Parlaci di questo progetto. Il progetto è solo all’inizio e anche se è difficile puo offrire opportunita lavorative e di svago. A luglio dell’anno scorso si inizio a parlare di fare qualcosa, poi arrivo un finanziamento della regione attraverso il progetto innovazione regionale il PIRL allora abbiamo comprato arnie,sciami, materiale e tre mesi fa abbiamo iniziato. Su quale mercato punterete per la vendita del miele? Quanti alveari avete? Quest’anno il miele sarà poco, lo terremo per noi, poi se riusciremo ad ottenere qualche aiuto faremo l’etichettatura ed il mercato è quello informale, comunque ci offre un’opportunita per farci conoscere. Il prezzo del miele è basso ,un chilogrammo di millefiori costa meno di 3 euro. 10 per produrre il miele e gli abbiamo affiancati a quelli che avevo io che servono per moltiplicare le api. In tutto 25 e alla fine si spera di averne 35 o 40. Qualè il periodo di smielaura dall’alveare e quanti tipi di fioriture ci sono? Le fioriture sono tante dalle nostre parti. La prime è L’erica dei boschi che a marzo è gia in fiore e se un’apicoltore è bravo ottiene il primo miele monoflora proprio in questo mese; dopo di che c’è il tarassaco e tra poco c’è il castagno fino al corbezzolo a ottobre. Pensi che questa attività possa offrire possibilità di lavoro e di guadagno? Piombino 10 Nuovo Abitare Ti appassiona questo lavoro? Vita delle Api Si è bellissimo perchè il mondo delle api è misterioso. Simone (uno dei ragazzi che partecipa a questo progetto), ti piace fare l’apicoltore? È un insetto che pesa 0.1 grammi, lungo 12 millimetri. Le api producono il miele succhiando il nettare dei fiori e scambiandosi il nettare l’una con l’altra Le api vivono in famiglie il cui cuore è l’ape regina e seguono l’ape regina sciamando quando lei se ne va . L’ape operaia vive una vita breve ma molto intensa. L’ape regina deposita un uovo lungo poco più di un millimetro dal quale dopo 3 giorni esce una larva che viene nutrita con pappa reale,polline e miele. Dopo 21 giorni l’ape operaia inizia a lavorare: pulisce le celle, nutre le larve e la regina e costruisce le nuove celle. Nell’ultima settimana diventa bottinatrice e va a raccogliere il nettare dei fiori. L’ape operaia non genera altre api,questo è un compito dell’ape regina la quale si accoppia con 8 12 fuchi che sono i maschi delle api. In un alveare ci sono 60000 api. Quando fa troppo caldo le api agitano le ali in modo da produrre correnti d’area e vibrano i muscoli pettorali in modo da produrre calore quando fa troppo freddo. Quando le api trovano il nettare di una fioritura incomincia la danza delle api che indirizza le altre operaie all’ubicazione della fioritura Si perché amo lavorare all’aperto, è un’attività positiva che da soddisfazione. Ti hanno mai punto? Si , ma non fa male. Federico, per lavorare con le api ci vuole un’abbigliamento particolare ? Ci vuole un jeans spesso e doppi pantaloni, magliette lunghe, stivali una felpa e i guanti ma io non so se non prendere punture faccia bene perché quando si viene punti avviene una sorta di immunizzazione. Quanto vive l’ape regina? Fino a 5 anni. Dopo un anno e mezzo o due, nell’apicoltura redditizia viene sostituita. Ti è mai capitato di riunire le api sciamate? Si, L’anno scorso sono sciamate tutte le casse che avevamo. Allora abbiamo messo dei diaframmi o separatori: telai di legno o di cartone che servono a ridurre il volume interno di una cassa per non farle sciamare, perché lo spazio va aumentato mano mano che la famiglia cresce. Biscotti al miele pezzettini e il miele. Lavorate a lungo gli ingredienti con le mani fino a ottenere un impasto solido al quale avrete aggiunto anche un po’ di lievito di birra sciolto in poca acqua tiepida. Lasciate lievitare in un luogo caldo per circa 2 ore, poi stendete l’impasto con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia alta circa 1/2 cm. Con gli appositi stampini ritagliate delle forme da sistemare sulla teglia del forno appena unta e far cuocere a 160?-180?C per 20 minuti circa. Quando i biscotti avranno assunto un bel colore dorato, lasciateli raffreddare e riponeteli in una scatola di latta. Se volete, potete spalmare di miele e spolverizzare con farina di cocco i biscotti caldi appena tolti dal forno. Ingredienti: 200 gr di farina 200 gr di burro 200 gr di miele 10 gr di lievito di birra Farina di cocco Preparazione: Ammonticchiare la farina su una spianatoia, fate un cratere al centro e versatevi il burro tolto dal frigorifero almeno un’ora prima e tagliato a 11 Nuovo Abitare Recensione A CURA DI MAURO PAPALE La terapia Gerson, un metodo naturale per la cura dei tumori La terapia Gerson è una terapia nutrizionale che il Dottor Max Gerson ha studiato, i primi del novecento, per la guarigione del cancro e di altre malattie “incurabili”. Il protocollo della terapia, sviluppato empiricamente, contiene, in dosi farmacologicamente attive, nutrienti benefici per il malato di tumore. Dal 1922, anno in cui il Dottor Gerson ha iniziato ad applicare questa terapia, migliaia di pazienti sono stati salvati. Gerson ha osservato che, correggendo le turbe del metabolismo basale, che permettono lo sviluppo delle malattie croniche, tutti i sistemi dell’organismo possono venire riportati al giusto funzionamento. Il corso di alcune malattie croniche, cancro incluso, può essere invertito. Il dottor Gerson sostiene che, nel cancro, è decisivo il mutamento del quadro patologico generale e non di quello locale. La terapia proposta può essere modificata per il trattamento di alcune malattie croniche non maligne. Il Dottor Gerson riscontrò che, negli anni venti, quando si iniziò a fertilizzare il suolo con sostanze chimiche, il potassio delle verdure e della frutta diminuiva. I processi di conservazione degli alimenti modificano ulteriormente l’equilibrio minerale naturale. Infatti notevoli quantità di sodio vengono aggiunte per conservare ed insaporire. Di conseguenza viene ridotta la riserva di potassio dell’organismo che, contemporaneamente viene costretto ad eliminare notevoli eccessi di sodio. Il Dottor Gerson spiega che questa variazione del metabolismo minerale viene seguita da variazioni del PH delle cellule che, a loro volta, agiscono sulla formazione e sulla riattivazione degli ormoni, delle vitamine e, soprattutto, dei diversi sistemi enzimatici ossidanti. A questo punto egli presume che le cellule “anormali” più deboli, esistenti in ogni organismo, siano le prime a risentirne e, nella loro lotta per sopravvivere, cambiano il loro metabolismo, trasformandolo da ossidante in fermentativo. Esse sopravvivono distruggendo il tessuto circostante con i loro prodotti metabolici tossici, finendo con l’uccidere il corpo che le ospita. Allo scopo di aiutare l’organismo ad acquisire i minerali e le vitamine che gli occorrono, in forma facilmente digeribile, vengono somministrati ai pazienti notevoli quantitativi di succhi di frutta e di verdura biologici freschi. Vengono somministrati anche frutta e verdure, crude o cotte, e insalate verdi biologiche. La prima fase della terapia è la disintossicazione. Questa viene realizzata som- 12 ministrando ai pazienti uno speciale passato, preparato di fresco con verdure ed erbe specifiche, che Ippocrate dava ai malati di cancro. Questo passato serve a stimolare l’eliminazione delle sostanze tossiche attraverso i reni. Vengono inoltre praticati un grande numero di clisteri di caffè, pure biologico, poiché la caffeina ha l’effetto di aprire i dotti biliari che liberano grandi quantità di materiale tossico. Per le prime sei settimane vengono eliminate tutte le proteine animali, per permettere al pancreas, la cui capacità di decomporre le proteine è già ridotta, di tentare di sopprimere e digerire il tessuto canceroso. I succhi stimolano inoltre il fegato ed i reni ad eliminare le tossine accumulate. Viene anche effettuata una terapia epatica di sostegno sotto forma di ioduro organico e inorganico, notevoli quantità di una combinazione di tre sali di potassio in soluzione al 10% Nuovo Abitare (acetato, gluconato e fosfato di potassio), enzimi pancreatici e vitamina B3. Il trattamento esclude tutti gli alimenti lavorati, in scatola, salati, sott’aceto, imbottigliati, congelati, raffinati. Sono esclusi anche gli stimolanti di ogni genere e le sostanze tossiche, come le tinture per i capelli e i medicinali. Sono vietati anche i grassi ed il fluoro e, temporaneamente, sono vietati anche formaggio, uova, pesce, carne, latte e panna. La percentuale delle guarigioni, tra i pazienti del Dottor Gerson, quasi esclusivamente ammalati di cancri terminali, e, comunque, tutti con metastasi, era superiore al 40%. Nel 1946 il Dottor Gerson fu invitato ad illustrare la sua terapia di fronte al Senato degli Stati Uniti. Esso metteva a disposizione cento milioni di dollari per la ricerca sul cancro. Purtroppo il disegno di legge S. 1875 fu sconfitto per 4 voti su un totale di 96 votanti dalla lobby medica sostenitrice del metodo chirurgico e radiologico e la stampa fu impedita dall’incontrare Gerson. A quest’evento seguirono cinquant’anni di boicottaggio feroce, dovuto all’invidia professionale, alle rivalità accademiche e, non ultima, alla legge del profitto. Negli anni ’90, per pressione della base, la terapia Gerson fu convalidata e tolta dalla lista delle “cure non provate” pubblicata dall’Associa- zione Americana per il Cancro. E’ importante far presente che la terapia Gerson offre migliori risultati ai pazienti che non si sono sottoposti al tratt a m e n t o chemioterapico, introdotto poco prima della morte di Gerson. Questo trattamento crea infatti danni irreversibili al sistema immunitario sulla cui integrità si basa il successo di questa terapia naturale. Recentemente, comunque, è stato messo a punto un protocollo speciale per i pazienti indeboliti da precedenti terapie che ne ha permesso la guarigione in un buon numero. Il 15 settembre 1990, la rivista “Lancet” ha pubblicato i risultati di un’inchiesta compiuta in un ospedale gersoniano da oncologi dell’Università di Londra. La conclusione è stata “Fu documentata l’inequivocabile regressione dei tumori”. Sempre negli anni ’90, più di trent’anni dopo la morte di Gerson, sono stati eseguiti due altri studi serissimi sul suo metodo. Il primo studio è stato pubblicato dal chirurgo oncologico Peter Lechner dell’ospedale distrettuale di Graz, in Austria. Esso riporta i risultati di una sperimentazione, durata sei anni, della terapia 13 Gerson su 60 pazienti operati di una vasta gamma di tumori, parecchi dei quali con metastasi al fegato. Alcuni dei pazienti sottoposti alla terapia Gerson, pur annacquata dal Lechner, e, per di più, in congiunzione con metodi ortodossi (il che è diametralmente contrario ai canoni non tossici della terapia in questione), sono guariti. Tutti gli altri, comunque, sono vissuti più a lungo e meglio, e con minori effetti collaterali dei trattamenti convenzionali rispetto al gruppo di controllo. Il secondo studio consiste in un’analisi comparata fra la terapia Gerson e quella convenzionale in due gruppi malati di melanoma, uno dei più letali tipi di tumore. Questo studio è stato pubblicato nel settembre 1995 sulla rivista medica americana “Alternative Therapies in Health and Medicine”, vol.I, n.IV, con diagnosi confermate dall’Istituto di Patologia delle Forze Armate Americane. Il 100% dei malati di melanoma, stadi I e II, trattati con la terapia Gerson, sono arrivati al traguardo dei cinque anni di sopravvivenza, contro il 79% del gruppo di controllo. Per gli stadi IIIA e IIIB, con metastasi locali, il gruppo Gerson è arrivato al 70% al traguardo dei 5 anni e l’altro solo al 41%. Nel gruppo dei più Nuovo Abitare malati stadio IVA, con metastasi distanti, il traguardo dei cinque anni è stato raggiunto dal 39% dei pazienti Gerson e solo dal 6% degli altri. Tra i malati guariti dalla terapia Gerson ricordiamo la signora Beata Bishop, psico- loga e scenografa per la BBC. La Bishop, nel libro “ A Time to Heal” (Penguin) racconta la sua esperienza di malata guarita con questo metodo naturale. Doveva morire nel 1980 per un melanoma metastatizzat. Oggi più di ven- ticinque anni dopo, gira il mondo insegnando tecniche di rilassamento a persone malate di cancro e terapeutico- psicologico ai medici a rischio di burn-out. PER SAPERNE DI PIU’ Maggiori spiegazioni sul trattamento possono essere trovati nel volume “La terapia Gerson” (20 euro, 475 pp.) scritto da Charlotte Gerson, figlia del celebre medico ed edita dalla Macro Edizioni. Questo libro è un aggiornamento ed un ampliamento del volume che Gerson pubblicò nel 1958, un anno prima di morire, intitolato “A Cancer Therapy, Results of 50 Cases” (Una terapia per il tumore, risultati di 50 casi). Per ulteriori informazioni, ci si può rivolgere al Gerson Institute (1572 Second Avenue, San Diego, CA 92101, www.gerson.org), fondato da Charlotte Gerson. Questo istituto diffonde libri, articoli audio e video cassette sulla terapia. Organizza inoltre seminari per il pubblico e corsi per medici. Ai medici e ai naturopati europei che sanno l’inglese e che vorrebbero seguire uno di questi corsi, l’istituto fornisce indirizzi e dettagli. Il Gerson Institute prenota anche i posti all’ospedale vicino a San Diego dove viene praticato il metodo. Margaret Straus, nipote del dottor Max Gerson, scrive articoli, fa conferenze e tiene seminari sul lavoro del nonno. Essa è anche disponibile per dei colloqui, soprattutto telefonici coi pazienti. Il suo e-mail per un primo contatto è [email protected]. La vita del Dottor Gerson è raccontata, in forma di un romanzo investigativo molto avvincente, ne Il dottor Max, scritto dal Professor Giuliano Dego, marito di Margaret Straus. Gli articoli dell’Ing. Mauro PAPALE sono pubblicati anche sul sito Internet www.livornotop.com Venerdì S. Irene “Ilbacio.” “Pensieri” Non è mai troppo tardi Perdartiunsorriso, per essere amici, per fare un ballo per voi, per fare la mamma, per fare la donna, per pregare Gesù, perricordarsi come ero ieri nei miei pensieri. Il bacio è contagioso unotiral’altro, come le ciliegie quandosonomature. L’Amoreintenerisceilcuore, come lo fa troppa acqua al fiore. FulviaIacoponi Lavitamia è amare laserenacompagnia. “LeFoto” La pace interiore siraggiungeusando tanto“amore”. CarlaLeonardini (30-3-2007) Lefotoingialliscono, comelefoglied’Autunno. La casa si apre e si chiude come il petalo di un fiore. È una notte senza luna né stelle Quella che non soffre più Chi il giorno strambo ha lasciato Lentastanotte,silenziosoiltormento FulviaIacoponi FulviaIacoponi 14 Nuovo Abitare Cultura A CURA DI FLAVIA IACOPONI IlGregorianomusicadell’anima La musica in generale esiste da molti secoli, senz’altro da prima che ne avessimo trascrizioni e tracce storiche. I primi accenni a quest’arte sono nella Bibbia (Genesi 4,21), dove si parla di cetra e dovrebbero risalire al 33003200 a.C. Le musiche antiche (greca, romana, quella del cristianesimo delle origini e la musica sacra di occidente) erano trasmesse oralmente e, anche se abbiamo tracce iconografiche degli strumenti, sulle partiture possiamo fare solo ipotesi. Probabilmente si trattava di una monodia (cioè di un canto affidato ad un solista con pochissime varianti sulla nota di base, detta corda). Il canto e la musica cristiana, che si erano evoluti prima in condizioni di clandestinità, con l’avvento di Costantino e del suo editto del 313 d.C. sono diventati liberi e si sono diffusi con diversi riti, che vennero unificati in un’unica liturgia dal Papa Gregorio Magno (590-604 d.C). Il rito franco-romano codificato da Papa Gregorio aveva bisogno di una notazione scritta, per cui si giunse al tetragramma (4 righe) con note quadrate dette neumi, che lasciavano liberi l’andamento ed il ritmo. Il gregoriano ebbe alterne vicende fino al XIX sec., quando il romanticismo incentivò il recupero dell’antichità cristiana ritenuta modello di ogni perfezione e l’ Abbazia di Solesmes (Francia) iniziò un opera di restauro sistematico del canto gregoriano. Intervisterò ora la Sig.ra Mariangela Moscato, che è la presidente del Coro Gregoriano di Livorno. Ci può dire quando è nato il coro? Il coro è nato nel 1999 come Coro Polifonico “Pio Alberto del Corona” in memoria del livornese, Vescovo domenicano di San Miniato e figura di pacificatore, avviato all’onore degli altari. Nel 2000 è stata inoltre istituita una Schola Cantorum Gregoriana con un corso teorico-pratico gratuito, aperto al territorio, guidato dal Priore dei monaci benedettini vallombrosani di Montenero, P. Ildebrando Cascavilla O.S.B. Ci può spiegare qual è lo spirito del canto 15 gregoriano? Si canta per pregare e si prega cantando, con spirito di fede, con rispetto per quello che si canta, con voce all’unisono e come missione evangelizzatrice per chi ascolta. I brani vengono eseguiti in piedi, per significare la dignità riacquisita dall’uomo dopo la Redenzione. Il canto gregoriano è quindi l’icona sonora attraverso la quale Dio e la Chiesa parlano al cuore dei credenti nel contesto, ben preciso ed articolato, della celebrazione liturgica. Concretamente come si realizza lo spirito nei canti eseguiti? Il coro ha la caratteristica di rispettare i vari tempi liturgici con la scelta di brani e Messe specifiche (per es. del periodo di Avvento, Natale, Quaresima ecc.) e di eseguire i canti riservando alcune parti al solista, nel nostro caso il Priore di Montenero, facendole seguire da interventi del coro, in un dialogo serrato che eleva l’anima a Dio. Il canto gregoriano si differenzia da altri testi latini in prosa, musicati, per l’assoluta aderenza ai brani biblici di riferimento (per es. i Salmi) ai quali sono state abbinate melodie che conoscevano soltanto un andamento ascendente e discendente e degli accenti, dove la voce veniva calcata, che riproducevano esattamente quelli dei testi originali. Nuovo Abitare L’INTERVISTA Il nostro coro segue 2 i dettami di “canonicità” te la prima domenica di ogni mese e di cantare in occasione di appuntamenti diocesani o in istituti per anziani, diversamente abili…quando ci venga richiesto. Concludendo, vorrei quindi sottolineare che il gregoriano è essenzialmente preghiera e non può essere usato solo per cantare, allontanando lo stress e svagandosi. Ci può lasciare una definizione contemporanea di questo genere musicale? Il canto gregoriano non è né antico né moderno, è un canto senza tempo perché il suo “luogo” è l’anima, quella di sempre, quella che continuamente anela a rinnovarsi in Dio. Dà spazi alla meditazione, al dialogo dell’anima con Dio, promuove i percorsi interiori dello spirito. imposti nel 1833 da Dom Guéranger ai monaci di Solesmes i quali, operando un ottimo lavoro di ricostruzione filologica, hanno riorganizzato l’Antifonario, il Graduale ed altri, lasciandoci un Kyriale (libro contenente i testi gregoriani originali, qualcuno anche datato X sec.), che il coro studia attentamente per l’approfondimento di Messe e brani. So che la musica gregoriana è stata utilizzata anche per la musicoterapica, definita come una ginnastica dell’anima e che il vostro coro è stato contattato per esperimenti di sonicoterapia. Può parlarcene? I benefici dell’applicazione del canto gregoriano alla musicoterapia sono stati ampiamente illustrati nella “Conferenza sulla musica e canto per non vedenti ed ipovedenti. Le Associazioni si confrontano”, evento organizzato dal coro per il 28 Giugno 2006, al quale ha partecipato anche l’Ente Nazionale Sordomuti con una performance sull’interpretazione gestuale, mostrando la differenza tecnica tra la traduzione del parlato (standardizzata) e quella di un brano musicale (soggettiva). Inoltre il canto gregoriano, nella versione dei monaci di Solesmes, è stato studiato per la caratteristica di rendere più calma e profonda la respirazione, rallentando così il ritmo cardiaco, con un rilassamento generale. Analizzando le basi ritmiche delle composizioni di Mozart è stato constatato che, avendo frequenze maggiori (120/min), queste determinano un aumento del battito cardiaco mentre il gregoriano, che ha un andamento più tranquillo ed intervalli regolari, fa coincidere il ritmo musicale con il battito cardiaco (60/min). Come possiamo rintracciarvi a Livorno? Quando cantate? Le prove del coro vengono effettuate il martedì dalle 21 alle 22.30 nel salone dell’ Arcipretura di S.Maria del Soccorso, gentilmente concesso da Mons. Ezio Morosi, in piazza della Vittoria, 75. Il nostro logo raffigura, infatti, la Madonna del Soccorso circondata dall’invocazione di mons. Pio Alberto del Corona, la cui traduzione dal latino recita così: “Vieni presto, Trinità santa, splendore pari ad un unico Dio”. Il prossimo corso teorico-pratico, come tutti gli anni, inizierà ufficialmente il 13 Ottobre, in ricordo della prematura scomparsa di quello che sarebbe stato il nostro primo maestro, don Emilio Vukich. Il nostro impegno pubblico è quello di animare la “Messa delle 12” al Santuario di S.M. delle Grazie di Montenero, indicativamen- Per informazioni, la Schola Cantorum Gregoriana del Coro Polifonico “Pio Alberto del Corona”, associazione di volontariato, ha il seguente indirizzo e-mail: [email protected] ed il numero telefonico 0586 894619 (abitazione) “Consuntivo” Eranquasiquindicianni chenonavevocrisi edeccom’arritrovo…… conunafleboclisi. Abbastanzacontento sicurom’eromosso…… manonmeneaccorgevo chemicaavoaddosso. Uncomplessodicose avevosopportato avreifattomeglio adessermiincazzato. Oratuttoècambiato laconsapevolezza sehaiforzainteriore nonportalatristezza. Eseungrossorospo dallefaucialfineesce…… dalboccaledivita allegroFrancescomesce. FrancescoStefanini 16 Nuovo Abitare Esperienze di viaggio A CURA DELLA REDAZIONE DI LIVORNO Uncerchiodiconoscenzaedi comunicazione VelaetrekkinginCapraiaconglistudentidelliceosociopedagogico hanno assegnato la camera all’Hotel. Ci siamo sistemati nella camera dell’Hotel, in cinque. In camera abbiamo mangiato, ci siamo sistemati e nel pomeriggio ci siamo divisi le attività: un gruppo è andato per il trekking (tra l’altro erano con noi un gruppo di studenti dell’Istituto Magistrale Niccolini Palli , venuti con noi in traghetto), e un altro per la barca. (Lo scopo di questo incontro era quello di fare tra noi e gruppi di ragazzi delle scuole un cerchio di conoscenza e di comunicazione, uno scopo molto bello e importante che ha funzionato anche ora). Il loro insegnante era molto bravo e comunicativo con noi mentre il gruppo della scuola, composto di molte ragazze e un ragazzo sembrava molto timido e appartato. Dalla barca a vela abbiamo visto le varie insenature dell’isola, la torre dello Zenobito e le rocce di colore rosso vicino alla torre. È stata una bella gita: ci siamo divertiti. Spero tanto di poterci ritornare. Pietro: molti ragazzi che sono venuti con noi hanno fatto anche il bagno, nonostante l’acqua fosse ancora un po’ fredda e io ho fatto volentieri compagnia ad un mio amico molto bravo nei momenti che era solo perché aspettava il ritorno definitivo di tutti quelli che erano stati, il pomeriggio dopo sia in barca che al trekking. Egli ha ricambiato la compagnia e insieme al bar abbiamo condiviso un mezzo tramezzino e una bibita: anche questo molto bello. Ah dimenticavo, con noi c’era anche un cane, che è stato bene e si è divertito con noi…Tronor, anzi Tremor mi scuso… Pietro: Capraia. La prima volta che ci sono stato, per due giorni ho scoperto che in realtà l’isola, pur con i suoi fari che ho visto per la prima volta di notte e tutti luminosi (era quasi mezzanotte) ha un solo paese, e la media di 300 abitanti, tremila d’estate perché nell’isola vengono molte persone di altri posti e per turismo e per lavoro. Di notte sembrava ci fossero tutta una serie di fari, perché anche le luci di certi fari della strada si confondevano con i fari veri e propri. Certo, di notte ogni paesaggio è affascinante ma si è curiosi comunque di vedere il tutto alla luce del giorno dopo…una fila di case rosa e gialle che sembravano una accanto all’altra…una strada tranquilla che costeggiava il mare dall’alto e faceva vedere quel paesaggio con il paese, i fari rossi e verdi che si alternavano con le loro luci sempre rosse e verdi…il molo, le barche del porto di vari colori l’una accanto all’altra, compresa la nostra…c’era anche, elegantemente posata una torre con un bel pianoro intorno… Luca: Siamo andati all’hotel, e lì ci siamo incontrati tutti. Siamo partiti in due gruppi: un gruppo con la barca e un gruppo con il traghetto. Io sono partito con il traghetto verso le quattro circa di mattina. Verso la Meloria il mare era un po’ mosso, ma per il resto abbiamo fatto una buona traversata. Abbiamo trovato una ottima giornata di sole: appena arrivati ci 17 Nuovo Abitare Viaggi A CURA DI PIETRO DI VITA Norvegia 2007 Questo è il secondo viaggio che ho fatto in Norvegia, e sempre a Cristiansand come meta. C’ero stato nel 2004 ai primi di Maggio: il secondo viaggio all’estero, contando anche l non tanto comodo viaggio a Lourdes nel maggio 1981. Ritornarci sul dapprima mi ha dato ansie forti, perché si sa che viaggiare in aereo comporta sempre paure, e stavolta eravamo in molti a dovere partire: in totale otto persone comprendendo il dottor Serrano. Il viaggio intanto premiava i nuovi intervistatori tra i quali il nostro A.e alcuni neo intervistatori di Rosignano,e aveva come scopo quello di gemellare la ricerca e il turismo sociale tra noi e i Norvegesi. Scopo non difficile ma certo sempre laborioso nel suo scopo di agganciare addirittura stati esteri confermava pochi giorni prima di partire. : la sera prima di partire abbiamo cenato con i ragazzi di Rosignano, , abbiamo dormito- chi doveva partire- in Associazione ma un ragazzo di nome Jari, di cui sono molto amico ha preferito una delle due brandine che erano lì. Io ho preso l’altra. Lui con tanta cura ha aggiustato la mia brandina raggiungendoci le stecche mancanti. Il fatto è che il letto si è rotto di nuovo ai primi tentativi di muovermi. Ma ho dormito bene lo stesso: .Altri sono stati svegli tutta la notte e si sono messi a parlare con un ragazzo che andava a tornava . Alle 4 di mattina ci siamo alzati e partiti, ma qualcuno come me e Paolo era in ansia per un presagio funesto. Già la stanchezza, il sonno, le operazioni di imbarco ci erano pesanti, ma questa ansia lo era di più. A Godenfiord siamo arrivati dopo tre ore: pen- savamo siccome lì c’era un po’ di neve che avesse nevicato dappertutto, ma poi rimarremo delusi . Non solo: arrivati ad Arendal tra una accoglienza festosa di tutti per me è stato amaro vedere un rito che si svolgeva in un lagoo, una abitazione di legno ottagonale senza poterlo riprendere. Dentro in un atmosfera gotica era semibuio rischiarato solo da luci di lanterne che stavano posate sulle mensole della struttura e la circondavano. In mezzo un cerchio fatto di pietra e nel quale era acceso un fuoco e sopra questo una pentola sostenuta da catene e coperta di un qualcosa per difenderla dalla fuliggine. Le catene erano attaccate in cima al soffitto coperto da una cupola semicircolare color celeste. Questa però non copriva tutto cosicché il fumo passava dai lati. Sembrava una antica dimora vichinga, anche per la disposizione circolare delle panche messe attorno attorno e dove ci siamo seduti in modo sparso. Appena appena ci vedevamo; poi la pentola è stata tirata giù da diverse persone e ci è stata servita una zuppa di verdure mescolata con pezzi di alce. In verità accanto a me c’era una figura di alce di ferro o bronzo con dentro un lumino ac- 18 Nuovo Abitare ceso che poi mi fu regalato. Il pomeriggio abbiamo visitato un centro diurno di Arendal ma qui non posso dare alcuna testimonianza essendo senza gli oggetti della registrazione e ripresa. Ad un certo punto ognuno di noi si è presentato passandosi un sasso, che era stato preso da un fiume apposito per la circostanza, era stato accalorato da tutte le mani e successivamente portato ad un centro di Arendal. Dopo si giocato insieme al tiro con l’arco. Si rideva e si schiamazzava molto quando le frecce addirittura finivano per terra o fuori bersaglio: ma mica tutti alle prime ci sappiamo fare con certi attrezzi! Però il dottor Serrano è riuscito molte volte a mettere le frecce nel bersaglio giusto, altrimenti noi saremmo stati sottozero! L’inizio della giornata era caratterizzato dalla “colazione norvegese”, in realtà un antipasto del pranzo. Qui trovi tutto: dal caffè latte, succhi di frutta, macedonia alle patate ai pomodori alla insalata di lattuga alle uova fritte al burro, alla margarina, al formaggio gorgonzola e Emmental, al prosciutto alla marmellata, ai tubetti di cioccolata…tutto accompagnato da un pane morbido e gustoso che a volte si faceva mangiare da solo! .A me che mi sono alzato tardi il dottor Serrano ha detto: “Tu non ti alzeresti da questa sedia nel vedere le cose buone che ci sono qui!”.I norvegesi la prima mattina sono venuti a prenderci tra folate di vento che ci portava via. Siamo andati ad un vecchio porto che mostrava veri e propri spuntoni di rocce che stringevano l’acqua formando un canale. Dappertutto per la strada casette di legno rosse, marroni,profili di montagne, alberi in fila,,,,e una minicasetta bianca posata su uno scoglio. Il battello ci ha portato attraverso un paesaggio incantevole….io ho filmato le onde che sbattevano contro il battello mosse dal vento. Quando siamo usciti eravamo tutti coperti da cappucci e sciarpe. Qualcuno si faceva notare per una sciarpa rossa al collo….dentro una sala circolare c’erano degli scanni di legno e da lì abbiamo ascoltato la storia del posto che ci veniva commentata attraverso carte geografiche e reperti archeologici da un uomo che aveva l’aspetto di un lupo di mare. Di pomeriggio avevamo il programma di andare in casa di Trine, la nostra instancabile poliglotta e traduttrice. Una bellissima serata. Si è molto cantato, pezzi italiani come pezzi norvegesi. C’era un pianoforte, una chitarra e una fisarmonica e attraverso questi si è passata una allegra serata. A suonare era soprattutto Odd, che ci ha fatto cantare un pezzo norvegese molto apprezzato soprattutto da Stefano.Parla sicuramente di un uccellino,e ha una melodia che poi diventa un pezzo corale appassionato e fa cantare anche chi non conosce la canzone. Ma abbiamo cantato anche “O’sole mio,e Bella Ciao. Queste ultime ci hanno unito nel canto come il pezzo norvegese, anche se “Bella Ciao” ce l’ha suonata il dottor Serrano. Canti, applausi, insomma una serata da non dimenticare tanto più che hanno cucinato una ottima zuppa di pesce…e per mangiarla io che non mangio pesce vuol dire tantissimo. Intanto io riprendevo e soprattutto mi piaceva fare le riprese dei lumi che anche in casa di Trine erano da tutte parti. La luce per le genti del Nord non solo illumina Ma dà una idea di euforia, di conforto, di sicurezza di fronte a giornate che d’inverno sono quasi del tutto buie…la luce,insieme al caldo che riscalda anche i pavimenti e tutto è anche calore che riscalda le persone dentro e le coccola con infinita tenerezza. Poi le camere sono grandi, si che la persona si sente in ambienti del tutto larghi, spaziosi…ci sono molti specchi, tende bianche, ascensori larghi, a volte anche di vetro, corridoi lunghi e spaziosi…peccato che mancava la neve e con questa quel paesaggio invernale che ci avrebbe reso davvero contenti…solo a Oslo c’era un 19 Nuovo Abitare po’L’INTERVISTA di ghiaccio per terra:2spesso abbiamo visto piovere, e almeno questo mi induceva a fare delle riprese che mi facevano vedere un cielo grigio cupo. A me non mi pareva vero riprendere un paesaggio nordico vero soprattutto attraverso i vetri bagnati di un auto o di una finestra. Un giorno siamo andati a fare una escursione nell’interno di un bosco: il cielo era cupo. Siamo passati accanto a un lago dove nuotavano dei cigni e in fondo c’era una cascata che scendeva solenne nel lago….tutto molto bello. Qui ci siamo fermati davanti ad una casa e qui una brava signora norvegese ci ha raccontato una storia della sua famiglia, usando il solito tono di ogni capo casa. Era bello nel grigio cupo del bosco sentire lei che raccontava con molta solennità questa storia. Mi ricordo che un giorno, dopo un breve ma intenso acquazzone nel cielo è apparso un arcobaleno. Un altro giorno una ragazza di Rosignano ha riso moltissimo perché l’auto che ci portava via stava partendo senza di me: io infatti ero distratto a riprendere. Stava succedendo come a Verona: Paolo poi dirà che mi dimenticano dappertutto, sull’autostrada, altrove…ricordo che non morirà mai perché lo raccontano sempre. Da allora tutti hanno promesso solennemente che non mi dimenticheranno più. Nei giorni seguenti le cose più importanti sono state la riunione con un folto gruppo di auto aiuto dell’associazione ROM. Ci siamo raccontati entrambi i gruppi le nostre cose, con grande serenità . abbiamo raccontato esperienze di sofferenza e disagio, ma soprattutto ci siamo conosciuti. Ha colpito molto anche il racconto che ho fatto riguardo agli elettrochoc fatti nel ’69,una signora abbastanza giovane ha disegnato un triangolo che fa vedere una vita di famiglia dove avvengono abusi, la difficoltà di uscirne ma anche il superamento di queste difficoltà. Siamo stati al Policlinico e lì insieme ai medici norvegesi e alla folta schiera delle persone che erano con noi ogni giorno abbiamo parlato della ricerca e del turismo sociale, e di come avevamo intenzione, mettendo molte nostre risorse di agganciare anche i norvegesi in questi progetti. Soprattutto ci stava a cuore che nel mese di settembre loro venissero in barca con noi. A dir la verità i medici norvegesi nonostante una risposta affermativa in partenza erano per la prudenza, in attesa di parlarne tra di loro.in verità già l’indomani e qualche giorno dopo la risposa era doppiamente affermativa, anzi se le cose si facevano subito era meglio….infatti i norvegesi verranno da noi in settembre sulla nostra barca, e il resto verrà poi con calma. Cioè ci sarà uno scambio di interviste da entrambe le parti… Nei giorni successivi abbiamo visto centri diurni di Lillesand e Mandala. I nostri occhi hanno visto laboratori di computer, pittura, cucito, ricamo, falegnameria e carpenteria. Ci è stato anche detto in uno di questi centri che le persone utenti sono libere di andare nel centro, di stare lì anche senza dire e fare niente, di usare la cucina e molte altre cose ancora. A Mandala addirittura si parlava con uno spirito basagliano, e soprattutto mi ha colpito il discorso che spesso in quel luogo vengono anche molti bambini. Si è detto anche che molti criteri riguardo a pregiudizi su persone psichiatriche in Norvegia si stanno attenuando,e le cose non sono più come una volta. Anche a Mandala ci siamo scambiati molte opinioni e noi abbiamo parlato anche della nostra associazione,chi siamo cosa facciamo. Qui mi fermerei ma devo dire della festa che hanno fatto al dottor Serrano in un centro diurno famoso. Qui c’è stata la solita allegria, abbiamo riascoltato le canzoni suonate e cantate in casa di Trine e altrove. Inoltre Franca con grande fermezza ha cantato la canzone di Stefano Freschi. Il dottor Serrano ha accompagnato con la chitarra il canto di “Bella Ciao”, e la canzone dell’uccellino si è ripetuta in una coralità commossa. Si festeggiava la partenza del dottor Serrano,incredibile. Ah, siamo rimasti in sette chiusi nell’ascensore e siamo stati liberati dal dottor Serrano che è uscito appena ci hanno aperto in una battuta a dir vero feroce “non siete ancora arrostititi in forno?”e poi mi ha fatto fare la ripresa di noi che uscivamo ad uno ad uno dall’ascensore. Comunque i presagi per una partenza o un ritorno tragici sono stati bugiardi, sennò io non sarei qui a scrivere. 20 Nuovo Abitare Esperienze di vita DI RICCARDO CREMONI “Due passi con uno psicotico” Misonotrovatocatapultatoinquestastoriadadue anni circa, quello che credevo è stato stravolto. distribuito volantini per più di un quartiere di Livorno, lavorando da solo non ho avuto problemi di relazione. Si perché diventa difficile la relazione con gli altri, credi di essere ingabbiato in una realtà soffocante dove l’altro non è un opportunità in più, ma motivo di tensione, diventa improbabile la costruzione del rapporto. Dopo il periodo di volantinaggio ho avuto un offerta di lavoro dalle Comunali di Livorno, ho lasciato il lavoro e mi sono rivolto con tutte le mie forze verso la nuova occupazione, non è stato facile rimettermi in gioco nuovamente, mi hanno fatto un contratto fino a Settembre 2006 che è partito da Maggio, il rapporto con i colleghi non è stato semplice rischiavo di essere isolato se non mi davo da fare ho fatto il possibile per farmi accettare e per credere in questo lavoro, ho imparato le prime operazioni pratiche, e sono riuscito in parte nell’intento. Il lavoro procedeva coi suoi alti e bassi, piano, piano le cose sembravano funzionare almeno in parte fino a che non mi è arrivata una nuova proposta lavorativa. Si trattava di andare a fare il parafarmacista, secondo il decreto Versani potevano aprire nei supermercati e non solo delle parafarmacie che avevano potenzialmente un buon mercato e avrebbero favorito l’abbassamento dei prezzi per i prodotti che potevano vendere come integratori, cosmetici e farmaci da banco. La proposta era allettante un contratto di un anno e mezzo al Panorama dei Gigli di Prato. Credevo di potercela fare e invece è stato un vero errore si è rilevato più difficile del previsto con i nuovi colleghi, soprattutto con una ragazza che sarebbe diventata di li a poco il mio capo. Ci sono stati degli scontri che mi hanno portato man mano a lasciare. Mi sono ritrovato nuovamente senza un’occupazione. Ora il tempo non passa mai. Nell’Agosto 2005 sono iniziate le prime allucinazioni, che cos’è una allucinazione? E’ uno stato di coscienza alterato dove si sentono e si vede una realtà falsata. Da quando sono in questo stato ho perso due posti di lavoro, diventa difficilissimo lavorare con questa percezione delle cose. La prima volta sono stato costretto a lasciare sotto pressione del mio capo, il titolare non ha avuto alcuna indecisione. Nel momento dell’accaduto sono uscito di corsa dalla farmacia piangendo e sono andato nella casa da me affittata insieme ad un altro inquilino. La casa è piccola, uno spazio cucina poi subito un’ altra porta, e ti trovi in una stanza da due posti letto. Presto sono costretto a lasciare la casa e a ripartire per Livorno dove sono stato accolto dai miei genitori. Difficilissimo anche il rapporto con loro guidato dal mio stato d’animo, molte antiche paure le fobie prendono il sopravvento si trasformano in attacchi di panico, la paura degli spazi aperti, la paura di essere riconosciuto ovunque e molti altri stadi che si affacciavano nella mia vita per la prima volta. A casa dei miei genitori ho una piccola camera arredata con armadi bianchi con una rifinitura celestina. Ora sono rimasto disoccupato con quell’ansia che ti assale quando devi ritrovare un’attività lavorativa, sapevo bene che non era facile ritrovare un’occupazione, perché le farmacie di Livorno erano tutte prese, quindi rimaneva la ricerca attraverso il centro per l’impiego, di occupazioni alternative, come per esempio il venditore. Alla fine dopo un periodo di attesa ho trovato da fare il volantinaggio, non mi sono trovato male, ho 21 Nuovo Abitare A CURA DI STEFANO VIALE L’INTERVISTA 2 INFERNOD’AUTORE Siamo alcuni collaboratori delle associazioni “Velasentite” e “Mediterraneo” facenti parte della provincia di Livorno. Alcuni di noi si sono riuniti, in quanto appassionati di cinema, per fare un film cortometraggio. L’idea della trama del film, è stata ripresa molto vagamente da un horror italiano che raccontava la storia di un pittore che dipingeva l’inferno; il pittore viene poi ucciso perché creduto uno stregone dell’inferno. Alla fine di questo film scopriamo che i protagonisti increduli vengono a far parte dell’inferno stesso. Su questa trama abbiamo costruito il nostro film: “Inferno d’autore”. Il film narra di un pittore, “Joe Kramer” che fa entrare nel suo studio di pittura, la famosa ma squattrinata gallerista di quadri “Elisa Tinti”. Il nome Joe Kramer è stato dato al personaggio del pittore in quanto Joe è un nome banale (un Joe qualunque come se fosse testimonianza di modestia. In quanto alla gallerista (Elisa Tinti), il nome ha maggiore significato simbolico: infatti “Elisa” deriva da “elidere”, cioè tagliare, in quanto ella taglierà il corpo del pittore: è come dire che “Elisa” rappresenta il contrario del suo stesso nome: ella stessa è contraddittoria a ciò che sembra apparentemente nella realtà (come il suo nome) in quanto al cognome “Tinti” deriva da “dip…(t)inti”, cioè da un termine traducibile con il termine “quadri”: il cognome segnala la sua passione per la pittura. Ma il protagonista vero e proprio è un quadro bellissimo, e non firmato, di Joe Kramer. Questo quadro attira l’attenzione di Elisa, mentre Joe le spiega che non ha firmato il quadro, perché non è ancora terminato in quanto deriva da un suo sogno dove appariva un ombra, ed egli la dipingerà solamente quando verrà a conoscenza di che cosa sia quest’ombra. Allorché, il pittore cerca di prendere con la forza Elisa, ella lo taglia con un’arma (lo elide appunto: da qui il nome del personaggio femminile), ne ruba il “quadro-inferno” e successivamente lo firma imitando il nome “Joe Kramer” per dare un’alta qualità al quadro. E’ un po’ come se ella firmasse un patto col dia- volo: la firma in cambio della ricchezza. Fuggendo da una stanza all’altra Elisa si rende conto che tutte le stanze sono identiche e rappresentano tutte quante il “quadro-inferno”. Praticamente, firmando il patto con la colpa di rubare il dipinto e di avere ucciso, Elisa è diventata prigioniera dell’inferno. Cosicché comprendiamo che l’ombra del sogno del pittore era Elisa Tinti in persona. Infatti, Joe Kramer, ritenuto morto ma in realtà solo ferito gravemente, dipinge nel suo studio un altro quadro-inferno aggiungendovi l’ombra dannata di Elisa Tinti. Ma una volta morto il pittore, che era ormai allo stremo, Elisa si libera automaticamente della colpa, perché non è più valido il patto con l’inferno e quindi, ella, non essendo più prigioniera getta via il “quadro-patto col diavolo” e fugge dalle varie “stanze-inferno”, ormai libera e di nuovo viva. Il film vuol simboleggiare che la proprietà privata e cioè il quadro-inferno, è ciò che può comprare gli individui (in quanto il pittore aveva cercato di concupire, in cambio del quadro, la stessa Elisa Tinti), ma solo chi intenda il mondo al contrario (e cioè Elisa, come testimonianza del nome che porta), può rifiutarsi di essere comprata. Solo chi facendo della proprietà altrui, una proprietà sua stessa, come appunto fa Elisa firmando il quadro col falso nome, ne afferma ella stessa la proprietà e quindi riafferma la proprietà privata, con l’eccezione che ne fa un oggetto trasferibile: cioè, la proprietà privata esiste in quanto esistono i proprietari, e cioè coloro che possono possedere qualcosa. La proprietà pri- 22 Nuovo Abitare L’INTERVISTA vata materializza il mondo a sua immagine, in quanto le varie-stanze dei vari-inferni sono le copie del “quadro-inferno”, e cioè della proprietà privata elementare, la merce. Elisa Tinti diventa una prigioniera delle stanze-inferno: la proprietaria mentale, la merce, fa di tutti i tempi altre proprietà, in quanto si espande nel tempo, in una specie di riproduzione di se stessa, nell’ambito della Storia (quella con la “esse” maiuscola): il passaggio da una stanza all’altra riassume il passaggio del tempo in cicli e ricicli della Storia identica a se stessa. La Storia rende, con i suoi cicli ripetivi, prigioniero l’individuo che possiede una proprietà anche minima (l’ombra dell’anima di Elisa). La scadenza del contratto (potremmo dire “il patto sociale”), dato che si sta parlando di proprietà, cioè nel nostro caso la morte del pittore, cioè del contrattualista più pluriproprietario, non obbliga in contrattualista minore a possedere la proprietà minima. Perciò, Elisa Tinti, scaduto il senso della privatizzazione, è in grado di disfarsi del senso della prigionia della Storia; e, non essendo più un ombra, cioè una non-identità in quanto la Storia fa diventare merce anche l’individui, riacquista il suo essere parte di un’umanità libera dal valore delle merci; gli individui, in poche parole, sono tali fino al momento nel quale esista un contratto fra le parti; il rifiuto della merce permette la liberazione della Storia non-dialettica; infatti le stanze sono identiche le une alle altre, e quindi non permettono dialettica. E soltanto quando sussiste la dialettica la trasformazione da ombra a persona (non più una merce), è possibile la fuga; la Storia, contrapponendo l’essere umano alla merce si ferma in quanto essa è giunta alla nondialettica; e cioè a essere se stessa e non contraccambiabile e/o controvertibile. LaTrigliacampione2007 Grande vittoria della Triglia al campionato di calcio Regionale dei Centri di Salute Mentale della Toscana. La finale si è disputata a fine giugno a Pistoia. La Triglia è la squadra di calcio dei CSM di Livorno formata da utenti e operatori dei servizi di salute mentale e studenti delle scuole superiori. Luca Boccolini (terzino destro): “Ero molto teso. Si perdeva 2 a 1. Poi si è pareggiato su rigore e alla fine un ragazzo ha segnato il gol del 3 a 2. All’ultimo ci siamo abbracciati dalla contentezza e nello spogliatoio ab- biamo cantato Siamo noi siamo noi, i campioni regionali siamo no-o-oi!!” 23 Nuovo Abitare Approfondimenti A CURA DI CARLO SALVADORINI PSICOFARMACI = DROGHE? NEUROLETTICI trollo, per chi è aggressivo o distrugge i suoi beni, e che per tali persone l’intervento tempestivo con gli psicofarmaci è realmente efficace.” La ricerca mostra che questo non è esattamente vero. Ci sono una serie di problemi con i neurolettici attualmente sul mercato, inclusi i cosiddetti neurolettici atipici che sono stati introdotti nel 1990. Parecchi studi mostrano che fino a due terzi delle persone non risponde, nemmeno nel breve periodo, che sarebbe il periodo delle due settimane durante la crisi acuta. E proprio nel breve periodo dove i farmaci sono stati ritenuti avere il loro impatto per l’immediato controllo dell’agitazione psicomotoria. Questo tipo di effetto non appare così straordinario come si vuol far credere. Quindi abbiamo abbiamo dei problemi per quanto riguarda il breve periodo. Per quanto riguardo il lungo, qui incominciano i problemi seri. In tutti gli studi a lungo termine, si è d’accordo che i due terzi dei pazienti ha ricadute,che sia o no sotto medicazione. Cosa ci suggerisce questo sull’intervenire subito o non intervenire affatto con i vecchi farmaci? Con i farmaci più recenti questi interrogativi vengono scartati perché questi farmaci vengono contrabbandati come fantastici…I neurolettici sono chiamati così a causa dei loro effetti neurologici. Includo in essi farmaci come l’ALDOL, la TORAZINA, il RISPERIDONE, le OLANZEPINE (ZYPREXA). L’effetto principale di qualsiasi neurolettico è di attutire le reazioni emotive di una persona. A proposito del farmaco Zyprexa c’è da dire che negli USA è al centro dell’attenzione per una questione legale che coinvolge circa 8000 persone . Le cause alla casa far- Argomento assai complesso, per cui è bene far luce sul tema. Veniamo intanto alla definizione, tratta dal DOCUMENTO INFORMATIVO SUGLI PSICOFARMACI (prodotto da Liberamente, i cui redattori sono tutti medici). Qui si dice che “droga in ambito psichiatrico è una particolare sostanza che, se immessa nell’organismo, è in grado di modificare umore e comportamento…che modernamente le droghe si distinguono in due categorie: quelle commercializzate fuori dalle farmacie e quelle commercializzate nelle farmacie. Alle seconde viene attribuito di psicofarmaci. Non appena una determinata droga esce dal circuito commerciale delle farmacie (come per esempio per la cocaina e l’extasy) riacquista il nome di droga. Ambedue i termini (droga e psicofarmaco) sono linguisticamente corretti, quindi anche sostanze tipo alcool, hashish, si possono chiamare indifferentemente psicofarmaci o droghe. Comunemente viene attribuita negatività al termine droga mentre al contrario al termine psicofarmaco viene attribuita positività terapeutica: in pratica si fa confusione tra farmaco e medicamento. Medicamento è ogni sostanza biochimica o naturale che abbia virtù salutari”. La letteratura sugli psicofarmaci è abbondantissima (basta andare su Internet si troveranno decine di siti sull’argomento). Noi nella ricerca vogliamo aiutare a capire a chi sa poco sul termine, senza fare un trattato di medicina. Innanzitutto abbiamo scelto una testimonianza de Dott. Davin Cohen dell’Università di Montreal, all’Assemblea Generale dello Stato del Vermont. “Soprattutto mi sono occupato dei farmaci neurolettici (o antipsicotici)…..in particolare mi vorrei concentrare sulla sopravvalutazione dei benefici degli antipsicotici…quel che si dice sugli psicofarmaci è che sono veramente incredibili per le persone agitate, per lo psicotico, per chi nel travaglio della”psicosi” e sta perdendo il con- 24 Nuovo Abitare maceutica di non avere informato i pazienti sul Pur tuttavia le differenti molecole ( diazepam, rischio di iperglicemia e di diabete, legato allorazepam, brozepam, alpazolam, riazolam, l’assunzione dello zyprexa. Il farmaco che è staflunitrazam, ecc.) mostrano alcune specifità to utilizzato da 17 milioni di persone nel mondo, d’azione e proprietà, in base alle quali vengono è il farmaco più venduto da Eli Lilly (la casa faradoperate in modo differenziato, ora nel trattamaceutica che lo produce), di cui, nel 2004, ha mento dell’insonnia, degli stati d’ansia, degli atrappresentato il 32 % delle entrate, con vendite tacchi di panico, ora per alcune proprietà mondiali pari a 4,42 miliardi di dollari, di cui 2,42 anticonvulsivanti o anche preanestesia ed anenegli USA. Ed ora la Eli Lilly è stata costretta ad stesia. Le differenti molecole si differenziano accantonare 690 milioni di dollari per il inoltre per la maggiore o minore durata degli patteggiamento delle circa 8000 persone che effetti…l’assunzione di BDZ può comportare hanno richiesto il risarcimento dei danni per la difficoltà di concentrazione e coordinazione salute. Ma in Italia tutto tace è si continua a dare motoria, sonnolenza, torpore, distensione muil farmaco tranquillamente. scolare, senso di pesantezza, difficoltà nell’equiChiudiamo con il Dott.Cohen: “…le prove che librio e della deambulazione. Il linguaggio tende la ricerca ha addotto non ci permettono, di dire ad un inflessione monotona e la pronuncia diche i neurolettici siano il trattamento più approventa indistinta, sebbene possa essere accrepriato. Vorrei anche aggiungere che la loro effisciuta la loquacità. cacia è stata ampiamente sovrastimata…Per L’instaurarsi della dipendenza della dipendenla maggior parte dei casi, per una persona con za farmacologia è stato documentato già dopo una diagnosi di “psicosi”, sia organica o meno, solo di sei settimane di sommistrazioni a basperfino della demenza, molto spesso la prima se dosi. prescrizione sarà uno psicofarmaco L’overdose di BDZ può avere conseguenze neurolettico. Ritengo che dall’80 al 100 % di chi letali, soprattutto in associazione con alcool o ha una diagnosi di “schizofrenia” assuma una altre sostanze che deprimono il Sistema Nerdroga neurolettica. Dopo due tre episodi voso Centrale. psicotici od ospedalizzazioni, sarà considerato In base all’emivita le BDZ si distinguono in un candidato per trattamenti a vita con queste quelle a emivita breve (<6 ore), intermedia (<24 droghe. Questo è il modo in cui vengono fatte ore) e lunga (>24 ore). Le BDZ ad azione preattualmente…dozzine di ricercatori hanno valente ansiolitica sono: espresso degli ammonimenti su questi farmaci perché non potrebbero esEMIVITA BREVE-INTERMEDIA sere sufficienti per un trattamento cliLorazepam (Tavor, Control, Lorans, Lorazepam Dorom) nico di base; che ciclicamente proOxazepam (Serpax, Limbial) vocano effetti insoddisfacenti e che i EMIVITA INTERMEDIA nuovi farmaci che sono da pochi anni Alprazolam (Xanax, Frontal, Valeans, Mialin) sono stati ammessi sul mercato proBromazepam (Lexotan, Compendium) prio per una minore propensione ad Clotiazepam (Tienor, Rizen) indurre effetti negativi”. Etizolam (Depas, Pasaden) LE BENZODIAZEPINE Passiamo alle benzodiazepine (BDZ). Queste sono sostanze ad azione sedativo-ipnotica. La prima molecola di questa classe è stata il cliordiazepossido, seguito dal diazepam (valium) che per un lungo periodo (fino alla metà degli anni ’80) ha detenuto il primato mondiale delle prescrizioni tra i farmaci ansiolitici. Le BDZ a partire dai primi anni ’70 hanno sostituito quasi completamente i barbiturici in molti ambiti della pratica medica. EMIVITA LUNGA Diazepam (Valium, Ansiolin, Tranquirit) Clordemetildiazapam (En) Clordiazepossido (Librium) Ketazolam (Anseren) Prazepam (Prazene, Trepidam) Le più comuni ad azione prevalentemente ipnoducente sono: Triazolam (Halcion, Sonar) emivita breve Brotizolam (Lendormin) breve Estazolam (Esilgan) intermedia Lormetazepam (Minias) intermedia Flunitrazepam (Darkene, Valsera, Roipnol) lunga Flurazapam (Dalmadorm, Felison, Valdorm) lunga Nitrazepam (Mogadon) lunga Quazepam (Quazium) lunga. 25 Nuovo Abitare DISFUNZIONI SESSUALI CORRELATE La dott.ssa Clayton (prof.associato e vice di Medicina psichiatrica a Charlottseville in Virginia USA) ed i suoi colleghi hanno analizzato un questionario compilato da 6927 pazienti di 1100 cliniche di cura primaria. Tutti i soggetti ave- vano ricevuto cure con antidepressivi di nuova generazione. I medici curanti hanno che si aspettavano che un 20% dei pazienti sviluppassero qualche tipo di problemi sessuali. Però il gruppo della Clayton ha trovato che, dei pazienti controllati, il 37% di essi ha riferito problemi. Alcuni antidepressivi hanno mo- VARIE strato una correlazione più alta con disfunzioni sessuali. Usando come paragone il Buprium SR (Wellbutrin), la Velafanxina XR (Effexor) ha dato luogo a lamentele dei pazienti sei volte più frequenti, 5 volte la paroxetina (Paxil) e la Sertralina (Zoloft), 4 volte la Fluoxetina (Prozac). Altri fattori sono associati ad aumento di rischio di problemi sessuali correlati agli antidepressivi e sono l’età (più di 50 anni), basso livello scolastico, lavoro non a tempo pieno, uso di tabacco (da 6 a 20 sigarette al giorno). - L’0rganismo Usa di controllo di farmaci e cibi (FDA) dichiara che d’ora in poi richiederà alle industrie farmaceutiche che siano apposti alle confezioni dei marchi neri di pericolo, il contrassegno dell’FDA. Zyprexa, Simbyax, Risperdal, Seroquel, Abilify, Clorazil sono i prodotti a cui è stato richiesto il segnale di pericolo. - L’FDA ha determinato che il trattamento di disordini del comportamento in pazienti anziani con demenza con medicazioni antipsicotiche atipiche è associato ad un aumento di mortalità. Su un totale di 17 studi controllati con placebo effettuati con Zyprexa, Abilify, Risperdal o Seroquel in pazienti anziani dementi per disordini di comportamento, in 15 si è visto un incremento numerico di mortalità nel gruppo di pazienti trattati con farmaci rispetto al gruppo di trattati con placebo. Questi studi hanno riguardato un totale di 5106 pazienti e parecchie analisi hanno mostrato in questi studi un aumento della mortalità da 1,6 a 1,7 volte. L’esame delle cause specifiche di queste morti ha rivelato che la maggior parte erano dovute ad eventi collegati al cuore (arresto cardiaco,morte improvvisa) oppure ad infezioni (specialmente ai polmoni). CONCLUSIONI E’ difficile trarre la conclusione su un argomento anche perché solo andando in Internet si trovano decine di siti sugli psicofarmaci. Noi abbiamo soltanto un modesto contributo alla cono- 26 scenza senza giudicare. Sono dati, quelli forniti, alla portata di tutti. Va detto che buona parte dello scritto è tratto dal sito www.nopazzia.it che invitiamo a visitare. E questa può essere un conclusione alla portata di tutti. Nuovo Abitare Racconto DI CARLO SALVADORINI Lamiaanima Vagabondavoerrantesenzametàper leviediunacittàostile. Oppureguardavoilmareepensavo: comevorreifarpartedell’oceano. Dimenticavoanchelemieanime. Erosolodisperato.Anzisolo.Ele vieeranotutteuguali,nonuna diversa. Sottoilsolemidivertivoamassacrarmiperandarealavoraresenza alcunavoglia,perché,dicevo,ache servepoi? Poiseicomparsatu.Emihaifatto tremare:dura,all’inizio,razionalee concreta.L’esattooppostodiquello chesonoio:istintivo,irrazionalee portatoavolerbene. Hosentitoilrichiamo(riderai)della foresta,diquellaforestacheera diventatagiunglaedacuivedevo oraamalapenaspiraglidiluce. Oh!Haragione(equanto)chidice checisipuòinnamoraresoloconle parole. Eletuesonostatedolcissime sempredipiù,ognigiornoche passava. Tiseipreoccupatadime,pur avendoituoiproblemi,ediomi sonoaccortocheforsec’erala speranza(inmecertezza). Lasperanzaeritu,dolcissimoamore mio. Etiseitrasformatainconcretezza. Migaidettosolobelleparole,mi haiblanditoedaccarezzato,fattole coccoleeforseiniziatoavolerbene perchéioerosinceroconteeti dicevolaveritàdellamiavita quotidiana,noniromanzirosaele avventurediunavita...lamiavita nonc’erapiù...c’erapiù...c’erala nuovavita...quellaconte. Edinquestostupidohotelcheèla vita(ilsolitoVasco...)iotihoamato subito,sindalprimoistante,incondi- zionatamente.Mihaidetto,conla tuarazionalità,diandarcicauto... cheeraperunacosagraduale...sì... ediotirispettavoancheperquesto... maoradicocheiotiamoenon avròaltrefuorchéte. Lamiacertezzastanelfattochemi sonoaddormentatosentendolatua voceesvegliatoascoltandoladi nuovo...edanchesepiangevo,per lavitadimerdachemièstatadata, c’eritu.Anchesulbus...omagari perstrada...oinbici. Questacittàinfame,chemiha traditosottotuttiiversi,mihafatto conoscereteinunaserastranaed incuidicevolesolitecretineriein chat...ealloraringraziolachat. Èreale,eccomeseèreale,mia dolcissima.Maoravogliostringerti persentirequelcalorecheemani sempre,anchenelletueparole, voglio...amarti...anchesecerebralmente...etidesiderofinoallo spasimo. Inunanelitodiintelligenzahodetto chedevoandare...devoveniredate, anchesetumi...brontoleraiper questo. Mavogliovivereconteenonavere unasquallidastoria...chepoinonlo ègià. Lanostrastoriaèbellissimae quandoriescoaragionare,vistoche mihannosempredettodinon ragionareedicrearmialibi(???),mi dicocheavereunepilogologico,per poiricostruireinsieme.Lovorrei tanto,anzilovogliofortemente...a talpuntodanonpensarepiùa nientesenonavenirtiatrovare. Nonhodettocosesicuramente meravigliose(parecisiaunpremio diletteraturaqui...).Tihodettocheti amo.Tihodettochenonposso staresenzate.Tihodettosemplice- 27 mentechevogliounavitaconte. Ètantochiedereunavitainsieme? Forse. Masaiamenonèstatodato neppurl’appelloallamiavitae allorahofretta:hofrettadistringere quelpattotrameetecheportail sigillodell’amore. Orahocapitoanchecheeraquella cheavrebbeavutolasecondaparte dellamiavitaetel’hodetto,anche semihannoabbondantemente rubateleparole:”verràlamorteed avràituoiocchi”....verdi,comei miei. Epoisonotroppoidentichelenostre vitepernonviverleinsieme,non credi? Tiamodolcetesoroefinquando nontiavrò...trovata,timanderàle mieparole...olemiecanzoni...ole miepoesie. Nonsononientecomeletterato,lo so,mavorreiriuscireadesprimere lostessoilconcettodell’amore. Egrazieperavermidedicatoanche delleparoledolcissimeinquesto luogo...neavevobisognocomela vitastessa...sì...anchedelleparole. Maoravogliosoloamartieniente più. Elofarò.Èunaminaccia...... ......vedianchestavoltamihaifatto sorridereedbellosorridereperte, perchéormaiticonsiderocosamia, noncomepossessointendibene,ma comeanimaecuore. Anchesoloconquelli. Tiaspetto...aspettolatuavoce...epoi tranonmoltocivedremo...emi terraiteneramentelamano,facendomiprovarebrivididimenticatie passioniormaiperdutenellamemoriaeseppellite. Oraciseisolotueledueanime. Perme.Etiamo. Nuovo Abitare POESIE E PENSIERI DI...VERSI Il mare tumultuoso Il torrente (inverno 2006/2007) Esso si muoveva anche se era patana piatta (perché non c’era un filo di vento) ma nell’andare e rivenire si increspa ugualmente tra gli scogli che lo respingono ma le onde si infrangono tra gli scogli appuntiti come lame affilate di una spada luccicante gli schizzi vanno quasi in cielo grigio (perché era inverno, che bello!!!) vedere gli schizzi che vanno in cielo senza meta (anche se dopo un po’ cadono) perché per gli schizzi che non hanno meta cadono subito dopo nel suo specchio patanoso grigiastro gelido d’inverno (meraviglioso) e gli schizzi cadendo tornano nel luogo d’origine e l’azione si ripete all’infinito con altri schizzi geometrici che si gettano d’inerzia nello specchio grigiastro quasi blu e lassù spunta un raggio di sole che timidamente si fa largo tra le nuvole e luccica su una sola onda (ma che dico una, un miliardo di onde) nell’ondulio imperfetto che fanno da migliaia d’anni ma un’onda luccica più delle altre con quel raggio timido di sole che fa capolino tra le nuvole grigie che camminano spinte dal vento che le sposta e intanto il mare grigiastro continua il suo gorgoglio e si schizza tra gli scogli appuntiti come lame di una spada ma gli scogli non sono lisci come lame di una spada luccicante ma sono biforcuti e hanno molte punte non uguali da limare e ci pensa lo specchio d’acqua nel suo ondulio perpetuo. Stefano Bigazzi Quando andiamo in campagna per una scampagnata sentiamo poco più in la, un fiume d’acqua (torrente) che rumoreggia gorgogliando che, se andiamo vicino ci specchiamo da quando è limpida, in quello specchio d’acqua gettiamo un sassolino che si inventa dei giochi d’acqua strani, e si collocano a fondo nel letto d’acqua. Stefano Bigazzi 18/11/2006 Ruscellod’acqua Sonoandatonelboscoehosentitounruscello d’acquaemenesonoinnamoratotantoda fermarmirapitodallasuaallegriadispruzzi. Ilruscelloèallegroanchesenoncisono. StefanoBigazzi Scrivete alla redazione: [email protected] www.associazionemediterraneo.li.it 32