circoli anziani scacco alla solitudine

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circoli anziani scacco alla solitudine
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S.I.E. Spa Società
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Pierangelo Giovanetti
Trento 10 maggio 2016
Testi a cura di:
Michela Baldessari
Stefano Piffer
Silvia De Vogli
Laura Ruaben
CIRCOLI ANZIANI
SCACCO ALLA
SOLITUDINE
SERVIZI
SOGGIORNI
TRA DIVERTIMENTO
E CURA
AGENDA
A FOLGARIDA
L’UNDICESIMO
RADUNO PROVINCIALE
TECNOLOGIE
ECCO LE APP
CHE SEMPLIFICANO
LA VITA
2
INTERVISTA 3
DATI E
INFORMAZIONI
I NUMERI
I circoli in Trentino sono 107, ma si punta ad arrivare a quota
111 entro la fine del 2016. In tutto, i soci sono 25 mila.
I RECAPITI
Circoli anziani
contro la solitudine
Tullio Cova sarà il presidente per i prossimi tre anni:
“Siamo un antidoto all’isolamento”
di Stefano Piffer
C
’è un fantasma che
quasi tutti gli anziani
si trovano a dover
combattere in Trentino,
certo, ma anche nel
resto del globo: la
solitudine. Una nemica silenziosa
e subdola che cresce poco a
poco senza che spesso il diretto
interessato se ne renda conto.
Ed è anche per questo che
sono nati i Circoli Pensionati
e Anziani, realtà che in un
territorio variegato come
quello provinciale, hanno
un’importanza fondamentale
per favorire i momenti di
incontro e condivisione fra i
soci. Il rischio isolamento lo si
combatte solamente aprendosi,
entrando in contatto con gli
altri, con persone che vivono le
nostre stesse esperienze. Ed è
anche per questo che i numeri
sono importanti. Attualmente i
circoli sono 107, ma entro la fine
dell’anno dovrebbero salire a 111,
“con molte persone che sono già
venute a documentarsi per capire
cosa facciamo e come entrare a
far parte della nostra famiglia”
racconta Tullio Cova, 73 anni, da
poche settimane eletto presidente
del Coordinamento dei Circoli
della Provincia di Trento. Un
ruolo che manterrà per i prossimi
tre anni e al quale può regalare
molta della sua esperienza,
visto che ha lavorato da tempo
all’interno del Coordinamento
essendo anche presidente del
Circolo di Zambana.
Presidente, quante sono le
persone iscritte a questi cento
e passa circoli disseminati in
Trentino?
“Siamo arrivati a quota 25
mila e siamo presenti un po’
dappertutto, anche nelle zone più
lontane dal capoluogo, come il
Primiero, l’Alta Val di Sole o la Val
Giudicarie. Il nostro principale
obiettivo è quello di favorire la
connessione e il coordinamento
fra le varie realtà di valle ed è per
questo che abbiamo nominato
i rappresentanti di zona che
potranno sicuramente aiutarci
nel nostro lavoro. Una soluzione
che ci permette di essere vicini
in modo sempre più concreto
alle esigenze di chi ha qualche
primavera sulle spalle”.
Il Trentino è una terra bellissima,
ma orograficamente particolare.
Essere distanti 30 o 40 chilometri
dal centro principale se si vive
in montagna è diverso rispetto
a coloro che abitano in pianura
e possono coprire le distante in
poche decine di minuti in auto,
oppure usando i mezzi. Ed è
così che si spiega la decisione
di organizzare l’importante
raduno provinciale di metà
maggio di tutti i Circoli proprio
in una zona di non immediato
accesso come la Val di Sole, con la
partecipazione di un migliaio di
persone.
La scelta di una valle abbastanza
distante da Trento non è casuale.
“No, infatti. Noi ci rendiamo
conto che nelle zone limitrofe
è più difficile far conoscere le
attività che vengono svolte e
far attecchire iniziative. Ma
soprattutto è anche dove si
rischia di sentire più forte la
solitudine”.
Che rimane una delle nemiche
principali con cui combattere.
“E’ un problema molto sentito.
Basti pensare che molti referenti
dei circoli che aprono la sede alle
dieci del mattino, trovano già in
fila fuori dalla porta alcuni soci,
tanta è la voglia di incontrarsi,
parlare, trovare un amico. O
semplicemente per capire che
Il Coordinamento del Circolo Pensionati e Anziani del
Trentino si trova in Via Scipio Sighele, 5 a Trento. Telefono:
0461/390963. Mail: [email protected]
non si è da soli. Il nostro obiettivo
è quello di incentivare questo
aspetto”.
Quali attività proponete?
“Posto che già il fatto di passare
del tempo insieme è una cosa
importante, puntiamo molto sulle
attività culturali, organizzando
spesso delle gite, che rimangono
lo strumento più efficace di
socializzazione. Ma gli anziani
vogliono anche aprirsi all’oggi,
non solamente rimanere nella
propria realtà. Per questo
ultimamente stanno prendendo
piede in modo particolare i corsi
di informatica. Sono molti gli
aderenti che desiderano capire
qualcosa di più di tutto quello che
ruota attorno a un computer”.
Insomma, troveremo sempre
più over 65 che aggiorneranno i
propri profili Facebook?
“Più che altro, ci si rende conto
che è importante capire la
tecnologia. Per fare un esempio,
agli anziani piace leggere e
ci si sta spostando sempre di
più dalla carta ai computer,
oppure ai tablet o ai telefonini
di nuova generazione. Quindi,
in diversi circoli provinciali si
sta moltiplicando sia l’offerta sia
l’adesione a queste iniziative”.
4 BENESSERE
Diabete: curarsi a tavola
Il dottor Michele Pizzinini consiglia: “Pasti regolari con cibi integrali, tanta
verdura, pochi formaggi e attenzione anche alla frutta”
U
di Michela Baldessari
n adeguato stile di
vita ed una corretta
alimentazione rivestono
un ruolo importante
per la prevenzione delle
malattie e, se parliamo di
anziani, diventa fondamentale per
il miglioramento sia della durata
che della qualità della vita. La
presenza di complicanze croniche,
legate in particolare al diabete,
costituisce un ulteriore fattore che
condiziona l’alimentazione.
“L’importante per gli anziani
e per coloro che soffrono
di diabete - spiega Michele
Pizzinini, specialista in Scienza
dell’Alimentazione e Diabetologia
- è mantenere la regolarità
dei pasti e scandire il ritmo
della giornata con colazione,
pranzo e cena. È bene scegliere
cibi integrali, per rallentare
l’assorbimento dei carboidrati e
quindi degli zuccheri, e prevedere
sempre, sia a pranzo che a cena,
una porzione di verdura. La frutta
non dovrebbe essere consumata
dopo cena, e per i diabetici
nemmeno al pomeriggio”. È
importante inoltre contenere
il consumo di alimenti ricchi
di grassi saturi e colesterolo,
riducendo i formaggi: “Consiglio
sempre di viverli un po’ come una
trasgressione, piuttosto che come
una regola - continua Michele
Pizzinini - dunque due o tre
volte alla settimana al massimo e
non alla sera”. Anche l’esercizio
fisico è indispensabile, perché,
oltre garantire il mantenimento
della massa muscolare, abbassa
l’iperglicemia attraverso una
COS’È IL DIABETE
Il diabete è una patologia molto
diffusa (in Trentino ne soffre il
4,8% della popolazione, più di
25.000 persone) che comporta
alterazioni della glicemia nel
sangue. È una malattia dalla
quale non si guarisce, ma che non
stravolge la vita di una persona
se diagnosticata rapidamente e
trattata in modo adeguato. Oggi
oltre alle terapie tradizionali esistono
farmaci innovativi, sia pillole che
iniezioni, che non possono tuttavia
prescindere dal mantenimento di
uno stile di vita salutare: alimentarsi
correttamente, non fumare e
praticare regolare attività fisica.
miglior azione dell’insulina, e
apporta altri benefici, tra i quali
la riduzione degli altri fattori di
rischio associati al diabete, quali
l’ipertensione, l’ipercolesterolemia
e il sovrappeso. Nella terapia
Michele Pizzinini
del diabete il primo step, e
forse quello più importante,
è dunque legato alla dieta,
associato all’attività fisica e
solo in un secondo momento
si deve prevedere l’assunzione
dei farmaci, che abbassano
la glicemia. “A volte si tende a
sottovalutare l’importanza di una
dieta corretta e si ricorre subito
alla terapia farmacologica”, ricorda
Michele Pizzinini, “ma ridurre la
glicemia, migliorare la sensibilità
all’insulina e limitare il numero
di farmaci è possibile se si segue
un’alimentazione bilanciata”. Con
l’età, inoltre, si riduce la capacità
di assorbimento di alcune
vitamine e di alcuni minerali,
perciò sarebbe opportuno, un
mese all’anno, prendere degli
integratori polivitaminici, per
supplire ad eventuali carenze.
IL CONVEGNO
L’Atd, Associazione Trentina Diabetici,
promuove per sabato 21 maggio
2016 alle ore 10 presso l’aula
grande di Fbk in via Santa Croce
77 a Trento un convegno aperto
a tutta la cittadinanza dal titolo
“Vivere il diabete, alimentazione
e movimento: due carte vincenti
contro la malattia”. Interverranno il
dottor Michele Pizzinini, specialista
in Scienza dell’Alimentazione e
Diabetologia, il dottor Massimo
Orrasch, del centro Diabetologico
dell’Ospedale Santa Chiara e il
dottor Mauro Dauriz, specialista
in Endocrinologia, Diabetologia
e malattie del Metabolismo
dell’Università di Verona. Modererà
l’incontro la dottoressa Vittoria
Agostini, specialista in malattie
cardiovascolari.
L’ESPERTO
5
Partecipare: dall’io al noi
di Silvia De Vogli
I
dati dell’affluenza alle urne sono da
tempo in calo dimostrando una crisi degli
strumenti tradizionali della partecipazione
alla vita pubblica. Nel contempo nascono
sui territori nuove forme di ascolto e
di attivazione che interessano anche le
persone più fragili. Ne abbiamo parlato
con Gino Mazzoli, vicepresidente della
Fondazione Franco Demarchi (nella foto).
Mazzoli, non è strano che proprio il welfare
stia diventando laboratorio di democrazia?
No, perché il welfare è il frutto più prezioso
della democrazia, il dispositivo che trasforma
un potenziale conflitto in fraternità: attraverso
i suoi servizi i problemi di una famiglia
diventano problemi di tutti. Ma oggi tutto
questo è messo in discussione.
Che cosa intende?
Da più parti si dice che il welfare è una
zavorra finanziaria. Le istituzioni hanno meno
risorse, mentre aumentano i problemi delle
famiglie e le reti sociali evaporano. È sempre
più evidente poi un risentimento verso le
istituzioni ritenute incapaci di rispondere ai
bisogni emergenti. La situazione non è facile,
ma smantellare il welfare significherebbe
aprire la strada alla violenza, perché welfare e
La democrazia è il dispositivo che trasforma
la violenza in disponibilità alla concertazione
democrazia sono strettamente
legati.
Cosa bisogna fare allora?
Occorre dare nomi nuovi
a problemi nuovi, andare
oltre le categorie tradizionali
dedicando tempo all’ascolto
per intercettare i vulnerabili
quando hanno ancora risorse
per gestire i problemi che
incontrano. Occorre trasformare
le rivendicazioni in capacità
di trovare nuove risposte da
progettare e gestire in modo
partecipato; mettersi nella prospettiva
di un welfare generativo che si basa sulla
partecipazione.
Ce lo spiega?
Il welfare generativo non è quel pezzo
che fai con i volontari; è un ripensamento
complessivo del modo di gestire problemi
e risorse. Chiama a raccolta le energie della
comunità, non solo utenti o Terzo settore,
ma anche banche, imprese...Fa transitare le
istanze dei singoli dall’ “io” al “noi” favorendo
un’elaborazione collettiva dei
disagi individuali.
In questa prospettiva quale
ruolo possono avere gli
anziani?
Innanzitutto l’ambito del
welfare che li riguarda è
diventato cruciale e per diversi
motivi come la crescita delle
patologie croniche, l’incremento
del badantato, l’aumento del
numero di anziani ancora
lucidi sul piano cognitivo, ma
con difficoltà di movimento
e sprovvisti di reti sociali. Persone che
spesso degradano in silenzio verso la non
autosufficienza perché hanno vergogna a
chiedere aiuto. Per loro è importante costruire
interventi utili. In merito alla partecipazione
una delle questioni da porsi è quella dei
“nuovi anziani” cresciuti con una minor
propensione naturale alla socialità. Servono
perciò nella logica di un welfare realmente
partecipato strategie nuove anche in relazione
al coinvolgimento di chi oggi ha 55-60 anni.
R6051006
6
Tre sorgenti minerali nel Parco Nazionale dello Stelvio
La Val di Pejo vanta una lunga
tradizione di cure e trattamenti
termali grazie alla ricchezza di
sorgenti minerali presenti nella
valle.
Le proprietà benefiche dell’Antica Fonte, della Nuova Fonte
e della Fonte Alpina sono impiegate nella cura di patologie
artro-reumatiche, vascolari, otorinolaringoiatriche, gastroenteriche e delle vie urinarie.
Il bagno carbo-gassoso e i fanghi
termali, maturati in loco, rappresentano un valido rimedio per il
trattamento delle infiammazioni
articolari e muscolari. Il percorso
flebologico sfrutta la ricchezza
di gas e sali minerali della Nuova
Fonte per stimolare il flusso circolatorio venoso e linfatico.
Le cure inalatorie sono efficaci
contro le affezioni croniche delle alte vie respiratorie.
Il centro termale è dotato di
ambienti raffinati e tecnologie
all’avanguardia. La proposta
curativa è stata arricchita con
diverse aree dedicate al benessere, alla riabilitazione, al fitness
e all’estetica. I trattamenti di
bellezza sono effettuati con la
linea cosmetica personalizzata,
formulati impiegando l’acqua
termale della Fonte Alpina e
principi attivi estratti da piante e
prodotti del territorio.
Via delle Acque Acidule 3 - 38024 PEIO FONTI (TN)
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Apertura 2016
dal 6 giugno
all’ 8 ottobre
SPIRITUALITÀ
7
Elogio
della
semplicità
Il vero amore
richiede semplicità
“Meister Heckart”
di Marcello Farina
L
a semplicità non è una pianta
spontanea in quello che
potremmo chiamare il giardino
delle “ virtù”, cioè di quelle
abitudini – attitudini che ci
rendono la vita più armoniosa e
ricca di umanità.
Essa non ci è data naturalmente e
come per incanto, ma va conquistata
attraverso un difficile esercizio, di
lunga durata, che ci alleggerisce
di tutto ciò che oscura, disperde,
ingarbuglia, nasconde ciò che di noi è
l’”essenziale”, la nostra nuda personalità,
quel “meno” (di tante cianfrusaglie
che ci compongono) che è “di più”.
Quell’essenziale, come dice il piccolo
principe che “invisibile agli occhi”
ma che “si vede bene con il cuore”. La
semplicità non può essere identificata
con il semplicismo, che è frutto
dell’ingenuità e della superficialità, né
con la semplificazione, che costituisce,
a sua volta, una forma di evasione,
dettata dall’incapacità di accettare la
complessità della realtà. All’opposto,
la semplicità suppone l’accettazione
della complessità, la disponibilità non
solo ad abitarla, ma anche a incontrarsi
con essa, andando oltre il livello delle
apparenze, per scoprire le radici più
profonde dell’esperienza umana e
abbeverarsi della linfa vitale che la
alimenta. Suppone, in altre parole,
l’impegno a sfrondare ogni evento di
tutto ciò che è orpello esteriore, per
raggiungere il fondo vero delle cose
e accedere al segreto che le avvolge.
Per queste ragioni la semplicità non
è un punto di partenza, ma di arrivo
di un cammino che va mantenuto
aperto e che coincide con la vera
maturazione della persona. Essa è
quell’utopia ( mai definitiva) che
porta l’uomo alla giusta coscienza
di sé e lo sostiene nell’esperienza
mondana. Il cuore umano non è
semplice: in esso confluiscono istanze
non sempre facilmente componibili,
che hanno origine negli strati più
nascosti della personalità. Nella sua
struttura originaria il cuore si presenta
attraversato da un groviglio di nodi
inestricabili e solo un esercizio severo
di purificazione può portarlo alla sua
semplicità, intesa come limpidezza di
sentimenti ed affetti, come equilibrio
spirituale che libera dall’ansia e dalla
paura.
La semplicità abita nella persona che
è priva di artificio e affettazione, che
non finge e non è preoccupata della
propria immagine o della propria
reputazione, che non è mossa da
calcolo, è trasparente e limpida.
Semplicità è oblio di sé, autenticità,
distacco, serenità, modestia; i
suoi opposti sono narcisismo, la
presunzione, il sussiego, il fasto, lo
snobismo, l’artificio, la doppiezza, la
complessità. La semplicità è quiete
contro l’inquietudine, leggerezza contro
gravità, spontaneità contro riflessione
estenuante. La semplicità non è una
virtù che si aggiunge all’esistenza, è
l’esistenza stessa, sicchè è la più lieve
delle virtù, la più trasparente, la più rara.
Lo scrittore Jean Guitton parla della
semplicità quando, in un’immaginaria
Lettera a un bambino piccolo, così
si rivolge a lui: “ i grandi ti insegnano
lo sforzo. Tu insegnerai loro l’atto
dell’abbandono, che si chiama grazia.
Noi ti daremo le regole. Tu, in cambio, ci
darai la tua fantasia, la tua innocenza.
Ti proponiamo la nostra gravità, tu ci
insegni l’allegria. Ti spieghiamo che tutto
è più difficile di quanto tu creda… e tu
insegni alle nostre fronti già coperte di
rughe, che tutto ciò è più facile di quanto
si fosse creduto!”.
Non è difficile riconoscere che il
“semplice” è l’opposto del “doppio”,
è l’opposto del “contorto” e che
“semplicità”, dunque, è l’opposto
della doppiezza, delle contorsioni,
dell’ipocrisia. La doppiezza si manifesta
nel parlare (una “lingua doppia”) e
nell’agire ( una “doppia vita”), nelle
relazioni, sia con il prossimo, sia con
Dio. C’è perciò tutto un mondo da
smascherare : lo si vuole complicato,
per farlo apparire grande o per apparire
grandi. Per questo “dovremmo esercitare
una virtù che non ci è mai stata
insegnata – scrive don Angelo Casati
– la virtù dell’ironia. Un briciolo di
ironia smonterebbe tanti castelli fatui,
tante tombe verniciate di esteriorità”.
E sottolinea: “le cose semplici sono le
vere cose buone, le donne e gli uomini
semplici sono il tesoro prezioso della
terra. Hanno la bontà e il profumo del
pane. Il pane è semplice, non si esibisce,
sta senza parlare su una tavola, si lascia
spezzare. E infatti penso di non essere
lontano dal vero, immaginando che
si senta male, il pane, e se parlasse
lo direbbe, quando lo mettono nelle
vetrine, in esposizione, quella vera, è
sulla tavola. L’unica esposizione che
sopporta!.”
8 AGENDA -
IN COLLABORAZIONE CON COORDINAMENTO DEI CIRCOLI
PENSIONATI E ANZIANI DELLA PROVINCIA DI TRENTO
Circoli, arriva
il raduno
Provinciale
Il 14 maggio, l’undicesima edizione dell’assemblea degli soci,
fra momenti di riflessione e divertimento
di Stefano Piffer
U
no dei momenti di maggior condivisione dei Circoli Pensionati e Anziani del
Trentino è rappresentato dal grande
Raduno Provinciale che, come accade
spesso, viene organizzato nelle località
più distanti dal capoluogo. Il motivo
risiede nella volontà di far conoscere le attività
che vengono svolte nei Circoli anche in quelle
località dove può essere più difficoltoso intessere una rete di relazioni per motivi geografici e
“numerici”.
IL PROGRAMMA
IN SINTESI
Ore 9.30: Santa Messa all’Auditorium
di Folgarida
Ore 10.30: Inizio dei lavori.
Saluto e relazione del
Presidente del Coordinamento
Saluto delle autorità
Intervento dell’Arcivescovo
di Trento
Ore 11.45: Premiazione del Concorso
di pittura: “Le montagna in
Trentino Alto Adige”
Ore 12.30: Trasferimento e pranzo al
Centro Sportivo di Mezzana
Quest’anno è stata scelta Folgarida, quindi la
Val di Sole, dove sabato 14 maggio saranno attese circa mille persone in rappresentanza degli
oltre cento circoli che sono disseminati in tutta
la provincia di Trento.
Il tema scelto per quest’anno è “I circoli per un
futuro mondo di valori” e ne discuteranno gli
associati assieme ai rappresentanti del mondo
politico e religioso, dal momento che è prevista la presenza anche del nuovo arcivescovo di
Trento, Monsignor Lauro Tisi.
La location sarà l’Auditorium “Sosta dell’Imperatore” e si inizierà alle 9.30 con la Santa Messa.
In seguito prenderanno il via i lavori e i dibattiti dedicati al tema prescelto che dovrebbero
occupare tutta la parte restante della mattinata.
Poco prima di mezzogiorno si svolgeranno
infine le premiazioni del Concorso di pittura “Le
montagne del nostro Trentino Alto Adige”.
Dopo il dovere, tocca al piacere con il trasferimento al Centro Sportivo di Mezzana dove verrà
organizzato il pranzo.
Quello di quest’anno è l’undicesimo raduno dei
soci e il tema su cui si è deciso di puntare vuole
significare “la volontà di ribadire l’impegno a essere attivi, ad essere considerati persone ancora
in grado di aiutare, oltre le nostre famiglie, anche
quella parte di società che vive alla giornata e ha
incontrato sulla propria strada una serie di difficoltà” ha spiegato il presidente Tullio Cova che
auspica che il raduno sia “un momento di riflessione sull necessità di essere presenti in modo
concreto in una società moderna così presa dal
trambusto del vivere quotidiano”.
R5080405
PERGINE VALS. (TN) | Fraz. Canale | Via della Carezza, 49 | Tel. 347 5792890 | Fax 0461 504322 | [email protected] | www.mafrasrl.it
AGENDA
VIGO DI FASSA
­EVENTI e
FOLKLORE
Entorn Vich
Data: 22 maggio
Dove: Tamion di Fassa
Orario: 16.00
Info: 0461 594166; www.visitvalsugana.
it, ingresso libero
“Dal Tesino all’Europa con Alcide
Degasperi” relatore Marco Odorizzi
APPROFONDIMENTO
GIUGNO, FRA ECONOMIA
E SAN VIGILIO
Autonomia
Data: 27 maggio 2016
Dove: Casa di Riposo Suor Agnese
Orario: 16.00
Info: 0461 594166; www.visitvalsugana.
it, ingresso libero
“L’Autonomia del Trentino alto Adige”.
Relatore l’ex governatore della Provincia
Autonoma di Bolzano Luis Durnwalder.
BORGO VALSUGANA
Cesare Battisti
TRENTO
VAL DI NON/SOLE
Trenino
dei Castelli
Data: 14, 21 e 28 maggio 2016
Dove: partenza Stazione Trento/Malè, a
Trento
Orario: partenza ore 8.20
Info: www.treninodeicastelli.it, Apt
Trento, Monte Bondone e valle dei Laghi
0461 216000
Tutti i sabati del mese, una giornata
particolare a bordo di un trenino che parte
da Trento e porterà alla scoperta della
storia e dei sapori delle Valli del Noce. Si
visiteranno il Castello di Ossana, Castel
Caldes, Castel Valer e il maestoso Castel
Thun. Non mancherano i migliori prodotti
enogastronomici trentini.
FONDO
Cerevisia
festival
Orario: 20.15
Info: 0462 609700; www.entornvich.com
Manifestazione enogastronomica con
intrattenimento musicale e antiche
tradizioni lungo le vie del paese.
Sulla Brenta
con gusto
Data: 28 e 29 maggio
Info: Apt della Valsugana; 0461 727741
Dalle 8 mercato straordinario in Piazza
Degasperi e mercato con prodotti tipici
in Piazza Martiri. Dalle 15.30 in Piazza
Martiri show-cooking con Andrea Torelli,
concorrente dell’ultima edizione di
Masterchef. Ore 17 dimostrazione della
lavorazione del latte.
CULTURA
Palazzi Aperti
Data: 14 e 15 maggio 2016
Info: 0461 216000; [email protected]
Visita guidata a Cappella Sant’Adalberto,
Palazzo Geremia, Palazzo delle Albere,
Palazzo Thun – L’appartamento di Matteo II
CASTELLO TESINO
Degasperi
Festa dei
compleanni
TRENTO
Data: 28 maggio
Dove: presso la sede del Circolo in Via
Abondi, 9
Orari: 16.00
Info: 0461 826747
Verranno festeggiati i nati del mese di
maggio e giugno, che sono pregati di confermare la propria partecipazione entro il
26 maggio 2016.
Orchestra
Haydn
TEATRO
Dal Circolo
«La Ginestra»
LAVARONE
Tombolata
Lavarone
a Teatro
Data: 21 maggio 2016
Dove: Cinema teatro Dolomiti
Data: 11, 18, 25 maggio e 1, 8 giugno
Dove: presso la sede del Circolo in Via
Abondi, 9
Orario: 15.30
Info: 0461 826747
Pasta e fagioli
Data: 21 maggio
Dove: presso la sede del Circolo in Via
Abondi, 9
Orario: 17.00
Info: 0461 826747
A tutti i partecipanti, il Circolo offre un
buon piatto di pasta e fagioli
Torneo di
ramino
Data: 14 giugno
Dove: presso la sede del Circolo in Via
Abondi, 9
Orario: 15.00
Info: 0461 826747
Iscrizioni entro il 13 giugno. Quota di
partecipazione, 3,00 euro
R6050402
Data: 13 maggio 2016
Dove: Casa di Riposo Suon Agnese
Da diversi anni ormai il mese di giugno accoglie due
degli eventi di maggior richiamo della Città di Trento: il Festival dell’Economia, giunto ormai alla sua
undicesima edizione, e le Feste Vigiliane che invece
compiono 33 anni.
La kermesse economica, simboleggiata dall’ormai
famoso scoiattolo su sfondo arancione, si svolgerà
dal 2 al 5 giugno e richiamerà ancora una volta i
nomi più importanti del settore a livello nazionale
e internazionale. Il tema scelto per quest’anno è “I
luoghi della crescita”. Si indagherà principalmente
sugli ingredienti necessari per stimolare uno sviluppo economico che consenta di risollevare l’Italia da
un periodo di stagnazione che ormai prosegue dal
2008.
Le Feste Vigiliane
dedicate al patrono di
Trento presenteranno
invece un programma articolato che si
svilupperà lungo tre
diverse tranche: si
inizia l’11 giugno per
poi proseguire dal 16
al 19 e concludere con
gli ultimi appuntamenti dal 24 al 26. Come sempre
spazio alla tradizione: dalla mascherada dei Ciusi
e dei Gobj alla disfida della polenta, dal Tribunale
di Penitenza al Palio dell’Oca. Con epilogo affidato
ancora una volta agli immancabili fuochi d’artificio
che illumineranno le roste dell’Adige.
MUSICA
Data: 18 maggio
Dove: Teatro Auditorium Santa Chiara
Orario: 20.30
Info: www.haydn.it;
numero verde 800 086 890
Jeffrey Tate in concerto. Stefano Ferrario,
Roberto Tomada, violino; Gabriele
Marangoni, viola; Luca Pasquali,
violoncello su musiche di Edward Elgar.
Info: www.cerevisiafestival.com
Cerevisia – Festival delle birre artigianali.
Laboratori e degustazioni durante tutta la
giornata, con tanta musica in serata.
Orario: 21
Info: Cofas 0461 237352
Commedia giallo-brillante in due atti di
Luisa Pachera “Santa Vittoriosa Palace
Hotel” in collaborazione con l’Associazione
Culturale Grenzland di Avio. Per la Quarta
edizione della rassegna “Lavarone a
Teatro”.
BORGO VALSUGANA
TRENTO
Data: 20, 21, 22 maggio
Dove: Palanaunia
Data: 27 maggio 2016
Dove: Biblioteca
Orario: 17.30
Info: www.visitvalsugana.it; 0461 727700
Presentazione del libro: “Cesare Battisti: il
Tirolo tradito. Un percorso nella storia di
questa nostra terra” di Giuseppe Matuella.
Presenta Luigi Sardi.
9
ASSOCIATO
FEDEROTTICA
TRENTO
Via Fogazzaro, 9 - Tel. 0461 910052 - 0461 910513 - Via Piave, 12 - Tel. 0461915573
10 NOVITÀ DAL MONDO DELLA TERZA ETÀ
Rifiuti? Serve esperienza
Secondo un’indagine condotta in undici paesi, gli ultrasessantenni riciclano
gli imballaggi di cibi e bevande meglio della generazione tra i 18 e i 29 anni
I
dalla Spagna, dove raggiunge
il 27%. In Slovacchia, scende
al 20%. Gli over 60 riciclano,
sostanzialmente, tutti i loro
imballaggi (comprese le bottiglie
e vasetti di vetro) e, in generale,
fanno meglio di coloro che
hanno tra i 18 e i 29 anni. In
alcuni paesi, come Croazia (23%)
o Regno Unito (22%), il divario è
molto più alto che in altri paesi
come Repubblica Ceca (13%)
o Italia (7%). Il gap aumenta
vertiginosamente quando
si passa dai comportamenti
all’informazione: solo il 44,6%
degli under 30 dice di sapere
che il vetro si può riciclare un
numero infinito di volte, contro
il 63,8% degli over 60. Dai più
grandi c’è sempre da imparare.
R6051002
l riciclo non è un “mestiere”
per giovani. Anche se gli
europei sono sempre più
consapevoli dell’importanza di
riciclare gli imballaggi di cibi
e bevande, le generazioni più
anziane risultano più informate
e più impegnate rispetto ai
giovani. Nel nostro Paese questo
divario, pur essendo presente, è
meno netto. Gli italiani hanno
imparato meglio di altri le
buone maniere ambientali:
il 99% afferma di riciclare gli
imballaggi (fanno meglio solo
svizzeri e austriaci) e sono
secondi in Europa per il riciclo
del vetro: quasi il 91% sostiene
di riciclarlo sempre. Stando al
sondaggio commissionato da
Friends of Glass e condotto in
undici paesi europei, il gap di
consapevolezza tra generazioni è
presente in tutti i paesi, a partire
il tuo deposito personale
LA DIETA IDEALE
È LA NOSTRA
Invecchiare in salute:
uno studio condotto
da cinque centri europei
di ricerca dimostra
i benefici del menù
“mediterraneo”
per l’organismo
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a chiamano “dieta mediterranea rinforzata”:
prevede un ampio consumo di cereali integrali,
verdure, pesce e acqua
e la sensibile riduzione di bevande alcoliche, dolci e
sale. Non è la solita ricetta, ma
un programma “testato accademicamente”, frutto del lavoro
condotto tra il 2011 e il 2014, in
cinque centri di ricerca aderenti
al progetto (Bologna, Clermont
Ferrand in Francia, Wageningen
in Olanda, Varsavia in Polonia e
Norwich in Gran Bretagna). L’obiettivo di NU-AGE, coordinato
dall’ateneo bolognese, era realizzare una dieta ideale, che permettesse agli over 65 di tutta Europa (nel 2030, tra il 25% e il 40%
della popolazione) di invecchiare in salute. I soggetti che hanno
seguito la dieta NU-AGE, tra i
2.665 volontari reclutati, hanno mostrato una diminuzione
dei livelli di proteina C reattiva,
noto marcatore di infiammazione sistemica. Inoltre, l’aderenza
alla dieta NU-AGE è associata a
un miglioramento del profilo lipidico in termini di rapporto tra
colesterolo totale e HDL e livello
di trigliceridi.
TECNOLOGIE
11
Smartphone a prova di nonni
Basta problemi di lettura e difficoltà con il touch screen: ecco le app
che semplificano l’uso del cellulare. Per non sentirsi di un altro mondo
Q
uante volte si vorrebbe partecipare
alle chat di figli e
nipoti per ricevere
in tempo reale le
loro foto o sentire
i loro messaggi vocali? La mancanza di rapporti con un cellulare evoluto o, più semplicemente, le difficoltà nel mettere
a fuoco l’infinita mole di icone, immagini e simbolini può
tradursi quasi in un’esclusione
per la generazione cresciuta
quando il telefono fisso non
era neanche arrivato in tutte le
case.
Dai sessant’anni insù bisogna
ammettere che si provi una
certa sensazione di estraniamento quando, magari anche
durante le riunioni di famiglia,
si vedono tutti i presenti più
giovani con la testa china sul
proprio cellulare o – come lo
chiamano gli altri – smartphone.
I cinquantenni hanno imparato a usarlo per stare dietro ai
figli; per i trenta-quarantenni
è una sorta di appendice che
tiene collegati costantemente
a familiari, amici, colleghi e
mondo esterno; dai 25 anni in
giù si può dire che il cellulare sia un oggetto familiare da
sempre, per non parlare poi dei
bambini di oggi, che praticamente sono stati allevati con
uno smartphone nella culla.
Tutto questo per dire che ormai
di un telefonino evoluto – nonostante i rischi di litigare con
il touch screen – non si possa
proprio fare a meno e che addirittura questo possa aiutare a
tenere in allenamento il cervello. Ma al di là del telefono in sé,
l’aspetto forse più importante
con cui fare i conti riguarda
l’interfaccia. Basterà l’aiuto di
un nipote per scaricare l’app
di uno dei tanti launcher che
semplificano non poco il rapporto con la tecnologia, intendendo per launcher la visualizzazione (il “lancio”) delle icone
e degli altri elementi che compaiono sullo schermo del cellulare. A una grafica più facile
da interpretare, e riconoscere
come familiare, corrisponderà
un uso più semplice e rapido.
Gli smartphone Android, nello
specifico, possono contare su
launcher in grado di cambiare completamente l’aspetto e
l’accessibilità del dispositivo. A
differenza di temi e opzioni di
personalizzazione disponibili
per altri sistemi operativi mobili, i launcher Android sono
facilmente personalizzabili ed
è possibile modificarne l’aspetto con poche mosse. Tra i più
gettonati figura Big Launcher
Easy Phone, un’interfaccia
semplice e veloce per persone
anziane con problemi di vista:
“bottoni” più grandi, testi grandi, accesso ai contatti preferiti
direttamente dalla schermata
iniziale, notifiche a tutto schermo e un set di colori ad elevato
contrasto garantiscono una
navigazione accessibile a tutti.
Concetti e aiuti simili si trovano nel launcher Simple Senior
Phone, ottimizzato per persone
anziane e per chi soffre di problemi alla vista. Da segnalare
anche Necta Launcher, progettata per le persone che hanno
bisogno di una vita semplice:
tutto diventa grande, l’app
consente di selezionare rapidamente le persone “importanti”,
ha una fotocamera intelligente
che permette di premere in
qualsiasi parte del display per
scattare una fotografia e valorizza la consultazione delle
previsioni meteo. Insomma, la
tecnologia non deve far paura
perché, a conti fatti, le esiste
una buona soluzione per tutti.
Non importa quanti anni abbiano.
12 FORMAZIONE
Le
competenze
per prendersi
cura
Per assistere una persona che ha bisogno di aiuto non basta “fare” e “sapere”,
serve anche un approccio etico, empatia e relazioni di fiducia
A cura di Orietta Fedrizzi
Di Fondazione Franco Demarchi
A
destino. “L’altro” è il punto da cui partire per
“prendersi cura”, che può essere declinato
come riconoscimento del suo essere soggetto
autonomo che deve essere informato, coinvolto, lasciato libero di scegliere, nel rispetto
DENTAL MEDICAL CENTER
A
AMBULATORI POLISPECIALISTICI
dir. Sanitario dott. Luigi Mosna
R5102310
ssistere qualcuno che per età o malattia non è autosufficiente significa
aiutarlo a lavarsi, vestirsi, andare
in bagno, spostarsi, mangiare; tutte
azioni concrete che richiedono
conoscenze e abilità. Ad esempio,
alimentare una persona che presenta difficoltà a deglutire può richiedere l’aggiunta di un
addensante nei liquidi. Oppure nel caso di una
persona con demenza è importante capire,
prima di apparecchiare la tavola, se è ancora in
grado di riconoscere l’utilizzo di alcuni oggetti, come le posate o il bicchiere. Osservare
quali sono le capacità residue della persona
è fondamentale per non sostituirsi a lei: ad
esempio se necessita di essere aiutata nell’igiene intima, non significa che non possa lavarsi
il viso e le mani da sola.
Queste sono competenze “tecniche” necessarie, ma non ancora sufficienti: ce ne sono
altre, infatti, altrettanto importanti che riguardano la costruzione di una relazione di fiducia
tra chi presta la cura e la persona che ne ha
bisogno.
Tutto questo deve collocarsi in una dimensione etica, intesa come la preoccupazione
per qualcosa o qualcuno, l’inclinazione verso
i suoi interessi e la responsabilità per il suo
dei suoi tempi, della sua dignità e integrità. La
relazione, affinché sia costruita sulla fiducia,
richiede un ascolto empatico, la capacità di vedere e sentire il mondo con gli occhi dell’altro
mantenendo però la consapevolezza della propria identità. Essere empatici significa per il
filosofo Pier Aldo Rovatti abitare la distanza,
“essere abbastanza vicini da poterti toccare
e abbastanza lontano da poterti vedere”. Per
comprendere è fondamentale accettare l’altro
senza giudizio, porre attenzione a ciò che dice
e a come lo dice, osservando quindi continuamente il suo tono di voce, la mimica facciale e
la gestualità. Appare dunque importante per
chi assiste chiedersi: “Questo cosa significa per
lui? Cosa vuole veramente? Ho davvero capito
ciò che lui voleva dirmi?”
L’insieme di tutti questi elementi rappresentano un prendersi cura finalizzato a migliorare
la qualità di vita della persona assistita, considerarla sempre nella sua globalità, ponendola
al centro di una relazione da costruire giorno
dopo giorno.
“Queste competenze servono - afferma Piergiorgio Reggio presidente della Fondazione
Franco Demarchi - non solo a chi si prende
cura degli altri professionalmente, ma anche
a familiari e volontari. Per questo, accanto ai
percorsi per operatore socio sanitario, la Fondazione attiva percorsi formativi per assistenti
familiari, volontari e famigliari”.
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SALUTE 13
In Italia nel 2015
i trapianti sono
stati 3.300
(di cui oltre il
70% riguarda i
reni), i donatori
circa 1170 e in
lista d’attesa
oltre 9.000
persone
di Laura Ruaben
I
l 29 maggio sarà la
Giornata Nazionale
Donazione e Trapianto di
Organi e Tessuti, giunta
alla XIX edizione. Un gesto
quella della donazione
che la dottoressa Lucia Pilati,
coordinatore Trapianti della
Provincia autonoma di Trento
definisce “di altruismo e di
solidarietà verso qualcuno che
non conosci e non vedi.
È un dono puro e assoluto
per il quale non ti sentirai
dire grazie.” Tutti possono
essere donatori e ridare
qualità alla vita della persona
che per la patologia non
ha un’altra terapia come
cura. Quella del sangue è
per numeri la donazione più
importante, ma da chi è in
perfette condizioni di salute
si possono prelevare le vene
a seguito di un’operazione
alle vene varicose, la testa del
femore dopo la protesi d’anca;
quando nasce un bambino,
la madre può dare il cordone
ombelicale; in caso di parto
cesareo la placenta.
Se in vita una persona era
sana, può donare le valvole
cardiache, segmenti di osso
come la cresta del bacino, i
tessuti tendinei e le cornee.
Se un donatore di tessuti non
può avere malattie o infezioni,
diverso è per la donazione di
organi.
Oggi è compatibile anche
chi risulta affetto da
qualche patologia grazie
agli studi e alle ricerche
mediche. “L’aumento delle
richieste - 9.000 persone
in Italia in lista di attesa e
La
donazione
non ha età
43 in Trentino - e l’evoluzione
in campo medicochirurgico
consentono il trapianto del rene
o del fegato non ottimali, spiega
la dottoressa Pilati. Fino a una
decina di anni fa una persona
con epatite B ad esempio non
poteva essere donatore. Oggi i
suoi reni possono cambiare la
vita ad una persona in dialisi
o salvare quella di un altro
paziente affetto anch’esso da
epatite B. Questo vale anche per
persone morte dopo infezione
di meningite, il cui batterio si
può sconfiggere e gestire con
pochi giorni di antibiotico”.
Rispetto al passato anche l’età e la
tipologia del donatore di organi è
cambiata.
Ci sono molti meno casi di morte
tra i giovani grazie alle misure
di sicurezza sul lavoro e per la
strada (come il casco in moto)
e alle maggiori competenze
neurochirurgiche che evitano che
i traumi cranici abbiamo effetti
letali.
I donatori oggi hanno avuto
emorragie cerebrali, ictus o
arresti cardiaci e sono più avanti
con l’età.
“Chi dona un rene o il fegato è
normalmente un over 75, a volte
ha anche 80-90 anni, quindi chi è
in lista d’attesa per il trapianto di
questi due organi ha più speranze
di chi attende un cuore o un
polmone, afferma la dottoressa
Pilati. Ricordo una campagna di
qualche anno fa che diceva: chi
aspetta un organo non aspetta
altro. Durante l’attesa non si
può altro che vivere la malattia,
LISTE D’ATTESA 2015
Fonte www.trapianti.salute.gov.it
6765
1072
731
383
248
20
sapendo che l’unica soluzione è
la generosità di un altro.” Tutti
i cittadini, purché maggiorenni,
possono dichiarare la propria
volontà a donare rivolgendosi
all’Aido, agli sportelli dell’APSS
presso i distretti. Da quest’anno
è possibile farlo presso i comuni
trentini al momento di rinnovo
carta di identità.
Vale anche la scritta “io voglio
donare” con la data e la firma
su un foglio di carta. Se la
dichiarazione non c’è, viene
chiesto alla famiglia di esprimere
la volontà del proprio caro. In
regione le dichiarazioni all’APSS
sono 480, nel comune di Arco (il
primo ad attivare il servizio) 150;
all’Aido sono 18.000.
14 SERVIZI
Viaggiare
a ogni età
Strutture e iniziative che accolgono anche chi ha esigenze
particolari dando l’opportunità di godere di natura, arte e cultura
NONNI E NIPOTI
È
online il nuovo portale dedicato al turismo
sociale in Trentino con informazioni e
suggerimenti per una vacanza sostenibile e
in mezzo alla natura.
Tra le proposte anche quelle dedicate ai giovani
nonni che possono vivere qualche giorno
insieme ai loro nipoti a Casa Brione, che si trova
nell’omonimo paese, un piccolo borgo della Val
del Chiese a 900 metri d’altitudine immersa nella
tranquillità e nella pace tipiche dei luoghi di
montagna.
Dal 23 al 30 luglio e dal 6 al 12 agosto a Casa
Brione un esperto naturalista e uno sportivo
propongono durante tutto il soggiorno diverse
attività per tenere in forma corpo e mente,
dal risveglio muscolare mattutino a letture e
serate informative sulla corretta alimentazione.
E ancora nonni e nipoti appassionati della
storia locale possono visitare il Forte di
Larino a Lardaro, parte del grande sistema di
fortificazioni austriache al confine italiano, o
scoprire il Sentiero Etnografico di Rio Caino, un
museo all’aperto che narra di lavori artigianali,
storia ed eresie. E per chi ama la natura il Lago
di Idro, il Parco Adamello-Brenta e la vicina Val
Daone con le sue oltre 100 cascate offrono uno
spettacolo imperdibile.
R6051001
Info su www.turismosocialetrentino.it
di Laura Ruaben
V
iaggiano più volte l’anno e fanno soggiorni più lunghi rispetto alla media:
sono i turisti over 65. Ciò nonostante
sono ancora poco considerati dai servizi
e dalle strutture ricettive: le proposte
loro dedicate spesso infatti si riducono
alla bassa stagione o si limitano a considerare
il soggiorno, senza includere attività culturali o
altre iniziative sportive, ricreative e animative
che caratterizzano ormai stabilmente i pacchetti
vacanza per famiglie o giovani. Se questa è la
situazione generale è anche vero che stanno nascendo iniziative di turismo sociale e accessibile
che offrono opportunità diversificate anche per
le persone con problemi di mobilità o bisogna di
cura e assistenza.
Tra queste quella della cooperativa sociale SAD
che, in collaborazione con il comune di Trento,
propone dal 21 maggio al 5 giugno una vacanza al
mare di Cesenatico vicino Rimini con gite anche
nelle località vicine. La cooperativa garantisce la
presenza di operatori socio-sanitari e l’assistenza
infermieristica. Sempre SAD per chi rimane in
regione organizza attività manuali come il cucito e il bricolage nei centri diurni “la Quercia” a
Ruffrè o al “Sempreverde” a Mattarello. Le gite in
montagna, al parco o in piscina sono invece tra
proposte all’interno del progetto “una vacanza
accessibile a tutti” della cooperativa GSH in Val
di Non. Grazie a personale specializzato la cooperativa accompagna i turisti durante le loro escursioni e organizza attività ricreative. Per chi vuole
muoversi in autonomia, può sfogliare il rapporto
Una soluzione utile
per le persone non ancora pronte
ad indossare
un apparecchio acustico
TECNOLOGIA
INTELLIGENTE.
DESIGN
DISCRETO.
pubblicato da GSH “Valle Accessibile a tutti”
con opportunità dal Trentino nord occidentale a
quello orientale come il trekking a Pampeago, rafting e nuoto. Altrettanto accessibili i sentieri della
val di Fiemme, dell’Altipiano di Folgaria e Lavarone certificati dal marchio “Open”. La cooperativa
sociale Kaliedoscopio offre all’Hotel Laghetto
a Garniga Terme - vicino alla città, sulle sponde
del lago e tra i boschi ai piedi del monte Bondone - una vacanza adatta a chi vuole divertirsi, con
la garanzia di essere seguito in caso di terapie
dal personale infermieristico e da un medico,
presente un giorno a settimana o a seconda dei
bisogni. Sempre Kaleidoscopio propone soggiorni a Casa Santa Maria: gli anziani che presentano
limitata autonomia e necessitano di sostegno,
trovano in questa struttura immersa nel verde
a Vigolo Vattaro un’alternativa tra la residenza
sanitaria e l’assistenza continua a domicilio. Oltre
ad assistenza e servizio alberghiero, l’ospite può
partecipare alle iniziative culturali organizzate
all’interno di Casa Santa Maria.
STORIE DI VITA 15
Dall’ inferno
dell’ amore,
un angelo
Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare
il proprio lavoro è la migliore approssimazione concreta alla felicità (Primo Levi)
Intervista a Emanuela Filipozzi
testimonianza raccolta da Silvia De Vogli
L
’ho saputo ancora prima che qualcuno
me lo dicesse. Sono scappata da
scuola senza che la maestra riuscisse
a fermarmi. Ho attraversato correndo
tutta la montagna. Sentivo il cuore
esplodermi. Arrivata a casa di zia
Daria con cui vivevo perché mamma era in
ospedale con la pleurite, l’ho guardata negli
occhi e le ho detto: “papà è morto!”. Lei era in
piedi; stava leggendo un fonogramma appena
arrivato: “Alle 9.30 Bruno Filipozzi è deceduto
mentre stava lavorando”. Era il 1961 e io avevo
otto anni. Mi chiamava sempre “la mia piccola
Lollo”, perché diceva che assomigliavo a
Lollobrigida.
È morto, ma io so di averlo avuto sempre
accanto: tutte le volte che mi è sembrato di
non farcela, di essere finita all’inferno, mi
ha dato coraggio. È grazie a lui, se non mi
sono mai arresa nonostante le delusioni e i
tradimenti che ho subito.
Il primo sogno si è infranto a 15 anni. Vivevo
a Levico di nuovo insieme a mia mamma e
con due fratelli più piccoli. Avevo vinto una
borsa di studio per un corso da estetista in
uno dei più rinomati istituti svizzeri. Ma il
mio fidanzato non voleva partissi: il primo
amore - che poi sarebbe diventato mio
marito - mi diceva: “se vuoi una famiglia,
non puoi pensare alla carriera”. Ero giovane,
innamorata e ho rinunciato. Ho iniziato a
lavorare e da allora ho fatto di tutto: benzinaia,
cameriera, commessa, aiuto parrucchiera. Per
qualche estate ho lavorato a Calambrone: fare
l’inserviente era l’unico modo che avevo per
vedere il mare.
Poi con il mio fidanzato siamo andati prima
in Germania, poi in Olanda a lavorare in
gelateria. Entrambe esperienze terribili vissute
tra segregazioni da parte chi ci aveva assunto e
violenze, psicologiche e non solo, in famiglia.
Tornammo e lui mi convinse ad aprire un
laboratorio di maglieria. Lavoravamo per la
Benetton. È andata bene per qualche anno
finchè lui non si è stufato e ha mollato tutto
lasciando me senza lavoro e mia madre che
ci aveva prestato i soldi per iniziare l’attività,
piena di debiti. Ho ricominciato: cameriera,
commessa; dovunque mi chiamassero andavo.
Con mio marito ho resistito ancora qualche
anno, ma poi ha iniziato anche a bere e non
ce l’ho fatta più. La forza di separarmi me
l’ha data il ricordo di mio papà insieme al
coraggio di dare ancora fiducia agli uomini,
come è successo qualche anno dopo quando
mi sono innamorata nuovamente. Lui aveva
16 anni più di me e gestiva uno dei più vecchi
colorifici della città. Ci siamo sposati e per
un po’ ho fatto una vita agiata: vacanze, cene,
ma soprattutto un bel lavoro. Ci ho messo
tutta la mia passione in quel negozio. Poi mio
marito ha deciso di vendere tutto. “Lo compro
io!”, ho pensato. Sono andata in banca e ho
ottenuto un mutuo. Avevo mille idee su come
abbellirlo e arricchirlo con nuovi prodotti. Ma
un altro sogno si è infranto: lui temeva non
lo pagassi e ha venduto ad altri senza dirmi
niente. Quel gesto è stata la fine del nostro
matrimonio che comunque ormai da tempo
era in crisi. Ho dovuto rimanere a vivere con
lui finchè non ho trovato un lavoro. È stato in
quel periodo che ho cominciato a lavorare con
gli anziani. La figlia di un anziano maresciallo
dei carabinieri che aveva perso la moglie da
poco mi chiese se potevo andare la sera a
fargli compagnia e restare a dormire la notte.
Avevo la mia stanza; guadagnavo bene e mi
sono affezionata a quell’uomo silenzioso. Sono
riuscita a prendere in affitto un appartamento
e comprarmi un auto. Poi lui è peggiorato e
aveva bisogno di un’assistenza più ampia.
Bisognava cambiarlo e lavarlo. La figlia mi
chiese se me la sentivo. Io stavo male anche
quando dovevo cambiare il pannolino ai
bambini, figurarsi. Ma mi sono fatta coraggio!
Non avevo mai fatto un bidet ad un uomo. Ho
pensato a mio padre: “aiutami tu!”. La prima
settimana vomitavo, la seconda ho iniziato
a stare bene, la terza non mi interessava più
niente. Ogni tanto incontravo in giro il mio
secondo marito che mi denigrava: “ma chi
credi di essere che te neti culi”.
Ho assistito quel vecchio signore anche
quando è finito in ospedale. Una sera mi
chiama vicino al letto:
“Emanuela ho male”.
“Le chiamo qualcuno?” “
“No sto per raggiungere mia moglie però
prima devo dire una cosa: ma lei chi è,
Emanuela? Chi me l’ha mandata? Un
angelo?”.
Mi ha preso la mano, se l’è messa sul petto, poi
ha chiuso gli occhi per sempre. La figlia mi ha
ringraziato molte volte per come gli sono stata
accanto. Da allora ho seguito altri anziani,
molti malati terminali. Ho pianto molte volte,
ma è un lavoro che mi fa stare bene. Purtroppo
però si trattava di periodi brevi o comunque
con una certa instabilità. Grazie ad una amica
dopo un po’ sono riuscita ad inserirmi in una
cooperativa che offriva assistenza domiciliare.
Ci sono rimasta sei anni con grandi
soddisfazioni, poi la crisi ha ridotto il lavoro.
Sono stata 2 anni in mobilità finchè non ho
fatto le selezioni per entrare nelle attività che
Con.Solida fa nell’ambito del Progettone della
Provincia.
Al colloquio mi hanno chiesto se ero
disponibile a prendermi cura di anziani, “È il
mio lavoro!” ho risposto. Quando mi hanno
chiamata per dirmi che venivo assunta ho
pianto dalla felicità. Ho cominciato l’anno
scorso alla Fondazione Comunità Arco, dove
mi occupo di molte cose: accompagno i
residenti quando si devono spostare, preparo
il caffè, servo la merenda, ma soprattutto sto
con e in mezzo a loro. La settimana scorsa
un signore con una voce un po’ stentata a
causa dell’ictus che ha subito, mi ha detto:
“Emanuela porti il sole qui; meriti tutta la
felicità del mondo.”
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