circoli anziani scacco alla solitudine
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circoli anziani scacco alla solitudine
Editrice e stampatrice S.I.E. Spa Società Iniziative Editoriali Progetto Grafico Media Alpi Pubblicità Srl Concessionaria Direttore Responsabile di pubblicità Pierangelo Giovanetti Trento 10 maggio 2016 Testi a cura di: Michela Baldessari Stefano Piffer Silvia De Vogli Laura Ruaben CIRCOLI ANZIANI SCACCO ALLA SOLITUDINE SERVIZI SOGGIORNI TRA DIVERTIMENTO E CURA AGENDA A FOLGARIDA L’UNDICESIMO RADUNO PROVINCIALE TECNOLOGIE ECCO LE APP CHE SEMPLIFICANO LA VITA 2 INTERVISTA 3 DATI E INFORMAZIONI I NUMERI I circoli in Trentino sono 107, ma si punta ad arrivare a quota 111 entro la fine del 2016. In tutto, i soci sono 25 mila. I RECAPITI Circoli anziani contro la solitudine Tullio Cova sarà il presidente per i prossimi tre anni: “Siamo un antidoto all’isolamento” di Stefano Piffer C ’è un fantasma che quasi tutti gli anziani si trovano a dover combattere in Trentino, certo, ma anche nel resto del globo: la solitudine. Una nemica silenziosa e subdola che cresce poco a poco senza che spesso il diretto interessato se ne renda conto. Ed è anche per questo che sono nati i Circoli Pensionati e Anziani, realtà che in un territorio variegato come quello provinciale, hanno un’importanza fondamentale per favorire i momenti di incontro e condivisione fra i soci. Il rischio isolamento lo si combatte solamente aprendosi, entrando in contatto con gli altri, con persone che vivono le nostre stesse esperienze. Ed è anche per questo che i numeri sono importanti. Attualmente i circoli sono 107, ma entro la fine dell’anno dovrebbero salire a 111, “con molte persone che sono già venute a documentarsi per capire cosa facciamo e come entrare a far parte della nostra famiglia” racconta Tullio Cova, 73 anni, da poche settimane eletto presidente del Coordinamento dei Circoli della Provincia di Trento. Un ruolo che manterrà per i prossimi tre anni e al quale può regalare molta della sua esperienza, visto che ha lavorato da tempo all’interno del Coordinamento essendo anche presidente del Circolo di Zambana. Presidente, quante sono le persone iscritte a questi cento e passa circoli disseminati in Trentino? “Siamo arrivati a quota 25 mila e siamo presenti un po’ dappertutto, anche nelle zone più lontane dal capoluogo, come il Primiero, l’Alta Val di Sole o la Val Giudicarie. Il nostro principale obiettivo è quello di favorire la connessione e il coordinamento fra le varie realtà di valle ed è per questo che abbiamo nominato i rappresentanti di zona che potranno sicuramente aiutarci nel nostro lavoro. Una soluzione che ci permette di essere vicini in modo sempre più concreto alle esigenze di chi ha qualche primavera sulle spalle”. Il Trentino è una terra bellissima, ma orograficamente particolare. Essere distanti 30 o 40 chilometri dal centro principale se si vive in montagna è diverso rispetto a coloro che abitano in pianura e possono coprire le distante in poche decine di minuti in auto, oppure usando i mezzi. Ed è così che si spiega la decisione di organizzare l’importante raduno provinciale di metà maggio di tutti i Circoli proprio in una zona di non immediato accesso come la Val di Sole, con la partecipazione di un migliaio di persone. La scelta di una valle abbastanza distante da Trento non è casuale. “No, infatti. Noi ci rendiamo conto che nelle zone limitrofe è più difficile far conoscere le attività che vengono svolte e far attecchire iniziative. Ma soprattutto è anche dove si rischia di sentire più forte la solitudine”. Che rimane una delle nemiche principali con cui combattere. “E’ un problema molto sentito. Basti pensare che molti referenti dei circoli che aprono la sede alle dieci del mattino, trovano già in fila fuori dalla porta alcuni soci, tanta è la voglia di incontrarsi, parlare, trovare un amico. O semplicemente per capire che Il Coordinamento del Circolo Pensionati e Anziani del Trentino si trova in Via Scipio Sighele, 5 a Trento. Telefono: 0461/390963. Mail: [email protected] non si è da soli. Il nostro obiettivo è quello di incentivare questo aspetto”. Quali attività proponete? “Posto che già il fatto di passare del tempo insieme è una cosa importante, puntiamo molto sulle attività culturali, organizzando spesso delle gite, che rimangono lo strumento più efficace di socializzazione. Ma gli anziani vogliono anche aprirsi all’oggi, non solamente rimanere nella propria realtà. Per questo ultimamente stanno prendendo piede in modo particolare i corsi di informatica. Sono molti gli aderenti che desiderano capire qualcosa di più di tutto quello che ruota attorno a un computer”. Insomma, troveremo sempre più over 65 che aggiorneranno i propri profili Facebook? “Più che altro, ci si rende conto che è importante capire la tecnologia. Per fare un esempio, agli anziani piace leggere e ci si sta spostando sempre di più dalla carta ai computer, oppure ai tablet o ai telefonini di nuova generazione. Quindi, in diversi circoli provinciali si sta moltiplicando sia l’offerta sia l’adesione a queste iniziative”. 4 BENESSERE Diabete: curarsi a tavola Il dottor Michele Pizzinini consiglia: “Pasti regolari con cibi integrali, tanta verdura, pochi formaggi e attenzione anche alla frutta” U di Michela Baldessari n adeguato stile di vita ed una corretta alimentazione rivestono un ruolo importante per la prevenzione delle malattie e, se parliamo di anziani, diventa fondamentale per il miglioramento sia della durata che della qualità della vita. La presenza di complicanze croniche, legate in particolare al diabete, costituisce un ulteriore fattore che condiziona l’alimentazione. “L’importante per gli anziani e per coloro che soffrono di diabete - spiega Michele Pizzinini, specialista in Scienza dell’Alimentazione e Diabetologia - è mantenere la regolarità dei pasti e scandire il ritmo della giornata con colazione, pranzo e cena. È bene scegliere cibi integrali, per rallentare l’assorbimento dei carboidrati e quindi degli zuccheri, e prevedere sempre, sia a pranzo che a cena, una porzione di verdura. La frutta non dovrebbe essere consumata dopo cena, e per i diabetici nemmeno al pomeriggio”. È importante inoltre contenere il consumo di alimenti ricchi di grassi saturi e colesterolo, riducendo i formaggi: “Consiglio sempre di viverli un po’ come una trasgressione, piuttosto che come una regola - continua Michele Pizzinini - dunque due o tre volte alla settimana al massimo e non alla sera”. Anche l’esercizio fisico è indispensabile, perché, oltre garantire il mantenimento della massa muscolare, abbassa l’iperglicemia attraverso una COS’È IL DIABETE Il diabete è una patologia molto diffusa (in Trentino ne soffre il 4,8% della popolazione, più di 25.000 persone) che comporta alterazioni della glicemia nel sangue. È una malattia dalla quale non si guarisce, ma che non stravolge la vita di una persona se diagnosticata rapidamente e trattata in modo adeguato. Oggi oltre alle terapie tradizionali esistono farmaci innovativi, sia pillole che iniezioni, che non possono tuttavia prescindere dal mantenimento di uno stile di vita salutare: alimentarsi correttamente, non fumare e praticare regolare attività fisica. miglior azione dell’insulina, e apporta altri benefici, tra i quali la riduzione degli altri fattori di rischio associati al diabete, quali l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il sovrappeso. Nella terapia Michele Pizzinini del diabete il primo step, e forse quello più importante, è dunque legato alla dieta, associato all’attività fisica e solo in un secondo momento si deve prevedere l’assunzione dei farmaci, che abbassano la glicemia. “A volte si tende a sottovalutare l’importanza di una dieta corretta e si ricorre subito alla terapia farmacologica”, ricorda Michele Pizzinini, “ma ridurre la glicemia, migliorare la sensibilità all’insulina e limitare il numero di farmaci è possibile se si segue un’alimentazione bilanciata”. Con l’età, inoltre, si riduce la capacità di assorbimento di alcune vitamine e di alcuni minerali, perciò sarebbe opportuno, un mese all’anno, prendere degli integratori polivitaminici, per supplire ad eventuali carenze. IL CONVEGNO L’Atd, Associazione Trentina Diabetici, promuove per sabato 21 maggio 2016 alle ore 10 presso l’aula grande di Fbk in via Santa Croce 77 a Trento un convegno aperto a tutta la cittadinanza dal titolo “Vivere il diabete, alimentazione e movimento: due carte vincenti contro la malattia”. Interverranno il dottor Michele Pizzinini, specialista in Scienza dell’Alimentazione e Diabetologia, il dottor Massimo Orrasch, del centro Diabetologico dell’Ospedale Santa Chiara e il dottor Mauro Dauriz, specialista in Endocrinologia, Diabetologia e malattie del Metabolismo dell’Università di Verona. Modererà l’incontro la dottoressa Vittoria Agostini, specialista in malattie cardiovascolari. L’ESPERTO 5 Partecipare: dall’io al noi di Silvia De Vogli I dati dell’affluenza alle urne sono da tempo in calo dimostrando una crisi degli strumenti tradizionali della partecipazione alla vita pubblica. Nel contempo nascono sui territori nuove forme di ascolto e di attivazione che interessano anche le persone più fragili. Ne abbiamo parlato con Gino Mazzoli, vicepresidente della Fondazione Franco Demarchi (nella foto). Mazzoli, non è strano che proprio il welfare stia diventando laboratorio di democrazia? No, perché il welfare è il frutto più prezioso della democrazia, il dispositivo che trasforma un potenziale conflitto in fraternità: attraverso i suoi servizi i problemi di una famiglia diventano problemi di tutti. Ma oggi tutto questo è messo in discussione. Che cosa intende? Da più parti si dice che il welfare è una zavorra finanziaria. Le istituzioni hanno meno risorse, mentre aumentano i problemi delle famiglie e le reti sociali evaporano. È sempre più evidente poi un risentimento verso le istituzioni ritenute incapaci di rispondere ai bisogni emergenti. La situazione non è facile, ma smantellare il welfare significherebbe aprire la strada alla violenza, perché welfare e La democrazia è il dispositivo che trasforma la violenza in disponibilità alla concertazione democrazia sono strettamente legati. Cosa bisogna fare allora? Occorre dare nomi nuovi a problemi nuovi, andare oltre le categorie tradizionali dedicando tempo all’ascolto per intercettare i vulnerabili quando hanno ancora risorse per gestire i problemi che incontrano. Occorre trasformare le rivendicazioni in capacità di trovare nuove risposte da progettare e gestire in modo partecipato; mettersi nella prospettiva di un welfare generativo che si basa sulla partecipazione. Ce lo spiega? Il welfare generativo non è quel pezzo che fai con i volontari; è un ripensamento complessivo del modo di gestire problemi e risorse. Chiama a raccolta le energie della comunità, non solo utenti o Terzo settore, ma anche banche, imprese...Fa transitare le istanze dei singoli dall’ “io” al “noi” favorendo un’elaborazione collettiva dei disagi individuali. In questa prospettiva quale ruolo possono avere gli anziani? Innanzitutto l’ambito del welfare che li riguarda è diventato cruciale e per diversi motivi come la crescita delle patologie croniche, l’incremento del badantato, l’aumento del numero di anziani ancora lucidi sul piano cognitivo, ma con difficoltà di movimento e sprovvisti di reti sociali. Persone che spesso degradano in silenzio verso la non autosufficienza perché hanno vergogna a chiedere aiuto. Per loro è importante costruire interventi utili. In merito alla partecipazione una delle questioni da porsi è quella dei “nuovi anziani” cresciuti con una minor propensione naturale alla socialità. Servono perciò nella logica di un welfare realmente partecipato strategie nuove anche in relazione al coinvolgimento di chi oggi ha 55-60 anni. R6051006 6 Tre sorgenti minerali nel Parco Nazionale dello Stelvio La Val di Pejo vanta una lunga tradizione di cure e trattamenti termali grazie alla ricchezza di sorgenti minerali presenti nella valle. Le proprietà benefiche dell’Antica Fonte, della Nuova Fonte e della Fonte Alpina sono impiegate nella cura di patologie artro-reumatiche, vascolari, otorinolaringoiatriche, gastroenteriche e delle vie urinarie. Il bagno carbo-gassoso e i fanghi termali, maturati in loco, rappresentano un valido rimedio per il trattamento delle infiammazioni articolari e muscolari. Il percorso flebologico sfrutta la ricchezza di gas e sali minerali della Nuova Fonte per stimolare il flusso circolatorio venoso e linfatico. Le cure inalatorie sono efficaci contro le affezioni croniche delle alte vie respiratorie. Il centro termale è dotato di ambienti raffinati e tecnologie all’avanguardia. La proposta curativa è stata arricchita con diverse aree dedicate al benessere, alla riabilitazione, al fitness e all’estetica. I trattamenti di bellezza sono effettuati con la linea cosmetica personalizzata, formulati impiegando l’acqua termale della Fonte Alpina e principi attivi estratti da piante e prodotti del territorio. Via delle Acque Acidule 3 - 38024 PEIO FONTI (TN) 0463 753226 - 0463 743207 [email protected] - www.termepejo.it Apertura 2016 dal 6 giugno all’ 8 ottobre SPIRITUALITÀ 7 Elogio della semplicità Il vero amore richiede semplicità “Meister Heckart” di Marcello Farina L a semplicità non è una pianta spontanea in quello che potremmo chiamare il giardino delle “ virtù”, cioè di quelle abitudini – attitudini che ci rendono la vita più armoniosa e ricca di umanità. Essa non ci è data naturalmente e come per incanto, ma va conquistata attraverso un difficile esercizio, di lunga durata, che ci alleggerisce di tutto ciò che oscura, disperde, ingarbuglia, nasconde ciò che di noi è l’”essenziale”, la nostra nuda personalità, quel “meno” (di tante cianfrusaglie che ci compongono) che è “di più”. Quell’essenziale, come dice il piccolo principe che “invisibile agli occhi” ma che “si vede bene con il cuore”. La semplicità non può essere identificata con il semplicismo, che è frutto dell’ingenuità e della superficialità, né con la semplificazione, che costituisce, a sua volta, una forma di evasione, dettata dall’incapacità di accettare la complessità della realtà. All’opposto, la semplicità suppone l’accettazione della complessità, la disponibilità non solo ad abitarla, ma anche a incontrarsi con essa, andando oltre il livello delle apparenze, per scoprire le radici più profonde dell’esperienza umana e abbeverarsi della linfa vitale che la alimenta. Suppone, in altre parole, l’impegno a sfrondare ogni evento di tutto ciò che è orpello esteriore, per raggiungere il fondo vero delle cose e accedere al segreto che le avvolge. Per queste ragioni la semplicità non è un punto di partenza, ma di arrivo di un cammino che va mantenuto aperto e che coincide con la vera maturazione della persona. Essa è quell’utopia ( mai definitiva) che porta l’uomo alla giusta coscienza di sé e lo sostiene nell’esperienza mondana. Il cuore umano non è semplice: in esso confluiscono istanze non sempre facilmente componibili, che hanno origine negli strati più nascosti della personalità. Nella sua struttura originaria il cuore si presenta attraversato da un groviglio di nodi inestricabili e solo un esercizio severo di purificazione può portarlo alla sua semplicità, intesa come limpidezza di sentimenti ed affetti, come equilibrio spirituale che libera dall’ansia e dalla paura. La semplicità abita nella persona che è priva di artificio e affettazione, che non finge e non è preoccupata della propria immagine o della propria reputazione, che non è mossa da calcolo, è trasparente e limpida. Semplicità è oblio di sé, autenticità, distacco, serenità, modestia; i suoi opposti sono narcisismo, la presunzione, il sussiego, il fasto, lo snobismo, l’artificio, la doppiezza, la complessità. La semplicità è quiete contro l’inquietudine, leggerezza contro gravità, spontaneità contro riflessione estenuante. La semplicità non è una virtù che si aggiunge all’esistenza, è l’esistenza stessa, sicchè è la più lieve delle virtù, la più trasparente, la più rara. Lo scrittore Jean Guitton parla della semplicità quando, in un’immaginaria Lettera a un bambino piccolo, così si rivolge a lui: “ i grandi ti insegnano lo sforzo. Tu insegnerai loro l’atto dell’abbandono, che si chiama grazia. Noi ti daremo le regole. Tu, in cambio, ci darai la tua fantasia, la tua innocenza. Ti proponiamo la nostra gravità, tu ci insegni l’allegria. Ti spieghiamo che tutto è più difficile di quanto tu creda… e tu insegni alle nostre fronti già coperte di rughe, che tutto ciò è più facile di quanto si fosse creduto!”. Non è difficile riconoscere che il “semplice” è l’opposto del “doppio”, è l’opposto del “contorto” e che “semplicità”, dunque, è l’opposto della doppiezza, delle contorsioni, dell’ipocrisia. La doppiezza si manifesta nel parlare (una “lingua doppia”) e nell’agire ( una “doppia vita”), nelle relazioni, sia con il prossimo, sia con Dio. C’è perciò tutto un mondo da smascherare : lo si vuole complicato, per farlo apparire grande o per apparire grandi. Per questo “dovremmo esercitare una virtù che non ci è mai stata insegnata – scrive don Angelo Casati – la virtù dell’ironia. Un briciolo di ironia smonterebbe tanti castelli fatui, tante tombe verniciate di esteriorità”. E sottolinea: “le cose semplici sono le vere cose buone, le donne e gli uomini semplici sono il tesoro prezioso della terra. Hanno la bontà e il profumo del pane. Il pane è semplice, non si esibisce, sta senza parlare su una tavola, si lascia spezzare. E infatti penso di non essere lontano dal vero, immaginando che si senta male, il pane, e se parlasse lo direbbe, quando lo mettono nelle vetrine, in esposizione, quella vera, è sulla tavola. L’unica esposizione che sopporta!.” 8 AGENDA - IN COLLABORAZIONE CON COORDINAMENTO DEI CIRCOLI PENSIONATI E ANZIANI DELLA PROVINCIA DI TRENTO Circoli, arriva il raduno Provinciale Il 14 maggio, l’undicesima edizione dell’assemblea degli soci, fra momenti di riflessione e divertimento di Stefano Piffer U no dei momenti di maggior condivisione dei Circoli Pensionati e Anziani del Trentino è rappresentato dal grande Raduno Provinciale che, come accade spesso, viene organizzato nelle località più distanti dal capoluogo. Il motivo risiede nella volontà di far conoscere le attività che vengono svolte nei Circoli anche in quelle località dove può essere più difficoltoso intessere una rete di relazioni per motivi geografici e “numerici”. IL PROGRAMMA IN SINTESI Ore 9.30: Santa Messa all’Auditorium di Folgarida Ore 10.30: Inizio dei lavori. Saluto e relazione del Presidente del Coordinamento Saluto delle autorità Intervento dell’Arcivescovo di Trento Ore 11.45: Premiazione del Concorso di pittura: “Le montagna in Trentino Alto Adige” Ore 12.30: Trasferimento e pranzo al Centro Sportivo di Mezzana Quest’anno è stata scelta Folgarida, quindi la Val di Sole, dove sabato 14 maggio saranno attese circa mille persone in rappresentanza degli oltre cento circoli che sono disseminati in tutta la provincia di Trento. Il tema scelto per quest’anno è “I circoli per un futuro mondo di valori” e ne discuteranno gli associati assieme ai rappresentanti del mondo politico e religioso, dal momento che è prevista la presenza anche del nuovo arcivescovo di Trento, Monsignor Lauro Tisi. La location sarà l’Auditorium “Sosta dell’Imperatore” e si inizierà alle 9.30 con la Santa Messa. In seguito prenderanno il via i lavori e i dibattiti dedicati al tema prescelto che dovrebbero occupare tutta la parte restante della mattinata. Poco prima di mezzogiorno si svolgeranno infine le premiazioni del Concorso di pittura “Le montagne del nostro Trentino Alto Adige”. Dopo il dovere, tocca al piacere con il trasferimento al Centro Sportivo di Mezzana dove verrà organizzato il pranzo. Quello di quest’anno è l’undicesimo raduno dei soci e il tema su cui si è deciso di puntare vuole significare “la volontà di ribadire l’impegno a essere attivi, ad essere considerati persone ancora in grado di aiutare, oltre le nostre famiglie, anche quella parte di società che vive alla giornata e ha incontrato sulla propria strada una serie di difficoltà” ha spiegato il presidente Tullio Cova che auspica che il raduno sia “un momento di riflessione sull necessità di essere presenti in modo concreto in una società moderna così presa dal trambusto del vivere quotidiano”. R5080405 PERGINE VALS. (TN) | Fraz. Canale | Via della Carezza, 49 | Tel. 347 5792890 | Fax 0461 504322 | [email protected] | www.mafrasrl.it AGENDA VIGO DI FASSA EVENTI e FOLKLORE Entorn Vich Data: 22 maggio Dove: Tamion di Fassa Orario: 16.00 Info: 0461 594166; www.visitvalsugana. it, ingresso libero “Dal Tesino all’Europa con Alcide Degasperi” relatore Marco Odorizzi APPROFONDIMENTO GIUGNO, FRA ECONOMIA E SAN VIGILIO Autonomia Data: 27 maggio 2016 Dove: Casa di Riposo Suor Agnese Orario: 16.00 Info: 0461 594166; www.visitvalsugana. it, ingresso libero “L’Autonomia del Trentino alto Adige”. Relatore l’ex governatore della Provincia Autonoma di Bolzano Luis Durnwalder. BORGO VALSUGANA Cesare Battisti TRENTO VAL DI NON/SOLE Trenino dei Castelli Data: 14, 21 e 28 maggio 2016 Dove: partenza Stazione Trento/Malè, a Trento Orario: partenza ore 8.20 Info: www.treninodeicastelli.it, Apt Trento, Monte Bondone e valle dei Laghi 0461 216000 Tutti i sabati del mese, una giornata particolare a bordo di un trenino che parte da Trento e porterà alla scoperta della storia e dei sapori delle Valli del Noce. Si visiteranno il Castello di Ossana, Castel Caldes, Castel Valer e il maestoso Castel Thun. Non mancherano i migliori prodotti enogastronomici trentini. FONDO Cerevisia festival Orario: 20.15 Info: 0462 609700; www.entornvich.com Manifestazione enogastronomica con intrattenimento musicale e antiche tradizioni lungo le vie del paese. Sulla Brenta con gusto Data: 28 e 29 maggio Info: Apt della Valsugana; 0461 727741 Dalle 8 mercato straordinario in Piazza Degasperi e mercato con prodotti tipici in Piazza Martiri. Dalle 15.30 in Piazza Martiri show-cooking con Andrea Torelli, concorrente dell’ultima edizione di Masterchef. Ore 17 dimostrazione della lavorazione del latte. CULTURA Palazzi Aperti Data: 14 e 15 maggio 2016 Info: 0461 216000; [email protected] Visita guidata a Cappella Sant’Adalberto, Palazzo Geremia, Palazzo delle Albere, Palazzo Thun – L’appartamento di Matteo II CASTELLO TESINO Degasperi Festa dei compleanni TRENTO Data: 28 maggio Dove: presso la sede del Circolo in Via Abondi, 9 Orari: 16.00 Info: 0461 826747 Verranno festeggiati i nati del mese di maggio e giugno, che sono pregati di confermare la propria partecipazione entro il 26 maggio 2016. Orchestra Haydn TEATRO Dal Circolo «La Ginestra» LAVARONE Tombolata Lavarone a Teatro Data: 21 maggio 2016 Dove: Cinema teatro Dolomiti Data: 11, 18, 25 maggio e 1, 8 giugno Dove: presso la sede del Circolo in Via Abondi, 9 Orario: 15.30 Info: 0461 826747 Pasta e fagioli Data: 21 maggio Dove: presso la sede del Circolo in Via Abondi, 9 Orario: 17.00 Info: 0461 826747 A tutti i partecipanti, il Circolo offre un buon piatto di pasta e fagioli Torneo di ramino Data: 14 giugno Dove: presso la sede del Circolo in Via Abondi, 9 Orario: 15.00 Info: 0461 826747 Iscrizioni entro il 13 giugno. Quota di partecipazione, 3,00 euro R6050402 Data: 13 maggio 2016 Dove: Casa di Riposo Suon Agnese Da diversi anni ormai il mese di giugno accoglie due degli eventi di maggior richiamo della Città di Trento: il Festival dell’Economia, giunto ormai alla sua undicesima edizione, e le Feste Vigiliane che invece compiono 33 anni. La kermesse economica, simboleggiata dall’ormai famoso scoiattolo su sfondo arancione, si svolgerà dal 2 al 5 giugno e richiamerà ancora una volta i nomi più importanti del settore a livello nazionale e internazionale. Il tema scelto per quest’anno è “I luoghi della crescita”. Si indagherà principalmente sugli ingredienti necessari per stimolare uno sviluppo economico che consenta di risollevare l’Italia da un periodo di stagnazione che ormai prosegue dal 2008. Le Feste Vigiliane dedicate al patrono di Trento presenteranno invece un programma articolato che si svilupperà lungo tre diverse tranche: si inizia l’11 giugno per poi proseguire dal 16 al 19 e concludere con gli ultimi appuntamenti dal 24 al 26. Come sempre spazio alla tradizione: dalla mascherada dei Ciusi e dei Gobj alla disfida della polenta, dal Tribunale di Penitenza al Palio dell’Oca. Con epilogo affidato ancora una volta agli immancabili fuochi d’artificio che illumineranno le roste dell’Adige. MUSICA Data: 18 maggio Dove: Teatro Auditorium Santa Chiara Orario: 20.30 Info: www.haydn.it; numero verde 800 086 890 Jeffrey Tate in concerto. Stefano Ferrario, Roberto Tomada, violino; Gabriele Marangoni, viola; Luca Pasquali, violoncello su musiche di Edward Elgar. Info: www.cerevisiafestival.com Cerevisia – Festival delle birre artigianali. Laboratori e degustazioni durante tutta la giornata, con tanta musica in serata. Orario: 21 Info: Cofas 0461 237352 Commedia giallo-brillante in due atti di Luisa Pachera “Santa Vittoriosa Palace Hotel” in collaborazione con l’Associazione Culturale Grenzland di Avio. Per la Quarta edizione della rassegna “Lavarone a Teatro”. BORGO VALSUGANA TRENTO Data: 20, 21, 22 maggio Dove: Palanaunia Data: 27 maggio 2016 Dove: Biblioteca Orario: 17.30 Info: www.visitvalsugana.it; 0461 727700 Presentazione del libro: “Cesare Battisti: il Tirolo tradito. Un percorso nella storia di questa nostra terra” di Giuseppe Matuella. Presenta Luigi Sardi. 9 ASSOCIATO FEDEROTTICA TRENTO Via Fogazzaro, 9 - Tel. 0461 910052 - 0461 910513 - Via Piave, 12 - Tel. 0461915573 10 NOVITÀ DAL MONDO DELLA TERZA ETÀ Rifiuti? Serve esperienza Secondo un’indagine condotta in undici paesi, gli ultrasessantenni riciclano gli imballaggi di cibi e bevande meglio della generazione tra i 18 e i 29 anni I dalla Spagna, dove raggiunge il 27%. In Slovacchia, scende al 20%. Gli over 60 riciclano, sostanzialmente, tutti i loro imballaggi (comprese le bottiglie e vasetti di vetro) e, in generale, fanno meglio di coloro che hanno tra i 18 e i 29 anni. In alcuni paesi, come Croazia (23%) o Regno Unito (22%), il divario è molto più alto che in altri paesi come Repubblica Ceca (13%) o Italia (7%). Il gap aumenta vertiginosamente quando si passa dai comportamenti all’informazione: solo il 44,6% degli under 30 dice di sapere che il vetro si può riciclare un numero infinito di volte, contro il 63,8% degli over 60. Dai più grandi c’è sempre da imparare. R6051002 l riciclo non è un “mestiere” per giovani. Anche se gli europei sono sempre più consapevoli dell’importanza di riciclare gli imballaggi di cibi e bevande, le generazioni più anziane risultano più informate e più impegnate rispetto ai giovani. Nel nostro Paese questo divario, pur essendo presente, è meno netto. Gli italiani hanno imparato meglio di altri le buone maniere ambientali: il 99% afferma di riciclare gli imballaggi (fanno meglio solo svizzeri e austriaci) e sono secondi in Europa per il riciclo del vetro: quasi il 91% sostiene di riciclarlo sempre. Stando al sondaggio commissionato da Friends of Glass e condotto in undici paesi europei, il gap di consapevolezza tra generazioni è presente in tutti i paesi, a partire il tuo deposito personale LA DIETA IDEALE È LA NOSTRA Invecchiare in salute: uno studio condotto da cinque centri europei di ricerca dimostra i benefici del menù “mediterraneo” per l’organismo L Deposita i tuoi oggetti nei nostri magazzini per un periodo di tempo limitato o continuativo. a Trento in Via dei Castori, 2/a - Tel. 338.3001620 [email protected] - www.spazio.tn.it a chiamano “dieta mediterranea rinforzata”: prevede un ampio consumo di cereali integrali, verdure, pesce e acqua e la sensibile riduzione di bevande alcoliche, dolci e sale. Non è la solita ricetta, ma un programma “testato accademicamente”, frutto del lavoro condotto tra il 2011 e il 2014, in cinque centri di ricerca aderenti al progetto (Bologna, Clermont Ferrand in Francia, Wageningen in Olanda, Varsavia in Polonia e Norwich in Gran Bretagna). L’obiettivo di NU-AGE, coordinato dall’ateneo bolognese, era realizzare una dieta ideale, che permettesse agli over 65 di tutta Europa (nel 2030, tra il 25% e il 40% della popolazione) di invecchiare in salute. I soggetti che hanno seguito la dieta NU-AGE, tra i 2.665 volontari reclutati, hanno mostrato una diminuzione dei livelli di proteina C reattiva, noto marcatore di infiammazione sistemica. Inoltre, l’aderenza alla dieta NU-AGE è associata a un miglioramento del profilo lipidico in termini di rapporto tra colesterolo totale e HDL e livello di trigliceridi. TECNOLOGIE 11 Smartphone a prova di nonni Basta problemi di lettura e difficoltà con il touch screen: ecco le app che semplificano l’uso del cellulare. Per non sentirsi di un altro mondo Q uante volte si vorrebbe partecipare alle chat di figli e nipoti per ricevere in tempo reale le loro foto o sentire i loro messaggi vocali? La mancanza di rapporti con un cellulare evoluto o, più semplicemente, le difficoltà nel mettere a fuoco l’infinita mole di icone, immagini e simbolini può tradursi quasi in un’esclusione per la generazione cresciuta quando il telefono fisso non era neanche arrivato in tutte le case. Dai sessant’anni insù bisogna ammettere che si provi una certa sensazione di estraniamento quando, magari anche durante le riunioni di famiglia, si vedono tutti i presenti più giovani con la testa china sul proprio cellulare o – come lo chiamano gli altri – smartphone. I cinquantenni hanno imparato a usarlo per stare dietro ai figli; per i trenta-quarantenni è una sorta di appendice che tiene collegati costantemente a familiari, amici, colleghi e mondo esterno; dai 25 anni in giù si può dire che il cellulare sia un oggetto familiare da sempre, per non parlare poi dei bambini di oggi, che praticamente sono stati allevati con uno smartphone nella culla. Tutto questo per dire che ormai di un telefonino evoluto – nonostante i rischi di litigare con il touch screen – non si possa proprio fare a meno e che addirittura questo possa aiutare a tenere in allenamento il cervello. Ma al di là del telefono in sé, l’aspetto forse più importante con cui fare i conti riguarda l’interfaccia. Basterà l’aiuto di un nipote per scaricare l’app di uno dei tanti launcher che semplificano non poco il rapporto con la tecnologia, intendendo per launcher la visualizzazione (il “lancio”) delle icone e degli altri elementi che compaiono sullo schermo del cellulare. A una grafica più facile da interpretare, e riconoscere come familiare, corrisponderà un uso più semplice e rapido. Gli smartphone Android, nello specifico, possono contare su launcher in grado di cambiare completamente l’aspetto e l’accessibilità del dispositivo. A differenza di temi e opzioni di personalizzazione disponibili per altri sistemi operativi mobili, i launcher Android sono facilmente personalizzabili ed è possibile modificarne l’aspetto con poche mosse. Tra i più gettonati figura Big Launcher Easy Phone, un’interfaccia semplice e veloce per persone anziane con problemi di vista: “bottoni” più grandi, testi grandi, accesso ai contatti preferiti direttamente dalla schermata iniziale, notifiche a tutto schermo e un set di colori ad elevato contrasto garantiscono una navigazione accessibile a tutti. Concetti e aiuti simili si trovano nel launcher Simple Senior Phone, ottimizzato per persone anziane e per chi soffre di problemi alla vista. Da segnalare anche Necta Launcher, progettata per le persone che hanno bisogno di una vita semplice: tutto diventa grande, l’app consente di selezionare rapidamente le persone “importanti”, ha una fotocamera intelligente che permette di premere in qualsiasi parte del display per scattare una fotografia e valorizza la consultazione delle previsioni meteo. Insomma, la tecnologia non deve far paura perché, a conti fatti, le esiste una buona soluzione per tutti. Non importa quanti anni abbiano. 12 FORMAZIONE Le competenze per prendersi cura Per assistere una persona che ha bisogno di aiuto non basta “fare” e “sapere”, serve anche un approccio etico, empatia e relazioni di fiducia A cura di Orietta Fedrizzi Di Fondazione Franco Demarchi A destino. “L’altro” è il punto da cui partire per “prendersi cura”, che può essere declinato come riconoscimento del suo essere soggetto autonomo che deve essere informato, coinvolto, lasciato libero di scegliere, nel rispetto DENTAL MEDICAL CENTER A AMBULATORI POLISPECIALISTICI dir. Sanitario dott. Luigi Mosna R5102310 ssistere qualcuno che per età o malattia non è autosufficiente significa aiutarlo a lavarsi, vestirsi, andare in bagno, spostarsi, mangiare; tutte azioni concrete che richiedono conoscenze e abilità. Ad esempio, alimentare una persona che presenta difficoltà a deglutire può richiedere l’aggiunta di un addensante nei liquidi. Oppure nel caso di una persona con demenza è importante capire, prima di apparecchiare la tavola, se è ancora in grado di riconoscere l’utilizzo di alcuni oggetti, come le posate o il bicchiere. Osservare quali sono le capacità residue della persona è fondamentale per non sostituirsi a lei: ad esempio se necessita di essere aiutata nell’igiene intima, non significa che non possa lavarsi il viso e le mani da sola. Queste sono competenze “tecniche” necessarie, ma non ancora sufficienti: ce ne sono altre, infatti, altrettanto importanti che riguardano la costruzione di una relazione di fiducia tra chi presta la cura e la persona che ne ha bisogno. Tutto questo deve collocarsi in una dimensione etica, intesa come la preoccupazione per qualcosa o qualcuno, l’inclinazione verso i suoi interessi e la responsabilità per il suo dei suoi tempi, della sua dignità e integrità. La relazione, affinché sia costruita sulla fiducia, richiede un ascolto empatico, la capacità di vedere e sentire il mondo con gli occhi dell’altro mantenendo però la consapevolezza della propria identità. Essere empatici significa per il filosofo Pier Aldo Rovatti abitare la distanza, “essere abbastanza vicini da poterti toccare e abbastanza lontano da poterti vedere”. Per comprendere è fondamentale accettare l’altro senza giudizio, porre attenzione a ciò che dice e a come lo dice, osservando quindi continuamente il suo tono di voce, la mimica facciale e la gestualità. Appare dunque importante per chi assiste chiedersi: “Questo cosa significa per lui? Cosa vuole veramente? Ho davvero capito ciò che lui voleva dirmi?” L’insieme di tutti questi elementi rappresentano un prendersi cura finalizzato a migliorare la qualità di vita della persona assistita, considerarla sempre nella sua globalità, ponendola al centro di una relazione da costruire giorno dopo giorno. “Queste competenze servono - afferma Piergiorgio Reggio presidente della Fondazione Franco Demarchi - non solo a chi si prende cura degli altri professionalmente, ma anche a familiari e volontari. Per questo, accanto ai percorsi per operatore socio sanitario, la Fondazione attiva percorsi formativi per assistenti familiari, volontari e famigliari”. VISITE E PREVENTIVI GRATUITI www.dentalmedicalcenter-tn.it SALUTE 13 In Italia nel 2015 i trapianti sono stati 3.300 (di cui oltre il 70% riguarda i reni), i donatori circa 1170 e in lista d’attesa oltre 9.000 persone di Laura Ruaben I l 29 maggio sarà la Giornata Nazionale Donazione e Trapianto di Organi e Tessuti, giunta alla XIX edizione. Un gesto quella della donazione che la dottoressa Lucia Pilati, coordinatore Trapianti della Provincia autonoma di Trento definisce “di altruismo e di solidarietà verso qualcuno che non conosci e non vedi. È un dono puro e assoluto per il quale non ti sentirai dire grazie.” Tutti possono essere donatori e ridare qualità alla vita della persona che per la patologia non ha un’altra terapia come cura. Quella del sangue è per numeri la donazione più importante, ma da chi è in perfette condizioni di salute si possono prelevare le vene a seguito di un’operazione alle vene varicose, la testa del femore dopo la protesi d’anca; quando nasce un bambino, la madre può dare il cordone ombelicale; in caso di parto cesareo la placenta. Se in vita una persona era sana, può donare le valvole cardiache, segmenti di osso come la cresta del bacino, i tessuti tendinei e le cornee. Se un donatore di tessuti non può avere malattie o infezioni, diverso è per la donazione di organi. Oggi è compatibile anche chi risulta affetto da qualche patologia grazie agli studi e alle ricerche mediche. “L’aumento delle richieste - 9.000 persone in Italia in lista di attesa e La donazione non ha età 43 in Trentino - e l’evoluzione in campo medicochirurgico consentono il trapianto del rene o del fegato non ottimali, spiega la dottoressa Pilati. Fino a una decina di anni fa una persona con epatite B ad esempio non poteva essere donatore. Oggi i suoi reni possono cambiare la vita ad una persona in dialisi o salvare quella di un altro paziente affetto anch’esso da epatite B. Questo vale anche per persone morte dopo infezione di meningite, il cui batterio si può sconfiggere e gestire con pochi giorni di antibiotico”. Rispetto al passato anche l’età e la tipologia del donatore di organi è cambiata. Ci sono molti meno casi di morte tra i giovani grazie alle misure di sicurezza sul lavoro e per la strada (come il casco in moto) e alle maggiori competenze neurochirurgiche che evitano che i traumi cranici abbiamo effetti letali. I donatori oggi hanno avuto emorragie cerebrali, ictus o arresti cardiaci e sono più avanti con l’età. “Chi dona un rene o il fegato è normalmente un over 75, a volte ha anche 80-90 anni, quindi chi è in lista d’attesa per il trapianto di questi due organi ha più speranze di chi attende un cuore o un polmone, afferma la dottoressa Pilati. Ricordo una campagna di qualche anno fa che diceva: chi aspetta un organo non aspetta altro. Durante l’attesa non si può altro che vivere la malattia, LISTE D’ATTESA 2015 Fonte www.trapianti.salute.gov.it 6765 1072 731 383 248 20 sapendo che l’unica soluzione è la generosità di un altro.” Tutti i cittadini, purché maggiorenni, possono dichiarare la propria volontà a donare rivolgendosi all’Aido, agli sportelli dell’APSS presso i distretti. Da quest’anno è possibile farlo presso i comuni trentini al momento di rinnovo carta di identità. Vale anche la scritta “io voglio donare” con la data e la firma su un foglio di carta. Se la dichiarazione non c’è, viene chiesto alla famiglia di esprimere la volontà del proprio caro. In regione le dichiarazioni all’APSS sono 480, nel comune di Arco (il primo ad attivare il servizio) 150; all’Aido sono 18.000. 14 SERVIZI Viaggiare a ogni età Strutture e iniziative che accolgono anche chi ha esigenze particolari dando l’opportunità di godere di natura, arte e cultura NONNI E NIPOTI È online il nuovo portale dedicato al turismo sociale in Trentino con informazioni e suggerimenti per una vacanza sostenibile e in mezzo alla natura. Tra le proposte anche quelle dedicate ai giovani nonni che possono vivere qualche giorno insieme ai loro nipoti a Casa Brione, che si trova nell’omonimo paese, un piccolo borgo della Val del Chiese a 900 metri d’altitudine immersa nella tranquillità e nella pace tipiche dei luoghi di montagna. Dal 23 al 30 luglio e dal 6 al 12 agosto a Casa Brione un esperto naturalista e uno sportivo propongono durante tutto il soggiorno diverse attività per tenere in forma corpo e mente, dal risveglio muscolare mattutino a letture e serate informative sulla corretta alimentazione. E ancora nonni e nipoti appassionati della storia locale possono visitare il Forte di Larino a Lardaro, parte del grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano, o scoprire il Sentiero Etnografico di Rio Caino, un museo all’aperto che narra di lavori artigianali, storia ed eresie. E per chi ama la natura il Lago di Idro, il Parco Adamello-Brenta e la vicina Val Daone con le sue oltre 100 cascate offrono uno spettacolo imperdibile. R6051001 Info su www.turismosocialetrentino.it di Laura Ruaben V iaggiano più volte l’anno e fanno soggiorni più lunghi rispetto alla media: sono i turisti over 65. Ciò nonostante sono ancora poco considerati dai servizi e dalle strutture ricettive: le proposte loro dedicate spesso infatti si riducono alla bassa stagione o si limitano a considerare il soggiorno, senza includere attività culturali o altre iniziative sportive, ricreative e animative che caratterizzano ormai stabilmente i pacchetti vacanza per famiglie o giovani. Se questa è la situazione generale è anche vero che stanno nascendo iniziative di turismo sociale e accessibile che offrono opportunità diversificate anche per le persone con problemi di mobilità o bisogna di cura e assistenza. Tra queste quella della cooperativa sociale SAD che, in collaborazione con il comune di Trento, propone dal 21 maggio al 5 giugno una vacanza al mare di Cesenatico vicino Rimini con gite anche nelle località vicine. La cooperativa garantisce la presenza di operatori socio-sanitari e l’assistenza infermieristica. Sempre SAD per chi rimane in regione organizza attività manuali come il cucito e il bricolage nei centri diurni “la Quercia” a Ruffrè o al “Sempreverde” a Mattarello. Le gite in montagna, al parco o in piscina sono invece tra proposte all’interno del progetto “una vacanza accessibile a tutti” della cooperativa GSH in Val di Non. Grazie a personale specializzato la cooperativa accompagna i turisti durante le loro escursioni e organizza attività ricreative. Per chi vuole muoversi in autonomia, può sfogliare il rapporto Una soluzione utile per le persone non ancora pronte ad indossare un apparecchio acustico TECNOLOGIA INTELLIGENTE. DESIGN DISCRETO. pubblicato da GSH “Valle Accessibile a tutti” con opportunità dal Trentino nord occidentale a quello orientale come il trekking a Pampeago, rafting e nuoto. Altrettanto accessibili i sentieri della val di Fiemme, dell’Altipiano di Folgaria e Lavarone certificati dal marchio “Open”. La cooperativa sociale Kaliedoscopio offre all’Hotel Laghetto a Garniga Terme - vicino alla città, sulle sponde del lago e tra i boschi ai piedi del monte Bondone - una vacanza adatta a chi vuole divertirsi, con la garanzia di essere seguito in caso di terapie dal personale infermieristico e da un medico, presente un giorno a settimana o a seconda dei bisogni. Sempre Kaleidoscopio propone soggiorni a Casa Santa Maria: gli anziani che presentano limitata autonomia e necessitano di sostegno, trovano in questa struttura immersa nel verde a Vigolo Vattaro un’alternativa tra la residenza sanitaria e l’assistenza continua a domicilio. Oltre ad assistenza e servizio alberghiero, l’ospite può partecipare alle iniziative culturali organizzate all’interno di Casa Santa Maria. STORIE DI VITA 15 Dall’ inferno dell’ amore, un angelo Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro è la migliore approssimazione concreta alla felicità (Primo Levi) Intervista a Emanuela Filipozzi testimonianza raccolta da Silvia De Vogli L ’ho saputo ancora prima che qualcuno me lo dicesse. Sono scappata da scuola senza che la maestra riuscisse a fermarmi. Ho attraversato correndo tutta la montagna. Sentivo il cuore esplodermi. Arrivata a casa di zia Daria con cui vivevo perché mamma era in ospedale con la pleurite, l’ho guardata negli occhi e le ho detto: “papà è morto!”. Lei era in piedi; stava leggendo un fonogramma appena arrivato: “Alle 9.30 Bruno Filipozzi è deceduto mentre stava lavorando”. Era il 1961 e io avevo otto anni. Mi chiamava sempre “la mia piccola Lollo”, perché diceva che assomigliavo a Lollobrigida. È morto, ma io so di averlo avuto sempre accanto: tutte le volte che mi è sembrato di non farcela, di essere finita all’inferno, mi ha dato coraggio. È grazie a lui, se non mi sono mai arresa nonostante le delusioni e i tradimenti che ho subito. Il primo sogno si è infranto a 15 anni. Vivevo a Levico di nuovo insieme a mia mamma e con due fratelli più piccoli. Avevo vinto una borsa di studio per un corso da estetista in uno dei più rinomati istituti svizzeri. Ma il mio fidanzato non voleva partissi: il primo amore - che poi sarebbe diventato mio marito - mi diceva: “se vuoi una famiglia, non puoi pensare alla carriera”. Ero giovane, innamorata e ho rinunciato. Ho iniziato a lavorare e da allora ho fatto di tutto: benzinaia, cameriera, commessa, aiuto parrucchiera. Per qualche estate ho lavorato a Calambrone: fare l’inserviente era l’unico modo che avevo per vedere il mare. Poi con il mio fidanzato siamo andati prima in Germania, poi in Olanda a lavorare in gelateria. Entrambe esperienze terribili vissute tra segregazioni da parte chi ci aveva assunto e violenze, psicologiche e non solo, in famiglia. Tornammo e lui mi convinse ad aprire un laboratorio di maglieria. Lavoravamo per la Benetton. È andata bene per qualche anno finchè lui non si è stufato e ha mollato tutto lasciando me senza lavoro e mia madre che ci aveva prestato i soldi per iniziare l’attività, piena di debiti. Ho ricominciato: cameriera, commessa; dovunque mi chiamassero andavo. Con mio marito ho resistito ancora qualche anno, ma poi ha iniziato anche a bere e non ce l’ho fatta più. La forza di separarmi me l’ha data il ricordo di mio papà insieme al coraggio di dare ancora fiducia agli uomini, come è successo qualche anno dopo quando mi sono innamorata nuovamente. Lui aveva 16 anni più di me e gestiva uno dei più vecchi colorifici della città. Ci siamo sposati e per un po’ ho fatto una vita agiata: vacanze, cene, ma soprattutto un bel lavoro. Ci ho messo tutta la mia passione in quel negozio. Poi mio marito ha deciso di vendere tutto. “Lo compro io!”, ho pensato. Sono andata in banca e ho ottenuto un mutuo. Avevo mille idee su come abbellirlo e arricchirlo con nuovi prodotti. Ma un altro sogno si è infranto: lui temeva non lo pagassi e ha venduto ad altri senza dirmi niente. Quel gesto è stata la fine del nostro matrimonio che comunque ormai da tempo era in crisi. Ho dovuto rimanere a vivere con lui finchè non ho trovato un lavoro. È stato in quel periodo che ho cominciato a lavorare con gli anziani. La figlia di un anziano maresciallo dei carabinieri che aveva perso la moglie da poco mi chiese se potevo andare la sera a fargli compagnia e restare a dormire la notte. Avevo la mia stanza; guadagnavo bene e mi sono affezionata a quell’uomo silenzioso. Sono riuscita a prendere in affitto un appartamento e comprarmi un auto. Poi lui è peggiorato e aveva bisogno di un’assistenza più ampia. Bisognava cambiarlo e lavarlo. La figlia mi chiese se me la sentivo. Io stavo male anche quando dovevo cambiare il pannolino ai bambini, figurarsi. Ma mi sono fatta coraggio! Non avevo mai fatto un bidet ad un uomo. Ho pensato a mio padre: “aiutami tu!”. La prima settimana vomitavo, la seconda ho iniziato a stare bene, la terza non mi interessava più niente. Ogni tanto incontravo in giro il mio secondo marito che mi denigrava: “ma chi credi di essere che te neti culi”. Ho assistito quel vecchio signore anche quando è finito in ospedale. Una sera mi chiama vicino al letto: “Emanuela ho male”. “Le chiamo qualcuno?” “ “No sto per raggiungere mia moglie però prima devo dire una cosa: ma lei chi è, Emanuela? Chi me l’ha mandata? Un angelo?”. Mi ha preso la mano, se l’è messa sul petto, poi ha chiuso gli occhi per sempre. La figlia mi ha ringraziato molte volte per come gli sono stata accanto. Da allora ho seguito altri anziani, molti malati terminali. Ho pianto molte volte, ma è un lavoro che mi fa stare bene. Purtroppo però si trattava di periodi brevi o comunque con una certa instabilità. Grazie ad una amica dopo un po’ sono riuscita ad inserirmi in una cooperativa che offriva assistenza domiciliare. Ci sono rimasta sei anni con grandi soddisfazioni, poi la crisi ha ridotto il lavoro. Sono stata 2 anni in mobilità finchè non ho fatto le selezioni per entrare nelle attività che Con.Solida fa nell’ambito del Progettone della Provincia. Al colloquio mi hanno chiesto se ero disponibile a prendermi cura di anziani, “È il mio lavoro!” ho risposto. Quando mi hanno chiamata per dirmi che venivo assunta ho pianto dalla felicità. Ho cominciato l’anno scorso alla Fondazione Comunità Arco, dove mi occupo di molte cose: accompagno i residenti quando si devono spostare, preparo il caffè, servo la merenda, ma soprattutto sto con e in mezzo a loro. La settimana scorsa un signore con una voce un po’ stentata a causa dell’ictus che ha subito, mi ha detto: “Emanuela porti il sole qui; meriti tutta la felicità del mondo.” Banche promotrici di sanità integrativa Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Prima della sottoscrizione leggere attentamente il Fascicolo Informativo disponibile presso le filiali delle Casse Rurali Trentine aderenti e sul sito www.assicuragroup.it Assicura la tua salute, proteggi il tuo futuro. Il piano sanitario che garantisce un supporto concreto prendendosi cura di te e della tua famiglia. Marketing CCB - 03 . 2015 AsSìCare è un piano sanitario che le Casse Rurali Trentine, per il tramite di Assicura Agenzia, hanno ideato in collaborazione con RBM Salute per tutelare gli intestatari di un rapporto bancario e il loro nucleo familiare in caso di malattia. È un prodotto di www.casserurali.it