Attualità

Transcript

Attualità
ATTUALITÀ KULTURA INFORMAZIONE SPORT E TURISMO
Giuseppe Marino | ACIREALE
il Giornale del Territorio delle Aci
Sabato, 14 Gennaio 2017
Anno 13 | n° 1 | Tiratura 2.000 copie - Prezzo: € 1,00 DISTRIBUZIONE GRATUITA
EDITORIALE
Akis cambia ma resta
un cantiere aperto!
Buon Anno, Acireale
La straordinaria bellezza della vita possa accompagnarci lungo il corso del
nuovo anno, guidandoci nelle avversità, rendendoci forti e saggi anche nei
momenti più difficili.
Auguro a tutte le famiglie un anno ricco di pace e serenità, di giustizia ed
equità, di tutti quei momenti e quelle piccole cose che lo rendono davvero
“grande”.
(Roberto Barbagallo - Sindaco)
A
kis, il Giornale del territorio delle Aci (e non solo, aggiungo)
da oggi è tutto nuovo. L’obiettivo è quello di offrire ai lettori
un quindicinale di approfondimenti su fatti e avvenimenti
accaduti, ma soprattutto notizie inedite su cui soffermarsi. Anche la
veste grafica cambia, oltre che la proprietà che va ad un energico e
lungimirante imprenditore come il santantonese Rosario Basile. Ma
la presenza di Turi Consoli, straordinario “inventore” di Akis rimane, attraverso rubriche dallo stesso curate e i preziosi consigli utili
a continuare l’impresa con la stessa dedizione e professionalità che
ha infuso per ben 13 anni.
In quest’epoca di idee deboli, sono sicuro che i punti di vista liberi
e anche provocatori che Akis vi vorrà offrire saranno importanti almeno quanto le notizie. Leggere il giornale deve essere (anche) rilassante. Per questo, per esempio, nelle pagine in cui si parla di cronaca
ci sarà scritto “cronaca”. Così troverete subito quello che cercate.
Dalla Cronaca, appunto, alla Politica, all’Economia; dall’Attualità
all’Area Tributaria; dalla Medicina allo Sport; dal Folklore alla Cultura; dall’Arte agli Spettacoli; dal Costume, alla Scuola, alle Comunicazioni. Abbiamo 12 pagine che possono aumentare a 24, sponsor
permettendo. Sappiamo che non possiamo raccontarvi tutto, per
quello ci sono i quotidiani. Vi vogliamo perciò dare una selezione
più ragionata delle notizie: brevi quelli di cronaca, che servono a
riassumere e spiegare fatti di cui magari avete già sentito parlare
al telegiornale o sui siti; più lunghi e articolati, invece, gli articoli di
racconto e di analisi, dove prendersi il giusto spazio è necessario per
spiegare, raccontare, rivelare.
La politica sarà sempre al centro dell’attenzione, ma solo quando
avrà un’incidenza sulla nostra vita: le chiacchiere politichesi e i finti
retroscena non fanno per noi. Il nostro è comunque un “giornale/
cantiere sempre aperto alle opinioni della gente.
Buon Anno 2017, amici lettori.
La redazione
Istruzione ospita il Liceo
Scientifico “S. Michele” pag. 6
L’On. Salvatore Urso ha perso
la sua ultima battaglia! pag. 5
Il “San Michele”, diretto dai PP. Filippini, è l’istituto più antico di Acireale essendo stato
fondato nel 1874. Attualmente è presente il
Liceo Scientifico paritario, che nel corso degli anni ha sempre meglio maturato la sua
offerta formativa adeguandola alle esigenze dei giovani.
In una mattinata fredda e gelida di Gennaio,
si è spento all’età di 92 anni quel battagliero
personaggio politico, capace di intestarsi le
più disperate battaglie politiche in nome e
per conto della sua gente. La perdita dell’amico Urso rappresenta un momento di
grande dolore per me, per tutta la comunità
Santantonese e non.
(Pippo Cutuli)
Santuario: sorvegliato speciale
A Valverde a rischio crollo parte del convento a causa di infiltrazioni d’acqua.
Intervista al rettore padre Nei e al sindaco D’Agata.
L
o scorso dicembre il Santuario di Valverde – uno
dei più antichi Santuari mariani della Sicilia – a
causa del maltempo, ha subito importanti danni a livello strutturale. Ad essere colpito parte del
convento - dove vivono gli agostiniani Nei, Gelson,
Leandro e Cherubino -, insieme al chiostro e ad una
parte della facciata.
Abbiamo incontrato il parroco del Santuario, padre
Nei Marcio Simon, che ci ha detto: «Giorno 7 dicembre mattina ci siamo accorti delle lesioni in alcune
camere del convento che erano diventate più profonde e alcune erano pure nuove e grandi. Il giorno
prima erano venuti i tecnici per istallare le pompe di
calore perché non abbiamo il riscaldamento. Poi mi
sono accorto anche delle crepe presenti negli archi,
di una delle colonne spaccate nel chiostro; a terra
c’erano frammenti di calce, di intonaco. Mi sono preoccupato e ho chiamato un amico, Alfio Samperi,
che mi ha suggerito di provvedere subito, di chiamare la protezione civile e i vigili del fuoco perché
era grave quello che stava accadendo».
«I tecnici, la protezione civile, i vigili del fuoco – ci ha
detto ancora padre Nei - sono così venuti e hanno
fatto il loro resoconto, la loro relazione. Il sindaco ha
dato l’ordinanza di sgomberare una parte del convento. La chiesa non è stata dichiarata inagibile, può
rimanere aperta. Noi ci siamo spostati in una parte
più sicura del convento; dei volontari ci hanno aiutato a portare le nostre cose. Un amico ha rischiato la
sua vita per installare l’impalcatura e cercare di trattenere il cedimento. Non si sa ancora esattamente
la causa: sembra che l’acqua abbia scavato sottoil
terreno. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, dei tecnici, dell’amministrazione, della Regione, dei fedeli,
della Chiesa. Abbiamo bisogno di finanziamenti; la
burocrazia è lunga e speriamo di far più presto possibile. Abbiamo ripristinato gli ingressi che non erano usati, come quello del Corso Vittorio Emanuele,
che è un po’ stretto e senza il passamano, senza luce
e che dobbiamo sistemare. Non si potrà più entrare
dal chiostro. Ci vorrà un po’ di creatività e saggezza
per trovare una soluzione. Gli spazi ci sono, bisogna
saperli utilizzare».
Come ha reagito la comunità valverdese di fronte a questo evento?
«Tanta gente si avvicina, è dispiaciuta, ci conforta,
altra gente si lamenta perché abbiamo spento le
campane, ma sono stati i vigili del fuoco che ci hanno detto di fare questo, per evitare vibrazioni e per
precauzione. Stiamo ricevendo poco aiuto concreto,
capiamo che non è facile».
Avete idea di quanto denaro possa servire per
rimediare i danni?
«Ci vorranno milioni di euro. Si dovrà risolvere intanto il problema dell’acqua, occorrono nuovi tubi,
risaldare le fondamenta, le colonne in modo sicuro...
È un impegno non indifferente».
«Ci stiamo muovendo, abbiamo fatto venire il presidente regionale della protezione civile e abbiamo
anche informato di tutto ciò il presidente nazionale
della protezione civile - ha dichiarato il sindaco Saro
D’Agata -. Risolvere la questione non è esattamente
compito nostro, noi daremo una mano, un supporto
a padre Nei, ma il problema è la struttura che non è
di proprietà del Comune, però ci stiamo attivando in
tutti i modi per stare vicino ai nostri frati».
Quale la principale causa dell’accaduto?
«Molto probabilmente si tratta di un flusso di acqua
sotterranea che ha accelerato una sorta di erosione
del terreno».
Un suo pensiero a riguardo?
«La situazione non ci ha colpiti solo dal punto di vista strutturale, ma anche simbolica perché il santuario è la nostra identità, l’identità di Valverde».
Graziella De Maria
Attualità
pag. 2
Cronaca & Attualità
pag. 5
Istruzione
pag. 6
Area Legale & Tributaria pag. 8
Sport
pag. 9
Medicina
pag. 9
Arte
pag. 10
Kultura & Fornelli
pag. 10
Cultura
pag. 11
Omnibus
pag. 12
ATTUALITÀ
2
Ti Lovvo
La nuova Commedia
presentata
dall’Associazione Culturale
“QUELLI DEL 7°”
Ti Lovvo è una commedia brillante che tratta i rapporti di coppia dei nostri giorni, da un nuovo romanticismo post-atomico dove tutto è diventato molto
più semplice, dove finalmente si è capito che l’uomo
non è cacciatore ma è la preda che si costituisce.
Ti Lovvo è il nome di una applicazione di un social
network per lo smartphone. Se Facebook è un social
per ritrovare vecchi compagni di scuola o amici (faccia libro come se fosse il grande book fotografico dei
college americani), Ti Lovvo è un social che vuole
andare ben oltre l’amicizia. Ma non parla proprio di
amore allo stato puro dei sentimenti come il titolo
vorrebbe far capire e come noi stessi lo adoperiamo,
in tono vezzeggiativo affettuoso (pronunciandolo in
modo particolarmente affettato): “ciao bella, ti lovvo!” - “ti lovvo anch’io, papero, anzi ti lovvo di più!” (la
pronuncia diventa sempre più affettata, tanto più si
ripete il termine).
Ti Lovvo è più che altro una facile chat ormonale.
Cosa è rimasto della coppia che dopo mesi di corteggiamento finalmente cede al primo bacio, che
con l’emozione che colpisce la voce si dice “Ti amo”?
La nostra è un’ epoca dove il corteggiamento è passato di moda, dove si è perso il gusto della conquista, questa è l’era dei tromba amici, delle Milf e delle
Coogar, l’evo del tunnel carpale di porn hub e del
romanticismo di Rocco.
Siamo smarriti di fronte alle nuove mutazioni genetiche femminili, dove il plateau ha preso piede,
donne sempre più in carriera, che ormai parlano di
calcio e conoscono il fuorigioco meglio di un guardalinee della serie A.
Cosa deve fare un uomo per conquistarle?
Non gli rimane che buttarsi pigramente in una applicazione del suo smartphone, dove un radar con
dei pallini rosa ti identifica una pornostar della porta
accanto proprio lì, a pochi passi.
Concerto dei club service acesi
Il benvenuto al nuovo anno nella Cattedrale di Acireale
Nella Cattedrale di Acireale in una serata di neve,
per iniziativa dei club service acesi FIDAPA, Kiwanis,
Lions, Rotary e Serra, ha avuto luogo il “Concerto
per il Nuovo Anno” con canti della migliore tradizione internazionale e musiche di grandi maestri di
ieri e di oggi. L’evento, presentato dal prof. Giovanni
Vecchio, è stato animato dal “Quinquies Domina Ensemble” diretto dal M° Vera Pulvirenti, ed ha riscosso
grande gradimento da parte del numeroso pubblico intervenuto.
Ottima performance di tutti i musicisti: Simona
Postiglione e Alessandra Platania al violino, Letizia
Vinciguerra alla viola, Caterina Longhitano al violoncello, Mauro Coco al flauto, Mario Licciardello al
fagotto, Vera Pulvirenti al pianoforte; voce Rossana
Leonti (soprano). Hanno portato il loro saluto i pre-
sidenti dei Club e ha rivolto l’augurio finale di pace
Sua Eminenza il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo
emerito di Palermo, che ha assistito al concerto, assieme al parroco della Cattedrale don Roberto Strano e a don Marco Catalano, direttore del Seminario
Vescovile e dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali.
All’inizio il presentatore si è intrattenuto brevemente con Marco Antonio Molino, originario di
Aci Sant’Antonio che, dopo aver lavorato a lungo
in Sicilia e nell’Europa dell’Est, ha lasciato tutto per
dedicarsi ai poveri dell’Amazzonia peruviana ed ha
ricevuto lo scorso 16 dicembre a Verona il Premio
Internazionale della Bontà 2016, conferitogli dal Comitato Internazionale della Croce.
N. C.
I DONI DEL KIWANIS ALLA PARROCCHIA SS. COSMA E DAMIANO
ACIREALE - Nel giorno di Natale, il Club Kiwanis di
Acireale ha partecipato alla SS. Messa presso la parrocchia dei SS. Cosma e Damiano.
Durante l’omelia Padre Mario Arezzi si è soffermato
sul significato della carità e dell’amore verso il prossimo, che deve superare ogni barriera.
A conclusione, il Presidente e alcuni soci si sono intrattenuti con il Parroco, i bambini e le catechiste.
Salvatore Di Stefano, presidente Kiwanis di Acireale,
per l’occasione ha consegnato un’offerta in denaro
per i bambini bisognosi mentre il Past presidente Alfredo Belfiore ha offerto due buoni spesa alimentare
per le famiglie indigenti della frazione.
«In un clima di festosa amicizia e sincero scambio di
auguri - ha commentato Di Stefano -, siamo tornati
alle nostre case certi di aver contribuito alla carità
nel vero significato cristiano e nello spirito kiwaniano».
I primi 40 anni della Fidapa acese
Il sodalizio nasce come movimento di opinione e punto di riferimento aggregativo
Alla presenza della Presidente Nazione FIDAPA Pia
Petrucci, della Presidente Distrettuale Rosa Maria
La Scola e della Standing Committee Project BPW
Chair Giuseppina Siedita, il 16 dicembre la sezione
FIDAPA di Acireale ha celebrato il suo 40° anniversario. Tutto ha inizio nell’estate del 1976, quando
nel salotto del Castello Pennisi, la Baronessa Lina
Pennisi di Floristella riunisce 15 signore con l’intento
di fondare una sezione della FIDAPA. Ed è proprio
nel salotto del castello che il 16 dicembre del 1976
viene siglato l’atto costitutivo della sezione. Da quel
lontano giorno sono trascorsi 40 anni: un quarantennio di vita associativa all’insegna di un costante
e proficuo impegno culturale e sociale, e di partecipazione alle iniziative cittadine, affermandosi da
subito come parte significativa della società, con il
duplice ruolo di movimento di opinione e punto di
riferimento aggregativo-formativo. In questi 40 anni
molte presidenti si sono avvicendate come coordinatrici delle attività, socie aperte alla sperimentazione e alla progettualità, serie, tenaci e versatili, che
hanno dato il loro contributo in maniera personale
alle iniziative intraprese. Lina Arcidiacono Pennisi di
Floristella, Tina Sgroi Catania, Pina Strano Bonanno,
Vittoria Panebianco D’Agostino, Caterina Massimino, Rosa Barbagallo Vecchio, Maria Pulvirenti Verde,
Marisa Patti, Vera Pulvirenti, Sara Scuderi Belfiore,
presidente Strano, «va la nostra gratitudine; senza di
loro noi non saremmo qui. Loro che, da un piccolo
drappello di donne, hanno dato vita alla nostra sezione. Donne di buona volontà che hanno messo al
servizio della società i loro talenti».
Nella foto la Prima Presidente Lina Arcidiacono Pennisi di Floristella
con il marito il dott. Orazio Pennisi di Floristella
Maria Fiorini Paolì, Antonella D’Addato, Elena Strano Ceresia, Sara Scuderi Belfiore, Pina Consoli Calì,
Vera Pulvirenti, Elena Strano Ceresia. A conclusione
della serata la Presidente Elena Strano consegna
una targa-ricordo alle socie fondatrici intervenute:
Anna Calabretta Leonardi, Giuseppina Mazza Gulisano, Giuseppina Grassi Nicolosi, alle quali, dice la
Relativamente all’attività della Fidapa nel corso di
questo mese segnaliamo che la prof.ssa Marcella
Renis ha tenuto una conferenza sul tema : “Diete:
mediterranea, vegetariana, vegana, paleo e…
business” il 12 gennaio scorso, mentre Mons. Giovanni Lanzafame (già Premio Aci e Galatea 2015)
intratterrà le socie su “Barocco in movimento: le
candelore di Sant’Agata e della provincia catanese” il 26 gennaio alle 17:00. L’incontro si terrà al
San Biagio Resort.
Sabato, 14 gennaio 2017
Viagrande un calendario
pubblicitario di 100 anni
Siamo entrati nel sedicesimo anno del secolo ventesimo, e i fratelli Concetto e Salvatore di Viagrande, commercianti di olio d’oliva, da anni emigrati a
Philadelphia, la più grande città del commonwealth
della Pennsylvania e la quinta più popolosa in Stati
Uniti, si adeguano alle nuove forme di pubblicità per
i loro prodotti ben lontani ancora in Italia dall’essere
messi in atto.
Un calendario. Con un chiaro riferimento all’amata
Italia e con sovra inciso il logo della ragione sociale
della loro azienda, la “S. Giuffrida & Bro.” - ... Importers of pure olive oil..., compreso d’indirizzo: “948 S.
6 th St. Phila., Pa.
Un omaggio per i clienti più affezionati.
L’unico calendario superstite e ancora intatto, incorniciato come un’opera d’arte, è custodito in casa di
un lontano parente dei Giuffrida, a Viagrande. Tenuto come un cimelio...
La stampa ritrae la famiglia reale d’Italia con il principe ereditario Umberto che inneggia a Trento e Trieste. Nella parte bassa a destra il datario, applicato
con la spillatrice, per ogni mese dell’anno.
I fratelli Giuffrida si stabilirono nel sud della città agli
inizi del 900, proprio nel periodo dell’immigrazione
italiana di massa e lì formarono famiglia.
Cento anni esatti sono trascorsi dalla stampa di quel
calendario. Dal 1915 pure l’Italia è in guerra. Ma sul
tema non compaiono nel calendario riferimenti:
solo la famiglia reale con il Re Vittorio Emanuele III, la
Regina Elena, i Principi Umberto, Jolanda, Giovanna,
Mafalda e Maria venuta alla luce nel 1914., la bandiera nazionale trasformata in sipario e un disegno che
cita il volo propagandistico su Trento e Trieste.
Un documento storico comunque che “racconta” la
storia del nostro Paese e dei nostri emigrati.
Il Commercio dell’olio d’oliva dei Giuffrida, da quanto raccontano gli eredi, andava bene, con un forte
incremento nella produzione, fenomeno dovuto
all’introduzione della chimica, che permise di rendere commestibili anche quegli oli che risultavano
essere inadatti al consumo alimentare. Per mantenere inalterate le qualità e le caratteristiche organolettiche, scelsero di confezionarlo in contenitori
di banda stagnata, materiale che, grazie alle sue peculiarità, consentiva un ottimale condizionamento
del prodotto. La qualità del prodotto era garantita
dall’importatore - sempre di origine italiana – e doveva essere distribuito in una lattina che doveva ricordare la terra d’origine.
Carmelo Di Mauro
ATTUALITÀ
Sabato, 14 gennaio 2017
3
La solidarietà nella diversità tra i popoli
A Johannesburg lo scrittore Alfio Patti racconta di emigrati ed immigrati
Patti alla “Dante”
I protagonisti dell’iniziativa
Patti al Mandela Square Theatre
Lo scrittore Alfio Patti. Da San Gregorio a Johannesburg per parlare di
emigrati e immigrati.
Sudafricana, reso possibile grazie all’iniziativa dell’Ambasciatrice
Sudafricana a Roma Nomatemba Tambo (figlia del braccio destro di
Mandela, Tambo).
Alla conferenza, alla quale hanno preso parte Anna Amendolagine,
direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria, Anita Virga, docente di Letteratura italiana all’Università di Johannesburg e il sangregorese Alfio Patti, poeta e sicilianista, al quale i Siciliani del Sud
Africa hanno conferito il titolo di “ambasciatore della sicilianità nel
mondo” si è parlato e cantato di Sicilia.
“I siciliani non hanno niente da imparare da nessuno in fatto di solidarietà”, ha affermato la Amendolagine.
Alfio Patti, ospite di tutta la settimana, ha sottolineato che “noi siciliani ci siamo sempre stati – ha detto -, abbiamo subito tante dominazioni e siamo sempre stati parte integrante dell’Europa. Per questo la
Sicilia è ben disposta all’incontro culturale e i Siciliani seguono non
solo le leggi scritte, ma anche quelle umane come la legge del mare
che impone di aiutarsi a vicenda”.
Patti, inoltre, con i due spettacoli, uno alla Dante e uno al Mandela
Square Theatre, ha cantato degli abitanti della riva opposta, cioè dei
“rivali”, che non sempre vengono per belligerare.
Ha cantato di invasioni saracene e piratesche ma anche dei popoli del
mare che venivano in pace.
È esploso, poi, con i suoi “Malasurtati” (sfortunati) poesie di una sezione del suo libro “Cca sugnu” che ha messo in musica; quei “malasurtati” che inseguendo i sogni proposti da un sogno europeo (come
noi siciliani abbiamo avuto il sogno americano) finiscono per trovare
la morte in mare senza mai toccare le coste siciliane (oltre 4.000 solo
nel 2016).
Sono stati presenti anche l’ambasciatore italiano in Sud Africa, Giovanni Donnici (della provincia di Messina) e il console Marco Petacco.
La manifestazione ha avuto, infatti il Patrocinio morale del Consolato
e dell’Ambasciata italiana ed economico dei Siciliani e dei Comites
(Comitati italiani all’estero).
Carmelo Di Mauro
Johannesburg 2016. “La solidarietà nella diversità tra i popoli”: la Sicilia campione di solidarietà. Questo il tema della conferenza e degli
spettacoli tenutisi in Sud Africa a Johannesburg, per la “Settimana
della Cultura Siciliana” nei locali della “Dante Alighieri”, diretta da
Gaetano Giudice, dell’Italian Club e al “Mandela Square Theatre” nei
quali è stato protagonista Alfio Patti.
Promosso dall’Associazione dei Siciliani nel Mondo di Johannesburg,
presieduta da Francesca Cristaudi e dai Comites presieduti da Salvo
Cristaudi, l’evento ha messo in risalto l’immagine della Sicilia e dei
siciliani nei confronti dell’accoglienza dei migranti.
Per una terra come quella del Sud Africa in cui l’Apartheid ha lasciato
una cicatrice profonda vedere la Sicilia come unica porta d’Europa
aperta ai “neri” che fuggono da fame e guerre è un’emozione molto
forte. Per questo vi sono state, in questi mesi, tali iniziative.
In ottobre a Taormina, la Sicilia ha ospitato il Festival della Cucina
Una “bretella” collegherà Gli ultimi e gli emarginati
Le priorità della Comunità di Lavina
la tangenziale a San Gregorio
Questa la prossima opera dell’Amministrazione Corsaro
Una nuova bretella
per i sangregoresi.
Questo il prossimo
regalo che l’Amministrazione Corsaro farà
al proprio territorio
nel 2017. «Il nostro
Comune ha bisogno
di quest’opera pubblica. Finalmente i nostri
cittadini
potranno
usufruire di uno svincolo che li immetterà
nel proprio territorio,
evitando pertanto di subire il flusso veicolare nelle
ore di punta». Con queste parole un raggiante sindaco Carmelo Corsaro ha voluto salutare l’inizio di
una svolta.
Una nuova bretella infatti permetterà ai sangregoresi provenienti dalla Tangenziale, uscita Paesi Etnei,
di entrare direttamente in paese, evitando così di
raggiungere la rotonda sita in territorio puntese.
Dunque raggiungeranno direttamente Viale Europa
e per questo verrà realizzata una rotonda, atta a diminuire i rischi di incidenti per alta velocità. Stesso
discorso per il tragitto inverso.
«Un legittimo servizio per la nostra comunità e il
nostro territorio, che finora ha donato il proprio suolo per altri svincoli, agevolando il raggiungimento
di altre zone come San Giovanni La Punta, Catania
Nord e i caselli autostradali – ha precisato Corsaro.
È un’opera frutto dell’ascolto che la nostra Ammini-
strazione ha prestato ai bisogni dei nostri cittadini,
percependo il loro manifesto disagio», ha concluso.
Il primo cittadino ha voluto poi ringraziare tutti gli
uffici che hanno lavorato in questo percorso burocratico, non dimenticando di elogiare il fondamentale contributo da parte dell’on Luca Sammartino,
«senza il cui aiuto tutto ciò non si sarebbe potuto
realizzare, dal momento che ci ha guidato nei meandri della burocrazia regionale, mettendoci nelle
condizioni di partecipare al finanziamento».
L’opera, finanziata con il Patto per la Sicilia e ratificata con le indicazioni per la mitigazione del rischio
idrogeologico di Monte Catira, si spera venga realizzata entro la fine del 2017 e apporterà una modifica
della viabilità interna al paese. Il costo? Un milione e
novantaduemila euro.
Francesco Patti
I 150 anni del Crea
Il CREA di Acireale (ex Istituto Sperimentale per l’Agrumicoltura) compie 150anni e per l’occasione il
dinamico Direttore, dott. Paolo Rapisarda, programma una serie di incontri con il prof. dott. Giovanni
Continella , il dott. Giuseppe Contarino ed il sindaco
della Città, ing. Roberto Barbagallo. Manifestazione
molto partecipata a cui è seguita anche la intitolazione di un viale del Centro al prof. Paolo Spina che
ne fu Direttore dal 1972 al 1991, del laboratorio di
Biotecnologie al dott. Angelo Starrantino ((ricercatore dell’Azienda di Fiumefreddo) e a Giuseppe Vecchio e Maria Maccarrone per avere gentilmente donato l’imponente immobile che si trova nella parte
alta di Corso Savoia. Nella foto di Fabio Consoli notiamo il dott. Giuseppe Contarino, il prof. Giovanni
Continella, il Direttore del Crea dott. Paolo Rapisarda
ed il sindaco ing. Roberto Barbagallo .
U.S.
ACI BONACCORSI - Tante sono le storie di solidarietà
di chi offre il suo tempo per gli altri. Sono i volontari,
cittadini silenziosi che, lontano dai flash delle telecamere, come un telaio tessono i fili di una grande
sfida. C’è chi opera per ispirazione religiosa, chi lo fa
individualmente e chi invece sceglie di affiancarsi ad
una associazione.
Una di queste ha sede a Lavina, frazione di Aci Bonaccorsi, l’associazione cattolica
“Cultura & Ambiente” ma
gli aderenti provengono da
ogni parte della provincia
etnea. Sono migliaia. Come
le iniziative che nei giorni
natalizi si sono susseguiti per
aiutare i cosiddetti ultimi, gli
emarginati; per venire incontro alle esigenze di tante famiglie in difficoltà; per
portare giocattoli ai bambini dell’orfanotrofio, per
allietare gli anziani ricoverati nelle varie case di riposo...
Il messaggio di Papa Francesco di una “Chiesa in
uscita”, cioè proiettata verso il mondo, al servizio
di tutti, specialmente degli ultimi, è rivolto a tutte
le piccole comunità locali, che insieme formano la
grande comunità della Chiesa universale. Ed è la
Chiesa che imita Gesù, quella che vogliono incarnare questi volontari presenti nel territorio dal lontano
1973.
“Non dobbiamo rinchiuderci dentro un edificio –
spiega il presidente del sodalizio Salvo Torrisi - ma
dobbiamo stare in mezzo agli altri, alla gente, ai giovani, alle famiglie, ai malati, ai poveri, proprio come
faceva Gesù”.
I giovani sono una componente importante della
comunità di Lavina: sono molto attivi. Sanno organizzare belle attività per coinvolgere i coetanei, allontanarli dai pericoli della strada e delle discoteche,
dalle tentazioni della droga. “La nostra droga – dice
Giorgia Denaro, una diciottenne di Riposto - è Gesù.
Non possiamo fare a meno di
Lui”.
I giovani hanno il cuore aperto
al grande messaggio di Gesù,
e sono meno egoisti degli
adulti. “La valorizzazione della
loro presenza nella comunità
è preziosa”, afferma Rosaria
Giuffrida, fra le aderenti della
“prima ora”.
“In questi giorni di intenso
apostolato nelle famiglie attraverso i centri di ascolto nei vari paesi dell’hinterland catanese – testimonia Marilena Federico – abbiamo incrociato occhi pieni di speranza, occhi pieni
di gioia, occhi penetranti che raccontano storie tristi
e difficili, occhi stanchi, occhi dolci, occhi positivi
nonostante tutto. Occhi sconsolati a causa di tutto.
Soprattutto occhi che chiedono ascolto e promettono un riscatto”.
Nel corso dell’ultima riunione di catechesi che si è
svolta al Cenacolo “Don Stefano Cavalli”, Aldo, 50
anni, un nuovo arrivato, “pronto a rimboccarsi le maniche”, ci confida: “E’ bello vedere come qui si respiri
veramente serenità e amicizia fra tutti, nonostante
le difficoltà, i dolori, le sfide individuali e come si cerchi di affrontare insieme i problemi di ognuno”.
C.D.M.
ATTUALITÀ
4
Chiese di Acireale:
SAN GIUSEPPE
Il ‘600, sia ad Acireale che in tutta la Sicilia, è un secolo ricordato
per le sue enormi attività edilizie,
nonostante in giro si dichiarasse enorme miseria. Ad Acireale,
in questo periodo, si costruirono diversi edifici importanti ma
prevalse, in modo considerevole,
l’edilizia a carattere ecclesiastico.
E’ bene sottolineare che le molte
chiese e monasteri ebbero luce
anche grazie ai contributi in denaro dei fedeli e anche all’aiuto
volontario, nella manodopera, di
tanti cittadini desiderosi di vedere edificati i templi dei loro santi.
In parte minore si usufruì, anche,
dei contributi dell’Università. Naturalmente il terremoto del 1693,
che distrusse gran parte della Sicilia orientale, oltre ad avere creato settecento vittime, danneggiò
parte dei palazzi e delle chiese di
Acireale. La successiva e frenetica
ricostruzione portò i committenti
a chiedere una più ricca architettura barocca. Una delle chiese che
venne edificata in questo frangente fu quella della parrocchia
di San Giuseppe. Fu fondata dai
fratelli dell’antica confraternita di
San Giuseppe che originariamente si riunivano presso la chiesa,
non molto distante, dedicata, poi,
a San Domenico, dalla quale si
dissociarono per dei dissidi interni con i frati Domenicani nel 1643
ritirandosi nel lato opposto della
via San Carlo. Inizialmente il loro
ritrovo fu una semplice capanna
costruita con delle tavole, in seguito la chiesa venne edificata e
completata. Nel 1693 fu elevata
a chiesa sacramentale coadiutrice
del Duomo. Nel 1698 furono ultimati altri lavori che includevano
la piccola chiesa della Madonna
delle Grazie e le sue rendite, l’onere era di celebrarne la festività il 2 luglio. Nel 1728 il governatore Ragonisi concesse altri ampliamenti con un sussidio di onze 60 e furono integrate alle cospicue offerte dei
fedeli. Il coro venne arricchito di colonne corintie e altri restauri furono eseguiti dall’architetto Mariano
Panebianco. Nel 1922 venne elevata a chiesa parrocchiale. Nella chiesa sono conservati opere di pregio
come la statua di S. Giuseppe eseguita nel 1729, il quadro del “Transito” di San Giuseppe di Giacinto
Platania. Nel XVIII secolo la messa in posa di stucchi, di moda in quel periodo e di un valore artistico
discutibile, fece sparire gli affreschi sulla cupola di Matteo Ragonisi .
Mariella Di Mauro
Sabato, 14 gennaio 2017
Concerto di Natale
alla “De Gasperi” di Aci S. Antonio
Il Concerto di Natale della Scuola De Gasperi di Aci
S.Antonio. Direttore d’orchestra: la dinamica Daniela Simon . Molta folla di bambini festanti e familiari ed amici letteralmente stipati in un locale
disponibile (senza alcun dubbio) ma insufficiente
per la bisogna. Aci S.Antonio non ha un locale degno di ospitare grandi manifestazioni invernali, nè
una piazza degna di essere chiamata così …..tutto
si svolge nella strada transennando a mala pena il
percorso delle auto... Finchè la barca va....
Presso l’Aula Teatro dell’ “Oasi” di Aci S. Antonio ha
avuto luogo, organizzato dall’Istituto Comprensivo
“Alcide De Gasperi”, il “Natale in Concerto 2016”. Alla
manifestazione ha voluto partecipare la Divisione
2 ed il Club Kiwanis “Absolute – Terra dei Ciclopi”
nell’ambito del Service istituzionale “Serving the
Children of the World”. Protagonisti dell’evento sono
stati il coro “InCanto” dell’Istituto e prime classi di
Scuola Primaria del plesso “Circonvallazione” dell’Istituto, che hanno formato un ensemble costituito
complessivamente da 100 bambini, magistralmente
diretti dalle Inss. Daniela Simon e Luisa Errichiello;
luci e suono sono stati curati da Aureliano Idonea.
Il programma di sala, dalla durata di circa un’ora, è
stato centrato su un ricco repertorio di canti natalizi
tradizionali o di recente composizione. Il foltissimo
pubblico presente, assistendo al concerto con calorosa partecipazione e a tratti con manifesta commozione, ha testimoniato il successo dell’evento che ci
si augura possa essere riprogrammato negli anni futuri. Il Dirigente Scolastico prof.ssa Silvana di Bella,
il Direttore dell’ “Oasi” Padre Giuseppe Cicala, il Presidente del Club Kiwanis “Absolute”, ing. Giuseppe
Torrisi e il Luogotenente Governatore della Divisione 2 Kiwanis DISM Dr. Carmelo Raciti, in chiusura di
manifestazione, hanno ringraziato le insegnanti ed
i presenti esprimendo il loro indirizzo di augurio ai
bambini e alle loro famiglie per le prossime festività.
Salvatore Garraffo
Segretario Divisione 2
Kiwanis International
Il “Bimed Excellence in Education Award”
all’Istituto Scolastico Acese De Gasperi
Targa ricordo ad
Auguri a
Madre Venera Alfredo Friscia
Il Comitato Tecnico Scientifico – Bimed (Ente formativo accreditato MIUR – Staffetta di scrittura creativa, la
cui azione è stata premiata con Medaglia di Rappresentanza per gli Alti valori educativi dalla Presidenza della Repubblica Italiana), ha conferito alla “A. De Gasperi” il BIMED Excellence in Education Award (sezione
competenza nella madrelingua) con la seguente motivazione: “ Per aver saputo interagire con la Staffetta
di Scrittura della legalità in maniera compiuta dimostrando capacità rilevanti e ponendo il format in relazione alle pratiche di affermazione della Cittadinanza”.
Il premio è stato consegnato, giorno 19 dicembre 2016 a Salerno, al Dirigente Scolastico Prof.ssa Silvana Di
Bella, insieme alle docenti referenti Prof.sse Aloisi Valeria e Bottino Margherita.
A livello nazionale sono state premiate 65 scuole su oltre mille partecipanti alla staffetta, della Sicilia solo tre,
tra cui la scuola “A. De Gasperi”, unica per la provincia di Catania.
Foto: Franco Barbagallo - Acifotopress
Sono andato nell’Istituto delle Canossiane di Aci Bonaccorsi per incontrami con Madre Venera Sapienza,
originaria di Santa Venerina (che vediamo giovanissima in una foto). Compie 97 anni. Auguri! È stata
grande maestra di ricamo in oro e ha creato una
scuola di ricamatrici. È lucidissima, anche se vittima
di inevitabili acciacchi. Mi ha chiesto di tutto su Santa Venerina. Ricordo che ha donato alla parrocchia
Santa Venera i locali di via Umberto con il campetto.
Giovanni Vecchio
Festosa cerimonia in sala Giunta del Palazzo di Città
di Aci Catena. Il commissario straordinario dott. Vincenzo D’Agata ed il comandante della Polizia Locale dott.Sebastiano Forzisi, unitamentea colleghi ed
amici, hanno salutato il commissario Alfredo Friscia,
in procinto di andare in quiescenza, dopo ben 32
anni di onorato servizio alla collettività.
L’occasione è stata utile per il validissimo vigile urbano, per ripercorrere alcuni aneddoti legati al servizio
svolto. Alla cerimonia di commiato dal servizio, non
ha voluto mancare l’ex comandante dei vigili catenoti Saretto Maugeri. Al valente dipendente comunale, l’amministrazione comunale ha consegnato
una targa ricordo.
Sabato, 14 gennaio 2017
CRONACA & ATTUALITÀ
L’On. Salvatore Urso ha perso
la sua ultima battaglia!
ACI SANT’ANTONIO - In una mattinata fredda e
gelida di Gennaio, si è spento all’età di 92 anni quel
battagliero personaggio politico, capace di intestarsi le più disperate battaglie politiche in nome e per
conto della sua gente. La perdita dell’amico Urso
rappresenta un momento di grande dolore per me,
per tutta la comunità Santantonese e non. Uomo di
grande spessore politico, sociale e umano, dotato di
grande lungimiranza e senso del bene comune, ha
saputo guardare lontano e con anticipo lo svolgersi
degli eventi storici-politici. La sua straordinaria forza di volontà, la sua caparbietà e il suo irriducibile
dinamismo rappresentavano le vere essenze del
politico di razza, pronto a tuffarsi con grande animo
nelle battaglie e nelle problematiche della gente e
della sua Coltivatori Diretti. Guardava sempre avanti, convinto della sua smisurata passione, commista
ad una caparbietà e intraprendenza che lo facevano diventare un vero trascinatore di folla e di carica
umana. E con questa sua ottica trasformò questo
piccolo Comune in una nuova realtà alla stregua di
molti grossi Comuni limitrofi, suscitando anzi forme
di ammirazione e di meraviglia per la modernità e
la fruibilità di interventi e strutture che, ancora per
certi aspetti erano lontani dal modus operandi di
tanti Amministratori. E questo paese deve tanto a
Lui, nei suoi lunghi anni di Sindacatura realizzò tante di quelle opere pubbliche che le consentirono
l’automatica trasformazione del territorio con un
incremento demografico triplicato . Per molti di Noi,
che ci affacciavano all’impegno politico e sociale,
rappresentava un punto di riferimento costante e
confortevole, tanto da poterci permettere, e Lui ne
era felice, di poterlo chiamare affettuosamente zio
Turi. Aveva una personalità forte e al tempo stesso
accogliente. Per Noi tutti rappresentava” La grande
quercia” in quanto sapevamo di poter trovare in Lui,
supporto, comprensioni e stimoli per andare avanti.
E dietro la sua apparente durezza si nascondeva un
grande cuore. La sua casa era aperta a tutti. Questa sua grande personalità catturava l’affetto degli
amici e il disappunto degli avversari politici che
oggi, più che mai, non possono disconoscere le sue
opere e le sue capacità. Sindaco per oltre 25 anni.
Parlamentare Nazionale per oltre 20 anni, nonché
Sottosegretario di Stato, Presidente della Coltivatori
Diretti . Sopranominato Mister 100.000 preferenze. E
anche dopo i grandi trascorsi politici, senza ricoprire
più importanti incarichi, seppe restare uomo disponibile e aperto ai bisogni del prossimo. Per questi e
per tanti altri motivi che non si possono condensare
in una breve testimonianza, oggi è una data di profondo dolore per tutta la comunità Santantonese. In
particolare per uno come me, che si è formato attraverso i suoi insegnamenti prima che politici, umani.
Questo paese, e non me ne voglia nessuno, credo
che oggi abbia perso uno dei suoi figli più illustri.
Grazie zio Turi
Dott. Giuseppe Cutuli
già Sindaco di Aci S.Antonio.
08 gennaio 2017
“6 giorni tutto incluso”
la settimana acese
dei disabili
In occasione della giornata dedicata in tutto il mondo ai diritti delle persone disabili, il 3 dicembre,
l’Amministrazione comunale di Acireale ha pensato
di estendere le iniziative ad una intera settimana
lavorativa: l’Assessore alle Politiche Sociali Pubblica
Istruzione e Pari Opportunità, Dott.ssa Adele Chiara
D’Anna, in collaborazione con l’ Autorità Garante dei
Diritti delle persone con disabilità, Dott.ssa Palmina
Fraschilla (figura istituita nel Comune di Acireale
nel 2015) e con svariate Associazioni cittadine che
si occupano anche di disabilità, hanno organizzato
l‘evento denominato “6 giorni tutti incluso” una serie di iniziative finalizzate al coinvolgimento degli
studenti e dei cittadini in azioni di sensibilizzazione
verso i temi della disabilità.
Pertanto, dal 28 novembre u.s. si sono succeduti: incontri sportivi aperti ai cittadini normodotati insieme con i disabili; partite di basket in carrozzina, tiro
con l’arco bendati e/o per i non vedenti nella sede
del Palazzetto Arturo Volcan; incontri di sensibilizzazione in alcune scuole cittadine sulla quotidianità
vissuta dalle persone in situazione di handicap; una
tavola rotonda incentrata sulle esigenze specifiche
di inclusione sociale delle persone disabili che ha
avuto come interlocutori gli studenti acesi che frequentano corsi di studi finalizzati ai servizi sociali;
un dibattito aperto alla città sul futuro dei ragazzi
disabili...
Si è aperto un tavolo di approfondimento su di un
protocollo, chiamato “RETIS”, avviato diversi anni fa
tra Amministrazione, Associazioni, Istituti scolastici,
che potrebbe oggi avvalersi di nuove risorse, individuate in altri soggetti pubblici e privati, per ampliare gli spazi di integrazione ed inclusione.
Il clou della settimana, giorno 3 dicembre, è stato
costituito da “Scarrozzando”, una passeggiata che si
è svolta dalle 10, con partenza dal largo Francesco
Vecchio, per arrivare a Piazza Duomo, nella quale
tante carrozzine, utilizzate anche da non disabili,
hanno sperimentato le difficoltà da superare per
transitare sui marciapiedi acesi.
Per concludersi alle 18, nel teatro del Centro culturale Pinella Musmeci con lo spettacolo “Invisibili
agli occhi”, messo in scena dalla compagnia di attori
Down “Bagnati dalla luna”.
L’ intera manifestazione, in tutte le singole iniziative,
ha riscosso un grande successo, perché ha sollecitato la solidarietà e la riflessione di tanti cittadini che
si sono uniti spontaneamente nella collaborazione,
che hanno mostrato interesse e disponibilità alla riflessione, che si sono chiesti perché sabato mattina
quel corteo colorato e vivace, affollato di carrozzine
stesse attraversando la Città...
L’impegno di tanti organizzatori, singoli e associazioni è stato dunque soddisfatto, il lavoro continua
ogni giorno...
L’appuntamento è per l’anno prossimo.
Carmela Borzì
“Guarire il corpo Antonio Coniglio tira fuori l’argenteria
con il cervello”
Acireale Eventi 2017
Nell’ambito delle attività culturali promosse dall’ass.
culturale “Archimede” di Acireale, nell’aula magna
del Liceo Scientifico “Archimede” di Acireale il dr.
Giuseppe Pappalardo, medico chirurgo specialista
in neuroscienze, ha tenuto una conferenza dal titolo
“Guarire il corpo col cervello“. Il seminario diviso in
due parti: “Anatomofisiopatologia del sistema nervoso” e “Tecnica del rilassamento autoipnotico con
prove pratiche di auto guarigione guidata” ha riscosso grande interesse e partecipazione da parte del
numeroso pubblico presente che ha risposto con
calorosi applausi. Nella foto di Fabio Consoli il dott.
Pappalardo e il prof. Arcangelo Blanco.
Ci ha radunati alle 11,00 alla Loggia Giuratoria, il Palazzo che rappresenta la nostra storia, gli splendori
passati. Acireale vive un momento molto particolare, il progressivo e dilagante impoverimento della
popolazione, che già ha pesantemente intaccato
anche il ceto medio, fa sì che ci sia un malumore dilagante in cui si mescola la atavica tendenza a brontolare degli acesi e le reali difficoltà. Oggi nessun
problema è stato risolto, ma ai miei occhi di malizioso osservatore non sono sfuggite un paio di cose.
La nomina di Antonio Coniglio ad Assessore al Turismo e alla Cultura è venuta in un momento in cui gli
Assessori dell’Amministrazione Barbagallo non godono del totale apprezzamento della popolazione; i
problemi sono sotto gli occhi di tutti e la risoluzione
di alcuni di essi non fa dimenticare i ritardi e le inefficienze in altri settori.
Antonio Coniglio, dopo due anni di Cayenna (la
Fondazione del Carnevale), forte della sua scuola
politica di stile spartano, ha subito messo in moto gli
Assessorati di sua competenza ed oggi ci presenta
“un evento al mese” (minimo) e la programmazione
per un anno. Mantenuta la promessa elettorale, Coniglio ha fatto molto di più. Oggi, con mia somma
sorpresa, tra l’affollato auditorio (l’antisala Consiliare
così stracolma non l’avevo mai vista), ho notato due
persone, due illustri persone, che tre mesi fa non
avrei immaginato (per idee personali che mi ero fatto) potessi mai incontrare ad una conferenza stampa dell’Amministrazione Barbagallo.
Il presidente della Accademia dei Dafnici e degli Zelanti dott. Contarino e Sua Eccellenza Rev.ma Mons.
Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale.
Due presenze che esaltano il lavoro di Antonio Coniglio, giovane politico ma vecchio conoscitore delle
circostanze della vita e del buon governo.
La Cultura ad Acireale non può prescindere dalla
gloriosa Zelantea e tantomeno dalla Chiesa che ne
è stata eccelsa curatrice, nella nostra Città, per secoli. Bravo Coniglio, i tasselli stanno andando a loro
posto.
Sta lavorando bene Antonio Coniglio, gli Acesi lo
sanno e per questo lo stimano. Lo stimo anch’io, ma
questo non è mai stato un mistero.
Santo Di Mauro
5
RIFLESSIONE
La vita va goduta
Oggi quando sono tornato a casa ho stretto
ed abbracciato forte, ma molto forte, i miei
piccoli. Il mio sorriso stanco, ma amaro dopo
un turno che mi ha dato una nuova ma importante lezione di vita. Ho riflettuto parecchio
tornando a casa, ripensando ad un caro collega che in questo momento lotta tra la vita e la
morte e le cui condizioni si sono improvvisamente aggravate.
Penso alla sua lucidità e consapevolezza di
ogni istante che attraversava, in un sottile
equilibrio tra la vita e la morte, prima di entrare in coma. Beh, noi medici (e chi lavora
in ambito sanitario) siamo una razza a parte.
Sappiamo tanto, forse anche troppo. Conosciamo tutti i passaggi degli ultimi momenti,
quando si è quasi vicini al tramonto. I parametri, i sintomi, tutto.
Non siamo eroi come affermano in tanti. Se
lo fossimo, dopo aver attraversato una vita al
servizio degli altri, magari dovremmo avere il
beneficio di lasciare questa vita inconsapevoli. E invece quasi sempre non è così. Sappiamo
troppo. Il nostro sapere, utilizzato per gli altri,
poi paradossalmente, è la nostra piena consapevolezza nei momenti difficili. Ogni minuto
che passa, conosciamo bene la nostra evoluzione clinica.
La vita va goduta, evitando stupide quanto
inutili polemiche. Va goduta perché passa
tutto in fretta....
Riccardo Castro
Morte di una
quattordicenne
Il disagio che non si vede. Un disagio che apparentemente non traspare dalle foto postate su facebook:
occhi sgranati e aperti verso la vita, volto sorridente,
espressioni serene. Un disagio che evidentemente
covava dentro, divorava l’anima e minava le basi
dell’esistenza, ormai vissuta come svuotata di speranze, di interessi, di significati, di gioie.
Una gelida domenica, quella dell’8 gennaio, una famiglia, un’intera comunità, quella di Valverde, sprofonda nello sconforto e nella disperazione per una
morte assurda. Una quattordicenne si toglie la vita,
impiccandosi, nella sua camera della casa in cui abitava con la madre.
Ha lasciato un biglietto che spiegava a padre e madre il drammatico gesto, sottolineando che si trattava di una sua decisione.
La domanda è inevitabile. Cosa c’è dietro questi
gesti? Quanta sofferenza nella scelta di cancellarsi
dalla vita per sfuggire ad una situazione considerata
ormai priva di luce e di via di uscita. E quanto dolore
a chi resta a piangere lacrime disperate in preda ad
uno strazio devastante esasperato dai sensi di colpa
e dall’impossibilità di comprendere una realtà che in
effetti resta e resterà sempre incomprensibile.
Un gesto che ossessiona coloro che rimangono, vittime senza scampo di una vera e propria devastazione psicologica e sociale: “Perchè l’ha fatto? Per colpa
nostra?”
Carmelo Di Mauro
ISTRUZIONE
6
Sabato, 14 gennaio 2017
Liceo Scientifico Parit
A scuola d’impresa
La Scuola cattolica
è un bene per tutti
Dall’anno scolastico 2016/17 il Liceo Scientifico dell’Istituto San
Michele ha avviato un percorso formativo triennale di “alternanza scuola-lavoro”, come previsto dalla L. 107/2015, con l’apporto
scientifico del prof. Rosario Faraci, ordinario di Economia e Gestione dele imprese nell’Università degli Studi di Catania, il quale,
previa intesa con il direttore e il dirigente scolastico dell’istituto e
con il consenso degli Organi Collegiali, ha elaborato un progetto
dal titolo “A scuola d’impresa” che quest’anno riguarda la terza e
la quarta classe del Liceo Scientifico e proseguirà nei successivi
anni scolastici per un totale di 200 ore. Il progetto coniuga i valori
che ispirano il Progetto Educativo dell’Istituto San Michele che
pongono al centro l’educazione integrale dei giovani d’oggi con
quanto richiesto da questa innovazione che mira a promuovere
lo spirito di iniziativa e di imprenditorialità, dando un contributo
significativo all’orientamento nelle scelte degli studenti. Durante
il periodo ordinario delle lezioni gli alunni saranno impegnati nel
percorso formativo un pomeriggio ogni settimana, con la guida
di un tutor appositamente selezionato, articolato in tre moduli
di attività d’aula e laboratoriali, ai quali si aggiungeranno visite
aziendali e seminari, simulazioni di impresa, esercitazioni on line
e tirocinio presso una delle aziende selezionate. L’operazione
mira a sviluppare negli studenti le competenze chiave di cittadinanza ovvero: a) imparare ad imparare; b) progettare; c) comunicare; d) collaborare e partecipare;d) agire in modo autonomo e
responsabile; e) risolvere problemi; f ) individuare collegamenti
e relazioni; g) acquisire ed interpretare l’informazione. Il percorso
comprende anche la competenza digitale ovvero saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società
dell’informazione (TSI). Il progetto triennale è stato inserito nel
Piano dell’Offerta Formativa.
La sperimentazione del progetto sarà costantemente monitorata
dal direttore scientifico e dalla direzione dell’istituto.Gli esiti saranno illustrati in seduta pubblica e la metodologia adottata costituirà un esempio di buona scuola. In tal modo il nostro Liceo
si colloca tra le istituzioni scolastiche che meglio stanno interpretando l’innovazione, al di là di tecnicismi o visioni meramente
utilitaristiche, in un’ottica di formazione integrale dell’uomo e del
cittadino.
Prof. Giovanni Vecchio – dirigente scolastico
Il documento conciliare “Gravissimum educationis”, i frequenti
interventi dei Pontefici e della Congregazione per la Scuola Cattolica confermano l’importanza che la Chiesa annette alla Scuola.
I pubblici poteri hanno il dovere di venire incontro alle famiglie
assicurando un’effettiva libertà di scelta educativa, come recita la
Costituzione, senza appesantirle di ulteriori gravami economici
nella scelta di una scuola di loro fiducia, anche non statale.
La Scuola cattolica offre in primo luogo agli studenti una scuola
che poggia sulla serietà del metodo didattico e sull’approfondimento critico e scientifico delle varie tematiche culturali, per
preparare i giovani a ben affrontare le sfide culturali del nostro
tempo.
Il secondo obiettivo mira a condurre l’uomo alla sua formazione
umana e cristiana. Promuovere la crescita integrale della persona
significa aprire alle nuove generazioni orizzonti di cultura e di verità senza chiudersi alle spinte delle novità, ma salvaguardando i
contenuti dei valori perenni dell’uomo.
Il nostro tempo, pur non mancando di tanti fattori positivi, appare denso di ombre per le violenze fisiche e psicologiche che
spesso vengono perpetrate tra gli adolescenti, per le ambiguità ideologiche e gli allettamenti di varia natura, dalla sessualità
sfrenata e pubblicizzata alla diffusione delle droghe, che non facilitano il cammino educativo rivolto alla costruzione di uomini
nuovi, aperti alla difesa della famiglia, ai valori della solidarietà,
della tolleranza, del rispetto reciproco delle culture e della libertà
di coscienza.
Per impedire il contagio di questi mali, la scuola cattolica appare
la più qualificata col suo programma che presenta una visione
organica della vita, vivificata dai valori del Vangelo. Essa offre al
giovane un progetto educativo che coordina l’insieme della cultura umana con il messaggio cristiano. Così intesa la scuola cattolica svolge un ruolo insostituibile nella formazione culturale e
morale della gioventù, prepara per la società di oggi e di domani
un avvenire più sereno.
La Scuola cattolica è anche una comunità educativa, dove avviene l’incontro di collaborazione tra la famiglia, i docenti e i giovani..
Lo spazio della Scuola cattolica dovrebbe essere oggi potenziato, non ridotto perché, è bene sottolinearlo, grazie alla sua missione ducativa, rende un grande servizio alla Chiesa e allo Stato.
P. Alfio Cantarella d.O. - direttore
Liceo Scientifico Parit
Sede:
Via Dafnica, 156 - Acireale
Tel. 095/605308 - Fax 095/604218
Il corpo docente con il P. Direttore, il Preside e il prof. Faraci
Sito web: www.sanmicheleacireale.it
Indirizzo e-mail: [email protected]
Sabato, 14 gennaio 2017
ISTRUZIONE
7
aritario “San Michele”
Offerta formativa
ricca e qualificata
Scherma: i natali
al San Michele
Il “San Michele”, diretto dai PP. Filippini, è l’istituto più antico di
Acireale essendo stato fondato nel 1874. Attualmente è presente
il Liceo Scientifico paritario, che nel corso degli anni ha sempre
meglio maturato la sua offerta formativa adeguandola alle esigenze dei giovani. Dispone di ampi locali con aule scolastiche,
biblioteca, aula multimediale, grande sala-teatro, campo sportivo attrezzato. Il corpo docente è molto qualificato e svolge la sua
opera con serietà ed impegno fornendo agli studenti un servizio
didattico di qualità aperto alle nuove acquisizioni della cultura e
della ricerca scientifica che consente agli studenti di conseguire
ottimi risultati negli esami di Stato Accanto alle discipline ufficiali
previste nel percorso del Liceo Scientifico di base, agli studenti,
che vengono seguiti con attenta personalizzazione dell’apprendimento, sono offerte altre proposte integrative di arricchimento
culturale, che contribuiscono a rendere la preparazione sempre
più rispondente alle esigenze del mondo di oggi e della preparazione richiesta nelle prove finali di maturità. Tra queste si segnalano: il programma di calcolo numerico “Octave” per l’insegnamento dell’algebra nel biennio, incontri culturali integrativi con
esperti esterni, esercitazioni di lingua inglese con docente di madre lingua, didattica con la LIM, l’alternanza scuola-lavoro in collaborazione con docente universitario e tutor appositamente selezionato. A tutto questo si aggiungono incontri di orientamento
esistenziale con educatori e operatori nell’ambito psico-sociale e
ulteriori incontri con testimoni di eccellenza nella scienza, nelle
arti e nello sport, che vengono svolti ad integrazione degli orari
delle assemblee studentesche. I viaggi d’istruzione sono scelti in
base alla loro valenza culturale e didattica come pure le visite
guidate nel territorio regionale. A questi si aggiungono delle
escursioni nell’ambito locale ed etneo in generale con due appuntamenti nel “Centro San Filippo Neri” di Cassone (Zafferana
Etnea) attrezzato con campi di calcio, di tennis, di pallavolo e di
mensa. L’attività sportiva ordinaria si avvale del grande campo
sportivo arttrrezato all’interno degli spazi dell’Istituto.
Tanti professionisti affermatisi nella società si sono formati nell’Istituto San Michele e si ritrovano periodicamente nella sede
dell’Istituto grazie all’Associazione Ex Allievi.Tutta l’attività dell’istituto viene riportata sul periodico “In Aevum”., in cartaceo e anche on-line.
G. V.
Abbiamo ancora negli occhi le immagini dei successi olimpici
dei fratelli Daniele ed Enrico Garozzo e dell’ex alunno Marco Fichera, trionfanti alle Olimpiadi di Rio. Una medaglia d’oro, quella
del fiorettista da Daniele, e due d’argento ad appannaggio degli
altri atleti acesi, schermidori della nazionale italiana che hanno
portato alla ribalta della cronaca internazionale, sportiva e non,
il nome della città di Acireale. Successi rincorsi e raggiunti con
spirito di sacrificio, con impegno ed abnegazione. Successi personali e collettivi.
Successi che affondano le loro radici proprio nalla città dei cento
campanili, nel lontano dopoguerra, allorché un docente di educazione fisica, Raffaele Manzoni, decide di percorre un terreno
poco battuto, creando una realtà insolita che ha, però, mietuto
vittorie e grandi consensi.
Proprio tra le mura dello storico e imponente istituto San Michele di via Dafnica, negli anni Cinquanta sorgeva la prima scuola
di scherma che richiamava l’attenzione della popolazione “perbene” della riviera dei limoni. Vuoi per l’utilizzabilità degli ampi
spazi di cui è dotata la struttura, vuoi perché il prof. Manzoni ha
trovato disponibilità nei padri Filippini; sta di fatto che i primi “affondi” sono stati realizzati proprio al San Michele in un periodo in
cui si contavano centinaia di studenti provenienti da ogni parte
della Sicilia, certi di ricevere una solida formaziomne scolastica
che li avrebbe visti protagonisti nella società che stava risalendo
la china dopo la conclusione della guerra. A quel primo passo
hanno fatto eco importanti altri balzi.
Dalla nascita della “Società Schermistica Acqua Pozzillo Acireale”
con sede in via Atanasia, alla fusione, negli anni Sessanta, con il
“Cus Catania” che sancisce l’inizio del periodo d’oro della scherma
provinciale e regionale, grazie anche alla presenza di Pasquale
Timoniere. A Raffaele Manzoni subentrerà il figlio Sebastiano, il
quale darà vita nel 1986 al sodalizio “Club Scherma Acireale”. Sebastiano è stato anche allievo del San Michele ove ha frequentato il Liceo Scientifico di cui, ancora oggi, conserva un ricordo gioioso e a tratti carico di bonaria goliardia. Quella di una gioventù
che segna l’intera esistenza perché si pone tra l’età fanciullesca e
l’età adulta, facendo da importante spartiacque.
Quell’allievo pieno di sogni, oggi ricopre la carica di Presidente
della Federazione Regionale Scherma e vanta una serie di successi notevoli conquistati in una disciplina che si fa sempre più largo
tra i giovanissimi, protesi ad impugnare la spada avanzando sulla
pedana con determinazione, garbo ed eleganza.
Alla fine del percorso formativo lo studente del liceo scientifico dovrà essere in grado di esercitare le competenze-chiave di
cittadinanza (vedi “A scuola d’impresa” in questa pagina) e di
effettuare scelte consapevoli riguardo al proseguimento degli
studi o l’avvio di attività lavorativa autonoma.
Prof. Salvatore Fichera
(estratto parziale da “In Aevum” n. 31 – dicembre 2016)
aritario “San Michele”
Dirigente scolastico:
Prof. Giovanni Vecchio
Referenti per l’orientamento:
Cannavò Nadia
Mauro Paolo
Codice meccanografico:
CTPS055003
Alunni con alcuni docenti, il Preside e il P. Direttore.
AREA LEGALE & TRIBUTARIA
8
Sabato, 14 gennaio 2017
La mediazione sociale efficace nelle controversie
Il costante aumento della litigiosità, la gravosità dei
costi sempre crescenti a carico della collettività e la
persistente incapacità di fare fronte ai profondi problemi della giustizia civile in crisi, ha condotto a una
rapida svolta legislativa verso la mediazione, quale
strumento di deflazione del carico giudiziario. La mediazione è quell’istituto finalizzato ad una conciliazione delle controversie, operando fuori dal processo
civile. Per saperne di più abbiamo intervistato la dott.
ssa Venera Cannavò, mediatore civile e commerciale
presso Agorà Mediazioni.
Dott.ssa Cannavò, come definirebbe la mediazione sociale?
La mediazione sociale è rivolta ai conflitti che possono nascere nella quotidianità (nel vicinato, nel
proprio quartiere di residenza, tra familiari, sul posto
di lavoro o tra culture differenti), laddove, quindi, si
possono vivere una serie di incomprensioni, di offese, di violenze, più o meno palesi, che necessitano
una riparazione, da parte della vittima. Essa persegue il senso di una giustizia riparativa che porti a una
evoluzione del colpevole, ridonando, al contempo,
fiducia e soddisfazione alla vittima. La mediazione
può essere considerata un mezzo di costruzione e
gestione della vita sociale nei contesti urbani abitativi più caratterizzati da complessità, instabilità
e marginalità socio-economica, dove si affermano
spesso dinamiche all’insegna della conflittualità, del
misconoscimento reciproco e del senso di insicurezza nel vivere gli spazi comuni. Definirei, quindi, la
mediazione sociale come quella pratica conciliatoria che ha per oggetto i conflitti che si svolgono in
territorio, basati su contenziosi legati alla vita quotidiana e che mira alla riscoperta del ruolo di cittadini
nell’autogestione e regolamentazione dei conflitti e
sull’esercizio del diritto di cittadinanza.
Qual’è il ruolo del mediatore?
Il mediatore è quel professionista neutro ed imparziale che sostiene l’autonomia delle parti nella
risoluzione delle controversie in una negoziazione
pacifica del loro problema. L’obiettivo che persegue
il mediatore è aiutare le parti coinvolte in una controversia a raggiungere un accordo soddisfacente,
intendendo con il verbo aiutare il facilitare una discussione e la negoziazione di una possibile intesa.
Per me la mediazione non ha l’obiettivo primario di
chiudere un conflitto arrivando ad un accordo, ma
quello di trasformare le relazioni che lo hanno generato, far cambiare in ciascun contendente la percezione del punto di vista della controparte, a chiarire
il proprio precisando gli obiettivi reali e le motivazioni. Il suo intervento non può essere rivolto a convincere le parti né a far pressioni su di esse, poiché il
mediatore ha un obbligo di prestazione non di risultato. La sua ragion d’essere dovrebbe essere ricondotta al concetto di giustizia più vicina al cittadino.
La mediazione va molto oltre l’obiettivo dell’attuale
dettato legislativo, poiché è un’opportunità per imparare ad affrontare il conflitto, a conoscere meglio
se stessi, a migliorare il proprio livello di umanità
aprendosi al dialogo con l’altro. Questo impegno a
migliorarsi vale tanto per i contendenti quanto per
lo stesso mediatore che mette in gioco le sue competenze, la sua autorevolezza, la sua credibilità, la
sua persona al servizio del delicato compito a lui affidato. Ogni mediazione che affronto è per me unica e irripetibile, frutto della speciale alchimia che si
crea nell’incontro tra le unicità del mediatore e delle
parti. “Mediazione” significa innanzitutto “essere in
mezzo a”, “essere tra”, e quindi essere un “ponte”, un
collegamento tra le parti.
Come attua nella sua pratica professionale la
mediazione sociale?
Poiché la mediazione è l’incontro di forti emozioni,
che a volte vengono celate e a volte esplodono violentemente, è necessario utilizzare la pratica del looping che aiuta a mettere a fuoco la conversazione e
a sviluppare comprensione nel corso di tutta la mediazione. Non è persuadere le parti, ma capire l’altro
attraverso questi passaggi: comprendere ciascuna
parte, manifestare tale comprensione, cercare conferma dalle parti del fatto che si sentano comprese
dal mediatore, ricevere conferma chiudendo così
tale cerchio. Ogni volta che ho di fronte delle parti
in conflitto, mostro che i loro punti di vista apparentemente inconciliabili, possono essere compresi dal
mediatore. L’obiettivo della mediazione sociale è far
convivere sullo stesso tavolo, i diversi punti di vista,
i bisogni e gli interessi di tutti, far sì che essi siano
compresi da tutte le parti e che sia data loro la dignità di esistere e di essere riconosciuti e può essere
considerata un mezzo di costruzione e gestione della vita sociale.
Lei dott.ssa parla di fiducia e ascolto, ma come
può, allo stesso tempo, un mediatore, essere riconosciuto come guida autorevole?
L’autorevolezza è molto diversa e più importante
dell’autorità perché porta al rispetto dell’opinione
della persona autorevole, favorendo comportamenti autentici e confidenziali delle parti. Il mediatore non emette decisioni, quindi non ha l’autorità
d’imporre la propria idea, ma è l’autorevolezza che
si è guadagnato nel rapporto, a far sì che le parti
gli affidino il potere di condurle verso una possibile
soluzione costruita attraverso un dialogo aperto nel
rispetto delle regole del procedimento e nell’impiego delle tecniche adeguate. L’autorevolezza diviene
garanzia di sostanziale equilibrio tra le posizioni delle parti contrapposte.
Dott.ssa potrebbe azzardare che la mediazione
sociale è uno strumento di regolazione sociale?
Assolutamente si! La pratica della mediazione offre
l’opportunità al “luogo del conflitto” di divenire “luogo dell’incontro”, attraverso l’uso di strumenti e tecniche che promuovono la partecipazione, la responsabilità e l’impegno sociale, valorizzando le capacità
negoziali delle persone al fine di una gestione co-
struttiva e risolutiva del conflitto. Il fine autentico
della mediazione sociale è quello di promuovere il
rispetto ed il riconoscimento reciproco tra le persone, far emergere e rafforzare gli effetti positivi della
convivenza, della prossimità, della solidarietà e della
collaborazione. Può essere considerata una pratica
utilizzata a scopo preventivo laddove, agendo su
determinate tipologie di conflitto si evitano gravi
forme di intolleranza e di violenza, migliorando le
relazioni umane.
Nella sua esperienza di mediatore, quali consigli
vorrebbe dare a chi inizia questo percorso?
Sicuramente disporsi con estrema umiltà ed esercitarsi nell’arte difficile del silenzio, quello interiore,
per fare spazio all’accoglienza autentica dell’altro,
senza per questo rinunciare alle proprie idee, abituandosi progressivamente all’ascolto avalutativo
ed empatico. Curare in particolare il proprio ben-essere interiore per essere all’altezza di garantire la
qualità della relazione d’aiuto di cui hanno bisogno
le persone è necessario in questa pratica professionale. Solo così si può ottenere una buona comunicazione curando il proprio ben-essere e sviluppando
l’empatia (letteralmente “sentirsi dentro l’altro”). È
una qualità che da dentro si esprime nei confronti
degli altri, partendo dal presupposto che la propria
visione del mondo non sia l’unica o l’unica vera e
che i punti vista e i sentimenti degli altri contano.
Più si è empatici, più si è in grado di cogliere le sfumature degli stati d’animo del nostro interlocutore
per attivare una comunicazione efficace , fatta di
scambi e verifiche; non monologhi che soddisfano
una necessità propria, né comizi per convincere,
ma un dialogo vero. L’empatia, infatti, permette di
sintonizzarsi in maniera naturale e spontanea con
qualsiasi pensiero e sentimento altrui, consente di
leggere il clima emotivo che si stabilisce tra le persone, per comprenderne il loro stato d’animo. Tale
capacità permette di silenziare ciò che ci appartiene
per vedere il mondo con gli occhi dell’altro e, quindi,
riconoscere, accettare e comprendere senza giudizi
e interpretazioni ciò che l’altro percepisce in quella
stessa situazione.
Agorà Mediazioni srl - sede di Acireale - via Provinciale per S.M. Ammalati, 99 Dott.ssa Venera
Cannavò 3920204502
FEDERCONSUMATORI
denuncia i costi elevati di gas e luce
I costi della luce e del gas continuano ad aumentare e collocano l’Italia
sul podio dei Paesi più cari d’Europa. Una problematica denunciata
già molte volte dagli utenti italiani,
che da tempo sono costretti a subire i continui aumenti delle bollette
delle utenze domestiche. Basti pensare al recente inserimento del canone Rai nella bolletta della luce del
mese di luglio, che ha fatto lievitare
i costi delle bollette di circa 70/100
euro.
Ma adesso c’è di più. “Ci sono aumenti arbitrari delle bollette di
luce e gas”. La denuncia parte dalla Federconsumatori di Mascalucia
con un esposto inviato all’Autorità
Garante per la Concorrenza ed il
Mercato (Antitrust). Lucio Traina,
presidente della sezione mascaluciese e responsabile del settore che
si occupa di Energia, svela il modo
in cui le società di distribuzione di
luce e gas “gonfiano, in maniera
surrettizia, le bollette inviate agli
utenti, ai quali, oltre al costo dell’energia effettivamente consumata,
vengono addebitati altri oneri che,
quasi sempre, superano o, addirittura, raddoppiano il costo reale della
luce o del gas”.
“È stato possibile scoprire l’espediente - sottolinea
Traina - dopo che l’Autorità per l’Energia ed il Gas ha
obbligato le aziende a redigere le bollette di pagamento per gli utenti in modo che queste siano ‘intellegibili, trasparenti e dettagliate’ : sono le cosiddette
‘bollette 2.0’ “.
“Così - aggiunge - abbiamo potuto rilevare che, nelle bollette, sotto la nuova voce, denominata “spesa
per il trasporto dell’energia e gestione del contatore”, inserita al posto di quella sui cosiddetti servizi di
rete (cioè del semplice trasporto dell’energia sulle
reti di trasmissione), si nasconde un nuovo onere,
diviso in quattro scaglioni, con importi progressivamente crescenti, in base alla quantità dei chilowattora mensilmente consumati”.
Secondo il responsabile del settore Energia della
Federconsumatori di Catania, “tale marchingegno è
stato creato dalle società di vendita, probabilmen-
te, perché ritengono poco soddisfacenti, per i loro
bilanci, i già lauti ricavi, ottenuti con il semplice trasporto dell’energia. Ovviamente, con pesanti ricadute per le tasche dei consumatori”.
Per dimostrare tali affermazioni, viene portato ad
esempio il dettaglio della bolletta bimestrale di
un’utenza, per uso domestico, di una famiglia, che
si è vista addebitare: 36,66 euro come costo dell’energia consumata, 30,89 euro per il trasporto e
la gestione del contatore, 40,82 euro per oneri di
sistema e 23,22 euro per imposte
e IVA. “Insomma - mette in rilievo
Traina - per un consumo di 36,66
euro di energia, l’importo finale della bolletta raggiunge la cifra di ben
131,59 euro”.
“Per gli utenti la batosta è dura”,
sottolinea Salvo Nicosia, presidente
provinciale della Federconsumatori
di Catania, il quale aggiunge: “Per
questa ragione abbiamo deciso di
far partire dalla Sicilia una convinta
battaglia a tutela di tutti i consumatori italiani, in stretta sintonia con il
presidente nazionale Rosario Trefiletti”.
“Trefiletti – conclude Traina - ci ha
fatto sapere che condivide pienamente la nostra iniziativa, assicurando uno suo intervento a sostegno presso l’Autorità garante per
l’Energia, perché la Federconsumatori non consentirà alcuna forma di
vessazione nei confronti degli utenti dell’energia elettrica e del gas”.
Oltre alle polemiche sull’impatto
che questi aumenti (ritenuti ingiustificati dalla Federconsumatori)
che stanno avendo sui bilanci delle
famiglie italiane, sembra che il mercato energetico italiano si prepari
ad affrontare una nuova tempesta. Probabilmente
l’unico modo per sopravvivere sarà quello di risparmiare, magari cercando di ridurre i consumi o magari cercando di scegliere delle compagnie energetiche convenienti e delle tariffe in linea con le proprie
esigenze di consumo, anche se gli esperti credono
che un peso decisivo sia esercitato della vecchia
questione dell’inflazione.
Carmelo Di Mauro
SPORT
Sabato, 14 gennaio 2017
9
JUVENTUS - CATANIA: 0 - 1
io c’ero
L’INTERVISTA
NICOLA
D’AMICO
presidente dell’Acireale Calcio
È
Gigi Milan sferra il tiro del goal, foto gentilmente fornita dal dott. Alessandro Russo
Era il 7 aprile 1963, mi trovavo a Torino per lavoro,
sono andato allo stadio comunale a vedere Juventus – Catania. Per la squadra rossazzurra non
c’era speranza di prendere punti. Ricordo un mio
collega di lavoro di Trapani, si chiamava Urso, che
mi disse “vai felice allo stadio che il Catania vincerà questa partita”. Allo stadio ci sarei andato lo
stesso, in quanto da sempre nelle mie vene scorre
solo sangue rossazzurro. Questa il team del Catania: commissario dirigente Ignazio Marcoccio, allenatore Carmelo Di Bella, formazione: Vavassori,
Giavara, Rambaldelli, De Dominicis, Corti, Benaglia, Caceffo, Biagini, Milan, Szymaniak, Vigni. La
Juventus, schierava: Anzolin, Castano, Salvadore,
Emoli, Leoncini, Sarti, Sacco, Del Sol, Siciliano, Sivori, Crippa, allenatore Amaral. Arbitro De Marchi di Pordenone. In campo per il Catania dodici
leoni, i giocatori e l’allenatore, gente che aveva
la maglia rossazzurra attaccata alla pelle. Su tutti
ricordo quello che fece De Dominicis, che per tutti i 90 minuti bloccò il gioco di Sivori; il torinese
Vavassori parò tutto. A pochi minuti dalla fine, su
una respinta di Vavassori, che oltrepassò il centrocampo, Gigi Milan, era il solo rossazzurro in
attacco, intuì dove andava a cadere la palla, fece
una gran corsa, stoppò il pallone, pur avendo ai
lati, i nazionali Castano e Salvadore,con un gran
tiro batte il portiere Anzolin (vedi foto fornita dal
dott. Alessandro Russo). Al fischio di De Marchi
i pochi tifosi del Catania eravamo ebbri di gioia.
Molti tifosi del Torino mi fecero i complimenti e
mi offrirono da bere. Tutta la notte la passai fuori
casa e alle 6,00 puntuale ero sul posto di lavoro.
Oggi il Catania milita in lega Pro, dopo otto anni
consecutivi di serie A con tante soddisfazioni, di
dirigenti e della tifoseria. La mia riflessione è che
la maglia del Catania è sempre rossazzurra, e che
tutti, dico “tutti”, dobbiamo stringerci attorno a
questa maglia, senza ne si e ne ma, scordiamoci
di quello che è stato il passato, ognuno lotti affinchè questa nostra gloriosa maglia rossazzurra
torni a sventolare in serie A.
Michele Milazzo
un Nicola D’Ami“Seguiremo
con
co determinato,
grande attenzione il
appassionato e
calcio mercato delle
ottimista quello che
società professioniabbiamo raggiunto
ste, ma è chiaro che
nel 2017 per una inse decideremo di
tervista esclusiva. Il
rinforzare la rosa lo
presidente dell’Acirefaremo solo se ci saale calcio si augura e
ranno le premesse di
augura a tutti i tifosi
portare ad Acireale
“chiaramente di vinun giocatore di quacere il campionato!”.
lità che ci possa dare
L’Acireale è secondo
una marcia in più.
in classifica a 31 punNon
compreremo
ti, nel girone B del
tanto per comprare,
campionato di eccelma solo se potremo
lenza, a sole cinque
realmente migliorare
lunghezza dalla priquesto bellissimo orma, il Città di Sant’Aganico”.
gata.
Presidente,
che
Presidente,
avete
augurio
desidera
chiuso il 2016 con
rivolgere ai tifosi
una super vittoria
granata per il nuovo
alla quindicesima
anno?
giornata sul Pistuni“Innanzitutto che sia
na per sei a zero: che
un 2017 all’insegna
Un Nicola D’Agostino che guarda al futuro della sua società
dobbiamo aspettardel benessere e degli
ci nel 2017?
affetti, ricco di sod“Ci attendono partite importantissime con squadisfazioni. E tra queste inserisco in cima la prodre ben organizzate. Spero e ne sono convinto
mozione dell’Acireale. Sì, puntiamo a vincere il
che i tifosi verranno numerosissimi per sostenere
campionato d’eccellenza e sono certo che a fare
la squadra. Loro sono il nostro dodicesimo uomo
la differenza saranno proprio i nostri tifosi ai quali
in campo”.
auguro ogni bene”.
A gennaio prevede di portare a segno colpi di
mercato tra i professionisti?
Fabio Cantarella
MEDICINA
Effetto preventivo della metformina
La metformina, impiegata nella cura del diabete,
potrebbe nascondere un secondo effetto terapeutico e diventare un’arma per la prevenzione tumorale.
E’ l’ipotesi su cui si sta lavorando con una grande
e rilevante studio negli Usa, che comprenderà oltre 3000 persone tra i 69 e i 75 anni seguite per sei
anni.
Anche in Italia si studia in maniera attenta su questa seconda potenziale azione terapeutica del farmaco.
Infatti uno studio condotto da Andrea De Censi
dell’Ospedale Galliera di Genova ha dimostrato
due anni fa che nelle donne in procinto di essere
operate per carcinoma mammario l’assunzione di
metformina per un mese si correlava ad un indice
di proliferazione (parametro associato al rischio di
malignità) nettamente migliore rispetto a coloro
che avevano assunto un placebo.
Anche una ricerca, pubblicata nel 2015 su Cancer
Prevention Research, pubblicazione scientifica
dell’American Association for Cancer Research,
firmata da Lori Sakoda, della divisione di Ricerca
del Kaiser, mirata a definire i rapporti tra l’impiego
di metformina e la comparsa di cancro polmonare, ha dimostrato che i non fumatori trattati con
metformina presentavano un rischio di ammalarsi
zatori di questo farmaco da oltre 5 anni, il rischio
di tumore del polmone risultava ridotto del 52% .
Lo studio ha preso in esame una coorte di 47.351
pazienti con diabete (54% uomini) di età superiore
di tumore del polmone del 43% inferiore rispetto
ai non fumatori non trattati con metformina. Inoltre, più a lungo era stata impiegata la metformina
e maggiormente risultava ridotto il rischio di ammalarsi di tumore del polmone; così per gli utiliz-
ai 40 anni, che avevano preso parte ad un’indagine
medica tra il 1994 e il 1996. Per acquisire informazioni sulle loro terapie sono stati consultati i registri elettronici sui farmaci.
Oggi, pertanto, la metformina e l’acido acetilsalici-
lico puntano a diventare i protagonisti della chemioprevenzione anche in Europa. E’ in partenza,
infatti, un trial che prenderà in esame 160 malati,
già operati. Questi saranno trattati per un anno
con uno dei due farmaci o con entrambi, o con un
placebo, e alla fine sarà valutato l’effetto protettivo e preventivo sui tumori. Lo studio potrà anche
rivelare se ci sono dei marcatori capaci di aiutarci
a capire meglio come impostare questo genere di
prevenzione.
Da tempo, come si evince, diversi sono gli studi
osservazionali e di laboratorio che hanno suggerito un ruolo della metformina nella prevenzione
dei tumori in pazienti trattati in maniera continuativa con tale farmaco.
Bisogna però capire anche quanto dell’effetto preventivo sia dovuto all’abbassamento dei livelli di
insulina dato dalla metformina, e cioè pertanto
un meccanismo indiretto o diretto della molecola,
questo perché non si conoscono ancora nel dettaglio tutte le sue azioni.
Riccardo Castro
AUTOSCUOLA
di Enzo Benintende
Via Vittorio Emanuele III, 55 - Aciplatani - 349.18.56.220
ARTE
10
Sabato, 14 gennaio 2017
Il personaggio: Salvatore Adamantino, l’artista “amico”
ACI CATENA - Percorrendo in discesa via dello Jonio, si arriva subito al cancello d’ingresso dell’abitazione di Salvatore Adamantino (Turi).
Ci sono stato la prima volta mentre veniva costruita, se non ricordo male, negli anni Sessanta. Quella
volta mi ero accodato al prof. Orazio Vecchio che
andava a trovare l’amico artista per proporgli la realizzazione del bozzetto del palco per la Mostra del
limone che pensavamo di organizzare nell’imminente stagione estiva.
Ricordo che era una mattinata luminosa e tiepida,
intorno alla festa di Pasqua. Il sole batteva sugli alberi appena piantati, il mare mandava il suo fresco
respiro.
Fu un incontro pieno di giovialità, con abbracci e
battute scherzose, con Turi che si rivelava per quello
che è sempre stato: un vulcano di parole.
Ci accolse nell’ampio laboratorio. Era, lo ricordo esattamente, uno sconvolgimento di attrezzi, di opere
abbozzate, di cornici attaccate ai muri, altri a terra
o su sgabelli e tavoli, magari in un angolo. In fondo
troneggiava il forno per la cottura delle ceramiche.
C’era anche un vecchio divano poggiato contro la
parete e qualche sedia. Era, insomma l’ordinato caos
di chi coltiva le simmetrie e l’equilibrio delle forme.
Un luogo in cui c’era tutto quanto potesse servire
per seguire il lavoro artistico dal suo nascere alla sua
definizione.
Tutto era ricco di sollecitazioni e ogni cosa piena
d’incanti. Era la foresta misteriosa, il giardino d’Armida dove si materializzavano l’Ippogrifo e Astolfo e la
Rocca di Camelot…
In quel laboratorio ho avuto il piacere di ritornarvi
due o tre volte ancora, sempre per curiosità artistica
ma soprattutto per amicizia verso l’amico.
Ho avuto così il privilegio di vedergli eseguire alcune di quelle opere che poi avrebbero dato la testimonianza della sua arte.
In quelle occasioni ero attratto dai movimenti delle
sue mani, dalla sicurezza con la quale trasmetteva
alla materia il pensiero fiorito nella mente, suscitando in me un sentimento molto più alto di quello
che comunemente viene definito di “ammirazione”:
comprendevo di poter vantare l’amicizia di un vero
artista.
Fu in occasione di una di queste visite, in mezzo a
tante opere appena accennate e lasciate incomplete, che mi venne di ricordare il ritratto in carboncino e china che egli regalò alla Democrazia Cristiana
della nostra città. Rappresentava Alcide De Gasperi ed ebbe sempre il posto d’onore nelle varie sedi
del Partito: prima in via IV Novembre, poi in Piano
Umberto, via Roma ed ancora in Piano Umberto. Era
la memoria visiva e storica per tutti. Rivolgergli lo
sguardo era gesto spontaneo e ricorrente, perché il
ritratto è un genere quasi magico: ha il potere di far
sentire presenti gli assenti, vicini i lontani. Quel De
Gasperi di Salvatore Adamantino ci riusciva in maniera straordinaria.
Chissà dove sarà andato a finire? Come il ricordo di
quegli anni è svanito nel nulla.
È ormai tempo di fare un poco di storia su questo
artista dalla multiforme creatività.
Chi storicisticamente cerchi di ripercorrere le stagioni della sua formazione, potrà stupirsi di fronte
ad un eclettismo tanto vario da apparire privo di
una linea di coerenza. In effetti egli, col suo vulcanico modo di essere, ha cercato sempre di mostrare che le vie dell’arte sono infinite come quelle del
cielo.
Questo modo di operare ha trovato nella sperimentazione e non nel “vano sperimentalismo”, non
solo la ragione di una conoscenza magistrale delle
tecniche come mestiere, ma anche la risposta all’interrogativo sul senso dell’esistenza e sul significato
della storia, fondamentali per ogni artista. Il lavoro
dell’artista non sta infatti nel riprodurre e imitare la
realtà, neppure nel riformularla, ma nel creare un
mondo parallelo dove ogni cosa è decisamente “altra”.
“Classico contemporaneo” è una definizione che viene usata con grande liberalità per gli artisti di oggi.
Adamantino invece lo è davvero con il suo costante
lavoro di rilettura delle forme classiche, con le opere
senza tempo di scultura, pittura, incisione, che gli
hanno permesso di estrinsecare al meglio la sua vi-
sione cristiana della vita. Nel suo catalogo, infatti, la
presenza di opere a tema religioso è di grande rilievo e abbraccia la sua lunga attività artistica.
Una via di ricerca questa che ci svela anche quanto
l’artista abbia forte il senso delle radici, il senso d’appartenenza a un territorio, a una memoria, a dei codici culturali, quelli per intenderci, che partono dalla
nostra terra, da quell’Aci Catena che più che luogo
geografico è luogo dello spirito. Luogo di contraddizioni se si vuole, ma vero ed autentico.
Spesso mi fermo dinanzi alla porte di bronzo della Chiesa di Santa Lucia. Frugando in ogni angolo
dell’opera, mi chiedo sempre come le sue mani abbiano potuto realizzare quell’opera stupenda, dove
ogni forma ha una sua armonia di proporzioni. Opera celebrativa per le figure che vi sono riprodotte: il
vescovo, il parroco, il padre, la madre. Persone care
fissate così fedelmente da farle divenire vere.
Per giudicare un’opera d’arte bisogna essere artisti
ed io non lo sono, ma quando la realtà viene rappresentata con tanta precisione e delicatezza, allora
anche senz’essere artisti, si può dire che il lavoro è
pregevole.
Quelle porte sono un capolavoro, sufficienti da
sole, a tramandare alle future generazioni il suo
nome.
È questa la ragione per cui mi sento di definire
questo artista, come il rappresentante di un perio-
Ingredienti per 4 persone
500 gr di strozzapreti di pasta fresca
400 gr di spada tagliato a cubetti
2 melanzane violetta
1 radicchio rosso
2 cipollette scalogno
1 bicchiere di vino bianco
Olio extravergine di oliva
Sale q.b.
20 min
È una ricetta di ‘U Panzaruccutu.
Strozzapreti con Spada e Melanzane
Nino Quattrocchi
Onda
ultura & Fornelli
PRIMI PIATTI
do storico della nostra città nel quale il suo modo di
essere artista, ha trovato non soltanto uno spazio,
ma addirittura le ragioni vere della sua ispirazione.
Tutti motivi, che mi consentono di indicarlo come
l’artista più significativo che la nostra terra abbia
saputo esprimere nell’epoca nostra, capace cioè di
rappresentarne lo spirito e l’animo, determinandone il volto.
Se Francesco Guglielmino è stato il cantore colto
della città d’inizio Novecento, se Michele Pricoco la
grazia febbrile della nostra vita, Adamantino è, per
la nostra generazione, l’esempio dell’artista al quale
dobbiamo tornare spesso per identificarci.
Anche adesso, dall’alto dei suoi anni, ha tagliato
qualche anno addietro il traguardo degli ottant’anni, continua a stupire con le invenzioni, le alchimie
del segno inciso senza pentimenti da una mano
sempre mossa dal battito del cuore orchestrato dalla ragione e dalla fantasia.
L’età non ha minimamente appannato la sua vena,
smorzato la sua foga, scalfito la sua arte. È sempre in
prima linea, sorretto da una fede non meno incrollabile, di quella che Dio dispensa agli eletti.
In questo senso le sue ultime opere, penso alle tele
della Chiesa di San Giacomo e di Lavina, ma ce ne
sono tante altre, ne attestano la maturità svelandone il carattere empirico sempre sprizzante di esplicita fierezza.
Meditando il messaggio di tutta la sua produzione,
mi rendo conto che con lui il mito dell’artista genio
solitario, sfiorato dal vento della follia, viene superato dal mito dell’artista artigiano che non può avere
una classificazione definitiva.
Non si può parlare insomma di un Adamantino scultore o di un Adamantino pittore o incisore. Egli rimane “artista” e ciò è sufficiente e bastevole a definirlo.
Ho iniziato queste note senza alcuna presunzione.
Non mi sento un biografo. Con ogni probabilità non
scriverò più né di poeti né di altri artisti.
Cercavo un personaggio “positivo”, l’ho trovato nella
realtà della nostra terra e da essa ho cercato di tirarlo
fuori con grande amore. Non ritengo quindi di aver
fatto nessuna scoperta particolare della sua arte,
perché tutto quello che c’è da sapere su Salvatore
Adamantino -come è giusto che sia- si trova nelle
sue opere. Basta cercarle con pazienza e amore.
La mia è stata soltanto una testimonianza sincera
verso una persona la cui arte incoraggia il cuore, che
ci aiuta a riappropriarci di quelle facoltà che il progresso e certa arte ci hanno rubato.
Pensiamo che l’arte possa salvarci? Crediamo ancora che gli artisti siano esseri divini, o comunque
esseri straordinari, capaci di portar luce al nostro
tempo? L’arte di Salvatore Adamantino ci dà la conferma positiva ad entrambi gli interrogativi.
Preparazione
Facciamo friggere le melanzane tagliate a cubetti e mettiamole a colare in un colapasta. In una padella antiaderente facciamo dorare la
cipolletta tagliata a rondelle assieme al radicchio tagliato sottilissimo in olio extravergine di oliva. Uniamo adesso i cubetti di spada, sfumiamo con il vino bianco e continuiamo la cottura a fuoco
vivace per qualche minuto. Aggiungiamo le melanzane, saliamo, e
facciamo insaporire per due minuti ancora. Nel frattempo portiamo
ad ebollizione una pentola con acqua salata (poco) e cuociamo gli
strozzapreti. Coliamoli al dente continuando la cottura in padella
con il sugo di spada e melanzane. Serviamo ai nostri ospiti accompagnando con un bicchiere di vino bianco e...
Buon Appetito!
Hai cavalcato qualche onda?
Mi regali un’onda
le metti il mio nome?
Mi piacerebbe!
Sai alcuni danno in regalo le stelle...
Io da Te vorrei un’onda
la piu’ alta, la piu’ esemplare,
la piu’ sognante
per Te quella sara’ la Mia!!!
MGfalsone
CULTURA
Sabato, 14 gennaio 2017
Muybridge Recall
Acireale apre le porte al fotografo che inventò il “movimento”
anticipando la nascita del cinema
11
Pasolini e l’Etna
Ultimo saggio del critico cinematografico Sebastiano Gesù
Sebastiano Gesù, storico del cinema e uno dei massimi esperti del rapporto della Sicilia con la decima
musa, ha dato alle stampe un nuovo prezioso volume dal titolo “Pier Paolo Pasolini e l’Etna. Il Deserto
e il Grido” (40due edizioni, 2016), nel quale affronta
dal punto di vista critico la produzione pasoliniana
(ben quattro film) ambientata sul vulcano Etna. L’opera, definita “iconotesto”, è particolarmente preziosa non solo per l’attenta disamina degli aspetti
filmici e delle scelte registiche profondamente”irriverenti” di Pasolini, ma anche per la curatissima e
interessante documentazione fotografica d’epoca
che l’accompagna a cura di Salvatore Tomarchio. Il
libro si avvale anche dell’introduzione di una scrittrice inimitabile quale è Silvana Grasso, la quale è
capace di innalzarsi a considerazioni di alto profilo che invitano il lettore a porsi in una prospettiva
culturale non ordinaria. Ella, tra l’altro, afferma che
“per un uomo come Pasolini, che arrivò su Fiat 1100,
l’incontro con la Sicilia fu incontro tra una polveriera
limiterebbe molto, lasciandolo su un piano superficiale ed escludendo il senso del mistero. Per la prima
volta Pasolini approda sull’Etna nel 1964 per girare
l’episodio delle tentazioni di Cristo nel deserto per il
suo “Il Vangelo secondo Matteo”. Quattro anni dopo
torna per “Teorema” (1968), “grande metafora della
condizione umana …. vendetta del sacro che travolge la società borghese che l’ha rifiutato a favore del
consumismo ...”. L’Etna diventa luogo di solitudine
e di Metànoia. Nel 1969 per girare “Porcile” rappare sull’Etna, luogo in cui “il protagonista del film
si rifugia ”in fuga dall’orrore della presunta civiltà
moderna” e “per raccontare un atto di insubordinazione, di rivolta contro il padre”. Nella trasposizione
cinematografica dell’ottavo capitolo de “I racconti di
Canterbury” del 1972, Pasolini sceglie l’Etna come
location dell’inferno, e “sullo sfondo il fumo nero di
una recente colata lavica alle porte di Fornazzo” vi
ambienta, “con gusto iconografico dichiaratamente
boschiano, la scena traumatizzante degli inferi”. Se-
e una candelora accesa. Fu luminaria di sensi, implosione di senso, esplosione di logica, assunzione
di non logica, il colore, il calore, l’odore, il liscio e il
ruvido”. Più avanti la Grasso aggiunge: “Qui, Pieno e
Vuoto, Niente e Troppo, Bello e Brutto, erano la stessa cosa, erano fratelli, gemelli e siamesi, duellanti
tra loro in parità di forze”. A sua volta Elio Girlanda
nella sua prefazione “Pasolini analogico” sottolinea
come il paesaggio dell’Etna acquista in Pasolini un
valore simbolico “generando anche stilisticamente
panoramiche mai descrittive”, pur nella ‘fisicità’ delle
scelte. Ma è l’autore Sebastiano Gesù che in modo
puntuale nel suo saggio”Il Deserto e il Grido”, che
costituisce l’ossatura del volume, a sviluppare il discorso dell’ “analogia” ed evidenzia, tra l’altro, che
“l’Etna, ‘ardente’, è un patrimonio di archetipi, tra
echi, emozioni e immagini, stratificato nel corso
del tempo”. E ancora: “Per Pasolini il vulcano ha un
significato atavico, ricco di rimandi storici arcaici,
diremmo ancestrali”. L’autore individua in Pasolini la
capacità di andare oltre il dato naturalistico, che lo
guono nel testo le schede complete dei quattro film,
dei “curiosi”“Dialoghetti sul cinema e il teatro” tra Pasolini e Ninetto Davoli, degli “Appunti a margine al
Premio Brancati-Zafferana”, di cui il regista-scrittore
fu componente della commissione giudicatrice nella prima edizione quando fu assegnato il premio ad
Elsa Morante (presidente Alberto Moravia) e, infine,
”Passeggiata Pasolini”, postfazione del regista Nello Correale, il quale, tra l’altro, scrive che “i film che
Pasolini ha girato sull’Etna svelano la sua passione
per un passato, un passato non storico ma arcaico e
primitivo e testimoniano della sua costante tensione verso un universo di purezza e di umile semplicità ….”. Tutti gli interventi contenuti nel libro sono
tradotti in lingua inglese. Un’opera imperdibile, che
contribuisce alla ricostruzione critica del rapporto di
Pasolini con il paesaggio etneo come sfodo dei suoi
film, e concorre in modo significativo a delineare
la figura di questo grande protagonista del mondo
culturale italiano del XX secolo.
Giovanni Vecchio
Foto: Fabio Concoli
Acireale - Grande consensi e affluenza di visitatori
già dal giorno dell’inaugurazione, l’1 dicembre, per
la mostra fotografica ”Muybridge Recall” prodotta
e organizzata dalla Fondazione Credito Valtellinese
con la partecipazione di Wellcome Library, Canon
e NABA in esposizione nel Palazzo Costa- Grimaldi
fino al 19 febbraio 2017.
Dopo il successo milanese, alla Galleria “Le stelline”,
la spettacolarità e unicità degli scatti sul movimento
realizzati dal fotografo scienziato inglese Eadweard
Muybridge (1830- 1904) prendono nuovamente
forma nella scelta originale del taglio performativo
all’esposizione proposta, anche in questa sede, dai
curatori Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio. Una
grande composizione fotografica, per la prima volta in Italia, che riproduce fedelmente le luminose
illustrazioni originali di Muybridge in 64 tavole su
uno sfondo di una griglia disegnata che immortala
in un’unica immagine e lastra fotografica le posizioni di soggetti in movimento (animali e persone) in
corrispondenza ai diversi momenti temporali. La
collocazione fotografica racchiude anche una sua
reinterpretazione in chiave contemporanea, visibile negli scatti realizzati nel corso della performance
della prima milanese, che vede protagonisti gli studenti del Dipartimento di Arti Visive di NABA Nuova
Accademia di Belle Arti Milano per illustrare come
Muybridge usava il set per gli scatti in piano sequenza.
In ogni posa è possibile scorgere l’estro e la lungimiranza scientifica e artistica del fotografo, pioniere
della cronofotografia e precursore della biomeccanica, del cinema e della lanterna magica.
“Recall” in tal senso, vuole essere un modo per ricordare la sua grande intuizione e il suo lavoro di
studio sul reale movimento dei cavalli in corsa, commissionatogli da Leland Stanford per confermare
una sua ipotesi, ovvero che durante il galoppo di
un cavallo esisteva un istante in cui tutte le zampe
sono sollevate. Ed è grazie al suo ingegno applicato
alla scienza e all’arte che Muybridge, da fotografo
paesaggista sulle bellezze del Parco Nazionale di
Yosemite, nel 1878 utilizzò 24 fotocamere sistemate parallelamente lungo un tracciato che azionate
singolarmente da un filo colpito dagli zoccoli del
cavallo dimostrarono una nuova verità. La sequenza di fotografie nota come “The Horse in motion”
attestò, scardinando le precedenti ed erronee convinzioni, che nella fase del galoppo l’intero corpo
dell’animale risultava sollevato dal suolo e che l’estensione delle zampe era del tutto diversa da quella immaginata e ritratta da scultori e pittori sino a
quel momento (Théodore Géricault nel dipinto Il
Derby a Epson-1821). All’interno del percorso di visita alla mostra” Muybridge Recall” oltre ai pannelli
raffiguranti la fisiologia di uomini, donne e animali
(cerbiatte, elefanti, cani, maiali, tori, leoni, gatti o
pappagalli) è presente una sezione cinematografica
di due originali docu- films, realizzati per l’occasione da Paolo Gioli, dal titolo “L’assassino nudo” 1984
e “Piccolo film decomposto” 1986 che ritraggono le
sequenze delle fotografie degli attori in scena in una
sorte di videoproiezione resa ancor più straordinaria dall’espediente architettonico di uno specchio
posto davanti al video, nel quale si riflette il filmato.
Intanto, il sodalizio della Fondazione Credito Valtellinese con gli studenti e le scuole del territorio e della
provincia, prosegue: «Sono numerosissime le richieste di visite guidate alla mostra da parte delle scuole
che stiamo calendarizzando», dice Ilenia Vecchio,
Art Consulting - Muybridge Recall.
Marinella Arcidiacono
Info: Galleria Gruppo Credito Valtellinese - tel +39 095.600.208
[email protected] - www.creval.it
Un “puema” dalla valenza religiosa ed antropologica
A vinirazioni di Sammastianu di Giovanni Grasso
Un “puema” in lingua siciliana dedicato al culto di
San Sebastiano nella nostra isola, denominato “A
vinirazioni di Sammastianu” (Edizioni BIESSE, 2016),
non poteva che essere scritto dall’affermato poeta
di Linera Giovanni Grasso, il quale accomuna ad un amore sincero per la Sicilia,
un profondo senso religioso capace di
convogliare le energie materiali e mentali verso l’Assoluto. A questo bisogna
aggiungere che, con queste premesse, si
spiegano le ricerche su molte feste religiose popolari dedicate a San Sebastiano
e la trasposizione delle notizie, raccolte
con tanta attenzione e tanto amore, in
versi che ci spronano ad “entrare” nel vivo
di tante tradizioni locali, accomunate dal
culto per il Santo, ma per la maggior parte diverse da paese a paese. Accanto alla
fede popolare e alla fiducia taumaturgica
in San Sebastiano, di cui vengono riportate nel proemio le notizie sulla vita e sul
martirio, dal “puema” emergono molti elementi di grande interesse antropologico e
spunti per capire il senso di appartenenza
dei devoti anche al loro paese al quale il culto in
molti casi dà persino l’dentità. Ma il testo fa emergere anche il bisogno di “far festa” e di indirizzare le attese di un anno intero verso l’evento per eccellenza
della città, preparato con tanto impegno e sacrifici
veri e attuato dai devoti con le forme, in certi casi, di
un sacrificio ben accetto, nonostante la fatica e gli
sforzi richiesti perchè questi sono dedicati con grande trasporto emotivo al santo protettore.
Giovanni Grasso ci fornisce spesso pure delle informazioni sulle origini dei paesi trattati e sulla loro
denominazione contribuendo in tal modo a rendere l’opera ben documentata anche da questo punto
di vista. La lettura del “puema” fatta da un siciliano,
a mio parere, produce un effetto di ammirazione e
di gioia mentre, invece, chi vede dal di fuori questi
eventi rischia di non capirli e di inserirli nella “categoria” delle superstizioni, dimostrrando così di non
aver compreso granché delle motivazioni
sincere della nostra gente. Certamente la
Chiesa Cattolica riconosce questa modalità di espressione della religiosità popolare, anche se si sforza di farla rientrare in
una dimensione purificata da eccessi o,
peggio, deviazioni verso il fanatismo.
Grazie, dunque, a questo nostro poeta
superpremiato in tantissimi concorsi letterari, per averci donato questo “quadro”
carico di colori e sapori nostrani che ci
fanno sentire tutto il profumo della nostra
terra e che, nel bene e nel male, ci caratterizzano come siciliani. E’ bello, infine,
constatare come la lettura contribuisca a
diffondere tradizioni spesso ignorate e
che invece rivelano l’anima solidale più
autentica della nostra terra.
Il “puema didicatu a lu Gluriusu Bimartiri”
di Giovanni Grasso sarà presentato nella
Basilica di San Sebastiano di Acireale domenica 22
gennaio alle ore 20,00.
Giovanni Vecchio
Gioielleria
Panebianco
Giusi Panebianco
Aci S. Antonio (CT)
Via Regina Margherita, 25
Tel. 095.7921908
www.gpgioielli.com
OMNIBUS
12
Sabato, 14 gennaio 2017
Si chiamano panettoni ma non sono commestibili
Alla scoperta dei Dissuasori di Sosta
I dissuasori di sosta, detti anche “panettoni” per la loro forma, sono
dispositivi stradali utilizzati per impedire la sosta abusiva di veicoli
in aree o zone pedonali, aree di parcheggio riservate, aiuole e spazi
riservati per altri usi. I dissuasori assumono forma di pali, paletti, colonne a blocchi, ma anche cordolature, cordoni ed anche cassonetti
e fioriere. Inoltre devono essere visibili e non devono causare impedimento al normale transito di veicoli. I dissuasori possono essere di
qualunque materiale: calcestruzzo, ferro, ghisa, alluminio, legno o
plastica a fiamma autoestinguente. Non devono, per forma od altre
caratteristiche, creare pericolo ai pedoni e, in particolare, ai bambini.
La loro sistemazione deve essere autorizzata dal Ministero dei lavori
pubblici - Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, secondo l’articolo 42 del Codice Stradale.
Alcuni modelli di panettoni stradali sono provvisti con l’occhiello per
facilitarne la movimentazione, inoltre esistono dissuasori in plastica
ad acqua utili per incanalare il traffico per lavori in corso al manto
stradale e quelli i dissuasori a comparsa/scomparsa utili ad esempio
Inaugurazione anno sociale
e passaggio della campana
Inaugurato l’anno sociale del Serra Club e nel contempo il passaggio
della campana tra il Presidente uscente dott. Mario Vasta e la nuova
Presidente la prof.ssa Dora Pennisi Badalà, alla presenza del Vescovo di
Acireale, Mons. Antonino Raspanti, cappellano del Club, del Rettore del
Seminario don Marco Catalano, Vice Cappellano del club, delle autorità
serrane, dei presidenti dei club service e tanti soci.
Dopo la Celebrazione Eucaristica nella Cappella Maggiore del Seminario presieduta dal vescovo Raspanti, si è passati nel salone delle conferenze dove il Presidente uscente Vasio Vasta,
ha relazionato sulle molte attività svolte nel suo
anno appena scorso, tra cui gli avvenimenti più
importanti per cui vive il Serra, il conferimento
dei ministeri diaconali e presbiterali a tanti nostri seminaristi.
Dopo aver fatto lo scambio di distintivi, ha passato la parola alla nuova Presidente Dora Pennisi che, visibilmente emozionata, per via di una
forzata assenza dal club per problemi di salute,
ha iniziato il suo anno con il classico colpo della
campana, ringraziando i presenti e presentando il suo programma, non prima aver fatto riferimento al Tema nazionale: “Abitare la «casa comune», accogliere, ascoltare, accompagnare.
La risposta del Serra alla luce dell’enciclica Laudato sì”, su cui verterà
l’impegno serrano di quest’anno sociale.
Tra gli obiettivi che si vogliono raggiungere: Il Serrano è un laico, che
in forza ad una specifica “Vocazione” si impegna con tutte le proprie
forze ad “appianare la via al Signore”. La missione serrana contempla
chiaramente l’amicizia e l’affetto per i giovani futuri presbiteri e per i
presbiteri , soprattutto quelli malati e sofferenti.
“Il nostro movimento, ha proseguito la presidente, non è un gruppo di
preghiera, ma nella preghiera costante, fiduciosa, che muove il cuore
di Dio (Papa Giovanni Paolo II), trova ragione e motivazione per impegnarsi operativamente e che il sostegno alle vocazioni sia da intendere
come profonda amicizia con cui i Serrani dovrebbero accompagnare i
Sacerdoti e i Seminaristi, specie i giovani per capirli nei momenti di crisi
e di debolezza creando un solido e duraturo rapporto con il Seminario”.
“Ora spetta a tutti noi - continua la presidente -, operare affinchè dalle
nostre fila emergano persone in grado di far progredire il Serra, diffondendone la sua conoscenza e quindi facendolo
apprezzare. È un impegno al quale il vero Serrano non può sottrarsi!”
Quindi sono stati presentati due nuovi soci: il
cav. Rosario Messina e il dott. Antonino Torrisi,
presentati dal socio dott. Saro Sorbello e i nuovi
componenti del consiglio direttivo:
Presidente: Prof.ssa Dora Pennisi - Presidente
Eletto: Avv. Mario Di Prima
Segretario: M° Vera Pulvirenti (che fa anche parte della commiss. Nazion. Cultura del concorso
scolastico, referente del sud Italia)-Tesoriere:
Geom. Salvo Scalia - Past Presidente Dott. Mario Vasta - Cappellano:
S. Ecc. Mons. Antonino Raspanti -Vice Cappellano: Don Marco Catalano - Vice Presidente Programmi: Avv. Felice Saporita - Vice Presidente
Estensioni: Dott. Antonio Arcidiacono - Vice Presidente Vocazioni: Dott.
Aldo Tomarchio - Vice Presidente Comunicazioni: Prof. Casimiro Nicolosi - Consigliere per 1 anno. Dott. Alfio Licciardello - Consigliere per 2
anni: Dott. Sebastiano Leonardi - Consigliere per 3 anni: Avv. Mario Di
Bartolo - Referente Fondazione S.J.Serra: Prof. Salvino Patanè - Addetto
Stampa: Prof.ssa Anna Bella
nelle zone a traffico limitato in alcune ore del giorno.
Tra i produttori di dissuasori sul nostro territorio è presente Micbasile srl, manufatti in calcestruzzo dal 1969. Tutti i manufatti vengono
prodotti sotto il controllo e la supervisione continua degli operatori
al fine di realizzare il prodotto a regola d’arte. Micbasile produce varie
tipologie di manufatti prefabbricati in calcestruzzo tra cui pozzetti,
fosse Imhoff, tubi, cordoli stradali e molto altro. Per eventuali preventivi gli uffici e lo stabilimento sono ubicati in Via Penninazzo 75, Viagrande. Rosario Basile e il suo staff saranno lieti di accogliervi.
Dott.ssa Mirabella Lorena
Brigadiere in congedo
Giuseppe Di Leo nominato
Cavaliere della Repubblica
Foto: Fabio Consoli
Il Brigadiere in congedo Giuseppe Di Leo, entrato nell’Arma dei Carabinieri il 2 giugno del 1982, è stato Nominato Cavaliere della Repubblica. Di Leo ha prestato servizio presso il comando della compagnia
di Acireale (Nucleo Operativo - Attività Investigative) per circa 22 anni.
La nomina è arrivata Dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e dall‘ex
Presidente del Consiglio Matteo Renzi. A consegnare l’onorificenza il
comandante provinciale dei Carabinieri di Catania Francesco Gargano
e il Prefetto Maria Guia Federico nel corso di una toccante cerimonia.
All’amico militare la redazione intende porgere i migliori auguri, ringraziandolo per quanto di buono ha fatto per tutta la collettività.
Istituto d’Istruzione Superiore
“Filippo Brunelleschi”
Acireale
il Giornale del Territorio delle Aci
AKIS: Anno XIII, n° 1 del 14/01/2017
Direttore Responsabile
Prof. Giovanni Vecchio
Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania - Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci
S.Antonio Tel.- Fax 095 7921059 – 3475382517
- [email protected]
Sono aperte le iscrizioni al
Corso Serale di Diploma
Tecnico per il Turismo
Sabato 14 gennaio 2017 e martedì 24 gennaio, dalle ore 15:30 alle ore 19:30, l’I. I. S. Brunelleschi di
Acireale - sia la sede di via Verga sia la sede di corso Umberto - sarà aperta al territorio, per un incontro
con gli studenti del terzo anno delle scuole medie. Le iscrizioni potranno essere effettuate sul sito
http://www.iscrizioni.istruzione.it da lunedì 16 gennaio 2017 al 6 febbraio 2017.
In ogni caso la scuola si rende disponibile a formalizzare l’iscrizione nei locali della segreteria scolastica
nei giorni di ricevimento.
Elaborazione grafica e stampa:
ITALGRAFICA - via Nocilla, 157
95025 Aci S. Antonio (CT)
www.ital-grafica.it
www.akis-aci.com
www.akis-acionline.com
Per info: 340 7152814
Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero
dei rispettivi autori e non rispecchiano necessariamente la linea editoriale assolutamente
indipendente della testata. La Direzione si riserva di pubblicare in tutto o in parte le foto,
gli articoli e i servizi pervenuti, secondo le
esigenze di spazio. Il materiale anche se non
pubblicato non sarà restituito.
308