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ENPAPI Rassegna Stampa del 19/12/2014 INDICE ENPAPI 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Anche i periti di Eppi nel capitale di Fico 6 19/12/2014 Il Messaggero - Pesaro In 4 mila al Palas per un posto da infermiere 7 19/12/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ferrara «Pil in calo e disoccupazione altaLa schiarita sembra ancora lontana» 8 19/12/2014 ItaliaOggi Le Casse dicono no all'aumento della tassazione al 26% 9 19/12/2014 ItaliaOggi BREVI 10 19/12/2014 ItaliaOggi Nuovi servizi per gli iscritti Eppi 11 19/12/2014 Il Centro - Chieti-lanciano-vasto In BREVE 13 19/12/2014 La Nuova Venezia - Nazionale «Aumentano il prezzo del pasto per costruire la mensa» 14 19/12/2014 La Sicilia - Siracusa Rinnovato il direttivo 15 19/12/2014 L'Espresso Psicologi sotto osservazione 16 19/12/2014 Quotidiano del Molise Libera professione, presentate 3 proposte di legge 17 ENPAPI - WEB 18/12/2014 www.ilmessaggero.it 17:03 In 4mila per un posto da infermiere a Pesaro Grande folla per il concorso all'Adriatic Arena 19 18/12/2014 corrieredelmezzogiorno.corriere.it 16:53 Infermieri, in settemila vanno al voto Fino a domenica si rinnovano i vertici 20 18/12/2014 agenparl.com 15:32 L.Stabilità: Confprofessioni, ai giovani professionisti il 'pacco' di Natale 21 18/12/2014 ilfarmacistaonline.it 12:15 Stato Sanitario del Paese. Italiani più 'vecchi' e più 'cronici'. Bambini troppo sedentari. Odontoiatria pubblica sempre più chimera. Tutti i topics della relazione del ministero 22 18/12/2014 quotidianosanita.it 15:25 Stato Sanitario del Paese. Italiani più 'vecchi' e più 'cronici'. Bambini troppo sedentari. Odontoiatria pubblica sempre più chimera. Tutti i topics della relazione del ministero 29 18/12/2014 www.ilquaderno.it 10:51 Infermieri Benevento, confermata la leadership ad Andrea Della Ratta 35 18/12/2014 ediltecnico.it 15:03 Regime dei Minimi: nel 2015 3mila euro in meno per i tecnici under 40 36 18/12/2014 finanza.tgcom24.mediaset.it 05:47 Lo Stato si prende i rendimenti delle Casse 37 18/12/2014 thedailynurse.eu 12:32 A commento delle elezioni Ipasvi ... 38 PREVIDENZA 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Fondi e Casse, 80 milioni per il credito di imposta 40 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Fornitori Pa, l'Iva cambia subito 41 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Solidoro vicepresidente della Fee 44 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Precompilata, avviso dal fisco 45 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Casse private, il Cup boccia l'imposta al 26% 47 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Stabilità garantita Assegni da tutelare 48 19/12/2014 La Stampa - Nazionale Governo, caos sulla manovra Slitta il maxi emendamento 49 19/12/2014 La Stampa - Torino "Paga e ti sblocco la pensione" Denunciato il falso avvocato 51 19/12/2014 Il Messaggero - Nazionale Partecipate, puniti gli enti locali che non tagliano Province nel caos 52 19/12/2014 Il Messaggero - Rieti Finti ciechi scopertidal Nas e denunciati 55 19/12/2014 Avvenire - Nazionale La legge di stabilità slitta ancora Corsa contro il tempo, oggi fiducia 56 19/12/2014 ItaliaOggi Uno spot per la voluntary 57 19/12/2014 ItaliaOggi BREVI 59 19/12/2014 ItaliaOggi L'albo online cambia pelle 60 19/12/2014 Il Venerdi di Repubblica SUI COSTI PESANO LE SCELTE DEL PASSATO 61 19/12/2014 L'Espresso Nella giungla dei sussidi 63 19/12/2014 La Notizia Giornale Caos legge di stabilità Esame in commissione Ko Alla fine è ancora fiducia 67 19/12/2014 Internazionale Vivere fino a cent'anni 68 GESTIONE SEPARATA INPS Il capitolo non contiene articoli ENPAPI 11 articoli 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 33 (diffusione:334076, tiratura:405061) PARTERRE Anche i periti di Eppi nel capitale di Fico Partono i lavori di Fico la cittadella del cibo che sorgerà alle porte di Bologna con la partecipazione di Eataly, il Comune di Bologna e il Caab il centro agroalimentare della città e una serie di investitori privati entrati nel fondo immobiliare Pai gestito da Prelios. L'ultimo a sottoscrivere nuove quote per 5 milioni di euro è stato l' Eppi l'ente dei periti industriali attraverso il fondo di investimento Fedora in cambio di un posto nel comitato scientifico di Fico, presieduto da Andrea Segré, che ha il compito di promuovere progetti di divulgazione scientifica all'intero del parco. Nel comitato siedono rappresentanti degli architetti, medici, periti agrari, agrotecnici. Nell'attesa che si facciano avanti investitori esteri, anche la camera di commercio di Bologna ha arrotondato da proprio quota a 3 milioni di euro. Con l'entrata dei nuovi soci il Comune attraverso il Cabb è sceso al 46% dal 49% in Fico. Finora il fondo ha raccolto circa 50 milioni di euro risorse sufficienti per fare partire i lavori della Disleyland del food che prevede di aprire i battenti tra un anno. (Ma.Mo.) ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 6 19/12/2014 Il Messaggero - Pesaro Pag. 40 (diffusione:210842, tiratura:295190) In 4 mila al Palas per un posto da infermiere LA PRESIDENTE IPASVI BIAGIOTTI «TANTA GENTE PERCHÈ VERRÀ STILATA UNA GRADUATORIA DA CUI ATTINGERE» L'ASSALTO Fuori dai cancelli dell'Adriatic Arena c'erano centinaia di persone, tutte stipate in attesa di entrare. Ma non c'era alcun concerto da ascoltare e vivere. Piuttosto l'orario mattutino suggeriva ben altro. Ieri gli esami del concorso bandito dall'Asur per un posto da infermiere, erano in 4300 i candidati, così tanti che è stata scelta l'arena dei concerti e della Vuelle. Il presidente del collegio infermieri Ipasvi Laura Biagiotti ha seguito quanto accaduto. «Erano tantissimi per questo sono stati divisi in due gruppi: dalla lettera a alla h di mattina e dalla l alla z di pomeriggio. Tutto è stato gestito da una cooperativa che ha avuto l'appalto dello svolgimento del concorso. Erano 30 domande a risposta multipla con circa 40 minuti di tempo per rispondere. Una settantina di candidati sono stati esclusi per la domanda di ammissione non corretta, ma tutto si è svolto regolarmente, senza ingorghi o situazioni poco chiare». Oltre 4000 per un posto, la Biagiotti spiega che «è il segno dei tempi, di un posto di lavoro difficile da trovare. Abbiamo ricevuto tante telefonate nei giorni scorsi anche dagli studenti del corso infermieristico di Pesaro. Nelle settimane precedenti abbiamo promosso corsi di formazione assieme a tutti i sindacati. C'era molta paura e preoccupazione perché di fatto potrebbe essere una delle ultime chance di concorsi pubblici visto che la graduatoria che si andrà a formare sarà utilizzata in futuro anche da Marche Nord». Il bando parla di un posto, ma se ne apriranno diversi. «Tanta gente ci ha provato, mi auguro che si possano avere più posti di lavoro e che siano i cittadini della provincia a spuntarla per evitare quel passaggio di chi resta un anno e poi si trasferisce». I risultati si sapranno già lunedì sul sito dell'Asur quando saranno rese note le graduatorie. Ma potrebbe essere solo un primo step. «Come presidente auspico si faccia realmente il concorso con una prova scritta, orale e pratica. Del resto si trattava di una preselezione, vediamo come si svilupperà in seguito». Anche l'Asur nel bando parlava di prova di preselezione ai candidati ammessi al Concorso Pubblico, per titoli ed esami per la copertura a tempo indeterminato di un Collaboratore professionale sanitario Infermiere. Lu.Ben. © RIPRODUZIONE RISERVATA ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 7 19/12/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ferrara Pag. 9 (diffusione:165207, tiratura:206221) ] MIRELLA BOMPADRE, PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI COMMERCIALISTI «Pil in calo e disoccupazione altaLa schiarita sembra ancora lontana» LUCA ORSI di LUCA ORSI IL DEBOLE accenno di ripresa registrato fra agosto e settembre si è presto esaurito. E «gli attuali segnali economici non danno molte speranze di schiarita», afferma Mirella Bompadre, presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Bologna. Che, con 2.432 iscritti, è il sesto in Italia. Pil negativo e disoccupazione al 13,2 per cento fanno capire che, per il nostro Paese, l'uscita dalla crisi «è ancora un volta rimandata». Un segno più viene dal mercato immobiliare: nel primo semestre 2014, calcola l'Agenzia delle entrate, «il numero delle compravendite è cresciuto del 4,5 per cento». Nessun altro spiraglio di luce? «Il leggerissimo aumento dei mutui. Nei primi sei mesi dell'anno sono stati concessi nuovi mutui per 900 milioni di euro: +10 per cento sul 2013. Va detto, però, che eravamo arrivati a livelli talmente bassi». Qual è la situazione in Emilia-Romagna? «La disoccupazione, al 7,7 per cento, è stabile rispetto all'anno scorso; i prestiti bancari segnano un -2,4 per cento». C'è qualche segnale positivo? «L'export. In particolare a Bologna, ci sono società della Packaging Valley con aumenti di fatturato a doppia cifra e crescita dell'occupazione. In generale, parlerei di situazione economica a macchia di leopardo». Tradotto? «Alcuni distretti sono organizzati per affrontare il mercato globale, mentre il sistema dell'economia interna è bloccato». La crisi ha riflessi anche sul mondo delle professioni? «Non c'è alcun dubbio. Secondo l' Adepp, l' Associazione degli enti previdenziali privati, tra il 2008 e il 2012 il reddito reale dei professionisti è sceso del 10 per cento. Gli introiti degli avvocati (-17 per cento) sono tornati ai livelli medi degli anni Novanta; i notai hanno dimezzato le entrate; fra i più colpiti dalla crisi anche ingegneri, architetti e geometri, professionisti legati al mondo dell'edilizia». Fra i tanti, non ha citato i commercialisti. «Il nostro reddito medio ha tenuto». Per quale ragione? «Gli adempimenti fiscali nella vita di cittadini e imprese sono diventati così complessi da richiedere sempre più spesso l'intervento del commercialista. Ormai anche solo per calcolare la tassa sui rifiuti. Ecco perché siamo riusciti a mantenere più o meno stabili le nostre entrate. E gli iscritti al nostro Albo aumentano del 15 per cento all'anno». ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 8 19/12/2014 ItaliaOggi Pag. 1 (diffusione:88538, tiratura:156000) LEGGE DI STABILITÀ Le Casse dicono no all'aumento della tassazione al 26% IGNAZIO MARINO Marino a pag. 32 Le Casse dicono no all'aumento della tassazione al 26% Casse di previdenza, fondi complementari e professionisti restano sostanzialmente critici nei confronti dell'aumento della tassazione delle rendite fi nanziarie fino al 26%. Anche se un emendamento del relatore alla legge di stabilità dà la possibilità di recuperare un credito d'imposta del 6% (casse) o del 9% (fondi). L'unico a spendere parole di elogio per l'intervento è stato Lello Di Gioia, presidente della Bicamerale di controllo sull'attività degli enti gestori forme di previdenza obbligatorie. «Esprimo», ha commentato, «soddisfazione in merito all'introduzione di meccanismi incentivanti per i fondi e le casse che destineranno le loro risorse in investimenti nell'economia reale del paese, come previsto in sede di esame della legge di stabilità al senato». Proprio in commissione, ieri durante un'audizione, il Comitato unitario delle professioni aveva portato la contrarietà degli iscritti agli ordini. «L'utilizzo del risparmio previdenziale da parte delle Casse di previdenza, rivolto allo sviluppo e al sostegno dei propri iscritti oltre che all'economia reale», ha detto la presidente Marina Calderone, «potrebbe trovare ulteriore impulso ove fossero adottate misure agevolative nella tassazione del risparmio previdenziale, rispetto alla tassazione prevista per risparmi di altro genere». E non hanno fatto salti di gioia nemmeno i diretti interessati. «Si tratta di un timido raggio di sole nella notte della previdenza privata italiana», ha lamentato il presidente dell' Adepp (l'associazione degli enti dei professionisti). «Resta l'amarezza di non aver ottenuto alcun vantaggio sulla fi scalità generale degli investimenti come avviene nella stragrande maggioranza dei paesi europei. Su questo versante rimaniamo fortemente critici e convinti che si tratti di una visione miope che, pur nel quadro di un'Italia fortemente provata, penalizza in modo inspiegabile il risparmio dei professionisti, ne deprime gli effetti futuri e comprime le necessarie azioni di welfare che nulla costano alla collettività». «L'emendamento contenente il credito d'imposta», ha aggiunto Assofondipensioni con una nota, «non può essere una risposta adeguata a fronteggiare l'aumento della tassazione sui rendimenti». ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 9 19/12/2014 ItaliaOggi Pag. 24 (diffusione:88538, tiratura:156000) BREVI Il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che nella riunione di ieri della Conferenza Stato-Regioni è stato approvato il Piano Agricoltura 2.0, con un'intesa sul decreto del ministro delle politiche agricole relativo alla semplifi cazione della gestione della Politica agricola comune 2014-2020. Tra gli interventi previsti dal provvedimento la predisposizione, ai fi ni della Pac, della dichiarazione precompilata (sull'esempio della dichiarazione dei redditi precompilata) relativa agli aiuti diretti a favore di migliaia di piccole aziende accessibile online, e il pagamento anticipato dei fondi europei a giugno 2015. Il presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano, Alessandro Solidoro, è stato eletto vicepresidente di Fee, Fédération des expertscomptables européens, nel corso dell'assemblea generale, al quale ha preso parte, per il Consiglio nazionale dei commercialisti, il consigliere nazionale delegato all'internazionale Giovanni Gerardo Parente. Eletto anche il nuovo presidente della Fee, Petr Kriz (Repubblica Ceca) che guiderà l'organizzazione per i prossimi due anni. Il nuovo Deputy president è il tedesco (Idw) Edelfried Schneider. Solidoro, che rappresenterà in ambito europeo i 115 mila commercialisti italiani, resterà in carica fi no al 2018. La Commissione europea ha adottato ieri il programma operativo italiano a favore dell'occupazione («Sistemi di politiche attive per l'occupazione») per l'attuazione del Fondo sociale europeo (Fse) nel periodo 2014-2020. Il programma delinea le priorità e gli obiettivi cui destinare 2.177 miliardi di euro (di cui 1.181 miliardi provenienti dal bilancio dell'Ue). L'84% circa del bilancio andrà a misure volte ad attuare la garanzia per i giovani, a migliorare i servizi per l'impiego, a combattere la disoccupazione di lunga durata e a migliorare l'accesso al lavoro delle donne, dei disoccupati di lunga durata e degli immigrati. «Il nuovo regime dei minimi delineato nella legge di stabilità in approvazione al Senato comporterà un incremento della tassazione dei redditi dei giovani professionisti stimata intorno al 500%». Lo afferma in una nota Confprofessioni Lazio, specifi cando che «a parità di redditoi professionisti under 40 passeranno da un'aliquota media del 5% ad una del 22,48% per l'area tecnica, del 23,77% per l'area economicosociale, del 24,58% per l'area sanitaria e del 25,11% per l'area giuridica». I redditi medi dei professionisti under 40 censiti dall' Adepp, infatti, si attestano su livelli compatibili con l'attuale regime dei minimi (30 mila euro) ma ben al di sopra dei limiti previsti dal nuovo regime (15 mila euro). ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 10 19/12/2014 ItaliaOggi Pag. 29 (diffusione:88538, tiratura:156000) I ministeri vigilanti hanno dato il via libera ai regolamenti dell'ente di previdenza Nuovi servizi per gli iscritti Eppi Fondi straordinari per il welfare dei periti industriali Via libera al nuovo pacchetto servizi che l'Eppi offre a tutti i suoi iscritti, potendo per la prima volta attingere ai fondi straordinari, che fi no ad oggi i ministeri avevano sempre considerato intoccabili. È arrivata infatti l'approvazione uffi ciale sui nuovi regolamenti deliberati dal Consiglio di indirizzo generale, il «parlamentino» dell'Eppi, lo scorso maggio. Una novità che premia, prima di tutto, la legittima aspettativa dell'ente di utilizzare nuovi fondi per il bene comune degli stessi periti industriali che li hanno generati. In secondo luogo, l'approvazione mostra che quei fondi potranno essere usati senza pregiudicare la sostenibilità fi nanziaria dell'Ente. Quali novità? Più ampie le tutele assicurate, tra cui la parte da leone la svolgono quelle per sostenere la famiglia: gli aiuti immaginati, in un periodo così critico, possono contribuire in maniera importante per assestare un bilancio familiare particolarmente provato. Più ampio, inoltre, il tetto di reddito per accedere ai benefi ci, raccogliendo una serie di suggerimenti che sottolineavano come un limite di reddito troppo basso impedisse l'accesso a garanzie e tutele da parte di una fetta molto ampia di liberi professionisti. A garantire, invece, l'aspetto di solidarietà dei servizi, ci pensa il rispetto di un principio di inversa proporzionalità del contributo: quote più alte laddove i redditi sono più bassi, e viceversa una loro progressiva riduzione con il crescere del reddito. In tal modo, più basso è il reddito, maggiore sarà la tutela assicurata. «La recente decisione di porre la laurea come vincolo per esercitare la professione di perito industriale», sottolinea Valerio Bignami, presidente dell'Ente di previdenza periti industriali, «spinge la Cassa a essere un fattore attrattivo per i neolaureati, dato che lo stesso titolo di studio aprirà la porta a diverse professioni. Dunque servono più servizi, più effi cienza, più sostegno al lavoro e maggiore visibilità: noi siamo qui ad accettare la sfi da». Il nuovo sistema delle garanzie e tutele dell'Eppi Cosa chiedere Contributi per calamità naturali Contributi per mutui prima casa o studio professionale Contributi su prestiti richiesti a seguito di crisi fi nanziaria Contributi per malattia, infortunio e decesso Contributi a sostegno della famiglia Contributi per i giovani che iniziano la libera professione Contributi per gli iscritti che desiderano sviluppare lo studio professionale Cosa ottenere Chi acquista, costruisce o ristruttura la prima casa di abitazione o lo studio professionale può contare su un contributo fi no ad un massimo di 10.000 euro che saranno erogati in ragione della durata del mutuo (comunque non oltre i 10 anni). Un giovane che acquista beni strumentali può contare su un contributo fi no a 9.000 euro erogati in base alla durata del fi nanziamento (comunque, non oltre i 5 anni). Chi invece compra i beni in un'unica soluzione può contare su un contributo fi no a 1.200 euro. Chi abbia necessità di rinnovare la propria dotazione strumentale, o ristrutturare lo studio professionale, può contare su un contributo fi no ad un massimo di 7.500 euro che saranno erogati in ragione della durata del fi nanziamento (comunque, non oltre i 5 anni). Chi sia coinvolto in eventi e calamità naturali con danni alla casa di abitazione od allo studio professionale può contare su un aiuto dell' Eppi, articolato in fasi diverse, fi no ad un tetto massimo di 25.000 euro. Sostenere l'iscritto in momenti delicati della sua vita: una malattia; assistenza medica, visite specialistiche o degenza in case di cura; oppure in caso di decesso. I contributi erogabili vanno da un minimo di 1.000 ad un massimo di 25.000 euro La tutela della famiglia è una delle priorità: bonus neomamma/ papà (aumentato da 2.000 a 3.000 euro), concorso per le spese di studio (dal nido sino al master post universitario), sostegno ai diversamente abili o chi ha a carico familiari nella medesima situazione. Infi ne, maggiore tutela nell'ipotesi in cui l'iscritto muoia e lasci fi gli minorenni. I contributi erogabili vanno da un minimo di 900 ad un massimo di 25.000 euro. Chi si sia trovato costretto a ricorrere a fi nanziamenti per far fronte alle quotidiane esigenza di vita, può contare su un contributo Eppi pari al 4% annuo sul minor importo tra il prestito richiesto e la contrazione del volume d'affari registrata. Iscritto da almeno 5 anni, esercitare la libera professione in via esclusiva, avere un reddito, nell'anno precedente la presentazione della domanda, non superiore a 60.000 euro. A quali condizioni In regola con la posizione previdenziale. Iscritto da almeno 3 anni, avere un reddito medio imponibile ai fini Irpef, nei tre anni precedenti la presentazione della domanda, ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 11 19/12/2014 ItaliaOggi Pag. 29 (diffusione:88538, tiratura:156000) non superiore a 60.000 euro. In regola con la posizione previdenziale. Avere massimo 30 anni ed essere iscritto al massimo da 3 anni. In regola con la posizione previdenziale. Iscritto da almeno 3 anni, avere un reddito medio imponibile ai fini Irpef, nei tre anni precedenti la presentazione della domanda, non superiore a 60.000 euro. In regola con la posizione previdenziale Iscritto Eppi ed in regola con la posizione previdenziale. Iscritto da almeno 3 anni, avere un reddito Isee non superiore a 35.000 euro. In regola con la posizione previdenziale. Iscritto da almeno 3 anni, avere un reddito Isee non superiore a 35.000 euro. In regola con la posizione previdenziale. ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 12 19/12/2014 Il Centro - Chieti-lanciano-vasto Pag. 18 (diffusione:24265, tiratura:30718) In BREVE In BREVE In BREVE LAVORI PUBBLICI Stadio Angelini sistemate le buche Lavori di sistemazione delle malridotte strade cittadine, proseguono gli interventi promossi dall'amministrazione comunale. Che ha provveduto a sistemarele numerose buche presenti nel parcheggio ospiti dello stadio Angelini, causati dal continuo transito di mezzi pesanti che vi accedono in tutto l'arco della giornata, ed ha ripristinato i tracciati viari di Strada Polce oltre a sistemare parti di via Gizio. Nei prossimi giorni saranno eseguiti ulteriori lavori. IPASVI «Chi ha rubato i soldi non è infermiere» In relazione al presunto caso di sottrazione dei soldi del ticket a pazienti nell'ospedale di Chieti, l'Ip asvi della Provincia di Chieti, che rappresenta gli infermieri e ne gestisce l'Albo, fa presente che la persona citata come indagato non appartiene al loro albo. ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 13 19/12/2014 La Nuova Venezia - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:12660, tiratura:84000) «Aumentano il prezzo del pasto per costruire la mensa» polo di via torino: allarme degli universitari «Aumentano il prezzo del pasto per costruire la mensa» «Aumentano il prezzo del pasto per costruire la mensa» polo di via torino: allarme degli universitari Saranno gli studenti a pagare la mensa di via Torino perché l'Esu non sa come recuperare i soldi. Per realizzare la mensa per i 1900 universitari del nuovo polo scientifico di Ca' Foscari, questa mattina l'Esu proporrà nel corso del cda di ricorrere a un aumento del prezzo che gli studenti pagano per l'attuale mensa in Rio Novo a Venezia (20 centesimi per gli studenti che frequentano, 30 centesimi per i fuori corso ed Erasmus e 50 per i dottorandi e master) e 10 euro in più per i 404 alloggi studenteschi. La proposta, scritta come ordine del giorno, è stata letta con stupore e indignazione dall'Udu (Unione degli Universitari) e da Lisc (Liberi Saperi Critici), rappresentati da Ilaria Gervasoni e Filippo Rizzonelli, parte del cda come rappresentanti studenti. «Sembra», ha detto Gervasoni, «che nelle ultime settimane un gruppo di consiglieri abbia fatto riunioni ombra, senza dirci nulla. Stamattina, durante il cda, gli studenti faranno un presidio per denunciare l'assoluta scorrettezza e antidemocraticità di questa operazione». A monte c'è il problema di Residenza Adriatic, un edificio della Regione a Marghera che da anni non viene utilizzato e che costa come manutenzione circa 50 mila euro. L'idea di partenza era di vendere questo stabile e, con il ricavato, comprare un capannone in via Torino dove farci la mensa, non progettata da chi ha costruito il polo scientifico. «Ci sarebbe un acquirente», ha detto il presidente dell'Esu Giorgio Tana, «ma la burocrazia è lunga. Lo scorso ottobre abbiamo chiesto all'Agenzia Territoriale di fare una valutazione del prezzo dell'immobile che arriverà a febbraio perché l'ultima risale a 7 anni fa e lo valutava 2 milioni e mezzo. Poi, una volta fissato il prezzo, bisogna fare il bando di gara per la vendita e richiederà tempo. Non ci sono state riunioni ombra, abbiamo messo la proposta nell'ordine del giorno, ma per discuterli». Gli studenti contestano che si sia arrivati a questa ipotesi senza parlarne prima con i rappresentanti, creando un clima di sospetto. «Dispiace anche a noi arrivare ad aumentare le tariff», prosegue Tana, «anche se si tratta di pochi centesimi, ma non sapremmo come fare altrimenti. Non solo l'Esu è una finanza derivata e non guadagna nulla dal servizio, in più ogni anno diminuiscono i fondi e la Regione quest'anno ci ha tolto 196 mila euro per versamenti fatti 30 anni fa all' Enpap». Vera Mantengoli ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 14 19/12/2014 La Sicilia - Siracusa Pag. 31 (diffusione:64550, tiratura:80914) Rinnovato il direttivo collegio infermieri ipasvi Eletto il nuovo consiglio direttivo dell'Ipasvi (collegio degli infermieri) per il triennio 2015 - 2017. Presidente è stato confermato Sebastiano Zappulla; vicepresidente Antonio Mammone; segretario Maurizio Rendo; tesoriere Carmelo Floriddia. Consiglieri del direttivo sono Corrado Catinello, Giovanni Gurgone, Corrado Novella, Corrada Lupo, Carla Teso, Tiziana Genovese, Salvatore Bellassai, Antonino Mallaci Mercurio, Giuseppe Monello, Vincenzo Ognibene, Emanuele Veneziano. «Riprendiamo il cammino che ci ha visti impegnati nel recente passato - commenta il presidente dell' Ipasvi, Zappulla - con una squadra ringiovanita anagraficamente e nello stesso tempo più determinata perché consapevole delle responsabilità che l'attendono per assicurare i servizi agli iscritti e garantire la professionalità ai cittadini. Tutto ciò nonostante gli ostacoli incontrati per valorizzare ed evolvere nel quotidiano le competenze infermieristiche a causa delle condizioni di lavoro proibitive, le carenze di organico da fronteggiare, il turn-over bloccato, i carichi di lavoro abnormi e le gravose responsabilità». 19/12/2014 ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 15 19/12/2014 L'Espresso - N.51 - 25 dicembre 2014 Pag. 22 (diffusione:369755, tiratura:500452) Riservato Psicologi sotto osservazione S.D. Stefano Cruciani è stato nominato direttore dell' Enpap, l'ente di previdenza degli psicologi, nonostante la Corte dei Conti già nel 2009 avesse espresso dubbi sulle sue competenze quando era componente la segreteria di presidenza dell'Inps di Antonio Mastrapasqua. La Corte descrive Cruciani come un esperto «di controllo di gestione e pianifcazione strategica presso un cementifcio eugubino». Dettaglio che si somma ad altri recenti guai dell'Enpap, fnito nel mirino per la storia della compravendita a prezzi gonfati di un palazzo romano in via della Stamperia, che vede indagato tra gli altri il senatore Denis Verdini. Così, il deputato grillino Marco Baldassarre ha presentato un'interrogazione affnché sulla gestione Enpap prevalga la massima trasparenza e la nomina non sia soltanto «un altro modo per Mastrapasqua di accaparrarsi una poltrona». ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 16 19/12/2014 Quotidiano del Molise Pag. 21 Dal sindacato Fsi per contrastare l'esercizio abusivo del lavoro Libera professione , presentate 3 proposte di legge Tre proposte di legge che nascono per essere un'opportunità per infermieri, tecnici e altri professionisti di esercitare la libera professione fuori dall'orario di lavoro nelle strutture pubbliche e che, allo stesso tempo, vuole contrastare l'esercizio abusivo delle professioni e, di conseguenza, anche il lavoro nero, e offrire un'autonomia che, al momento, è concessa solo ai medici. E' questo l'obiettivo alla base delle tre proposte di legge che sono state presentate ieri mattina nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato il segretario nazionale della Federazione Sindacati Indipendenti, Paride Santi, della segretaria regionale del Molise, Fernanda De Guglielmo e del segretario provinciale di Isernia, Nicola Cifelli. "Sono tre le proposte di legge, quella alla Camera sugli operatori socio-sanitari con l'obiettivo di riqualificare questo personale dal ruolo di tecnico a quello di sanitario - ha affermato Santi - la seconda è sugli infermieri di famiglia per avere la possibilità di assistenza direttamente sul territorio per evitare i ricoveri impropri direttamente e la terza è la libera professione di tutte le professioni sanitarie che oggi non è possibile perché la libera professione compete al medico mentre il personale diventa solo di supporto". E proprio per dare maggiore impulso alla proposta di legge che la segretaria regionale del sindacato ha anche intenzione di avviare una campagna informativa sulla proposta di legge che, a livello regionale, è stata presentata dal consigliere Michele Iorio. "La procedura - ha affermato la De Guglielmo - è stata fatta a livello nazionale e poi presentata da tutte le regioni di Italia compreso il Molise e per questo vorrei ringraziare il consigliere Iorio che ha presentato la proposta in consiglio regionale. Le fasi successive - ha continuato - sono la raccolta di firme per far capire l'importanza già c'è sul sito del nostro sindacato una votazione online tra l'altro noi abbiamo già predisposto fac-simili per la raccolta di firme, andando dentro ai reparti con dei gazebi che stiamo allestendo per far capire il problema che è importante da risolvere ma può portare tanti benefici non solo per la regione ma anche per i cittadini e i dipendenti già lavoratori". ENPAPI - Rassegna Stampa 19/12/2014 17 ENPAPI - WEB 9 articoli 18/12/2014 17:03 www.ilmessaggero.it Sito Web In 4mila per un posto da infermiere a Pesaro Grande folla per il concorso all'Adriatic Arena pagerank: 7 PESARO - Fuori dai cancelli dell'Adriatic Arena c'erano centinaia di persone, tutte stipate in attesa di entrare. Ma non c'era alcun concerto da ascoltare e vivere. Piuttosto l'orario mattutino suggeriva ben altro. Questa mattina sono partiti gli esami del concorso bandito dall'Asur per un posto da infermiere, erano in 4300 i candidati, così tanti che è stata scelta l'arena dei concerti e della Vuelle. Il presidente del collegio infermieri Ipasvi Laura Biagiotti ha seguito quanto accaduto. «Erano tantissimi per questo sono stati divisi in due gruppi: dalla lettera a alla h di mattina e dalla l alla z di pomeriggio. Tutto è stato gestito da una cooperativa che ha avuto l'appalto dello svolgimento del concorso. Erano 40 domande a risposta multipla con circa 30 minuti di tempo per rispondere. Una settantina di candidati sono stati esclusi per la domanda di ammissione non corretta, ma tutto si è svolto regolarmente, senza ingorghi o situazioni poco chiare». Oltre 4000 per un posto, la Biagiotti spiega che «C'era molta paura e preoccupazione perché di fatto potrebbe essere una delle ultime chance di concorsi pubblici visto che la graduatoria che si andrà a formare sarà utilizzata in futuro anche da Marche Nord». ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 19 18/12/2014 16:53 corrieredelmezzogiorno.corriere.it Sito Web Infermieri , in settemila vanno al voto Fino a domenica si rinnovano i vertici pagerank: 6 Parasanitari della provincia di Salerno alle urne a Polla, due i candidati alla leadership SALERNO - Collegio degli infermieri di Salerno alle urne per il rinnovo della cariche. Gli oltre settemila paramedici, da domani a domenica presso la biblioteca del comune di Polla, sceglieranno il presidente, i membri del consiglio e i revisori dei conti. Due le liste in campo. Una a sostegno del presidente uscente, Carlo Celentano, e l'altra a supporto dello sfidante Adolfo Stellato. Quest'ultimo punta sulla sinergia tra infermieri e cittadini, a valorizzare la figura professionale infermieristica e rivedere i modelli organizzativi della professione. L'uscente, dal canto suo, invita alla partecipazione, sulla istituzione di un osservatorio che supervisioni piante organiche e il benessere dell'infermiere stesso Non ultimo una rete col cittadino per definire le priorità. Polla, a sud di Salerno, scelta anni fa con una delibera del consiglio per andare incontro alle esigenze di tutto il territorio, vivrà una tre giorni di votazioni che decreteranno i vertici dell' Ipasvi (infermieri). 18 dicembre 2014 | 16:50 ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 20 18/12/2014 15:32 agenparl.com Sito Web L.Stabilità: Confprofessioni, ai giovani professionisti il 'pacco' di Natale pagerank: 5 (AGENPARL) - Roma, 18 dic - 'Il nuovo regime dei minimi delineato nella legge di stabilità in approvazione al Senato comporterà un incremento della tassazione dei redditi dei giovani professionisti stimata intorno al 500%'. Lo afferma in una nota Confprofessioni Lazio, specificando che 'a parità di reddito i professionisti under 40 passeranno da un'aliquota media del 5% ad una del 22,48% per l'area tecnica, del 23,77% per l'area economico-sociale, del 24,58% per l'area sanitaria e del 25,11% per l'area giuridica'. I redditi medi dei professionisti under 40 censiti dall' Adepp, infatti, si attestano su livelli compatibili con l'attuale regime dei minimi (30.000 euro) ma ben al di sopra dei limiti previsti dal nuovo regime (15.000 euro). 'È evidente che l'inasprimento dei limiti per accedere al regime dei minimi previsto per autonomi e professionisti - commenta Andrea Dili, Presidente di Confprofessioni Lazio - spingerà inevitabilmente fuori dal mercato oltre 300 mila giovani professionisti. Non si comprende - conclude Dili - perché mentre a parole il Governo dichiara di voler puntare su giovani, competenze e qualificazione professionale, nei fatti si finisce per affossare proprio uno dei comparti più giovani, innovativi e dinamici del mercato del lavoro italiano'. ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 21 18/12/2014 12:15 ilfarmacistaonline.it Sito Web Stato Sanitario del Paese. Italiani più 'vecchi' e più 'cronici'. Bambini troppo sedentari. Odontoiatria pubblica sempre più chimera. Tutti i topics della relazione del ministero pagerank: 5 Consumo alcol sotto media Ue e si fuma di meno. Prime di cause di morte: malattie circolatorie, tumori e patologie respiratorie. Sempre meno prestazioni odontoiatriche nel pubblico. Boom della farmacovigilanza: ma solo 1 caso su 3 è stato ritenuto grave. Il futuro del Ssn? Riordino ospedali e cure primarie, farmacia dei servizi e potenziamento del ruolo delle professioni sanitarie. SINOSSI DELLA RELAZIONE - INFOGRAFICA 18 DIC - Gli italiani sono sempre più anziani: nel 2013, gli over 65 hanno raggiunto il 21,2% della popolazione. Ma anche longevi, si confermano infatti ai primi posti nella Ue per quanto riguarda la speranza di vita: 79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne. In prospettiva però i dati non sono confortanti: tra i bambini è elevata la sedentarietà e la percentuale di quelli in sovrappeso. Le malattie circolatorie seguite da tumori e patologie respiratorie continuano a rimanere al vertice delle cause di morte. Per quanto riguarda i "vizi", i fumatori sono il 20,9% ma sono in calo le vendite di sigarette, e sul fronte del consumo di alcol gli italiani continuano a posizionarsi sotto la media Ue (6,1 litri in media assunti all'anno rispetto ai 10,9 lt della Ue). Al palo invece la salute orale, con una crescita della domanda inevasa da parte dell'odontoiatria pubblica. Sono questi solo alcuni dei moltissimi indicatori contenuti nella Relazione sullo Stato sanitario del Paese 2012-2013 presentata oggi al Ministero della Salute. Dai dati emerge un Ssn in fermento. Per il futuro del nostro sistema sanitario, che già oggi occupa 715.992 unità di personale, si prospetta infatti un periodo di imponenti cambiamenti. Riorganizzazione della rete ospedaliera, potenziamento del territorio attraverso le Aft e le Uccp, sviluppo delle competenze delle professioni sanitarie e una farmacia sempre più presidio sanitario con offerta di servizi. Per quanto riguarda i farmaci, la spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è stata di 25,5 miliardi di euro, il 76% dei quali è stato rimborsato dal Ssn. Nel 2012 ogni italiano ha acquistato in media 30 confezioni di medicinali attraverso le farmacie pubbliche e private: oltre 1,8 miliardi di confezioni. In media, ogni cittadino italiano ha speso per farmaci circa 430 euro. Record di segnalazioni dalla farmacovigilanza. Nel 2013 sono state registrate 40.957 segnalazioni di reazioni sospette ai farmaci, per un tasso di segnalazione pari a 690 casi per milione di abitanti. Un risultato superiore a quello di altri Paesi europei con una forte tradizione nella farmacovigilanza e al valore definito dall'Oms come gold standard per un efficiente sistema di farmacovigilanza in grado di identificare tempestivamente i segnali di allarme (300 segnalazioni per milione di abitanti). Circa un terzo (31%) delle segnalazioni sono state considerate gravi. Popolazione. Over 65 sono il 21,2%. Stranieri a quota 4,5mln. Al 1° gennaio 2014 la popolazione residente supera i 60 milioni (60.782.668 unità). Nel corso del 2013 la dinamica naturale (differenza tra nascite e decessi) registra un saldo negativo di quasi 86.000 unità, dato da 514mila nati e 600mila decessi. Il saldo migratorio è pari quasi a 1 milione e 200.000 unità, grazie a oltre 3 milioni di iscrizioni contrapposte a quasi 2 milioni di cancellazioni. Continua il processo di invecchiamento della popolazione italiana, che al 1° gennaio 2013 registra un indice di vecchiaia pari al 151,4%. Gli individui con 65 anni e oltre hanno raggiunto il 21,2% della popolazione, i giovani fino a 14 anni sono invece il 14% e la popolazione in età attiva, 15-64 anni, è pari a meno dei due terzi del totale. Al 1° gennaio 2013 la popolazione straniera residente nel nostro Paese ammonta a quasi 4 milioni e mezzo di individui, ovvero il 7,4% della popolazione totale, rispetto al 6,8% del 1° gennaio 2012, con un incremento di 335mila unità. Confrontando l'ultimo decennio si è registrato un incremento consistente della presenza straniera in Italia: al 1° gennaio 2002 non raggiungeva il milione e ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 22 18/12/2014 12:15 ilfarmacistaonline.it Sito Web mezzo di persone. In circa 10 anni gli stranieri residenti hanno registrato un aumento di 3 milioni di individui, più del 200%. La popolazione straniera appartenente alla fascia di età 18-64 anni raccoglie il 74,9% del totale degli stranieri residenti. Assolutamente minima la quota di anziani (65+ anni), con una percentuale che non raggiunge il 3%. La quota dei minorenni è invece appena superiore al 22%. Qualità della vita. Italiani tra i più longevi d'Europa. Crescono differenze di genere. Bassa mortalità infantile Speranza di vita tra le più alte d'Europa, mortalità infantile tra le più basse. Nel 2012, l'Italia è ai primi posti nella graduatoria europea della speranza di vita alla nascita (79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne). Oggi l'Italia è tra i Paesi a più bassa mortalità infantile: il tasso nel 2011 è pari a 3,1 per 1.000 nati vivi residenti. Nel 2013, la prevalenza di chi dichiara di stare male o molto male rimane stabile al 7,3% nella popolazione di 14 anni e più e al 20,1% tra gli anziani, ma si accentuano le differenze di genere a svantaggio delle donne. Condizioni di salute. Il 14,7% della popolazione dichiara di essere affetto da almeno una patologia cronica Le malattie croniche rappresentano una delle principali sfide per la sanità pubblica in tutti i Paesi. Tra i fattori che determinano tali patologie, alcuni sono comportamentali e quindi modificabili attraverso la promozione di stili di vita salutari, altri sono di tipo genetico e altri ancora afferiscono ad aspetti socioeconomici e ambientali, anch'essi rimuovibili attraverso politiche non strettamente sanitarie. Allo stesso tempo le malattie croniche sono responsabili di molte delle persistenti disuguaglianze nella salute, evidenziando un forte gradiente socioeconomico e rilevanti differenze di genere nella loro diffusione; importante anche l'impatto che tali malattie producono sulla qualità della vita e sulla percezione del benessere a livello individuale. In base ai risultati dell'ultima indagine sulle "Condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari", nel 2013 il 14,7% della popolazione ha dichiarato di essere affetto da almeno una malattia cronica grave. Tale percentuale è in aumento solo per effetto dell'invecchiamento della popolazione. La salute percepita (uno dei principali indicatori di salute soggettiva riconosciuto a livello internazionale per la sua capacità di riflettere condizioni fortemente correlate con la sopravvivenza e la domanda di prestazioni sanitarie) non evidenzia variazioni significative nel tempo. Nel 2013, la prevalenza, standardizzata per età, di chi dichiara di stare male o molto male rimane stabile al 7,3% nella popolazione di 14 anni e più e al 20,1% tra gli anziani, ma si accentuano le differenze di genere a svantaggio delle donne, già marcate nel 2005. Rispetto al 2005 migliora lo stato di salute fisica e peggiora lo stato di salute psicologico. Rimangono rilevanti le disuguaglianze sociali e territoriali che penalizzano alcuni gruppi di popolazione, in particolare gli anziani del Sud del Paese. Cause di morte. Malattie circolatorie, tumori e malattie respiratorie le prime cause. La mortalità è indicatore fondamentale per misurare lo stato di salute di una popolazione; la mortalità per causa, in particolare, consente di descrivere il ruolo delle varie patologie. Gli indici presentati sono stati elaborati a partire dai dati ufficiali di mortalità e popolazione di fonte Istat. Sono stati analizzati i dati più recenti disponibili (relativi al 2011), codificati con il Sistema ICD-10. Sono presentati: numero assoluto di decessi, tassi grezzi e standardizzati per età, per le principali cause di morte, analizzate per genere, età e Regione di residenza. Le malattie cronico degenerative, legate al noto processo di invecchiamento della popolazione italiana, si confermano principali cause di morte: malattie circolatorie e tumori causano nel loro complesso ormai da anni circa i due terzi dei decessi (68% uomini, 66,4% donne) ma, mentre tra gli uomini il peso di queste due cause si equivale (34% ciascuna), tra le donne le malattie circolatorie superano di molto i tumori (41% vs 25%). Le malattie respiratorie sono la terza causa, sia per gli uomini sia per le donne (8% e 6%, rispettivamente), seguite per gli uomini dalle cause violente (5%) e per le donne dalle malattie endocrine (5%). L'analisi per Regione di residenza di grandi gruppi di cause evidenzia significative differenze; nella mortalità per tumori, il Nord presenta una situazione critica: tra gli uomini tutte le Regioni con tasso di mortalità superiore al dato nazionale sono al Nord (ma sono presenti anche Lazio, Campania e Sardegna); tra le donne, sono al Nord (con inserimento del Lazio) tutte le Regioni con situazione peggiore del dato nazionale. Anche nella mortalità per malattie circolatorie si ha un chiaro trend geografico, con il Sud sfavorito; sia tra gli uomini sia tra le donne tutte le Regioni con tasso superiore al dato nazionale sono al Sud (con inserimento del Lazio in entrambi i ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 23 18/12/2014 12:15 ilfarmacistaonline.it Sito Web generi e anche dell'Umbria solo tra gli uomini). Si segnala la situazione critica della Campania, sia nella mortalità generale sia in molte cause di morte. Alimentazione e attività fisica. Bambini troppo sedentari e in sovrappeso. Nel 2012 persistono, nei bambini di 8-9 anni, abitudini alimentari scorrette, confermando i livelli preoccupanti di eccesso ponderale, anche se si evidenzia un trend in leggera diminuzione. Tra i bambini di 8-9 anni, il 22.2% è in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità. Inoltre, secondo un'indagine del 2012, il 17% dei bambini non ha praticato movimento (attività sportiva strutturata a scuola o all'esterno o semplice gioco all'aperto) il giorno precedente l'indagine, e permangono elevate le abitudini sedentarie. Nel 2012, in Italia, il consumo di 5 porzioni di frutta e/o verdura al giorno resta basso e sostanzialmente stabile dal 2008 al 2012 tra i 18-69 anni, mentre tra gli ultra64enni il 45% consuma appena una o due porzioni giornaliere Tabacco. I fumatori sono il 20,9%. In calo la vendita di sigarette. La prevenzione e la cura del tabagismo, essenziali per promuovere e tutelare la salute pubblica, sono obiettivi che non possono essere perseguiti dal solo Ministero della salute, ma dal Governo nel suo complesso, tenendo conto delle implicazioni relative agli aspetti economici, che non possono tuttavia prevalere sul supremo interesse della tutela della salute, come sostenuto anche dalla Convenzione Quadro Oms per il Controllo del Tabacco - FCTC. Secondo i dati Istat, nel 2013, su 51,9 milioni di abitanti con età superiore ai 14 anni i fumatori sono circa 10,8 milioni (20,9%), di cui 6,6 milioni di uomini (26,4%) e 4,2 milioni di donne (15,7%). Nel 2013, secondo i dati dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le vendite dei prodotti del tabacco si sono ridotte del 5,4%, rispetto al 2012. In particolare, le vendite di sigarette si sono ridotte del 5,7%. La diminuzione delle vendite di sigarette negli ultimi 10 anni (2004-2013) è stata del 25,1%. Alcol. Beviamo meno che nel resto d'Europa. Aumenta l'assunzione tra le donne. Beviamo meno che nel resto d'Europa, ma nel 2012 quasi 70.000 persone in carico ai servizi per alcol-dipendenti Il consumo pro capite di alcool in Italia riferito all'anno 2010 (6,1 litri) è notevolmente più basso di quello medio della Regione europea dell'Oms (10,9 litri) e anche il più basso tra i Paesi dell'UE, ma appare rilevante l'aumento del consumo alcolico femminile, seppure ancora inferiore a quello maschile. Per quanto riguarda l'alcool, nel 2012 sono stati presi in carico presso i presidi algologici territoriali del Ssn 69.770 alcoldipendenti (maschi 54.431; femmine 15.339). I giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 9,1%. Nel 2012 le diagnosi ospedaliere per patologie totalmente alcool-attribuibili sono state 75.445 (58.410 maschi e 17.035 femmine), con un tasso nazionale di ospedalizzazione pari a 113,3 per 100mila abitanti, che conferma il trend discendente in atto a livello nazionale a partire dal 2002. Droga. Nel 2012 sono stati più di 164mila i tossicodipendenti in carico ai SerD. Relativamente alle sostanze d'abuso (alcool escluso) nel 2012 sono stati presi in carico, dai SerD (Servizi per le Dipendenze), 164.101 pazienti. La sostanza d'abuso più diffusa è l'eroina (74,4%), seguita dalla cocaina (14,8%) e dai cannabinoidi (8,7% ). soggetti che hanno richiesto per la prima volta un trattamento ai SerD nel 2012 sono stati 30.169 (nel 2011 erano 33.679), con un tempo medio di latenza stimato tra inizio uso e richiesta di primo trattamento tra i 4 e gli 8 anni. L'età media dei nuovi utenti è circa 34,4 anni. Si rivolgono ai SerD più tardi, con un aumento del tempo fuori trattamento e dei rischi che ne conseguono. Gioco d'azzardo. I patologici sono tra lo 0,5 e il 2,2% della popolazione. I giocatori patologici in Italia sono stimati tra lo 0,5 e il 2,2 per cento della popolazione. La stima dei giocatori d'azzardo "problematici" (cioè di coloro che giocano frequentemente investendo anche discrete somme di denaro, ma che non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica pur essendo a forte rischio evolutivo) varia dall'1,3% al 3,8% della popolazione generale. La stima dei giocatori d'azzardo "patologici" (cioè con una vera e propria malattia che si manifesta con una dipendenza incontrollabile) varia dallo 0,5% al 2,2%. Secondo un'indagine 2012-2013, il 49,4% degli studenti tra i 15 e i 19 anni gioca d'azzardo, di questi sono problematici il 7,2% e patologici il 3,2% Promozione e tutela della salute orale. Aumento domanda inevasa dall'odontoiatria pubblica. In Italia, l'offerta pubblica di prestazioni odontostomatologiche viene assicurata secondo quanto normato dal DPCM 29 ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 24 18/12/2014 12:15 ilfarmacistaonline.it Sito Web novembre 2001, con intensità e livelli di copertura diversificati in relazione a quanto consentito dai bilanci locali e in base alle strategie e priorità identificate dalle diverse Regioni e Province Autonome. Con il tempo, di pari passo a una non puntuale realizzazione di specifici programmi di tutela della salute odontoiatrica, si sono avuti un aumento della domanda di prestazioni non evasa all'odontoiatria pubblica e un incremento delle prestazioni eseguite da odontoiatri esercenti la libera professione. Il Ministero della salute, nell'ambito di specifiche iniziative di salute pubblica, ha promosso l'adozione di misure di prevenzione orale anche attraverso l'emanazione di raccomandazioni di comportamento clinico basate su una valutazione analitica delle evidenze scientifiche. Nel formulare tali indicazioni, a supporto dell'attività di lavoro di quanti coinvolti nella gestione della salute orale, sono stati presi in considerazione specifici target di popolazione (individui in età evolutiva, anziani, popolazione tossicodipendente). Il personale del Servizio sanitario nazionale a quota 715.992 mila unità. Di queste 665.031 fanno riferimento al personale dipendente delle ASL (strutture territoriali e ospedali), delle Aziende ospedaliere, delle Aziende ospedaliere universitarie, degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) pubblici, cui si aggiunge il personale impiegato presso ESTAV Toscana, ISPO, ARES Lazio, ARES Lombardia. Oltre il 70% è costituito da personale afferente al ruolo sanitario (dirigenza e comparto). Sempre alle stesse Aziende fanno capo 34.125 unità di personale assunte con contratto di lavoro cosiddetto "flessibile", che comprende il tempo determinato, il contratto di formazione lavoro, i lavori socialmente utili (LSU), il lavoro interinale e il telelavoro. Infine, vanno conteggiate nel totale del personale che opera nel Ssn le 16.836 unità di personale universitario che, seppure non dipendenti del Ssn, prestano servizio ed erogano prestazioni assistenziali presso le strutture del Ssn. Ecco i profili degli operatori sanitari. In tutto243.855 medici, di cui il 51% opera nel Ssn, il 33% è costituito da medici "convenzionati" con il Ssn e il 16% lavora nelle strutture equiparate al pubblico e nelle case di cura private (convenzionate e non); 332.857 unità di personale infermieristico, di cui circa l'86% afferisce al Ssn; 49.555 unità di personale con funzioni riabilitative, di cui il 43% lavora presso le strutture del Ssn, il 41% circa presso gli istituti o centri di riabilitazione (ex art. 26 legge n. 833/197) e il 16% nelle strutture equiparate al pubblico e nelle case di cura private; 45.285 unità di personale tecnico-sanitario, di cui l'83% presta servizio presso strutture del Ssn; 10.894 unità di personale con funzioni di vigilanza e ispezione che operano quasi esclusivamente (96%) nelle Aziende del Ssn. L'età media del personale del Ssn è pari a 47,3 anni. I medici che operano nelle strutture del Ssn risultano pari a 109.170, corrispondenti a 1,84 medici per 1.000 abitanti e il personale infermieristico (infermieri, infermieri pediatrici e ostetriche) è di 276.862 unità, pari a 4,46 infermieri per 1.000 abitanti; ne consegue un rapporto di 2,43 infermieri per medico. Riorganizzazione delle reti ospedaliere e della rete dell'emergenza-urgenza: ancora differenze da Regione a Regione. Tutte le Regioni hanno individuato una rete per i pazienti in situazioni di emergenza cardiologica, neuro vascolare (ictus) e traumatica, pazienti quindi con patologie tempo-dipendenti. Tuttavia, come emerso dai dati rilevati dalle Sdo, la loro realizzazione sul territorio nazionale non è ancora uniforme. La rete dell'emergenza-urgenza è in una fase di profonda ristrutturazione sia nelle Regioni sottoposte a Piano di rientro sia in altre Regioni, in conseguenza della più ampia revisione delle reti sanitarie assistenziali finalizzata a ridurre gli squilibri presenti tra ospedale e territorio e a rispondere ai nuovi bisogni della popolazione. In particolare, i principali interventi di ristrutturazione avviati dalle Regioni riguardano la razionalizzazione dei nodi della rete secondo il modello Hub & Spoke, l'attivazione dei Punti di primo intervento (PPI), la revisione dei bacini di utenza delle Centrali Operative, l'integrazione tra il Sistema di emergenza e il servizio di Continuità assistenziale, l'Inappropriatezza in generale dei servizi. Anche in questi caso il grado di attuazione delle azioni relative alla revisione dei nodi della rete è diversificato e, nella maggior parte dei casi, la situazione è ancora in divenire. Cure primarie e continuità dell'assistenza: Il futuro sono le Aft e Uccp: in campo 43 progetti in 15 Regioni. Il riordino delle cure primarie, introdotto dalla legge n. 189/2012, prevede l'obbligatorietà dell'istituzione di forme ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 25 18/12/2014 12:15 ilfarmacistaonline.it Sito Web aggregative mono professionale e multi-professionale (Aggregazioni Funzionali Territoriali, AFT; Unità Complesse di Cure Primarie, UCCP) tra Mmg in tutte le loro funzioni, PLS, specialisti ambulatoriali e altre professionalità sanitarie presenti sul territorio anche al fine di consentire l'offerta attiva di prestazioni e servizi, la presa in carico globale, tempestiva e unitaria dell'assistito, la continuità dell'assistenza tutti i giorni della settimana per tutto l'arco della giornata. Per dare concreta attuazione alla legge occorre che siano siglati i nuovi Accordi collettivi nazionali e nel corso del 2013 si è lavorato all'elaborazione dell'Atto di indirizzo per la medicina convenzionata, licenziato dal Comitato di settore Regioni-Sanità, nella seduta del 12 febbraio 2014, propedeutico all'emanazione degli stessi. In tema di assistenza primaria, con l'Accordo Stato-Regioni del 22 novembre 2012 la programmazione nazionale ha previsto, per l'anno 2012, l'individuazione di fondi dedicati alla presentazione di specifici progetti regionali, in attuazione agli indirizzi programmatori del Psn. In questo ambito sono stati elaborati, in materia di Assistenza Primaria, 43 progetti finalizzati alla riqualificazione dell'assistenza territoriale, elaborati da 15 Regioni. Dagli atti programmatori inviati e dagli adempimenti di verifica Lea risultano attivati e/o in fase di attuazione i seguenti modelli organizzativi: 123 Case della Salute ripartite tra Toscana (50), Liguria (3), Emilia Romagna (49), Umbria (2) Molise (4), Marche (14), Lazio (1); 42 Presidi Territoriali di Assistenza (PTA), dei quali 35 nella Regione Sicilia, 5 nel Molise e 2 in Abruzzo; 34 Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP), delle quali 32 nella Regione Veneto e 2 nella Regione Abruzzo; 175 Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), delle quali 164 attivate nella Regione Veneto e 11 nella Regione Basilicata, ma la cui ulteriore attivazione è prevista sull'intero territorio nazionale. Inoltre, sei Regioni su quindici, pari al 40%, hanno previsto l'individuazione di modalità organizzative per garantire l'assistenza sanitaria in H24 e consentire la riduzione degli accessi impropri nelle strutture di emergenza (Liguria, Emilia Romagna, Marche, Campania, Sicilia, Abruzzo). Nel 2012, la medicina generale è stata garantita, sul territorio nazionale, da 45.429 Mmg, con una media del numero di scelte di 1.156 utenti per Mmg. Nel 2012, i Pls erano in totale 7.656, con un numero medio di assistiti per medico di 879. Il Servizio di Continuità Assistenziale ha visto impegnati 12.027 medici titolari che hanno effettuato complessivamente 17.260 contatti per 100mila abitanti. Il ruolo delle farmacie: sempre più presidi sanitari. Con la legge n. 69/2009 vengono previsti nuovi servizi a "forte valenza sociosanitaria" erogabili dalle farmacie pubbliche e private nell'ambito del Ssn, finalizzati a far sì che le farmacie possano partecipare al servizio di assistenza domiciliare integrata a supporto delle attività del medico di medicina generale, collaborare ai programmi di educazione sanitaria della popolazione, effettuare nei loro locali analisi di prima istanza, nonché prenotazione di visite ed esami specialistici. In attuazione della sopracitata legge, il D.lgs. 3 ottobre 2009, n. 153 e i successivi decreti attuativi hanno formalizzato il nuovo ruolo della farmacia di comunità tracciando la tipologia delle prestazioni erogate e le attività che il farmacista può svolgere. Il Ministero della salute sta supportando questa fase di trasformazione e ha elaborato le "Linee di indirizzo sugli strumenti per concorrere a ridurre gli errori in terapia farmacologica e nell'erogazione dei servizi assistenziali erogati nelle farmacie di comunità" con il coinvolgimento di FOFI, FNOMCEO, IPASVI, SIFO e Regioni. Il Manuale fornisce un quadro di riferimento per il nuovo ruolo che le farmacie di comunità assumono e rappresenta la declinazione italiana della Pharmaceutical care applicata all'ambito territoriale. Le farmacie, accanto ai servizi tradizionali, rafforzano il loro ruolo di presidio sanitario, offrendo nuovi servizi a forte valenza sociosanitaria in sinergia con gli altri operatori del servizio sanitario. Il nuovo ruolo dei farmacisti include, accanto all'attività di counseling, la responsabilità di comprendere la situazione psico-sanitaria sociale della persona e la gestione e il monitoraggio delle nuove professioni non organizzate in ordini e collegi professionali. La farmacia potrà rivelarsi un presidio di importanza vitale in caso di emergenza e di primo soccorso soprattutto in aree rurali e montane, nelle piccole Isole o in situazioni di rilevante afflusso di popolazione. L'innovazione tecnologica e i servizi di telefarmacia saranno utili soprattutto nelle aree disagiate e per le patologie croniche e potranno contribuire all'ottimizzazione delle risorse e al monitoraggio dello stato di salute del paziente. I criteri per la remunerazione, da parte del Ssn, delle nuove prestazioni e funzioni sono definiti con Accordi Collettivi Nazionali. ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 26 18/12/2014 12:15 ilfarmacistaonline.it Sito Web Il futuro delle professioni sanitarie: in arrivo l'evoluzione delle competenze. Dopo un lungo confronto, iniziato nel 2012, tra le rappresentanze professionali e sindacali interessate, sono state avviate le procedure per l'approvazione dello schema di Accordo Stato-Regioni sulla "Ridefinizione, implementazione e approfondimento delle competenze e delle responsabilità dell'infermiere e dell'infermiere pediatrico". L'iniziale atteggiamento dubitativo di parte dei sindacati medici è stato superato con l'attuale proposta, sulla quale tutti i sindacati hanno convenuto che "gli infermieri e le altre professioni sanitarie, nell'ambito delle responsabilità già delineate dagli specifici profili professionali di riferimento, sono garanti Sintesi della Relazione del processo assistenziale, ed è per questo che è necessaria e non più rinviabile l'evoluzione professionale verso le competenze avanzate e di tipo specialistico". Lo schema di Accordo in corso di invio alla Conferenza StatoRegioni trova fondamento nelle seguenti motivazioni. Negli ultimi vent'anni le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e la professione di ostetrica, in virtù della legislazione del settore, sono state oggetto e soggetto di una profonda evoluzione ordinamentale e formativa; questa innovazione ha fatto sì che la maggioranza del personale del comparto sanità sia costituita da laureati e da laureati specialistici formati nella medesima Facoltà universitaria di medicina e chirurgia. Il consolidarsi di questo fenomeno e la previsione di un ridimensionamento fisiologico della presenza attiva di medici nel Ssn, ancora alto rispetto alla media degli Stati dell'UE, ha comportato la necessità di rivisitare le competenze di queste professioni sanitarie. È stato quindi attivato presso il Ministero della salute un Tavolo tecnico con gli Assessorati Regionali alla Sanità, al fine di verificare le attuali competenze dei professionisti sanitari, in considerazione dello sviluppo formativo universitario e delle sperimentazioni positive già in essere in alcune Regioni, delle consolidate esperienze europee ed extraeuropee e del gradimento positivo degli operatori, medici e infermieri, degli amministratori e soprattutto dei cittadini. La proposta elaborata, oggetto di una vasta consultazione con le rappresentanze professionali e sindacali di tutte le professioni sanitarie, compresa quella medica, ridisegna il rapporto tra professione medica e professioni infermieristiche. Spesa farmaceutica: tra pubblica e privata la quota è 25,5 mld. Nel 2012 ogni italiano ha acquistato in media 30 confezioni di medicinali attraverso le farmacie pubbliche e private, per un totale di oltre 1,8 miliardi di confezioni. La spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è stata pari a 25,5 miliardi di euro, il 76% dei quali è stato rimborsato dal Ssn. In media, per ogni cittadino italiano la spesa per farmaci è stata di circa 430 euro. Le dosi giornaliere totali prescritte ogni 1.000 abitanti nel 2012 sono state 1.626,8. La spesa farmaceutica territoriale complessiva, sia pubblica sia privata, si è ridotta rispetto all'anno precedente del 5,6% ed è stata pari a 19.389 milioni di euro. Le dosi giornaliere prescritte ogni 1.000 abitanti a carico del Ssn in regime di assistenza convenzionata sono state 985 (in aumento rispetto all'anno precedente del 2,3%). La spesa territoriale pubblica è stata di 11.823 milioni di euro e ha registrato una riduzione del -8%. Nei primi 9 mesi del 2013 gli italiani hanno acquistato un totale di 1.398 milioni di confezioni di medicinali, per una media di circa 23 confezioni a testa. A livello di consumi in regime di assistenza convenzionata, sono state prescritte 1.002,4 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, un valore sostanzialmente in crescita (+1,8%) rispetto all'anno precedente. La spesa farmaceutica nazionale totale è stata pari, nei primi 9 mesi del 2013, a 19,5 miliardi di euro, il 74,7% dei quali rimborsati dal Ssn. Nello stesso periodo la spesa farmaceutica territoriale a carico del Ssn è stata pari a 8.799 milioni di euro (148,1 euro pro capite) con una riduzione pari al -3,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La spesa per i farmaci utilizzati in ambito ospedaliero è stata pari a 1,9 miliardi di euro, per il 68,1% composta dai farmaci di classe H, per il 16,7% dai farmaci di classe C e per il restante 15,2% dai farmaci di classe A. Farmacovigilanza. In Italia tasso di segnalazione superiore a quello previsto dall'Oms ma solo il 31% sono casi gravi. Nel 2013, la Rete Nazionale di Farmacovigilanza ha registrato 40.957 segnalazioni di sospette Adr, equivalenti a un tasso di segnalazione pari a 690 casi per milione di abitanti, risultato superiore a quello di altri Paesi europei con una forte tradizione nella farmacovigilanza e al valore definito dall'Oms come gold standard per un efficiente sistema di farmacovigilanza in grado di identificare tempestivamente i segnali di allarme (300 segnalazioni per milione di abitanti). Circa un terzo (31%) delle segnalazioni è stato definito ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 27 18/12/2014 12:15 ilfarmacistaonline.it Sito Web come grave, in larga parte perché causa di ricovero ospedaliero o prolungamento dello stesso. I medici ospedalieri hanno rappresentato la principale fonte delle segnalazioni (52%), seguiti dai farmacisti (16%), dagli specialisti (9%) e dai Mmg (7%). La maggior parte delle segnalazioni di farmacovigilanza ha riguardato farmaci antimicrobici (24%), antineoplastici (18%), del sistema nervoso centrale (14%), del sangue (12%) e del sistema cardiovascolare (9%). Le reazioni più segnalate sono state quelle cutanee (19%), seguite da quelle relative alle condizioni generali (14%), le gastrointestinali (14%) e quelle del sistema nervoso (10%). Gli altri organi e sistemi sono stati coinvolti con una percentuale inferiore al 10%. 18 dicembre 2014 ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 28 18/12/2014 15:25 quotidianosanita.it Sito Web Stato Sanitario del Paese. Italiani più 'vecchi' e più 'cronici'. Bambini troppo sedentari. Odontoiatria pubblica sempre più chimera. Tutti i topics della relazione del ministero pagerank: 5 Consumo alcol sotto media Ue e si fuma di meno. Prime di cause di morte: malattie circolatorie, tumori e patologie respiratorie. Sempre meno prestazioni odontoiatriche nel pubblico. Boom della farmacovigilanza: ma solo 1 caso su 3 è stato ritenuto grave. Il futuro del Ssn? Riordino ospedali e cure primarie, farmacia dei servizi e potenziamento del ruolo delle professioni sanitarie. SINOSSI DELLA RELAZIONE - INFOGRAFICA 18 DIC - Gli italiani sono sempre più anziani: nel 2013, gli over 65 hanno raggiunto il 21,2% della popolazione. Ma anche longevi, si confermano infatti ai primi posti nella Ue per quanto riguarda la speranza di vita: 79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne. In prospettiva però i dati non sono confortanti: tra i bambini è elevata la sedentarietà e la percentuale di quelli in sovrappeso. Le malattie circolatorie seguite da tumori e patologie respiratorie continuano a rimanere al vertice delle cause di morte. Per quanto riguarda i "vizi", i fumatori sono il 20,9% ma sono in calo le vendite di sigarette, e sul fronte del consumo di alcol gli italiani continuano a posizionarsi sotto la media Ue (6,1 litri in media assunti all'anno rispetto ai 10,9 lt della Ue). Al palo invece la salute orale, con una crescita della domanda inevasa da parte dell'odontoiatria pubblica. Sono questi solo alcuni dei moltissimi indicatori contenuti nella Relazione sullo Stato sanitario del Paese 2012-2013 presentata oggi al Ministero della Salute. Dai dati emerge un Ssn in fermento. Per il futuro del nostro sistema sanitario si prospetta infatti un periodo di imponenti cambiamenti. Riorganizzazione della rete ospedaliera, potenziamento del territorio attraverso le Aft e le Uccp, sviluppo delle competenze delle professioni sanitarie e una farmacia sempre più presidio sanitario con offerta di servizi. Popolazione. Over 65 sono il 21,2%. Stranieri a quota 4,5mln. Al 1° gennaio 2014 la popolazione residente supera i 60 milioni (60.782.668 unità). Nel corso del 2013 la dinamica naturale (differenza tra nascite e decessi) registra un saldo negativo di quasi 86.000 unità, dato da 514mila nati e 600mila decessi. Il saldo migratorio è pari quasi a 1 milione e 200.000 unità, grazie a oltre 3 milioni di iscrizioni contrapposte a quasi 2 milioni di cancellazioni. Continua il processo di invecchiamento della popolazione italiana, che al 1° gennaio 2013 registra un indice di vecchiaia pari al 151,4%. Gli individui con 65 anni e oltre hanno raggiunto il 21,2% della popolazione, i giovani fino a 14 anni sono invece il 14% e la popolazione in età attiva, 15-64 anni, è pari a meno dei due terzi del totale. Al 1° gennaio 2013 la popolazione straniera residente nel nostro Paese ammonta a quasi 4 milioni e mezzo di individui, ovvero il 7,4% della popolazione totale, rispetto al 6,8% del 1° gennaio 2012, con un incremento di 335mila unità. Confrontando l'ultimo decennio si è registrato un incremento consistente della presenza straniera in Italia: al 1° gennaio 2002 non raggiungeva il milione e mezzo di persone. In circa 10 anni gli stranieri residenti hanno registrato un aumento di 3 milioni di individui, più del 200%. La popolazione straniera appartenente alla fascia di età 18-64 anni raccoglie il 74,9% del totale degli stranieri residenti. Assolutamente minima la quota di anziani (65+ anni), con una percentuale che non raggiunge il 3%. La quota dei minorenni è invece appena superiore al 22%. Qualità della vita. Italiani tra i più longevi d'Europa. Crescono differenze di genere. Bassa mortalità infantile Speranza di vita tra le più alte d'Europa, mortalità infantile tra le più basse. Nel 2012, l'Italia è ai primi posti nella graduatoria europea della speranza di vita alla nascita (79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne). Oggi l'Italia è tra i Paesi a più bassa mortalità infantile: il tasso nel 2011 è pari a 3,1 per 1.000 nati vivi residenti. Nel 2013, la prevalenza di chi dichiara di stare male o molto male rimane stabile al 7,3% nella popolazione di 14 anni e più e al 20,1% tra gli anziani, ma si accentuano le differenze di genere a svantaggio ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 29 18/12/2014 15:25 quotidianosanita.it Sito Web delle donne. Condizioni di salute. Il 14,7% della popolazione dichiara di essere affetto da almeno una patologia cronica Le malattie croniche rappresentano una delle principali sfide per la sanità pubblica in tutti i Paesi. Tra i fattori che determinano tali patologie, alcuni sono comportamentali e quindi modificabili attraverso la promozione di stili di vita salutari, altri sono di tipo genetico e altri ancora afferiscono ad aspetti socioeconomici e ambientali, anch'essi rimuovibili attraverso politiche non strettamente sanitarie. Allo stesso tempo le malattie croniche sono responsabili di molte delle persistenti disuguaglianze nella salute, evidenziando un forte gradiente socioeconomico e rilevanti differenze di genere nella loro diffusione; importante anche l'impatto che tali malattie producono sulla qualità della vita e sulla percezione del benessere a livello individuale. In base ai risultati dell'ultima indagine sulle "Condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari", nel 2013 il 14,7% della popolazione ha dichiarato di essere affetto da almeno una malattia cronica grave. Tale percentuale è in aumento solo per effetto dell'invecchiamento della popolazione. La salute percepita (uno dei principali indicatori di salute soggettiva riconosciuto a livello internazionale per la sua capacità di riflettere condizioni fortemente correlate con la sopravvivenza e la domanda di prestazioni sanitarie) non evidenzia variazioni significative nel tempo. Nel 2013, la prevalenza, standardizzata per età, di chi dichiara di stare male o molto male rimane stabile al 7,3% nella popolazione di 14 anni e più e al 20,1% tra gli anziani, ma si accentuano le differenze di genere a svantaggio delle donne, già marcate nel 2005. Rispetto al 2005 migliora lo stato di salute fisica e peggiora lo stato di salute psicologico. Rimangono rilevanti le disuguaglianze sociali e territoriali che penalizzano alcuni gruppi di popolazione, in particolare gli anziani del Sud del Paese. Cause di morte. Malattie circolatorie, tumori e malattie respiratorie le prime cause. La mortalità è indicatore fondamentale per misurare lo stato di salute di una popolazione; la mortalità per causa, in particolare, consente di descrivere il ruolo delle varie patologie. Gli indici presentati sono stati elaborati a partire dai dati ufficiali di mortalità e popolazione di fonte Istat. Sono stati analizzati i dati più recenti disponibili (relativi al 2011), codificati con il Sistema ICD-10. Sono presentati: numero assoluto di decessi, tassi grezzi e standardizzati per età, per le principali cause di morte, analizzate per genere, età e Regione di residenza. Le malattie cronico degenerative, legate al noto processo di invecchiamento della popolazione italiana, si confermano principali cause di morte: malattie circolatorie e tumori causano nel loro complesso ormai da anni circa i due terzi dei decessi (68% uomini, 66,4% donne) ma, mentre tra gli uomini il peso di queste due cause si equivale (34% ciascuna), tra le donne le malattie circolatorie superano di molto i tumori (41% vs 25%). Le malattie respiratorie sono la terza causa, sia per gli uomini sia per le donne (8% e 6%, rispettivamente), seguite per gli uomini dalle cause violente (5%) e per le donne dalle malattie endocrine (5%). L'analisi per Regione di residenza di grandi gruppi di cause evidenzia significative differenze; nella mortalità per tumori, il Nord presenta una situazione critica: tra gli uomini tutte le Regioni con tasso di mortalità superiore al dato nazionale sono al Nord (ma sono presenti anche Lazio, Campania e Sardegna); tra le donne, sono al Nord (con inserimento del Lazio) tutte le Regioni con situazione peggiore del dato nazionale. Anche nella mortalità per malattie circolatorie si ha un chiaro trend geografico, con il Sud sfavorito; sia tra gli uomini sia tra le donne tutte le Regioni con tasso superiore al dato nazionale sono al Sud (con inserimento del Lazio in entrambi i generi e anche dell'Umbria solo tra gli uomini). Si segnala la situazione critica della Campania, sia nella mortalità generale sia in molte cause di morte. Alimentazione e attività fisica. Bambini troppo sedentari e in sovrappeso. Nel 2012 persistono, nei bambini di 8-9 anni, abitudini alimentari scorrette, confermando i livelli preoccupanti di eccesso ponderale, anche se si evidenzia un trend in leggera diminuzione. Tra i bambini di 8-9 anni, il 22.2% è in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità. Inoltre, secondo un'indagine del 2012, il 17% dei bambini non ha praticato movimento (attività sportiva strutturata a scuola o all'esterno o semplice gioco all'aperto) il giorno precedente l'indagine, e permangono elevate le abitudini sedentarie. Nel 2012, in Italia, il consumo di 5 porzioni di frutta e/o verdura al giorno resta basso e sostanzialmente stabile dal 2008 al 2012 tra i 18-69 anni, mentre tra gli ultra64enni il 45% consuma appena una o due porzioni giornaliere ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 30 18/12/2014 15:25 quotidianosanita.it Sito Web Tabacco. I fumatori sono il 20,9%. In calo la vendita di sigarette. La prevenzione e la cura del tabagismo, essenziali per promuovere e tutelare la salute pubblica, sono obiettivi che non possono essere perseguiti dal solo Ministero della salute, ma dal Governo nel suo complesso, tenendo conto delle implicazioni relative agli aspetti economici, che non possono tuttavia prevalere sul supremo interesse della tutela della salute, come sostenuto anche dalla Convenzione Quadro Oms per il Controllo del Tabacco - FCTC. Secondo i dati Istat, nel 2013, su 51,9 milioni di abitanti con età superiore ai 14 anni i fumatori sono circa 10,8 milioni (20,9%), di cui 6,6 milioni di uomini (26,4%) e 4,2 milioni di donne (15,7%). Nel 2013, secondo i dati dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le vendite dei prodotti del tabacco si sono ridotte del 5,4%, rispetto al 2012. In particolare, le vendite di sigarette si sono ridotte del 5,7%. La diminuzione delle vendite di sigarette negli ultimi 10 anni (2004-2013) è stata del 25,1%. Alcol. Beviamo meno che nel resto d'Europa. Aumenta l'assunzione tra le donne. Beviamo meno che nel resto d'Europa, ma nel 2012 quasi 70.000 persone in carico ai servizi per alcol-dipendenti Il consumo pro capite di alcool in Italia riferito all'anno 2010 (6,1 litri) è notevolmente più basso di quello medio della Regione europea dell'Oms (10,9 litri) e anche il più basso tra i Paesi dell'UE, ma appare rilevante l'aumento del consumo alcolico femminile, seppure ancora inferiore a quello maschile. Per quanto riguarda l'alcool, nel 2012 sono stati presi in carico presso i presidi algologici territoriali del Ssn 69.770 alcoldipendenti (maschi 54.431; femmine 15.339). I giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 9,1%. Nel 2012 le diagnosi ospedaliere per patologie totalmente alcool-attribuibili sono state 75.445 (58.410 maschi e 17.035 femmine), con un tasso nazionale di ospedalizzazione pari a 113,3 per 100mila abitanti, che conferma il trend discendente in atto a livello nazionale a partire dal 2002. Droga. Nel 2012 sono stati più di 164mila i tossicodipendenti in carico ai SerD. Relativamente alle sostanze d'abuso (alcool escluso) nel 2012 sono stati presi in carico, dai SerD (Servizi per le Dipendenze), 164.101 pazienti. La sostanza d'abuso più diffusa è l'eroina (74,4%), seguita dalla cocaina (14,8%) e dai cannabinoidi (8,7% ). soggetti che hanno richiesto per la prima volta un trattamento ai SerD nel 2012 sono stati 30.169 (nel 2011 erano 33.679), con un tempo medio di latenza stimato tra inizio uso e richiesta di primo trattamento tra i 4 e gli 8 anni. L'età media dei nuovi utenti è circa 34,4 anni. Si rivolgono ai SerD più tardi, con un aumento del tempo fuori trattamento e dei rischi che ne conseguono. Gioco d'azzardo. I patologici sono tra lo 0,5 e il 2,2% della popolazione. I giocatori patologici in Italia sono stimati tra lo 0,5 e il 2,2 per cento della popolazione. La stima dei giocatori d'azzardo "problematici" (cioè di coloro che giocano frequentemente investendo anche discrete somme di denaro, ma che non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica pur essendo a forte rischio evolutivo) varia dall'1,3% al 3,8% della popolazione generale. La stima dei giocatori d'azzardo "patologici" (cioè con una vera e propria malattia che si manifesta con una dipendenza incontrollabile) varia dallo 0,5% al 2,2%. Secondo un'indagine 2012-2013, il 49,4% degli studenti tra i 15 e i 19 anni gioca d'azzardo, di questi sono problematici il 7,2% e patologici il 3,2% Promozione e tutela della salute orale. Aumento domanda inevasa dall'odontoiatria pubblica. In Italia, l'offerta pubblica di prestazioni odontostomatologiche viene assicurata secondo quanto normato dal DPCM 29 novembre 2001, con intensità e livelli di copertura diversificati in relazione a quanto consentito dai bilanci locali e in base alle strategie e priorità identificate dalle diverse Regioni e Province Autonome. Con il tempo, di pari passo a una non puntuale realizzazione di specifici programmi di tutela della salute odontoiatrica, si sono avuti un aumento della domanda di prestazioni non evasa all'odontoiatria pubblica e un incremento delle prestazioni eseguite da odontoiatri esercenti la libera professione. Il Ministero della salute, nell'ambito di specifiche iniziative di salute pubblica, ha promosso l'adozione di misure di prevenzione orale anche attraverso l'emanazione di raccomandazioni di comportamento clinico basate su una valutazione analitica delle evidenze scientifiche. Nel formulare tali indicazioni, a supporto dell'attività di lavoro di quanti coinvolti nella gestione della salute orale, sono stati presi in considerazione specifici target di popolazione (individui in età evolutiva, anziani, popolazione tossicodipendente). ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 31 18/12/2014 15:25 quotidianosanita.it Sito Web Il personale del Servizio sanitario nazionale a quota 715.992 mila unità. Di queste 665.031 fanno riferimento al personale dipendente delle ASL (strutture territoriali e ospedali), delle Aziende ospedaliere, delle Aziende ospedaliere universitarie, degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) pubblici, cui si aggiunge il personale impiegato presso ESTAV Toscana, ISPO, ARES Lazio, ARES Lombardia. Oltre il 70% è costituito da personale afferente al ruolo sanitario (dirigenza e comparto). Sempre alle stesse Aziende fanno capo 34.125 unità di personale assunte con contratto di lavoro cosiddetto "flessibile", che comprende il tempo determinato, il contratto di formazione lavoro, i lavori socialmente utili (LSU), il lavoro interinale e il telelavoro. Infine, vanno conteggiate nel totale del personale che opera nel Ssn le 16.836 unità di personale universitario che, seppure non dipendenti del Ssn, prestano servizio ed erogano prestazioni assistenziali presso le strutture del Ssn. Ecco i profili degli operatori sanitari. In tutto243.855 medici, di cui il 51% opera nel Ssn, il 33% è costituito da medici "convenzionati" con il Ssn e il 16% lavora nelle strutture equiparate al pubblico e nelle case di cura private (convenzionate e non); 332.857 unità di personale infermieristico, di cui circa l'86% afferisce al Ssn; 49.555 unità di personale con funzioni riabilitative, di cui il 43% lavora presso le strutture del Ssn, il 41% circa presso gli istituti o centri di riabilitazione (ex art. 26 legge n. 833/197) e il 16% nelle strutture equiparate al pubblico e nelle case di cura private; 45.285 unità di personale tecnico-sanitario, di cui l'83% presta servizio presso strutture del Ssn; 10.894 unità di personale con funzioni di vigilanza e ispezione che operano quasi esclusivamente (96%) nelle Aziende del Ssn. L'età media del personale del Ssn è pari a 47,3 anni. I medici che operano nelle strutture del Ssn risultano pari a 109.170, corrispondenti a 1,84 medici per 1.000 abitanti e il personale infermieristico (infermieri, infermieri pediatrici e ostetriche) è di 276.862 unità, pari a 4,46 infermieri per 1.000 abitanti; ne consegue un rapporto di 2,43 infermieri per medico. Il futuro delle professioni sanitarie: in arrivo l'evoluzione delle competenze. Dopo un lungo confronto, iniziato nel 2012, tra le rappresentanze professionali e sindacali interessate, sono state avviate le procedure per l'approvazione dello schema di Accordo Stato-Regioni sulla "Ridefinizione, implementazione e approfondimento delle competenze e delle responsabilità dell'infermiere e dell'infermiere pediatrico". L'iniziale atteggiamento dubitativo di parte dei sindacati medici è stato superato con l'attuale proposta, sulla quale tutti i sindacati hanno convenuto che "gli infermieri e le altre professioni sanitarie, nell'ambito delle responsabilità già delineate dagli specifici profili professionali di riferimento, sono garanti Sintesi della Relazione del processo assistenziale, ed è per questo che è necessaria e non più rinviabile l'evoluzione professionale verso le competenze avanzate e di tipo specialistico". Lo schema di Accordo in corso di invio alla Conferenza StatoRegioni trova fondamento nelle seguenti motivazioni. Negli ultimi vent'anni le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e la professione di ostetrica, in virtù della legislazione del settore, sono state oggetto e soggetto di una profonda evoluzione ordinamentale e formativa; questa innovazione ha fatto sÌ che la maggioranza del personale del comparto sanità sia costituita da laureati e da laureati specialistici formati nella medesima Facoltà universitaria di medicina e chirurgia. Il consolidarsi di questo fenomeno e la previsione di un ridimensionamento fisiologico della presenza attiva di medici nel Ssn, ancora alto rispetto alla media degli Stati dell'UE, ha comportato la necessità di rivisitare le competenze di queste professioni sanitarie. è stato quindi attivato presso il Ministero della salute un Tavolo tecnico con gli Assessorati Regionali alla Sanità, al fine di verificare le attuali competenze dei professionisti sanitari, in considerazione dello sviluppo formativo universitario e delle sperimentazioni positive già in essere in alcune Regioni, delle consolidate esperienze europee ed extraeuropee e del gradimento positivo degli operatori, medici e infermieri, degli amministratori e soprattutto dei cittadini. La proposta elaborata, oggetto di una vasta consultazione con le rappresentanze professionali e sindacali di tutte le professioni sanitarie, compresa quella medica, ridisegna il rapporto tra professione medica e professioni infermieristiche. Riorganizzazione delle reti ospedaliere e della rete dell'emergenza-urgenza: ancora differenze da Regione a Regione. Tutte le Regioni hanno individuato una rete per i pazienti in situazioni di emergenza cardiologica, neuro vascolare (ictus) e traumatica, pazienti quindi con patologie tempo-dipendenti. Tuttavia, come emerso ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 32 18/12/2014 15:25 quotidianosanita.it Sito Web dai dati rilevati dalle Sdo, la loro realizzazione sul territorio nazionale non è ancora uniforme. La rete dell'emergenza-urgenza è in una fase di profonda ristrutturazione sia nelle Regioni sottoposte a Piano di rientro sia in altre Regioni, in conseguenza della più ampia revisione delle reti sanitarie assistenziali finalizzata a ridurre gli squilibri presenti tra ospedale e territorio e a rispondere ai nuovi bisogni della popolazione. In particolare, i principali interventi di ristrutturazione avviati dalle Regioni riguardano la razionalizzazione dei nodi della rete secondo il modello Hub & Spoke, l'attivazione dei Punti di primo intervento (PPI), la revisione dei bacini di utenza delle Centrali Operative, l'integrazione tra il Sistema di emergenza e il servizio di Continuità assistenziale, l'Inappropriatezza in generale dei servizi. Anche in questi caso il grado di attuazione delle azioni relative alla revisione dei nodi della rete è diversificato e, nella maggior parte dei casi, la situazione è ancora in divenire. Cure primarie e continuità dell'assistenza. Il futuro sono le Aft e Uccp: in campo 43 progetti in 15 Regioni. Il riordino delle cure primarie, introdotto dalla legge n. 189/2012, prevede l'obbligatorietà dell'istituzione di forme aggregative mono professionale e multi-professionale (Aggregazioni Funzionali Territoriali, AFT; Unità Complesse di Cure Primarie, UCCP) tra Mmg in tutte le loro funzioni, PLS, specialisti ambulatoriali e altre professionalità sanitarie presenti sul territorio anche al fine di consentire l'offerta attiva di prestazioni e servizi, la presa in carico globale, tempestiva e unitaria dell'assistito, la continuità dell'assistenza tutti i giorni della settimana per tutto l'arco della giornata. Per dare concreta attuazione alla legge occorre che siano siglati i nuovi Accordi collettivi nazionali e nel corso del 2013 si è lavorato all'elaborazione dell'Atto di indirizzo per la medicina convenzionata, licenziato dal Comitato di settore Regioni-Sanità, nella seduta del 12 febbraio 2014, propedeutico all'emanazione degli stessi. In tema di assistenza primaria, con l'Accordo Stato-Regioni del 22 novembre 2012 la programmazione nazionale ha previsto, per l'anno 2012, l'individuazione di fondi dedicati alla presentazione di specifici progetti regionali, in attuazione agli indirizzi programmatori del Psn. In questo ambito sono stati elaborati, in materia di Assistenza Primaria, 43 progetti finalizzati alla riqualificazione dell'assistenza territoriale, elaborati da 15 Regioni. Dagli atti programmatori inviati e dagli adempimenti di verifica Lea risultano attivati e/o in fase di attuazione i seguenti modelli organizzativi: 123 Case della Salute ripartite tra Toscana (50), Liguria (3), Emilia Romagna (49), Umbria (2) Molise (4), Marche (14), Lazio (1); 42 Presidi Territoriali di Assistenza (PTA), dei quali 35 nella Regione Sicilia, 5 nel Molise e 2 in Abruzzo; 34 Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP), delle quali 32 nella Regione Veneto e 2 nella Regione Abruzzo; 175 Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), delle quali 164 attivate nella Regione Veneto e 11 nella Regione Basilicata, ma la cui ulteriore attivazione è prevista sull'intero territorio nazionale. Inoltre, sei Regioni su quindici, pari al 40%, hanno previsto l'individuazione di modalità organizzative per garantire l'assistenza sanitaria in H24 e consentire la riduzione degli accessi impropri nelle strutture di emergenza (Liguria, Emilia Romagna, Marche, Campania, Sicilia, Abruzzo). Nel 2012, la medicina generale è stata garantita, sul territorio nazionale, da 45.429 Mmg, con una media del numero di scelte di 1.156 utenti per Mmg. Nel 2012, i Pls erano in totale 7.656, con un numero medio di assistiti per medico di 879. Il Servizio di Continuità Assistenziale ha visto impegnati 12.027 medici titolari che hanno effettuato complessivamente 17.260 contatti per 100mila abitanti. Il ruolo delle farmacie: sempre più presidi sanitari. Con la legge n. 69/2009 vengono previsti nuovi servizi a "forte valenza sociosanitaria" erogabili dalle farmacie pubbliche e private nell'ambito del Ssn, finalizzati a far sÌ che le farmacie possano partecipare al servizio di assistenza domiciliare integrata a supporto delle attività del medico di medicina generale, collaborare ai programmi di educazione sanitaria della popolazione, effettuare nei loro locali analisi di prima istanza, nonché prenotazione di visite ed esami specialistici. In attuazione della sopracitata legge, il D.lgs. 3 ottobre 2009, n. 153 e i successivi decreti attuativi hanno formalizzato il nuovo ruolo della farmacia di comunità tracciando la tipologia delle prestazioni erogate e le attività che il farmacista può svolgere. Il Ministero della salute sta supportando questa fase di trasformazione e ha elaborato le "Linee di indirizzo sugli strumenti per concorrere a ridurre gli errori in terapia farmacologica ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 33 18/12/2014 15:25 quotidianosanita.it Sito Web e nell'erogazione dei servizi assistenziali erogati nelle farmacie di comunità" con il coinvolgimento di FOFI, FNOMCEO, IPASVI, SIFO e Regioni. Il Manuale fornisce un quadro di riferimento per il nuovo ruolo che le farmacie di comunità assumono e rappresenta la declinazione italiana della Pharmaceutical care applicata all'ambito territoriale. Le farmacie, accanto ai servizi tradizionali, rafforzano il loro ruolo di presidio sanitario, offrendo nuovi servizi a forte valenza sociosanitaria in sinergia con gli altri operatori del servizio sanitario. Il nuovo ruolo dei farmacisti include, accanto all'attività di counseling, la responsabilità di comprendere la situazione psico-sanitaria sociale della persona e la gestione e il monitoraggio delle nuove professioni non organizzate in ordini e collegi professionali. La farmacia potrà rivelarsi un presidio di importanza vitale in caso di emergenza e di primo soccorso soprattutto in aree rurali e montane, nelle piccole Isole o in situazioni di rilevante afflusso di popolazione. L'innovazione tecnologica e i servizi di telefarmacia saranno utili soprattutto nelle aree disagiate e per le patologie croniche e potranno contribuire all'ottimizzazione delle risorse e al monitoraggio dello stato di salute del paziente. I criteri per la remunerazione, da parte del Ssn, delle nuove prestazioni e funzioni sono definiti con Accordi Collettivi Nazionali. Spesa farmaceutica: tra pubblica e privata la quota è 25,5 mld. Nel 2012 ogni italiano ha acquistato in media 30 confezioni di medicinali attraverso le farmacie pubbliche e private, per un totale di oltre 1,8 miliardi di confezioni. La spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è stata pari a 25,5 miliardi di euro, il 76% dei quali è stato rimborsato dal Ssn. In media, per ogni cittadino italiano la spesa per farmaci è stata di circa 430 euro. Le dosi giornaliere totali prescritte ogni 1.000 abitanti nel 2012 sono state 1.626,8. La spesa farmaceutica territoriale complessiva, sia pubblica sia privata, si è ridotta rispetto all'anno precedente del 5,6% ed è stata pari a 19.389 milioni di euro. Le dosi giornaliere prescritte ogni 1.000 abitanti a carico del Ssn in regime di assistenza convenzionata sono state 985 (in aumento rispetto all'anno precedente del 2,3%). La spesa territoriale pubblica è stata di 11.823 milioni di euro e ha registrato una riduzione del -8%. Nei primi 9 mesi del 2013 gli italiani hanno acquistato un totale di 1.398 milioni di confezioni di medicinali, per una media di circa 23 confezioni a testa. A livello di consumi in regime di assistenza convenzionata, sono state prescritte 1.002,4 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, un valore sostanzialmente in crescita (+1,8%) rispetto all'anno precedente. La spesa farmaceutica nazionale totale è stata pari, nei primi 9 mesi del 2013, a 19,5 miliardi di euro, il 74,7% dei quali rimborsati dal Ssn. Nello stesso periodo la spesa farmaceutica territoriale a carico del Ssn è stata pari a 8.799 milioni di euro (148,1 euro pro capite) con una riduzione pari al -3,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La spesa per i farmaci utilizzati in ambito ospedaliero è stata pari a 1,9 miliardi di euro, per il 68,1% composta dai farmaci di classe H, per il 16,7% dai farmaci di classe C e per il restante 15,2% dai farmaci di classe A. Farmacovigilanza. In Italia tasso di segnalazione superiore a quello previsto dall'Oms ma solo il 31% sono casi gravi. Nel 2013, la Rete Nazionale di Farmacovigilanza ha registrato 40.957 segnalazioni di sospette Adr, equivalenti a un tasso di segnalazione pari a 690 casi per milione di abitanti, risultato superiore a quello di altri Paesi europei con una forte tradizione nella farmacovigilanza e al valore definito dall'Oms come gold standard per un efficiente sistema di farmacovigilanza in grado di identificare tempestivamente i segnali di allarme (300 segnalazioni per milione di abitanti). Circa un terzo (31%) delle segnalazioni è stato definito come grave, in larga parte perché causa di ricovero ospedaliero o prolungamento dello stesso. I medici ospedalieri hanno rappresentato la principale fonte delle segnalazioni (52%), seguiti dai farmacisti (16%), dagli specialisti (9%) e dai Mmg (7%). La maggior parte delle segnalazioni di farmacovigilanza ha riguardato farmaci antimicrobici (24%), antineoplastici (18%), del sistema nervoso centrale (14%), del sangue (12%) e del sistema cardiovascolare (9%). Le reazioni più segnalate sono state quelle cutanee (19%), seguite da quelle relative alle condizioni generali (14%), le gastrointestinali (14%) e quelle del sistema nervoso (10%). Gli altri organi e sistemi sono stati coinvolti con una percentuale inferiore al 10%. 18 dicembre 2014 ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 34 18/12/2014 10:51 www.ilquaderno.it Sito Web Infermieri Benevento, confermata la leadership ad Andrea Della Ratta pagerank: 5 Le elezioni per il rinnovo delle cariche collegiali dell'Ipasvi, tenutesi dal 12 al 14 dicembre, hanno confermato il gruppo dirigente uscente con 4 nuovi ingressi e rafforzato la leadership del presidente Andrea Della Ratta. Con oltre il 22% dei votanti, si conferma anche la partecipazione al voto degli infermieri di Benevento e Provincia negli appuntamenti elettorali. "Voglio ringraziare i colleghi per la partecipazione ed l'attaccamento alla professione dimostrati anche questa volta" - ha detto Della Ratta dopo la maratona per lo scrutinio delle 508 schede. "Nel nostro appello al voto ha aggiunto il Presidente - avevamo chiesto un segnale di legame con la professione, prima ancora che un voto di rinnovata fiducia. Di questo siamo fieri e nel contempo ci inorgoglisce il consenso espresso a favore del gruppo dirigente propostosi. Continueremo a difendere e a sostenere questa professione con l'impegno di sempre e con rinnovata energia". I risultati dello scrutinio hanno visto 508 votanti 508, 20 schede nulle, 5 bianche e 483 schede valide. Dallo spoglio, sono risultano eletti per il Consiglio Della Ratta Andrea (455 voti); Amore Salvatore (440); Di Biase Michelina (435); Zotti Americo (433); De Luisi Angelo (431); Ricci Maria Pompea (430); La Monica Alfredo (428); Formato Franco (428); D'Addio Andrea (426); De Vita Anna (422); Annese Giovanna (422); Callaro Patrizia (417); Zurlo Vittorio Massimo (416); Genetiempro Claudia (414); Mottola Antonella (411) Primo dei non eletti Orlando Carmine (39). Risultano eletti per il Collegio dei Revisori dei Conti Di Rubo Nicola (428); Labagnara Antonella (421); Caiazza Antimo Antonio (417). Primo dei non eletti Caporaso Carlo (18). Eletto Revisore Supplente: Napolitano Loredana (420). Primo dei non eletti Rubino Adele (7). Il primo Consiglio Direttivo, convocato dal Consigliere Anziano il 17 dicembre scorso ha provveduto alla distribuzione delle cariche in seno al Consiglio e del Collegio dei Revisori dei Conti per il triennio 2015/2017. Il Consiglio Direttivo è formato da Andrea Della Ratta - Presidente, Americo Zotti - Vice Presidente, Andrea D'Addio - Segretario, Amore Salvatore - Tesoriere: mentre consiglieri sono Angelo de Luisi, Maria Pompea Ricci, Alfredo La Monica, Franco Formato, Anna De Vita, Giovanna Annese, Patrizia Callaro, Vittorio Massimo Zurlo, Claudia Genetiempro e Antonella Mottola. Il Collegio dei Revisori dei Conti è formato da Antimo Antonio Caiazza - Presidente, Nicola Di Rubbo e Antonella Labagnara Revisori Effettivi e Loredana Napolitano Revisore Supplente. ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 35 18/12/2014 15:03 ediltecnico.it Sito Web Regime dei Minimi: nel 2015 3mila euro in meno per i tecnici under 40 pagerank: 4 Regime dei Minimi: nel 2015 3000 euro in meno per i tecnici under 40 Il Regime dei Minimi sarà un vero e proprio Pacco di Natale, soprattutto per i liberi professionisti dell'area tecnica under 40, il cui reddito disponibile annuo diminuirà di 3.000 euro nel corso del 2015. Questo dato drammatico emerge da una simulazione condotta da Confprofessioni Lazio, la Confederazione italiana delle libere professioni, sui dati forniti dall'associazione nazionale delle casse di previdenza private ( Adepp). Stiamo parlando di un incremento della tassazione sui redditi dell'ordine del +500%: un'enormità . Con il nuovo regime dei minimi delineato nella Legge di Stabilità 2015 in approvazione al Senato, si legge in una nota di Confprofessioni 'a parità di reddito i professionisti under 40 passeranno da un'aliquota media del 5% ad una del 22,48% per l'area tecnica, del 23,77% per l'area economico-sociale, del 24,58% per l'area sanitaria e del 25,11% per l'area giuridica'. I redditi medi dei professionisti under 40 censiti dall' Adepp, infatti, si attestano su livelli compatibili con l'attuale regime dei minimi (30.000 euro) ma ben al di sopra dei limiti previsti dal nuovo regime (15.000 euro). Esaminando nel dettaglio la parte della simulazione relativa ai professionisti tecnici, emerge che su un reddito medio ipotizzato di 18.000 euro, se nel 2014 si pagavano di Irpef/sostituto d'imposta 900 euro, con il nuovo regime dei minimi nel 2015 si arriverà a sborsare oltre 4.000 euro con un aggravio di circa 3.000 euro. Su base mensile questo significa che se prima un giovane tecnico aveva nel 2014 uno stipendio medio di 1.400 euro, nel 2015 dovrà far quadrare i conti del proprio bilancio con meno di 1.200 euro. redditi professionisti under 40 400x446 Regime dei Minimi: nel 2015 3mila euro in meno per i tecnici under 40 La simulazione di Confprofessioni Lazio sulla riduzione dei redditi dei liberi professionisti under 40 con il nuovo regime dei minimi in vigore dal prossimo anno 'È evidente che l'inasprimento dei limiti per accedere al regime dei minimi previsto per autonomi e professionisti - commenta Andrea Dili, Presidente di Confprofessioni Lazio - spingerà inevitabilmente fuori dal mercato oltre 300 mila giovani professionisti. Non si comprende - conclude Dili - perché mentre a parole il Governo dichiara di voler puntare su giovani, competenze e qualificazione professionale, nei fatti si finisce per affossare proprio uno dei comparti più giovani, innovativi e dinamici del mercato del lavoro italiano'. ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 36 18/12/2014 05:47 finanza.tgcom24.mediaset.it Sito Web Lo Stato si prende i rendimenti delle Casse pagerank: 4 DIRITTO E FISCO Di Ignazio Marino Lo Stato mette le mani sul patrimonio degli enti di previdenza dei professionisti. Come? Vincolando nella sostanza i loro rendimenti ad attività a medio o lungo termine per finanziare investimenti in opere infrastrutturali individuate con apposito provvedimento del ministero dell'economia e delle finanze. Dunque quello che doveva essere un intervento correttivo della legge di stabilità, per scongiurare l'aumento della tassazione dal 20 al 26% delle rendite finanziarie, ha solo peggiorato le cose. Prima dell'emendamento del relatore approvato ieri in commissione bilancio del Senato, infatti, gli istituti pensionistici pagando il 26% avrebbero sborsato di più ma almeno conservavano l'autonomia di reinvestire le risorse nelle attività ritenute più utili (tipo il welfare interno) e magari più redditizie. Approvata la legge, a decorrere dal periodo di imposta 2015 le Casse di previdenza (di cui al dlgs 5096/94 e dlgs 103/96) pagheranno sempre il 26% ma con la possibilità di vedersi riconosciuto un credito d'imposta in grado di recuperare un 6% di imposte sotto forma di compensazione. L'ente, cioè, può pagare meno tasse. Attenzione però. Ci sono due elementi da tenere in considerazione. Il primo. Per godere del bonus fiscale i rendimenti ottenuti devono essere investiti in attività individuate con apposito decreto del ministero dell'economia. Le Casse pertanto si troveranno sostanzialmente di fronte alla scelta obbligata di aderire. In linea con il volere del Governo, sono mesi che all'interno dell' Adepp (l'associazione che rappresenta le gestioni previdenziali dei professionisti) si parla di un Fondo crescita (inizialmente da 3/5 miliardi) per aiutare l'economia reale e quindi di conseguenza anche i professionisti. Decidere di non aderire alle iniziative governative, quindi pagare un imposta più alta (il 26 e non il 20%) e in più destinare i rendimenti ad attività finanziarie diverse sarebbe come passare agli occhi degli organismi vigilanti come «speculatori» (cosa che gli enti hanno sempre rifiutato). Il secondo elemento da tenere ben presente è il credito d'imposta riconosciuto al comparto della previdenza è di 80 milioni a decorrere dal 2016. Si tratta di una cifra, quindi, da dividere anche con i Fondi di previdenza complementare per i quali è previsto l'aumento della tassazione delle rendite dall'11,5 al 20% e di conseguenza anche il meccanismo della compensazione (del 9%). In definitiva: anche quando si decidesse, con tutte le buone intenzioni, di godere di una "fiscalità di vantaggio" non è detto che alla fine il vantaggio ci sarà. Diciamo che ci sarà per alcuni e per altri no. Lo Stato, intanto, avrà reperito in ogni caso nuove risorse. ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 37 18/12/2014 12:32 thedailynurse.eu Sito Web A commento delle elezioni Ipasvi ... Mai come in questa tornata elettorale nazionale si sono scontrati non due modi di vedere la professione, cosa già accaduta in passato, ma due mondi diversi di vivere la professione. Abbiamo assistito alla successione di Emma Carli e visto l inizio dell era Silvestro... Una novità dirompente, un mondo professionale nuovo che cresceva e cambiava... Ma oggi, in cui un nuovo cambiamento alla professione si rende più necessario, un cambiamento che altro non è che il completamento di ciò che è nato allora, si trovano in campo soggetti diversi da allora. Non più professionisti "nuovi" e professionisti "precedenti" (vecchi sta brutto e non rende l'idea), ma forze contrapposte per interessi di potere, esplicito. Da un lato l' attuale Presidenza, che come in ogni realtà punta a mantenere il suo ruolo per portare a termine la strada iniziata, dall' altra forze sindacali che, dato anche il blocco contrattuale, non riescono più nel loro intento di fare proseliti e puntano ai posti di potere dell ordine professionale. Questa battaglia, non più legata alla professione, ma ai posti di potere, sta generando mostri, colleghi pronti a tutto per ottenere un voto, più o meno di scambio, per poter "sopravvivere". Dai gadget, ai corsi fantasma, arrivando a cose estreme, assurdità sesquipedali! Si chiedono stati generali infermieristici per parlare e discutere della professione... Qui siamo al cannibalismo più spietato e becero! Come risulta possibile pensare la professione di domani in questa realtà conflittuale? In cui l unico modo di sopravvivere sembra legato alla conquista delle poltrone e dei fondi economici della federazione Ipasvi? Qualcuno si vergogni... The Daily Nurse ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 19/12/2014 38 PREVIDENZA 18 articoli 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 6 (diffusione:334076, tiratura:405061) Previdenza . Tetto di spesa sugli sgravi per gli investimenti infrastrutturali Fondi e Casse, 80 milioni per il credito di imposta Davide Colombo ASSOFONDIPENSIONE «Resta un grave errore incentivare una sola tipologia di investimento penalizzando il prelievo sulle altre assets class utilizzate» ROMA Il tetto di spesa previsto per il credito di imposta alle Casse previdenziali e ai Fondi pensione che decideranno di sostenere l'economia italiana investendo in progetti infrastrutturali si ferma a 80 milioni. Si tratta di una dote annua, che scatta dal 2016 e il cui utilizzo sarà monitorato con criteri fissati nello stesso decreto ministeriale che indicherà gli investimenti infrastrutturali di destinazione. Raggiunto il limite stabilito si chiuderà il rubinetto del credito d'imposta. Per la copertura si provvederà, invece, con una riduzione delle risorse del Fondo per interventi strutturali di politica economica attivato al Mef con un proroga termini di dieci anni fa. Si chiude con questa correzione la partita fiscale sui fondi pensione e le Casse di previdenza giocata nella Stabilità 2015. Una «compensazione» alle maggiori aliquote introdotte sui rendimenti, elevata dall'11,5 al 20% per i primi e dal 20 al 26% per le Casse di previdenza. Una maggiore tassazione che si accompagna al provvedimento sul Tfr in busta paga nel prossimo triennio e dalla quale il Governo si aspetta un maggior gettito per circa 400 milioni annui. È proprio sul grosso differenziale tra l'incentivo all'investimento e il maggior prelievo che si sono accentrate le critiche di Assofondipensione, l'associazione che riunisce Confindustria, Confcommercio, Confservizi, Confcooperative, Legacoop, Agci, Cgil, Cisl, Uil e Ugl e rappresenta 34 fondi negoziali con circa due milioni di lavoratori iscritti e 37 miliardi di euro di patrimonio. «Seppure potenzialmente positivo in termini di agevolazione degli investimenti nell'economia reale - scrive in una nota Assofondipensione - l'emendamento presentato dal Governo che istituisce un credito di imposta per gli investimenti infrastrutturali effettuati dai fondi pensione non può essere in ogni caso una risposta adeguata a fronteggiare l'aumento della tassazione sui rendimenti, né rappresentare una misura compensativa. Il saldo è più che negativo per il sistema». Assofondipensione torna a chiedere al Governo di mantenere l'attuale tassazione: «Perché è un errore incentivare una sola tipologia di investimento penalizzando il prelievo su tutte le altre assets class oggi utilizzate». Il credito d'imposta si potrà effettuare solo l'anno successivo all'investimento infrastrutturale previsto e si agirà su due canali. Per le Casse, verrà riconosciuto come differenziale tra l'ammontare delle ritenute d'imposta sostitutive applicate nella misura del 26% sui redditi finanziari dichiarati e certificati e l'ammontare di tali ritenute e imposte sostitutive computate nella misura del 20%. Per i fondi pensione, verrà riconosciuto per un importo pari al 9% del risultato netto maturato assoggettato all'imposta sostitutiva. Il credito di imposta per i fondi non concorrerà alla formazione del risultato netto maturato e, ai fini della formazione delle prestazioni previdenziali, andrà a incrementare la parte corrispondente ai redditi già assoggettati a imposta. © RIPRODUZIONE RISERVATA La previdenza complementare in Italia ADESIONI Dati 2014 provvisori 1.032.737 Fondi pensione aperti 2.338.681 PIP "nuovi" 505.000 PIP "vecchi" 654.000 Fondi pensione preesistenti 6.452.471 Totale iscritti 1.947.363 Fondi pensione negoziali 123.929 Totale risorse Fondi pensione aperti 13.314 PIP "nuovi" 15.062 PIP "vecchi" 6.500 Fondi pensione preesistenti 50.380 RISORSE DESTINATE ALLE PRESTAZIONI Dati 2014 provvisori, in milioni di euro Fondi pensione negoziali 38.609 Fonte: Covip PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 40 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) Legge di stabilità LE MODIFICHE DEL SENATO Fornitori Pa, l'Iva cambia subito Split payment dal 1° gennaio senza attendere il parere Ue - Chiusura per le partecipate senza personale Marco Mobili Marco Rogari lE NOVITÀ Dal congelamento della Tasi per tutto il 2015 all'election day alla ridefinizione del capitolo giochi all'anticipo al 2015 della gara per il lotto ROMA L'Iva dei fornitori della Pa da subito all'Erario. Il Governo non attenderà la deroga della Commissione europea per far decollare da subito il nuovo strumento dello split payment con cui lo Stato conta di drenare oltre 900 milioni di maggiori risorse dalla lotta all'evasione Iva. Salvo ripensamenti dell'ultimissima ora, cui maggioranza ed Esecutivo ci hanno abituati, è quanto prevede il maxi emendamento al ddl di stabilità su cui il Governo chiederà il voto di fiducia. Nel "maxi" trova posto anche un antipasto del piano Cottarelli sul taglio delle partecipate, in attesa della più complessa riforma che il Governo potrebbe presentare in primavera, come ha anticipato ieri il relatore Giorgio Santini (Pd). La sintesi tra gli emendamenti Ncd e di Sc e fatti propri dal Governo prevede in sostanza la oppressione delle società che al 30 settembre 2014 risultano composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti, ovvero abbiano conseguito nell'esercizio concluso al 1° gennaio 2015 un fatturato inferiore a 100mila euro. E per chi sarà inadempiente saranno previste sanzioni ad hoc: per i dirigenti responsabili dell'ente titolare, direttamente o indirettamente della partecipazione, gli amministratori della società in cui la partecipazione è detenuta e, nel caso di partecipazione indiretta, gli amministratori della società che detiene la partecipazione si applicherà una sanzione amministrativa pari, per ciascun anno in cui si protrae l'inadempimento, al 20% della retribuzione lorda annua, nel caso dei dirigenti, e all'intero emolumento spettante, nel caso degli amministratori. Arriva anche la sterilizzazione, con un credito d'imposta spendibile in compensazione solo dal 2016, della retroattività dell'aumento del prelievo fiscale sugli utili delle Fondazioni e delle Onlus. E sugli investimenti internazionali arriva l'uscita di Singapore dalle black list. La norma, infatti, rende compatibile con il livello di tassazione fiscale italiano quello praticato dalla CittàStato sulle partecipate estere. C'è poi l'aumento del costo del ravvedimento operoso e il credito d'imposta per la mediazione assistita. Una serie di correttivi , questi, depositati dal Governo la settimana scorsa, ma che nel complesso e tortuoso lavoro della commissione Bilancio non erano stati approvati. Come ha confermato ieri il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, il maxiemendamento legato al voto di fiducia rispecchierà il lavoro svolto in commissione. A partire dai crediti d'imposta con cui il Senato ha cercato di mitigare gli aumenti del carico fiscale "nascosti e non" sia su un milione e 400mila soggetti privi di costo del lavoro da dedurre dall'imponibile Irap e che si sono visti tornare l'aliquota al 3,9% dal taglio di maggio che l'aveva portata al 3,5%, sia su fondi pensione e sui fondi delle casse di previdenza privatizzate. Ci sono, ancora, lo stop all'aumento della Tasi per il 2015, così come la cessione di cessione a Terna della rete di trasmissione dell'elettricità delle Fs. La possibilità di election day in maggio con eventuale accorpamento dei previsti rinnovi di sette consigli regionali e degli organi di circa mille Comuni, nonché la ridefinizione del capitolo giochi: stop all'aumento del Preu (prelievo erariale unico) sostituito da una tassazione aggiuntiva, fortemente contestata dai concessionari pronti a rimettere in discussione davanti ai giudici il cambio in corsa delle condizioni contrattuali, di 500 milioni di euro sui concessionari di Vlt e New slot; anticipo al 2015 della gara di appalto della concessione del gioco del lotto. La blindatura, che inizialmente il Governo voleva porre ieri sera per un voto dell'assemblea in piena notte, verrà posta, dunque, su un testo rivisitato ma non approvato in toto dalla "Bilancio" che, nonostante la maratona notturna di mercoledì e il supplemento di lavori deciso ieri, non è riuscita a concludere i suoi lavori. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 41 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) Tra le novità dell'ultimissima ora spicca anche il raddoppio dell'imposta sostitutiva sui valori di acquisto delle partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati e dei terreni edificabili o di destinazione agricola. Aliquote che passano rispettivamente dal 4 all'8% e dal 2 al 4% . L'emendamento, inizialmente presentato da Maria Cecilia Guerra (Pd), destinava queste risorse (stimate in 150 milioni nel 2015) al fondo per il contrasto della povertà mentre nella riformulazione le risorse affluiranno al fondo Fispe (il Fondo interventi strutturali di politica economica). Sul fronte scuola nel maxiemendamento arrivano 10 milioni (emendamento di Francesca Puglisi del Pd) per prorogare i contratti a termine dei ricercatori e per far partire così il sistema di valutazione delle scuole. Ultimo nodo sciolto dal Governo è quello degli esuberi delle province: confermando l'emendamento già depositato, è stato introdotto un parametro automatico che considera "in eccesso" il 50% del personale degli enti di area vasta con l'eccezione di quelli destinati a trasformarsi in città metropolitane dove gli "esuberi" sono pari al 30%. Entro fine marzo si dovrà definire quale personale resta assegnato ai nuovi enti e quale sarà avviato alle procedure di mobilità. Nonostante le pressioni, il Governo conferma il no all'ampliamento fino al 2018 delle finestre per andare in pensione con i requisiti "pre Fornero". Dopo il sì del Senato il testo approderà alla Camera per l'ok finale tra domenica e lunedì. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nella sezione Norme e tributi Gli altri approfondimenti sulla Stabilità LE ULTIME NOVITÀ DEL MAXIEMENDAMENTO I punti ancora incerti PARTECIPATE Riduzione delle piccole società La riforma complessiva del settore non sarà nella legge di Stabilità 2015 ma arriverà in primavera. Intanto nel maxi-emendamento dovrebbe esserci una norma che prevede la chiusura o l'accorpamento delle piccole società. Ci saranno multe in caso di mancato taglio sia all'amministrazione sia ai dirigenti PROVINCE Esuberi in campo Scatta la mobilità per i dipendenti in esubero, da ricollocare prioritariamente in Regioni e Comuni. E per due anni conserveranno il posto di lavoro. Il Governo ha anche introdotto un parametro automatico che considera in eccesso il 50% del personale degli enti; per quelle destinate a diventare città metropolitane il parametro è del 30% FISCO Singapore fuori dalla black list Il livello di tassazione fiscale praticato dalla Città-Stato sulle partecipate estere verrà considerato adeguato a quello italiano. Inoltre dovrebbe essere confermato l'avvio dello split payment (il pagamento dell'Iva da parte della Pa direttamente all'Erario e non ai fornitori) dal 1° gennaio anche senza il via libera dell'Europa PATENT BOX Agevolazioni in arrivo Per le imprese potrebbe arrivare un ampliamento del patent box, ovvero di uno sconto fiscale specificamente indirizzato ai brevetti e a tutte le tipologie di marchi. Probabile anche l'aumento del costo del ravvedimento operoso e il credito d'imposta per la mediazione assistita Le misure approvate TASI Stop all'aumento Bloccato per il 2015 il livello massimo di imposizione della Tasi: l'aliquota massima non potrà superare il 2,5 per mille, come quest'anno. Confermata la possibilità di superare i limiti stabiliti per un ammontare complessivamente non superiore allo 0,8 per mille, a condizione che l'aumento sia utilizzato dai Comuni per finanziare le detrazioni d'imposta PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 42 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) IRAP Credito d'imposta esteso Per i soggetti Irap privi di autonoma organizzazione e dunque senza costo del lavoro, ci sarà un credito d'imposta Irap del 10% che consente di recuperare quanto perso con l'abolizione del taglio dell'aliquota dal 3,9 al 3,5% disposta a maggio e abolita dalla Stabilità. La misura riguarda 1,4 milioni di lavoratori autonomi PARTITE IVA Dipendenti esclusi dai minimi Saranno esclusi dalle agevolazioni del nuovo regime dei "minimi" per le partite Iva (aliquota del 15% e soglie diversificate a partire da 15mila euro per le diverse tipologie di attività) i soggetti con redditi di lavoro dipendenti e assimilati prevalenti rispetto ai redditi oggetto di agevolazione, a eccezione di coloro per cui la somma di tali redditi non superi i 20mila euro FONDI E CASSE Crediti d'imposta Sono riconosciuti crediti d'imposta del 9% e del 6% , rispettivamente, ai fondi pensione e alle casse di previdenza, calcolati sui rendimenti degli investimenti effettuati in economia reale. I bonus compensano l'incremento previsto delle tasse sui rendimenti per i fondi pensione dall'11,5% al 20% e per le casse dal 20% al 26% POSTE Razionalizzazione del servizio II contratto di programma di Poste «potrà prevedere l'introduzione di misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull'intero territorio nazionale». Inoltre l'Agcom dovrà deliberare nuove tariffe. Un altro emendamento trasferisce a Poste 535 milioni in attuazione di una sentenza Ue sugli aiuti di Stato LAVORO Meno tagli per i patronati Il taglio ai patronati sarà ridotto a 35 milioni di euro, rispetto ai 150 milioni previsti. Recuperati 30 milioni di risorse per il fondo per gli sgravi destinati alla contrattazione di secondo livello. Le coperture vengono attinte dal cosiddetto fondo taglia-tasse. La decurtazione del fondo passa così da 238 a 208 milioni TERREMOTI Stop Tasi per l'Aquila e Emilia L'anno prossimo i cittadini non dovranno pagare la Tasi sulle case crollate per il terremoto dell'Aquila. Ok anche a 25 milioni per la ricostruzione. Stanziati 18 milioni di risorse nuove per i comuni emiliani colpiti dal sisma. Proroga del pagamento delle rate dei mutui dei Comuni accesi con Cdp ed esenzione dall'Imu sugli edifici inagibili e dalla Tasi per il primo semestre 2015 ENERGIA Reti elettriche Fs a Terna Saranno cedute a Terna le reti elettriche in alta e altissima tensione e le relative porzioni di stazioni di proprietà di Ferrovie dello Stato. Le risorse derivanti dalla cessione delle reti elettriche saranno destinate alla copertura di investimenti di Fs che sono stati previsti dal contratto di programma PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 43 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 43 (diffusione:334076, tiratura:405061) Commercialisti Ue. L'assemblea della Fédération des experts-comptables européens Solidoro vicepresidente della Fee Fe. Mi. Il presidente dell'Ordine di Milano dei dottori commercialisti ed esperti contabili Alessandro Solidoro è stato eletto ieri vicepresidente dell'Fee, la Fédération deseExperts-comptables européens. La nomina di Solidoro, che andrà a rappresentare in Europa i 115mila commercialisti italiani fino al 31 dicembre 2018, è stata decisa a Bruxelles nel corso dell'assemblea generale dell'organismo su segnalazione del Consiglio nazionale della categoria. «Una nomina inaspettata - ammette Solidoro - ma importante; finalmente potremo essere attivamente presenti dove si fanno le leggi». L'Fee è un organismo che esiste da oltre 20 anni, rappresenta 36 paesi e 47 istituti di professioni contabili che rappresentano più di 800.000 professionisti ed è un ente di riferimento per le istituzioni Ue. «Noi italiani siamo stati poco presenti fino ad ora in Europa - ammette Solidoro - eppure circa il 75% delle leggi italiane sono di conversione di norme europee; essere attivamente presenti al tavolo delle decisioni ci permetterà di intercettare le norme durante la loro formazione e questo ci consentirà di rappresentare gli interessi e le peculiarità della categoria». Fino ad ora si è giocato di rimessa, cercando di risolvere a posteriori problemi emersi proprio dalla conversione di delibere europee (Un caso è quello dei revisori contabili, per sempio). Solidoro per la sua attività a Bruxelles sarà affiancato da una struttura dedicata interna al Consiglio nazionale: «Ho avuto modo di lavorare con loro - racconta Solidoro - e so che mi forniranno un aiuto essenziale anche se - ammette - devo ancora scoprire cosa comporterà in termini di impiego e presenza questa nomina. © RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 44 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 43 (diffusione:334076, tiratura:405061) Dichiarazioni 2015. Le Entrate studiano un software sulla Certificazione unica per agevolare i piccoli sostituti Precompilata, avviso dal fisco Alert dell'Agenzia sui dati «anomali» relativi alle agevolazioni Cristiano Dell'Oste Giovanni Parente 85 per cento I bonus Le dichiarazioni dei redditi con deduzioni o detrazioni Un alert dal Fisco ai contribuenti se i dati sugli sgravi fiscali per interessi sui mutui, polizze o contributi previdenziali comunicati da banche, assicurazioni o fondi pensione dovessero presentare delle anomalie. In pratica, le informazioni dubbie non saranno inserite nella precompilata ma viaggeranno in un foglio introduttivo, che riporterà la fonte da cui sono stati tratti i dati riportati nel modello e le segnalazioni di possibili incoerenze sui dati che gli uffici hanno preferito non inserire nel modello precompilato. Ad esempio, se la detrazione sugli interessi del mutuo comunicata dalla banca alle Entrate dovesse risultare fuori linea rispetto agli importi degli anni precedenti, il dato non apparirà nel modello, ma verrà riportato nel foglio introduttivo. Allo stesso modo, non saranno riproposte le rate delle detrazioni edilizie già contestate dagli uffici in seguito a controlli formali, ma l'informazione verrà comunque riportata in nota, perché potrebbe essersi trattato di un errore relativo a una sola annualità. Sarà poi il contribuente (in prima persona o attraverso l'intermediario che lo assiste) a decidere se confermare o meno quel dato con un'operazione che comporterà comunque un'integrazione alla precompilata, che non esclude ulteriori approfondimenti sui requisiti. C'è poi anche il nodo delle detrazioni per carichi familiari per il riscontro della correttezza dei dati, su cui l'Agenzia sta lavorando in questi giorni. Insomma, una partenza tutt'altro che semplice per il 730 precompilato, considerando anche i tempi ristretti. Entro metà gennaio, comunque, le Entrate puntano a pubblicare la circolare con i dettagli operativi, ma già ieri - nel corso di un incontro con i responsabili territoriali del Caf Acli - il direttore dell'Agenzia con delega ai servizi contribuenti, Paolo Savini, ha fornito alcuni chiarimenti. La certificazione unica In termini di scadenze, un primo banco di prova sarà il 28 febbraio, data entro cui i sostituti d'imposta dovranno trasmettere la nuova certificazione unica (Cu). Anche se negli anni scorsi il termine è stato spesso nel sforato, nel 2015 i ritardatari saranno sanzionati. Per facilitare i sostituti d'imposta più piccoli l'Agenzia potrebbe mettere a disposizione un software gratuito per la redazione e l'invio della Cu. Entro il 15 aprile la dichiarazione precompilata sarà messa a disposizione dei contribuenti che hanno presentato il 730 nel 2014 per i redditi dell'anno precedente (o che pur avendo fatto Unico avevano i requisiti per il 730) e che avranno una certificazione unica per redditi prodotti nel 2014. Sarà escluso, ad esempio, chi è stato assunto per la prima volta nel corso del 2014 o chi nel 2014 si è fatto bastare il Cud senza presentare la dichiarazione dei redditi. Nel caso dei soggetti che nel 2014 hanno presentato la dichiarazione congiunta, l'Agenzia metterà a disposizione due modelli precompilati distinti, almeno per il 2015, anche perché non è detto che gli stessi contribuenti vogliamo rifare un'unica dichiarazione anche l'anno prossimo. Le deleghe Le Entrate definiranno poi i «contenuti tipo», ma non un modello prestabilito, della delega che i Caf dovranno raccogliere dai contribuenti per poter scaricare il modello precompilato. I controlli su eventuali abusi saranno severi, anche perché si tratta di dati sensibili per la privacy, a maggior ragione quando dal 2016 si aggiungeranno le spese sanitarie. Sempre nel 2016 si punta a far entrare nel modello precompilato anche le tasse scolastiche. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 45 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 43 (diffusione:334076, tiratura:405061) © RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 46 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 45 (diffusione:334076, tiratura:405061) Previdenza . Nodo rendimenti alla Bicamerale Casse private, il Cup boccia l'imposta al 26% Mauro Pizzin TASSE ECCESSIVE Per il presidente Calderone «l'utilizzo del risparmio previdenziale potrebbe trovare maggiore impulso con misure agevolative» Semaforo rosso del Cup all'innalzamento al 26% dei rendimenti delle Casse di previdenza private previsto nel testo attuale della legge di Stabilità, ancorché in presenza di un credito d'imposta per investimenti infrastrutturali da individuare con un successivo decreto ministeriale. La contrarietà è stata espressa dai vertici del Comitato unitario delle professioni in un'audizione tenuta ieri presso la commissione bicamerale di controllo sull'attività degli enti gestori forme di previdenza obbligatorie. «L'utilizzo del risparmio previdenziale da parte delle Casse di previdenza, rivolto allo sviluppo e al sostegno dei propri iscritti oltre che all'economia reale - ha evidenziato la presidente del Cup, Marina Calderone potrebbe trovare ulteriore impulso ove fossero adottate misure agevolative nella tassazione del risparmio previdenziale, rispetto alla tassazione prevista per risparmi di altro genere». Nell'audizione i professionisti hanno ripercorso le tappe della crescita della pressione fiscale sul settore. «Ad opera del Dl 138/2011 - ha ricordato Calderone - la tassazione dei redditi di natura finanziaria delle Casse è passata dal 12,5 al 20% per poi essere ulteriormente elevata, seppur provvisoriamente, al 26% dal Dl 66/2014. In quest'ultima circostanza - ha proseguito - l'impegno del legislatore è stato quello di prevedere un'armonizzazione, dal 2015, della disciplina di tassazione dei redditi di natura, finanziaria con quella delle forme pensionistiche complementari (oggi all'11,5% ma in fase d'innalzamento al 20%, ndr)». Il Comitato unitario ha auspicato che nella legge di stabilità non siano contenute norme che stabilizzino tale regime al 26%, in controtendenza con i più diffusi modelli di tassazione che esentano la fase di accantonamento dei contributi e tassano solo quella di percezione del reddito da pensione». L'armonizzazione resta prioritaria anche rispetto all'ipotesi - fatta in questi giorni - di prevedere un credito d'imposta in grado di annullare gli effetti dell'aumento della tassazione per investimenti infrastrutturali: «appare inopportuno» - si legge nel documento presentato in Commissione dal Cup - procedere a una canalizzazione per legge di tali patrimoni (superiori nel complesso a 60 miliardi, ndr) verso settori e aree d'investimento del sistema economico nazionale, «almeno finchè resteranno irrisolti taluni nodi centrali per l'attività delle Casse di previdenza». Solo nell'ambito di un quadro di riferimento per il settore che preveda la definitiva declaratoria della natura privatistica delle Casse e un regime di tassazione corrispondente alla finalità pubblica dell'attività svolta, secondo il Cup, «potrebbe essere contenuto un atto d'indirizzo normativo affinchè l'insieme delle forme pensionistiche concentri le proprie risorse verso la direzione dello sviluppo del Paese, con un ritorno diretto per i liberi professionisti». © RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 47 19/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 45 (diffusione:334076, tiratura:405061) Cassa commercialisti. Corte dei conti su 2011 e 2012 Stabilità garantita Assegni da tutelare Federica Micardi La Corte dei conti riconosce alla Cassa di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti la sostenibilità, ma pone l'accento sulla necessità di garantire nel futuro pensioni adeguate. È questa, in sintesi, la conclusione dei "controllori" - determina 109/2014 - sui bilanci 2011 e 2012 che riconoscono all'ente di aver già messo in campo alcune misure - come l'aumento sine die del contributo integrativo e l'aumento del contributo soggettivo - per arginare questo problema. La Corte evidenzia che nei due esercizi analizzati i risultati economici dell'attività della Cassa sono sempre di segno positivo, anche se presentano un trend molto differenziato: nel 2011 un avanzo di 357 milioni e nel 2012 pari a 554 milioni di cui 220 milioni riferibili per lo più alla gestione mobiliare. A questo proposito, la Corte avverte l'esigenza di invitare la Cassa a perseguire «una politica finanziaria ispirata a criteri di prudenza, astenendosi dal solo intento speculativo». Il richiamo alla prudenza per Renzo Guffanti, presidente della Cnpadc, non è una novità, perché sempre gli organi di controllo ricordano la necessità di contenere il rischio. Guffanti si dice soddisfatto della relazione, e sottolinea come a fronte di uscite per pensioni pari a 240 milioni di euro l'anno la Cassa ha riserve per 5 miliardi . «La stessa Corte rileva come il rapporto tra riserve e uscite (cioè l'indice di copertura) era del 20,9 nel 2011, e sale al 22,5 nel 2012 ; andamento che si conferma in crescita anche nel 2013 con l'indice che si attesta al 23,5». La Corte dei conti sottolinea, tra i "considerata" (pagina 2), come nel 2012 ci sia stata una "lievitazione" degli oneri diversi relativi alla gestione dei titoli. «Un aumento - spiega Guffanti - dovuto alla pressione fiscale sulle rendite finanziarie, passata dal 12,5% al 20% in un anno in cui gli investimenti mobiliari hanno avuto alti rendimenti». Il documento si conclude evidenziando come la piena stabilità è garantita per 30 anni, ma sul lungo periodo c'è un netto peggioramento. «È il momento in cui i nati nel baby boom andranno in pensione spiega Guffanti - e i pensionati passeranno dagli attuali 6mila a quasi 26mila. Un aumento notevole, a cui però ci stiamo preparando già ora: tra 15 anni avremo scorte a riserva per 20 miliardi». © RIPRODUZIONE RISERVATA I NUMERI DELLA CASSA 01 Iscritti e pensionati Nel 2011 gli iscritti sono 56.611 e i pensionati 5.971; nel 2012 gli iscritti salgono a 58.563 e i pensionati a 3.123. Il rapporto resta stabile: 10,3 attivi ogni pensionato. 02 ENTRATE E USCITE Nel 2011 le entrate contributive sono pari a 596,19 milioni e le uscite a 202,1; nel 2012 le entrate salgono a 634,1 milioni e le uscite a 213,2 milioni. Il rapporto tra contributi e pensione è pari a 3 . 03 IMMOBILI Nel 2011 il valore contabile lordo degli immobili è pari a 318,3 milioni e netto scende a 257 milioni; nel 2012 il primo sale a 334,6 milioni e il secondo a 269,2 milioni 04 STRUMENTI FINANZIARI Gli strumenti finanziari in portafoglio al 31 dicembre 2012 a valore di mercato ammontano a 3,3miliardi, di cui: Etf 78,65 milioni Oicr 1.577,6 milioni Obbligazioni 996,2 milioni Liquidità 641,8 milioni Con la gestione patrimoniale di 933 milioni il totale arriva a 4.227,3 milioni. Il rendimento nel 2012 è stato del 12,47% l'anno precedente era stato del -5,6% PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 48 19/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:309253, tiratura:418328) Governo, caos sulla manovra Slitta il maxi emendamento Rebus Province, con 20mila dipendenti che rischiano. Tra le misure probabili, Palazzo Chigi mette un tetto alla Tasi e congela il canone Rai PAOLO BARONI ROMA Il governo puntava ad accelerare l'iter della legge di stabilità per votare oggi la fiducia al Senato e fare il bis lunedì alla Camera e chiudere così «al volo» tutto il pacchetto. In realtà, dopo aver deciso di arrivare in aula col testo aperto, senza il mandato al relatore, si è scoperto che lo sprint finale era più complesso del previsto. Il dibattito in aula è iniziato solo alle 15 anziché alle 9.30, ma l'ennesimo maxi emendamento del governo annunciato per le 20 a sera, per le solite «ragioni tecniche» non era pronto e tutto è slittato a questa mattina alle 10. Il governo, anticipando alla riunione dei capigruppo l'intenzione di procedere col voto di fiducia (ma potrebbero anche essere tre su tre differenti parti del testo come è già avvenuto a Montecitorio), ha assicurato che il nuovo testo conterrà tutte le modifiche votate in commissione Bilancio e, come ha assicurato il sottosegretario all'Economia Baretta, i punti già condivisi nel corso del dibattito in commissione. E mentre il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri punta il dito contro l'«incapacità» del governo, non sono pochi a temere possibili sorprese da parte dell'esecutivo. A questo punto «non ci sono garanzie - ha spiegato il relatore Giorgio Santini -. Ora il padrone del provvedimento è il governo, ma sorprese non ce ne dovrebbero essere». Il caso Province In assenza di notizie certe da Roma, intanto, in molte parti d'Italia, da Torino alla Toscana, è scoppiata la protesta dei dipendenti delle province. Assemblee, presidi e sit-in un poco ovunque, e sedi occupate in pianta stabile a Firenze, Pisa e Massa Carrara, in anticipo rispetto alla giornata di mobilitazione nazionale promossa per oggi da Cgil, Cisl e Uil. In tutto i posti a rischio sarebbero circa 20 mila, compresi 8 mila dipendenti dei centri per l'impiego. Secondo Santini, però, «nessun lavoratore verrà licenziato. Dal primo gennaio - ha assicurato - scatterà un percorso di mobilità e per due anni conserveranno il posto. Dopo i due anni scatteranno le regole in vigore che prevedono che i lavoratori prendano l'80% dello stipendio». Resta il nodo dei lavoratori a tempo determinato il cui contratto scade il 31: per loro si ipotizza una proroga forse col Milleproroghe. Le misure confermate Nel corso dei lavori notturni, terminati attorno alle 3.30, la commissione aveva nel frattempo confermato molte disposizioni già annunciate come l'introduzione dell'election day a maggio per fare votare assieme 7 regioni e 1056 comuni che farà risparmiare 100 milioni di euro, il passaggio a Terna della rete elettrica delle Fs, e le norme sulle Poste (dal trasferimento di 535 milioni in esecuzione di una sentenza europea alla possibilità di rendere più flessibile e meno oneroso per la società il servizio di posta universale). Interventi che si vanno a sommare a quelli già votati in precedenza come gli «sconti» concessi a fondi e casse previdenziali, fondazioni e patronati. Tasi, Irap e canone Rai Via libera anche all'emendamento del Governo che blocca, anche per il 2015, il livello massimo di imposizione della Tasi previsto per il 2014 al 2,5 per mille. Congelato, sempre sui livelli del 2014, anche il canone Rai che resta a 113,5 euro. Confermata pure la sterilizzazione dell'aumento dell'Irap per i piccoli imprenditori senza dipendenti. In questo modo a pagare di più saranno «solamente» 100mila imprese. Gara per il Lotto Alla disperata ricerca di nuove risorse il governo ha deciso di anticipare al 2015 la gara per l'assegnazione della concessione del gioco del Lotto in scadenza nel 2016. Fissata una base d'asta di 700 milioni già dal 2015 il governo potrà contabilizzare la bellezza di 350 milioni. Le ultime novità Partecipate n La riforma del settore arriverà in primavera, intanto verranno chiuse o accorpate le piccole società. Multe agli amministratori inadempienti Regime minimo n Cambia la soglia per i contribuenti con partita Iva. Vengono esclusi dalle agevolazioni coloro il cui reddito supera i 20 mila euro Pellet più cari n Sale dal 10 al 22% l'Iva applicata sul combustibile ricavato da segatura. Il governo punta in questo modo a incassare 96 milioni di euro Armi di scena n Recuperata in extremis la norma che salva le armi da usare "in scena", vale a dire nelle produzioni di film e fiction tv PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 49 19/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:309253, tiratura:418328) Foto: GIORGIO NOTA/REPORTERS Foto: La protesta delle Province PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 50 19/12/2014 La Stampa - Torino Pag. 63 (diffusione:309253, tiratura:418328) Settimo "Paga e ti sblocco la pensione " Denunciato il falso avvocato Spacciandosi per un avvocato dell'Inps, un pregiudicato di Settimo ha truffato decine di persone in tutta Italia, promettendo loro di sbloccare le pensioni di invalidità civile. È Francesco Carnazza, 38 anni, disoccupato, con precedenti di polizia, che è stato smascherato dai carabinieri di Settimo. Come compenso, l'uomo si faceva consegnare a mezzo vaglia postale, dai 1.000 ai 3.000 euro. E fino ad oggi avrebbe incassato oltre 30 mila euro. È stato denunciato per truffa continuata. Il 12 dicembre, i carabinieri hanno fermato Carnazza subito dopo aver incassato l'ultimo vaglia di 2.500 euro presso l'ufficio postale di via Fantina a Settimo. Ora si cerca il basista che ha fornito i nomi delle vittime. Chi è rimasto truffato da Carnazza può contattare i carabinieri di Settimo allo 011-89.83.000. [d. and.] PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 51 19/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:210842, tiratura:295190) BILANCIO Partecipate, puniti gli enti locali che non tagliano Province nel caos Ma salta l'obbligo di cessione per le società del Campidoglio Oggi al Senato maxi-emendamento alla manovra e fiducia NELLE CITTÀ I DIPENDENTI OCCUPANO LE SEDI ISTITUZIONALI PER PROTESTARE CONTRO LA MESSA IN MOBILITÀ Luca Cifoni ROMA Qualche vincolo in più per spingere Regioni e Comuni a disfarsi delle proprie partecipate inutili o inefficienti e (forse) qualche garanzia aggiuntiva per i 20 mila dipendenti delle Province da ricollocare negli altri enti territoriali, che rischiano la mobilità. È slittata a oggi la presentazione del maxi-emendamento del governo alla legge di Stabilità, sul quale al Senato sarà votata la fiducia al governo. Il testo doveva essere pronto per ieri sera, dopo che in commissione era risultato impossibile terminare l'esame del provvedimento e dunque affidare il mandato al relatore. Così non sono state confermate le modifiche già approvate, che tuttavia dovrebbero essere recepite dall'esecutivo nella stesura finale. I tempi sono in ogni caso strettissimi. Ma al caos procedurale in Parlamento si affianca l'agitazione in molte città italiane (a partire da Roma) dove i dipendenti delle Province, anticipando di un giorno la protesta indetta dai sindacati del pubblico impiego, hanno iniziato ad occupare i palazzi istituzionali. Su questo fronte proprio dal maxi-emendamento potrebbe arrivare qualche novità rispetto alla proposta di modifica che era stata presentata in commissione dallo stesso esecutivo. Si prevedeva in quel testo la riduzione del 50 per cento della dotazione organica delle Province (del 30 nel caso delle Città metropolitane): i dipendenti in sovrannumero dovrebbero essere assorbiti da Regioni e Comuni oltre che dallo Stato (in particolare per strutture come le cancellerie degli uffici giudiziari). Allo scopo gli enti territoriali potrebbero sfruttare la propria quota di ricambio dei dipendenti pensionati (60 per cento) - dividendo però le assunzioni con i vincitori di concorso - ed anche il restante 40 per cento dedicato ai soli lavoratori in mobilità. LE GARANZIE DEL GOVERNO Il punto è che se queste persone non vengono assorbite (ed alcune Regioni hanno già manifestato l'indisponibilità a farlo) per loro scatterebbe il percorso della mobilità, che passa per la riduzione della retribuzione all'80 per cento di quella percepita e in prospettiva - porta all'interruzione del rapporto di lavoro. Il governo ha ripetuto in queste ore che alla fine nessun dipendente perderà il proprio posto, ma le rassicurazioni non hanno per ora convinto i rappresentanti sindacali del pubblico impiego. Per questo la versione finale nella norma potrebbe contenere qualche ulteriore elemento di garanzia. E tra le possibilità c'è anche quella di una proroga dei lavoratori precari attualmente impiegati presso le Province, il cui incarico scade il prossimo 31 dicembre. LA MOBILITAZIONE Nelle città italiane la mobilitazione, particolarmente forte ieri in Toscana, è destinata a proseguire oggi su tutto il territorio nazionale. Un altro nodo da sciogliere riguarda le società partecipate degli stessi enti territoriali. Nel testo originario della legge di Stabilità si prevedeva che quelle inefficienti o ridondanti venissero cedute o accorpate. Ma i relativi piani erano affidati agli stessi enti, senza alcun vincolo particolare in caso di inadempienza. Nel maxi-emendamento dovrebbero essere aggiunte sanzioni economiche sui dirigenti che non agiscono in questa direzione. Ma come ha spiegato lo stesso relatore Santini norme più drastiche potrebbero arrivare in primavera, con un altro provvedimento. Sono saltate invece le norme ad hoc proposte per Roma da Linda Lanzillotta, che prevedevano l'obbligo di cessione per le partecipate capitoline, condizionando a questo adempimento l'erogazione dei fondi per le funzioni della Capitale Stamattina il Senato dovrebbe votare gli emendamenti al disegno di legge di Bilancio (il cui voto finale è però successivo a quello della legge di Stabilità). Quindi l'esecutivo presenterà il maxi-emendamento e porrà formalmente la questione di fiducia. Dopo il voto è anche prevista una riunione puramente formale del Consiglio dei ministri che dovrà approvare le variazioni di bilancio. Irap Per gli autonomi arriva lo sconto del 10 per cento La detrazione dall'Irap del costo del lavoro inserita dal governo nella legge di Stabilità, se da un lato aveva ricevuto il plauso delle imprese, dall'altro aveva lasciato PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 52 19/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:210842, tiratura:295190) fuori dal beneficio tutti i lavoratori autonomi che, invece, avrebbero subito un aumento dell'aliquota dal 3,5% al 3,9%. Così in Senato si è deciso di intervenire. Con un emendamento del governo, per le imprese «senza dipendenti» è stato previsto uno sgravio Irap fisso del 10%, ripristinando in pratica un beneficio uguale alla riduzione dell'aliquota d'imposta. Fondi pensione Il prelievo sale ma sgravi per chi investe Le tasse sui Fondi pensione e sulle Casse di Previdenza sono state tra gli argomenti più dibattuti. Con la Legge di Stabilità il prelievo sui rendimenti dei primi passa dall'11,5% al 20%, mentre l'aliquota per le seconde sale dal 20% al 26%. Nel passaggio del provvedimento al Senato, tuttavia, per alleggerire anche se solo parzialmente questa stretta fiscale, il governo ha deciso di concedere degli sgravi per gli investimenti in opere e infrastrutture sul territorio italiano. Lo sconto, secondo i calcoli, avrebbe un valore di 80 milioni. Partite Iva Flat tax del 15% ma tetto sui redditi cumulati Per le Partite Iva e gli artigiani arriva una «flat tax», un prelievo del 15% sui redditi sostitutivo di tutte le imposte. Per poterne usufruire, tuttavia, bisognerà dichiarare guadagni inferiori a 15 mila euro e ricavi tra i 15 e i 40 mila euro. Se si hanno anche altri redditi, la soglia sarà di 20 mila euro. Norme che hanno fatto storcere il naso al settore, considerate peggiorative rispetto a quelle precedenti che, fino ai 35 anni, prevedevano una «flat tax» del 5% per redditi fino a 35 mila euro. Chi è nel vecchio regime potrà comunque mantenerlo. Tasi Per tutto il 2015 le aliquote sono congelate Per settimane il governo ha provato a studiare una riforma completa della tassazione della casa da inserire nella Legge di Stabilità. Alla fine, per la complessità della materia, non ce l'ha fatta. Nel passaggio al Senato, tuttavia, l'esecutivo ha deciso di «congelare» per il 2015 l'aliquota Tasi sulle prime case al 2,5 per mille. Dal prossimo anno, infatti, i Comuni avrebbero potuto liberamente aumentare fino al 6 per mille il prelievo sulle abitazioni principali. Probabile che si tratti comunque di un passaggio intermedio in vista della local tax. E-book L'Iva scende al 4%, il nodo dei giornali Gli ebook, i libri digitali, non pagheranno più l'Iva al 22 per cento. Con la manovra finanziaria il governo ha deciso di eliminare la discriminazione con i libri cartacei che, invece, pagano un'imposta sul valore aggiunto del 4 per cento. L'aliquota minima, dunque, sarà estesa anche alle copie digitali. Resta aperto il nodo dei giornali. La stessa sperequazione sull'Iva, c'è tra copie cartacee e copie digitali dei quotidiani. Fino a ieri il governo stava ancora valutando se estendere l'abbassamento dell'Iva anche ai giornali digitali. FONDO EUROPEO INVESTIMENTI STRATEGICI (Banca europea investimenti) (riprogrammazione di fondi già esistenti) Il piano Juncker 5 miliardi dalla Bei 16 miliardi dal bilancio Ue 21 miliardi * 15 volte 315 miliardi Cifre in euro INVESTIMENTI ATTESI NEL TRIENNIO 2015-2017 Destinati a progetti scelti da esper ti di Bei e Commissione Ue per SCUOLA, TRASPORTI, SANITÀ, EFFICIENZA ENERGETICA *possibili altri contributi degli Stati, che la Commissione non farà pesare su deficit e debito PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 53 19/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:210842, tiratura:295190) Foto: Matteo Renzi con la Cancelliera Angela Merkel PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 54 19/12/2014 Il Messaggero - Rieti Pag. 38 (diffusione:210842, tiratura:295190) Finti ciechi scopertidal Nas e denunciati Due fratelli pensionati hanno truffato in 12 anni cento mila euro all'Inps IL RAGGIRO Erano talmente certi che non li avrebbero mai scoperti, che si comportavano e agivano con assoluta normalità, sicuri di vivere in un ambiente omertoso. Invece, addosso avevano puntate le telecamere dei carabinieri del Nas di Viterbo che, dopo aver effettuato una lunga serie di riprese, li hanno smascherati. Quei due fratelli pensionati non erano stati colpiti da un destino avverso che li aveva resi ciechi, ma ci vedevano e si muovevano benissimo, in assoluta autonomia. LA SIMULAZIONE Insomma, erano degli abili simulatori quella coppia di 59 e 66 anni, residenti in un paese della Sabina, che da oltre 12 anni fingevano uno stato di cecità assoluta. Condizioni che gli hanno permesso di ottenere dall'Inps un'indennità di accompagnamento di circa 870 euro mensili a testa. Soldi che si andavano a cumulare alla pensione di anzianità. Alla fine, secondo i conti dei carabinieri, i due finti ciechi hanno portato a casa circa 100 mila euro raggirando l'Inps e la Asl, denaro che ora, naturalmente dovranno restituire visto che gli sono stati sottoposti a sequestro preventivo per equivalente, su ordine emesso nei giorni scorsi dal tribunale di Rieti, titoli, obbligazioni e soldi nei conti correnti, oltre a dover affrontare un processo penale. I FILMATI Le indagini del Nas, ma soprattutto i filmati, scattate dopo alcune segnalazioni, hanno immortalato i due fratelli a passeggiare per le vie del paese, osservare cose e persone e, in un'occasione, trasportare una carriola piena di legna. Quindi camminare tranquillamente da soli, senza l'ausilio di alcun accompagnamento, come invece risultava dalle pratiche svolte presso l'Inps. Due furbetti, che evidentemente non hanno saputo trarre lezione da vicende analoghe scoperte in tutta Italia. Resta, invece, senza risposta la domanda più importante e che rimbalza sempre quando si verificano certi casi: ma la commissione medica che ha sottoposto i due pensionati a visita, possibile che non si è accorta che fingevano di non vederci? E' stata solo una leggerezza oppure c'è stata una consapevole complicità per favorire i due fratelli? Ed è proprio in questa direzione che le indagini dovrebbero fare chiarezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 55 19/12/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:105812, tiratura:151233) La legge di stabilità slitta ancora Corsa contro il tempo, oggi fiducia Voci sulle pensioni , ma Baretta esclude sorprese Si attende il maxiemendamento del governo. Editoria digitale, pressing per estendere anche ai giornali gli sgravi annunciati per i libri NICOLA PINI ROMA Altra notte di attesa per la versione riveduta e corretta della legge di Stabilità. Dopo che la Commissione Bilancio del Senato non è riuscita a quadrare il cerchio delle modifiche con il governo, era attesa in serata la presentazione del maximendamento da parte dell'esecutivo. Ma la stesura del testo si è prolungata oltre il previsto e tutto è stato rinviato ad oggi quando l'aula di Palazzo Madama voterà anche la fiducia. L'"ultimo miglio" della manovra si è trasformato così in una concitata corsa a ostacoli. I tempi sono strettissimi perché il provvedimento, dopo il via libera di palazzo Madama, dovrà tornare alla Camera per l'ok definitivo prima di Natale. Nonostante le difficoltà delle ultime ore il maxiemendamento del governo non dovrebbe presentare sorprese, secondo il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta: «Sostanzialmente corrisponderà ai lavori della commissione Bilancio» sia per le modifiche votate che per quelle concordate tra governo e maggioranza, ha spiegato. Ma in Parlamento non si esclude che siano inserita in extremis nel testo penalizzazioni sulle pensioni più alte di chi sceglie l'uscita anticipata. Così come un forte pressing ci sarebbe per estendere l'Iva agevolata al 4% concessa agli ebook anche a quotidiani e periodici digitali. Uno degli argomenti più caldi ha riguardato i dipendenti delle province, che negli ultimi giorni si sono mobilitati in diverse città occupando simbolicamente le sedi degli enti. Di sicuro, ha sottolinea il relatore Giorgio Santini, «nessun lavoratore delle Province verrà licenziato». Per mettere al sicuro i 20mila dipendenti il governo ha presentato una norma per la mobilità interna alle altre amministrazioni, per poi precisare che il ricollocamento durerà due anni e che la mobilità vera e propria scatterà solo dal 2016 con lo stipendio ridotto all'80%. Tra le novità emerse in commissione il blocco della Tasi e il congelamento del canone Rai nel 2015, un credito d'imposta Irap per gli autonomi senza dipendenti (che altrimenti rischiavano di pagare di più) e un bonus fiscale dal 2016 per i fondi pensione e le casse di previdenza che investono a lunga scadenza. Previsto poi l'anticipo di un anno della gara di aggiudicazione del gioco del Lotto e nuove regole sulla tassazione dei giochi con un gettito complessivo di 850 milioni. Cambia anche il patto di stabilità interno per gli enti territoriali, con un miliardo in più alle Regioni. Forte ridimensionamento per i tagli ai patronati dopo l'altolà arrivato dai sindacati. La riduzione delle risorse scende a 35 milioni di euro, a fronte dei 150 milioni inizialmente fissati scesi poi a 75. Cala a 208 milioni di euro (dai 283) il taglio delle risorse da destinare agli sgravi contributivi per la contrattazione di secondo livello. Confermati anche per il prossimo anno gli incentivi all'assunzione dei disabili, con stanziamento da 20 milioni. E 535 milioni sono in arrivo per Poste, in attuazione di una sentenza Ue sugli aiuti di Stato e salvando il compenso per l'erogazione della social card. 45 milioni sono previsti per le bonifiche dei siti inquinati dall'amianto a partire da quelli di Casale e Bagnoli. Sale dal 10 al 22% l'Iva applicata sul combustibile pellet, con gettito da 96 milioni. I TEMI CALDI PROVINCE Nessun licenziamento Nessuno verrà licenziato. Ci sarà la mobilità per due anni dopo i quali il lavoratore in esubero prenderà l'80% del salario. Lo ha assicurato il relatore Giorgio Santini (Pd) FONDI PENSIONE Sgravi se investono Per i fondi pensione l'aliquota sui rendimenti dovrebbe tornare dal 20 all'11% per le risorse investite «in attività a medio o lungo termine» e quindi non speculative PRIVATIZZAZIONI Cessioni più semplici Il governo punta a rendere più semplice collocare in Borsa il 40% di Poste italiane. Inoltre la rete elettrica delle Fs dovrebbe passare a Terna IMPOSTE Tasi e Rai bloccate Il tetto alla Tasi fissato del 2014 prorogato anche nel 2015. L'aliquota massima resta quindi al 2,5 per mille, senza aumenti per i proprietari. Bloccato anche il canone Rai PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 56 19/12/2014 ItaliaOggi Pag. 1 (diffusione:88538, tiratura:156000) Uno spot per la voluntary Gli oltre mille contribuenti italiani che hanno acquistato polizze assicurative di Credit Suisse stanno già ricevendo avvisi di accertamento in tempi record CRISTINA BARTELLI Uno spot a favore della voluntary disclosure. Arriva dalla procura di Milano con l'operazione Credit Suisse: un'indagine su una società assicurativa del Liechtenstein che ha evidenziato circa mille clienti italiani che hanno investito in polizze vita di paesi blacklist. Alcuni si sono già visti notificare l'atto di accertamento. Per essi si chiude la porta della regolarizzazione, ma chiè in condizioni analoghe ha ora un motivo in più per aderire. Bartelli a pag. 25 Un mega spot a favore della voluntary disclosure proprio nel giorno della pubblicazione della legge in Gazzetta Uffi ciale. Arriva dalla procura di Milano con l'operazione Credit Suisse (si veda ItaliaOggi del 17/12/2014) «un'indagine su di una verifi ca fi scale nei confronti della branch italiana di una società assicurativa del Liecthenstein che ha permesso di evidenziare circa mille clienti italiani che hanno investito, al di fuori del rispetto delle norme sul monitoraggio fi scale, in polizze vita di paesi black-list» per un valore totale di otto miliardi, come recita il bilancio sociale del tribunale meneghino guidato da Edmondo Bruti Liberati, presentato sempre il 17 dicembre e che già teneva conto dell'operazione e dei suoi possibili risvolti economici. La verifica è dunque scattata, è il caso di dirlo, con puntualità svizzera, con perquisizioni e sequestri in tre società del gruppo Credit Suisse, con ordini di esibizioni di documenti nei confronti di otto società fi duciarie e interrogatori per decine di persone residenti fi scalmente in Lombardia e intestatari di polizze estere. Un «mantello», secondo la Guardia di fi nanza che ha compiuto l'operazione, per capitali illecitamente situati all'estero. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, alcuni trai mille contribuenti-clienti di Credit Suisse non hanno fatto in tempo, ieri, a informarsi sulle opportunità offerte dalla legge 186/2014, in vigore dal 1° gennaio 2015, che già all'ora di pranzo si sono visti notifi care l'atto di accertamento dalla procura. Con ogni probabilità, dunque, porte chiuse alla regolarizzazione con l'impossibilità di poter usufruire anche solo dello sconto sulle sanzioni oltre che della copertura sul penale. La chiave di lettura La perquisizione attivata il 16 dicembre e l'illustrazione nel bilancio sociale fresco di stampa il giorno dopo non possono che essere letti come una vera e propria operazione complessiva di marketing a sostegno della voluntary disclosure. Un messaggio chiaro sia per quelli che ancora non hanno ricevuto l'avviso sia per tutti gli altri eventuali interessati al rimpatrio: l'amministrazione dimostra di sapere dove e quando attivare i fari delle indagini fi scali e fi nanziarie. La Gdf ha già trasmesso tutti gli elenchi alla procura e al team guidato da Francesco Greco, padre morale dell'inserimento dell'autoriciclaggio nella legge sulla voluntary disclosure. Nei prossimi giorni ci sarà una vera e propria corsa contro il tempo, per chi sta nella lista, per non perdere il treno e la blindatura offerta dall'autodenuncia presso l'Agenzia delle entrate. Con la pubblicazione della legge si è poi messo in moto il conto alla rovescia per portare a casa un accordo con la Svizzera che consenta a quest'ultima l'esclusione dai paesi black list, come avvenuto per il Lussemburgo nei giorni scorsi. In questo scenario, l'attenzione della magistratura italiana proprio nei confronti di un istituto elvetico assume una luce particolare considerato che i nodi da sciogliere per giungere a un accordo tra i due paesi sono la regolamentazione fi scale dei lavoratori transfrontalieri e l'accesso del sistema creditizio elvetico al mercato italiano. Richieste e modifi che Con un assist del genere offerto dalla procura di Milano passano in secondo piano le richieste effettuate nelle scorse settimane dal mondo dei professionisti, e dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti in particolare, tutti concordi nell'evidenziare che le procedure della legge 186 sono complicate e molto costose. Proprio ieri, sul punto di possibili correttivi, il Pd Giovanni Sanga, relatore alla Camera sul rientro dei capitali, intervenendo al convegno di Unionefi duciaria sulle novità della legge, ha avuto modo di ribadire che «la voluntary disclosure non è né un condono né uno scudo ma si tratta di un importante intervento per contrastare l'evasione fi scale basato sulla collaborazione tra contribuenti e Agenzia delle entrate. Si tratta di una nuova fase nel rapporto Stato-Cittadino». Sanga ha poi chiarito a ItaliaOggi che PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 57 19/12/2014 ItaliaOggi Pag. 1 (diffusione:88538, tiratura:156000) «la legge è equilibrata ed entra in vigore così come è. Se ci sono aspetti che invece devono essere approfonditi lo faranno gli organi competenti con una circolare attuativa». Ai consulenti e professionisti, che in queste ore stanno ricevendo i clienti potenzialmente interessati all'operazione Credit Suisse ma più in generale alla voluntary disclosure, non resta che precipitarsi a presentare l'istanza all'Agenzia delle entrate, alla task force creata per l'esame delle domande, l'Ucifi. Negli uffi ci di Milano, con ogni probabilità, il Natale sarà pieno di lavoro straordinario. Foto: Da sinistra Edmondo Bruti Liberati e Francesco Greco PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 58 19/12/2014 ItaliaOggi Pag. 26 (diffusione:88538, tiratura:156000) BREVI Il presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano, Alessandro Solidoro, è stato eletto vicepresidente di Fee, Fédération des expertscomptables européens. La nomina è avvenuta nel corso dell'Assemblea generale dell'organismo, al quale ha preso parte, per il Consiglio nazionale dei commercialisti, il consigliere nazionale delegato all'internazionale Giovanni Gerardo Parente. L'assemblea generale ha eletto anche il nuovo presidente della Fee, Petr Kriz (Repubblica Ceca) che guiderà l'organizzazione peri prossimi due anni. Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti ha sottoscritto due protocolli d'intesa con il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili e con la Fondazione Scuola superiore dell'avvocatura con lo scopo di promuovere attività comuni rivolte allo sviluppo della cultura professionale e alla formazione continua attraverso corsi, seminari e pubblicazioni con particolare riferimento ai giovani professionisti, praticanti e tirocinanti, anche utilizzando le più moderne tecnologie informatiche. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 59 19/12/2014 ItaliaOggi Pag. 29 (diffusione:88538, tiratura:156000) L'albo online cambia pelle INTERNET L'albo (online) dei periti industriali cambia pelle. Non solo nella sua denominazione, da WebAlbo ad Albo Unico, ma anche nella sua fruibilità. Sviluppato e gestito da una società in house di categoria, il nuovo strumento avrà un aspetto più funzionale, una navigabilità più essenziale e cercherà di rappresentare il luogo più semplice per eseguire gli aggiornamenti e reperire le informazioni su ogni singolo perito industriale. Perché un Albo online? È la stessa riforma delle professioni a prevedere la creazione di un archivio «pubblico» che contenga «l'anagrafe di tutti gli iscritti», precisando poi che sia compito dei consigli territoriali fornire «senza indugio per via telematica ai consigli nazionali tutte le informazioni rilevanti ai fi ni dell'aggiornamento dell'albo unico nazionale». In realtà la categoria si era dotata di questo strumento già dal 2009 quando predispose appunto WebAlbo, una rete informativa aperta a tutti i cittadini, agli iscritti, ai Collegi, alle due istituzioni di categoria, Consiglio nazionale ed Ente di previdenza,e alla Pubblica amministrazione. Ed è proprio da quella realtà che si è ripartiti. Con alcune novità. Il nuovo Albo mira a diventare uno strumento di visibilità, visto che tutti i cittadini potranno interrogarlo tramite internet per individuare le professionalità di cui hanno bisogno. Ma sarà anche uno strumento di chiarezza, perché tutti i professionisti periti industriali potranno consultare il loro identikit online, con l'opzione di poter disporre della certifi cazione in tempo reale del loro curriculum formativo e dei relativi crediti formativi acquisiti (visto che la formazione è ormai obbligo di legge), nonché l'informativa sui corsi in via di attivazione. Secondo quanto prevede poi la riforma delle professioni lo strumento dovrà annotare anche i provvedimenti disciplinari adottati nei confronti degli iscritti. Infi ne sarà uno strumento di risparmio di lavoro per le amministrazioni perché i 98 collegi provinciali avranno una base dati allineata con quella del Consiglio nazionale e dell'Ente di previdenza, in modo che gli archivi siano sempre in ordine, aggiornati e con l'acquisizione di ogni modifi ca in tempo reale. Ma come funzionerà concretamente? Per entrare nel nuovo «Albo unico», bisognerà scegliere una nuova password digitando il proprio codice fi scale. Per far sì che il passaggio dal vecchio al nuovo Albo vada in porto, bisogna però inserire appunto il proprio codice fi scale nello spazio apposito. La nuova password, che il sistema genererà, sarà spedita sull'indirizzo e-mail dell'utente: dunque, sarà fondamentale che l' indirizzo di posta elettronica del singolo professionista sia aggiornato. Ma non solo Albo Unico, perché tra i nuovi servizi offerti agli iscritti c'è anche la nuova piattaforma online messa in campo dalla Fondazione Opifi cium, il braccio operativo del Consiglio nazionale. Si chiama «Opifi cium e-Academy» perché, come dice la parola stessa, si candida a diventare una sorta di accademia virtuale per la formazione degli iscritti. La nuova piattaforma punta, infatti, a gestire l'intero sistema dell'aggiornamento della competenza professionale per tutti gli iscritti. Corsi di formazione a distanza, seminari in streaming e una biblioteca virtuale ad hoc. In questo modo i periti industriali che lo vorranno potranno acquisire crediti formativi e approfondire aree di interesse, senza muoversi da casa o dallo studio. Sarà suffi ciente una connessione a un pc o a un tablet. I corsi di formazione live fad sono eventi durante i quali il docente conduce il corso in modalità streaming, illustrando e mettendo a disposizione dell'utente il materiale didattico prodotto per l'evento (slide, file multimediali). Infine il portale conterrà anche una libreria multimediale con tutte le pubblicazioni di carattere tecnico che possono essere utili agli iscritti. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 60 19/12/2014 Il Venerdi di Repubblica - N.1396 - 19 dicembre 2014 Pag. 59 (diffusione:687955, tiratura:539384) ECONOMIE SUI COSTI PESANO LE SCELTE DEL PASSATO La nostra pensione è tra le più ricche, il vero problema è che i più giovani oggi devono pagare la previdenza dei più vecchi che sono andati in pensione con il modello retributivo» dice Antonella Negri, esperta di diritto del lavoro e socio dello studio legale milanese Bonelli-Erede-Pappalardo. In poche parole, i lavoratori di oggi hanno sulle spalle la loro previdenza e quella dei lavoratori più anziani. «Nel sistema retributivo la pensione veniva calcolata sul reddito degli ultimi anni e non sull'intera carriera lavorativa, pertanto richiedeva più risorse. Nel sistema contributivo, invece, la pensione è in sostanza una rendita calcolata su quanto accantonato, in maniera non troppo diversa da un'assicurazione privata». Il sistema pensionistico attuale sarebbe infatti abbastanza sostenibile da un punto di vista economico se partisse oggi, senza i problemi legati al vecchio modello. «Non dimentichiamoci» fa notare Antonella Negri «che il pagamento generalizzato della pensione risale al periodo fascista e le prime pensioni sono state erogate a chi non aveva versato i contributi. In poche parole il sistema è partito in debito». C'è poi un altro problema: il costo del lavoro, spiega l'esperta commentando i dati dello studio di Sts Deloitte. «Degli 1,6 milioni versati per la pensione italiana del dirigente preso come esempio, il lavoratore ha pagato circa 150 mila euro, il resto è tutto a carico dell'azienda. In Italia il costo dei contributi è mediamente il 37 per cento dello stipendio lordo. Il 29 per cento lo paga l'azienda, l'8 per cento il lavoratore. Se prendiamo in esame la Germania, ad esempio, il costo è decisamente inferiore e la distribuzione dei costi tra lavoratore e azienda è molto più paritetica. Questo signifca che lo stesso dirigente in Germania costerebbe enormemente meno all'azienda tedesca». Con tutti gli efetti che ciò comporta. (g.b.) massimo previsto dalle pensioni pubbliche di Madrid) e quasi 17 volte più che nel Regno Unito (6.800 euro, il massimo oferto dalla pensione pubblica di Sua Maestà). Il dato viene da un ricerca realizzata per il Venerdì da Sts Deloitte, lo studio tributario del network Deloitte, in cui sono state messe a confronto le pensioni di tre generi di lavoratori (dirigente, operaio e autonomo) con identica carriera in Italia, Germania, Spagna e Regno Unito. Per fare un confronto con le leggi attualmente in vigore in Italia, si è scelto di prendere in esame una persona che abbia cominciato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, anno in cui, con la riforma Dini, è stato introdotto il sistema pensionistico contributivo, quello cioè per cui la pensione dipende da quanto si è versato. Prima del 1996 in Italia era invece previsto il costosissimo sistema retributivo, che calcolava la previdenza in base al reddito annuo ottenuto a fine carriera. Tornando agli esempi, chiamiamo Alessandro un operaio di un'azienda italiana con la stessa anzianità lavorativa (e la stessa età) di Pietro ma con uno stipendio nel 2014 di 35 mila euro lordi l'anno. Immaginando anche in questo caso che nel corso della sua carriera continui ad avere la stessa crescita media della busta paga, in Italia Alessandro dopo 45 anni arriverà a guadagnare 53.899 euro e, andando in pensione, prenderà 40.500 euro l'anno, ben più dei 15.250 euro che prenderebbe in Germania, meno dei 50.948 che riceverebbe in Spagna e molto, molto di più dei 6.800 che gli darebbero nel Regno Unito (dove però, probabilmente, avrebbe una pensione integrativa). Non va diversamente per un lavoratore autonomo nel settore della consulenza (chiamiamolo Federico) che, grazie alla sua partita Iva italiana, riesce a guadagnare 70 mila euro lordi l'anno. Considerato un progressivo aumento di stipendio fino a 107.798 euro, dopo 45 anni di contributi in Italia prenderà 71 mila euro lordi di pensione, meglio della pensione sociale inglese e del massimo previsto dalla Spagna, ma soprattutto meglio che in Germania, dove però i lavoratori autonomi non sono obbligati a versare i contributi previdenziali (quindi ha la pensione solo chi li versa). Insomma, tra i Paesi più industrializzati d'Europa, il nostro è l'unico che ofre una pensione pubblica corposa. Che però ci si paga con alti contributi mentre si lavora. In Germania, la contribuzione è decisamente più bassa, in modo da tenere più alto lo stipendio mensile, in Spagna si contribuisce ma, nelle pensioni, si cerca di spartire la ricchezza il più possibile tra tutti ponendo un tetto massimo, mentre in Inghilterra lo Stato dà solo diritto a una pensione sociale, il resto viene afdato alla previdenza complementare. «I sistemi pensionistici europei sono uno diverso dall'altro» spiega Mario Strafile, PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 61 19/12/2014 Il Venerdi di Repubblica - N.1396 - 19 dicembre 2014 Pag. 59 (diffusione:687955, tiratura:539384) partner di Sts Deloitte. «Quello che è certo che anche noi in Italia, come già si fa in altri Paesi, dovremo sempre più pensare alle pensioni private». Anche perché la pensione obbligatoria prevista dallo Stato italiano ha costi molto elevati. Stando ai numeri della ricerca Sts Deloitte, per pagare la pensione italiana di Pietro, il dirigente, nel nostro Paese si devono versare 1.647.000 euro, ben di più dei 607.257 necessari in Germania e degli 896.915 richiesti dalla Spagna. Nel Regno Unito la pensione pubblica è pressoché inesistente e spesso sono le aziende stesse a proporre obbligatoriamente piani pensionistici integrativi. Per la pensione di Alessandro, l'operaio, in Italia si dovrebbero versare in tutto 576.500 euro, in Germania 297.675, in Spagna la bellezza di 698.891, oltretutto per avere la metà della pensione italiana. Per il lavoratore autonomo Federico, infine, in Italia i contributi complessivi sarebbero invece pari a 1.040.000 euro contro i 790.406 del sistema spagnolo (in Germania e nel Regno Unito, come si diceva, non sono previsti). Insomma la ricetta perfetta non esiste: quella italiana quanto resisterà? La riforma Dini, nel 1996, ha introdotto il sistema pensionistico contributivo Lamberto Dini PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 62 19/12/2014 L'Espresso - N.51 - 25 dicembre 2014 Pag. 114 (diffusione:369755, tiratura:500452) Economia jobs act Nella giungla dei sussidi Il governo vuole riformare il sistema della cassa integrazione. Ma non sarà facile. Perché gli abusi hanno dato vita a varie storture. Che ora fanno comodo a tanti maurizio maggi e gloria riva Così fan tutti. Niente di illegale, per carità. Tutto in punta di norma, come nella storia di Gennaro, assunto con la qualifca di operaio nel 1989 in uno stabilimento di Airola, Benevento, che era della Pirelli e ora è della Tta Adler, dove si fanno componenti in fbra di carbonio per l'auto. Una fabbrica passata attraverso mille traversie. «Tra una cassa integrazione e un sussidio, dal 1992 a oggi ho lavorato 7-8 anni», racconta a "l'Espresso" l'operaio campano, che per riservatezza preferisce non divulgare il suo cognome. Adesso prende circa mille euro al mese di mobilità (anche grazie agli assegni familiari, avendo due fgli). Quando la crisi morde - e quella di oggi ha i denti di un insaziabile coccodrillo - la dipendenza dagli ammortizzatori sociali, spesso usati in modo distorto, si rivela sempre più naturale. Diventando giorno dopo giorno un peso insopportabile per le casse dello Stato. La loro riforma è uno degli snodi vitali del Jobs Act voluto dal premier Matteo Renzi e, in parte, sarà oggetto di uno dei decreti in agenda per il Consiglio dei ministri di martedì 22 dicembre. «La precedenza sarà data al contratto a tutele crescenti e all'estensione ai collaboratori dell'indennità di disoccupazione. Mentre delle modifche alla cassa integrazione straordinaria se ne parlerà a gennaio», spiega Stefano Sacchi, il professore della Statale di Milano che, per conto del ministero del Lavoro, sta elaborando le riforme degli ammortizzatori sociali. La cassa integrazione ordinaria, che interviene nei momenti di diffcoltà temporanea delle aziende, e che più o meno ha funzionato, non si tocca. Il resto, dalla cassa integrazione straordinaria alla mobilità, alla fne dell'intervento governativo dovrebbe uscirne stravolto. E dovrebbe sparire la cassa in deroga, che in tanti considerano un mostro (vedi intervista a Tito Boeri a pagina 117). Tra il 2009 e il 2013, secondo la Cgia di Mestre, per gli ammortizzatori sociali si sono spesi quasi 59 miliardi. Il 72 per cento provenienti dai contributi versati da lavoratori e imprese, il resto dallo Stato attraverso la fscalità. All'accelerata dei costi ha contribuito la cassa in deroga (che costa 1,5 miliardi l'anno), introdotta sei anni fa dal governo Berlusconi per aiutare i dipendenti delle piccole imprese escluse dai benefci della cassa "normale" e che, del resto, non pagano i contributi a carico delle grandi manifatture. «L'uso della cassa integrazione come anticamera della pensione è divenuto palese due anni fa, ai tempi della riforma Fornero: ci siamo resi conto dell'esercito di persone che, facendo due conti, attraverso cassa ordinaria, straordinaria e mobilità, si avvicina alla pensione senza lavorare, o facendolo per pochi giorni al mese, per periodi che vanno dai tre agli undici anni, nei casi più gravi», racconta Antonietta Mundo, capo del servizio statistico dell'Inps fno a un anno fa. Giovanissimi pensionati All'Inps, sull'argomento, le bocche di solito sono cucite. Ma Antonietta Mundo, oggi in pensione, può parlare senza peli sulla lingua. Ne ha viste passare tante, troppe, di pratiche "eccezionali" di tutela. Come quella dei quasi 20 mila "prosecutori volontari", per lo più donne, usciti dal mondo del lavoro nel passato dopo appena 15 anni d'impiego, che versando altri cinque anni di contributi si sono ritrovati giovanissimi a incassare la pensione. Nel mirino dell'ex dirigente Inps c'è pure la "mobilità lunga", quella che supera il massimo fssato dalle norme in 36 mesi, e che invece «può durare fno a 7 anni per le aziende delle zone depresse. Gli ultimi a benefciarne andranno in pensione nel 2018, e tra di loro ci sono parecchi dipendenti della vecchia Alitalia». Che di fatto ha chiuso i battenti nel 2008 e che proprio in una zona depressa non è. Però ha goduto di particolare riguardi, diventando un simbolo dell'italianissima stortura. Per non dover fssare misure ad hoc per gli addetti dell'ex compagnia di bandiera, venne varato un fondo speciale. Con il risultato di rendere praticabile per 13 mila lavoratori del settore (compresi quelli di Air France, British Airways, Aerofot e tante altre) un'integrazione per 7 anni, pari all'80 per cento della paga ricevuta nell'ultimo anno. E senza il tetto stabilito dalla legge in circa 1.100 euro. Se, poniamo, l'ultimo stipendio di un dipendente di una compagnia aerea è stato di 5 mila euro, nei 7 anni di mobilità lunga può arrivare a 4 mila euro al mese. L'esperta statistica dell'Inps sottolinea un altro aspetto patologico nell'approccio alla cassa PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 63 19/12/2014 L'Espresso - N.51 - 25 dicembre 2014 Pag. 114 (diffusione:369755, tiratura:500452) integrazione straordinaria, quella che dovrebbe scendere in campo quando i problemi sono strutturali: «Si va diffondendo il "metodo Fiat". Intanto, la si richiede. Poi, se del caso, la si usa, spesso proprio come tappa d'avvicinamento alla pensione». Il ricorso alla cassa, alla Fiat, è stato abbondante. Anche in casi in cui l'ipotesi di una reale ripartenza produttiva era una chimera. Come a Termini Imerese, dove l'ultima vettura è uscita dalla linea di montaggio nel 2011. I dipendenti sono in cassa integrazione sino a fne anno, in attesa di un salvatore che (forse) darà loro un lavoro o un'altra razione di cassa. Se il salvatore evapora - è successo anche con l'italo-brasiliana Grifa, mentre ora il governo tratta con la torinese Metec - si passerà alla mobilità. In Italia ci sono quasi 4 milioni e mezzo di disoccupati e lavoratori benefciari di un sostegno al reddito, suddivisibili in tre macro-categorie. Nella prima ci sono quelli che l'impiego l'hanno perso e ricevono sussidi ma non sono più legati all'azienda in cui prestavano la propria opera: erano 351 mila nel 2008, a fne 2103 la crisi economica li ha quasi triplicati (923 mila). La seconda categoria è quella degli "ammortizzati", coloro che mantengono un rapporto diretto con l'impresa e godono della cassa integrazione: nel 2008 erano 85 mila, ora viaggiano intorno a quota 300 mila. Infne, c'è la famiglia numericamente più grossa - 3,4 milioni, secondo l'ultimo rapporto Istat - che è anche quella che alza meno la voce, perché è meno rappresentata e soprattutto meno garantita. È composta da chi ha esaurito tutte le munizioni, dopo essere passato da cassa ordinaria, straordinaria e mobilità, e pure dai lavoratori autonomi e parasubordinati a spasso. QUEL RECORD ITALIANO «L'Italia ha il record di durata dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali ma intanto ha tagliato del 30 per cento la spesa per le politiche di attivazione al lavoro, mentre altri, tipo Francia o Germania, nello stesso periodo li hanno aumentati sensibilmente», sostiene Romano Benini, consulente del ministero del Lavoro e docente di politiche dell'occupazione. «In tutta Europa, il primo destinatario di politiche attive al lavoro è il disoccupato. Invece noi abbiamo sempre avuto scarsa considerazione per i servizi per l'impiego. Nel 2012 ultimi dati disponibili - abbiamo speso circa 24 miliardi per tutti i tipi di sussidi (casse integrazioni, indennità di mobilità e disoccupazione, prepensionamenti), contro gli 11,3 miliardi del 2008. Per aiutare disoccupati e inoccupati a formarsi e ricollocarsi, abbiamo invece investito 5,6 miliardi, meno dei 6,1 miliardi del 2008». La recessione non aiuta le politiche attive, però meglio si può fare. Benini cita l'esempio di W2W, un programma coordinato Stato-Regioni, gestito dall'agenzia governativa Italia Lavoro. Nel 2010 aveva "preso in carico" 78 mila disoccupati: due anni dopo, il 54 per cento risultava effettivamente impiegato. Numerini, che tuttavia fanno capire l'utilità di un'Agenzia nazionale del lavoro (un obiettivo del Jobs Act), perché se le Regioni seguitano ad andare ciascuna per conto proprio, nessuna politica attiva può funzionare. La prego non mi assuma I Centri pubblici per l'impiego sono spesso ineffcienti. D'altronde, ogni addetto dovrebbe "curare" in media 116 disoccupati (ma 211 in Veneto e 220 in Lombardia), mentre in Inghilterra il rapporto è a 30. Un sistema che, sosten gono le agenzie private di collocamento, non può funzionare, anche a causa dell'atteggiamento dei disoccupati stessi. «Da Venezia a Torino abbiamo contattato decine di operai in cassa integrazione e alle dipendenze di aziende prossime alla chiusura. Uno su tre ha scelto di non accettare l'offerta di lavo ro, ritenendo più sicuro e confortevole stare in cassa anziché rimettersi all'opera. Ci dicono: "Mi richiami fra qualche mese"», spiega Giorgio Veronelli, direttore della Gch Consulting. Pure il colosso Adecco fatica assai a convincere i cassintegrati a lavorare: «Capita tutti i giorni. Cerchiamo di spiegare a chi non ha un impiego che restare a casa in cassa per anni è un boomerang, più passa il tempo e meno sono appetibili», dice il numero uno italiano Federico Vione, che propone un sistema simile a quello svizzero, dove il sostegno al reddito viene tolto a chi rifuta più di due proposte di lavoro. Effettivamente, una soluzione del genere dovrebbe far parte del Jobs Act anche se certezze non ce ne sono. La cassa integrazione, insomma, è un insostituibile aiuto, specie in fasi drammatiche come quelle attuali, ma rischia di trasformarsi in una prigione. Ed è anche una sorta di droga - dice un dirigente di Confindustria che vuol restare anonimo - sia per l'azienda che per il lavoratore: «Forse è davvero arrivato il momento di essere coerenti. In tante assemblee delle associazioni imprenditoriali, per esempio, ho sentito tuonare contro la cassa in deroga. Cancelliamola, dicono gli imprenditori. Poi però, quando si conclude la trafila di cassa e mobilità, di fronte all'alternativa se licenziare i dipendenti o farvi ricorso, la cassa in deroga finiscono per chiederla». Foto: G. Ceraudo per PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 64 19/12/2014 L'Espresso - N.51 - 25 dicembre 2014 Pag. 114 (diffusione:369755, tiratura:500452) L'espresso Foto: I. Balena, Imagoeconomica Quanta mobilità 351 94 256 542 116 426 597 136 460 632 151 481 Indennità di disoccupazione* Indennità di mobilità 763 180 582 Numero medio annuo di benefciari di prestazioni di disoccupazione nei settori non agricoli (in migliaia di persone) 923 186 736 2008 2009 2010 2011 2012 2013 * Comprende l'indennità di disoccupazione e, a partire dal 2013, la Aspi e la Mini Aspi. Fonte: Elaborazioni su dati Inps e Ministero del Lavoro Prima gli aiuti poi il nulla Venezia non si è ancora ripresa dall'addio dell'industria chimica. Se n'è andata nel 2009 ma i dipendenti hanno tagliato il cordone ombelicale con quelle aziende fantasma da pochi giorni: «A Porto Marghera la Vinyls aveva 270 dipendenti e lo scorso 7 dicembre è scattata la mobilità, nella quale sono precipitati i 105 che non hanno trovato un altro impiego», dice Massimo Meneghetti della Cisl, che punta il dito sul valzer di presunti cavalieri bianchi pronti a salvare l'azienda e puntualmente spariti nel nulla. Ai 310 della veneta Montefbre è andata anche peggio. Mentre erano in cassa hanno fatto corsi di formazione per essere riassunti da una società del porto, che tuttavia, nel frattempo, è entrata in crisi. E così, dopo sei anni di ammortizzatori sociali, anche per loro è scattata la mobilità. Un compratore è invece arrivato alla Acc di Mel, Belluno, azienda di compressori per frigoriferi. Lo ha trovato il commissario straordinario Maurizio Castro, si chiama Wanbao, un gruppo cinese che si è impegnato a far rientrare in azienda i 455 addetti, di cui 300 subito.«Qui la cassa ordinaria è cominciata nel 2005, poi tra il 2006 e il 2012 è toccato alla straordinaria, con 50 addetti che avevano scelto di starci "fssi": ne avevano approfttato soprattutto le donne, prendendo circa 750 euro al mese, più qualcosa per i fgli a carico. Senza quei volontari, avremmo fatto più rotazione tutti quanti», ricorda Nadia De Bastiani, della Fiom interna, aggiungendo che dal 2012 è stato fatto anche ricorso alla mobilità lunga. Nove anni di travagli conclusi con una ripartenza sotto nuovo padrone. Anche i 900 ex dipendenti della Ocean , che fno a dieci anni fa era la più grande azienda della Bassa Bresciana e faceva elettrodomestici, avevano tanto sperato nell'avvento di un salvatore. L'hanno atteso per 12 anni, dal 2001 al 2013, aggrappati all'ennessima proroga della cassa integrazione. Alla fne solo dieci di loro sono rientrati nel progetto di reindustrializzazione (che inizialmente doveva assumerne 266). Adesso qualcuno ha cambiato mestiere, tanti sono andati in pensione, ma ci sono ancora 430 addetti non ricollocati e in mobilità. Sulle loro spalle non pesa solo l'incertezza del futuro, ma anche le remore degli imprenditori locali ad accoglierli nelle loro aziende perché, dicono gli industriali, dopo così tanti anni di lontantanza dalla fabbrica potrebbero aver perso l'abitudine al lavoro. «La sequela di cassa integrazione e La denuncia deLL'ex dirigente inps: negLi anni Le pratiche "eccezionaLi" sono diventate La norma mobilità alle Case di Cura riunite di Bari, che sono state pure in amministrazione straordinaria, è durata vent'anni. Ora tutti gli strumenti disponibili sono fniti. Quando la crisi è cominciata i dipendenti erano 3 mila e per lunghi periodi ce n'erano mille a casa», è la ricostruzione di Pietro Boccuzzi, della Cisl di Bari. Una storia presa ad esempio da Pietro Ichino, economista e parlamentare di Scelta Civica, che nel portarla all'attenzione del Senato si chiese retoricamente «quale malato potesse affdarsi alle competenze professionali maturate in 18 anni di cassa integrazione». Sarebbero invece pronti a dimostrare quanta esperienza ancora possiedono gli 800 dipendenti della De tomaso , azienda automobilistica di Grugliasco, Torino, che produsse anche la mitica Pantera, quand'era del fondatore Alejandro. Qui le tute blu hanno cominciato ad andare in cassa nel 2008. Prima a singhiozzo, poi a zero ore, fno al fallimento della società, nel 2012. Nonostante le ventilate manifestazioni d'interesse, nessuno s'è fatto avanti per rilevare la società, che nel 2009 era stata acquisita da Gianmario Rossignolo. L'ex manager di Fiat e Telecom è fnito nei guai con la legge per truffa ai danni dello Stato. A fne 2014 scatta la mobilità, da uno a tre anni a seconda dell'età. E addio De Tomaso. Un altro vistoso caso di accanimento terapeutico o abuso di ammortizzatori sociali è la Carbosulcis , miniera sarda oggi avviata alla chiusura dopo un lungo calvario. «Finalmente si è stabilito che la miniera non può essere competitiva e la si chiuderà, dopo averla messa in sicurezza, con l'accordo dell'Unione europea che, nel 2012, aveva avviato una procedura d'infrazione per i 405 milioni di euro di contributi pubblici dal 2001 al PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 65 19/12/2014 L'Espresso - N.51 - 25 dicembre 2014 Pag. 114 (diffusione:369755, tiratura:500452) 2010», dice l'amministratore unico Luigi Zucca. Carbosulcis è balzata agli onori delle cronache recenti anche per "merito" del suo ex dipendente Carlo Cani, detto anche Charlie Dogs il jazzista, per la sua infnita passione per la musica. Assunto nel 1980 e andato in pensione nel 2006, Charlie ha raccontato di non aver mai praticamente lavorato. «Io e il carbone non abbiamo legato. Andavo dai medici, chiedevo cure, capivano, mi accontentavano», ha dichiarato, ridendo, a "La Nuova Sardegna". In realtà, precisa Zucca, Cani era un abituale assenteista ma ha lavorato più di quanto dica. E come tutti, in quella miniera, si è fatto dieci anni di cassa integrazione flata tra il 1993 e il 2002. Commenta un esperto di questioni di lavoro: «La verità è che a noi italiani, tutto sommato, uno come Charlie il jazzista ispira simpatia. In Germania lo disprezzerebbero e una "carriera" come la sua sarebbe stata impossibile». La deroga? È un mostro «I punti deboli su cui intervenire sono tre: la scarsa copertura dei sussidi di disoccupazione per chi ha carriere discontinue; l'assenza di copertura per quei parasubordinati di fatto alle dipendenze di una azienda; l'utilizzo distorto della cassa integrazione e soprattutto gli abusi di quel mostro che è la cassa in deroga». L'economista Tito Boeri, docente della Bocconi e animatore del sito Lavoce.info, è critico sul sistema italiano degli ammortizzatori sociali. Professore, è così deteriore la cassa in deroga? «è stata creata per ragioni meramente politiche, per andare incontro alle piccole aziende che non versano i contributi per le casse. Mentre quelle ordinaria e straordinaria sono alimentate dai versamente di lavoratori e imprese, quella in deroga ricade sulla fscalità generale. Aziende e dipendenti non sono interessati a farne buon uso, tanto non la pagano. Così è diventata un pozzo senza fondo». Quali saranno, secondo lei, le mosse del governo? «Credo che Renzi avesse in mente un'idea che CoLLoQuio Con tito boeri condivido, tenere in vita soltanto la cassa ordinaria, che ha funzionato bene, riducendo l'orario di lavoro per salvaguardare posti di lavoro. La straordinaria, invece, non è strumento per crisi temporanee. Tenere congelato un dipendente che non ha serie possibilità di venire reintegrato non fa che prolungarne l'agonia, impedisce all'impresa di ristrutturare seriamente e alla fne è molto costosa per la collettività. Quella in deroga va certamente abolita, perché la sua concessione è discrezionale». Che cosa intende? «Nel darla, entrano calcoli di convenienza politica, legati all'importanza dell'azienda, all'impatto elettorale. Così governo e sindacati scelgono di essere generosi con qualcuno e lasciar fuori altri». Lei è stato uno degli ideatori del contratto a tutele crescenti. Farà parte del pacchetto del Jobs Act? «Mi risulta che rischiamo di vederlo partire con una soglia di tutela molto alta, che fa sparire il concetto di tutela progressiva». Ma una tutela iniziale, diciamo di sei mesi, non è un'opzione "di sinistra"? «No, affatto. Scoraggerebbe le assunzioni a tempo indeterminato, facendo preferire i contratti a tempo determinato. La scelta di sinistra è introdurre la compensazione del lavoratore anche in caso di licenziamento economico legittimo». Foto: la vinyls di porto marghera, a venezia. per gli ultimi 105 lavoratori, dopo anni di cassa integrazione, a inizio dicembre è arrivata la mobilità Foto: LA MINIErA CArBoSULCIS DI MoNtE SINNI. NELLA Foto PICCoLA A DEStrA: tIto BoErI Foto: i LavORaTORi in cassa spEssO RiFiuTanO LE OFFERTE di LavORO. Ma a vOLTE cOsì FiniscOnO pER FaRsi MaLE da sOLi PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 66 19/12/2014 La Notizia Giornale Pag. 5 I passaggi Le misure Caos legge di stabilità Esame in commissione Ko Alla fine è ancora fiducia Il governo vara un maxiemendamento Modifiche su Tasi, Irap, fondi pensione Nella tarda serata ancora incognite sul testo definitivo Dopo la blindatura la manovra passa a Montecitorio Credito d'imposta per i rendimenti della previdenza complementare investiti in infrastrutture maurizio grosso Alla fine arriva l'ennesima fiducia sulla manovra. Per velocizzare i tempi, come previsto da giorni, il governo ha deciso di fare ri corso allo strumento blindando un maxiemendamen to in cui potrebbero essere recepite alcune delle più importanti modifiche approvate dalla commissione bi lancio di palazzo Ma dama. Il condizionale, però, è d'obbligo, visto che il lavoro svolto in commissione al Sena to non è stato conclu so. E il testo è arrivato all'aula senza manda to per il relatore, ri manendo aperto. Cosa che, in teoria, potreb be mettere in discus sione alcune delle modifiche apportate. Sul punto il relatore in Commissione, giorgio santini (Pd), dopo aver chiarito che il testo è aperto, ha co munque garantito che gran parte del lavoro svolto in commissio ne sarà salvaguardato. Concetto confermata sul tardi dal ministro maria Elena Boschi , secondo la quale il maxiemendamento confermerà all'80% il lavoro della com missione, mentre un 20% sarà dedicato a novità dell'ultima ora. Ma ancora nella tarda serata di ieri sulla ver sione finale del maxie mendamento regnava incertezza. LE MODIFICHE Tra gli emendamenti approvati, che potreb bero finire nel testo definitivo, c'è quello che blocca anche per il 2015 il livello massi mo di imposizione della Tasi previsto per il 2014: l'aliquota massima non potrà supera re il 2,5 per mille. Confermata la possibilità di superare i limiti stabiliti per un ammon tare complessivamente non superiore allo 0,8 per mille, a condizione che l'aumento sia utilizzato dai Comuni per finanziare le de trazioni d'imposta. La commissione bilancio ha dato il via libera anche all'election day: a maggio sarà possibile votare nella stessa giornata in sette Regioni e in oltre mille Co muni "con un risparmio valutabile intorno ai 100 milioni di euro", è emerso dai lavori par lamentari. Via libera , poi, anche alla misura che prevede un cre dito d'imposta Irap del 10% per le impre se senza dipendenti. La misura riguarda 1,4 milioni di automi che, non avendo di pendenti, non posso no dedurre dall'Irap il costo del lavoro e sarebbero dunque pe nalizzati dall'aumento dell'aliquota Irap dal 3,5% al 3,9% previsto dalla legge. La modifi ca va legata a uno dei contenuti più impor tanti del testo, ovve ro l'esclusione della componente costo del lavoro dalla base im ponibile Irap per chi assume con contratti a tempo indeterminato. GLI SVILUPPI Sempre in termini di credito d'imposta do vrebbe essere confer mata un'agevolazione in materia previden ziale. Riguarderà le casse e i fondi pensio ne per investimenti che verranno indivi duati con un succes sivo decreto mini steriale. L'intervento punta a compensare l'incremento al 26% (dal 20% attuale) del le tasse previsto sui rendimenti delle casse e dei fondi pensione (in quest'ultimo caso dall'11,5% al 20%). Il credito d'imposta riguarderà solo chi sostiene investimen ti, sull'intero merca to europeo, per finanziare interventi mirati come ad esempio sul welfare o alla riqualifi cazione di immobili. E' arrivata poi una nuo va riduzione al taglio imposto ai patronati: dagli iniziali 150 milioni resta una sforbicia ta da appena 35 milioni. Maria Elena Boschi PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 67 19/12/2014 Internazionale - N.1082 - 19 dicembre 2014 Pag. 38 (tiratura:130000) In copertina Vivere fino a cent'anni Nei prossimi decenni le persone vivranno sempre più a lungo. E grazie ai progressi della ricerca medica potranno invecchiare restando in salute. Con conseguenze profonde sulla società Gregg Easterbrook, The Atlantic, Stati Uniti Foto di Riitta Iko Per migliaia di anni la speranza di vita è stata breve. Nell'antichità si pensava che i pochi che arrivavano alla vecchiaia fossero favoriti dagli dèi. Tutti gli altri erano fortunati se arrivavano a quarant'anni. A partire dall'ottocento la situazione è lentamente cambiata. Dal 1840 a oggi la speranza di vita alla nascita è aumentata di circa tre mesi all'anno. In Svezia, un paese molto citato perché ha sempre prestato molta attenzione a questi dati, nel 1840 la speranza di vita delle donne era di 45 anni, oggi è di 83. Negli Stati Uniti la tendenza è più o meno la stessa: all'inizio del novecento la speranza alla nascita era di 47 anni, mentre i neonati di oggi possono vivere fino a 79. Con un andamento simile, a metà di questo secolo raggiungeremo gli 88 anni, e alla fine i cento. A livello globale, l'allungamento della vita sembra indipendente da qualsiasi evento specifico. Non ha subìto una grande accelerazione dopo la difusione degli antibiotici e dei vaccini né una grande riduzione durante le guerre e le epidemie. Il grafico sulla speranza di vita mondiale nel corso del tempo somiglia a una scala mobile che sale regolarmente. La tendenza rimane invariata quasi tutti gli anni ed è comune ai paesi ricchi e a quelli poveri. Le previsioni di un ulteriore aumento della speranza di vita non nascono dal presupposto di nuove incredibili scoperte nel campo della medicina. Semplicemente, la scala continuerà a salire. Se saranno inventati nuovi farmaci o terapie genetiche in grado di frenare l'invecchiamento, l'ascesa potrebbe essere ancora più rapida. I centenari, che oggi sono così pochi da meritare le prime pagine dei giornali locali, potrebbero diventare la norma. È solo un'illusione? Su un verde pendio della contea di Marin, in California, c'è il Buck institute, il primo centro di ricerca indipendente dedicato all'allungamento della vita umana. Dal 1999 i ricercatori studiano come far vivere gli organismi molto di più e in condizioni di salute migliori. Hanno già prolungato di cinque volte la durata della vita dei vermi usati nei laboratori. La maggior parte degli statunitensi non ne ha mai sentito parlare, ma un giorno il Buck sarà molto famoso. E potrebbe non essere il solo. Altri istituti, tra cui l'università della California a San Francisco, quella del Michigan, quella del Texas e la Mayo clinic di Rochester, nel Minnesota, stanno cercando di capire come rallentare l'invecchiamento. Alla fine del 2013 Google ha fondato la California life company (Calico), un'azienda specializzata nella ricerca sulla longevità. Sei mesi dopo l'annuncio della nascita della Calico, Craig Venter - l'imprenditore del settore delle biotecnologie che negli anni novanta partecipò alla corsa per la mappatura del genoma umano - ha creato una società con lo stesso obiettivo. Se la scienza facesse qualche miracolosa scoperta, la percentuale di anziani negli Stati Uniti - destinata comunque ad aumentare a causa del calo delle nascite, del pensionamento di molti americani della generazione del baby boom e di quella scala mobile illustrata in precendenza - potrebbe salire ancora. Ovviamente tutti vorrebbero vivere più a lungo, ma esistono dei rischi per la società. La politica finirebbe per essere dominata dai vecchi, che si assegnerebbero servizi e sussidi sempre più generosi pagati dai giovani. Le spese della previdenza sociale e delle società che ofrono piani pensionistici privati diventerebbero insostenibili. Se l'aumento della speranza di vita estenderà il periodo in cui gli anziani avranno bisogno di assistenza, i costi della sanità cresceranno a dismisura e non sarà possibile erogare altri servizi. Ma questa storia potrebbe anche avere un lieto fine. Se la ricerca medica per rallentare l'invecchiamento porterà anche un miglioramento delle condizioni di salute, l'allungamento della vita potrebbe essere un fatto positivo: la maggior parte degli uomini e delle donne continuerebbe a vivere in buone condizioni fisiche, lavorerebbe più a lungo e i costi del welfare potrebbero essere contenuti. Gli studi più interessanti sono proprio quelli che mirano a migliorare la qualità degli ultimi anni della vita delle persone, invece che a ritardarne semplicemente la fine. Dal dopoguerra in poi la ricerca medica si è concentrata su problemi specifici, dedicati alle malattie cardiache, al cancro e così via. La ricerca tradizionale parte dal presupposto che le malattie croniche che si presentano in età avanzata e causano il PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 68 19/12/2014 Internazionale - N.1082 - 19 dicembre 2014 Pag. 38 (tiratura:130000) maggior numero di morti - ostruzioni cardiovascolari, ictus e Alzheimer - sono di tipo individuale e vanno trattate individualmente. Ma se invece la causa di molte malattie croniche fosse l'invecchiamento? E se fosse possibile rallentarlo? A crescere non sarebbe solo la durata della vita ma anche quella della salute. Per i ricercatori, creare farmaci che prolungano la salute sta diventando quello che per la generazione precedente erano i vaccini e gli antibiotici: il sacro Graal. Se riusciranno nel loro intento, i loro medicinali potrebbero essere altrettanto eficaci. Nel frattempo, la società potrebbe trovare la soluzione a un antico mistero: dato che ogni cellula del corpo di un mammifero contiene l'impronta del dna della sua versione più giovane e sana, perché invecchiamo? L'importanza del lievito "Nei nostri congelatori abbiamo un centinaio di composti che allungano la vita degli invertebrati", dice Gordon Lithgow, uno dei genetisti del Buck institute. Mi accompagna nei laboratori del campus disseminato di edifici in stile modernista afacciato sul panorama da sogno della San Pablo bay. "Quello che non sappiamo è se funzionano sugli esseri umani", aggiunge. L'istituto brulica di giovani ricercatori in jeans e berretti dei San Francisco 49ers. Se non fossimo circondati da microscopi, gabbie e camere di isolamento, potremmo anche essere nella sede di una startup della Silicon valley. Il centro porta il nome di Leonard e Beryl Buck, una coppia della contea di Marin che ha lasciato un pacchetto di azioni petrolifere a una fondazione incaricata di studiare, tra le altre cose, il motivo per cui le persone invecchiano. Quando l'istituto è stato inaugurato, le ricerche mediche finalizzate a rallentare l'invecchiamento sembravano utopistiche, il tipo di cose di cui parlano gli hippy depressi mentre sorseggiano vino e guardano il tramonto. A quindici anni dalla sua fondazione, il Buck è un centro all'avanguardia nel campo della biologia. In uno dei laboratori i ricercatori sono impegnati nell'analisi dei cromosomi dei lieviti. Il lievito è un ottimo oggetto di studio perché i suoi geni sono simili per un terzo a quelli umani. Eliminandone alcuni il lievito muore, eliminandone altri vive più a lungo. Al Buck stanno cercando di capire perché, nella speranza di poter riprodurre questi efetti nei mammiferi. È un lavoro snervante, con quattro microscopi in attività per almeno cinquanta ore a settimana. Gli scienziati che studiano l'invecchiamento lavorano soprattutto con i topi, i vermi, le mosche e i lieviti, perché sono piccoli e facili da tenere, e perché non vivono molto, quindi l'aumento della speranza di vita è facilmente osservabile. "Vent'anni fa allungare la vita dei vermi era un'impresa. Oggi qualunque ricercatore è in grado di farlo", dice Simon Melov, un genetista del centro. Alcuni esperimenti finanziati dal National institute of aging statunitense hanno dimostrato che i farmaci possono allungare la vita di un topo di circa un quarto, e sempre nei topi i ricercatori del Buck sono riusciti a eliminare le disfunzioni cardiache collegate all'età. Immaginate come cambierebbe il mondo se la vita umana si allungasse del 25 per cento. L'ultima fase della ricerca consisterà nella sperimentazione sugli esseri umani. "Speriamo di trovare tra le cinque e le dieci piccole molecole in grado di allungare la vita e la salute nei topi, e poi proveremo con le persone", dice Brian Kennedy, l'amministratore delegato del Buck. Un farmaco chiamato rapamicina, che questo e altri istituti stanno testando, è quasi pronto per la prova sugli esseri umani, e sembra che abbia potenzialità eccezionali. Ma oltre a essere una questione delicata dal punto di vista etico, sperimentare sulle persone una sostanza che allunga la vita sarà costoso e potrebbe richiedere decenni. Cosa sanno le balene Nella ricerca sulla longevità non mancano i precedenti, alcuni dei quali invitano alla cautela. Una trentina d'anni fa il premio Nobel per la chimica Linus Pauling propose di usare grandi dosi di vitamina C per ritardare l'invecchiamento. Ma in seguito si è scoperto che in dosi molto elevate le vitamine possono diventare tossiche. Oggi gli esperimenti di laboratorio dimostrano che nei topi esiste un chiaro rapporto tra dieta ipocalorica e longevità. Il fatto che mangiare meno allunghi la vita dei piccoli mammiferi è una delle scoperte più importanti fatte finora dalla ricerca sull'invecchiamento. Con la dieta ipocalorica sembra che i topi cadano in uno stato vagamente simile all'ibernazione, ma ancora non sappiamo se un regime alimentare simile funzionerebbe con le persone. Una campagna contro le calorie potrebbe avere grande successo, perché mangiare di meno non costa nulla. Ma prendendo per buoni gli esperimenti sui topi, le persone dovrebbero mangiare molto di meno, riducendo l'apporto calorico a un livello tale da sentire i crampi della fame tutto il giorno. "La dieta ipocalorica va molto di moda nel nord della California", mi ha detto Melov. "Alcune persone che la praticano sono venute in visita all'istituto. Non avevano un bell'aspetto". Di recente, équipe separate di PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 69 19/12/2014 Internazionale - N.1082 - 19 dicembre 2014 Pag. 38 (tiratura:130000) ricercatori di Harvard, Stanford e dell'università della California a San Francisco hanno scoperto che i topi vecchi e malati sembrano ringiovanire quando ricevono una trasfusione di sangue da topi adolescenti. L'idea che un giorno anziani ricchi possano comprare da giovani poveri il sangue per vivere più a lungo è spaventosa, ma lo scopo della ricerca è stabilire quale componente chimica del sangue giovane eserciti un efetto benefico sui tessuti maturi. Forse nel sangue giovane ci sono sostanze che risvegliano le cellule staminali dormienti, e si potrebbe concepire un farmaco che produca lo stesso efetto senza trasfusione. Il Buck e altri istituti stanno cercando il dna della salute in altri mammiferi. Tra le balene si verificano molti meno casi di cancro. La dieta degli orsi polari è ricchissima di grassi, eppure questi animali non sofrono di aterosclerosi. Se si scoprissero i motivi biologici di queste diferenze, si potrebbe studiare un farmaco che ottenga lo stesso efetto nelle persone. Imitare quello che la natura ha già realizzato sembra un metodo più promettente che tentare di creare nuovi dna. Nei vermi è possibile modificare i geni chiamati daf-2 e daf-16 per permettere agli invertebrati di vivere il doppio - e meglio - del normale. Cynthia Kenyon, una tra le prime biologhe molecolari assunte dalla Calico, ha fatto questa scoperta vent'anni fa, quando era ricercatrice all'università della California a San Francisco. Manipolando gli stessi geni nei topi, Kenyon è riuscita a farli vivere più a lungo e con meno tumori rispetto al gruppo di controllo. Il gene daf-16 è simile al gene umano foxo3, di cui esiste una variante legata alla longevità. Si dice che uno dei primi progetti della Calico sia un farmaco capace di imitare questa variante. Dalla sua scoperta sui geni dei vermi sono passati molti anni, eppure Kenyon non è ancora riuscita a dimostrare che può essere applicata agli esseri umani. Ma il ritmo del suo lavoro sta accelerando. Venti anni fa le ricerche sul dna e sulle sequenze di geni duravano moltissimo. Oggi ci sono nuove tecniche e strumenti che permettono di ridurre i tempi. Da quando hanno dimostrato di poter allungare la vita dei lieviti, i ricercatori del Buck institute sono cautamente ottimisti sulla rapamicina. I topi a cui viene somministrata muoiono più tardi di quanto sarebbe naturale, e molti dei vecchi sembrano più giovanili ed energici. Concepita per impedire il rigetto degli organi trapiantati, la rapamicina sembra alterare la chimica associata alla senescenza cellulare. Se si scoprisse che riesce anche a ritardare l'invecchiamento delle persone, sarebbe il più importante uso of-label (cioè in situazioni diverse da quelle per cui una sostanza è stata approvata) nella storia della farmacologia. Ma una terapia per l'allungamento della vita basata sulla rapamicina è ancora lontana. E non si conoscono ancora i suoi efetti collaterali. Fatta eccezione per le malattie infettive, in medicina il rapporto causa-efetto è notoriamente dificile da accertare. Cafè, sale, burro: fanno bene, fanno male o non cambiano niente? Gli studi svolti finora non sono arrivati a nessuna conclusione. Perché alcune persone sviluppano malattie cardiovascolari e altre con le stesse abitudini no? Lo studio sulle patologie cardiovascolari condotto a Framingham, una cittadina del Massachusetts, va avanti da 66 anni e sta seguendo la terza generazione di volontari, ma non ha ancora risposto a queste domande. Dobbiamo tenere sotto controllo il nostro peso, mangiare più verdura e meno zuccheri, fare esercizio fisico regolarmente e dormire a suficienza. Ma dobbiamo farlo perché è una questione di buon senso, non perché abbiamo la prova definitiva che tutto questo ci aiuterà a vivere più a lungo. L'incertezza che caratterizza tutti i campi della medicina è più alta quando si parla di longevità, perché potrebbero volerci decenni per sapere se un particolare farmaco o un cambiamento nello stile di vita servano efettivamente a qualcosa. Gli studi sulle persone molto anziane non sono stati la miniera d'oro che i ricercatori si aspettavano. Una delle prime ricerche gerontologiche su vasta scala è lo studio longitudinale sull'invecchiamento di Baltimora, un progetto federale avviato nel 1958 e tuttora in corso. Il direttore, Luigi Ferrucci, dice: "Lo studio ha accertato che alcune patologie degli anziani spesso inviano segnali di avvertimento riconoscibili durante la giovinezza. Questo potrebbe consentire di intervenire tempestivamente per ridurre la probabilità di malattie croniche in età avanzata. Ma le grandi domande sono ancora senza risposta. Per esempio: la longevità è causata soprattutto dai geni o soprattutto dallo stile di vita e dall'ambiente?". Gli studi sui gemelli fanno pensare che la longevità sia ereditaria almeno per il 30 per cento. Questo è uno degli elementi che rendono ottimisti i ricercatori, perché se fosse vero si potrebbe creare in laboratorio una sostanza che induca il sangue a riprodurre quello che succede nel corpo delle persone nate con il dna di lunga vita. "Ma quando ricostruiamo PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 70 19/12/2014 Internazionale - N.1082 - 19 dicembre 2014 Pag. 38 (tiratura:130000) la sequenza del loro genoma, solo l'1 per cento sembra collegato alla longevità", dice Ferrucci. "L'altro 99 per cento del presunto efetto genetico rimane inspiegabile". Quando va ai convegni di medicina, Ferrucci mostra a medici e ricercatori l'elaborato profilo di una paziente, e poi chiede ai suoi colleghi di indovinare quanti anni ha. "Spesso le danno venti anni in più o in meno", dice. "Questo succede perché dal punto di vista medico non sappiamo che cosa sia 'l'età'. L'unico modo che abbiamo per stabilirla è chiedere a una persona la sua data di nascita. La scienza è ancora a questo punto". L'invecchiamento, naturalmente, porta con sé la senescenza. La senescenza delle cellule, una sottocategoria del fenomeno complessivo, afascina moltissimo i ricercatori: i tessuti e gli organi del nostro corpo tendono a danneggiarsi, e il funzionamento delle cellule tende a peggiorare, spesso aprendo la strada ai tumori. Quando è necessario riparare una lesione o fermare un tessuto canceroso che si sta riproducendo, le cellule vicine trasmettono segnali chimici che innescano la riparazione di quelle danneggiate o la morte di quelle maligne. Nei giovani il sistema funziona abbastanza bene. Ma quando diventano senescenti, le cellule cominciano a inviare falsi positivi. La capacità del corpo di autoripararsi si riduce perché la produzione in eccesso dei segnali provoca un'infiammazione permanente che è la causa principale delle patologie cardiovascolari, dell'Alzheimer, dell'artrite e di altre malattie croniche associate all'invecchiamento. Se si riuscisse a rallentare questo processo, saremmo più sani nei nostri ultimi anni di vita. "Non è un caso se l'incidenza delle malattie croniche dovute all'invecchiamento è molto più alta dopo i cinquant'anni: è in quel periodo che le cellule senescenti aumentano", aferma Judith Campisi, che dirige la ricerca del Buck in questo settore. "Se si ritiene, come fanno molti scienziati, che l'invecchiamento sia la causa principale delle malattie croniche, è essenziale capire come si accumulano le cellule senescenti". Teorie diverse Alcuni studiosi, come James Vaupel, fondatore dell'istituto Max Planck per la ricerca demografica di Rostock, in Germania, pensano che l'innalzamento della speranza di vita continuerà indipendentemente dalle scoperte della biotecnologia. Altri, come Jay Olshansky, che insegna salute pubblica all'università dell'Illinois a Chicago, la pensano diversamente. Nel 2002 Vaupel ha pubblicato sulla rivista Science un articolo sulla sorprendente linearità con cui è aumentata la speranza di vita a partire dal 1840. La sua controversa conclusione è stata che "non dovremmo vedere il calo della mortalità come una sequenza di rivoluzioni irripetibili e scollegate tra loro ma piuttosto come una tendenza regolare e progressiva". Secondo Vaupel non è stato un evento specifico a determinare la crescita della speranza di vita: un'alimentazione migliore, una sanità pubblica, un'igiene e conoscenze mediche migliori hanno contribuito, ma la causa principale è stata "la continua tendenza a progredire". Secondo lo studioso si poteva "ragionevolmente ipotizzare" che questo aumento sarebbe continuato almeno fino a quando la speranza di vita alla nascita non avesse superato i cento anni. E su questo non ha cambiato idea. "I dati confermano ancora le mie conclusioni del 2002. L'innalzamento della speranza di vita è rimasto lineare", aferma. Secondo un recente rapporto dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, negli Stati Uniti il tasso di mortalità corretto per età (uno strumento che permette di confrontare tra loro gruppi con caratteristiche diverse) ha raggiunto il minimo storico nel 2011. Oggi le prime quattro cause di morte sono le malattie dovute all'invecchiamento: infarto, cancro, insufficienza respiratoria cronica e ictus. Se gli standard di vita continueranno a migliorare, dice Vaupel, la speranza di vita continuerà a crescere. L'altra faccia della medaglia è rappresentata da Olshansky, secondo cui l'innalzamento della speranza di vita "presto si fermerà, se non è già successo". A suo avviso, "la maggior parte delle conquiste del ventesimo secolo sono dovute al calo della mortalità infantile e sono irripetibili". Negli Stati Uniti la mortalità infantile è leggermente superiore a quella di altri paesi, ma è scesa moltissimo (fino a un caso su 170), quindi resta poco spazio per ulteriori miglioramenti. "Quando i giovani non muoiono le statistiche cambiano completamente", dice Olshansky. "I progressi della medicina e un cambiamento nello stile di vita non aggiungono molto". Olshansky calcola che se la medicina riuscisse a sconfiggere il cancro, la speranza di vita degli statunitensi aumenterebbe solo di tre anni, perché emergerebbero altre malattie croniche fatali. Secondo lo studioso nel corso di questo secolo la durata della vita aumenterà "di circa dieci anni" e sarà accompagnata da migliori condizioni di salute. Ma poi la tendenza rallenterà o si fermerà del tutto. L'idea che la vita umana possa avere un limite biologico non rientra in questo PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 71 19/12/2014 Internazionale - N.1082 - 19 dicembre 2014 Pag. 38 (tiratura:130000) dibattito. Jeanne Calment, una francese vissuta dal 1875 al 1997, finora è la persona che ha vissuto più a lungo. Ovviamente è un'eccezione, ma anche se le eccezioni non ci dicono molto ci mostrano che la possibilità esiste. Calment è morta a un'età che supera di molto le proiezioni di Vaupel e Olshansky. In ogni caso, nel corso del novecento vari esperti hanno sostenuto che la durata della vita stava per raggiungere il limite massimo, ma sono stati sempre smentiti. Convincere le persone a fumare meno e a evitare di guidare in stato di ebbrezza ha ovviamente contribuito ad abbassare il tasso di mortalità. Il calo degli omicidi è stato così significativo - si continua a sparare, ma i progressi nella traumatologia hanno permesso di salvare molte più vite - che ormai negli Stati Uniti le morti violente non sono più tra le 15 principali cause di morte. L'attenzione dell'opinione pubblica tende a concentrarsi sul peso che l'alimentazione ha sulla durata della vita: dovremmo tutti usare olio di pesce e comprare prodotti biologici? Forse sì, ma il modo in cui sono costruite le nostre case e in cui sono organizzate le nostre famiglie e le nostre amicizie è altrettanto importante. Thomas Perls, un professore della Boston university che studia il genoma dei centenari, ha notato che gli avventisti del settimo giorno hanno una speranza di vita superiore di una decina di anni rispetto ai loro coetanei. "Non bevono, non fumano, sono quasi tutti vegetariani, fanno regolarmente esercizio fisico anche da vecchi - e un giorno alla settimana si riposano sul serio". Ma quello che lo ha colpito di più è stato il fatto che vivono in grandi gruppi sociali. "L'interazione continua con altre persone può essere fastidiosa, ma nel complesso sembra tenerci più legati alla vita". Lo strumento migliore per misurare la probabile durata della vita di una persona è l'istruzione. "Se qualcuno entrasse nel mio studio e mi chiedesse di predire quanto vivrà, gli chiederei due cose: quanti anni hai e per quanti anni hai studiato", dice John Rowe, professore di politiche sanitarie alla Columbia university ed ex amministratore delegato della compagnia di assicurazioni Aetna. Il punto non è che leggere Dostoevskij abbassi la pressione sanguigna. L'università è legata ad altri aspetti della vita personale: rispetto alle persone meno istruite, i laureati hanno un reddito più alto, fumano di meno, corrono meno il rischio di essere sovrappeso e rispettano di più i consigli del medico. Inoltre, è più probabile che un laureato si sposi e rimanga sposato, e il matrimonio fa bene alla salute: le persone sposate sofrono meno di infarto e di ictus dei single o dei divorziati. Invecchiamento e politica La società è dominata dagli anziani. L'aumento della speranza di vita fa sì che ogni anno il rapporto tra le generazioni sia sempre più squilibrato. I vecchi pretendono servizi che i giovani devono pagare, i ventenni sono sfiduciati e hanno l'impressione che la società li penalizzi. Il debito pubblico cresce a una velocità allarmante. Le persone non producono nuove idee perché sono troppo impegnate a difendere la loro fetta di torta. Non è una previsione sul futuro degli Stati Uniti ma una descrizione del Giappone di oggi. Il paese asiatico è il più anziano del mondo. L'età mediana è di 45 anni (negli Stati Uniti è di 37), e arriverà a 55 entro il 2040. L'idea che nel prossimo futuro gli Stati Uniti somiglieranno al Giappone - sempre più vecchi, con un debito sempre più alto e una crescita economica in calo - è preoccupante. In uno studio del 2009, Olshansky ha fatto una previsione dell'andamento della popolazione statunitense nei prossimi decenni. Gli americani che oggi hanno 65 anni o più, cioè 43 milioni, nel 2040 potrebbero essere 108 milioni. La fascia dei "più vecchi", quelli dagli 85 in su, potrebbe aumentare di cinque volte, e arrivare a costituire il 6 per cento dei cittadini. Secondo queste proiezioni, entro il 2050 la speranza di vita supererà di 3-8 anni l'età che la previdenza sociale usa per calcolare la sua solvibilità, e Olshansky ha previsto che entro quello stesso anno sia il Medicare (il programma di assicurazione sanitaria per persone con almeno 65 anni) sia la previdenza sociale avranno tra i tremila e gli ottomila miliardi di dollari di spese non coperte. Se si riuscirà ad aumentare anche la durata della vita in buona salute, forse il costo delle invalidità legate all'invecchiamento sarà ancora gestibile. Ma se le condizioni di salute degli anziani non miglioreranno, l'aumento della longevità potrebbe innescare una crisi economica. Oggi negli Stati Uniti si spendono circa 150 miliardi di dollari all'anno per i malati di Alzheimer. Entro il 2050 il numero di persone afette da questa malattia potrebbe triplicare, e la spesa a carico della società sarebbe pari all'attuale bilancio della difesa. L'aumento della longevità fa crescere anche il numero di familiari da mantenere. Un tempo molte famiglie avevano un solo parente molto anziano, mentre oggi i nonni sono tre o quattro, e tutti hanno bisogno di cure e assistenza. Al tempo stesso, gli alberi genealogici PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 72 19/12/2014 Internazionale - N.1082 - 19 dicembre 2014 Pag. 38 (tiratura:130000) tradizionali sono stati sostituiti da diagrammi che somigliano alla mappa della metropolitana di Londra. Nel 1940 l'americano medio che arrivava a 65 anni passava circa il 17 per cento della sua vita in pensione. Oggi siamo al 22 e la percentuale continua a salire. Ma i calcoli della previdenza sociale sono ancora fatti in base alle informazioni sulla longevità del secolo scorso. Secondo James Vaupel non tenere conto della continua marcia in avanti della speranza di vita "distorce le decisioni che le persone prendono su quanto risparmiare e quando andare in pensione" e "permette ai politici di rimandare la dolorosa riforma della previdenza sociale". Si potrebbero raccogliere fondi alzando la base imponibile per i contributi alla previdenza sociale, che attualmente è di 117mila dollari. È l'unica opzione politicamente accettabile, perché colpirebbe solo i più ricchi. Ma di recente l'uficio bilancio del congresso è arrivato alla conclusione che anche questa misura non basterebbe a impedire che la previdenza sociale fallisca. Sarà necessario fare altri aggiustamenti, come ritardare l'età della pensione o rivedere i calcoli sul costo della vita. Molti dovranno rivedere la loro idea della pensione: non sarà più un'interruzione improvvisa dopo anni di lavoro, ma un periodo in cui una persona passa gradualmente dal lavorare tutto il giorno a mezza giornata, e poi alla collaborazione occasionale. Molte persone forse preferirebbero continuare a lavorare part time in condizioni meno stressanti invece che ricevere un orologio d'oro in regalo e poi non fare più nulla. Questo percorso graduale potrebbe essere una scelta più attraente del pensionamento tradizionale, ma è possibile solo se gli anziani rimangono in buona salute. Una seconda vita In natura gli animali giovani sono più numerosi dei vecchi; l'umanità, invece, sta andando verso una prevalenza degli anziani. Il mondo di domani sarà diverso da quello di oggi per molti aspetti. L'università, che è un pilastro importante dell'economia contemporanea, in futuro potrebbe essere frequentata da persone di tutte le età. La pubblicità dei prodotti indirizzati agli anziani è già molto presente in tv, e un giorno potrebbe arrivare a essere predominante. Ma il consumismo potrebbe diminuire. Gli studi neurologici condotti su persone anziane in buona salute hanno dimostrato che con il passare del tempo le zone del cervello associate alla ricerca di gratificazioni si attivano meno spesso. Che si tratti di abbigliamento alla moda o di dolci, nel complesso le persone anziane desiderano comprare meno di quelle più giovani. Probabilmente ci saranno cambiamenti sociali ancora più profondi. È più probabile che qualcuno commetta un reato nel periodo che va dall'adolescenza ai trent'anni che non in altri periodi della vita. Con l'invecchiamento della società, il tasso di criminalità dovrebbe diminuire. Come ha scritto Steven Pinker del libro Il declino della violenza. Perché quella che stiamo vivendo è probabilmente l'epoca più pacifica della storia (Mondadori 2013), le vittime delle guerre, comprese quelle indirette dovute ai danni economici provocati da un conlitto, stanno diminuendo nonostante l'aumento della popolazione mondiale. Nel 1950 nel mondo una persona su cinquemila moriva a causa di un combattimento; nel 2010 il rapporto è sceso a una su 300mila. Negli ultimi anni, sono morte molte più persone negli incidenti stradali che in un conlitto. Di conseguenza, anche la spesa militare pro capite è diminuita. Inoltre, gli studi psicologici dimostrano che gli anziani sono generalmente più soddisfatti dei giovani. Nelle ultime fasi della vita, di solito le persone hanno raggiunto i loro obiettivi materiali o sentimentali, oppure ci hanno rinunciato; le passioni si sono rafreddate e, in molti casi, possono contare su un ricco bagaglio di ricordi. Una delle conclusioni fondamentali della ricerca sul benessere personale condotta da Daniel Kahneman, psicologo dell'università di Princeton, è questa: "Alla fine, si vogliono solo conservare i ricordi". Quello che rimane nella memoria conta più di quello che si possiede. E, indipendentemente dalle condizioni economiche, in questo senso gli anziani sono più ricchi di tutti. Se un maggior numero di persone vivesse più a lungo in condizioni di salute decenti, il benessere complessivo della famiglia umana aumenterebbe notevolmente. Nella commedia di Shakespeare Come vi piace , il personaggio di Jacques dice: "Nella vita ognuno recita molte parti, e i suoi atti sono sette età". Le prime cinque rappresentano la speranza e il potere: il bambino, lo scolaro, l'amante, il soldato, l'uomo di successo. Le ultime sono completamente negative: c'è il vecchio in pantofole, preso in giro per il suo aspetto cadente e la sua impotenza; e alla fine arriva la seconda infanzia, la discesa nella dipendenza senile. Con l'aumento della speranza di vita in buona salute forse queste sette età dovranno essere riviste e le ultime fasi dovranno essere considerate un periodo di benessere e soddisfazione. Si potrebbe anche pensare di organizzare la PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 73 19/12/2014 Internazionale - N.1082 - 19 dicembre 2014 Pag. 38 (tiratura:130000) vita intorno all'amicizia e non più intorno alla famiglia, che è stata l'unità di base della società umana fin dalla preistoria. Nella breve vita dei secoli precedenti, tutto quello che un uomo e una donna potevano sperare di fare era procreare e allevare i figli, e alla fine non avevano più la forza per fare altro. Oggi la vita è più lunga e l'economia basata sull'istruzione richiede un maggior investimento nei figli, che hanno bisogno di una mano anche dopo i trent'anni. Poi, una volta sistemati quelli, comincia il declino. Ma se le persone potessero rimanere in salute più a lungo, forse la famiglia nucleare diventerebbe meno importante. Per molte persone fare figli e crescerli non sarebbe più l'attività principale, e avrebbero ancora molti anni in cui godere dell'amicizia, anni potenzialmente più gratificanti di quelli della giovinezza, carichi di emotività. Un cambiamento come questo avrebbe molte conseguenze per la società, più di quelle che avrebbe sul mondo del lavoro o sul welfare. Indipendentemente da dove ci porterà l'aumento della speranza di vita, stiamo comunque andando verso qualcosa di ignoto, sia per la società sia per la natura. Per usare le parole di Felipe Sierra, ricercatore del National institute on aging, "la convinzione umana che la morte debba essere rimandata il più a lungo possibile non esiste nel mondo naturale, da cui ormai ci stiamo comunque allontanando". u bt Da sapere Vecchi continenti Composizione della popolazione per fasce d'età in Europa e negli Stati Uniti, milioni di persone Europa (Ue 15)* Stati Uniti 500 400 300 200 100 0 1950 1950 2000 2000 2050 2050 Over 60 21-59 anni Under 20 (Stime) (Stime) *I quindici paesi che formavano l'Unione europea nel 1995 Fonte: The Financial Times Da sapere Dove la vita dura poco Paesi con la speranza di vita più breve, 2010-2015 1 Sierra Leone 2 Botswana 3 Swaziland 4 Lesotho 5 Repubblica Democratica del Congo 6 Repubblica Centrafricana 7 Mozambico 8 Costa d'Avorio 9 Ciad 10 Angola Fonte: Il mondo in cifre 2015 45,3 47,4 49,2 49,5 49,8 49,9 50,2 50,5 51,0 51,7 Da sapere Le fotografie u Le foto di queste pagine fanno parte del progetto Eyes as big as plates , dell'artista finlandese Riitta Ikonen e della fotografa norvegese Karoline Hjorth . Le autrici ritraggono anziani scandinavi e li fondono con il paesaggio. Un riferimento al legame tra gli esseri umani e la natura, e al ritorno alla terra. Foto: Agnes Foto: Molte persone dovranno rivedere la loro idea della pensione PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/12/2014 74