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www.amerigomagazine.it NUMERO speciale Conferenza ENAM a Roma Smart Cities per una Europa migliore 2:00 REGISTRATION EUROPEAN NETWORK OF AMERICAN ALUMNI ASSOCIATIONS 6th SEMI-ANNUAL CONFERENCE SMARTCITIES FOR A BETTER EUROPE ROME, JUNE 12TH 2015 CENTRO STUDI AMERICANI VIA CAETANI 32 2:30 WELCOME COFFEE 3:00 WELCOME ADDRESSES H.E. John Phillips, Ambassador of the United States of America to Italy Vito Cozzoli, President, Associazione Amerigo Massimo Cugusi, Secretary General, ENAM 3:30 INTRODUCTION Andrea Gumina, Program Manager, Smart City Tour Europe 3:40 KEYNOTE SPEECH SMARTER CITIES, CATALYSTS OF INNOVATION AND GROWTH: LESSONS LEARNED FROM IBAC’S EXPERIENCE Sir Martin Sorrell, Founder & CEO, WPP 4:00 PANEL DISCUSSION A SMARTER EUROPE FOR A STRONGER RECOVERY: FROM THEORY TO PRACTICE Moderated by Maria Latella Simona Vicari, Undersecretary of State, Minister of Economic Development, Italy Domenico Arcuri, CEO, Invitalia Gulnara Roll, Head Housing and Land Management Unit UN Economic Commission for Europe Tanja Bogataj, State Secretary, Ministry of the Environment and Spacial Planning, Slovenia Francesco Profumo, President of Smart Cities Observatory, The Italian Association of Municipalities Daniela Rondinelli, Member of The European Economic and Social Committee 5:00 EUROPE MEETS THE FUTURE From EXPO Milan 2015 to the most successful Smart City models across the region (presented by ENAM delegates) 5:30 CLOSING REMARKS Vicente Lopez Ibor, Global Team Leader “Climate Change, Energy and Sustainability”, ENAM Click here to register online for the Conference Eng/Ita/Eng translation available - Traduzione Ita/Eng/Ita disponibile EUROPEAN NETWORK OF AMERICAN ALUMNI ASSOCIATIONS [email protected] Massimo Cugusi, Secretary General Corinna Maci, Program Assistant www.americanalumni.eu In cooperation with Conference Partners and Sponsors SOMMARIO www.amerigomagazine.it EUROPEAN NETWORK OF AMERICAN ALUMNI ASSOCIATIONS 6th SEMI-ANNUAL CONFERENCE SMARTCITIES FOR A BETTER EUROPE ROME, JUNE 12TH 2015 CENTRO STUDI AMERICANI VIA CAETANI 32 conferenza enam Un’Europa più smart per la ripresa www.amerigomagazine.it In cooperation with 6 Anno II n. 2 • autunno 2015 Rivista telematica della State Alumni Community in Italia CONFERENZA ENAM Questo numero monografico di Amerigo Magazine è dedicato alla sesta conferenza semestrale Enam (European Network of American Alumni) svoltasi a Roma il 12 giugno scorso 12 Welcome speech Il benvenuto del segretario generale di Enam, Massimo Cugusi 17 14 vito cozzoli Qualità della vita, ecco la priorità daniela rondinelli 2020: nelle città 8 Europei su 10 18 sir martin sorrel Sviluppo delle città, serve la vision strategica 15 Kathleen Doherty Expo 2015 esempio di smart city digitale 20 andrea gumina Un mercato comune per le città intelligenti 16 simona vicari Smart Cities risorsa per la politica industriale 24 gulnara roll Come condividere esperienze best practice 26 Tanja Bogataj Smart countries: sviluppare i paesi 28 francesco profumo Aumentare dimensione e qualità dei progetti 30 gianluigi traettino Open data per avvicinare cittadini e amministrazioni 32 domenico arcuri Innovazione strada per la crescita 34 conferenza enam Est Europa: Digital revolution, avanti tutta 36 photogallery Tutti i volti della giornata romana Editore Associazione Amerigo c/o Ambasciata degli Stati Uniti via Sallustiana, 49 - 00187 Roma CF: 97467930588 Direttore responsabile Marco Marturano Direttore editoriale Massimo Cugusi Coordinamento redazionale Enzo Agliardi Segreteria di redazione [email protected] Gli articoli di questo numero sono a cura di Pamela Menichelli, Matteo Tacconi Hanno collaborato Paola Casaburi, Vito Cozzoli, Giovanni Cubeddu, Bianca Ferraiolo, Carlo Gattai, Antonio Lovascio Edizione digitale Beyond by Softfobia.com Progetto grafico Antonio Dentoni 4 5 CONFERENZA ENAM SMart CITIES per una europa migliore L’analisi, il futuro e l’evoluzione delle città intelligenti al centro dell’attenzione della conferenza semestrale di Enam 6 Vicente Lopez Ibor Presidente degli Alumni spagnoli ed esperto di energie rinnovabili utti noi abbiamo in testa il senso generale delle smart cities, ma dobbiamo fissare meglio questo concetto. È il pensiero di Vicente Lopez Ibor, autorevole manager spagnolo con solido background nelle energie rinnovabili, che ha concluso in questo modo la sesta conferenza semestrale di Enam (European Network of American Alumni Associations) Smart Cities for a Better Europe, svoltasi il 12 giugno scorso al Centro studi americani di Roma e alla quale è dedicato questo numero monografico di Amerigo Magazine. Messa così l’affermazione potrebbe suonare come un paradosso, dal momento che il relatore allude a una soglia d’incertezza che gravita intorno al tema della conferenza indetta dall’associazione di cui, tra l’altro, egli è componente del board e responsabile del gruppo di lavoro “Cambiamento climatico, Energia e Sostenibilità”. Eppure non c’è nessuna contraddizione: Lopez Ibor ha ragione. 7 CONFERENZA ENAM Tutti percepiamo cos’è una città intelligente. La immaginiamo tecnologica, innovativa, verde, sostenibile, creativa, integrata a livello di trasporti. Alcuni esempi già esistono: Londra, Singapore, New York. Il futuro sa già indossare le vesti del presente. Ma se dovessimo codificare tutto questo in una sola definizione potrebbero sorgere delle difficoltà. E gli interventi degli altri relatori presenti alla conferenza internazionale Enam, moderata dalla giornalista Maria Latella, socia di Amerigo, non fanno altro che irrorare di linfa le parole di Lopez Ibor. Ognuno di loro ha infatti espresso una propria visione di smart city o comunque evidenziato un aspetto particolare su cui insistere. Massimo Cugusi, segretario generale di Enam, si sofferma sui dati come fonte essenziale delle smart cities: siamo nell’era dei big data e la mole enorme di numeri a disposizione, se fatta propria e interpretata, è di grande aiuto nel tracciare programmi. Ma Cugusi rammenta anche la tendenza a guardare sempre più ai “quartieri” intelligenti, oltre che alle “città” in quanto tali. Come a dire che il traguardo della smart city può essere raggiunto sia con politiche che puntino al risultato complessivo, sia con iniziative mirate a singoli parti di un unico corpo. Se Cugusi si concentra sugli 8 aspetti micro, il presidente di Amerigo Vito Cozzoli, braccio operativo italiano di Enam, tira in ballo la dimensione macro. La “taglia” delle smart cities può essere anche più larga di quella determinata dal confine amministrativo urbano. Si possono pensare “persino in chiave macro-regionale, e vengono in mente, in questo senso, realtà come Londra e Shanghai”. Ma anche la Milano dell’Expo fa parte del club, come evidenzia Kathleen Doherty, viceambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia al convegno in rappresentanza dell’ambasciatore H.E. Phillips Smart, a ogni modo, può esserlo anche un Paese. Perché, come sostiene il sottosegretario all’Economia Simona Vicari, le smart cities possono assurgere a “volàno di politica industriale per rendere l’Italia una smarter nation”. Lo stesso concetto è espresso da Tanja Bogataj, sottosegretario all’Ambiente e alla Programmazione territoriale della Slovenia: “Dobbiamo orientarci sul concetto di smart La scheda Cos’è Enam (European Network of American Alumni Association) SOPRA LA LETTERA di benvenuto agli alumni enam di mark taplin, deputy assistant secretary for policy bureau of eduCational and cultural affairs of united states department of state il presidente di finmeccanica giovanni de gennaro, ospite della conferenza Enam (European Network of American Alumni Association) è la rete che riunisce le associazioni degli Alumni che hanno partecipato ai programmi di formazione e scambi culturali promossi dal Governo americano. Per raggiungere la sua missione e rafforzare la Community tra gli Alumni nella regione, Enam definisce e realizza attraverso la sua organizzazione progetti ed iniziative, conferenze, seminari, workshop, premiazioni, campagne di informazione, prodotti editoriali e altro ancora. Inoltre fornisce un grande contributo facendo da guida a neonate organizzazioni. L’adesione è aperta a tutte le associazioni americane che riuniscono Alumni, create nelle regioni Euroasiatiche e riconosciute dalla Missione diplomatica Americana. La mission di Enam è creare una forte rete di Associazioni americane di Alumni in Europa, rafforzare la Community europea, attivare la collaborazione tra le associazioni americane e superare i confini delle partnership in Europa, lavorando per il futuro promuovendo la Community. 9 CONFERENZA ENAM country” precisa, ragionando sul fatto che il suo Paese non ha grandi città e dunque l’esigenza è quella di focalizzarsi, appunto, sul piano nazionale. Ricapitolando, allora: le smart cities sono elastiche e non si fanno ingabbiare in una definizione. Non ancora, almeno. Verrà il momento in cui questo accadrà, magari, ma per il momento le città intelligenti assumono tante forme, tra loro diverse ma tutto sommato complementari. “Smart Cities for a Better Europe”, il titolo della conferenza internazionale Enam, è molto programmatico e se- 10 gna un cambio di passo: indica che lo Smart City Tour promosso nel corso dell’ultimo anno dall’Associazione Amerigo in varie città italiane prova a diventare continentale. Anche se Andrea Gumina, Program Manager dello Smart City Tour Europe, non nasconde la speranza che il quadro possa allargarsi all’Eurasia. Ma intanto c’è l’Europa. E l’ambizione è alta. Si tratta di mettere assieme innumerevoli tasselli. Preziosi consigli, in questo senso, arrivano da Martin Sorrell, fondatore di Wpp, società globale di comunicazione e pubbliche relazioni, che mette in risalto i rapidissimi cambiamenti in corso nelle città, e quindi nella vita di ogni giorno. “Il punto fondamentale – spiega - è trovare quel delicato equilibrio tra breve e lungo termine, tra la vita dei governi e l’orizzonte di sviluppo di una città, di un territorio, di un Paese. La prima è breve e deve sempre abbeverarsi di consenso, il secondo trova nella prima un freno non indifferente. L’ideale è fare investimenti nel breve termine che pongano le condizioni per produrre crescita nel lungo periodo. In tal modo si può sciogliere questo intricato nodo”. Che non è l’unico, comunque. La crescita, l’evoluzione e lo sviluppo delle smart cities vanno comunque finanziate. Sul piano europeo questo processo, al momento, non è fluido, sia perché l’Ue ragiona in termini di aggregazioni regionali, come rammenta il presidente dell’Osservatorio Smart Cities dell’Anci Francesco Profumo, sia perché come sottolinea Daniela Rondinelli, esponente del Consiglio economico e sociale europeo, i potenziali bacini di risorse attualmente disponibili sono troppi e la chiarezza ne risulta penalizzata. Una storia virtuosa, in quest’ottica, arriva dall’Italia. Il progetto Smart & Start, lanciato da Invitalia, l’agenzia pubblica incaricata di attrarre investimenti dall’estero e promuovere il sistema impresa, è diventato un motore per la creazione e l’affermazione di aziende innovative. E ora la stessa Invitalia, come afferma l’amministratore delegato Domenico Arcuri, si appresta a investire nell’equity delle startup. E se Bruxelles facesse lo stesso? L’idea non sarebbe fantapolitica. Del resto l’innovazione e la tecnologia sono al centro del progetto di città intelligenti. E su questo, alla conferenza dello scorso 12 giugno, erano tutti d’accordo. 11 CONFERENZA ENAM / welcome speech Focus on the smartness of citizens by massimo cugusi ENAM Secretary General I t’s a great honor for me to welcome you to the 6th Semi-Annual Conference of the European Network of American Alumni Association, our young and fast-growing organization established four years ago in Rome under the patronage of the State Department and the US Mission to Italy. Since our foundation we have doubled the number or member organizations, which are now as many as 52, and countries represented, 42, now spanning from Caucasus to Scandinavia. A special welcome to our international delegates who have convened in Rome to join the Conference, the General Assembly Meeting and visit EXPO Milano 2015 on an amazing field trip organized by Amerigo and the PA Section of the US Embassy. As we know, EXPO Milano is a global showcase where more than 140 countries show the best of their technology to offer a concrete answer to a vital need: healthy, safe and sufficient food for everyone, produced respecting the Planet 12 and its equilibrium. And indeed, the main focus of this special event - sustainability - is not too far from the topic of our today’s Conference: Smart Cities. The reason is twofold. On the one hand, EXPO Milan is a Smart City, designed and built from the ground up, on the other, both issues designing new urban systems and fighting poverty and hunger mean, in very short, re-thinking the world. The modern world is characterised by insatiability, an inability to say enough is enough, and the desire for more and more money. Economics, a narrowly focused discipline in which there is no distinction between wants and needs, has driven to the end of a cul-de-sac. The short-term need to get the global economy moving again should not deflect policy-makers from reforms that will lay the foundations of a saner, more stable world. There is another aspect of Smart Cities that I would like to mention and offer as my two pennies to the discussion of our speakers and panelists. In a recent study for the European Parliament (EP) , researchers analysed the extent and role of ‘smart cities’ in Europe, defined broadly as cities seeking to address public issues using inter alia ICT-based solutions on the basis of multi-stakeholder, municipally based partnerships. This is to be seen in the context of the overriding goals of the European smart city movement as generating both economic prosperity and social wellbeing for city inhabitants. An attempt to apply social innovation concepts and approaches to the smart city bandwagon is now taking place. It is realised that much of the focus of the smart city movement to date, in which the city authorities and other organisations deploy sensors, networks, data and data analytics to improve the efficiency and effectiveness of urban systems (like transport, utilities, and others.) and services, is only half the story. From this perspective on its own, there is the danger of a one-size fits all, top-down view of urban development. The diverse needs of the inhabitants as individuals, households, neighbourhoods, communities, organisations and businesses – that bring the city to life -- are just as important. Thus, any adequate model for the smart city must also focus on the smartness of its citizens and encourage the processes, and especially social innovation processes, that make cities important: those that sustain very different – sometimes conflicting – activities. Cities are, by definition, engines of diversity, so focusing solely on streamlining utilities, transport, construction and unseen government processes can be massively counter-productive. Instead, smart cities will be smart because their citizens have found new ways to craft, interlink and make sense of their own and each other’s assets, data and other resources. The study showed that currently one of the most common types of so-called smart city initiatives across Europe is, in fact, about ‘smart neighbourhoods’, and is especially concerned with using data and coordinating local assets of all types to improve the lives of local inhabitants in terms of improved physical environments, mobility as well as community cohesion to tackle many of their own problems. Indeed, the conclusions of the study are that inclusion and participation are important targets for successful smart city programmes to avoid polarisation between the urban elite and low income areas. We at ENAM like to consider the State Alumni Community as a global network of individuals who share an unforgettable personal and professional experience in the United States and intend to give back to their communities by sharing their ideas, experience and expertise to find effective solutions to the problems of a fast changing world. This is what we stand for and the Conference of today is just a perfect occasion to accomplish our mission. 13 conferenza enam / vito cozzoli conferenza enam / Kathleen Doherty Qualità della vita, ecco la priorità Expo 2015 esempio di smart city digitale Smart City Tour: il presidente di Amerigo traccia un bilancio e fissa i nuovi obiettivi da raggiungere nel prossimo anno «Le città sono alla base di business e creatività» spiega la numero due dell’ambasciata Usa in Italia I l congresso internazionale Enam Smart Cities for a Better Europe rappresenta la sintesi del percorso, lungo un anno, che ha visto lo Smart City Tour di Amerigo approdare in varie realtà italiane nell’intento di mettere le città e il loro sviluppo intelligente al centro del progetto di 14 rilancio del Paese. Ma adesso l’ambizione si fa più importante: puntiamo ad esportare l’iniziativa in tutto il vecchio continente, come è ben evidenziato nel titolo dell’evento”. Vito Cozzoli, presidente dell’associazione Amerigo, traccia un bilancio dello Smart City Tour e fissa nuovi obiet- tivi all’indomani della conferenza Enam. “L’obiettivo è innalzare la qualità della vita nelle città italiane e di tutto il vecchio continente. Ma si può andare anche oltre il classico perimetro municipale. Quello di smart cities è un concetto elastico – spiega Cozzoli – e lo si può pensare anche in chiave macro-regionale. Vengono in mente, in questo senso, realtà come Londra e Shanghai. Più complesse e stratificate, più articolate di normali città. La sfida è avvincente, ma c’è bisogno di obiettivi chiari. Fra i punti sui quali doverosamente insistere ci sono la green economy, l’ammodernamento urbano, l’educazione e la formazione, una finanza che sappia mettersi al servizio degli investimenti e dell’economia reale. E poi la tecnologia, ovviamente. Le smart cities devono incentivare il comparto hi-tech spiegando tuttavia al tempo stesso che questo processo avrà ricadute benefiche su tutti gli altri rami produttivi. Ne beneficerà anche il settore mid-low tech, l’artigianato in altre parole”. L e città sono il volàno principale della crescita economica, dell’innovazione e delle opportunità. Sono alla base del business e della creatività e possono essere hub per il capitale finanziario. Contengono asset fondamentali per le infrastrutture e ospitano istituzioni che rafforzano la prosperità delle regioni mi- gliorando la qualità della vita». A parlare è Kathleen Doherty, viceambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia intervenuta alla conferenza internazionale Enam in rappresentanza dell’ambasciatore H.E. Phillips. Un ottimo esempio di smart city digitale, evidenzia Doherty, è l’EXPO 2015 a Milano, una vetrina in cui sono mo- strati gli approcci più innovativi e tecnologici relativi a quello che è diventato il tema più importante dei nostri tempi. Lo slogan di questa esposizione mondiale è infatti “Feeding the Planet, Energy for Life, Nutrire il pianeta, energia per la vita”, una fonte di ispirazione nell’ottica di creare un ambiente migliore ed un nuovo modo di vivere in maniera più intelligente. “L’EXPO – spiega Kathleen Doherty - non è dunque solo una grande mostra in cui viene esaltato il cibo, ma qualcosa che ha un contesto e propositi molto più ampi. Mette in evidenza, ad esempio, cosa l’Europa e gli Stati Uniti possono fare insieme nella loro grande relazione commerciale nel contesto mondiale. Insieme possiamo promuovere la prosperità globale e adottare pratiche innovative con nuove tecnologie per accelerare il progresso e ridurre la fame nel mondo, stabilizzando così il mercato relativo al cibo e rispondendo anche alle problematiche causate dal cambiamento climatico”. 15 conferenza enam / simona vicari conferenza enam / daniela rondinelli Smart Cities risorsa per la politica industriale Parla il sottosegretario di Stato con delega alla smart cities: «Le città intelligenti non devono rimanere un concetto astratto» L e Smart Cities, secondo il sottosegretario di Stato con delega alle Smart Cities Simona Vicari, rappresentano una grande opportunità per il Paese di migliorare la qualità della vita, la competitività del- 16 le imprese e il raggiungimento di importanti risultati sul fronte dei risparmi e della tutela del patrimonio ambientale, culturale, artistico. Ma possono rappresentare anche un volàno di politica industriale per rendere l’Italia una “Smar- ter Nation”, con una industria in grado di realizzare ecosistemi di servizi digitali esportabili nel mondo. “Smart city – spiega la senatrice Simona Vicari - è la sfida di oggi per il futuro. Dobbiamo fare in modo che il termine smart non rimanga soltanto un concetto astratto, ma piuttosto che si proietti verso una nuova dimensione, e cioè quella di rendere più vivibili le nostre città attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. La mia esperienza di amministratore locale mi porta ad avere una visione che privilegia lo sviluppo delle Smart cities, e proprio grazie all’intervento del capitale privato ho potuto realizzare numerose iniziative ed opere. Per fare questo è necessario che la pubblica amministrazione acquisti presso il privato credibilità ed autorevolezza. Dobbiamo partire dalla considerazione che il pubblico oggi non è più in grado di svolgere quel ruolo che un tempo aveva nella realizzazione delle opere”. 2020: nelle città 8 Europei su 10 La componente del Comitato economico e sociale europeo: «Previsioni per il 2020, le smart cities sono la soluzione» D aniela Rondinelli è uno dei ventiquattro componenti italiani sui 353 totali del Comitato economico e sociale europeo, uno degli organi consultivi dell’Unione europea con un ruolo tutt’altro che marginale: quello di importante osservatorio sulle dinamiche della modernità che provvede a studiare e analizzare, formulando poi pareri destinati ai piani alti dell’edificio comunitario. Le smart cities sono uno dei temi che il Comitato esamina con grande attenzione. “An- che perché nel 2020 circa l’80% degli europei vivrà in aree urbane”, spiega Rondinelli. Non siamo al principio di una rivoluzione, di più: ci siamo completamente dentro. È dunque fondamentale che questo processo sia accompagnato da benessere crescente e condizioni tali da stimolare la vitalità d’impresa. Le smart cities sono una soluzione. Forse “la” soluzione. ”Eppure – afferma - in Europa non siamo ancora riusciti a sintonizzarci completamente con il trend mondiale”. Che fare, quindi? “Servono prima di tutto ag- giornamenti e investimenti in tecnologia. Subito dopo bisogna pensare a come finanziare gli interventi sulle smart cities”. E qui affiora un problema. “Attualmente ci sono sei bacini di fondi europei da cui potenzialmente attingere. Troppi. Dobbiamo semplificare, altrimenti c’è il rischio di creare confusione e sovrapposizioni”. Ma non finisce qui. Rondinelli evidenzia altre due priorità: “Da un lato è necessario scolpire una piattaforma che metta in relazione più diretta governi centrali e amministrazioni municipali, considerato che l’Europa ragiona spesso alla luce di dimensioni regionali. Dall’altro, i cittadini devono diventare protagonisti. Il progetto delle smart cities, se l’obiettivo è quello di farlo diventare una linea guida per la politica economica comunitaria, deve indirizzarsi con maggiore forza sul coinvolgimento della società civile, delle reti di persone e imprese”. 17 conferenza enam / sir martin sorrel Sviluppo delle città, serve la vision strategica Il CEO e fondatore di WPP, multinazionale nel settore advertising e PR: «L’unità cittadina e la qualità del Governo sono cruciali per lo sviluppo» S ir Martin Sorrell, CEO e fondatore di WPP, multinazionale nel settore advertising e pubbliche relazioni, è una delle prestigiose presenze internazionali alla conferenza Enam. La sua testimonianza, in qualità di presidente dell’International Business Advisory Council, è stata utile per comprendere come il programma IBAC abbia contribuito, attraverso la promozione di un partenariato strategico tra settore pubblico e settore privato, alla crescita e alla valorizzazione di città come Shangai e Londra nella convinzione che le smart cities possano rappresentare i catalizzatori fondamentali di crescita e innovazione. Qual è il limite che impedisce alle città italiane di paragonarsi a modelli urbani del calibro di Shanghai e Londra? È un discorso complesso: in generale l’errore che si commette in questi casi è quello di pensare troppo in un’ottica di breve termine. Occorre invece trovare quel delicato equilibrio tra breve e lungo periodo, tra 18 la necessità dei governi e l’orizzonte dello sviluppo. La prima è a breve termine e deve sempre abbeverarsi di consenso, il secondo trova nella prima un freno non indifferente. Come fare, allora? Un esempio arriva da Gerhard Schröder, che in Germania ha avuto il coraggio di fare riforme impopolari delle quali oggi beneficia Angela Merkel. Certo, tutto va poi misurato in base all’implementazione: se quest’ultima viene a mancare le idee restano tali e non si va oltre. L’ideale è fare investimenti nel breve termine che pongano le condizioni per produrre crescita nel lungo periodo. C’è bisogno di una Business Leadership che porti i sindaci delle città a cooperare fra loro. Prendiamo ad esempio l’Italia. In che senso? Il vostro Paese ha una strategia, ma manca ancora di ca- pacità di attrazione e di una efficace comunicazione che possa renderlo interessante agli occhi degli investitori. La questione base resta sempre la longevità dei governi: bisogna arrivare ad una visione di lungo termine. Eventi sportivi come i Mondiali di Calcio, o meglio ancora le Olimpiadi, potrebbero in questo senso ben valorizzare le città perché se da una parte comportano grandi investimenti, dall’altra rendono poi quella sede in futuro molto più attraente. Qual è l’idea vincente per lo sviluppo delle città? Serve un controllo centrale, che risulti al tempo stesso anche agile, insieme a un focus locale. La dimensione regionale dovrebbe essere definitivamente eliminata, e dovremmo basarci su una struttura cittadina municipale. L’unità cittadina e la qualità del Governo sono i due elementi cruciali per lo sviluppo della città. Come vede in generale le città del futuro? Sempre più congestionate e oggetto di rapidissimi cambiamenti. Prendiamo ad esempio il caso del commercio e degli ipermercati: benché siano un’invenzione relativamente recente, sono già sulla via del superamento dal momento che producono traffico e di conseguenza inquinamento. Oggi le persone stanno tornando a fare la spesa nel proprio quartiere, o comunque comprano sempre più in Rete, dove la grande novità degli ultimi tempi è la sharing economy che sta letteralmente rivoluzionando il mercato dei servizi. In che modo la cooperazione tra pubblico e privato può rendere la vita quotidiana più facile? Penso a Londra come esempio di connubio tra pubblico e privato e allo stesso tempo a metà strada tra Occidente e Oriente. Qui il Governo non ha operato in questo modo in un solo settore, come ad esempio le infrastrutture, ma anche in altre aree come la banda larga. In Italia questo tema rappre- senta invece ancora un grande problema, se pensiamo al numero di utenti da raggiungere. Qual è il punto di forza dell’Europa, in termini di qualità della vita? La cultura, a mio parere. Se Roma fosse scelta come sede per le Olimpiadi, ci sarebbero grandi vantaggi in termini di attenzione alla cultura, e questo potrebbe esaltare i benefici derivanti da un investimento in un evento sportivo così importante. La vera sfida dell’Europa è come convincere i politici ad investire in eventi di questo tipo. 19 conferenza enam / andrea gumina Un mercato comune per le città intelligenti Il coordinatore dell’area Government di Amerigo e Program Manager dello Smart City Tour Europe: «La presenza di una delega specifica alle Smart Cities è un segnale importante da parte del Governo I l coordinatore dell’area Government di Amerigo e Program Manager dello Smart City Tour Europe, presenta i progetti Smart city tour di Amerigo e United Smart cities dell’Unece. Gumina è consigliere del Ministero dello Sviluppo Economico, ricercatore e fund raiser presso l’Università Luiss Guido Carli e presidente del gruppo Giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti di Roma. Come valuta il progetto “United Smart Cities” dell’Unece? È una iniziativa che punta a individuare una metrica di misurazione per le città at- 20 torno alla quale costruire key development milestones strategiche per raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di sviluppo. Ho assistito alle riunioni di questo progetto, che ha il pregio di mettere insieme città di tutte le aree dell’Eurasia, con un approccio interessante, utile e sinergico in termini di individuazione degli obiettivi strategici. Ecco perché abbiamo chiesto agli esperti di questo gruppo di lavoro di intervenire al nostro convegno: vogliamo ragionare insieme e presentare un programma congiunto di sviluppo. E per quanto riguarda lo “Smart City Tour Europe”? In Italia, così come in tutta Europa, c’è bisogno di affrontare in maniera più omogenea il tema delle smart cities. E questo per vari motivi: il principale è che se partiamo dal presupposto che le smart cities possono diventare una piattaforma fondamentale per rilanciare lo sviluppo e la crescita in Europa, dobbiamo anche comprendere che per migliorare il contesto è necessario attrarre investimenti. Ma se l’approccio ai problemi è frammentato o disomogeneo, attrarre investimenti diventa difficile. Daniela Rondinelli, consigliere del Comitato Economico e Sociale europeo e componente del direttivo di Amerigo, sta mettendo a punto un parere sull’argomento facendo riferimento proprio a un mercato comune delle smart cities, con l’obiettivo di convincere multinazionali, aziende e investitori a destinare bugdet importanti su questi temi. Come raggiungere questo scopo? Bisogna creare un Humus omogeneo tra i decisori. Le aziende devono identifica- re una modalità comune per parlare di smart cities e investire in soggetti che possano svolgere il ruolo di Chief Information Officer, vale a dire il ruolo di delegati a promuovere progetti smart nelle città. Le imprese devono comprendere l’importanza di fare uno sforzo in più e programmare queste iniziative secondo un modello strutturato e definito. E’ per questo che stiamo promuovendo all’interno dello “Smart City Tour Europe” una serie di azioni di awareness e di compenetrazione tra pubblico e privato. Nel corso della conferenza Enam il fondatore e Ceo di WPP Sir Martin Sorrell ha sottolineato l’importanza di avere un governo con una vision di lungo termine piuttosto che di breve periodo. Quanto manca all’Italia da questo punto di vista, in termini cioè di passaggio dalla teoria alla pratica dei fatti, per diventare “smart”? Non manca molto, credo. In realtà non c’è una particolare criticità di competenze e risorse da mettere in campo. Abbiamo piuttosto un problema di governance, nel senso che ci sono tantissimi attori che vanno coordinati. La presenza di una delega specifica alle Smart Cities attribuita al sottosegretario Simona Vicari è un segnale importante, in questo senso, dato dal Governo. So che il sottosegretario sta cercando con grande im- 21 conferenza enam / andrea gumina pegno di mettere attorno a un tavolo tutti coloro che in un modo o nell’altro si occupano di questa tematica. Quali sono i principali problemi da risolvere? Oggi esistono tanti piccoli progetti in materia di smart cities, ma manca ancora una regia nazionale. La prima cosa da fare dunque è organizzare al meglio l’attribuzione delle risorse. Il secondo punto importante riguarda il quadro istituzionale: se si dispone di un periodo di tempo lungo almeno 5 anni, si possono meglio programmare in maniera trasversale politiche industriali e di innovazione: anche senza vedere subito i risultati, ciò consente comunque di fare passi in avanti verso la realizzazione dei programmi. 22 Cosa pensa della cosìddetta sharing economy? Tutti abbiamo sentito parlare di Uber e di altre applicazioni simili: sono fenomeni sui quali occorrerà riflettere con attenzione perché hanno un grande impatto sul lavoro e sulla nostra vita quotidiana, e bisogna costruire regole chiare per la difesa dei lavoratori e dei consumatori. In pochi anni passeremo dalla sharing economy alla desplacement economy, e rischiamo di rimanere spiazzati dal punto di vista occupazionale. Dobbiamo valorizzare e gestire la tecnologia, rendendola per noi vantaggiosa, e non subirla. Quale ruolo può giocare l’Advocacy Group di Amerigo in materia di programmi per lo sviluppo delle smart cities? L’azione di Amerigo ha consentito di promuovere nterventi più omogenei e standardizzati in tema di smart city. Il nostro Advocacy Group aprirà opportunità e favorirà lo scambio di esperienze fra le città, soprattutto a livello internazionale, e anche rispetto al cambiamento che stanno affrontando molte città in Europa e negli Stati Uniti. Per quanto riguarda il nostro progetto italiano ed europeo puntiamo a organizzare attività con periodicità ed efficacia sempre maggiori e adeguate alla sfida delle smart cities. Cosa vi aspettate, dopo l’esperienza di questo convegno internazionale “Smart Cities for a Better Europe”? L’incontro è stato fondamentale perché ha ribadito l’interesse di più parti a collaborare insieme su un tema non ancora del tutto definito. L’incontro è stato preceduto da una riunione di delegati ENAM nel corso della quale abbiamo identificato un percorso per portare avanti una progettualità europea comune, ed è stato inoltre funzionale a definire altri punti di intesa con il Centro Studi Americani e con altri soggetti come ad esempio “Formiche”, interessati a lavorare con noi sul tema. Questi convegni sono molto utili per comprendere la reale misura dei problemi e capire insieme quali sono i percorsi da intraprendere successivamente. Boutiques CAGLIARI Via Manno, 61/65 FORTE VILLAGE RESORT Santa Margherita di Pula MOSCOW 11, Leninsky Prospekt ALMATY 2, Republic Square BAKU CITY Samed Vurgun Street, 8 also available at MILANO CASTELLANI Piazza Meda, 2 NEW YORK BERGDORF GOODMAN 745 Fifth AVE. MIAMI SARTORIAL BOUTIQUE Design District 111.N.E.40 Str. BEVERLY HILLS 310 N. Camden Drive ST. PETERSBURG BABOCHKA 153, NEVSKY PROSPEKT ASTANA LUXURY HOUSE 97 Ryskulova Str. TASHKENT PODIUM Square Khamida Alimdzhan ZURICH WEINBERG & CO Bahnhofstrasse, 10 GENEVE BONGENIE GRIEDER 34, Rue du Marche - 121 www.castangia1850.com conferenza enam / gulnara roll Come condividere esperienze e best practice Il segretario della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (Unece) presenta il programma United Smart Cities G ulnara Roll, segretario della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (Unece) e una lunga esperienza nella gestione di programmi internazionali in Belgio, Estonia e Russia, partecipa alla Conferenza Enam come Responsabile del Programma “United Smart Cities”. 24 Come funziona “United Smart Cities”? Il programma, lanciato nel maggio 2014, è rivolto alle città di media grandezza e coinvolge un grande numero di stakeholders nei paesi in via di sviluppo e con una economia di transizione nelle regioni in cui opera l’Unece. Il progetto è diviso in tre parti. Parliamone in dettaglio. La prima è dedicata alla creazione di un indicatore globale sulle smart cities, unico e condiviso. Organizzeremo a Roma una Conferenza proprio su questo tema dal 14 al 16 dicembre prossimi, in modo da poter misurare l’implementazione delle smart cities nell’arco di dieci anni. Il secondo punto è un progetto pilota basato sull’assistenza ai paesi in via di sviluppo. Con le risorse economiche a nostra disposizione possiamo sviluppare in Europa numerosi programmi in maniera intelligente. Il terzo punto è basato su un sistema di network e piattaforme che stiamo realizzando in maniera che differenti tipologie di città intelligenti possano condividere esperienze e best practices. Abbiamo già coinvolto tre aziende e siamo molto soddisfatti del riscontro ricevuto nelle città che hanno finora aderito a questa iniziativa. Quale ruolo può giocare l’associazione Amerigo in materia di Smart Cities? Amerigo è una grande risorsa intellettuale, e il concetto di smart cities richiede proprio questo: persone esperte dei temi di cui stiamo trattando, che conoscano le relazioni tra diplomazia, governance e comunicazione e che sappiano pensare fuori dagli schemi. Amerigo è un gruppo di professionisti all’avanguardia che grazie alle proprie esperienze internazionali può darci qualcosa in più. Credo sia doveroso adottare in materia un approccio intercontinentale. In Europa siamo troppo eurocentrici, dobbiamo uscire da questa ottica se vogliamo avere una visione globale che possa unire l’America all’Europa. E per fare questo è fondamentale migliorare la nostra rete di comunicazione. Già, la comunicazione: quanto conta in un modello di smart city ideale? Prima di tutto dobbiamo chiederci il motivo per cui molti non pensano abbastanza alla comunicazione. Molto dipende dall’educazione ricevuta, ed è importante il confronto tra vecchie e nuove genera- zioni. Il modo di comunicare oggi è cambiato. Dovremmo incoraggiare lo svolgimento di programmi educativi, magari di Master su come comunicare in una smart city, cosa che a volte oggi viene data erroneamente troppo per scontata. Dobbiamo imparare a trasmettere l’idea ai Decision Makers e poi a realizzarla al meglio. 25 conferenza enam / Tanja Bogataj Smart countries, piccolo è bello Il sottosegretario alla Programmazione territoriale della Slovenia: «Si può essere smart anche senza avere grandi città nella propria nazione» S i può essere smart anche senza essere grandi». Lo afferma alla conferenza internazionale Enam il sottosegretario all’Ambiente e alla Programmazione territoriale della Slovenia, Tanja Bogataj, consapevole 26 della mancanza di grandi città nel proprio paese. La capitale Ljubljana non arriva a trecentomila abitanti. Maribor, il secondo centro più grande del paese, non supera i centomila. E allora? “Dobbiamo orientarci sul concetto di smart country – spiega Bogataj - il punto per noi non è come sviluppare le città ma come sviluppare il Paese. Prendiamo il caso di Ljubljana e delle municipalità che la circondano. L’una deve servire le altre e le altre l’una, con un rapporto virtuoso e bidirezionale. Questo modello non deve valere solo a Ljubljana e dintorni, ma in tutte le altre aree della Slovenia. Se questa è la strategia – continua – la tattica si fonda sull’accordare priorità a quei settori in cui il paese esprime maggiore qualità. L’egovernment e l’e-healthcare, innanzitutto. Benchè esse siano parti indispensabili di una realtà smart, l’innovazione e la tecnologia non devono distogliere dall’esigenza di curare altri aspetti come l’ambiente, la gestione delle risorse idriche, quella dei rifiuti, i trasporti. Aspetti sui quali in Slovenia c’è grande interazione tra amministratori e cittadini, grazie alla piattaforma www.predlagam. vladi.sl, attraverso la quale i secondi possono confrontarsi con i primi, arrivando anche a suggerire interventi e misure”. E questo strumento di e-government è senz’altro un vantaggio competitivo che la Slovenia può esibire, assieme a una burocrazia leggera che attribuisce velocità al processo decisionale e a un alto livello di educazione. Sempre, ovviamente, pensando al concetto secondo il quale le città smart non sono necessariamente quelle grandi. conferenza enam / francesco profumo F Aumentare dimensione e qualità dei progetti L’ex ministro, oggi presidente dell’Osservatorio Anci Smart Cities, spiega: «Assisteremo in futuro ad una presenza predominante di piattaforme legate al video, la comunicazione diventerà sempre più bidirezionale» 28 rancesco Profumo, ex presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con delega al Dipartimento per l’innovazione tecnologica, dallo scorso mese di maggio è Presidente del Consiglio di Amministrazione di INWIT, Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A., società del Gruppo Telecom Italia che opera nel settore delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche. Profumo ha partecipato alla Conferenza Enam in qualità di Presidente dell’Osservatorio Smart City dell’Anci. Come opera l’Osservatorio Anci per promuovere la piattaforma smart city? Il modo migliore per promuovere la piattaforma smart city è fare in modo che essa sia universalmente riconosciuta. Considerata la mancanza generale di fiducia che si riscontra nel nostro Paese diventa sempre più evidente la necessità di mettere a sistema e qualificare le tante iniziative d’innovazione urbana che stanno emergendo dai territori. Per questo, l’Osservatorio dell’ANCI si sta impegnando in azioni che puntano al riutilizzo dei progetti già realizzati in tema di nuove tecnologie in alcuni contesti cittadini, puntando allo scambio di pratiche fra amministrazioni e utilizzando parte delle risorse disponibili per realizzare nuove iniziative. Di cosa c’è bisogno? Di aumentare la dimensione e la qualità dei progetti per renderli capaci di incidere realmente sul miglioramento della vita dei cittadini, anche confrontandoci con realtà internazionali che, oltre a costituire esempi da cui apprendere, devono essere considerate sempre più come partner strategici con i quali collaborare all’interno di iniziative comuni. Le risorse dovrebbero essere investite in programmi validi instaurando una buona partnership pubblico-privato. Cambiano le città e con esse tutti gli aspetti della vita. Come sarà organizzata la comunicazione del futuro nelle smart cities? Stiamo andando sempre più verso una comunicazione multicanale, e questo consente di avere sempre più strumenti e opportunità nelle forme più diverse. In futuro assisteremo ad una presenza predominante di piattaforme legate al video e la comunicazione diventerà sempre più bidirezionale. Il sito tradizionale tenderà a ridurre il suo impatto, ed avremo più piattaforme di collaborazione e cooperazione. Larry Page, CEO di Google, ha annunciato il progetto “Sidewalk Labs”, una nuova start up pronta ad operare nel contesto delle smart cities, che avrà come primo scopo quello di fornire a tutti accesso a Internet gratuito, wireless e veloce. Cosa ne pensa? È una iniziativa di grandissimo interesse, perché se un’azienda come Google lancia un’idea simile vuol dire che ci sono tutte le condizioni perché il tema “smart cities” sia in grado di rendere anche dal punto di vista industriale. Le iniziative avviate in questo settore sono state molte e di ottimo livello, ma finora non hanno creato un vero sviluppo industriale. Mi auguro quindi che dietro questa operazione ci sia qualcosa che possa finalmente fare da traino per progetti di ottima qualità e fonte di sviluppo concreto, cosa di cui oggi abbiamo veramente un gran bisogno. 29 conferenza enam / gianluigi traettino Open data per avvicinare cittadini e amministrazioni Il vicepresidente di Amerigo: «Esistono aspetti macroeconomici, demografici e sociologici che spiegano la centralità delle smart cities» G ianluigi Traettino, presidente dei costruttori di Confindustria Caserta, partecipa alla conferenza internazionale Enam come vicepresidente di Amerigo. In passato è stato Consigliere nazionale incaricato per l’Etica e il Mezzogiorno dei Giovani Imprenditori di Confindustria e Presidente dei Giovani industriali di Caserta. Perché è importante l’incontro promosso da ENAM sulle smart cities? I membri di Amerigo sono stati lungimiranti nel puntare su questo tema già più di un anno fa, programmando ad aprile 2014 lo Smart City tour. Analizzando gli incontri che si sono svolti nel frattempo a Firenze, Napoli e Roma si può notare come nel frattempo il tema delle smart cities sia entrato a pieno titolo nell’agenda del Governo. La piattaforma proposta da Amerigo sarà sicuramente un benchmark e uno strumento di lavoro importante. Quali sono gli aspetti princi- 30 pali che delineano il concetto di smart cities? Credo esistano degli aspetti macroeconomici, demografici e sociologici che spiegano quanto sia centrale il tema delle città intelligenti. Sul piano economico ci sono trend ben precisi: in un prossimo futuro l’80% della popolazione vivrà nelle città. Il secondo elemento portante, quello sociologico, è legato al fatto che nel mondo occidentale c’è una quantità di popolazione che non solo avrà bisogno di essere legata alle strutture materiali, ma anche ad infrastrutture immateriali. Quali sono le altre ragioni? Il tema smart cities è strategico perché ci consente di superare l’approccio tradizionale all’azione delle città e le dinamiche legate all’urbanistica. Lo sviluppo dei volumi, ad esempio, diventa qualcosa di secondario e l’interconnessione dei vari spazi della città viene rivista sia sotto il profilo dei trasporti che dal punto di vista della banda larga. Mobilità fisica, insomma, e mobilità dell’informazione sono due aspetti non trascurabili. Altro tema basilare nella logica “smart” delle città è quello legato agli open data e cioè il modo di avvicinare sempre di più e sempre meglio il cittadino alla Pubblica Amministrazione ed alle informazioni: solo allora si potrà superare la vecchia cultura burocratica. Quali sono i punti di forza e debolezza del nostro paese in una ottica “smart”? Sir Martin Sorrell ha parlato giustamente dei governi a breve termine: questo ad esempio è sicuramente un punto debole che si accentua ancora di più nel nostro Paese, in cui la durata dei governi a parte qualche eccezione è in media di un anno. Il tema della banda larga ad esempio è al centro del dibattito dal 2008, ma viene sempre rimandato in parte a causa delle varie Finanziarie che si sono succedute, in parte a causa della nostra lentezza. Uno dei punti di forza invece è che non ci lasciamo abbatte- re, e su alcuni temi cerchiamo sempre e comunque di essere al passo. Altro elemento positivo è il fatto che le città si stanno muovendo sempre più verso iniziative in ottica smart, utilizzando sistemi di illuminazione razionale, videosorveglianza o fornendo ai centri storici il wifi. Quale sarà lo scenario futuro delle città? Nel medio e breve termine dobbiamo aspettarci che una serie di servizi e funzioni legate alla mobilità fisica e delle informazioni, siano accessibili a tutti in modo completo e soprattutto gratuito. 31 conferenza enam / domenico arcuri Innovazione strada per la crescita L’ammistratore delegato di Invitalia, agenzia per l’attrazione di investimenti: «Smart & Start finanzia con 200 milioni di euro la creazione di nuove aziende» D obbiamo smentire il luogo comune secondo il quale l’Italia si regge sulla manifattura. Si può promuovere la crescita anche con l’innovazione”. Parola di Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, l’agenzia pubblica per l’attrazione degli investi- 32 menti e lo sviluppo d’impresa. La posizione di Arcuri è confernata dai dati di Smart & Start, il programma di Invitalia destinato alla creazione di nuove aziende. “Il programma inizialmente è nato per il Mezzogiorno - afferma Arcuri - e ha permesso la nascita di oltre quattrocento imprese innova- tive. Visto il successo, il raggio d’azione è stato poi allargato a tutto il Paese. Tra febbraio e luglio sono arrivate oltre settecento domande, ma l’obiettivo è dare vita a mille startup. Perché la crescita si può fare anche con l’innovazione”. Smart & Start è la dimostrazione, secondo Arcuri, che questo già accade. Duecento, per la cronaca, sono i milioni di euro stanziati nel computo del progetto. Quello manifatturiero non è l’unico dogma che il numero uno di Invitalia prova a destrutturare. “Con le nostre attività stiamo dimostrando che non è affatto scontato che il pubblico debba sempre seguire il privato, agganciandosi a fenomeni già esistenti. Il pubblico può anche anticipare, prendere l’iniziativa” spiega. Il riferimento è al battesimo di un fondo attraverso il quale Invitalia entrerà nel capitale di 150 startup innovative. In altre parole lo Stato investe nell’equity delle nuove imprese, ma a una precisa condizione: non lo farà da solo, dovrà esserci un altro investitore. “Perché bisogna crederci” incalza Arcuri aggiungendo che “questo aspetto segna una chiara differenza con il passato e inclina il piano in discesa, verso l’obiettivo della diversificazione del Pil. Questi processi che abbiamo messo in moto faranno sì che il Pil derivi sempre di più da un ‘altro’ elemento, un ‘altro’ che dopotutto già c’è” NUNZIANTE MAGRONE studio legale associato Nato nel 2003 dall’incontro professionale tra Magrone & Associati e Nunziante, lo Studio si propone ai propri clienti come partner strategico per i servizi legali. Grazie alle specifiche competenze dei suoi professionisti, è in grado di prestare assistenza nei principali settori del diritto degli affari: commerciale, societario e finanziario, amministrativo ed attività regolamentate, contenzioso. Nel 2010 Nunziante Magrone ha inaugurato la Strategia Mediterranea, consolidando la propria rete di corrispondenti locali, con l’obiettivo di accompagnare le imprese italiane nel loro processo di internazionalizzazione verso i Paesi del Nord Africa e del Medioriente. Grazie ad accordi associativi con B+B e Shuke Law, Nunziante Magrone è altresì presente direttamente in Turchia ed Albania, con oltre 20 professionisti Lo Studio, inoltre, fa parte di un’alleanza strategica (The Broadlaw Group) che si pone pro-attivamente al servizio di clienti che operino abitualmente a livello transnazionale. Gli studi aderenti – GSK Stockmann, Lefèvre Pelletier & associés, Nabarro, Nunziante Magrone e Roca Junyent – contano complessivamente oltre 1.000 professionisti dislocati in 27 città tra Asia, Europa, Medioriente e Nord Africa. www.nunziantemagrone.it Roma | Milano | Bologna | Istanbul | Tirana conferenza enam Est Europa: Digital revolution, avanti tutta A confronto 32 delegati provenienti da 25 paesi del mondo: riflettori su open data, data sharing e data monitoring Di milly tucci L a conferenza internazionale Enam è stata preceduta da una riunione-brainstorming, moderata dal segretario dell’associazione Massimo Cugusi, dei 32 referenti dell’associazione. Riflettori puntati, nel corso dell’incontro, sullo stato dell’arte delle Smart cities nei venticinque paesi di provenienza dei delegati. Vediamo alcune delle questioni trattate. Sul fronte dello smart building è emersa l’importanza di avviare progetti confrontabili in particolare nelle quattordici città metropolitane previste e l’opportunità di standardizzare l’approccio intellettuale oltre che economico nelle città di medie e piccole dimensioni. La presenza di un interlocutore di portata mondiale quale 34 Google ha messo poi in evidenza la possibilità di collaborazioni con le smart cities. Tra i possibili campi di azione comune ci sono l’opendata per il trasporto (i dati liberamente accessibili a tutti sul Web, senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione, possono essere utili a migliorare il trasporto pubblico); il data sharing (la condivisione dei dati può servire a costruire nuovi servizi) e il data monitoring (in futuro raccogliere, analizzare e condividere dati potrà essere utile per monitorare la “qualità” generale della città, dall’acqua all’ambiente e alla sicurezza, tanto per fare qualche esempio). Un altro punto importante affrontato e condiviso con i delegati Enam è stata l’esperienza della comunità di apprendimento “Smart city Tour”, di cui Andrea Gumina e Massimo 35 conferenza enam La scheda Enam, i paesi di provenienza dei delegati Armenia Austria Azerbaijan Bulgaria Croazia Cipro Repubblica Ceca Estonia Francia Georgia Germania Irlanda Italia Cugusi sono stati ideatori con la sottoscritta nel ruolo di National contact point per il coordinamento e l’aggiornamento dei dodici amministratori italiani sulle evoluzioni della strategia Smart city. La community “smart city tour” si riunisce periodicamente in posti diversi e coinvolge un qualificato advocacy group che offre spunti e stimoli nel perseguire un modello virtuoso di Smart city, con tre importanti aree di “smart city tour approach”: disseminate, benchmark e replicate. 36 E’ stato quindi proprio il Program Manager Smart City Tour Europe Andrea Gumina a illustrare l’opportunità di estendere il modello italiano agli altri Paesi, costituendo un Advocacy Group team in grado di sperimentare il programma Amerigo SCT nella pratica e adattare le best practice in modo da riproporle a livello locale cercando di ottenere il massimo risultato in altri Paesi con il coinvolgimento di partner pubblici e privati nel programma. Uno dei temi importanti potrebbe essere la replicabilità di progetti già finanziati dalla Commissione europea sul tema smart city che comprendano l’attivazione di living labs. Altre attività su cui sviluppare progetti comuni potrebbero essere programmi di training con destinatari local administrator government, large corporation managers ed entrepreneurs. Cugusi ha ricordato a riguardo lo straordinario lavoro di Amerigo in Italia che ha coinvolto personalità di prestigio come John Tolva, Clara Brenner (start up accelerator) e Sir Martin Sorrell. Il segretario di Enam ha evidenziato anche come la digital revolution stia procedendo molto spedita nei paesi dell’Est. È stato poi il turno degli interventi dei delegati internazionali. Karamov Jeyhun (Azerbajian), esperto in questioni energetiche, mette in evidenza il progetto “white city” sviluppato nel pieno centro della capitale Baku diffondendo un green living style e sensibilizzando le persone all’uso di tecnologie digitali e nuove fonti di elettricità Lituania Macedonia Moldova Montenegro Norvegia Romania Regno Unito Russia Slovacchia Slovenia Spagna Ucraina Ungheria Andrea Svakova, che vive a Bratislava e si occupa di start up, parla del forte mutamento culturale in corso anche nella composizione delle famiglie, incentivando a progettare il futuro con un approccio etico e multiculturale alla smart city. Milan Takosic, croato, parla delle nuove forme di digital divide di cui dovremmo tener conto in futuro: non solo per mancanza di wifi o alta connettività ma anche per mancanza di cultura e servizi. D’accordo con Cugusi, Takosic sostiene inoltre che in agricoltura sarebbe importante condividere dati per definire insieme strategie di “sharing data of different towns”. Interessante e avveniristico è il contributo sulla bellezza fornito da Andrey Zinchenko, manager di “Energy Sector Reform”; capo del progetto educativo sulle innovazioni energetiche “Greencubator“e cofondatore di EnergyTorrent initiative. Zinchenko presenta inoltre il progetto Sunnyday, una sorta di nostra Makerfaire sul tema delle fonti rinnovabili in cui i giovani si confrontano e coprogettano, un vero e proprio hackaton sull’uso di software in opensource per inventare nuove soluzioni per il futuro. Tra gli altri interventi internazionali ci sono quelli di La Kupatadze, giovane architetto della Georgia che ha deciso di fermarsi a studiare un po’ le nostre città, e della francese Marie Laure Maillet, che ha condiviso il prossimo simposio Water Act in programma a Parigi il prossimo 20 novembre sui cambiamenti climatici e sull’emergenza idrica. Special guest sarà l’ungherese György Kovhecia Vács, che attualmente lavora alla Commissione Europea posso solo dire che condivido pienamente una frase che campeggia nel suo profilo «È possibile, che le persone possono trovare in se stessi, attraverso l’educazione interculturale, i modi e i mezzi per vivere insieme in pace». 37 Conferenza enam / photogallery Tutti i volti della giornata romana 38 39 Conferenza enam / photogallery 40 41 Conferenza enam photogallery 42 43