Endoscopia di qualità in tutta Italia, parte il censimento

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Endoscopia di qualità in tutta Italia, parte il censimento
Edizione: 12/02/2009 Libero LIB_giovedi - pagina 32 - stampata da: callioni alle ore: 21.11.17 - colore
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Giovedì 12 febbraio 2009
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A Udine una moderna tecnica
per la terapia del glaucoma
ppp (r.s.) Si effettua nel mondo da soli due anni,
all’ospedale S.Maria della Misericordia di Udine da
uno e i risultati sono buoni. Si tratta della canaloplastica, tecnica per la cura del glaucoma che abbassa
stabilmente la pressione dell’occhio. Consiste nell’i ntroduzione di un microcatetere nel canale di Schlemm,
che circonda l’occhio a livello della cornea e che nel
glaucoma si presenta ristretto. Il microcatetere (sottilissima sonda di 250 micron di diametro) - che contiene un tubicino attraverso il quale viene iniettato un
materiale viscoso e una fibra ottica collegata a una
sorgente laser - avanza lentamente all’interno del canale di Schlemm e viene visualizzata dall’esterno grazie a una luce lampeggiante fornita dalla fibra ottica.
SCIENZA
Scoperta una mutazione genetica
che si tramanda da 6 generazioni
ppp (r.s.) Dovrebbe trattarsi di una malattia ereditaria
molto rara e invece nel trevigiano ha coinvolto già 6 generazioni della stessa famiglia. La causa è una mutazione
del gene MEN1, che può predisporre il corpo umano all’i nsorgenza di tumori endocrini multipli. La scoperta è stata
possibile grazie alla collaborazione tra l’Unità Operativa
di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova e
l’Istituto Oncologico Veneto che da un anno sta facendo
una meticolosa raccolta dati. «Quello di questa famiglia
trevigiana - spiega il prof. Giuseppe Opocher - è un triste
primato. Con le nostre indagini siamo riusciti a individuare 111 componenti dell’albero genealogico». Ne sono
stati rintracciati e sottoposti ad analisi molecolare già 29,
20 dei quali presentano una mutazione dei propri geni.
I 200 ANNI DI DARWIN
La teoria dell’evoluzione
contesa tra destra e sinistra
Le tesi del naturalista inglese sfruttate per giustificare il colonialismo da una parte
e la lotta di classe dall’altra. In un libro, dibattito religioso-politico sulla scienza
::: GUIDO BOSTICCO
ppp Omosessuali si nasce o si
diventa? Il buco nell’ozono è proprio così grave? Il capitalismo e la
libera impresa sono il miglior sistema economico? Le donne sono
meno portate per la matematica
rispetto agli uomini?
Tutte queste domande hanno
trovato una risposta, spesso a
sproposito, che si fonda su un
unico libro. E non è la Bibbia.
Nemmeno l’enciclopedia. Il titolo
è: L’origine delle specie, pubblicato nel 1859. Il capolavoro di Charles Darwin è infatti uno dei libri
più influenti nella storia del pensiero. Usato e abusato, come tutti i
grandi classici, è stato letto poco e
citato moltissimo. Anzi, il “darwinismo” è uno di quegli argomenti
che salta fuori a metà di ogni discussione, come una mannaia:
così dice la scienza, chi non ce la
fa, perisce. È la legge del più forte.
L’abbiamo sentito dire perfino da
uno dei manager della Enron, al
momento del tracollo.
Inutile dire che nella volgarizzazione quotidiana il pensiero del
naturalista inglese venga completamente tradito, e insieme la raffinatezza di una teoria che ha letteralmente rivoluzionato il metodo
di ragionamento intorno all’origine dell’uomo e al suo rapporto
con l’ambiente (ecco perché
c’entra pure il buco nell’ozono).
Oggi, l’idea di evoluzione graduale e ramificata, così come Darwin
l’aveva immaginata, è condivisa e
ritenuta una base analitica per
ogni ulteriore indagine. Il concetto di adattamento è invece più discusso, in favore di modelli più
complessi. Infine, la teoria della
selezione naturale e della lotta per
la sopravvivenza è quanto di più
travisato vi sia nella storia recente
del pensiero.
Fin dalla sua pubblicazione,
L’origine delle specie fu insieme
un libro scientifico e un libro politico. Dal momento della sua diffusione (le prime 1250 copie stampate furono vendute in un paio
giorni) il saggio fu letto e recensito
in chiave sociologica, storica, politica e filosofica. Prima di discu-
terne le teorie e confutarne i risultati scientifici, ci si chiese: perché
elaborare una teoria che escluda
la divinità? A quale scopo relegare
Dio - che pure nel libro di Darwin
trova spazio - in un ruolo di mera
comparsa nella storia del pianeta
e dell’uomo? Viceversa, i primi fan
del saggio rivoluzionario furono
gli atei e i mangiapreti impenitenti. Ma non si trattò soltanto di una
questione tra credenti e atei, bensì la contrapposizione assunse
subito i toni del dibattito politico.
Di certo la teoria dell’evoluzione è fortemente anti-intuitiva: così come il fatto che la Terra giri intorno al Sole, immaginarsi che
mutazione, selezione e deriva genetica abbiano disegnato il mondo animale come è oggi attraverso passaggi anche casuali, non è
esattamente il primo pensiero
che viene alla mente.
Ma soprattutto nella teoria di
Darwin c’è l’idea del “cambiamento” contrapposto alla fissità
del mondo creato. È, in questo
senso, un pensiero progressista e
non conservatore. Ed eccoci al
cuore del problema di cui parlano, in un libro divertentissimo ma
serio, Nicola Nosengo e Daniela
Cipolloni, Compagno Darwin.
L’evoluzione è di destra o di sinistra? (Sironi ed.).
Quando Charles Darwin da
Shrewsbury si imbarcò sul brigantino Beagle, era il 1831, e partì
nel suo viaggio intorno al mondo
(il diario di quei cinque anni è appena ripubblicato da Feltrinelli),
forse non sapeva che sarebbe diventato uno dei nomi più famosi
della storia e soprattutto uno dei
più discussi tra i banchi parlamentari d’occidente, a partire dal
ventesimo secolo. Destra e sinistra si contesero - o si combatterono usandola come clava - la teoria darwiniana, per legittimare o
criticare posizioni del tutto estranee agli studi del naturalista.
Sopravvivenza del più forte?
Ecco perché è lecito massacrare
gli aborigeni della Tasmania, al
momento della colonizzazione.
Ecco perché il capitalismo è la forma più “naturale” di economia.
Selezione naturale? Ci si chiede
quindi che vantaggio tragga
l’umanità dalla nascita di sordi,
muti, ciechi, dai malati di mente,
dai menomati fisicamente, dagli
affetti da malattie ereditarie incurabili. Forse meglio lasciarli morire.
Differenziazione delle
razze? Di conseguenza viene il diverso valore della vita tra le razze
umane: alcune, si nota, sono più
vicine ai mammiferi come
scimmie e cani piuttosto che
agli europei occidentali.
Inutile sottolineare che di
solito si tratta di razze
africane o altri gruppi
autoctoni in aree da colonizzare.
Questo è stato, su
per giù, il tono di
molta letteratura
anche scientifica.
Sulla quale si è
inserito da subito, con gran
successo, il
“darwini-
Gli eventi
Oggi al via la mostra di Roma
tra scoperte e rapporti famigliari
ppp Dopo essere stata nelle più importanti capitali del mondo, la mostra “Darwin 1809-2009” apre
oggi a Roma (Palazzo delle Esposizioni, fino al 3
maggio). Successivamente l’evento si trasferirà a
Milano (Rotonda della Besana, 4 giugno-24 novembre) e poi a Bari (Castello Normanno-Svevo,
dicembre 2009-marzo 2010). Basata sulla mostra
internazionale organizza dall’American Museum
of Natural History di New York, l’esposizione è stata
appositamente adattata e ampliata per il nostro
Paese da due grandi evoluzionisti come Niles Eldredge e Ian Tattersall, coadiuvati da Telmo Pievani.
Il percorso espositivo ripercorre la biografia
scientifica del naturalista inglese, dai suoi primi
studi al viaggio intorno al mondo durato cinque anni, senza tralasciare l’avventura umana: le complesse relazioni famigliari di Darwin, le incertezze e
i timori nel pubblicare le sue scoperte.
A 200 anni
dalla nascita e a
150 anni dalla
pubblicazione
de “L’origine
delle specie”, sono numerosi gli
eventi organizzati
nell’ambito dei festeggiamenti dedicati
a Darwin e alla sua teoria:
dieci conferenze, cinque lezioni magistrali, cinque spettacoli teatrali, diversi laboratori per le
scuole e due convegni internazionali. Come quello,
che si conclude oggi all’Accademia Nazionale dei
Lincei di Roma, dal titolo “Il mondo dopo Darwin”,
nel quale si discute, tra l’altro, dell’influsso dell’evoluzionismo sulle scienze sociali e sulla morale.
Endoscopia di qualità in tutta Italia
Parte il censimento dei centri
ppp (r.s.) Gastroscopie, colonscopie, esami endoscopici all’intestino: quanti se ne fanno, dove e come
vengono eseguiti in Italia? Questi dati non sono noti,
anche se il tumore al colon retto rappresenta la terza
causa di morte in Italia. Proprio per “scattare” una
fotografia della rete di centri adibiti ad effettuare endoscopie digestive, il presidente della Sied (Società
Italiana Endoscopia Digestiva), il prof. Enrico Ricci,
direttore del Dipartimento di Medicina Specialistica
dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, ha deciso di far partire un censimento di tutti i centri italiani.
Le sezioni regionali Sied forniranno un questionario
alle singole realtà territoriali, dove gastroenterologi,
chirurghi e infettivologi praticano esami endoscopici.