f) regolamento - Comune di Matelica

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f) regolamento - Comune di Matelica
Piano Particolareggiato
del Centro Storico
REGOLAMENTO PER LA SALVAGUARDIA ED IL RECUPERO
DEL CENTRO STORICO
Ufficio Tecnico Comunale
Revisione 2004
1
M:\urbanistica\centroStorico\PPCS\NORMATIVA\regolamento.doc revisionato SUPER Arch..FTR.16/11/2004 15.50 ART.7.1.3
Città di Matelica
INDICE
Titolo I
Premessa
ART. 1 -Inquadramento generale.
Qualsiasi tipo di intervento, deve essere studiato caso per caso, non solo sulla scorta di dati di archivio e di testimonianze
iconografiche, ma con una consapevolezza storica, tecnica e teoretica che innalzi il livello della qualità progettuale ed
esecutiva mirante a salvaguardare l’
identità del centro storico nella sua configurazione attuale, pur senza escludere
migliorie.
Tale parte delle N.T.A. fornisce indicazioni e prescrizioni che integrano quelle di dettaglio contenute negli elaborati D61…D6-100 e sicuramente possono considerarsi un utile contributo alla progettazione.
ART. 2 -Criteri di tutela specifici.
Al fine di tutelare e conservare i caratteri architettonici tipici del centro storico matelicese, qualsiasi intervento su edifici
di rilevanza storico-architettonica, tipologica ed anche semplicemente documentaria, è soggetto all’
applicazione degli
ulteriori criteri di tutela di cui agli articoli che seguono.
ART. 3 -Finalità del Regolamento
Tali misure di tutela si applicano a qualsiasi intervento sugli elementi di detti edifici che contribuiscono a formare
l’
immagine il tessuto architettonico del centro storico, ivi compresi quelli di manutenzione ordinaria.
ART. 4 -Ambito di Applicazione
Il Regolamento costituisce materiale documentale e metodologico, utile ma non unico, per la progettazione degli
interventi.
Per conseguire i fini di cui all’
art. 1, il presente Regolamento prescrive criteri progettuali, materiali e tecniche di
intervento, distinguendo tra le varie parti omogenee dell’
edificio e tra i singoli elementi che le costituiscono, secondo la
seguente articolazione:
1) FRONTI
a) composizione architettonica delle facciate
a.
b.
c.
d.
e.
o
o
o
o
o
riordino delle bucature
riordino superfetazioni o qualsiasi volume incongruo
riqualificazione terrazze e balconi
riqualificazione lastrici solari
revisione totale dei fronti
b) serramenti
a.
b.
c.
d.
o
o
o
o
finestre
serramenti di oscuramento
davanzali e soglie
porte e portoni
o vetrine e negozi
c) inferriate, infissi metallici, ecc
d) elementi architettonici e decorazioni varie
e) riordino componenti impiantistiche - impianti tecnologici di facciata
f) fronti e paramenti esterni
o intonaci
o tinteggiature
o murature a faccia a vista
2) COPERTURE
a) falde e manti
b) canne fumarie comignoli e torrini esalatori
c) abbaini e lucernari
d) antenne televisive
e) installazione apparati di ricezione delle trasmissioni satellitari
f) installazione di pannelli e collettori solari
g) terrazze piane
h) terrazze a tasca
3) ARREDO URBANO
a) tende frangisole
b) contenitori espositivi
c) contenitori distributivi
d) segnaletica stradale
e) pubblicità
o affissioni
o insegne
o targhe
f) pubblica illuminazione
g) pavimentazioni stradali
h) fioriere e sedili e arredi vari
Il Regolamento assume un valore prescrittivo laddove sono indicati esplicitamente divieti o obblighi.
Il Regolamento si applica: agli interventi edilizi degli edifici ricadenti all’
interno del centro storico di Matelica;
posizionamento di oggetti sui fronti degli edifici o in posizioni che interferiscano con essi.
ai casi di
Titolo II°
Procedure e modalità per gli interventi di riqualificazione
dei fronti
ART. 5 –Prescrizioni di carattere generale
Il rifacimento completo o parziale dei fronti, nel caso di interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e
risanamento conservativo e nel caso di interventi di ristrutturazione, deve essere realizzato nel rispetto del
mantenimento e dell’
integrazione con ripristino dei caratteri costitutivi dei fronti quali: cornicioni in pietra,
laterizio, fasce marcapiano e cornici semplicemente dipinte o riquadrate, intonaci a rilievo, con l’
utilizzo di grane fini o
grosse a paramento (eccezion fatta per gli intonaci a cemento).
In linea generale, ogni intervento che incida sulla composizione architettonica delle facciate non dovrà comportare
innovazioni ed alterazioni che ne pregiudichino il valore storico-artistico, tipologico o documentario.
Quando la facciata sia già stata interessata da modifiche ed alterazioni incongrue, sono sempre ammessi gli interventi
finalizzati a ripristinarne la veste architettonica originaria o quella storicizzata.
La formazione di nuove aperture di facciata, la chiusura o modifica di aperture esistenti ed ogni altra variazione che
interessi la facciata potrà essere ammessa solo quando pienamente compatibile e coerente con la composizione
architettonica della medesima.
5.1 Limitazioni per gli interventi interni
Gli interventi da eseguirsi all’
interno degli edifici non potranno interessare (nè direttamente nè indirettamente) le aperture
di facciata prospicienti spazi pubblici con tramezzi, solai od altri elementi che possano pregiudicare i caratteri architettonici
del prospetto.
ART. 6 –Composizione architettonica delle facciate
6.1 Riordino delle bucature
Negli interventi di ristrutturazione totale dei fabbricati per i quali il P.P.C.S. non prescrive per i fronti il mantenimento
dello status quo, è fatto obbligo di procedere al riordino programmato dei prospetti; tale operazione dovrà avvenire nel
rispetto dei moduli e dei tracciati compositivi della facciata, che molto spesso presentano una rarefazione nel
dimensionamento delle aperture dal basso verso l’
alto. Laddove questa operazione non sia stata pianificata dal P.P.C.S., è
fatto obbligo di procedere all’
allineamento in colonne parallele delle bucature e dei maschi murari, prevedendo la chiusura
di alcune aperture e lo spostamento di altre. (vedi Allegato A1, A2, A3, A4)
In casi particolari, per esigenze dettate dal ritmo di facciata e dalla distribuzione interna degli alloggi, gli interventi
dovranno prevedere il mantenimento di quelle bucature che, sebbene non più utilizzate come finestre, rispecchiano
l’
orditura originale della facciata; tale operazione verrà effettuata al fine di agevolarne la comprensione tramite la
conservazione in sottosquadro della loro sagoma. (vedi Allegato B)
6.1.1 Conservazione delle antiche aperture
Di norma andranno conservate tutte le aperture originarie che individuano l’
antico tracciato compositivo del fronte
riconoscibile per la presenza di elementi architettonici, per la proporzionalità delle dimensioni delle bucature, per la
coerenza proporzionale delle aperture rispetto al disegno generale del fronte.
Nel caso di necessità di rifacimento delle spallette e di sostituzione di singoli architravi deteriorati, tale intervento dovrà
essere realizzato con la tecnica del cuci-scuci, utilizzando esclusivamente materiale di recupero.
6.1.2 Inserimento di nuove aperture
Nella maggior parte degli interventi sui fronti occorrerà procedere ad un riordino delle aperture esistenti attraverso un
loro riallineamento in asse rispetto ai vecchi tracciati architettonici.
È possibile riconoscere l’
originario tracciato architettonico dalla successione ritmica delle aperture esistenti o dalla
presenza di antichi portali con piattabande in laterizio o in pietra squadrata o dalla presenza di aperture caratterizzate da
cornici in rilievo a faccia a vista o intonacate e tinteggiate.
Tali elementi rappresentativi delle originarie strutture indicheranno quelli che sono gli allineamenti da utilizzare per
l’
inserimento di eventuali nuove aperture.
Nei casi in cui la facciata sia in mattoni o in pietra a faccia vista vanno quanto più rispettate le aperture originarie, sia per
numero che per dimensione, allineamento e tipologia (morfologia), fatto salvo per quei casi in cui vi sia un reale pericolo
per la stabilità dell’
edificio.
6.1.3 Dimensionamento nuove aperture
Tutte le aperture che presentano dimensioni e proporzioni non riconducibili alle tipologie tradizionali, come ad esempio le
finestre a nastro, le finestre snelle, ecc, dovranno essere adeguatamente ridimensionate. E’
consentito l’
inserimento di
nuove aperture negli edifici delle classi EBO, EBR, EC1, EC2 limitatamente ai seguenti casi: 1-Inserimento di bucature per
finestra ai piani superiori al piano terra, qualora il prospetto dell’
edificio oggetto d’
intervento presenti lo spazio utile per
un nuovo inserimento senza che ciò alteri l’
ordine delle bucature esistenti. Qualora sussista la suddetta condizione le
dimensioni delle bucature saranno le stesse, se presenti, di quelle a fianco ad essa; nel caso contrario verranno replicate le
dimensioni delle bucature del piano superiore. (Per maggior chiarezza consultare l’
allegato A1.1) 2-Inserimento di bucature
per garage o ridimensionamento di aperture a raso terra, qualora il prospetto dell’
edificio oggetto d’
intervento presenti lo
spazio utile per un nuovo inserimento senza che ciò alteri l’
ordine delle bucature esistenti. Qualora sussista la suddetta
condizione le dimensioni delle bucature dovranno rispettare i seguenti parametri: l’
altezza dovrà essere compresa fra
200cm e 220cm; la larghezza non dovrà essere superiore a 250cm. Qualora fossero già presenti al piano terra delle
bucature che soddisfino i suddetti parametri, il nuovo inserimento dovrà essere replicato in modo da riprodurre le stesse
dimensioni.
6.2 Riordino delle superfetazioni o di qualsiasi volume incongruo
È vietata la realizzazione di nuovi volumi tecnici sporgenti dalle coperture e/o dai fronti.
Trovandosi ad intervenire su di un edificio fortemente compromesso da superfetazioni che possano considerarsi
storicizzate, quando non risulti possibile l’
eliminazione puntuale delle stesse senza pregiudizio per la porzione originale del
fabbricato, è obbligatorio adeguare le strutture aggiunte al corpo principale della fabbrica, sia per le tipologie, sia per i
materiali da adottare. Le superfici esterne dovranno essere trattate, ove possibile, con materiali e/o finiture che si
distacchino lievemente da quelle del corpo di fabbrica principale, ottenendo soluzioni in sottotono o in sottosquadro che
rendano comprensibile, tramite una lettura attenta, l’
evoluzione del fabbricato; il tutto con l’
intento di dare risalto alle
componenti storiche originali dell’
edificio, senza per altro arrecare pregiudizio alla superfetazioni oramai storicizzate.
Vengono ritenute storicizzate quelle superfetazioni presenti sui fronti o sulle corti private che presentino carattere
permanente e non provvisorio realizzate in muratura e presenti da almeno 30 anni.
6.3 Riqualificazione terrazze e balconi
E’
vietata la realizzazione ex-novo di terrazze e balconi in aggetto.
E’
possibile ricostruire quei balconi, regolarmente autorizzati negli anni precedenti all’
entrata in vigore del vecchio PPSC e
successivamente demoliti per le prescrizioni del decaduto Piano Particolareggiato. Il tutto dovrà essere ampiamente
documentabile e la ricostruzione potrà avvenire secondo le indicazioni riportate nel successivo punto: riqualificazione
balconi esistenti. (vedi Allegato D1, D2, D3, D4)
Le terrazze ed i balconi esistenti possono essere mantenuti o rimossi e, qualora si proceda ad un intervento unitario di
facciata, dovranno privilegiarsi soluzioni progettuali che tendano alla:
.
rimozione totale senza sostituzione;
.
riqualificazione balconi esistenti tramite modifica delle tipologie, materiali e dimensioni: tali nuovi
balconi dovranno essere di ridotte dimensioni, (con larghezza pari a quella della porta finestra aumentata di 60 cm
per parte e sporgenza massima di 50 cm), posizionati in asse con l’
infisso, realizzati mediante l’
utilizzo di materiali
leggeri e con tipologie tradizionali, presenti nel tessuto edilizio storico. Per le ringhiere vedi Art.
6.3.1
6.3.1 Parti metalliche di terrazzi, balconi e corrimano.
Gli interventi dovranno prevedere a seconda dei casi diverse tipologie di prescrizioni:
.
Mantenimento: nel caso in cui tali elementi architettonici siano di materiali e forme tradizionali, gli
interventi previsti dovranno prevedere il loro mantenimento mediante conservazione, restauro ed eventuale
integrazione delle forme presenti. Riqualificazione: Gli interventi previsti, per quelle parti di edifici, come
balconi, terrazzi, corrimano di scale
esterne o interne, per le quali sia prescritta la rimozione parziale o totale con riordino e/o riqualificazione,
consisteranno nella rimozione delle esistenti e successiva ricomposizione di nuove forme con l’
utilizzo di
materiali e forme tradizionali, presenti nel tessuto edilizio storico. (vedi Allegato D1, D2, D3, D4)
6.4 Riqualificazione lastrici solari E’vietata la realizzazione ex-novo di coperture a terrazza o
comunque piane.
L’
intervento di riqualificazione prevede il mantenimento del lastrico solare da riordinare attraverso la sostituzione di tutti i
materiali di finitura di tipo non tradizionale sia per quanto riguarda le pavimentazioni sia per quanto riguarda i parapetti e
ringhiere. Le tipologie di parapetti da utilizzare sono le seguenti:
.
parapetto integrato all’
interno dello sporto di gronda, realizzato in muratura inserita a ridosso del
cornicione costituito da zampini sagomati in legno e sovrastante pianellato e coppi di recupero.
.
parapetto realizzato attraverso elementi verticali in muratura intonacata e tinteggiata con
chiusura orizzontale in ferro battuto.
Dovranno essere utilizzati i seguenti materiali di finitura: pianelle in cotto per la pavimentazione, ferro battuto per le
ringhiere, laterizio di recupero per le balaustre in muratura.
6.5 Revisione totale del fronte.
Tutti gli edifici aventi facciate classificate come EBR, EC1 o EC2 che risultino incompatibili con il carattere architettonico
del contesto storico, o per successive trasformazioni e compromissione dell’
originaria conformazione o perchè di recente
costruzione, in caso di ristrutturazione edilizia totale dovranno essere sottoposti ad interventi tesi alla completa
trasformazione dei fronti per il ripristino di una conformazione più consona ai caratteri architettonici del centro storico
attraverso il rifacimento completo degli stessi o attraverso una revisione totale dei materiali costituenti il fronte stesso.
ART. 7 –Serramenti
7.1-Finestre
In linea generale ogni intervento sulle facciate dovrà tendere alla conservazione delle finestre (o porte finestre) che
presentino i caratteri tipici della tradizione locale; quindi, nel caso di rifacimento dei serramenti d'oscuramento esterni,
dovranno essere mantenuti invariate le forme, la lavorazione e i materiali del tipo tradizionale a persiana, uniformandole,
se di foggia diversa.
Si considerano tipici della tradizione le finestre in legno, a telaio unico o suddivise in due telai di uguale dimensione, a luce
intera o interrotta da una o più bacchette trasversali anch’
esse in legno.
É escluso in modo categorico l'uso di tapparelle avvolgibili, di qualsiasi natura e materiale nei fronti di edifici classificati
come EAO, EA1, EAR, EBO, EBR; nei fronti EC1 ed EC2, qualora lo stesso sia ben inserito nel contesto architettonico è
consentito l’
uso di tapparelle avvolgibili in legno, previa autorizzazione dell’
Ufficio Tecnico Comunale.
Non è ammesso l'uso esterno di veneziane.
É altresì vietato l'uso di serramenti esterni nelle finestre del piano terra, prospicienti la pubblica via, che si aprono verso
l'esterno. In questo caso è ammesso solo l'uso di scuretti posti sull'infisso interno e, dopo attenta valutazione, le persiane
scorrevoli su rotaie in metallo poste in facciata.
Nel quadro di un intervento di restauro di facciata dovrà essere prevista la rimozione dei serramenti incongrui tramite
conseguente sostituzione con infissi tradizionali.
Analogo obbligo sussiste anche nel caso di serramenti che, seppur con caratteristiche apparentemente conformi alle
presenti prescrizioni, risultino diversi da quelli originari ed incongrui con i caratteri della facciata e dell’
edificio.
Quando la conservazione o riproposizione delle finestre di cui al comma precedente non risulti possibile od opportuna
(per motivate ragioni adeguatamente illustrate nel progetto) saranno ammissibili serramenti che seppur non propriamente
rispondenti ai criteri della tradizione locale risultino compatibili con la medesima.
Si considerano tali i serramenti in acciaio a profilo pieno non scatolare, verniciati in color piombaggine od altro colore
scuro che ben si armonizzi con la facciata su cui devono inserirsi. Tali infissi, la cui collocazione dovrà essere suffragata da
motivazioni soggette a valutazione dell’
Ufficio Tecnico Comunale, dovranno essere dimensionate in modo da permettere il
più basso impatto delle parti metalliche in vista.
Sono invece sempre esclusi serramenti in alluminio, in pvc o in altri materiali plastici. In casi del tutto particolari potrà
essere ammesso il ricorso ad infissi in alluminio di ridotte dimensioni solo per le vetrine dei negozi.
Per tutti i tipi di finestra o porta finestra la finitura superficiale dovrà essere di tipo opaco, escludendosi qualsiasi tipo di
finitura lucida.
Per quanto attiene il colore questo, quando non altrimenti documentato, dovrà essere prioritariamente dedotto dalle
tracce originali. In mancanza di queste potranno impiegarsi i soli colori tradizionali nei tipici toni del bianco e del marrone,
privilegiando quello che meglio si armonizza con la tinteggiatura della facciata. Verniciature trasparenti che mantengano a
vista la venatura del legno costituente l’
infisso potranno essere ammesse quando l’
impostazione originaria dell’
edificio non
prevedesse espressamente infissi verniciati a corpo in determinato colore.
É obbligatorio che le finestre e porte finestre della stessa unità edilizia debbono avere la medesima tinta, tonalità e foggia.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta all'uso della ferramenta dei serramenti, quali cardini, arpioni, bandinelle,
squadrette, maniglie, cremonesi, spagnolette, chiavistelli e ferma-imposta che, quando non più riutilizzabili, dovranno
prendere la forma e la lavorazione di quelli tradizionali.
In tutti i casi gli esterni dovranno essere dipinti con colorazione esclusivamente opaca, dedotta dalle tracce originali.
Comunque in tutti i casi la colorazione degli serramenti dovrà armonizzarsi con la tinteggiatura della facciata.
In caso di nuovi serramenti quest’
ultimi dovranno essere in legno verniciato o legno naturale mordensato scuro, con
disegno analogo alle tipologie tradizionali, con ferramenta di tipo tradizionale in ferro o in ottone brunito, con esclusione
di accessori del tipo “
falso antico”
. Tutti i serramenti interni o esterni del fronte dovranno essere della stessa tonalità di
colore.
Per migliorare la coibenza termica all’
interno dell’
edificio dovrà essere utilizzato il vetro camera, mentre è vietato l'uso di
doppie finestre.
Sono comunque esclusi vetri a specchio e le suddivisioni delle luci del tipo inglese.
In alcuni casi particolari è consentito l’
utilizzo di profilati tradizionali in ferro verniciato di spessore esiguo e di forma
minimale delle scale cromatiche della piombaggine.
7.2-Serramenti di oscuramento
Ogni intervento sulle facciate dovrà privilegiare la conservazione dei serramenti d’
oscuramento caratteristici della
tradizione locale qualora siano in uno stato di conservazione accettabile, dovranno essere sempre restaurati e riutilizzati,
così come la ferramenta originaria.
Dovranno sempre essere recuperati i fermapersiane figurati in ferro battuto presenti sulle facciate.
In caso di nuovi serramenti di oscuramento, questi ultimi dovranno essere delle seguenti tipologie:
persiane con apertura ad ante;
scuretti apposti direttamente sulla parte interna dell’
infisso vetrato;
sportelloni con apertura ad ante.
Nel caso necessiti procedere alla sostituzione di serramenti di oscuramento di cui ai commi precedenti, i nuovi serramenti
dovranno mantenere invariate le forme, la lavorazione e i materiali del tipo tradizionale, uniformandole se di foggia diversa.
In ogni intervento che interessi la facciata nella sua interezza, si dovrà inoltre procedere alla rimozione dei serramenti di
oscuramento incongrui con nuovi serramenti coerenti con i caratteri dell’
edificio e rispondenti alle prescrizioni delle
presenti N.T.A..
Analogo obbligo sussiste anche nel caso in cui i serramenti di oscuramento, seppur di caratteristiche apparentemente
conformi alle presenti prescrizioni, risultino diversi da quelli originari ed incongrui con i caratteri della facciata e
dell’
edificio.
Per tutti i tipi di serramenti di oscuramento la finitura superficiale dovrà essere di tipo opaco, escludendosi qualsiasi tipo di
finitura lucida.
Per quanto attiene il colore questo, quando non altrimenti documentato, dovrà essere prioritariamente dedotto dalle
tracce originali. In mancanza di queste potranno impiegarsi i soli colori tradizionali nei tipici toni del verde e del marrone,
privilegiando quello che meglio si armonizza con la tinteggiatura della facciata.
7.3-Davanzali e soglie Gli interventi dovranno prevedere il mantenimento dei davanzali e delle soglie di porte e
finestre, nonché dei gradini qualora siano o in materiali lapidei locali o storici, oppure siano in laterizio di tipologia storica
e/o tradizionale.
Il criterio generale da adottare, qualora siano presenti tipologie dissimili da quelle sopradescritte è quello della sostituzione
con materiali compatibili quali il pianellato in laterizio anticato, pietra calcarea, pietra serena, pietra santafiora per le soglie
dei davanzali e per i gradini di rampe o scale; per questi ultimi è consentito in alternativa l’
utilizzo di materiali lapidei simili
alla pietra di Gesso o al calcare bianco o rosato locali.
7.4-Porte e portoni
Costituendo elemento essenziale dell'immagine degli edifici, gli interventi su porte, portoni e vetrine dei negozi devono
presupporre una particolare attenzione.
Pertanto, in linea generale ogni intervento sulle facciate dovrà tendere alla conservazione delle porte e dei portoni coevi
agli edifici in cui sono collocati, nonché di quelli che, seppur posteriori, siano qualificabili come storicizzati o comunque
facciano parte integrante di un nuovo assetto della facciata degno di tutela.
Per tale motivo, nel caso di porte e portoni in legno ben conservati, è consentita solo la loro manutenzione e/o restauro.
Nel caso in cui detti serramenti si presentino particolarmente degradati o comunque non più rispondenti alla funzione
loro affidata, potranno essere sostituiti con nuovi serramenti che ne ripropongano i caratteri formali (per foggia, materiale,
colore, finitura superficiale, ecc.) in modo tale da non introdurre alterazione nella composizione architettonica delle
facciate. Devono comunque essere sempre salvati: i maniglioni, i cardini, le chiodature che qualora presenti
dovranno essere riproposti.
Quando la conservazione o riproposizione delle porte e portoni di cui ai commi precedenti non risulti possibile a causa
delle diverse funzioni cui vengono destinati i locali retrostanti, sarà ammissibile la loro sostituzione con serramenti che,
seppur di diversa fattura, risultino comunque compatibili con l’
impostazione architettonica della facciata.
La colorazione dei serramenti di porte e portoni, fermo restando il concetto di recupero del colore originale e della
integrazione cromatica della intera facciata, può diversificarsi da quella dei serramenti di finestre e porte finestre dei piani
superiori e comunque nel rispetto di quanto previsto dal Piano del Colore.
In ogni intervento che interessi la facciata nella sua interezza, si dovrà procedere alla rimozione di porte e portoni
incompatibili, per foggia e materiale, con la facciata medesima, sostituendoli con nuovi serramenti coerenti con i caratteri
dell’
edificio e rispondenti alle prescrizioni dei presenti Indirizzi.
Nelle aperture storicizzate, non potranno essere sostituiti o eliminati i portoni di chiusura degli ingressi con altri di
diverso materiale salvo casi di trasformazione complessiva;
Nelle aperture non coeve all'architettura o comunque non storicizzate può essere autorizzata l'installazione di
serramenti esterni in ferro purché di colore armonizzato con la facciata per il sostegno delle vetrate di chiusura. Di norma
in questo caso le chiusure sono realizzate con soli vetri di sicurezza o antisfondamento; sono comunque da escludersi
vetri a specchio e le suddivisioni del tipo "all'inglese" e saranno esaminate con particolare attenzione soluzioni che
prevedono vetri di colore.
Sono tassativamente escluse le serrande a fascioni continui di lamiera.
Per tutti i tipi di porta o portone la finitura superficiale dovrà essere di tipo opaco, escludendosi qualsiasi tipo di finitura
lucida.
L’
inserimento di nuove porte di garages dovranno prevedere, nel caso di utilizzo del legno, infissi a doghe orizzontali.
7.5-Vetrine e negozi
Le vetrine corrispondenti ad impianti storici di facciata dovranno essere mantenute e restaurate.
Il collocamento di telai e strutture di vetrine non deve in alcun modo impedire la lettura della composizione architettonica
della facciata.
La geometria delle bucature, se riconducibile alla partitura originaria dell’
edificio, non può subire alcuna variazione.
Il telaio dovrà rispettare le linee, gli allineamenti, gli ingombri e le forme esistenti.
Non sono ammesse vetrine che presentino aggetti verso l’
esterno del filo di facciata.
In caso di intervento su edifici di classe EAO o EA1 non sono ammessi progetti parziali che interessino solamente l’
ambito
ristretto del negozio, ma dovranno riguardare tutta la facciata dell’
edificio ed essere coordinati con altri eventuali vetrine e
negozi, appartenenti allo stesso fronte, per garantire uniformità di immagine.
Gli infissi dovranno essere in ferro verniciato, delle scale cromatiche della piombaggine, o in acciaio inox satinato purché di
spessore esiguo o in legno verniciato o legno naturale mordensato di colore scuro, in ogni caso arretrato di almeno cm
13 dal filo facciata.
In caso di edifici delle classi EAO ed EAI di particolare pregio l’
infisso da utilizzare nelle vetrine dei negozi dovrà essere
arretrato rispetto al filo della facciata di almeno cm. 13 e lo stesso dovrà essere contenuto nello spessore murario
(utilizzo della tipologia a giorno).
7.5.1 Dimensioni e Morfologie
Gli infissi, per quanto concerne i vetri fissi, dovranno sempre consentire una luce netta senza interruzioni intermedie
dovute all’
inserimento di montanti orizzontali o verticali;
Sono consentite interruzioni delle superfici vetrate solo nei casi suddivisione dell’
infisso per l’
inserimento di un ingresso.
Gli infissi metallici dovranno essere realizzati mediante l’
utilizzo di profili pieni e non scatolari e dimensionati in
maniera da offrire il più basso impatto visivo con rapporto di 1:40 rispetto alla luce netta.
(vedi Allegato E)
ART. 8 –Inferriate, infissi metallici, ecc.
8.1 Inferriate e chiusure di sicurezza
Gli interventi dovranno prevedere il mantenimento e la pulizia delle ferratine esistenti in ferro battuto con possibilità di
integrazione delle parti mancanti.
Per quanto riguarda l’
inserimento di sistemi di sicurezza in corrispondenza delle vetrine dei negozi, l’
unica tipologia
ammissibile in centro storico è quella del cancello in ferro verniciato con vernici ferromicacee di colore grigio scuro o
marrone ruggine. (vedi Allegato F1, F2, F3, F4)
Sono sempre da evitate le serrande avvolgibili a maglia
8.2 Ringhiere, cancelli, cancellate e ferri battuti
Tutti gli elementi in ferro battuto di rifinitura della facciata costituiscono fattore essenziale dell'immagine degli edifici,
pertanto si dovrà rivolgere particolare attenzione alla massima salvaguardia.
É fatto divieto assoluto quindi di rimuovere grate di finestre, ringhiere, cancelli e cancellate, roste di sopraluci e i piccoli
elementi di arredo come ferma-imposte, anelli, porta stendardi ecc., per i quali di norma è consentita la sola
manutenzione.
É prevista, in caso di documentato degrado, la sostituzione con stessi materiali, stesse forme e stessi colori. La colorazione
di tutti questi elementi in ferro, di norma dovrà essere naturale, e potrà prevedere solamente una verniciatura opaca di
protezione.
Per quanto riguarda le parti metalliche di terrazzi o balconi e corrimano, gli interventi dovranno prevedere a seconda dei
casi diverse tipologie di prescrizioni:
mantenimento: nel caso in cui tali elementi architettonici siano di materiali e forme tradizionali, gli
interventi previsti dovranno prevedere il loro mantenimento mediante conservazione, restauro ed eventuale
integrazione delle forme presenti; riqualificazione: gli interventi previsti, per quelle parti di edifici, come
balconi, terrazzi, corrimano di scale
esterne o interne, per le quali sia prescritta la rimozione parziale o totale con riordino e/o riqualificazione,
consisteranno nella rimozione delle esistenti e successiva ricomposizione di nuove forme con l’
utilizzo di
materiali e forme tradizionali, presenti nel tessuto edilizio storico.
ART. 9–Elementi Architettonici e decorazioni varie
9.1 Zoccolo basamentale
Gli interventi dovranno prevedere la ricerca, tramite saggi di stonacatura, di eventuali paramenti in laterizio in
corrispondenza dell’
attacco a terra dei fabbricati; e di possibili cornici in laterizio presenti in corrispondenza dei portoni
d’
ingresso. Qualora il paramento rinvenuto sia esteso al 40% del fabbricato misurato su ogni fronte, verrà previsto il
ripristino.
Se l’
esito delle ricerche non dovesse consentire il recupero con ripristino, dovrà essere previsto il trattamento della
superficie basamentale per mezzo di intonacatura con grana materica differente da quella utilizzata per le restanti superfici,
come meglio descritto all’
Art 6.2.
9.2 Apparati decorativi
Qualsiasi intervento di tinteggiatura dovrà assicurare la conservazione ed il recupero di eventuali decorazioni pittoriche
originarie o storicizzate (finti bugnati, fasce marcapiano, incorniciature di finestre, infissi, lesene, ecc.).
Quando tali decorazioni presentino lacune si dovrà, di norma, procedere alla loro integrazione impiegando le stesse
tecniche, forme e colori. Quando le lacune siano particolarmente estese ed interessino gran parte dell’
apparato
decorativo, il rifacimento delle parti mancanti sarà consentito solo quando sia possibile ricostruire con certezza il modulo
costitutivo dell’
apparato medesimo.
Gli interventi dovranno prevedere, oltre al recupero, anche il rilievo con metodi fotogrammetrici di tutti gli apparati
decorativi quali cornici sagomate, bugne, fregi, stemmi, iscrizioni su pietra o su laterizio, cornici modanate a rilievo,
tromphe d’
oeil, pitture, affreschi, ecc.
Nel caso di edifici che non presentino allo stato attuale riquadrature od altre decorazioni pittoriche, ma che per tipologia,
epoca di costruzione ed inserimento nel contesto rimandino all’
uso di simili decorazioni, potrà essere ammessa la
realizzazione di un semplice apparato decorativo costituito da fasce marcapiano, fasce marcadavanzale e riquadri a porte e
finestre.
9.3 Mensole di gronda e gronde
Gli aggetti di gronda in tutti gli edifici nei quali siano rilevabili elementi costruttivi riferibili a tecniche tradizionali, devono in
prima istanza essere trattati con criteri di restauro conservativo. Se ciò non fosse possibile, possono essere ricostruiti,
seguendo le forme, l'aggetto e le tecniche costruttive tradizionali.
E’
in ogni caso vietata la sostituzione di elementi tradizionali con altri che presentino tecniche costruttive, materiali o
colori estranei alla tradizione locale, quali, ad esempio:
-travetti di cemento precompresso (anche se dipinti) in luogo dei passafuori in legno;
-legname perlinato in luogo del tradizionale tavolato;
-tavelloni forati o solettine di c.a.(anche se intonacati) in luogo del tradizionale laterizio pieno.
Le mensole e le cornici di gronda in materiale lapideo devono essere sempre restaurati; è ammessa la sostituzione
parziale, solo in casi eccezionali debitamente documentati, con nuovi elementi della stessa forma, dello stesso materiale e
della stessa colorazione.
Le cornici modanate in intonaco devono essere consolidate e le eventuali parti mancanti devono essere ricostruite con
malta analoga a quella esistente per ingredienti, composizione e cromatismo servendosi di un apposite modanature con
profilo del tutto uguale a quello esistente, nel caso in cui presentino particolari caratteristiche decorative.
Gli sporti di gronda dovranno essere mantenuti e conservati nei caratteri architettonici, costruttivi e dimensionali
originari. Quando ciò non fosse possibile per l’
accentuato stato di degrado, essi dovranno essere ricostruiti in maniera
fedele, impiegando gli stessi materiali e riproponendo i caratteri preesistenti.
Nel caso di aggetti di gronda di rilevante ed autonomo interesse storico-artistico sono ammessi i soli interventi di
conservazione o, ove ciò non risulti possibile per l’
avanzato stato di degrado, di ricostruzione filologica.
Ogni qualvolta l’
aggetto di gronda si presenti parzialmente compromesso per l’
inserimento di parti incongrue, ne è
prescritto il ripristino impiegando forme, materiali, cromie e tecnologie tradizionali.
Qualora sia previsto il rifacimento completo degli sporti in seguito ad un intervento di ristrutturazione edilizia gli sporti
andranno realizzati o in muratura con cornici sagomate, oppure mediante zampini sagomati in legno e sovrastante
pianellato e coppi di recupero.
9.4 Testimonianze storiche
E’fatto obbligo di mantenere e conservare tutte le testimonianze storiche reperibili sia internamente che
esternamente. Esse possono essere le seguenti: stemmi, mensole in ferro, edicole, tracce di vecchie insegne, blocchi in
pietra scolpita di riutilizzo, vecchi ripartitori in legno, vere di pozzi, pavimentazioni, ecc..
ART. 10–Riordino componenti impiantistiche –Impianti tecnologici di facciata
Gli interventi dovranno prevedere la sostituzione di tutti gli sportelli dei contatori di energia elettrica, acqua e gas, ora
realizzati in lamiera zincata o materiale plastico, con sportelli in rame non verniciato o tinteggiato del colore della facciata
o cassette in lamiera zincata con placcaggio in pietra o laterizio.
Nel caso di ristrutturazione edilizia l’
intervento dovrà prevedere il riordino delle facciate degli edifici con particolare
riguardo all’
utilizzo delle canalizzazioni sotterrane.
E’fatto divieto di posizionare in facciata canne fumarie, esalatori o colonne di scarico di acque reflue; nel caso di
ristrutturazione totale sarà fatto obbligo dell’
incasso sottotraccia delle suddette; in alternativa, qualora questa operazione
comporti pregiudizio all’
integrità della struttura, può essere previsto l’
inserimento di cavedii attrezzati all’
interno del
fabbricato.
10.1 Canali di gronda e pluviali
I canali di gronda e le calate dei canali di gronda dovranno essere realizzati in rame.
E’
categoricamente escluso l’
uso di materiali plastici, dell’
acciaio inox e della lamiera zincata con o senza verniciatura.
I canali ed i pluviali dovranno avere uno sviluppo circolare, consono alle tradizioni del luogo, si esclude: quindi lo sviluppo
quadrato o rettangolare, e riproporre secondo i moduli della tradizione, rosoni, gocciolatoi, sifoni e antefisse decorative.
Il posizionamento dovrà essere oggetto di particolare studio in relazione all'importanza dell'edificio ed in ogni caso alla
partitura compositiva della facciata. Di norma i pluviali devono essere posizionati, seguendo una linea verticale alle
estremità della facciata, prevedendone, per quanto possibile, l'uso per due facciate contigue. I pluviali non devono quindi
essere posizionati al centro della facciata se non per comprovate esigenze funzionali, e comunque, non devono occludere
alla vista particolari architettonici e decorativi, in presenza degli aggetti delle cornici orizzontali, devono rispettarne
l'integrità, sagomandosi in andamento curvilineo, rispettando comunque l'assialità.
La parte terminale del pluviale dovrà essere posizionata sotto traccia per metri 1,50 o protetta con
terminali in ghisa e raccordata alla fognatura comunale.
10.2 Cavi elettrici, telefonici, tubazioni del gas metano e dell’
acquedotto
Nel caso di interventi di restauro di facciate è obbligatorio riordinare in modo organico i cavi della rete elettrica e
telefonica attualmente esposti nel prospetto principale, in modo da rendere pienamente leggibile l'impianto architettonico
e nel contempo occultare il più possibile alla vista la presenza dei cavi.
Tutte le installazioni di impianti tecnologici, di qualsiasi entità e natura essi siano, devono rispettare l’
ordito architettonico
della facciata ed introdurre nella medesima la minima alterazione possibile.
A tal fine, per i singoli impianti tecnologici, valgono le prescrizioni di cui ai commi seguenti.
Nel caso di ristrutturazione edilizia l’
intervento dovrà prevedere l’
utilizzo dei sottoservizi per il cablaggio delle linee
elettriche e telefoniche.
10.2.1 Cavi elettrici e telefonici
Nel caso in cui non siano stati predisposti sottoservizi per il cablaggio, i cavi della rete elettrica e telefonica dovranno
essere posizionati sulla facciata in modo ordinato ed organico, al fine sia da rendere pienamente leggibile l’
impianto
architettonico della facciata che di occultare, quanto più possibile, i cavi medesimi alla vista.
In occasione di qualsiasi intervento che interessi la facciata nella sua interezza, anche quando di semplice manutenzione
ordinaria, è prescritto il riordino del cavi secondo i criteri e per le finalità di cui al comma precedente.
In linea generale i cavi debbono essere posti sotto traccia e quindi del tutto invisibili all’
esterno. Quando ciò non sia
possibile, per le caratteristiche della facciata o per l’
eccessiva onerosità dell’
intervento, si considerano rispondenti alle
prescrizioni dei commi precedenti i cavi che risultino :
a) disposti secondo una linea verticale in corrispondenza dei limiti della facciata od in immediata prossimità dei
discendenti pluviali e quindi nascosti dai medesimi;
b) disposti secondo linee orizzontali al di sopra di fasce marcapiano od altri elementi decorativi a rilievo, in modo da
restare nascosti dai medesimi;
c) disposti al di sotto del manto di copertura immediatamente al di sopra del canale di gronda.
Salvo che per quanto attiene la sistemazione di cui alla lettera “
a”
,“
b”
, "c", i cavi visibili dall’
esterno dovranno essere
dipinti nello stesso colore della facciata o dell’
elemento decorativo che le nasconde.
In ogni caso i cavi dovranno garantire il più rigoroso rispetto di eventuali pitture murali, decorazioni e di testimonianze di
valore storico-artistico in genere.
L'Amministrazione Comunale stabilirà con gli Uffici Tecnici degli Enti gestori dei servizi un riordino globale delle reti
distribuite concordando metodi operativi avendo come base i criteri guida sopra esposti.
10.2.2 Condutture di acqua, gas e simili.
Le tubazioni del gas di norma non possono essere installate a vista sulla facciata, a meno che ciò non sia dettato
espressamente da norme di sicurezza; in tal caso queste ultime devono trovare alloggiamento, per quanto possibile, nelle
facciate interne, nascoste alla vista dalla pubblica via e solo in casi eccezionali, quando sia dimostrata l’
impossibilità di
soluzioni tecniche alternative, sulla facciata principale; in questo caso estremo, le tubazioni dovranno essere ordinatamente
allineate in una delle estremità della facciata e convenientemente dipinte dello stesso colore della facciata stessa oppure, se
possibile, essere installate in un’
apposita scanalatura.
Sulla facciata prospiciente la pubblica via è tollerata solo la tubazione principale del gas che non può superare l'altezza di 50
cm. dalla quota del piano stradale. I contatori del gas di norma devono trovare alloggiamento in un apposito luogo
all'interno dell'edificio. Se ciò non fosse possibile è tollerata l'installazione in facciata in una apposita nicchia
opportunamente occultata da una chiusura, a filo di facciata, secondo le norme indicate:
gli sportelli dovranno essere di norma in rame non verniciato
.su facciate intonacate si ammettono sportelli in plastica a filo, opportunamente trattati per accogliere un
intonachino identico a quello di facciata;
.su facciate a mattone faccia a vista saranno consentiti sportelli con telai in ferro e cornici possibilmente a
scomparsa e rivestimento con gli stessi mattoni (recuperati) dalla facciata.
Anche le condutture dell'acqua, di norma, non possono essere posizionate in facciata; il contatore principale deve trovare
alloggiamento in un apposito luogo all'interno dell'edificio, se ciò non fosse tecnicamente possibile, è consentita
l'installazione in facciata in una apposita nicchia ordinatamente allineata con quella del gas e opportunamente occultata da
una chiusura, a filo facciata secondo le norme sopraindicate, che deve essere dipinta dello stesso colore della facciata o
della zoccolatura a seconda della posizione.
10.2.3 Contatori.
In linea generale i contatori devono essere collocati internamente all’
edificio o comunque in posizioni diverse dalle facciate
prospicienti la pubblica via.
Quando ciò risulti impossibile può essere ammessa la collocazione del contatore in una apposita nicchia ricavata nella
parete esterna, delle dimensioni strettamente necessarie allo scopo ed opportunamente occultata da uno sportello a filo
della facciata.
Lo sportello dovrà essere di materiale, colore e forma tali da riprendere colori, caratteri e le linee del tratto di facciata nel
quale è posizionato, armonizzandosi con la medesima e comportando la minor alterazione possibile.
In caso di più contatori da collocare in facciata, le nicchie e gli sportelli devono essere ordinatamente allineate.
La colorazione e finitura superficiale degli sportelli deve essere tale da garantire adeguata durabilità nel tempo.
10.3
Impianti di condizionamento dell’
aria -Pompe di calore, unità motocondensanti e
simili.
Non è consentito apporre sulle facciate prospettanti sulla pubblica via, o comunque da essa visibili, impianti tecnologici a
vista quali pompe di calore, unità motocondensanti e simili.
Simili installazioni saranno ammesse, nel rispetto delle altre prescrizioni del presente Regolamento solo su facciate
secondarie, chiostrine o cortili completamenti interni all’
edificio o comunque su pareti non visibili da spazi pubblici.
Dette installazioni sono ammesse su terrazze di copertura, se nel caso adeguatamente schermate da appositi involucri
tinteggiati nel colore più idoneo a ridurne la visibilità (tipicamente quello della muratura cui devono essere addossati).
É vietata l'installazione di impianti tecnologici a vista quali pompe di calore, unità motocondensanti e simili e qualunque
altro impianto tecnologico in facciata o sui balconi;
Sulle facciate prospettanti sulla pubblica via è consentita soltanto l’
installazione delle apparecchiature di condizionamento
prive di unità esterna.
Sono altresì vietate sulla facciata prospiciente la pubblica via, prese d'aria per i camini o caldaie, nonché fori per l'esalazione
dei fumi e i cavi della rete televisiva.
Tutte le installazioni di impianti tecnologici privati devono rispettare l'ordito architettonico della facciata.
10.4
Campanelli, citofoni e videocitofoni
L'apposizione di campanelli, citofoni e videocitofoni deve avvenire preferibilmente negli sguinci esterni del vano porta;
Ove ciò non fosse possibile, essi potranno essere collocati in facciata, immediatamente a lato del portone d’
ingresso, in
posizione tale da non alterare e coprire elementi architettonici o decorativi. E’
inoltre consentita l’
installazione sul
portone di ingresso purché la valenza storico-artistica del serramento lo consenta.
Se ciò non fosse possibile devono trovare opportuna collocazione in facciata, ai fianchi dell'ingresso, in modo da non
alterare e coprire gli elementi architettonici.
Non sono ammessi campanelli multipli, pertanto nel caso di più appartamenti i campanelli dovranno essere ordinati in una
unica pulsantiera, con placca esterna in ottone, in bronzo o in pietra locale. Sono in ogni caso esclusi apparecchi con
finitura superficiale in alluminio od in materiale plastico.
É consigliato l'uso del materiale lapideo locale, dell'ottone e del bronzo, mentre è raccomandato il restauro delle
pulsantiere storiche.
Per quanto concerne la produzione seriale, si raccomanda l’
utilizzo di stili appropriatamente realizzati per i centri storici.
10.5 Cassette postali
Le cassette postali devono trovare opportuna collocazione all’
interno degli edifici. Ne è pertanto vietata l’
installazione
all’
esterno, sia a rilievo sulla facciata che su recinzioni e cancelli.
Nel caso di edifici unifamiliari o bifamiliari può essere prevista la buca delle lettere collocata nel portone di ingresso.
Nel caso di portoni di interesse storico-artistico che non prevedono la buca delle lettere, queste ultime possono trovare
collocazione a fianco del portone, e, ordinatamente posizionate, sotto o affianco alle apparecchiature dei campanelli. La
cassetta delle lettere potrà essere solamente aperta all'interno dell'edificio e, all'esterno, dovrà presentare solo una buca
contornata da una cornice.
La buca può essere riparata da una chiusura a ribalta.
É altresì prevista, la installazione di impianti per la comunicazione che raggruppino varie funzioni (videocitofono, campanelli
e cassetta delle lettere) purché siano realizzati in nicchia sugli sguinci, sul portone o sulla facciata.
Può, infine, essere ammessa la installazione di apparecchiature che raggruppino varie funzioni (citofono, videocitofono,
campanelli e cassetta delle lettere) purché siano realizzati in nicchia nelle stesse posizioni e con gli stessi criteri già disposti
per i singoli componenti.
10.6 Dispositivi di miglioramento sismico
Qualora si rendesse necessario porre in opera in facciata dei dispositivi provvisionali che non abbiano carattere puramente
temporaneo (ad es. i paletti dei tiranti), detti presidi dovranno conformarsi alle tipologie storiche presenti in loco, sempre
che non si provveda ad arretrare rispetto al filo della facciata le piastre di ancoraggio con successiva ripresa dell’
intonaco.
Sono comunque da evitare in facciata forme non proprie della tradizione (ad es. piastre quadrate, esagonali, ovali o
rettangolari in acciaio).
ART. 11 –Fronti e paramenti esterni
11.1-Intonaci
In linea generale ogni intervento sulle facciate dovrà privilegiare la conservazione, nel carattere e finitura originari, dei
tradizionali intonaci a base di malta di calce.
Le integrazioni che si rendessero necessarie a causa di localizzati stati di degrado dovranno essere eseguite con materiali e
tecniche analoghe a quelle dell’
intonaco originario da conservare.
Quando l’
intonaco originario sia già stato rimosso o sia andato perduto (sempre che non sia diversamente dimostrato da
una approfondita analisi storico-tipologica), a seconda del tipo di edificio in oggetto, si considerano eseguiti con tecnica
riconducibile a quella originaria:
l’
intonaco eseguito con malta di calce e sabbia con finitura fine;
l’
intonaco eseguito con malta di calce e sabbia con finitura a grassello di calce, disteso senza guide seguendo
l’
andamento delle murature.
In ogni caso di totale rifacimento degli intonaci, questi dovranno essere ricostituiti impiegando gli stessi materiali e
tecniche originarie.
E’tollerato l’
uso della malta bastarda in luogo della malta di calce e l’
uso di miscele a prevalente contenuto di cemento. E’
inoltre vietata la realizzazione di intonaci plastici di qualsiasi genere.
In nessun caso sarà consentito rimuovere gli intonaci per evidenziare o mettere in vista paramenti murari
o elementi strutturali (archi, piattabande, travi in legno e simili) che non fossero originariamente a vista.
Gli interventi di manutenzione e ripristino degli intonaci di facciata dovranno essere estesi a tutte le parti visibili dalla
pubblica via, comprese le canne fumarie, i comignoli, le porzioni emergenti dalla copertura ed in genere tutte le parti
visibili che siano state concepite per essere intonacate. Detti interventi dovranno essere sempre completati dalla
tinteggiatura degli intonaci non essendo mai consentito il mantenimento a vista della superficie parietale intonacata.
In linea generale tutti gli interventi di tinteggiatura delle facciate (escluse le parti a faccia vista) dovranno prevedere la
diversificazione cromatica per gli elementi architettonico-decorativi (lesene, cornici, cornicioni, davanzali, marcapiani,
infissi, inferriate, rivestimenti del piano terra tipo intonaco bugnato, ecc.) e tecnologico-funzionali (canali di gronda, pluviali
ecc.).
Gli interventi sulle facciate intonacate e tinteggiate, nei casi in cui è documentabile che la facciata era originariamente a
faccia a vista, potranno prevedere la ricerca, tramite saggi di stonacatura, di eventuali presenze preesistenti di paramenti in
laterizio o in pietra. In caso di paramenti in pietra o in laterizio in buono stato di tessitura e conservazione gli interventi
sulle facciate potranno prevedere la rimessa in pristino della faccia a vista. (vedi Muratura a faccia a vista).
Qualora non fosse possibile la rimozione degli intonaci per l’
estensione della zona interessata o per il cattivo stato delle
murature sottostanti, andrà mantenuto l’
intonaco evidenziando in facciata eventuali elementi architettonici quali
marcapiani, piattabande, archi, mostre e simili.
In linea generale è prescritto il ripristino dell’
intonaco su edifici che, originariamente intonacati, siano stati impropriamente
ridotti a faccia vista. A tale prescrizione di carattere generale potrà farsi eccezione nel caso di edifici che, a seguito della
modifica subita, abbiano assunto un nuovo carattere che si presenti ormai storicizzato e degno di essere mantenuto.
11.2 Tinteggiature
Tutte parti esterne degli edifici che siano intonacate (facciate, prospetti interni, parti emergenti dalla copertura, canne
fumarie, ecc.) devono essere tinteggiate.
La tinteggiatura dovrà essere eseguita con tecniche, materiali e colori riconducibili a quelli della tradizione locale.
Si considerano rispondenti alla prescrizione di cui al comma precedente, in via prioritaria, le tecniche di tinteggiatura a
buon fresco ed a calce. E’
consentito l’
impiego di coloriture ai silicati, purchè stese a velatura e non coprenti.
Sono invece categoricamente escluse le tinteggiature al quarzo, le pitture lavabili (ancorchè traspiranti) e gli acrilici in
genere nonchè i materiali di consistenza plastica da stendere sopra l’
intonaco (intonaci plastici, graffiati e simili). Le
tinteggiature incongrue devono, di norma, essere rimosse e sostituire con tinteggiature di tipo tradizionale.
In linea generale il materiale e la tecnica da impiegare, ovviamente tra quelle ammesse, dovranno essere analoghi a quelli
originari o storicizzati. Altrettanto dicasi per i colori ed i toni della tinteggiatura per i quali si rimanda al Piano Colore.
11.3 Murature faccia a vista
I paramenti murari in mattoni o in pietra a faccia vista devono essere mantenuti e conservati nel carattere e nella finitura
originari.
A tal fine è prescritto che detti elementi siano oggetto : di periodica manutenzione, con adozione di tutti gli
accorgimenti atti a prevenirne o rallentarne il degrado;
.
di restauro, ogni qualvolta detto degrado si evidenzi in misura non più controllabile con la semplice
manutenzione.
In occasione dei prescritti interventi di manutenzione e restauro dei paramenti murari a vista è fatto obbligo di estendere
l’
intervento di recupero a tutti gli elementi decorativi e particolari architettonici che facciano parte integrante della
facciata.
Gli interventi di periodica manutenzione o di restauro della faccia a vista originaria dovranno essere eseguiti attraverso le
seguenti operazioni:
a) pulitura con sistemi non invasivi, qualora la facciata sia in buono stato di conservazione; la pulitura dei paramenti
a faccia a vista è in genere finalizzata alla rimozione di incrostazioni e/oi altri depositi di varia natura e consistenza,
che inevitabilmente si formano sulle parti esterne degli edifici, specie se a rilievo;
b) stuccatura dei giunti a raso con malta di calce e sabbia qualora lo stato di conservazione sia tale da favorire la
penetrazione di acqua nella muratura e quindi da pregiudicare la buona conservazione del paramento medesimo:
la nuova stuccatura dovrà essere dello stesso tipo, colore e granulometria di quella originaria e non dovrà
introdurre alcuna alterazione cromatica;
c) Reintegrazioni, ripristini e ricostruzioni attraverso interventi di cuci scuci, qualora il paramento murario
presenti zone vistosamente compromesse tali da non consentire alcuna diversa forma di consolidamento e
recupero dell’
integrità del paramento: la stessa tecnica è prescritta, quale che sia loro stato di conservazione
superficiale, per gli interventi di ripristino di paramenti murari interessati da dissesti statici ed in particolare in
corrispondenza di lesioni e fratture.
Nel rifacimento parziale di muratura a faccia a vista dovranno essere utilizzati materiali di risulta da demolizioni di
manufatti del luogo
Titolo III°
Procedure e modalità per gli interventi di manutenzione
delle coperture
ART. 12 –Falde e manti
In linea generale, per tutti gli edifici del Centro Storico è prescritto il mantenimento delle coperture esistenti ed è vietato
sostituirle con altre di diversa conformazione o geometria
Qualora necessiti procedere al rifacimento della copertura, questa dovrà essere ricostruita nella stessa conformazione e
geometria, mantenendone il carattere tradizionale, che prevede l'impiego esclusivo di tegole in laterizio, impiegati con la
disposizione esclusiva di coppi composta da filari concavi e convessi alternati.
É da escludersi pertanto in modo categorico, l'impiego di tegole in materiale diverso dal laterizio e di tegole piane,
ancorché in laterizio, del tipo marsigliese, olandese, nonché di tegole portoghesi.
Nel caso di rimaneggiamento del manto di copertura tradizionale è obbligatoria la riutilizzazione, per quanto possibile, dei
medesimi coppi esistenti con eventuale inserimento di quelli nuovi per la parte concava e ove non fosse sufficiente, in
maniera alternata e casuale ad integrazione di quelli non recuperabili andranno utilizzati esclusivamente coppi anticati.
Negli edifici EA0 ed EA1 è fatto obbligo di utilizzare materiale di recupero.
Nel caso di coperture che già siano state oggetto di sopraelevazioni o di trasformazioni incompatibili con il carattere
dell’
edificio o del contesto, sono ammesse le modifiche necessarie a ripristinare la conformazione originaria o comunque a
conseguire una nuova conformazione della copertura più consona ai caratteri architettonici dell’
edificio e del contesto.
Modeste modifiche alle coperture che non incidano in maniera significativa sulla loro conformazione e geometria (quali la
formazione di abbaini, lucernari o simili) saranno ammesse solo quando (per dimensione, ubicazione e conformazione) non
ne pregiudichino il carattere tradizionale e la progettazione sia tale da garantire la compatibilità dell’
intervento con il
contesto.
Le eventuali finestre da realizzare sulle coperture inclinate sotto forma di abbaini o lucernari dovranno rispondere, per
dimensioni, tipologia e caratteri costruttivi, alle specifiche prescrizioni di cui all’
art. 15.
Gli strati di impermeabilizzazione e/o coibentazione dovranno essere nascosti alla vista, con particolare riguardo alle linee
di gronda e ai profili delle falde.
Nel caso di ristrutturazione della copertura la pendenza delle falde dovrà essere maggiore o uguale del 35%. Il manto
dovrà essere realizzato in coppi anticati, qualora non sia possibile il recupero totale del materiale esistente.
ART. 13 –Canne fumarie, comignoli e torrini esalatori
Per tutti i comignoli nei quali siano rilevabili elementi costruttivi riferibili a tecniche tradizionali è obbligatorio il restauro
conservativo; se ciò non fosse possibile documentare, è consentita la ricostruzione conservando le forme precedenti ed
impiegando le stesse tecniche costruttive. (vedi Allegato M1, M2)
In questo caso eventuali variazioni delle dimensioni e del posizionamento sono consentibili previa dimostrazione di reali
esigenze funzionali e soprattutto in relazione alle esigenze di tutela ambientale.
Per la costruzione di nuovi comignoli è obbligatorio l'uso di forme e materiali tradizionali.
Sono da escludersi pertanto canne fumarie e comignoli in materiali diversi dal mattone faccia a vista, che comunque deve
essere materiale di recupero, e del laterizio intonacato.
L’
eventuale intonaco della canna fumaria, da estendersi esclusivamnete su superfici non faccia a vista, deve essere dipinto
dello stesso colore della facciata.
É altresì consigliabile un conveniente raggruppamento dei comignoli, ed inoltre, in caso di nuovo posizionamento, le canne
fumarie devono, per quanto è possibile, essere collocate ad una distanza dal filo di gronda non inferiore alla rispettiva
altezza emergente dal tetto.
I torrini esalatori devono riproporre le forme ed i materiali dei comignoli: se non protetti da coppi speciali, i torrini
esalatori potranno sporgere dal manto di copertura solo se rivestiti in lamiera di rame.
In merito alle canne fumarie e agli esalatori, esse dovranno essere condotte a tetto e raggruppate il più possibile in torrini
o comignoli in muratura, secondo gli stili e le forme della tradizione locale.
È vietato costruire nuove canne fumarie applicate alle parti visibili dello spazio pubblico o su corti o ambiti interni agli
edifici; per quelle esistenti e incongrue, nei casi di ristrutturazione complessiva dell’
edificio, si prescrive l’
eliminazione con
riorganizzazione sotto traccia. In particolari situazioni di necessità connesse ad interventi di interesse pubblico potranno
essere prese in esame soluzioni esterne, anche non tradizionali, purché inserite in un progetto generale della facciata e
della copertura.
Ogni qualvolta si proceda al restauro o ristrutturazione globale di facciata o della copertura è obbligatoria l’
eliminazione
dei comignoli e dei torrini incongrui.
La documentazione di rilievo e di progetto degli interventi deve indicare la posizione e la forma di tutti gli elementi sopra
indicati.
ART. 14 –Abbaini e lucernari
Per tutti gli abbaini, nei quali siano rilevabili elementi costruttivi riferibili a tecniche tradizionali, è obbligatorio il restauro
conservativo, se ciò non si potesse documentare, è consentita la ricostruzione conservando le forme precedenti ed
impiegando le stesse tecniche costruttive.
Eventuali inserimenti, variazioni delle dimensioni e del posizionamento sono consentibili previa dimostrazione di reali
esigenze funzionali e soprattutto in relazione alle esigenze di inserimento nel contesto urbano.
Il posizionamento di lucernari nel manto di copertura è consentito solamente se complanari alle falde di copertura e delle
dimensioni massime di mq. 1 ciascuno, per una superficie complessiva non superiore ad 1/10 della falda di pertinenza. In
ogni caso la superficie trasparente non può essere superiore ad 1/10 della superficie della falda di pertinenza.
In ogni caso, a tale riguardo, dovrà essere presentata anche una preventiva documentazione fotografica ripresa al vertice
dei coni ottici più significativi.
Sono da escludersi in modo categorico superfici a specchio.
ART. 15 –Norme per l’
installazione di antenne televisive
Le antenne televisive in numero non superiore ad una per ogni unità immobiliare devono essere collocate esclusivamente
sulla copertura degli edifici, sono da escludersi pertanto le installazioni su balconi o terrazzi non di copertura, a distanza
dal filo di gronda non inferiore alla rispettiva altezza emergente dal tetto.
É consigliabile quando ciò è possibile, l'installazione dell'antenna televisiva sulla falda interna, quindi non sulla falda
prospiciente la pubblica via.
In ogni caso le dimensioni dovranno essere le minime reperibili in commercio e la colorazione dovrà essere capace di
mimetizzarsi con quella del manto di copertura o di pareti di sfondo. Tutte le antenne dovranno essere prive di logotipi,
fregi, scritte o altri elementi suscettibili di evidenziarne la presenza.
Nel caso di manutenzione straordinaria del tetto è obbligatoria la centralizzazione delle antenne televisive.
Sulla copertura di ogni edificio è ammessa l’
installazione di una sola antenna televisiva per ricezioni di tipo tradizionale.
ART. 16 – Norme per l’
installazione degli apparati di ricezione delle trasmissioni
satellitari
Tutti gli apparati di ricezione delle trasmissioni satellitari devono essere esclusivamente collocati, sulla copertura degli
edifici e preferibilmente sulla falda interna rispetto agli spazi pubblici a distanza dal filo di gronda non inferiore alla
rispettiva altezza emergente dal tetto.
Sulla copertura di ogni edificio è ammessa l’
installazione di una sola parabola per ricezioni satellitari.
Le antenne paraboliche devono essere dimensionate in modo da avere le forme più ridotte, essere posizionate in maniera
tale da essere complanari con l’
andamento della falda di copertura, avere una colorazione possibilmente capace di
mimetizzarsi con il manto di copertura, avere ciascuna un solo logotipo di dimensioni non superiori a cm 15x8 e
comunque tale da non superare 1/15 della superficie della parabola.
Le strutture di sostegno delle parabole devono essere adeguatamente dimensionate, fissate in modo sicuro e realizzate
con materiali e colori di tipo opaco.
Le antenne paraboliche devono avere di norma le seguenti dimensioni massime: 120 cm di diametro per impianto
collettivo e 100 cm di diametro per impianto singolo.
Non è consentito il passaggio di cavi non adeguatamente mimetizzati sulle facciate degli edifici, anche se non visibili da
strade o spazi pubblici.
Le antenne già installate dovranno essere rese conformi alle disposizioni di cui al presente articolo entro un anno
dall’
approvazione del presente P.P.C.S..
In caso di accertata difformità di installazione di un nuovo impianto di ricezione satellitare o di uno già esistente, trascorso
il termine di cui al comma precedente, il responsabile dei Servizi Tecnici, ordina, entro il termine massimo di giorni
sessanta, l’
adeguamento dello stesso alle presenti disposizioni ed in caso di inerzia trascorso tale termine ne ordina la
rimozione.
ART. 17 – Installazione di pannelli e collettori solari, pompe di calore ed altri
impianti tecnologici
L’
installazione di pannelli e collettori solari in conformità con la normativa vigente è ammessa nel rispetto del contesto del
centro storico e subordinata a Permesso di Costruire.
Non è consentito installare impianti tecnologici a vista (quali pannelli solari, pompe di calore, unità motocondensanti e
simili) sulle falde delle coperture inclinate.
Simili installazioni potranno essere ammesse solo nel caso in cui la copertura presenti, per sua originaria conformazione,
parti convenientemente defilate e particolarmente idonee ad accogliere l’
impianto senza che la sua presenza alteri le
prospettive visibili dai coni ottici limitrofi più significativi.
La collocazione di detti impianti sulle coperture sarà in genere ammissibile :
.
quando posizionati su coperture piane ed occultati da appositi manufatti (in muratura od in metallo) delle
dimensioni strettamente necessarie a contenere l’
impianto tecnologico e ad assicurarne la funzionalità; tali
manufatti dovranno essere addossati alle murature eventuali emergenti dalla copertura piana e tinteggiati nello
stesso colore delle medesimi; ove ciò non fosse possibile dovranno comunque essere realizzati e rifiniti in
maniera tale da minimizzarne la visibilità ed a garantirne il miglior inserimento nell’
ambiente circostante;
.
quando collocati sulla copertura di corpi edilizi minori quando questi siano posti a quota notevolmente
inferiore rispetto alla copertura dell’
edificio principale e prospettino su chiostrine o comunque su spazi
completamente interni all’
edificio;
.
quando collocati in appositi vani ricavati nello spazio sottostante il piano inclinato della copertura e
schermati da idonee grigliature che riprendano le linee del manto di copertura;
quando collocati in corrispondenza di cartelle o murature emergenti dalla copertura ed arretrate
rispetto alla linea di gronda in misura sufficiente a non renderle visibili dal basso, a condizione che siano schermati
da appositi manufatti (in muratura o in metallo) tinteggiati nello stesso colore della muratura cui sono addossati e
delle dimensioni strettamente necessarie a contenere l’
impianto tecnologico e ad assicurarne la funzionalità.
Alle prescrizioni di cui ai commi precedenti potrà derogarsi solo in casi del tutto particolari e con specifica e puntuale
motivazione.
.
Le installazioni di pannelli solari, pompe di calore ed altri impianti tecnologici che rispettino le prescrizioni di cui al
presente Regolamento sono subordinate ai soli adempimenti previsti dalla legislazione vigente in materia di impianti e la
conformità dell’
opera alle prescrizioni del presente Regolamento dovrà essere esplicitamente attestata dall’
installatore
congiuntamente al deposito presso i competenti Uffici Comunali della dichiarazione di conformità prevista dalla L. 46/90.
ART.18 –Antenne e parabole trasmittenti e riceventi della telefonia
Non é ammessa nel Centro Storico l'installazione di nuovi impianti o antenne funzionali alla telefonia mobile.
ART. 19 –Terrazze piane e ringhiere
E’
vietata la realizzazione ex-novo di coperture a terrazza o comunque piane.
Quelle esistenti sono tollerate fino alla richiesta di intervento unitario di facciata o di riordino delle coperture, purché a
suo tempo regolarmente autorizzate. In questi caso dovranno privilegiarsi soluzioni progettuali volte all’
eliminazione della
terrazza riproponendo una copertura a falde inclinate; in alternativa potrà essere tollerato il mantenimento della terrazza a
condizione che siano studiate specifiche modalità per un corretto inserimento ambientale prevedendone il riordino
attraverso la sostituzione di tutti i materiali di finitura di tipo non tradizionale sia per quanto riguarda le pavimentazioni sia
per quanto riguarda i parapetti e ringhiere.
Le tipologie di parapetti da utilizzare sono le seguenti:
parapetto integrato
all’
interno dello sporto di gronda, realizzato mediante zampini sagomati in
legno e sovrastante pianellato e coppi di recupero; parapetto realizzato
attraverso elementi verticali in muratura intonacata e tinteggiata con chiusura
orizzontale in ferro battuto.
I materiali di finitura da utilizzarsi sono i seguenti:
pianelle in cotto per la pavimentazione;
ferro battuto per le ringhiere;
laterizio di recupero per le balaustre in muratura.
ART. 20 –Terrazze a tasca E’consentita la realizzazione di terrazze completamente incassate nelle falde
di copertura.
La terrazza non potrà interessare più di una falda, dovrà essere mantenuta ad almeno 1,00 ml dal filo esterno della facciata
e ad 1,00 ml dal colmo; dovrà avere dimensione massima di 1/10 della porzione di copertura che proietta sull’
unità
immobiliare o sulla porzione di essa, immediatamente sottostante, con un minimo comunque ammesso di mq 5,00.
Titolo IV°
Procedure e modalità per gli interventi di manutenzione
delle corti, giardini ed orti
ART. 21 –Corti
Le aree scoperte di pertinenza degli edifici sottoposti al regime di tutela del presente Piano Particolareggiato del Centro
Storico, seppur sottoposte a diversa classe di intervento secondo le N.T.A. del P.R.G. oltre che alle prescrizioni dell’
art.
61 delle NTA del PPCS, sono soggette alle ulteriori prescrizioni di cui al presente articolo.
Non è consentita la pavimentazione delle aree scoperte inerbate che rivestano autonomo valore storico, tipologico o
documentario, salvo che per la formazione di marciapiedi a protezione degli edifici o per la creazione di percorsi pedonali,
da realizzare comunque con sistemi drenanti.
Le aree scoperte che rivestano valore tipologico o documentario (giardini, cortili e simili) non potranno essere frazionate
fisicamente, neppure con recinzioni di modesta rilevanza edilizia (quali quella con paletti metallici e rete a maglia sciolta).
Le pavimentazioni esterne originarie o di valore tipologico-documentario dovranno essere mantenute e conservate nei
loro caratteri originari. Detti elementi, qualora rimossi per consentire l’
esecuzione di altri interventi, dovranno essere
ricollocati in opera nel rispetto del disegno e della finitura preesistenti.
Le pavimentazioni esterne ammesse sono le seguenti:
-grigliati plastici carrabili da rinverdire
-porfido e pietra arenaria
Sono vietate le pavimentazioni del tipo autobloccanti.
Titolo V°
Riordino dell’
arredo urbano
ART. 22 –Tende frangisole
L'apposizione di tende frangisole dovrà avere come quadro di riferimento globale l'assetto dell'intero edificio in cui essa si
inserisce, nel rispetto delle caratteristiche architettoniche decorative dell'immobile. (vedi Allegato G1, G2)
Pertanto le tende frangisole potranno essere collocate solamente al piano terra ed a servizio esclusivo dei negozi
prospicienti le vie pubbliche.
Le tende frangisole non dovranno in particolare nascondere gli elementi architettonici costituiti dalle cornici delle porte,
portoni, vetrine ed eventualmente finestre e nemmeno i sopraluce costituiti da rostre in ferro battuto.
Le
tipologie
di
tende
frangisole
ammesse
sono
riportate
nell’
Allegato
..........
L'aggetto massimo consentito non può superare 120 cm. dal filo di facciata o il limite del marciapiede nel caso questo sia di
dimensioni inferiori.
I lembi inferiori della tenda dovranno mantenersi ad almeno 220 cm. dal suolo così come previsto dall’
art. 100 del
regolamento Edilizio Comunale.
Nel caso in cui il vano dell'apertura sia inferiore o tutt'al più uguale a 210 cm., sarà consentita la possibilità di posizionare
la tenda esternamente alla cornice o sulla cornice lapidea.
Nello stesso edificio, anche se sono presenti più esercizi commerciali, le tende dovranno essere uniformate il più possibile
per profilo, altezza da terra, sporgenza e materiale.
La colorazione delle tende dovrà essere uniforme e compatibile con l'assetto cromatico dell'intera facciata.
Pertanto, nel caso di installazione di una tenda per un singolo negozio, questa dovrà essere corredata da una dichiarazione
da parte di tutti i proprietari o esercenti dei negozi del piano terra, di accettazione a posizionarla anch'essi con le stesse
forme, dimensioni e colore.
I progetti presentati successivamente dovranno comunque indicare le caratteristiche delle tecniche già installate.
Sulle tende è consentita, solamente sulla facciata anteriore, l'indicazione del nome e/o dell'attività svolta dall'esercizio
titolare della licenza di commercio.
L'indicazione consentita può diversificarsi dalle altre dello stesso edificio per grafia e colore.
Nelle piazze, ove lo spazio lo consenta, e su sollecitazione di uno o più esercenti di servizi pubblici, quali ristoranti,
pizzerie, tavole calde e similari, bar gelaterie e similari, l'Amministrazione potrà concedere, previa presentazione di un
progetto, l'installazione di tende o ombrelloni, limitatamente ai soli periodi estivi, che implichino temporaneo appoggio a
terra e la rimozione al termine del periodo di utilizzazione.
Tale progetto può prevedere un'estensione che dovrà essere compatibile, in profondità, alle esigenze di viabilità, e, in
larghezza, all'estensione della facciata sulla quale insiste l'esercizio.
Inoltre il progetto dovrà documentare anche i modelli delle sedie e dei tavoli che dovranno di norma essere adeguati per
forma, materiale e colore all'immagine storica della piazza.
ART. 23 –Contenitori espositivi
Per contenitori espositivi si intendono le bacheche informative e le vetrinette dei negozi applicate a rilievo sulla
facciata, anche se mobili. (vedi Allegato H1, H2, H3)
Per tali contenitori è consentita l’
installazione sulle pareti degli edifici purché siano contenuti nelle dimensioni massime di
cm. 100x70 per le bacheche informative di Enti, Società, Partiti, Sindacati, Servizi pubblici, ecc., e di cm. 150x100 per le
vetrinette degli esercizi commerciali.
É comunque sempre vietata l’
installazione di bacheche e vetrinette al di fuori delle pareti lisce degli edifici che occultino gli
elementi architettonici presenti.
Nel caso di restauro o manutenzione straordinaria dell’
intera facciata dovranno essere rimossi tutti quei contenitori e le
vetrinette che non rientrano nella composizione unitaria delle vetrine di uno specifico periodo, essendo in contrasto con
l’
ornato del fronte e/o la tradizione locale.
materiali ammessi: lamiera metallica verniciata nei colori della piombaggine, nelle forme indicate negli allegati.
ART. 24 –Contenitori distributivi
Per contenitori distributivi si intendono apparecchiature per la distribuzione di sigarette, caramelle, bancomat ecc..
Per tali contenitori è vietata assolutamente l'istallazione a rilievo sulla facciata, mentre potranno essere installate a filo
vetrina degli esercizi commerciali o a filo facciata degli edifici.
Nel caso di esercizi commerciali non sarà consentita l'installazione anche se mobile di contenitori o di oggetti pubblicitari
al di fuori della vetrina.
ART. 25 –Segnaletica stradale
L'Amministrazione Comunale dovrà predisporre un progetto organico per la scelta dei luoghi, delle forme, dei materiali e
dei colori di tutta la segnaletica. É pertanto vietata qualsiasi apposizione non gestita direttamente dall'Amministrazione
Comunale.
Si dovrò tendere ad una riduzione dei cartelli e dei segnali attualmente posti a ridosso della architetture e ad un riordino
di quelli collocati in modo casuale lungo i percorsi cittadini.
ART. 26 –Pubblicità a più livelli
Vengono definite le seguenti categorie della tipologia “
pubblicità a più livelli”
, sia pubblica sia privata:
AFFISSIONI
INSEGNE
TARGHE
ART. 26.1 –Affissioni pubbliche o private
Le Affissioni pubbliche o private dovranno essere collocate su plange predisposte dall’
Ufficio Tecnico Comunale e munite
di supporto metallico infisso al suolo.
Il riordino degli impianti destinati alle pubbliche affissioni è comunque regolamentato dal Piano Generale degli Impianti.
ART. 26.2 –Insegne
Le insegne degli esercizi commerciali con illuminazione diretta o indiretta, andranno collocate all'interno dei vani delle
porte, portoni e vetrine o esterne ai vani stessi attraverso l’
uso di insegne realizzate con lettere singole pantografate.
(vedi Allegato E1, E2, E3, E4)
L’
illuminazione delle insegne dovrà essere così come descritto negli allegati di cui sopra.
Negli interventi di manutenzione e restauro dei fronti degli edifici, sarà obbligo del progettista, qualora siano previste
attività commerciali che necessitano di insegne pubblicitarie, prevederne la collocazione in sede progettuale.
Dovrà essere sempre perseguito l’
obiettivo di uniformare i materiali e le tipologie per le insegne poste sul fronte dello
stesso edificio.
Sono ammesse le seguenti tipologie di insegne:
1)
insegna formata da simboli e/o caratteri singoli pantografati privi di supporto o
montati su supporto autoportante distanziato dal muro, solo su aperture con
architrave piano;
2)
insegna a pannello, con tipologia a muro, sulla quale sono ottenuti i caratteri
mediante stampa, pittura, traforo, incisione, ecc., solo su aperture con
architrave piano;
3)
insegna ad affresco o dipinta direttamente sul fronte dell’
edificio senza
pannello di supporto, solo su aperture con architrave piano;
L'insegna dovrà riportare solo il nome dell'esercizio ed eventuali simboli grafici senza l'aggiunta di scritte che pubblicizzano
marche di prodotti in vendita e che nulla hanno a che fare con il nome della ditta titolare della licenza.
L'insegna troverà di norma posizione arretrata di almeno 5 cm. rispetto al filo esterno degli stipiti.
Tale insegna dovrà essere posizionata nella zona superiore dei vani delle aperture e dovrà seguirne l'andamento.
Le lunette sovrapporta o finestre munite di inferriata debbono essere lasciate a vista, pertanto su di esse non potrà essere
collocata alcun tipo di insegna.
Sono altresì escluse le insegne fisse applicate sugli sguinci laterali delle aperture.
Sono vietate, in maniera categorica, le insegne affisse "a bandiera" ad eccezione di quelle relative ad attività di pubblico
servizio (tabacchi, farmacie, telefoni, poste ecc….) delle dimensioni massime di cm. 0.30x0.50. Tale limite non viene
considerato nel caso di dimensioni standard fissate da normative nazionale o comunitarie.
Sono vietate le insegne adesive sugli infissi di facciata.
Sono vietate le insegne luminose in PVC
Per quanto riguarda i colori, è doveroso attenersi alle compatibilità dell'aspetto cromatico dell'intera facciata, comunque è
vietato usare colori e luci che possano creare confusione con la segnaletica stradale.
Le insegne comprese entro le bucature di prospetto potranno contenere una fonte luminosa, che sarà discreta e
possibilmente di tipo riflesso o indiretto; pertanto è vietato l'uso di luci intermittenti e a variazioni di colore.
Per le insegne esterne alle bucature è vietata qualsiasi fonte luminosa.
Per la realizzazione delle insegne possono essere utilizzati i seguenti materiali:
-laminati metallici dei colori della piombaggine;
-rame;
-ottone brunito
-legno mordensato scuro;
-acciaio satinato;
-vetro acidato o satinato o trasparente;
-plexiglass trasparente o satinato, purché non colorato
-materiale lapideo;
ART. 26.3 –Targhe
Sono individuate tre tipi di targhe:
-targhe pubblicitarie;
-targhe toponomastiche;
-targhe per numeri civici.
La collocazione in parete deve essere proposta nell’
ambito di un progetto di insieme che rispetti il complesso delle valenze
architettoniche e compositive dell’
edificio.
ART. 26.3.1 –Targhe pubblicitarie
L’
installazione di targhe indicanti l’
attività di arti, mestieri e professioni è consentita all’
esterno degli edifici in posizione tale
non interferire con l’
eventuale presenza elementi di decoro, così come segue:
sul portone di ingresso, qualora non rivesta interesse storico-artistico, o accanto ad esso;
raggruppando e riorganizzando le singole targhe;
ogni singola targa dovrà avere, per ogni singola attività, le dimensioni massime di cm 20x30, salvo maggiori dimensioni
standard fissate da specifiche normative nazionali o comunitarie;
complessivamente, anche nell’
operazione di raggruppamento e riorganizzazione, accanto al portone di ingresso, la
superficie occupata da targhe pubblicitarie non può essere superiore a quella di quattro targhe 20x30 ed è preferibile che
le stesse siano inserite in una cornice di metallo: se tali targhe interessano superfici superiori occorre prevederne la
collocazione nell’
atrio di ingresso dell’
edificio.
Potranno essere utilizzati i seguenti materiali:
laminati metallici dei colori della piombaggine;
rame;
ottone brunito
legno mordensato scuro;
acciaio satinato;
vetro acidato o satinato o trasparente;
plexiglass trasparente o satinato, purché non colorato
materiale lapideo;
ART. 26.3.2 –Targhe toponomastiche
L'apposizione delle targhe toponomastiche è consentito direttamente in facciata, avendo sempre come quadro di
riferimento il massimo rispetto dell'immagine della città storica.
Le targhe toponomastiche devono essere realizzate in lastre di pietra locale eventualmente con gli angoli sagomati di
forma concava. Saranno filettate lungo il perimetro con un rigo incavato con i raccordi angolari semplici.
Le scritte di denominazione devono essere incise in lettere a stampatello.
ART. 26.3.3 –Targhe per numeri civici
I numeri civici devono essere realizzati in tavolette di pietra locale con le cifre incise e colorate di nero e posizionate a
ridosso sulla facciata, ma non sugli stipiti, di norma sulla sinistra del portone di ingresso all'altezza dell'imbotte
dell'architrave o della corda dell'arco.
ART. 27 –Pubblica illuminazione Per la tipologie di lampade ammesse (vedi Allegato I1, I2, I3)
ART. 28 –Fioriere, sedili e arredi vari Si dovranno utilizzare elementi di disegno
qualificato di cui all’
allegato L1, L2, L3, L4, L5, L6.
ART. 29 –Pavimentazione stradali
La sostituzione delle pavimentazioni stradali dovrà essere realizzata solo con selciato in arenaria, posato in opera con
tecnologie analoghe alle tradizionali, secondo quanto previsto nella Tav. D7.
Inserimento di bucature per finestra
All.A1.1
Esempio n. 1
F1
F
condizioni:
1) F=F1
2) allineamento
delle bucature
ante operam
post operam
Esempio n. 2
Esempio n. 2
F1
F
ante operam
condizioni:
1) F=F1
2) allineamento
delle bucature
post operam
ante operam
tracciato compositivo di facciata
tracciato compositivo di facciata
tracciato compositivo di facciata
tracciato compositivo di facciata
Esempio n. 1 di riordino delle bucature
ante operam
post operam
Esempio n. 2 di riordino delle bucature
post operam
All.A1
Esempio n. 3 di riordino delle bucature
ante operam
post operam
All.A2
Esempio n.4 di riordino bucature:
Ripristino vecchie aperture
ante operam
post operam
All.A3
Esempio di rarefazione del
dimensionamento delle aperture
salendo dal basso verso l'alto
Forme e Tipologie di aperture
non tradizionali
All.A4
Forme e Tipologie
di aperture tradizionali
Esempio n. 1 di trattamento
omogeneo degli infissi
con apertura tamponata in sottosquadro
69
ante operam
All.B
69
individuazione della tipologia
tradizionale di infisso
individuazione della zona
disomogenea di intervento
69
post operam
Tipologie tradizionali ammesse
per il recupero e la revisione dell'esistente.
elementi di confronto:
1) mensole
2) balaustre
All. D1
Tipologie tradizionali ammesse
per il recupero e la revisione dell'esistente.
elementi di confronto:
1) mensole
2) balaustre
All. D2
Tipologie tradizionali ammesse
per il recupero e la revisione dell'esistente.
elementi di confronto:
1) mensole
2) balaustre
All. D3
Tipologie tradizionali ammesse
per il recupero e la revisione dell'esistente.
elementi di confronto:
1) mensole
2) balaustre
All. D4
Materiali e finiture degli infissi
delle vetrine:
All. E1
-ferro verniciato
-accaio inox satinato
-vetro a giono
-infisso in legno mordensato
scuro
Posizione:
Mai a filo facciata ma arretrato
di almeno 13cm verso
l'interno del locale.
Morfologie:
Gli infissi dovranno consentire
sempre una luce netta senza
interruzioni intermedie dovute
a montanti verticali o
orizzontali.
sono consentite interruzioni
delle superfici vetrate dovute
esclsivamente all'inserimento
di un ingresso.
13cm
Componenti:
Gli infissi metallici dovranno
essere sempre realizzati
mediante l'impiego di profili
pieni e non scatolati.
La loro dimensione dovrà
offrire il più basso impatto
visivo della parte in metallo su
quella vetrata, rispettando il
rapporto di 1 a 40 com
nell'esempio di seguito
riportato.
Esempi:
L
a max
giusto
sbagliato
giusto
a max < L /40
Tipologie ammesse
All.E2
Insegna realizzata in lamiera
con lettrere in metallo
pantografate, poste in rilievo.
verniciata nei colori della
gamma cromatica della
piombaggine. Son ammessi
un massimo di due colori.
Le lettere metalliche, poste in
rilievo potranno essere
retroilluminate.
Insegna realizzata in lamiera
con lettrere in metallo
pantografate, poste in rilievo.
verniciata nei colori della
gamma cromatica della
piombaggine. Son ammessi
un massimo di due colori.
Le lettere metalliche, poste in
rilievo potranno essere
retroilluminate.
insegne negozi, illuminazione diretta
Tipologie ammesse
All.E3
Insegna realizzata in lamiera
con lettrere in metallo
pantografate, poste in rilievo.
verniciata nei colori della
gamma cromatica della
piombaggine. Son ammessi
un massimo di due colori.
Le lettere metalliche, poste in
rilievo non potranno essere
retroilluminate.
Insegna realizzata in lamiera
con lettrere in metallo
pantografate, poste in rilievo.
verniciata nei colori della
gamma cromatica della
piombaggine. Son ammessi
un massimo di due colori.
Le lettere metalliche, poste in
rilievo non potranno essere
retroilluminate.
insegne negozi, illuminazione diretta
Tipologie ammesse
All.E4
Insegna realizzata in lamiera
con lettrere in metallo
pantografate, poste in rilievo.
verniciata nei colori della
gamma cromatica della
piombaggine. Son ammessi
un massimo di due colori.
Carter in metallo per
alloggiamento faretti di
illuminazione dell'insegna.
In alternativa le lettere
metalliche, poste in rilievo
potranno essere
retroilluminate.
Insegna realizzata in lamiera
con lettrere in metallo
pantografate, poste in rilievo.
verniciata nei colori della
gamma cromatica della
piombaggine. Son ammessi
un massimo di due colori.
Carter in metallo per
alloggiamento faretti di
illuminazione dell'insegna.
In alternativa le lettere
metalliche, poste in rilievo
potranno essere
retroilluminate.
insegne negozi, illuminazione diretta
Tipologie ammesse
per la revisione dell'esistente.
Cancelletti
All. F1
Tipologie ammesse
per la revisione dell'esistente.
Cancelletti
All. F2
Tipologie ammesse
per la revisione dell'esistente.
Cancelletti
All. F3
Tipologie ammesse
per la revisione dell'esistente.
Cancelletti
All. F4
Forme dell'arredo urbano
All.G1
Tipologie ammesse
Tende con bracci in ferro anticato e pomoli
in ottone, telo con decorazioni e tettuccio di
protezione in rame lavorato a mantovana
tende frangisole per negozi
Forme dell'arredo urbano
All.G2
Tipologie ammesse
tende frangisole per negozi
Forme dell'arredo urbano
All.H1
distanziatori
20mm
1400mm
1000mm
Bacheche portamanifesti tipo cinema
Forme dell'arredo urbano
All.H2
distanziatori
15mm
740mm
1000mm
Bacheche portamanifesti per associazioni "Large"
Forme dell'arredo urbano
All.H3
distanziatori
15mm
740mm
500mm
Bacheche portamanifesti per associazioni "small"
Forme dell'arredo urbano
All.H4
plange
Forme dell'arredo urbano
All.L1
fioriere in ghisa
Forme dell'arredo urbano
All.L2
panchine
Forme dell'arredo urbano
All.L3
cestini porta pattume
Forme dell'arredo urbano
Dissuasori a paletto
All.L4
Forme dell'arredo urbano
All.L5
rasterlliere portabiciclette
Forme dell'arredo urbano
All.L6
fontane
Tipologie tradizionali ammesse
per il recupero e la revisione dell'esistente.
elementi di confronto:
Comignoli in muratura
All. M1
Tipologie tradizionali ammesse
per il recupero e la revisione dell'esistente.
elementi di confronto:
Comignoli in muratura
All. M2