Trascrizione dell`intervento del Prof. p. Lucio Pinkus
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Trascrizione dell`intervento del Prof. p. Lucio Pinkus
Trascrizione dell'intervento del Prof. p. Lucio Pinkus "Famiglia: l’arcipelago del futuro" Nessuno deve rimanere un’isola. Firenze, 12 giugno 2010 Negli anni di collaborazione con il progetto di Villa Lorenzi, si è discusso varie volte, si è evidenziato anche varie volte, il tema di una presupposta, o ipotizzata identità fragile per i ragazzi in crescita, quelli delle ultime generazioni. E’ molto difficile prendere un vero atteggiamento; se sia una crisi di identità, nel senso che viene detta identità debole, identità fragile o non sia piuttosto un processo in cui ancora non si sono ben coagulate le direttrice di questi identità. Però ci siamo chiesti un momentino in che modo istituzioni, associazioni, altri interessati possono aiutare i genitori nel percorso di creare le condizioni per un’identità più forte, più sicura, perchè è importante che nel concetto di benessere della famiglia, oltre alle preoccupazioni che sicuramente ci sono per la salute, per l’avvenire dello studio, per il lavoro, per l’economia, per l’amore, per le vicende sentimentali, rimane poi forse l’importanza di farsi uno spazio - questo nostro figlio o questi nostri figli che identità vivranno, quale sentimento di identità apparterrà loro?. Io credo che il primo modo con cui si potrebbe aiutare i genitori è quello di liberarli dall’idea che il prendersi cura dei figli sia una sorta di relazione unidirezionale in cui loro danno gratuitamente perchè non è vero che è così. Se vissuta consapevolmente sopratutto nell’età a cui accennava prima Pazzagli, della preadolescenza, dell’adolescenza, diciamo a partire dalla terza classe, forse dalle scuole elementari in poi, io credo che possiamo riconoscere una circolarità; per cui la coppia, il genitoriale riceve, se vuole, dei segnali e manda dei segnali, in questo senso anche loro partecipano di un processo di compimento, di maturazione, di evoluzione della propria identità. Questo implica anche, penso un aspetto un po’ più fragile ed è quale una base etica, una base di etica per rendere più sicura e più autentica l’identità nostra e l’identità dei figli. Credo che abbiamo tre elementi da considerare. Un primo è questo: il tempo che stiamo vivendo, almeno da venti anni, ma comunque sicuramente adesso, richiede una relazione in cui venga comunicata un’etica della responsabilità. Non è scontato, perchè nella vita quotidiana di una famiglia, c’è sempre il rischio di usare l’etica dell’autorità. “Tu fai così perché te lo dico Io o perchè è bene così”. Un’etica della responsabilità vuol dire essere talmente capaci di elaborare i propri vissuti, i propri sentimenti, i propri pensieri da saper fornire ai figli motivazioni adeguate perchè noi ci crediamo. Ed è importante perchè oggi, qualche studio è già stato fatto, anche qui Agli Innocenti, per esempio, si vede che la forma a cui i ragazzi o le ragazze possono credere, aderire non è più l’adesione ad una dottrina, o a dei precetti ma è la capacità che ha una certa regola di trasformare le relazioni. Quindi capire perchè un’etica della responsabilità è un’etica che nasce dalle relazioni trasformate perchè Io mi sforzo di dirti perchè sono convinto di qualcosa e perchè penso che tu possa convincertene per il risultato che produrrà nella nostra relazione, nelle altre relazioni. C’è un altro aspetto di questa etica: nell’etica della responsabilità è compresa anche una forma di rinuncia dei genitori, la rinuncia ad essere compagni di strada dei figli, di essere autorevoli cioè per continuare a generare mantenendo quella distanza, l’accennerò fra un momento, la distanza che è essenziale per la libertà dei rispettivi ruoli e per il rispetto della verità della vita per non rinunciare alle proprie responsabilità. Etica della responsabilità, etica della solidarietà, è stata accennata prima di me, ma credo che sia molto importante se con l’esempio vissuto, con atteggiamenti profondi, i ragazzi vengano condotti, diciamo così, ad avere rispetto e sensibilità verso le realtà più deboli della vita. Non dimentichiamo che contrariamente forse a un pregiudizio per cui la persona nascerebbe egoista, di fatto sappiamo oggi che dentro una parte del nostro patrimonio genetico è predisposto per un comportamento pro sociale, dipende se l’ambiente e le stimolazioni lo favoriscono. L’etica della solidarietà verso le Progetto Villa Lorenzi 1 realtà più deboli, più fragili consente ai figli intanto di confrontarsi con queste realtà, di confrontarsi con il mondo adulto a proposito di queste realtà ma prepara anche a un compito importante della vita per cui tutti, volenti o non volenti, dobbiamo assumerlo, quello di fare un progetto di vita, un progetto di vita in cui alcuni valori siano per noi fermi, siano indiscutibili e sui quali possiamo misurare la nostra soddisfazione o misurare la nostra stima di sé o misurare quello che ci sembra il nostro contributo alla vita sociale ed anche il nostro perchè della vita dell’essere nel mondo. Un terzo aspetto è un’etica del senso, in cui rimanga sempre vigile, rimanga sempre attenta rimanga sempre, come dire, parte dell’identità questo chiedersi il senso delle cose, non fermarsi a “che serve”, ma arrivare a chiedersi che “senso può avere, che senso può avere per me, come persona umana”, in quel progetto di vita che ho elaborato, in quel progetto che deve tenere conto della mia individualità, e deve tenere conto anche del mio essere in relazione con altre situazioni, con altre persone, con altre realtà. Ridare senza temere di usare la paura di dare uno statuto a quella che può essere l’azione genitoriale all’interno della famiglia, Io credo che sarebbe un grande vantaggio perchè queste identità che ci sembrano a volte cosi fragile, cosi poco strutturate, acquistino invece una dimensione diversa, una dimensione in cui si è sperimentato all’interno della famiglia proprio questo confrontarsi con gli aspetti della fiducia, si sono fidati di me, hanno avuto fiducia di me perchè mi hanno esposto in varie situazioni, si sono fidati di me perchè mi hanno parlato della responsabilità nel fare o nell’omettere di fare certe cose. Questo progetto prepara ad un ultimo compito che è diverso dal passato, è più faticoso: preparare i figli o le figlie alla separazione dalla famiglia. Una separazione che serve per l’autonomia, perchè non ci sarebbe autonomia senza una separazione. E’ complesso. Si possono fare molte battute sui ragazzi che rimangono in casa fino a 30 anni, però non è veramente facile affrontare una situazione di inserimento sociale, con tanta precarietà sul piano del lavoro, sul piano dei progetti, sul piano della casa, e ci sono diverse considerazioni. E’ pure importante che la famiglia come suo compito evolutivo, come contributo al benessere dei figli dia questo messaggio: qui è sempre casa tua ma è importante, è necessario che tu senta la libertà e il nostro sostegno perchè tu vada via, perchè tu provi un’autonomia, provi un tuo percorso senza legami, senza piccoli ricatti affettivi, con grande generosità . Ecco queste componenti, come vedete hanno una valenza di un ideale di vita di uno stile di valori di ideali con cui condurre l’esistenza. Ecco questi secondo me, possono essere quel contributo al benessere che può nascere nell’ambito delle consulenze, degli scambi, dei gruppi di qualunque azione è volta ad aiutare la famiglia, i nuclei genitoriali................ (interruzione dell’audio) Progetto Villa Lorenzi 2