Politica Economica e Finanziaria Dispense di Teoria della Crescita
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Politica Economica e Finanziaria Dispense di Teoria della Crescita
Politica Economica e Finanziaria Dispense di Teoria della Crescita Vincenzo Lombardo I concetti chiave • Crescita economica di lungo periodo • Rendimenti decrescenti versus crescenti • Teoria neoclassica e modello di Solow • Convergenza • Fattori endogeni: Romer & Lucas • Trappole della povertà Politica economica– Teoria della Crescita Teoria neoclassica della crescita La funzione di produzione neoclassica Y = F (K, L) (1) • Y è il reddito • K e L sono i fattori di produzione: capitale e lavoro • Caratteristiche fondamentali: – Rendimenti di scala costanti: “ se raddoppio tutti i fattori di produzione contemporaneamente (K e L), anche la produzione finale (Y) raddoppia” – Rendimenti marginali dei fattori di produzione (K e L) decrescenti: “ogni unità aggiuntiva di un fattore di produzione produce un aumento della produzione finale meno che proporzionale” Proprietà della funzione di produzione neoclassica Politica economica– Teoria della Crescita 1 1. Essenzialità: è necessario almeno una quantià positiva di entrambi i fattori di produzione per produrre un output positivo (a) F (0, L) = F (K, 0) = 0 2. Produttività marginali dei fattori positive e decrescenti (a) Fi(K, L) > 0, Fii(K, L) < 0, i = K, L 3. Funzione omogenea di grado 1: rendimenti di scala costanti (a) F (λK, λL) = λF (K, L) 4. Condizioni di Inada (a) lim FK (K, L) = ∞, lim FL(K, L) = ∞ k→0 L→0 k→∞ L→∞ (b) lim FK (K, L) = 0, lim FL(K, L) = 0 ✘ Esempio: Funzione di produzione Cobb-Douglas ✘ Y = AK αL1−α Politica economica– Teoria della Crescita 2 Modello di Solow • Funzione di produzione neoclassica (eq. 1); aggiungiamo esplicitamente la variabile tempo. Nota: il progresso tecnico A è costante ed esogeno, non varia nel tempo. Yt = F (Kt, Lt) = AKtαLt1−α (2) • Struttura del mercato: i mercati sono perfettamenti competitivi e le imprese massimizzano i loro profitti scegliendo le quantià ottime di capitale e lavoro da impiegare nella produzione liberamente. In particolare, le imprese sceglieranno la quantità ottimale di entrambi fattori di produzione il prodotto marginale di ogni fattore al rispettivo prezzo di mercato: r = FK (K, L); w = FL(K, L) – r: tasso di interesse del capitale – w: salario • Teorema di Eulero: l’output finale prodotto (Y ) Politica economica– Teoria della Crescita 3 viene diviso tra i fattori di produzione a seconda del loro prezzo e della loro quantià. Y = rK + wL • Tasso di crescita della forza lavoro uguale a quello della popolazione, ovvero la forza lavoro cresce ad un tasso n secondo la seguente legge di accumulazione: Lt+1 = (1 + n)Lt (3) • Risparmio è esogeno, cioè la propensione marginale al risparmio s è esogena e costante: St = sYt (4) • E’ valida la eguaglianza tra investimenti e risparmio: It = St (5) • Il capitale si accumula secondo la legge di accumulazione (lo stock di capitale cresce grazie agli Politica economica– Teoria della Crescita 4 investimenti It e diminuisce a causa di una quota di ammortamento δ): Kt+1 = It + (1 − δ)Kt (6) Questa legge dice che lo stock di capitale tra due periodi consecutivi è una funzione - positiva degli investimenti - e negativa del tasso di deprezzamento; ossia, ∆Kt ≡ Kt+1 − Kt = It − δKt Eguagliando la eq. 4 e 5: It = sYt e sostituendo nella eq. 6 si ottiene l’equazione di accumulazione del capitale: Kt+1 = sYt − δKt = sF (Kt, Lt) − δKt = sAKtαLt1−α − δKt (7) Politica economica– Teoria della Crescita 5 Lo stock di capitale dell’economia K cresce proporzionalmente agli investimenti dell’economia, che sono a loro volta finanziati dal risparmio collettivo, sYt, cioè sono una percentuale (s, la propensione marginale al risparmio) del reddito totale prodotto dall’economia. Variabili in termini pro-capite Utilizzando la proprietà 3 della funzione di produzione neoclassica si ha che: F K L , L L = 1 F (K, L) ⇒ L Y ⇒ F (k, 1) = L Rinominiamo: F (k, 1) ≡ f (k), dove le variabili minuscole rappresentano le variabili pro-capite (k = K/L; y = Y /L) Y = Lf (k) (8) o anche in termini intensivi (pro-capite): Politica economica– Teoria della Crescita 6 y = f (k) (9) Riscriviamo la funzione di produzione in eq. 2 in termini pro-capite: Yt Kt =A Lt Lt α = Aktα = f (kt) = yt (10) Le imprese massimizzano i loro profitti scegliendo le quantità ottimali dei fattori da impiegare nella produzione eguagliano la produttività marginale di ogni fattore al suo costo, ovvero: 0 0 r = f (k) = Aαk α−1; w = f (k) − kf (k) = A(1 − α)k α Possiamo riscrivere anche l’equazione di accumulazione del capitale (eq. 6) in termini pro-capite. Sostituiamo nell’ eq. 6 la funzione di produzione (eq. 8 e 10): Politica economica– Teoria della Crescita 7 Kt+1 = sLtf (kt) + (1 − δ)Kt (11) Dividiamo per Lt+1 e sostituiamo la sua legge dinamica (eq. 3): Kt+1 sLtf (kt) + (1 − δ)Kt = Lt+1 Lt+1 kt+1 = sLtf (kt) + (1 − δ)Kt ⇒ (1 + n) Lt Otteniamo infine l’equazione fondamentale di accumulazione di Solow sf (kt) + (1 − δ)kt kt+1 ≡ φ(kt) = (1 + n) (12) Utilizzando la funzione di produzione CobbDouglas, quest’ultima diventa: sAktα + (1 − δ)kt kt+1 ≡ φ (kt) = (1 + n) Politica economica– Teoria della Crescita 8 La eq. 12 è un’equazione alle differenze prime che determina la dinamica del capitale “di domani” (kt+1) in funzione dell’investimento netto di oggi (φ(kt)). Questa si può studiare partendo dalle caratteristiche della funzione di produzione neoclassica (f (k)). In particolare, le proprietà di φ(kt), collegate a quelle della funzione di produzione neoclassica, sono le seguenti: • φ(0) = 0, φ0 (kt) > 0, φ00 (kt) < 0; • lim φ0 (k) = ∞: in un intorno di zero, la pendenza k→0 della funzione è infinita; la produttività marginale del capitale infinita in un intorno di zero implica che l’equilibrio di stato stazionario triviale k∗ = 0 è instabile, perchè una piccola variazione da questo livello comporta un grande incremento del prodotto pro-capite che conduce verso l’equilibrio interno. • lim φ0 (k) = k→∞ 1−δ 1+n < 1; per k che tende a infinito la pendenza della funzione φ(k) tende a un valore minore di uno; questo assicura che la funzione φ (k) interseca la retta a 45° da sopra e finirà al di sotto Politica economica– Teoria della Crescita 9 di essa. Questa condizione garantisce l’esistenza di un equilibrio interno di stato stazionario stabile. Definizione 1. [Equilibrio di stato stazionario] Si definisce equilibrio di stato stazionario quel sentiero di equilibrio tale che kt = k ∗ per ogni t. Ovvero quel livello di capitale pro-capite k ∗ tale che k ∗ = φ(k ∗) Figure 1: Dinamica di equilibrio - stato stazionario Politica economica– Teoria della Crescita 10 In termini di variazione del livello del capitale procapite (∆kt ≡ kt+1 − kt), dalla eq. 12 si ha che sf (kt) − (n + δ)kt ∆kt = (1 + n) (13) Graficamente possiamo disegnare separatamente le due funzioni del capitale pro-capite (sf (kt) e (n + δ) kt): Figure 2: Modello di Solow: dinamica di equilibrio Politica economica– Teoria della Crescita 11 Definizione 2. [Equilibrio di stato stazionario] Si definisce capitale pro-capite di equilibrio di stato stazionario quel livello k ∗ che assicura una crescita nulla del capitale pro-capite. Ovvero quel k ∗: sf (k ∗) = (n + δ) k ∗ (14) Nell’esempio della Cobb-Douglas tale livello si può calcolare partendo dall’eq. 13, ponendo il termine di sinistra pari a zero; lo stock di capitale pro-capite di stato stazionario quindi è dato da: 0 = sAktα−1 − (n + δ) ⇒ k∗ = Politica economica– Teoria della Crescita sA n+δ 1/1−α (15) 12 Statica comparata Come varia lo stato stazionario in funzione di variazione dei parametri esogeni (s, n, δ): Figure 3: Statica comparata: tasso di risparmio Risparmio: Politica economica– Teoria della Crescita ∂k∗ ∂s >0 13 Figure 4: Statica deprezzamento comparata: Popolazione, Deprezzamento: Politica economica– Teoria della Crescita ∂k∗ ∂n popolazione- < 0, ∂k∗ ∂δ <0 14 Dinamica di transizione e ipotesi di convergenza Dalla condizione (14) si ricava che in equilibrio di stato stazionario il tasso di crescita del capitale procapite è nullo; dividendo l’eq. (13) per kt si ottiene l’espressione del tasso di crescita del capitale pro-capite come: ∆kt sf (kt) (n + δ) ≡ gk = − kt (1 + n)kt (1 + n) (16) Definizione 3. [Equilibrio di stato stazionario] Versione Generale. Si definisce stato stazionario quell’equilibrio in cui tutte le variabili crescono allo stesso (possibilmente zero) tasso di crescita. Politica economica– Teoria della Crescita 15 Figure 5: Dinamica di transizione e convergenza Dinamica di transizione: le economie convergono verso l’equilibrio di stato stazionario su un sentiero di crescita bilanciato. Per livelli di capitale pro-capite molto bassi i tassi di crescita pro-capite sono positivi (fig. 5). Questa implicazione deriva dall’ipotesi di rendimenti decrescenti marginali, che inducono per livelli di capitale pro-capite bassi tassi di produzione molto alti, tanto alti tali che la funzione di accumulazione é maggiore della retta a 450 (fig. 1); o anche Politica economica– Teoria della Crescita 16 che i risparmi generati per tale livello di produttivitá sono grandi abbastanza da riuscire a compensare la perdita dovuta alla crescita della popolazione ed al deprezzamento del capitale, cosicché i risparmi netti sono positivi (fig. 2). Conversamente, per livelli di capitale pro-capite molto alti (maggiori del livello di capitale di stato stazionario), la produttivitá é molto bassa cosicché in ogni periodo si perde una parte del capitale iniziale (fig. 1 e 2) ed i tassi di crescita sono negativi (fig. 5) Tassi di crescita aggregati e sentiero bilanciato: nonostante in equilibrio di stato stazionario le variabili pro-capite crescono ad un tasso di crescita nullo, le variabili aggregate mostrano tutte lo stesso tasso di crescita positivo. L’idea di sentiero di crescita bilanciato risiede nell’equilibrio con cui cresce l’economia; se tutte le variabili (reddito, capitale e consumo) crescono allo stesso tasso allora si dice che l’economia si trova su un sentiero di crescita bilanciato. Definizione 4. [Sentiero di crescita bilanciato] Un’economia cresce seguendo un sentiero di equiPolitica economica– Teoria della Crescita 17 librio bilanciato se tutte le variabili crescono allo stesso tasso di crescita. Per calcolare i tassi di crescita aggregati si può partire dalle definizioni di variabili pro-capite; dalla eq. 8 possiamo scrivere il tasso di crescita del reddito pro-capite come Yt+1 f (kt+1) Lt+1f (kt+1) gY = −1 = (1+n) −1 ⇒ −1 = Yt Ltf (kt) f (kt) in stato stazionario quando kt+1 = kt = k ∗ f (k ∗) gY = (1 + n) −1=n ∗ f (k ) (17) Allo stesso modo il capitale aggregato, in equilibrio di stato stazionario, cresce esattamente al tasso di crescita della popolazione gK Lt+1kt+1 = −1=n Ltkt Politica economica– Teoria della Crescita (18) 18 Ipotesi di convergenza Il modello neoclassico fornisce una precisa ipotesi sulla crescita e lo sviluppo delle economie. Si consideri il grafico (fig. 5) dell’equazione 14 di seguito: Teoria della convergenza assoluta: questa teoria predice che le economie più povere - quelle con un k0 iniziale più basso - dovrebbero crescere a tassi più alti, cosicchè nel lungo periodo tutte le economie convergerebbero verso un unico equilibrio in cui i tassi di crescita pro-capite sono nulli. Da dove deriva questo risultato: dalla fondamentale ipotesi di partenza • Rendimenti marginali decrescenti del capitale: questa ipotesi implica che ogni aggiunta marginale di capitale nella produzione produce un aumento di produzione meno che proporzionale. Questo fatto implica che il tasso di crescita dello stock di capitale pro-capite diminuisce all’aumentare dello stock di capitale pro-capite (si veda il grafico) e quindi la Politica economica– Teoria della Crescita 19 stessa dinamica rappresenta anche la dinamica del reddito pro-capite. Teoria della convergenza condizionata: non è vero che tutte le economie nel lungo periodo convergono verso un unico e generale tasso di crescita di stato stazionario, k ∗, ma ogni economia avrebbe un “proprio” tasso di crescita di equilibrio di stato stazionario verso cui converge; ogni economia in base a propri specifici parametri (s, n, A) avrebbe un proprio specifico tasso di crescita di equilibrio verso cui converge (si veda grafico sotto - figura 2). Figure 6: Convergenza condizionata Politica economica– Teoria della Crescita 20 Evoluzione del consumo e regola aurea Una volta determinato il livello di capitale procapite di equilibrio di stato stazionario, sará determinato anche il consumo pro-capite di equilibrio di stato stazionario. Graficamente, la figura (7) descrive la relazione tra investimenti, risparmio e consumo nel modello neoclassico Figure 7: Consumo, risparmio e investimento nel modello di Solow Politica economica– Teoria della Crescita 21 • Dato un livello di output pro-capite (y = f (k)), una parte di esso viene risparmiato (sf (k)) e rivolto agli investimenti e la parte restante sará devoluta al consumo (c = f (k) − sf (k)). Il consumo é dato dalla distanza verticale tra la funzione di produzione f (k) e la funzione del risparmio sf (k). Consumo, Risparmio e Regola Aurea: la relazione che lega il livello di consumo pro-capite di stato stazionario ed il tasso di risparmio non é monotona, ma presenta un andamento a U rovesciata. Figure 8: Regola Aurea Il consumo pro-capite di stato stazionario é una funzione crescente del tasso di risparmio fino ad un Politica economica– Teoria della Crescita 22 certo tasso di risparmio (sgold), in cui raggiunge il suo massimo (c∗gold); da questo punto in poi la relazione diventa negativa, ovvero all’aumentare del tasso di risparmio il consumo pro-capite di stato stazionario diminuisce all’aumentare del tasso di risparmio (fig. 8). Il tasso di risparmio (sgold) ed il consumo procapite (cgold) sono definiti di regola aurea. Il consumo pro-capite di stato stazionario puó essere definito analiticamente come c∗ = (1 − s)f (k ∗) (19) Dalla condizione di equilibrio di stato stazionario sappiamo che vale la condizione(eq. 14) sf (k ∗) = (n + δ) k ∗ Mettendo insieme le due equazioni si ottiene una relazione tra il consumo pro-capite di stato stazionario ed il tasso di risparmio: Politica economica– Teoria della Crescita 23 c∗(s) = f [k ∗(s)] − (n + δ) k ∗(s) (20) Nota: c∗(s) e k ∗(s) sono i livelli di consumo e capitale pro-capite di stato stazionario in funzione del tasso di risparmio. Dall’equazione (20) e ricordando le caratteristiche della funzione di produzione neoclassica si vede che il consumo prima cresce all’aumentare del tasso di risparmio e poi - superato il punto di massimo - la relazione si inverte, con il consumo che diminuisce all’aumentare del tasso di risparmio. Per trovare il livello di consumo pro-capite di stato stazionario massimo, c∗gold, si puó differenziare l’eq. (20) in funzione di s e porla uguale a zero; f 0 ∗ kgold =n+δ ∂c∗ (s) ∂s =0⇒ (21) L’eq. (21) ci dice qual’é il livello di capitale procapite di stato stazionario che assicura anche il massimo livello di consumo pro-capite. Tale condizione é Politica economica– Teoria della Crescita 24 chiamata regola aurea dell’accumulazione di capitale. In un’economia bilanciata la regola aurea ci dice che se vogliamo che ogni generazione abbia lo stesso livello di consumo, cioé che non ci siano generazioni che consumano meno di altre, allora il livello che assicura il massimo consumo pro-capite di equilibrio nel lungo periodo é esattamente pari cgold . Inefficienza dinamica: per capire l’origine e il funzionamento della regola aurea, si puó fare riferimento alla figura (9). Ci sono tre possibili tassi di risparmio, s1, s2, ed sgold, con s2 < sgold < s1. Per ognuno di questi tassi di risparmio si trova un capitale di stato ∗ . Il consumo pro-capite di stazionario k1∗, k2∗, ed kgold ∗ , perché in questo stato stazionario é massimo in kgold punto la tangente alla funzione di produzione é parallela alla retta (n + δ)kt. Per verificare se uno di questi tassi di risparmio é migliore degli altri, si consideri il caso in cui il tasso di risparmio iniziale sia pari a s1 > sgold; per questo tasso ∗ e c∗1 < c∗gold di risparmio si avrá anche che k1∗ > kgold (da eq. (19)). La domanda é: é possibile aumentare il consumo di stato stazionario da c∗1 a c∗gold? E a che prezzo? Politica economica– Teoria della Crescita 25 Figure 9: Regola Aurea e inefficienza dinamica Immaginiamo di ridurre permanentemente il tasso di risparmio da s1 a sgold. Partendo dal livello di k1∗, il consumo inizialmente aumenta moltissimo (in k1∗ fa un salto, dato dalla distanza verticale tra la funzione di produzione f (k) e la funzione sgoldf (k). Successivamente il consumo diminuisce fino a raggiungere il ∗ . Si livello di stato stazionario in cgold, con k ∗ = kgold deve notare che durante la transizione da uno stato Politica economica– Teoria della Crescita 26 stazionario all’altro, il consumo sará sempre maggiore del consumo di partenza c∗1 . Quindi anche se durante la transizione il consumo pro-capite diminuisce, il suo livello sará sempre maggiore del livello di partenza ed in piú lo sará anche in equilibrio di stato stazionario, dove c∗gold > c∗1 . Per questo motivo, tutti i livelli di capitale pro-capite di stato stazionario maggiori di ∗ sono inefficienti e tutta la parte a destra di kgold tale punto si chiama di inefficienza dinamica. In questo caso si dice che le economie stanno accumulando eccessivamente (sovraccumulando) capitale; eccessiva accumulazione é dovuta ad un eccesso di risparmio (sovra-risparmio) che implica la rinuncia ad una parte di consumo. ∗ invece é definita di effiLa parte a sinistra di kgold cienza dinamica. Infatti, in questo caso non si puó aumentare il consumo futuro senza diminuire il consumo corrente. Per vederlo, si consideri il caso in cui il tasso di risparmio di partenza sia s2. Se immaginiamo di aumentarlo a sgold, si avrá una transizione verso ∗ . In questo caso per il nuovo stato stazionario kgold aumentare il consumo pro-capite di stato stazionario si deve aumentare (e non diminuire) il tasso di risparmio; Politica economica– Teoria della Crescita 27 questo fatto implica che per avere un livello di consumo ∗ ) bisogna rinunciare maggiore in futuro (c∗gold in kgold ad una parte di consumo corrente. Per questo motivo tale zona si chiama di efficienza dinamica; ora, infatti, non si puó giudicare la desiderabilitá di uno stato stazionario rispetto ad un altro. Mentre nel primo caso, si aveva che una riduzione del tasso di risparmio induceva sempre (nel presente e nel futuro) un aumento del consumo ed era quindi desiderabile il passaggio da uno stato stazionario (k1∗) ad un altro ∗ ), nel secondo caso tale discriminazione non si (kgold puó piú fare. Politica economica– Teoria della Crescita 28 Progresso tecnologico Per superare una delle imperfezioni del modello di Solow di base, ovvero quella dell’implicazione di tassi di crescita pro-capite nulli in equilibri di stato stazionario, modifichiamo in maniera semplice la funzione di produzione neoclassica introducendo il progresso tecnologico. In questa prima fase continuiamo a supporre che il modello sia di crescita esogena, ed anche il progresso tecnologico viene considerato esogeno. Ipotizziamo che il progresso tecnologico entri nella produzione in una forma particolare, ovvero labouraugmenting ; questo significa che il progresso tecnologico va ad incrementare l’efficienza dei lavoratori soltanto. La funzione di produzione può essere quindi riscritta come Yt = F (Kt, LtAt) (22) Esprimiamo tutte le variabili non più in termini proK capite, ma in termini di unità di efficienza: k̂ ≡ AL ; y . ŷ ≡ AL Politica economica– Teoria della Crescita 29 Dividendo la funzione di produzione per AtLt, si ha: F ha Kt 1 Yt ,1 = F (Kt, LtAt) = AtLt AtLt AtLt (23) Rinominando F AKtLt t , 1 ≡ f (k̂t). Dalla (23) si Yt = AtLtf (k̂t) (24) o anche in termini di unità di efficienza ŷt = f (k̂t) (25) Nel caso della funzione di produzione CobbDouglas: Politica economica– Teoria della Crescita 30 Yt = Ktα (LtAt) 1−α ⇒ Yt = AtLt Kt AtLt α = k̂tα ⇒ Yt = LtAtk̂tα (26) yˆt = k̂tα (27) o anche Il resto del modello resta identico al modello di base; l’unica cosa da aggiungere è una legge che descriva la dinamica del progresso tecnologico. Come detto, supponiamo che questo evolva esogenamente ad un tasso di crescita λ: At=1 = (1 + λ)At Dalla (11) si ha: Politica economica– Teoria della Crescita 31 Kt+1 = sAtLtk̂tα + (1 − δ)Kt (28) Dividendo per At+1Lt+1 si ha: sk̂tα + (1 − δ)kˆt k̂t+1 ≡ φ(k̂t) = (1 + n)(1 + λ) (29) La dinamica delle variabili espresse in unità di efficienza replica quella vista nel modello di base, implicando che in equilibrio di stato stazionario il tasso di crescita delle varibili per unità di efficienza sia nullo. Infatti dalla (29) si ha in tassi di variazione sk̂tα − (n + δ + λ(1 + n))kˆt ∆k̂t = (1 + n)(1 + λ) (30) In equilibrio di stato stazionario k̂ ∗ è tale che: ∆k̂ ∗ = 0, ovvero: sk̂ ∗α = (n + δ + λ(1 + n))k̂ ∗ ⇒ Politica economica– Teoria della Crescita 32 k̂ ∗ = s (n + δ + λ(1 + n)) 1/1−α (31) Il tasso di crescita del capitale per unità di efficienza viene espresso dalla (30) come ∆k̂t k̂t (n + δ + λ(1 + n)) sk̂tα−1 − ≡ gk̂ = (1 + n)(1 + λ) (1 + n)(1 + λ) (32) Anche la dinamica di transizione (convergenza) delle variabili per unità di efficienza è la stessa delle varibili pro-capite nel modello di base. Tassi di crescita pro-capite e aggregati: la differenza rispetto al modello base é che ora la crescita del progresso tecnologico permette di osservare tassi di crescita pro-capite positivi in equilibrio di stato stazionario; in particolare il tasso di crescita delle variabili pro-capite sará pari al tasso di crescita del progresso tecnologico, mentre quello delle variabili aggregate sará pari alla somma dei tassi di crescita della Politica economica– Teoria della Crescita 33 popolazione e del progresso tecnologico (più un termini di secondo ordine, piccolo abbastanza). Come nel modello base, si usino le definizioni di variabili espresse in unitá di efficienza. • Il tasso di crescita del capitale pro-capite é: gk = At+1k̂t+1 Atk̂t − 1 = (1 + λ) k̂t+1 k̂t −1 in equilibrio di stato stazionario (k̂t+1 = k̂t = k̂ ∗) gk = λ (33) • Ugualmente, il tasso di crescita del reddito procapite é: gy = f (k̂t+1) At+1ŷt+1 −1 = (1+λ) −1 = λ (34) Atŷt f (k̂t) Politica economica– Teoria della Crescita 34 Per i tassi di crescita aggregati il procedimento é lo stesso; • Il tasso di crescita aggregato del capitale é: gK = At+1Lt+1k̂t+1 AtLtk̂t −1 = (1+λ)(1+n) k̂t+1 k̂t −1 ⇒ gK = λ + n + λn – Nota: il fattore λn é molto piccolo (di secondo ordine) e puó essere non considerato; quindi si puó dire che il capitale aggregato cresce ad un tasso pari alla somma del tasso di crescita della popolazione e del progresso tecnologico. gK = λ + n (35) • Il tasso di crescita aggregato del reddito é: Politica economica– Teoria della Crescita 35 gY = At+1Lt+1ŷt+1 f (k̂t+1) −1 ⇒ −1 = (1+λ)(1+n) AtLtŷt f (k̂t) gY = λ + n + λn gY = λ + n Politica economica– Teoria della Crescita (36) 36 Teoria della crescita endogena Risultati del modello di Solow senza progresso tecnologico: • Un’economia può crescere nel lungo periodo solo accumulando capitale fisico? NO • Tutte le economie convergono verso un unico equilibrio di stato stazionario in cui i tassi di crescita delle variabili pro-capite sono nulli. Perplessità del precedente modello: • In equilibrio di stato stazionario i tassi di crescita pro-capite sono nulli; • La teorie della convergenza assoluta non é verificata nei dati: considerando tutti i paesi del mondo, non si osserva sistematicamente che quelli con basso livello di reddito/capitale pro-capite crescono a tassi maggiori. Politica economica– Teoria della Crescita 37 • La teoria della convergenza condizionata é maggiormente plausibile empiricamente, ma il principale difetto del modello teorico é che non ci aiuta a capire dove possano nascere le differenze nei parametri che sono tutti esogeni - che giustificherebbero i diversi possibili equilibri di stato stazionario. • La sola determinante della crescita di lungo periodo è il progresso tecnico, ma in quell’approccio è una variabile esogena al modello stesso; cioè, nulla spiega la reale capacità di un sistema di crescere. Soluzione a queste perplessità: teoria della crescita endogena • Si introducono fattori endogeni che riescono a controbilanciare i rendimenti decrescenti del capitale del modello di Solow – Esternalità (Modello di Romer) – Capitale umano (Modello di Lucas) Politica economica– Teoria della Crescita 38 Classe di Modelli AK Prima di analizzare il modello di Romer, possiamo introdurre una classe di modelli denominata AK, che permette di avere tassi di crescita positivi delle variabili pro-capite. A tal fine si modificano alcune delle proprietà della funzione di produzione neoclassica; in particolare, ipotizziamo che non siano verificate le condizioni di Inada e che la produttività marginale del capitale non sia più decrescente. Tali caratteristiche possono essere inglobate in una funzione di produzione del tipo: Yt = F (Kt, Lt) = AKt = Ltf (kt) = ALtkt (37) e in termini pro-capite può essere riscritta come yt = f (kt) = Akt (38) Notare che: Politica economica– Teoria della Crescita 39 0 • La produttivitá marginale é costante: f (k) = A, e che • Le condizioni di Inada non sono verificate: 0 0 lim f (k) = A 6= ∞; lim f (k) = A 6= 0. k→0 k→∞ Graficamente, questa funzione di produzione é rappresentata da una retta la cui inclinazione é data dal parametro tecnologico A: Utilizzando l’equazione di accumulazione di Solow in eq. 12 si ottiene: kt+1 ≡ φ (kt) = sAkt + (1 − δ)kt (1 + n) (39) che espresso in tassi di variazione é: Politica economica– Teoria della Crescita 40 sAkt − (n + δ)kt ∆kt = (1 + n) (40) Figure 10: Accumulazione nel modello AK Dalle equazioni dinamiche (39) e (40) e dalla figura (10) si nota che ora non esiste piú un unico equilibrio di stato stazionario, perché non esiste piú un livello di capitale di equilibrio di lungo periodo. Dalla (40), si possono invece notare le seguenti carattersitiche: • Equilibrio instabile o “Knife-edge”: (n + δ) kt, ovvero se Politica economica– Teoria della Crescita se sAkt = 41 A= n+δ s (41) – L’economia si troverá in equilibrio; l’equilibrio é differente da quello visto fin’ora. – Non esiste infatti un capitale pro-capite di equilibrio, ma tutti i livelli di equilibrio di capitale di stato stazionario sono possibili equilibri. – Tale equilibrio é instabile: se vi é una deviazione da tale condizione l’economia non converge piú verso un equilibrio ma divergerá verso le due seguenti possibilitá. Per tale motivo tale condizione viene anche chiamata di “knife-edge” (’a lama di rasoio’ - Harrod) • Crescita esplosiva: se sAkt > (n + δ) kt, ovvero se n+δ A> s (42) – L’economia entra in un sentiero di crescita esplosivo (fig. (10), tratto blu), su cui il capitale ed il reddito pro-capite crescono all’infinito. Politica economica– Teoria della Crescita 42 • Depressione: se sAkt < (n + δ) kt, ovvero se n+δ A< s (43) – L’economia entra in un sentiero di decrescita continua (fig. (10), tratto rosso), su cui il capitale ed il reddito pro-capite diminuiscono continuamente fino a zero, punto in cui l’economia scompare. Tassi di crescita e convergenza: il tasso di crescita é calcolabile dalla (40) come gk = sf (kt) − (n + δ)kt sA (n + δ) = − (44) (1 + n) kt (1 + n) (1 + n) Nel caso di crescita positiva (A > (n+δ)/s) si ha che il tasso di crescita sará positivo e costante. Graficamente: Politica economica– Teoria della Crescita 43 Figure 11: AK: crescita • Convergenza: il grande difetto dei modelli AK é che non prevedono alcun tipo di convergenza né assoluta né condizionata. – Nei dati invece almeno la convergenza condizionata sembra essere osservata. – Visto che il tasso di crescita é costante si puó immaginare che se due paesi identici, con le stesse caratteristiche (s, A, n, δ) e quindi uguali tassi di crescita del capitale pro-capite, partono per qualche eventualitá da due livelli di capitale procapite differenti, tali paesi non si raggingeranno mai economicamente; tale controindicazione non é verificata empiricamente. Politica economica– Teoria della Crescita 44 Modello di Romer: le esternalità In questo modello il progresso tecnologico che fino ad ora era assunto come esogenamente dato, viene endogenizzato facendo uso del concetto di esternalità. Idea: Gli investimenti accumulati fino ad un certo momento t contengono conoscenze tecniche che generano esternalità a tutte le imprese dell’economia; queste conoscenze tecniche hanno cioè la forma di bene pubblico - ovvero tutti se ne possono appropriare. • La presenza di esternalità determina economie di scala che producono tassi di crescita pro-capite costanti anche se l’ipotesi dei rendimenti decrescenti dei singoli fattori continua ad essere mantenuta valida. Caratteristiche del modello e della funzione di produzione: • Esiste un numero N di i imprese identiche Politica economica– Teoria della Crescita 45 • Ogni fattore di produzione Ki e Li ha rendimenti decrescenti La funzione di produzione neoclassica con progresso tecnologico nella forma labour-augmenting: α Yi,t = F (Ki,t, Ai,tLi,t) = Ki,t (LitAi,t)1−α (45) • La tecnologia Ai,t = Kt; ovvero si assume che la tecnologia a disposizione di ogni singola impresa sia data da questo fattore comune - bene pubblico - che rappresenta le conoscenze accumulate nell’economia fino al tempo t. • Differenza tra Kit e Kt: il primo rappresenta lo stock di capitale fisico privato accumulato da ogni singola impresa; il secondo, invece, rappresenta un capitale disponibile a tutta la società - tutte le imprese - e deriva dall’accumulazione di conoscenze tecniche all’interno della società, ovvero rappresenta l’esternalitá positiva di cui gode l’economia. Politica economica– Teoria della Crescita 46 α Yi,t = F (Ki,t, KtLi,t) = Ki,t (KtLi,t)1−α (46) In termini pro-capite: Yi,t 1 α = F (ki,t, Kt) = ki,t (Kt)1−α = f (ki,t, Kt) = yi,t Li,t Li,t (47) Quindi si ha anche che: α Yi,t = Li,tf (ki,t, Kt) = Li,tki,t (Kt)1−α (48) Aggregando la funzione di produzione in equazione (47) su tutte le imprese - cioè considerando la produzione complessiva di tutte le imprese possiamo riscrivere la (47): yt = ktαKt1−α Politica economica– Teoria della Crescita 47 Notando che K = kL e sostituendo si ha ancora che: yt = ktLt1−α (49) Questa funzione di produzione ha alcune delle caratteristiche viste nei modelli AK; inoltre • La potenza di k ora non è più α, ma 1; questi rappresentano rendimenti non più decrescenti del capitale che implicano che la funzione di produzione aggregata avrà rendimenti di scala (economie di scala) costanti. Questa è la caratteristica fondamentale che permette di avere non più tassi di crescita procapite nulli in equilibrio di stato stazionario, ma al contrario di avere equilibri di stato stato stazionario in cui i tassi di crescita del reddito pro-capite sono positivi. Facendo gli stessi passaggi del modello di Solow, possiamo scrivere l’equazione fondamentale di accumulazione del capitale pro-capite come: Politica economica– Teoria della Crescita 48 sf (kt) + (1 − δ)kt kt+1 ≡ φ(kt) = (1 + n) (50) sktLt1−α + (1 − δ)kt kt+1 ≡ φ(kt) = (1 + n) (51) da cui Tale equazione dinamica ha le stesse caratteristiche di quella vista nei modelli AK. Quindi i tassi di crescita saranno positivi e costanti. Oltre questa caratteristica, troviamo in questo modello una peculiaritá. La presenza del fattore Lt1−α ci indica che maggiore é il livello della popolazione, piú grandi sono i tassi di crescita. Per vederlo scriviamo l’equazione dei tassi di crescita: kt+1 sALα (n + δ) t gk = −1= − kt (1 + n) (1 + n) (52) Il tasso di crescita pro-capite in questo caso risente di effetti di scala (il termine Lα t ): cioè paesi con popolazioni maggiori tendono a crescere più velocemente. Politica economica– Teoria della Crescita 49 ✘ Discussione: È un modello endogeno perchè l’incentivo individuale di ogni impresa di accumulare capitale privato produce un‘esternalità verso tutta l’economia. La differenza tra la produttività marginale del capitale privato e quello pubblico è cruciale per la comprensione dell’evoluzione dinamica del modello. Ogni impresa ha l’obiettivo di massimizzare i proprio profitti; a tal fine accumula capitale privato (Ki,t), ma non prende in considerazione la possibilità di produzione di esternalità. Accumulando capitale privato, ogni impresa contribuisce ad accumulare capitale pubblico che incrementa la tecnologia a disposizione di tutte le imprese. Tale elemento permette di controbilanciare i rendimenti decrescenti dei fattori di produzione e di ottenere tassi di crescita positivi. • Il principale punto di forza del modello di Romer é di aver individuato un processo endogeno, che induce il superamento di tassi di crescita pro-capite nulli in stato stazionario. Tale meccanismo risiede nella produzione di esternalitá positive, dovute Politica economica– Teoria della Crescita 50 all’interazione e alla diffusione della conoscenza tra gli imprenditori. Tali effetti hanno il nome di spillover, per indicare esattamente il processo attraverso cui la conoscenza fluisce da un imprenditore ad altri e via via a tutta la societá. • I punti di debolezza sono principalmente di due categorie: – Difetti AK: il modello di Romer presenta le stesse problematiche viste nei modelli AK in termini assenza di convergenza. – Effetti di scala: l’ulteriore difficoltá del modello é la presenza di effetti di scala, che sono empiricamente non presenti. Esempio: il Lussemburgo ha avuto per molto tempo e tuttora ha tassi di crescita molto maggiori del Ghana. Nota: gli effetti di scala fanno riferimento al livello assoluto della popolazione (il numero) e non al tasso di crescita della stessa. Politica economica– Teoria della Crescita 51 Modello di Lucas: il capitale umano 1. Non solo il capitale fisico, ma tutti i tipi di capitale sono accumulabili: si distinguono allora il capitale fisico dal capitale umano. Ciò che conta nella produzione non è solo il numero di lavoratori (L di prima), ma il capitale umano incorporato in essi (quanto sono bravi!) 2. Esistono due settori produttivi ed economici: non piú solo il settore di accumulazione del capitale fisico, ma anche quello di accumulazione del capitale umano. (a) Il tasso di crescita del reddito pro-capite risulta allora determinato dall’interazione dei due settori produttivi. Il tasso di crescita del reddito procapite di stato stazionario sará una media della crescita del capitale fisico e umano pro-capite. (b) Versione generale: la conseguenza é che nonostante la presenza di rendimenti decrescenti del capitale fisico (tasso di crescita del capitale procapite nullo in stato stazionario), il reddito procapite in equilibrio di stato stazionario ha un tasso Politica economica– Teoria della Crescita 52 di crescita positivo, determinato dalla crescita del capitale umano. (c) Sentiero bilanciato: in un’economia su un sentiero bilanciato peró tutte le grandezze economiche crescono allo stesso tasso. In questo caso e a differenza del punto (b), anche l’accumulazione del capitale fisico trarrá giovamento dall’accumulazione del capitale umano. L’accumulazione del capitale umano, infatti, assume la funzione di controbilanciare i rendimenti decrescenti del capitale fisico, cosı́ come visto nel modello di Solow con progresso tecnologico esogeno. Il risultato finale é che in equilibrio di stato stazionario tutte le grandezze pro-capite (capitale, fisico ed umano, e reddito) cresceranno allo stesso tasso di crescita positivo. 3. Si puó integrare il modello base inserendo il concetto di esternalitá visto nel modello di Romer. Lo stock di capitale umano che ogni singolo lavoratore accumula va ad aumentare lo stock di conoscenze medie, costituendo un’esternalità positiva per tutta l’economia. Politica economica– Teoria della Crescita 53 Parte prima: modello base a due settori e crescita (punto 1, 2-a-b). La funzione di produzione tiene in considerazione la presenza di due fattori e due settori di produzione, quello del capitale fisico e del capitale umano. La funzione di produzione aggregata conserva le proprietá neoclassiche (nel punto 3 si abbondanerá questa ipotesi) e prende la seguente forma: 1−α Yt = AKtαHp,t (53) Caratteristiche: • Hp: é il capitale umano impiegato nella produzione Hp = Hu – H: é il capitale umano aggregato dell’economia H = hL – h: qualità pro-capite del lavoro (quanto sono bravi i lavoratori!) Politica economica– Teoria della Crescita 54 – L: numero lavoratori • u: porzione di tempo dedicato al lavoro • 1 − u: porzione di tempo dedicato allo studio; • Nota: é importante distinguere il capitale umano impiegato direttamente nella produzione (Hp) dal capitale umano generale dell’economia (H), a seconda del tempo che gli individui endogenamente scelgono di studiare o lavorare. Quanto piú tempo si dedica allo studio, tanto meno se ne puó impiegare per lavorare, e viceversa; ma accumulare capitale umano attraverso lo studio induce un aumento della produttivitá. Quindi la scelta del tempo ottimo da dedicare alla due attivitá deriva dalla valutazione del trade-off tra i ricavi ed i costi derivanti dalle due attivitá. Studiare di piú (dedicare piú tempo allo studio) ha due effetti contrapposti sull’output finale: da un lato aumenta la produttivitá e quindi l’output finale per ogni unitá di lavoro impiegato, ma dall’altro diminuisce l’output finale perché minore tempo é dedicato alla produzione. La scelta ottima di u contempla entrambe le possibilitá. Politica economica– Teoria della Crescita 55 • uhL: capitale umano dell’impresa • 0<α<1 La funzione di produzione in eq. riscritta come Yt = AKtα (Htu) 1−α (53) puó essere = AKtα (htLtu) 1−α (54) in termini pro-capite puó essere espressa come 1−α yt = f (kt, ht) = Aktα (htu) (55) • Il capitale umano medio (o pro-capite) impiegato 1−α nella produzione pro-capite ((htu) ) ha la funzione di controbilanciare i rendimenti decrescenti del capitale fisico. Nuovo settore di produzione: capitale umano. Politica economica– Teoria della Crescita 56 • Gli individui scelgono quanto tempo studiare e quanto tempo lavorare: più studiano più accumulano capitale umano. • Quanto più capitale umano viene accumulato tanto più le imprese producono (i lavoratori diventano più bravi!) e quindi tanto più l’economia cresce. • Il capitale umano si accumula secondo una sua specifica funzione di produzione: ht+1 = Φht (1 − u) (56) – Questa funzione di produzione presenta rendimenti di scala costanti ed il capitale umano rendimenti marginali costanti. – Implicazione: quanto più si studia (1 − u), e quanto più si è bravi inizialmente (ht), tanto più si accumula capitale umano. ∗ Non vi é la tendenza dei rendimenti decrescenti del capitale fisico. • La conseguenza é che il tasso di crescita del capitale umano pro-capite gh sará positivo e costante: Politica economica– Teoria della Crescita 57 gh ≡ ∆ht ht+1 − ht = = Φ (1 − u) − 1 ht ht (57) – Il tasso di crescita è costante e positivo fintantoché: Φ (1 − u) > 1 ∗ Nota: la funzione di produzione (57) é una rappresentazione di quella classe di funzioni AK, viste in precedenza, e ne condivide le stesse proprietá. • La novità: h cresce costantemente nel tempo. In questo senso ht svolge la funzione che aveva prima At nel modello di Solow, ma con una grande differenza: – Il progresso tecnico At nel modello di Solow era esogeno; – Invece, ora, il capitale umano si accumula endogenamente (crescita endogena), perchè gli individui scelgono quanto tempo studiare e quanto invece lavorare. Dinamica e crescita: versione generale (punto 2-b) Politica economica– Teoria della Crescita 58 Dall’equazione di accumulazione di Solow kt+1 ≡ φ(kt) = sf (kt, ht) + (1 − δ)kt (1 + n) si ha 1−α sAktα (htu) + (1 − δ)kt kt+1 ≡ φ(kt) = (1 + n) (58) e sAktα (htu)1−α − (n + δ)kt ∆kt = (1 + n) (59) Da cui il tasso di crescita del capitale pro-capite sAktα−1 (uht) gk = 1+n Politica economica– Teoria della Crescita 1−α n+δ − 1+n (60) 59 • Se non consideriamo l’interazione tra i due settori, il capitale pro-capite, dati i rendimenti decrescenti, convergerá ad un stato stazionario in cui il suo tasso di crescita é nullo. • Nonostante questa caratteristica il reddito procapite in stato stazionario presenta un tasso di crescita positivo, determinato dalla crescita del capitale umano. Infatti, il tasso di crescita del reddito pro-capite é determinato come segue 1−α α (ht+1u) yt+1 − yt Akt+1 gy = −1= = 1−α α yt Akt (htu) α 1−α kt+1 ht+1u = − 1 (61) kt htu • Il tasso di crescita del reddito pro-capite é determinato dalla crescita nei due settori di produzione: capitale fisico ed umano Politica economica– Teoria della Crescita 60 – In questo modello il contributo all’output finale é dato dai due settori di produzione; l’output finale ed il suo tasso di crescita é determinato da una media della produzione nei due settori. – Questa media é determinata dalle potenze α ed 1−α che indicano la proporzione con cui vengono impiegati i fattori (K e H) nella funzione di produzione (eq. (54)): maggiore é l’uso (la proporzione) di uno dei due fattori nella funzione di produzione, maggiore sará il contributo di quel settore di produzione all’output finale. • Sostituendo nella eq. (61) i valori di equilibrio di stato stazionario, kt+1 = kt = k ∗, e il valore di ht+1 ht determinato dalla (56), si ha che il tasso di crescita del reddito pro-capite in equilibrio di stato stazionario é gy = ∗ k k∗ α ht+1u htu 1−α gy = (Φ (1 − u)) Politica economica– Teoria della Crescita 1−α −1⇒ −1 (62) 61 • Il tasso di crescita del reddito pro-capite è determinato dal tasso di crescita del capitale umano (eq. (57)); esso sará positivo e costante in equilibrio di stato stazionario fintantoché il tasso di crescita del capitale umano é positivo, ovvero se: Φ (1 − u) > 1. • Implicazioni – Questa é la versione generale di un modello a due settori; l’economia non si trova su un sentiero di crescita bilanciato, visto che le variabili crescono a tassi di crescita differenti. ∗ gk = 0; gh = Φ (1 − u) − 1; gy = 1−α (Φ (1 − u)) −1 – La dinamica di convergenza del reddito pro-capite indica che le economie convergono verso un equilibrio di stato stazionario in cui il tasso di crescita é positivo e costante. Questo rende il modello differente dai modelli AK, in quanto questi ultimi non presentano una dinamica di convergenza. – Nonostante questa differenza dai modelli AK, il tasso di crescita positivo e costante (come nei modelli AK) in equilibrio di stato stazionario ci da nuove implicazioni in termini di convergenza Politica economica– Teoria della Crescita 62 condizionata e divergenza tra paesi. – Dati i rendimenti di scala costanti nella produzione di h, si puó notare che se si considerano due paesi o due regioni con due differenti h iniziali, un hl basso e uno alto hh, risulta che la regione con il capitale umano più basso cresce sempre di meno di quella ricca di capitale umano. Questa proprietá é la conseguenza della relazione o similaritá tra le caratteristiche della funzione di produzione del capitale umano con quella dei modelli AK (rendimeni marginali costanti del capitale). – Altra spiegazione per le divergenze economiche tra regioni/paesi – Questo modello fornisce un ulteriore spiegazione teorica per il processo di convergenza condizionata che risulta empiricamente verificata. A differenza dell’approccio visto nel modello di Solow con progresso tecnologico esogeno, tale modello raggiunge tale conclusione all’interno di un approccio endogeno. Dinamica e crescita: sentiero bilanciato Politica economica– Teoria della Crescita 63 Indipendentemente dal modello generale a due settori, il modello di Lucas presenta il caso di un’economia su un sentiero di crescita bilanciato, implicando che in stato stazionario le variabili hanno tutte lo stesso tasso di crescita. A tal fine si deve considerare l’interazione tra l’accumulazione del capitale fisico ed umano. Si consideri lo stesso approccio utilizzato nel modello di Solow con l’inserimento del progresso tecnologico. Definiamo le variabili in termini di forza lavoro effettiva, come quelle ponderate per la quantitá di capitale umano. • Capitale pro-capite per unitá di forza lavoro effetK tiva: k̃ ≡ hL =K H • Reddito pro-capite per unitá di forza lavoro effettiva: Y Y ỹ ≡ hL =H La funzione di produzione in eq. (54) si puó trasformare in Yt = AHtf (k̃t, u) = AHtk̃tαu1−α Politica economica– Teoria della Crescita (63) 64 ed in termini intensivi ỹt = Yt = Af (k̃t, u) = Ak̃tαu1−α Ht (64) L’equazione fondamentale di accumulazione in eq. (58) diventa sAk̃tαu1−α + (1 − δ)k̃t k̃t+1 ≡ φ(k̃t) = (1 + n) Φ (1 − u) (65) che in termini di variazione é sAk̃tαu1−α − (δ + (1 + n) Φ (1 − u) − 1)k̃t ∆k̃t = (1 + n) Φ (1 − u) (66) • Ora é il tasso di crescita del capitale pro-capite per unitá di forza lavoro effettive a convergere verso un Politica economica– Teoria della Crescita 65 equilibrio di stato stazionario, in cui il suo tasso di crescita é pari a zero. Il tasso di crescita si puó derivare dalla eq. (66) come sAk̃tα−1 u1−α δ + (1 + n) Φ (1 − u) − 1 gk̃ = − (1 + n) Φ (1 − u) (1 + n) Φ (1 − u) (67) Dalla (67) si ricava che in equilibrio di stato stazionario il tasso di crescita del capitale pro-capite per unitá effettive di forza lavoro (k̃) é pari a zero. Il capitale pro-capite, peró, come nel modello con progresso tecnologico, cresce ad un tasso positivo; infatti, si noti K che il capitale pro-capite é dato da k = hk̃ = h hL . Il tasso di crescita del capitale pro-capite puó infine essere determinato come gk = ht+1k̃t+1 −1⇒ htk̃t in stato stazionario, dove k̃t+1 = k̃t = k̃ ∗, si ha Politica economica– Teoria della Crescita 66 ht+1 gk = − 1 = Φ(1 − u) − 1 ht (68) • Il tasso di crescita del capitale fisico pro-capite é uguale a quello del capitale umano (eq. (57)). • Ugualmente, sostituendo il valore di h kt+1 kt = (1 + gk ) (da eq. (68)) e di ht+1 = (1 + gh) (da eq. (57)) t nell’equazione (61), si verifica che anche il reddito pro-capite cresce ad un tasso positivo, costante ed uguale a gk e gh: α 1−α gy = [Φ(1 − u)] [Φ(1 − u)] −1⇒ gy = gk = gh = Φ(1 − u) − 1 (69) Seconda parte: il ruolo dell’esternalità (punto 3) Lucas introduce anche un’esternalità nella funzione di produzione in (54): si suppone che i lavoratori accumulando capitale umano forniscono un servizio non Politica economica– Teoria della Crescita 67 solo a se stessi ed all’impresa per cui lavorano (sono più bravi, producono di più e quindi guadagnano un salario più alto) ma forniscono un contributo all’intera società: come? • L’accumulazione di capitale umano si diffonde - in una certa misura - all’intera società facendo migliorare l’economia intera (vedi modello di Romer). • Nuova funzione di produzione: Yt = AKtα (uhtLt) 1−α hβt (70) – Nuovo elemento: hβt rappresenta il capitale umano medio posseduto dai lavoratori. Rappresenta un’esternalità che tenta di catturare l’interazione tra persone e gruppi: la produttività di ogni lavoratore (la sua bravura) viene accresciuta ancora di più (e non solo dal suo studio personale) se si trova a lavorare vicino a lavoratori bravi. Quanto più è alto il capitale umano medio, tanto più lo sarà quello di ogni singolo lavoratore. Politica economica– Teoria della Crescita 68 • Altro elemento di divergenza tra regioni o paesi ricchi e poveri: paesi più ricchi attirano più investimenti in capitale umano (punto 1) e visto che hanno più capitale umano hanno un’esternalità ancora più forte che fa crescere ancora di più il loro reddito pro-capite (punto 2). Politica economica– Teoria della Crescita 69 Trappole della povertà Fatti empirici robusti • Per lunghi periodi di tempo i tassi di crescita delle variabili pro-capite non sono nulli, ma positivi. • Empiricamente, un processo di convergenza condizionata è verificato nei dati. • Si nota un processo di “convergenza condizionata per club”: paesi e/o regioni con caratteristiche economiche, istituzionali, sociali tendono a convergere un equilibrio di stato stazionario. Quale teoria? Varie teorie possono spiegare alcuni elementi empiricamente osservati • Modello di Solow: Convergenza Condizionata ✔ Pros (Cosa ci piace): processo verificato nei dati empirici. Politica economica– Teoria della Crescita 70 ✘ Cons (Cosa non ci piace): per spiegare teoricamente il processo di convergenza condizionata, dobbiamo assumere che i paesi e/o regioni abbiano parametri strutturali (s, n, δ, A) differenti. Ma tutti questi parametri nel modello di Solow sono esogeni, e quindi nulla si riesce ad inferire circa le attuali differenze tra paesi/aree/regioni. • Progresso tecnologico esogeno ✔ Pros: tassi di crescita pro-capite positivi; si supera uno dei limiti del modello di Solow. ✘ Cons: esogeneità non ci aiuta a spiegare nulla, e quindi neanche le origine delle differenze regionali. • Crescita endogena 1. Romer: esternalità ✔ Pros: progresso tecnologico endogeno ✘ Cons: a) Assenza di convergenza; b) Effetti di scala 2. Lucas: capitale umano Politica economica– Teoria della Crescita 71 ✔ Pros: a) altro meccanismo endogeno; b) tassi di crescita positivi in stato stazionario; c) processo di convergenza verso equilibrio di stato stazionario, spiegato endogenamente. Quello che ci piacerebbe: “Convergenza Condizionata per club” • Un modello che con gli stessi parametri - disponibili in principio per tutti i paesi - generi contemporaneamente più equilibri Equilibri Multipli: Trappole della Povertà Idea • La condizione di arretratezza economica di alcune aree economiche rispetto ad altre è descritta come una condizione di “stabile povertà”. • Alcune regioni/paesi restano intrappolati in un circolo vizioso di povertà e qualunque tentativo si faccia per uscire da tale condizione risulta inutile. Tutti Politica economica– Teoria della Crescita 72 gli sforzi che una regione intrappolata in povertà fa per avanzare economicamente risultano inutili, in quanto tale regioni con il tempo ritornano nella loro condizione di arretratezza economica. Un semplice meccanismo: carenza di fondi per appropriarsi di tecnologie “avanzate”/efficienti Idee chiave • Indivisibilità • Non convessità della funzione di produzione Ipotizziamo di avere a disposizione due tecnologie di tipo neoclassico (rendimenti marginali decrescenti dei fattori di produzione e rendimenti di scala costanti): • Una tecnologia meno efficiente “O” (old) YtO = AO KtαLt1−α Politica economica– Teoria della Crescita (71) 73 • Ed una tecnologia efficiente “M” (modern) YtM = AM KtαLt1−α (72) con AM AO . Per poter utilizzare la tecnologia AM è necessario sostenere un costo fisso abbastanza alto (ad es. per infrastrutture, sistema educativo, etc...); • Supponiamo che tale costo sia dato da: ψ = bL – b: costo fisso unitario In questo modo si creano due gruppi distinti: • I “ricchi” che possono sostenere tale costo, e possono cosı̀ utilizzare la tecnologia più efficiente. • I “poveri” che invece per scarsità di risorse economiche non possono accedere e non trovano conveniente la tecnologia più efficiente, ma useranno la tecnologia meno produttiva (AO ). Politica economica– Teoria della Crescita 74 Riscriviamo le funzioni di produzione in termini procapite: ytO = AO f (kt) = AO ktα (73) ytM = AM f (kt) = AM ktα (74) Per poter utilizzare la tecnologia AM bisogna sostenere il costo fisso unitario b; • La funzione di produzione presenta una non convessità; • La non convessità deriva dall’indivisibilità del costo fisso; che significa? – Devo pagare prima tutta il costo fisso per poter produrre (esempio: studio 3 anni e prendo la laurea; se studio solo due anni non ottengo il titolo, ma ho comunque pagato il costo) – Fino a quando non riesco a pagare il costo fisso con la produzione, l’output finale sarà negativo. Politica economica– Teoria della Crescita 75 • La funzione di produzione pro-capite netta nel settore moderno deve tenere conto anche del costo b: ytM = AM ktα − b (75) Caratteristiche delle due funzioni di produzioni: • ytM ha un’inclinazione maggiore di ytO : AM > AO . • ytM è minore di zero fintantochè AM ktα < b: non posso adottare la tecnologia perchè non è economicamente possibile; l’unico modo per poter pagare il costo è riuscire ad ottenere un ammontare di ricavi alti abbastanza, ma in questo tratto i costi sono maggiori dei ricavi e quindi vi è un’impossibilità economica. • ytM < ytO fino ad un certo valore di kt ≡ k̂t: non conviene adottare la tecnologia moderna perchè quella tradizionale fornisce un output maggiore, una volta considerato anche il costo fisso b che bisogna sostenere per la tecnologia moderna. Politica economica– Teoria della Crescita 76 Graficamente: Figure 12: Poverty traps - funzioni di produzione Dal grafico (12) si vede come dato l’iniziale costo fisso, è profittevole utilizzare la tecnologia più efficiente - AM - solo se si dispone di uno stock di capite procapite pari almeno a k̂t (cioè dal punto E in poi). Il livello di k̂t è quindi fissato come quel livello soglia tale che Politica economica– Teoria della Crescita 77 ytM ≡ AM ktα − b = AO ktα ≡ ytO • E’ quel livello per cui è indifferente usare l’una o l’altra delle tecnologie (punto E). Facendo le opportune sostituzioni il livello soglia del capitale pro-capite è definito da k̂t ≡ AM b − AO 1/α (76) • Per kt > k̂t, ytM > ytO : è conveniente utilizzare la tecnologia moderna • Per kt < k̂t, ytM < ytO : non è conveniente utilizzare la tecnologia moderna • Nota: si parla di convenienza tecnologica, perchè non è solo un problema di possibilità economica (posso permettermi di pagare il costo). – Il livello di capitale pro-capite che mi permetterebbe di pagare il costo b è: kt ≡ k̃t = Politica economica– Teoria della Crescita 78 b 1/α . AM Ovvero quel livello tale per cui ytM = 0. Tale livello è minore di quello necessario ad assicurare anche la convenienza tecnologica. – Ma finchè non si raggiunge il valore di k̂t, non si ha convenienza tecnologica; perchè bisogna ottenere dei ricavi abbastanza grandi per poter ripagare il costo fisso e guadagnare un profitto positivo netto. Tale livello si raggiunge solo se il livello di capitale pro-capite è abbastanza elevato. • Come varia il livello soglia k̂t: – Maggiore è il gap tecnologico (AM −AO ), minore è la soglia k̂t: maggiore è la differenza tra AM e AO , più basso è il livello al quale si trova conveniente usare la tecnologia moderna, perchè più alto è l’incentivo economico. – Minore è il costo fisso (b), minore è la soglia k̂t. • Funzione di produzione: possiamo riscrivere la funzione di produzione come una funzione “a due pezzi” Politica economica– Teoria della Crescita 79 yt = ( AO f (kt) = AO ktα AM f (kt) = AM ktα kt ≤ k̂t kt ≥ k̂t (77) Per valori di kt ≤ k̂t si usa la tecnologia meno efficiente - AO . Siccome bassi valori di kt implicano anche bassi valori di yt, per una regione che abbia un livello di capitale pro-capite o anche di reddito procapite basso risulta difficile uscire dal meccanismo che la riporta in condizioni di povertà. Dinamica: Equilibri Multipli Il modello per il resto è identico al modello di Solow; • La dinamica è caratterizzata da un’equazione di accumulazione del capitale pro-capite simile nella struttura, ma • questa equazione, cosı̀ come la funzione di produzione in (77), avrà “due pezzi”, a seconda se il sentiero di riferimento è quello moderno o quello antico. Politica economica– Teoria della Crescita 80 kt+1 = O sA f (kt) + (1 − δ)kt O ≡ φ (kt) 1+n M sA f (kt) − b + (1 − δ)kt ≡ φM (kt) 1+n kt ≤ k̂t kt ≥ k̂t (78) da cui sostituendo kt+1 = O α sA kt + (1 − δ)kt ≡ φO (kt) 1+n sAM ktα − b + (1 − δ)kt ≡ φM (kt) 1+n kt ≤ k̂t kt ≥ k̂t (79) • Se osserviamo separatamente le funzioni di accumulazione φO (kt) e φM (kt), si nota che, come nel modello di Solow, date le caratteristiche neoclassiche delle funzioni di produzione, vi sarà convergenza verso equilibri di stato stazionario. Politica economica– Teoria della Crescita 81 • A differenza del modello di Solow, non ci sarà più un unico equilibrio, ma avremo più equilibri di stato stazionario - equilibri multipli. Ovvero più punti di equilibrio verso cui il sistema converge a seconda della posizione di partenza iniziale (fig. 13) ∗ – Equilibrio basso (kL ): tutte le economie che partono con un livello di capitale (k0) minore di k̂t, adotteranno una tecnologia antiquata e quindi non potranno svilupparsi completamente. Queste economie sono condannate a convergere verso ∗ un equilibrio “povero” (basso - kL ). Questo equilibrio è stabile, perchè per tutti i livelli di capitale minori di k̂t, e quindi anche per livelli ∗ maggiori di kL , le convergono verso l’equilibrio basso. ∗ – Equilibrio alto (kH ): tutte le economie che 00 partono con un livello di capitale (k0 ) maggiore ∗ di kU , adotteranno una tecnologia moderna ∗ visto che kU > k̂t - e quindi si svilupparsi completamente. Queste economie convergono verso ∗ un equilibrio “ricco” (alto - kH ). Anche questo equilibrio è stabile, perchè tutte le economie che partono con un livello di capitale pro-capite magPolitica economica– Teoria della Crescita 82 ∗ giore di kU convergono verso l’equilibrio alto; anche quelle che hanno un capitle iniziale maggiore ∗ del livello di stato stazionario kH . ∗ – Equilibrio instabile (kU ): per tutti i livelli di 0 ∗ ∗ e kU capitale iniziale (k0) compresi tra kL ∗ ∗ (kt ∈ [kL , kU ]), le economie convergono verso l’equilibrio basso. Quindi anche economie che hanno potenzialmente la possibilità economica di accedere alla tecnologia moderna ed la convenienza tecnologica ad adottare la tecnologia moderna, si ritrovano su un sentiero che le porta verso l’equilibrio basso. Questo è dovuto al fatto che non basta rispettare queste due condizioni (possibilità economica e convenienza tecnologcia) per poter completamente svilupparsi; per poter utilizzare a pieno la tecnologia moderna ed ottenere un vantaggio talmente elevato in termini di crescita economica è necessario avere un livello ∗ di capitale iniziale ancora maggiore (kU ). Tale equilibrio è instabile, perchè piccole deviazioni da tale equilibrio fa si che non si converge più ∗ verso il punto kU , ma verso uno dei due equilibri stabili, a seconda di dove è diretta la deviazione. Politica economica– Teoria della Crescita 83 – Trappole della povertà: da qui il concetto di trappole della povertà, perchè anche paesi a medio-basso reddito che potenzialmente possono adottare la tecnologia moderna restano intrappolati in un circolo che li riconduce verso un equilibrio povero. Figure 13: Poverty traps - dinamica Politica economica– Teoria della Crescita 84 Dinamica di transizione Lo studio della transizione verso l’equilibrio di stato stazionario passa dall’evoluzione dei tassi di crescia, che da eq. (78) e (79) risultano gk = O sA f (kt) (n + δ) O − ≡ g k 1+n (1 + n) kt sAM f (kt) − b (n + δ) ≡ gkM − (1 + n) kt 1+n kt ≤ k̂t kt ≥ k̂t (80) da cui sostituendo gk = sAO ktα−1 (n + δ) O − ≡ g k 1+n (1 + n) M α−1 − b (n + δ) sA kt − ≡ gkM (1 + n) 1+n Politica economica– Teoria della Crescita kt ≤ k̂t kt ≥ k̂t (81) 85 Dalle equazioni (80) e (81) si nota come per entrambi i tratti dui accumulazione vi sia convergenza verso un equilibrio di stato stazionario, in cui i tassi di crescita pro-capite sono nulli. • Nota: tale caratteristiche si potrebbe eliminare con uno degli accorgimenti (crescita esogena o endogena) visti. Le equazioni che descrivono questa dinamica di convergenza e la presenza di equilibri multipli sono rappresentate graficamente da Politica economica– Teoria della Crescita 86 Figure 14: Poverty traps - Dinamica di transizione ∗ • Per ogni valore iniziale di kt compreso tra 0 e kU (ad 0 esempio k0 e k0) il paese/regione tende a convergere ∗ verso l’equilibrio basso kL . ∗ • Per ogni valore di kt maggiore di kU (ad esempio 00 k0 ), il paese tende a convergere verso l’equilibrio ∗ alto kH . ✔ Cosa significa? Paesi/regioni povere con poca possibilità di fare investimenti sono condannate a riPolitica economica– Teoria della Crescita 87 manere in povertà. L’unica soluzione è riuscire ad avere un ingente quantità di finanziamenti che permettono di investire nella tecnologia più efficiente. Basta questo? NO Indicazioni di politica economica per le aree svantaggiate ✔ Ruolo dei finanziamenti: Ipotesi di Sachs • non è sufficiente assicurare una quantità di finanziamenti che permettono ad un area svantaggiata di utilizzare la tecnologia più efficiente per fare uscire un’area in povertà dalla sua arretratezza economica. • è necessario che le aree povere ricevano un ingente quantità di finanziamenti ed è inoltre necessario che tali finanziamenti arrivino alle aree povere “tutti e subito” ✘ Perchè? • Perchè è non solo necessario che i paesi possano permettersi e abbiano convenienza di utilizzare Politica economica– Teoria della Crescita 88 la tecnologia moderna; ovvero un capitale iniziale kt ≥ k̂t. • Ma anche che, una volta adottata tale tecnologia, essa sia realmente efficiente nel produrre un guadagno maggiore rispetto a quella antica; per questo è necessario che il capitale iniziale ∗ sia kt ≥ kU • Quindi è necessario dotare le aree povere di un’ingente quantità iniziale e poi è possibile “disinteressarsi”, perchè questi si ritroveranno su un circuito virtuoso che li fa convergere verso l’equilibrio alto. • Dal grafico, si vede che se un paese/area in povertà riceve un finanziamento non altissimo, e tale per cui il suo livello di kt rimane tra k̂t ∗ e kU , tale regione ritornerà in una condizione di povertà nonostante sia “abbastanza” conveniente ed economicamente possibile utilizzare la tecnologia più efficiente. • Esempi: – Africa: si pensi a ciò che è successo in Africa negli ultimi 10-15 anni: nonostante la grandissima quantità di fondi ricevuti dai paesi africani, Politica economica– Teoria della Crescita 89 questi non sono riusciti ad uscire dalla loro condizione di povertà – Campania (o più in generale Mezzogiorno): si pensi a tutti i fondi della Comunità Europea (FAS - Fondi per le Aree Svantaggiate) che la regione Campania ha ricevuto e tuttora riceve perchè indicata tra le regioni più povere dell’Europa. • Quale possibile soluzione? Massiccia dose di aiuti in investimenti produttivi (Jeffrey Sachs) – Secondo questa teoria fornire aiuti economici spalmati nel tempo è una soluzione insufficiente a “tirare fuori” dalla trappola le aree economiche povere. Sarebbe opportuno concentrare tutti gli aiuti economici in un solo momento. Perchè? – Ritorniamo al grafico: per permettere ad un’area di uscire dal circuito che la mantiene povera è necessario fornire aiuti economici sufficienti a superare il punto critico - ovvero sufficienti a ∗ superare il livello di kU . ✔ Altre possibilità Politica economica– Teoria della Crescita 90 0 • Riduzione della soglia da k̂t a k̂t (fig. (15)) – Diminuendo incidenza costo fisso b – Diminuendo gap tecnologico (AM − AO ): ovvero aumentando AO . Figure 15: Effetto riduzione soglia (a) Dinamica (b) Transizione • Spostamento della curva – Un aumento del tasso di risparmio s potrebbe spostare verso l’alto tutta la curva della transizione (curva rossa, fig. (16)), facendo sı̀ che il processo dinamico converga verso un unico stato stazionario (quello alto). Politica economica– Teoria della Crescita 91 Figure 16: Effetto aumento tasso risparmio Politica economica– Teoria della Crescita 92