4 ottobre 2016 - Mondovì - Centro Studi Emigrazione
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4 ottobre 2016 - Mondovì - Centro Studi Emigrazione
L’Europa e l’Italia di fronte alle migrazioni UCoS - CSER La migrazione è un fattore evolutivo FONDAMENTALE, DA SEMPRE! MIGRARE diventa, infatti, una strategia essenziale di adattamento e di flessibilità Le specie umane lo fanno da 6 milioni di anni. Quindi… Volenti o no, siamo migranti da sempre pur con modalità diverse: prima adagio, poi più velocemente e con l’intenzione di farlo. Con la nascita dei confini nazionali, con le migrazioni di massa, imperialismo e globalizzazione il fenomeno è divenuto sempre più complesso. L’Europa Intorno a 50-45000 anni fa l’Homo sapiens da est e forse da sud-ovest fa il suo ingresso per la prima volta in Europa. Chiunque abiti oggi in Europa ha origini africane risalenti a non più di 80-60000 anni fa, altrimenti detto, un antenato “di colore” vissuto non più di 2000 generazioni orsono. Liberi di migrare… Nel villaggio globale e mondiale in cui viviamo esiste la libertà giuridica di migrazione, per tutti. Ma…non tutti lo sanno, molti non lo ricordano, quasi mai chi lo sa lo dice... 1948 • Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. • Art. 13, 1° comma: “Ogni individuo” ha il DIRITTO di muoversi e risiedere “entro i confini di ogni Stato”. • Art. 13, 2° comma: “Ogni individuo” può liberamente lasciare il proprio paese e ritornarvi, lasciare “qualsiasi paese” e ritornare nel proprio. DUE TERMINI A CONFRONTO LIBERTA’ DI PARTIRE… MA ANCHE… DIRITTO DI RESTARE… Chi migra oggi in Europa… • Le migrazioni moderne sono profondamente diverse da quelle di una società agricola: • La loro causa è nella rivoluzione demografica e nel suo sfasamento temporale. • Proviamo a rispondere a queste domande: • Quante persone dovrebbero entrare nei paesi ricchi e in Italia nei prossimi 20 anni, affinché la popolazione in età 20-64 anni non diminuisca? • Se blindiamo le frontiere d’Europa…chi può lavorare passerà in 20 anni da 753milioni a 664milioni. • Se dai paesi poveri non si emigrasse più...la stessa fascia di popolazione aumenterebbe di 850milioni. Ergo… • Nei prossimi 20 anni, noi, il mondo “ricco”, non potremo fare a meno dei migranti! • Fare dei migranti il “capro espiatorio” di 20 anni di declino economico è…sbagliato, tout cour. Paesi come Germania, UK, USA con lo stesso tasso migratorio sono cresciuti molto più di noi. • Studi avanzati* mostrano come i migranti hanno accelerato il percorso dell’Italia verso lo sviluppo, sono stati “aria fresca” per un’economia addormentata… • La sfida è il coinvolgere i migranti nel processo di modernizzazione del sistema sociale e economico del paese. *Fondazione Moressa, Banca d’Italia (Dip. Economia e Statstica), Dip. Economia Univesità di Padova, Rivista Italiana degli Economisti Laboratorio d’eccezione • La scuola: è questo il luogo, oltre che un’istituzione, dove l’incontro tra culture diverse ha una sua ragion d’essere e di essere teorizzato. • Qui si tocca l’idea e le definizione stessa di cultura che è patrimonio sociale che la scuola deve trasmettere Intercultura… Questa parola fa riferimento ad un approccio variegato e diversi modi di procedere: 1)Addizione: aggiungere contenuti nuovi 2)Contaminazione reciproca: pensare modalità diverse di incontro e di confronto 3)Sottrazione: negare la propria cultura In ogni caso… • La scuola è colei che ha fatto di più e meglio per favorire percorsi di integrazione, di co-inclusione, di riconoscimento delle specificità culturali, di costruzione di percorsi interculturali reali. • È qui che l’immigrazione si è manifestata per prima nei grandi numeri, quando il resto della società non ci pensava affatto. C’è poi chi fugge… • Chi è un rifugiato? Uno che scappa…da guerre, persecuzioni razziali, etniche, religiose, legate ad orientamenti sessuali, ma anche da catastrofi ambientali, desertificazione, fame. • Per approfondire: Convenzione di Ginevra, 1951 Dove sono “rifugiati”? • L’Italia per decenni è stata fanalino di coda dell’Europa per numero di rifugiati presenti (2010: in Italia 56.000, in Germania 600.000) • Anche oggi che la crisi mondiale è più forte, il grosso dei rifugiati, in sostanza, l’Europa non lo vede nemmeno da lontano: essi si trovano infatti nei paesi limitrofi ai propri (Pakistan, Iran, Libano). Certo, c’è un aumento… • La questione dei profughi, però, non è più, se mai lo è stata, una questione emergenziale: è un dato strutturale del mondo globalizzato. • Come affrontarla? Con strategie e non proclami demagogici. Con politiche e non slogan. Con pragmatismo e non precomprensioni. Il fattore “C” • “C” come cultura • Il mondo è diventato una rete di relazioni sociali e la produzione culturale delle “periferie”, in direzione del centro, si è diffusa e incrementata. • È in corso un processo di de-riterritorializzazione delle culture, ossia la scoperta (riscoperta) di culture e saperi altrui che portiamo “a casa” e facciamo nostri… …come pure l’arrivo, attraverso le migrazioni, di saperi condivisi da alcuni, idee e pratiche sociali e culturali sempre di più ampio raggio. •L’effetto più immediato ed evidente? Maggiore pluralizzazione dell’offerta culturale dove tutti siamo attori in un caleidoscopio delle culture. Ci si può mischiare, insomma… • Fusion, mixité, melting pot sono i termini per descrivere quanto sta accadendo. • Reazioni? Due, almeno. 1)Meticciato. 2)Chiusura identitaria. Non ci avevamo pensato! • Le nostre costituzioni europee non avevano previsto questo fenomeno… • Ecco il perché di controtendenze, incomprensioni, rifiuti, come pure, accoglienza, coinvolgimento… • Non ci sono formule magiche valide per tutti...(jus solii, jus sanguinis). Letture Conclusione • Come sempre, l’attenzione mediatica e politica, al rumore dell’albero che cade, rischia di non farci sentire il rumore dirompente della foresta che cresce! • Senza una “ragionevole” e obiettiva analisi del fenomeno non si andrà lontano… • Occorrono: sguardi fermi, intelligenze vive, principi solidi, fantasia...come pure ragionevole fiducia nei processi sociali, economici e culturali che trovano soluzioni da sé...