In una calda notte di maggio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla

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In una calda notte di maggio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla
In una calda notte di maggio di tanto tempo fa un lupo,
seduto sulla cima di un monte, ululava a più non
posso. In cielo splendeva una sottile falce di
luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse,
armoniosa e lieve.
Nella prateria un giovane uomo cavalcava lento
verso l’orizzonte, lasciandosi dietro i fuochi
ancora fumanti del suo villaggio indiano. Il suo
nome era Falco Nero ed apparteneva alla tribù dei
Piedi Neri. Tutti gli Indiani d’America conoscevano
la sua storia, lui era stato l’eroe che aveva guidato i
migliori guerrieri contro l’invasione dei bianchi e grazie a lui era
stato concesso al popolo indiano di vivere pacificamente nell’immensa riserva delle Montagne
Nere.
Nessuno si spiegò mai perché Falco Nero fosse sparito, quella notte, in sella al suo cavallo. Alcuni giurarono di aver visto la Luna avvicinarsi paurosamente alla
Terra, producendo un bagliore che aveva illuminato a
giorno tutta la vallata, ed erano sicuri di aver visto
Falco Nero che cavalcando su uno dei suoi raggi sparì,
come se fosse stato inghiottito dalla luce lunare.
Ecco l’origine del nome con cui Falco Nero è conosciuto oggi, cioè Figlio della Luna.
Di lui furono ritrovate solo poche cose, ma di queste
la più importante era il suo meraviglioso e lucente arco,
con il quale, raccontavano gli anziani, Figlio della Luna
aveva scagliato una freccia in cielo per svegliare gli Spiriti della Pioggia e far tornare l’acqua necessaria ad innaffiare i campi.
Poi fu ritrovata la sua ASCIA, quella con cui aveva
sradicato gli alberi che erano serviti per ricostruire i
Tepee del suo villaggio, il suo COPRICAPO da cerimonia, che utilizzava nelle danze rituali fatte nei fuochi
della sera, e, infine, il suo CIONDOLO portafortuna
fatto di piume e crini di cavallo.
Ora, è usanza, che ogni ciclo solare, si svolga un grande raduno di tutte le tribù del popolo
indiano in ricordo di Figlio della Luna e delle sue gesta. In questa occasione le quattro
maggiori tribù, APACHE, CHEYENNE, SYOUX e COMANCHE, si sfidano in una gara di abilità
e tecnica, che comprende tre antiche arti indiane:
1)
L’arte del costruire (simbolo: ascia)
2)
L’arte della danza e dell’espressione (simbolo: copricapo)
3)
L’arte dell’abilità manuale (simbolo: ciondolo)
Chi primeggerà in queste tecniche avrà l’onore ci custodire le reliquie di Figlio di Luna per
un intero ciclo solare. In più, la tribù che allestirà il miglior villaggio indiano riceverà in
dono il prezioso e miracoloso arco.
Ora il tempo è compiuto e si avvicinano i giorni del raduno. Gli sciamani hanno deciso di
riunire le tribù nei PRIMI TRE GIORNI DI MAGGIO, nel luogo chiamato Penisola del
Sole, che i bianchi chiamano MILAZZO. Lì, nella prateria del PAVONE, si compirà il rito
di rinascita di Figlio della Luna.
Lavorate duro durante questo periodo e non fatevi trovare impreparati dagli sciamani.
Che gli Spiriti veglino su di voi!
Orso Buono e Rondine Audace