L`accesso alla casa tra finanziamento e tassazione nella Provincia
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L`accesso alla casa tra finanziamento e tassazione nella Provincia
Provincia di Pordenone Servizio Politiche Abitative Osservatorio sulle Politiche Abitative L’accesso alla casa tra finanziamento e tassazione nella Provincia di Pordenone Focus group 3 Servizio Politiche Abitative arch. Eddi Dalla Betta - coordinatore collaboratori: pian. terr. Martina Zanette pian. terr. Serena Marcolin Incaricati per lo studio dott. Federico Della Puppa – coordinamento scientifico arch. Federica Di Piazza collaboratori: pian. terr. Sara Boldrin pian. terr. Andrea Tassinari Ottobre 2011 Gli opinion leader ISTITUZIONI • Agenzia delle Entrate – Direzione provinciale di Pordenone • Regione Autonoma FVG - Servizio Edilizia • Ambito Socio-economico Urbano – Comune di Pordenone • Ambito Socio-economico Sacilese – Comune di Prata di Pordenone • Ambito Socio-economico Sanvitese – Comune di Casarsa della Delizia • Ambito Socio-economico Spilimberghese – Comune di San Giorgio della Richinvelda • Ambito Socio-economico Maniaghese – Comune di Sequals • Ambito Socio-economico Montano – Comune di Claut • Caritas Diocesana Concordia Pordenone ASSOCIAZIONI E ORDINI PROFESSIONALI • Nuovi Vicini di casa ONLUS • Consiglio Notarile Distrettuale di Pordenone • Ordine Dottori Commercialisti e Esperti contabili di Pordenone • Collegio Geometri di Pordenone ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA • FIAIP – Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali di Pordenone • FIMAA – Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari di Pordenone • ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili di Pordenone ISTITUTI DI CREDITO • Friuladria Crédit Agricole • Unicredit Banca • Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia • Banca di Credito Cooperativo Pordenonese Focus Group: i temi • Il focus group intende focalizzarsi sul tema del finanziamento alle famiglie per la casa affrontando in particolare 1. Finanziamento alla casa 1. La domanda - Ricorso al mutuo da parte delle famiglie A. Ricorso al finanziamento per la casa: andamento e stratificazione territoriale B. Caratteristiche del mutuo e profilo sociale del mutuatario C. Canone d’affitto e mutuo 2. L’offerta - Caratteristiche e andamento del finanziamento A. B. C. D. Andamento delle erogazioni di mutui Loan to value Indicatore di vulnerabilità del debito e di sofferenza: andamento e previsioni Tasso fisso e variabile 3. Le strategie di raccordo tra domanda ed offerta nel momento della crisi 2. Fiscalità immobiliare 1. I valori di base della fiscalità: un meccanismo forniero di distorsioni? 2. La compravendita dell’abitazione: il diverso trattamento tra prima casa e casa come bene d’investimento? 1. Efficacia del sistema di incentivazione per proprietà e inquilini? 3. Il regime delle locazioni: la riforma della 431/98 efficace o inefficacie 4. La prospettiva della cedolare secca Il finanziamento per l’acquisto di immobili residenziali nella Provincia di Pordenone A. I finanziamenti per la casa: il ricorso al mutuo • • Il livello di indebitamento in Italia è ancora notevolmente più contenuto rispetto a quanto registrato nei principali Paesi Europei (Banca d’Italia Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 1 dic. 2010) La quota principale dell’indebitamento (quasi due terzi dell’indebitamento complessivo) è costituita dai prestiti per l’acquisto di immobili che sono coperti da ampie garanzie (Loan to value del 62%) Fonte: Banca d’Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria 2010, dic. 2010, pg. 27 Mutui per famiglie: trend e situazione attuale • Diverse fonti indicano una ripresa del mercato dei mutui a partire dal 2010: – Dal 2001 al 2009 i mutui erogati per l’affitto sono cresciuti del 70% – A seguito di una fase espansiva nel periodo 2006 – 2007 (ovvero in una fase ancora vivace del mercato immobiliare) si assiste ad un’inversione di tendenza che si intensifica nel 2008 (-9,2% dei mutui erogati) ed ulteriormente nel 2009 (-10,7%) nel periodo di contrazione del mercato immobiliare con calo delle compravendite. – Il rapporto Banca d’Italia (Domanda e offerta di credito a livello territoriale gen. 2011) evidenzia che nel primo semestre 2010 la domanda di finanziamenti da parte delle famiglie ha mostrato segnali di ripresa sia nella componente dei mutui sia in quella del credito al consumo, interrompendo la fase di contrazione che perdurava dall’ultimo trimestre del 2008. – La ripresa della richiesta di mutui contraddistingue anche la Provincia di Pordenone? Domanda di credito delle famiglie: trend recente • La richiesta di mutui è più accentuata al sud e nelle isole. • Nel Nord Est il secondo semestre 2010 cresce significativamente ed è affidata a istituti di credito grandi e medi Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali, Domanda e offerta di credito a livello territoriale, 2011, pg. 8 Elementi di discussione • • • Le analisi condotte a livello nazionale indicano un aumento delle richieste di credito da parte delle famiglie nel 2010. Le previsioni formulate dagli intermediari ascoltati da Banca d’Italia (gen. 2011) ritengono che tale componente sia destinata a crescere ulteriormente nel corso del 2011. Secondo la sua esperienza questa tendenza è confermata in provincia di Pordenone? Qual è il suo sentiment prospettico sulla domanda di prestiti per le abitazioni? Elementi di discussione • • • • • La distribuzione territoriale dei mutui individua i centri capoluogo come motori della dinamica di ripresa delle domande di mutui rispetto ai centri minori. Questa tendenza si riscontra anche nella Provincia di Pordenone? La maggiore propensione a contrarre i mutui in centri di maggiore dimensione è solo riferibile al prezzo degli alloggi o anche a fattori socio-economici? Rispetto alla tipologia degli alloggi le abitazioni di grande dimensione ed i monolocali sono i meno richiesti. Come declinerebbe questa tendenza a livello provinciale? B. Le caratteristiche del mutuo: profilo sociale • • In Italia, secondo i dati della Banca d’Italia (Questioni di economia e finanza, L’andamento del mercato immobiliare e i riflessi sul sistema finanziario, dic.2009 e Nomisma 2010) Il 13,2% delle famiglie italiane, circa 3,3 milioni, vive in un’abitazione gravata da mutuo – • • I prestiti per l’acquisto di un immobile è maggiormente diffuso tra I giovani e le famiglie più giovani (senza figli o con un figlio) che hanno meno risorse correnti a disposizione – – • Coppie senza figli fino a 34 anni (36,6%) e coppie con almeno un figlio minore (24,3%) Le persone sole fino a 34 anni sono 19% Tra quelle con un grado di istruzione medio o alto presumibilmente per effetto delle attese di crescita del reddito – • La prevalenza (16,2%) si concentra nell’area geografica del Nord Anche nel caso della condizione professionale la % di indebitamento è direttamente proporzionale al titolo di studio (da un minimo del 56,7% per la licenza elementare fino alla laurea (83,5%) con media superiore (73,9%) E tra coloro che dispongono di un reddito fisso (lavoratori dipendenti 86,3%) – Mentre i lavoratori indipendenti sono il 56,7% La tipologia di mutuo più frequente • La tipologia di mutuo più diffusa nel 2010 secondo Nomisma è la seguente: – – – Importo medio del mutuo erogato 133.575 euro Tasso variabile per il 76,9% dei mutui erogati La durata è prevalentemente compresa tra 30 – 40 anni • – solo 10,3% ha durata inferiore a 10 anni 32,2% mutui ha loan ti value superiore al 70% • • • Il profilo sociale della domanda di mutuo in Provincia di Pordenone è il medesimo rispetto all’Italia? Rileva una articolazione territoriale? Se sì, è possibile specificare? La tipologia di mutuo più diffuso è a suo giudizio aderente alla realtà del Pordenonese? Se no, quali sono le principali differenze? C. Canone d’affitto & mutuo • • L’incidenza dell’affitto sul reddito familiare è passata dal 1993 al 2008 dal 10,4 al 18,6 per cento; In provincia di Pordenone nelle città rappresentative si registrano valori di incidenza dell’affitto superiori alla media italiana: – – – • A differenza del trend nazionale l’incidenza del canone sul reddito disponibile è diminuita nel periodo considerato per effetto di una sostanziale stabilità dei canoni rilevati Nelle aree centrali l’incidenza è passata dal 31% nel 2002 al 26% Una moderata convergenza rispetto alla media nazionale si riscontra nelle aree periferiche (23% nel 2002 e 18% nel 2010) Se assume che se l’incidenza dell’affitto supera il 30% del reddito familiare, il nucleo entra in sofferenza finanziaria si evidenzia come a Pordenone e Sacile i canoni non sono sostenibili per il reddito medio. Condivide il risultato della simulazione sulla base della sua esperienza? 40% 35% 30% 25% 2002 20% 2007 15% 2010 10% 5% 0% Pordenone Porcia Sacile Spilimbergo Casarsa della Delizia Elementi di discussione • • • • Le fonti indicano che con la crisi finanziaria, l’atteggiamento degli istituti di credito è diventato più prudente fino ad azzerare la quota di prestiti per l’abitazione Secondo la sua esperienza questo atteggiamento è confermato? Quali sono i fattori di restrizione impiegati dal suo istituto di credito nell’erogazione del mutuo? – Richiesta garanzie ulteriori – Rating del mutuatario – Rating territoriale – Aumento degli spread – Aumento della soglia del LTV – Altri elementi Quale rapporto di LTV, il suo istituto di credito adotta come indicatore ottimale per erogare un muto? Condivide che esista una tendenza a diminuire il LTV ratio? C. Vulnerabilità del debito • L’incidenza della rata del debito, comprensiva di capitale e di interessi, sul reddito disponibile è un indicatore di vulnerabilità delle famiglie indebitate con un valore medio 16,7% (Banca d’Italia, Bilancio delle famiglie italiane, 2008, febb. 2010). – Nel biennio 2009 – 2010 si attesta attorno al 16% ed è diminuito di un punto percentuale rispetto al periodo precedente come conseguenza del calo dei tassi d’interesse. • Le famiglie più vulnerabili sono quelle – che vivono al Nord e nel Sud - isole (rispettivamente 17,1% e 17,4%) – a basso reddito (primo quinto della distribuzione), per le quali l’incidenza della rata sul reddito è prossima al 42,6%, – con basso livello di scolarizzazione (media inferiore 18,7%) e di età giovane e comunque fino ai 44 anni (con un 20% circa di giovani fino a 34 anni) • Condivide, secondo la sua esperienza, l’incidenza ed il profilo della famiglia in situazione di vulnerabilità del debito nella realtà della provincia di Pordenone? D. Sofferenze bancarie • La qualità del credito risente del flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti – Secondo Banca d’Italia (Rapporto sulla stabilità finanziaria dic. 2010) le nuove sofferenze risultano soprattutto per le imprese significativamente superiore ai livelli pre-crisi. – Rispetto all’andamento registrato dopo la recessione del 1992-93, l’incidenza delle sofferenze sul totale dei prestiti nel periodo 2009 – 2010 è più contenuta. – Le ragioni sono: • Basso livello dei tassi di interesse con l’esito di limitare la pressione degli oneri finanziari sui bilanci delle imprese e sul reddito disponibile delle famiglie; • L’affermarsi di nuove modalità di gestione dei rischi di credito. – Tali variazioni strutturali suggeriscono che in prospettiva l’aumento del flusso di sofferenze in rapporto ai prestiti potrebbe essere più contenuto e avere durata più breve rispetto ad analoghe fasi congiunturali del passato. • • Qual è l’andamento del tasso di sofferenza che lei ha riscontrato sulla base della sua esperienza? Concorda sulle previsioni effettuate dalla banca d’Italia? Sofferenze bancarie (ii) Tasso di sofferenza bancaria di imprese e famiglie: serie storica Fonte: Banca d’Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria 2010, dic. 2010, pg. 32 Previsione Tasso di sofferenza bancaria delle famiglie Fonte: Banca d’Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria 2010, dic. 2010, pg. 34 Tassi di interesse • • • • • • La sensibile riduzione dei tassi di interesse registrata dal 2008, unitamente al persistere di una situazione di incertezza dei mercati finanziari, ha verosimilmente rappresentato un fattore di stimolo per le famiglie ad attivare decisioni di spesa rivolte a beni immobili Condivide queste affermazioni per quanto concerne la provincia di Pordenone? Dal 2008 i mutui a tasso variabile hanno ripreso a crescere in ragione del calo del tasso d’interesse rispetto al tasso fisso; nel 2010 i mutui a tasso variabile rappresentano il 66% della consistenza totale Secondo la sua esperienza questa dinamica è confermata? I rischi connessi alla crescita dei tassi d’interesse rappresenta un aggravio in capo alle famiglie che, sulla base di un’indagine Banca d’Italia, non sono del tutto in grado di distinguere e valutare adeguatamente il rischio connesso alla scelta del tasso d’interesse Secondo la sua esperienza quest’attitudine delle famiglie è riscontrata? Tasso fisso, variabile e rendimento immobili • La relazione di lungo termine tra rendimenti immobiliari (Pordenone, abitazioni nuove in localizzazioni semicentrali) e i tassi di riferimento del tasso fisso e variabile evidenziano che: – – – • Nel lungo termine Eurirs si colloca a livelli superiori dei rendimenti degli immobili; Diversamente se l’impiego del tasso variabile è risultato conveniente fino al 2006 nel periodo 2006 – 2008, la crescita dell’euribor non rendeva conveniente l’investimento finanziato con mutuo; La relazione è invertita dal 2009 al 2010 dove la media euribor del 2010 è inferiore del 2,10% rispetto al rendimento immobiliare Condivide, nella sua esperienza l’esito della simulazione? 6,00% 5,00% 4,00% euribor 3,00% eurirs rendimento - Pordenone 2,00% 1,00% 0,00% 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 3. Strategie degli istituti di credito • L’esperienza storica mostra come nelle fasi cicliche avverse, la qualità del credito tende a peggiorare a riflesso delle minori disponibilità reddituali. Ciò accade sia per quel che concerne le imprese che le famiglie. • In merito: – – • si evidenzia che le sofferenze in capo alle famiglie sono state significativamente inferiori a quelle che hanno interessato il settore delle imprese il tasso di sofferenza dato dal rapporto tra consistenza dei finanziamenti in sofferenza e e totale delle consistenze è cresciuto ed ha raggiunto l’1,5% al III trim 2009, dall’1,3% del II trim. 2009 Gli istituti bancari hanno promosso alcune iniziative per sostenere le famiglie durante la crisi allo scopo di garantire: – – – l’accesso al credito ossia miglioramento delle possibilità di inclusione finanziaria di soggetti in condizioni di vulnerabilità economica e sociale; la sostenibilità del credito, vale a dire attenuazione degli obblighi contrattuali per coloro che - con contratti di credito in essere - si trovano in condizioni temporanee di difficoltà; le condizioni del credito ossia attenuare il costo del finanziamento per rendere le rate più consone alla pianificazione finanziaria delle famiglie. Strategie e azioni ABI • • Tra le strategie finalizzate a consentire al cliente di modificare le condizioni contrattuali nell’ottica di ricondurre il rimborso della rata alle proprie esigenze finanziarie rientrano: (i) le rinegoziazioni dei contratti di mutuo attraverso – – – – • (ii) portabilità dei mutui – • operazione che consente al cliente di cambiare attraverso la stipula di un nuovo mutuo di pari importo a quello del debito residuo in essere, alle condizioni concordate tra la nuova banca e il cliente consentendo alla nuova banca di subentrare nella garanzia ipotecaria (iii) “Piano famiglie” l’ABI ha recentemente elaborato un progetto a sostegno del mercato del credito retail che si propone di – – – • • l’allungamento delle scadenze; Passaggio dal tasso fisso a quello variabile o viceversa Riduzione dello spread sui tassi …. 1. innalzare la sostenibilità finanziaria delle operazioni di credito alle famiglie, adottando una misura di sospensione dei rimborsi di finanziamenti in essere; 2. favorire il coordinamento degli strumenti di incentivazione già esistenti, molti dei quali costruiti in partnership con le pubbliche amministrazioni 3. avviare iniziative congiunte di informazione e comunicazione al cittadino delle opportunità esistenti sia a livello locale che nazionale. Quali strategie il suo istituto di credito ha attivato? Ne esistono ulteriori che desidera segnalare? Prospettive • • • Secondo i dati Banca d’Italia, tra febb. 2010 – sett. 2010, gli istituti di credito hanno sospeso in via temporanea il pagamento delle rate del mutuo di 31.000 famiglie in condizioni di difficoltà per un debito residuo di 4 mld di euro. In prospettiva quindi, se al termine del periodo di sospensione (almeno 12 mesi) queste famiglie non avranno migliorato la propria condizione reddituale è possibile prevedere un innalzamento del tasso di ingresso in sofferenza. L’istituto di credito che lei rappresenta ha proceduto alla sospensione di mutui? – Se sì che incidenza e che profilo sociale? • Concorda con le prospettive delineate dal rapporto di stabilità finanziaria (Banca D’Italia 2010)? Fiscalità immobiliare Fiscalità immobiliare in Italia ed Europa • La Prima casa gode di un regime tributario di favore – – • • Tale trattamento risulta più favorevole rispetto agli altri principali paesi europei (Francia, Spagna, Germania e Regno Unito), che pure agevolano il possesso della prima casa. Le abitazioni possedute a scopo di investimento o non adibiti ad abitazione principale al contrario sono completamente imponibili: – – – sono tassati ad aliquota marginale ai fini dell’imposta sul reddito da locazioni le plusvalenze, a differenza degli investimenti finanziari, i cui proventi sono tassati separatamente con aliquota ridotta; sono inoltre soggetti all’imposta comunale sugli immobili(ICI). Per quanto riguarda gli affitti il trattamento fiscale delle locazioni rischia di porre un vincolo alle esigenze di mobilità dei cittadini. – – • è esente da sul reddito e sul patrimonio gode di ulteriori agevolazioni (ad esempio la detrazione degli interessi sui mutui) comporta in alcuni casi forme di sussidio. • Le agevolazioni Irpef oggi in vigore su alcune forme contrattuali (ad esempio la tassazione ridotta per i proprietari sui contratti a canone concordato e detrazioni per gli inquilini) attenuano in qualche misura l’incidenza tributaria. non sono previste compensazioni tra locazioni attive e passive e le imposte d’atto sui contratti sono elevate rispetto agli altri paesi Non sono previste forme di compensazione tra locazioni attive e passive Per quanto concerne la tassazione indiretta, nel confronto internazionale, l’Italia si distingue per – – – la maggiore tassazione sui trasferimenti a titolo oneroso riguardanti abitazioni diverse da quella principale: le aliquote delle imposte d’atto sono le più elevate tra i principali paesi europei; gli oneri notarili sono superiori, in media, a quelli dovuti negli altri paesi; il prelievo inferiore sui trasferimenti a titolo gratuito sui trasferimenti a titolo gratuito (successioni e donazioni) 1. Rendita catastale come base del valore imponibile • La tassazione degli immobili è incentrata sulla rendita catastale, calcolata per ciascun immobile moltiplicando il numero dei vani per la tariffa d’estimo – – • La tariffa d’estimo è a sua volta determinata con riferimento alla zona censuaria di ubicazione, alla categoria (per usi abitativi o diversi) e alla classe di pregio dell’immobile. Tale modello di stima è riferito al catasto (1939) che nonostante le revisioni previste dalla legge n. 311/2004 e dal DL n. 262/2006 ha avviato un processo di aggiornamento del catasto tuttora in corso. I limiti di tale approccio sono noti – – sia sotto il profilo civilistico (mancato accatastamento degli immobili) che fiscale: classificazioni catastali obsolete, zone censuarie che non riflettono dinamiche urbane evolute, parametri tecnici non adeguati alle caratteristiche degli immobili (il vano catastale), la mancata revisione delle tariffe alla base della stima della rendita catastale, l’impiego di saggi di rendimento indifferenziati per il territorio/cespiti • Hanno postato nel tempo ad una divaricazione importante tra la descrizione e la rendita risultanti dal catasto e l’effettiva situazione dell’immobile: in base a studi relativi al 2005, in Italia il valore di mercato medio delle abitazioni supererebbe di tre volte quello catastale. • Il mancato perfezionamento del processo di aggiornamento del catasto è, secondo alcuni, la causa del mancato gettito di questa fattispecie di beni. Condivide tale argomento? 1. Valore imponibile: principio di “prezzo valore” • La finanziaria del 2006 (art. 1 comma 497 L.266/2005) stabiliva che nel caso di vendite di immobili ad uso abitativo (e relative pertinenze) effettuate tra persone fisiche la base imponibile ai fini delle imposte di registro, ipotecarie e catastali potesse essere costituita dal valore catastale dell’immobile, anziché dal corrispettivo pagato (Valutazione automatica). • Con la finanziaria del 2007 (convertito con L. 248/2006) stabilisce che, a decorrere dal 1° gen. 2007, è stato stabilito il principio del “prezzo valore” ovvero è possibile versare le imposte sulla base del valore catastale a condizione che nell’atto sia indicato l’effettivo importo pattuito per la cessione. – Di conseguenza, l’occultamento anche parziale del corrispettivo o la dichiarazione nell’atto di compravendita di un importo inferiore a quello pattuito determina la perdita del beneficio con le seguenti conseguenze: • • le imposte di registro, ipotecaria e catastale saranno calcolate sul corrispettivo effettivamente pattuito; sarà dovuta una sanzione che va dal 50 al 100% della differenza tra l’imposta dovuta e quella già versata. • L’acquirente, per poter fruire dell’applicazione delle imposte (di registro, ipotecaria, catastale) sul valore catastale dell’immobile, deve farne esplicita richiesta al notaio. • Il valore imponibile (valore catastale) è calcolato a partire dalla rendita catastale moltiplicata per coefficienti differenziati – – • • Nel caso l’abitazione (e relative pertinenze) rientranti nel Gruppo A) 120 Il moltiplicatore impiegato per la Prima casa è 110 Il principio del prezzo valore sembra tendere alla volontà di far emergere fenomeni elusivi e favorire una certa trasparenza del mercato immobiliare. Si tratta a suo giudizio di un meccanismo efficace a tale scopo? 2. Compravendita • Nel trasferimento mediante compravendita, la tassazione diretta si traduce – nell’Irpef nella misura in cui redditi degli immobili sono cumulati con gli altri redditi del possessore e tassati secondo le aliquote previste per tale imposta • – • – • l’imposta di registro o per gli atti soggetti ad IVA, non si applica, per il principio di alternatività, l’imposta proporzionale di registro, le imposte ipotecaria e catastale. Inoltre, la vendita dell’abitazione può dare luogo a una plusvalenza tassabile pari alla differenza tra il prezzo di vendita e il costo di acquisto o di costruzione aumentato delle spese – di natura tributaria, legale o straordinaria di altro genere – relative al bene medesimo. A fronte del principio generale, non generano plusvalenze – – – • Per l’Ici il patrimonio immobiliare viene tassato di per sé, in modo proporzionale, senza riferimento, salvo casi particolari, alla capacità contributiva di chi lo possiede Le imposte indirette (transfer tax) applicate sono – • Poiché le aliquote Irpef sono progressive, uno stesso reddito proveniente da immobili è tassato in misura più o meno elevata a seconda del reddito complessivo nel quale confluisce. le vendite di case acquistate o costruite da più di cinque anni gli immobili che, seppure ceduti entro il quinquennio, sono adibiti ad abitazione principale del cedente le abitazioni ricevute per successione. Su richiesta del cedente, da prodursi nell’atto di vendita, l’eventuale plusvalenza tassabile è soggetta a un’imposta sostitutiva del 20 per cento delle imposte sui redditi. ICI in provincia di Pordenone – I e II casa ambiti socio - economici ICI PRIMA CASA ICI SECONDA CASA Montagna 4,48 6,28 Pedemontana Maniaghese 4,64 5,93 Pedemontana Spilimberghese 4,43 5,33 Sacilese 4,49 5,95 Sanvitese 4,6 6,06 Urbano 4,16 5,97 Pordenone città 4,00 5,50 PROVINCIA 4,47 5,98 Fonti: Ns. elaborazione su questionario comuni Efficacia dei sistema di incentivazione • • L’importo degli interessi e gli oneri accessori derivanti da contratti di mutuo ipotecario sono deducibili Ritiene che il sistema di detrazioni promosse per il mutuo sull’abitazione siano efficaci al fine dell’accesso all’abitazione in proprietà? • Incentivazioni alla riqualificazione delle abitazioni – – • (legge n. 449/97) detrazioni significative dell’Irpef (36%) delle spese sostenute per le opere di ristrutturazione di abitazioni, sino a un massimo di 48.000 euro per ciascuna unità valide fino al 31 dicembre 2012 (legge n. 296/06) è prevista la detrazione del 55% della spese per interventi di riqualificazione di fabbricati volti al risparmio energetico, calcolata su importi variabili a seconda della tipologia dell’intervento, per una detrazione massima variabile da 30.000 a 100.000 euro. Sulla base della sua esperienza le misure incentivanti sono state efficaci al fine del rinnovo patrimonio edilizio e riqualificazione energetica? Rilancio settore edile? Emersione dei fenomeni di evasione? 3. Le locazioni: la riforma ex l. 431/98 • • • Negli ultimi anni il legislatore è intervenuto con misure volte a sostenere l’offerta di immobili in locazione: la riforma sulle locazioni avviata con la legge n. 431/98 è stata ispirata dall’esigenza di attenuare le distorsioni indotte dalla legge sull’equo canone che, pur finalizzata a estendere il diritto all’abitazione a più ampi strati della popolazione, aveva generato rigidità normative nella quantificazione del canone e in materia di sfratti, contribuendo di fatto a ridurre la convenienza all’affitto da parte dei piccoli proprietari e a restringere l’offerta di case in locazione. La disciplina sulle locazioni prevede, oltre a misure di liberalizzazione del mercato, interventi assistenziali per gli inquilini a basso reddito e incentivi fiscali per i proprietari, volti a stimolare l’offerta di case in affitto. Sono stati previsti due tipi di contratti di locazione: – – Il contratto “libero”, le cui condizioni sono negoziate dalle parti, con durata quadriennale, rinnovabile per altri quattro anni; Il contratto “a canone concordato”, con durata triennale e rinnovabile per due anni, con canoni determinati in base ad accordi territoriali tra le associazioni dei proprietari e quelle degli inquilini. Gli effetti del sistema di tassazione sulla prima casa • • L’esenzione da imposte sulla prima casa, sul piano sia reddituale sia patrimoniale, favorisce l’acquisto e il possesso dell’abitazione di residenza. Tuttavia se le imposte indirette pagate all’atto dell’acquisto vengano più che compensate dalle detrazioni concesse sugli interessi passivi del mutuo il sistema può generare – fenomeni di “fiscalità negativa” – comportamenti di tipo elusivo volti a estendere i benefici previsti per la prima casa a residenze secondarie (modifica del regime patrimoniale della famiglia, trasferimenti fittizi di residenza di familiari, etc.) – pratiche elusive possono derivare dal fatto che il valore dell’abitazione principale fruisce di abbattimenti specifici ai fini della determinazione degli indicatori che permettono di misurare la condizione economica delle famiglie ai fini dell’accesso a servizi e contributi di welfare. • Lei condivide questa lettura? Gli effetti della riforma sulla locazione • • • • Un elevato prelievo sugli affitti contribuisce a mantenere elevata l’evasione fiscale, mediante l’omessa registrazione dei contratti o l’indicazione di canoni inferiori a quelli effettivi, nonostante le minori tutele di cui in tal caso possono fruire le parti contraenti. Lei condivide questa lettura? La cd. “cedolare secca” sugli affitti di immobili adibiti ad abitazione principale intende avvicinare il trattamento fiscale dei frutti dell’investimento immobiliare a quello degli investimenti finanziari Con il Federalismo demaniale DLgs 23/2011 e a decorrere dal 2011 è stata introdotta la facoltà di avvalersi ad un regime di tassazione dei redditi derivanti da locazione pari al – – Aliquota ridotta (19%) per contratti in regime di canone convenzionato Aliquota ordinaria (21%) per contratti liberi o di durata limitata. 4. La cedolare secca • La circ. n. 26/E del 1° luglio 2011 promulgata dall’agenzia delle Entrate specifica l’ambito di applicazione: – – La cedolare secca (o tassa piatta) è un’opzione al regime di tassazione ordinaria Ambito soggettivo • • – Ambito oggettivo • – vincola il locatario per l’intera durata del contratto nel periodo di durata dell’opzione, la cedolare secca sostituisce IRPEF, imposta di registro, ecc. L’interpretazione ottimistica o dubbiosa circa l’efficacia della cedolare secca non è univoca Su di essa pesano tuttavia le incognite in termini Qual è la sua posizione in merito? – – • Si applica a tutti gli immobili in gruppo A (escluso A/10 ed usi promiscui) comprese le pertinenze e le locazioni di porzione di immobile L’esercizio dell’opzione • • • • può essere esercitato da persone fisiche private, casi di comproprietà e contitolarità delle abitazioni e nel caso di intermediazione immobiliare sono esclusi i titolari di partite IVA, le società di persone e capitale, gli enti pubblici e privati, le proprietà condominiali di gettito di efficacia nell’emersione degli affitti in nero, soprattutto qualora la misura fosse percepita come temporanea. Sussistono dubbi in merito al restringimento significativo dei requisiti soggettivi dei proprietari che possono esercitare l’opzione. Lei condivide questa posizione?