Luca ha lo stesso passo da geco che risale la ca

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Luca ha lo stesso passo da geco che risale la ca
Firenze
Luca ha lo stesso passo da geco che risale la cavità di una roccia, per trovarsi la sua tana umida e sicura e nel tragitto guida tutti gli altri: gli
assistenti di set, il pubblico, quelli del workshop,
la scuola YouCrea!, i desk, Serena, l’igloo, piazza
Duomo, tutto quanto, la quantità. “Fai tensione
qui…, ecco, brava, muoviti così”. La testa rasata
di Luca, ci riflettono le luci, Penguin è vicino a
me, è sudato ed esausto e insomma è chiaro che
vorrebbe soltanto distendersi sul sofà, ma questo
non gl’impedisce di chiudere l’occhio intorno al
mirino e cercare di sopravvivere agli altri. Alla
fine, alla fine Sandokan Marrani è il più gentile
del gruppo, perché quasi sempre ha il cannone
puntato in aria, per non far male agli innocenti,
ma d’altronde lui è esperto di altri mari, non gliene frega niente di accalcarsi. Poi sento “Ohhh…”
e intanto Nika si muove a scatti, al rallentatore,
sposta le spalle come un mappamondo intorno al
suo asse e guarda imperscrutabile l’occhio di vetro – “Ohhhh, che fai?” – delle macchine fotografiche. La Ragazza Fuori non ha visto o ha evitato
oppure è talmente Fuori da non essersi accorta
che c’è una corda, insomma, la Ragazza Fuori ha
tirato la corda a tal punto che adesso i piloncini
di plastica stanno volando uno dietro l’altro sulla
testa della gente e allora accorrono Mattia e Davide e pure io, visto che ci sono, per rimettere le
barriere al loro posto, anche perché c’è già qualche tipo poco raccomandabile, tipo Penguin oppure Voyeur, con la bava alla bocca, affamati di
perversioni diverse, ma pur sempre pervertiti. Ci
sono altri della YouCrea! sparpagliati dove possono: Tommaso Meli è in piedi sul desk e fotografa
da là, mentre a ogni passo le sgangherate assi
di legno gli fanno traballare le gambe esili del
tavolino, mentre Niccolò è con un trench scuro
e occhiali fumé e un cappello e insomma è tutto
molto fashion, quasi finto, e dice che fino a ieri
aveva l’influenza. Cosimo, però, è il più warholiano di tutti: non solo per l’aspetto, ma anche
perché ha un giubbotto bianco e nero come se
fosse un’immensa pagina di quotidiano lucidata
e smaltata e cucita per ottenere un giaccone.
Emanuela è quasi distesa a livello del terreno e
ogni volta che si rialza sorride. Di tanto in tanto
vedo oscillare nella folla la fontana di ricci di
Serena. Ha quasi sempre lo sguardo serio, anche
perché se ride lo si vede benissimo.
6]W^MLQZMbQWVQŒn. 3 maggio-giugno 2011
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