Quest`anno decidiamo di realizzare un sogno: attraversare gli Stati

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Quest`anno decidiamo di realizzare un sogno: attraversare gli Stati
Quest’anno decidiamo di realizzare un sogno: attraversare gli Stati Uniti con la nostra moto, il
mitico Coast to Coast, non percorrendo l’itinerario classico da New York a S.Francisco perchè
avendo già fatto 2 viaggi negli USA tante cose che rientrano nelle rotte classiche noi le abbiamo
già viste, quindi cerchiamo un tour operator che ci possa aiutare ad organizzare il viaggio
partendo da Miami. Niente da fare, quest’anno tutti i Coast to Coast partono da New York.Le
alternative sono 3: o pensiamo ad un altro viaggio, o percorriamo la rotta classica, oppure
inviamo la moto a New York per poi scendere a Miami ad “iniziare” il nostro viaggio. Contiamo i
chilometri, i giorni, decidiamo quanti giorni vogliamo stare fermi. La stima è di circa 9000 km in 3
settimane, con alcune tappe di 800km, ce la possiamo fare!... Affidiamo la nostra moto e tutta la
parte burocratica del viaggio a Fullmonty Travel di Latina, che ringraziamo per la disponibilità e la
professionalità, e partiamo. Il primo e gli ultimi 2 giorni li trascorreremo con il gruppo, per il resto
improvviseremo......
A New York ci arriviamo alle 17.00. troviamo subito i ragazzi di Fullmonty Travel ad accoglierci,
con un pullman raggiungiamo il nostro albergo a Manhattan, siamo sulla 42esima, tra il
grattacielo Chrysler ed il palazzo delle Nazioni Unite. Ci prepariamo e siamo subito per strada con
alcuni componenti del gruppo, per molti di loro è la prima volta qui in questa Grande Mela,
un’occhiata alla bellissima Grand Central Station e poi a piedi fino a Times Square, la cena è sulla
Broadway in un localino che si chiama Helly’s Stardust, l’ambiente ricorda gli anni ’60, qui
promesse della canzone lavorano come camerieri e a turno cantano intrattenendo gli avventori
nella speranza di farsi notare da qualcuno di importante. E’ una serata piacevolissima.
La mattina si vanno a recuperare le moto al porto.Per me e per Remo inizierà il viaggio verso il
sud gli altri ragazzi invece si godranno New York, c’è così tanto da scoprire in questa città...
Via! Salutiamo tutti e infiliamo la nostra Freeway , in un attimo siamo fuori dalla frenesia del
centro. L’interstatale è immersa nel verde, si vedono solo boschi, anche l’aiuola spartitraffico in
alcuni punti è un bosco largo 30-40metri. E’ incredibile tutto questo verde. La sera pernottiamo a
Richmond. Ci siamo già beccati la nostra prima dose di temporale.
Si vede che stiamo andando verso un luogo di vacanze, mi diverto a vedere gli enormi pickups
trainare di tutto, ma anche con le moto gli americani trainano di tutto, sono in circolazione molte
moto,vanno tutte verso nord, c’è il raduno di Sturgis che li aspetta, noi invece proseguiamo
controcorrente, incuranti del temporale, e raggiungiamo Savannah.
Savannah conserva ancora oggi le caratteristiche di colonia inglese : nell’Historic Distict si
possono notare bellissimi palazzi ottocenteschi immersi in lunghissimi viali alberati, le piazze
verdeggianti sono molto numerose, nella Chippewa Square ci fotografiamo seduti sulla panchina
di Forrest Gump..., nel Victorian District invece vivono gli afroamericani, lo stile infatti è diverso,
lo si nota dall’artigianato. Tutto ci fa rivivere l’atmosfera del Vecchio Sud.
Riprendiamo il nostro viaggio e scegliamo di uscire dall’interstatale per percorrere la più lenta ma
più panoramica litoranea. Siamo appagati dalla vista di questo oceano così calmo e così caldo,
pieno di pellicani... Attraversiamo il centro urbano di Daytona Beach e ci concediamo qualche
attimo di riposo sull’immensa spiaggia bianca, ma il tempo cambia e noi ci ritroviamo immersi nel
nostro temporale giornaliero... A sera arriviamo a Titusville, domattina alle 5 atterra lo Shuttle qui
vicino a Cape Canaveral... chissà se ci sveglieremo in tempo per poterlo vedere...
A malincuore ci accorgiamo di aver dormito troppo, ma siamo poi felici, una volta al Kennedy
Space Center di Cape Canaveral, di scoprire che per problemi di maltempo lo Shuttle è atterrato
in California.Le rampe di lancio ed i capannoni del Kennedy Space Cennter sono immersi in un
bellissimo parco naturale che si estende per ben 140.000acri di terreno, è immenso. Un servizio di
pullman interni trasferisce i visitatori da un punto all’altro.Vediamo navicelle e razzi a grandezza
naturale, c’è anche un modello di shuttle a grandezza naturale, ma anche modellini, cinema a 3
dimensioni, rampe di lancio con vista panoramica su tutto il centro, sale di controllo, entriamo in
una centrifuga che ci frulla fino a 4G, una forza pari a 4 volte la forza di gravità. Vola via tutta la
giornata, c’è anche la possibilità di incontrare astronauti oggi in pensione che rispondono alle
domande del pubblico.
Il trasferimento verso Miami è piacevole. Continuiamo sulla litoranea e ci fermiamo anche a fare
il bagno nell’oceano. E’ impressionante, l’acqua è talmente calda che sembra di essere alle
terme.Io mi farei qui 15 giorni...Arriviamo a sera a Pompano Beach, è un quartiere di Fort
Laudardale, a Nord di Miami,è sul mare tutto sabbia e palme, con tanti alberghi e motel. Ci
incontriamo con Francesco e Paola, 2 amici di Lissone che sono qui per 1 settimana di vacanza...
La mattina i nostri amici ritirano una Harley a nolo e decidiamo di andare a Key West. Da
Pompano Beach sono più di 600Km andata e ritorno, è dura, il sole è spietato, ma ne vale la
pena. Siccome qui si può facciamo i bulli e viaggiamo senza casco, la velocità è moderata, la
strada è ad una corsia con divieto di sorpasso, ci ustioniamo. Ma è bellissimo attraversare questo
arcipelago collegato da un’infinità di ponti, in alcuni punti siamo proprio sospesi sul mare.Le isole
sono a tratti verdi a tratti brulle, ci sono club nautici ovunque, Key West è ricca di turisti,
tantissimi sono i negozietti di artigianato, vediamo la casa di Heminguay, una piccola passeggiata
per godere di queste bellissime casupole, una foto davanti al punto più a Sud degli Stati Uniti,
siamo ad un tiro da Cuba, ma è ora di tornare, ci accoglie il caos dell’ora di punta a Miami...
La mattina la dedichiamo alla visita delle Everglades. Questa regione sub tropicale è un’immensa
estensione di paludi ed acquitrini. Noi, con Paola e Francesco, ci concediamo un giro su
un’assordante airboat tra le mangrovie ed i canneti di questo intricatissimo paesaggio. Vediamo
un’infinità di gru, ibis, falchi pescatori, una tartaruga, un alligatore, ma il bello è proprio vederli
nel loro ambiente naturale. Soddisfattissimi lasciamo questo posto ed il pomeriggio lo dedichiamo
all’affollatissima Miami Beach, con la lunga spiaggia bianca, il lungomare ricco di palme,di locali e
di gente, con la casa di Versace.Ci concediamo una pausa fino a sera, la cena è in un locale
americanissimo, pieno di schermi sintonizzati su diverse partite di baseball, muri colorati,scritte al
neon, bancone da saloon e nemmeno un turista oltre noi. Salutiamo a malincuore i nostri due
amici perchè con loro siamo stati davvero bene, ma domani le nostre strade si dividono...
Ci portiamo verso la Louisiana. La tappa è di trasferimento, attraversiamo tutta questa zona
paludosa in un caldo allucinante, con un tasso di umidità altissimo, ci fermiamo a Chipley a
dormire, ma prima riportiamo la temperatura corporea ad un livello accettabile rilassandoci in
piscina. Unica nota della giornata: lungo la strada incrociamo un trike, è una honda goldwing
gialla trasformata...
A New Orleans cerchiamo un albergo nel quartiere francese, ci liberiamo di moto e bagagli per
uscire a fare una passeggiata e ci ritroviamo subito sul maestoso Mississippi, prendiamo 2 biglietti
per la crociera e siamo a bordo di un bellissimo battello a pale con tanto di cena dai sapori creoli e
la Jazz Band che non può mancare. E’ proprio così che mi immaginavo il primo incontro con
questa città...Torniamo a terra alle 21.00 e ci immergiamo nell’atmosfera caotica di Bourbon
Street,nel cuore del quartiere francese, piena di locali a luci rosse, negozi vudù, e bar dove si può
ascoltare dal vivo musica di tutti i generi...C’è tantissima gente allegra e festaiola, non è difficile
farsi trasportare da quest’onda...
La mattina ripercorriamo le orme della sera per gustarci quello che non potevemo vedere bene al
buio: le bellissime e famose ringhiere lavorate dei balconi, le costruzioni in stile spagnolo, le
piazze...Ogni angolo è una cartolina. Lasciamo la città non prima di percorrere in moto i viali
alberati del Garden District per ammirare le case padronali in stile georgiano. Uscendo dalla città
percorriamo la riva del Mississippi lungo la quale si trovano gli antichi possedimenti e le
piantagioni di cotone. Raggiungiamo in serata Shreveport.
(mentre scrivo New Orleans sta passando un duro periodo per il disastro causato dall’uragano
Katrina, mi rendo conto che molte delle cose che ho visto oggi non ci sono più, il mio piccolo
pensiero va a tutte le vittime)
Raggiungiamo Dallas e subito visitiamo il museo del Sesto Piano, creato nel deposito di libri da
cui spararono a Kennedy, c’e la vita di Kennedy, la morte, le inchieste, si rivive tutto attraverso
foto e filmati e c’è anche a disposizione una comoda audioguida in italiano. E’ fatto bene ma il
taglio è chiaramente quello ufficiale del governo americano.Il pranzo è nell’ Hard Rock Cafe’ della
città, il primo e più grande ad essere stato costruito qui negli Stati Uniti. L’edificio è quello di una
chiesa sconsacrata, con tanto di cupola e piano soppalcato in legno, con finestroni colorati ed
un’immensità di cimeli. Chitarre, abiti, dischi appartenuti a miti del rock di tutti i tempi...Nel
pomeriggio visitiamo l’Old City Park, in esso sono contenute le ricostruzioni in scala naturale di
case americane di diverse epoche, tutte arredate e con figuranti vestiti con abiti d’epoca,c’è
anche una stazione ferroviaria, una banca...lasciamo Dallas e pernottiamo a Whichita Falls.
Oggi è tutto Texas: mandrie di vacche nei pascoli a perdita d‘occhio, ranch, campi arati in
continua e ripetitiva successione, ogni tanto vediamo qualche pozzo petrolifero. Qui in Texas ci si
può veramente fare un’idea di che cosa siano i vasti spazi
americani.Arriviamo ad Amarillo e qui incontriamo per la prima volta la mitica Route 66 che
collega Chicago a Santa Monica.Cerchiamo i vecchi localini storici, i negozietti particolari poi
uscendo dalla città ci fermiamo al Cadillac Ranch, 10 Cadillac sono sepolte in fila, a cofano in giù
e pinne in alto seguendo la stessa angolazione delle piramidi di Giza. E’ un omaggio alla storica
strada. Ripartiamo e raggiungiamo Santa Rosa dove pernottiamo.
Santa Fe ci affascina e ci conquista in un istante, i nativi d’America qui sono presenti con tutte le
loro tradizioni: lo si può notare nelle costruzioni, nei vestiti, negli oggetti di artigianato. Nella
piazza centrale della città c’è un vero e proprio mercatino permanente dove mille colori e
manufatti rapiscono l’attenzione di ogni turista. Le case qui sono tutte in adobe color terra e
legno,stile pueblo, i portici variopinti di targhe fatte a mano. La chiesa, mi ha stupito, è dedicata a
S.Francesco d’Assisi,è in stile romanico e si discosta un po’ dal resto dell’architettura. A
malincuore lasciamo Santa Fe e ci dirigiamo verso Albuquerque, in questo tratto di strada sono
disseminati diversi pueblos, piccoli villaggi per lo più abitati da indiani della famiglia Pueblo, tribù
Apache e Navajo, in cui é vietato filmare o fare foto, sono comunità molto piccole e riservate che
tollerano i turisti a patto che questi rispettino alcune norme di buon comportamento, è proprio
un’altra America...Raggiungiamo Holbrook, con le luci del pomeriggio e ci gustiamo i colori del
Deserto Dipinto e della Foresta Pietrificata: il primo è un vasta distesa di colline colorate dal
rosso al bianco che sembra la tavolozza di un pittore, la seconda sono alberi fossilizzati che tra i
cerchi concentrici del loro fusto fanno foggia di pietre e cristalli di mille colori, è una spettacolo
reso ancor più bello dalla luce rossa del sole al tramonto.
Partiamo per la Monument Valley ma durante il percorso non possiamo certo omettere di visitare
il Canyon de Chelly, è bellissimo, molto vasto, con vari punti panoramici, si vedono pareti a
strapiombo alte 300m in cui sono incastonate costruzioni indiane primitive come fossero pietre
preziose, qui troviamo molti nativi con il loro artigianato: sono Navajos. E’ una giornata di sole, i
colori del canyon sono apprezzati totalmente. Lasciamo questo posto incantevole e proseguiamo
per la mitica Monument Valley. Prima di raggiungerla dobbiamo fermarci ad aspettare: il tempo è
cambiato, c’è un vero diluvio con vento a raffica ed un freddo cane...13°C...ma siamo fiduciosi, la
nostra pazienza viene premiata dalle foto mitiche!!! La sera pernottiamo a Page ma ci arriviamo
stanchi ed affranti dopo altri chilometri di freddo e acqua, ma non importa...
Da Page partono molte escursioni, da noi già fatte precedentemente, questa volta siamo qui per
l’Antelope Canyon: è un tunnel lungo e stretto scavato nella roccia dall’acqua attraverso i secoli,
le pareti sono alte una trentina di metri , arrotondate, sembra la traccia lasciata da un enorme
serpente. Il sole quando è a picco su questa spaccatura rende visibili gli strati delle diverse
tonalità di arancione che colorano queste rocce. Penso che per un fotografo questo sia un posto
magico ed assolutamente unico, qui si possono fare foto davvero fantastiche con qualsiasi
macchina. E’ territorio indiano, le visite sono possibili solo con il consenso dei Navajos, fanno da
guida e spiegano tutti i segreti di questo canyon...Proseguiamo verso Flagstaff, ad un distributore
notiamo ferme molte moto italiane, le guardiamo bene...ma sì,sono loro! Il gruppo che abbiamo
lasciato a New York!..Ci fermiamo un po’ con loro, se ci fossimo dati appuntamento non ci
saremmo trovati così facilmente, ci scambiamo qualche impressione di viaggio e diamo loro
l’arrivederci a San Francisco...Pernottiamo a Kingman.
Il tratto Kingman-Needles invece dell’autostrada scegliamo di farlo percorrendo la Route 66 che
qui non è interrotta o sostituita dalle Freeway... la strada qui è bellissima, forse un po’ stretta, a
volte un po’ sporca, ma finalmente un po’ tortuosa...si arrampica fra le montagne e ci offre uno
spettacolo stupendo, in mezzo a questa distesa di cactus molto particolari troviamo un vecchio
distributore di benzina ormai in disuso ma con le pompe belle lucide lì pronte a farsi
fotografare.Attraversiamo il deserto Mojave in un caldo soffocante, per me è il tratto più pesante
dell’intero viaggio anche se un caldo torrido ma molto più umido lo avevamo già trovato tra la
Florida e l’Alabama. Attraversiamo Los Angeles e arriviamo a Santa Monica, alla fine della Route
66.Ecco ! Il nostro viaggio ha raggiunto il suo scopo: dall’Atlantico siamo approdati al
Pacifico...La serata scorre piacevole, passeggiando sulla spiaggia, sul lungomare pieno di palme,
nelle vie pedonali ricche di vetrine, localini, e di artisti di strada che ballano, cantano, suonano...
Curiosiamo lungo la costa fino a Venice poi ci dirigiamo verso Hollywood: ci arriviamo dopo aver
percorso le strade di Beverly Hills, Bel Air, Rodeo Drive e il Sunset Boulevard. Leggiamo le stelle
dedicate alle star del mondo dello spettacolo, davanti al Teatro Cinese ammiriamo le orme e le
impronte famose in tutto il mondo, ci divertiamo a guardare i vari sosia che si prestano per una
foto...poi cerchiamo la scritta sulla collina...foto e via! Cominciamo a risalire la costa californiana
ed arriviamo a Lompoc.Siamo un po’ all’interno, un po’ in montagna , fa freddo ... ma il bello di
questo paese è che molte case sono ricoperte da bellissimi murales, sono quadri giganteschi, ad
ogni angolo se ne scopre uno, sono davvero tanti.
La giornata è interamente dedicata alla costa californiana, sulla Freeway 1 che corre tutta a picco
sul mare, risaliamo fino a Santa Cruz. La strada è storica e conosciuta come El Camino Real, le
tappe di questo percorso sono missioni francescane costruite nel 1700 per gli Indiani dagli Indiani
convertiti.Il tempo è bello solo se ci si allontana dall’oceano, sulla costa stazionano nuvole basse
che dipingono tutto di atmosfera autunnale ed i 14 gradi non ci mollano mai...ma il paesaggio è
stupendo, la costa rocciosa e selvaggia ci offre la vista di leoni marini, falchi, scoiattoli e persino
di una balena in mare aperto!Ogni tanto fanno capolino piccole baie con spiagge che forse con un
po’ di sole sarebbero state molto invitanti, pazienza. Incontriamo un gruppo di Olandesi alla guida
di auto d’epoca: hanno spedito le auto dall’Olanda ed hanno fatto il Coast to Coast sulla Route 66
su questi cimeli...95 equipaggi...c’è chi è indiscutibilmente più pazzo di noi...ci fermiamo a Santa
Cruz, domani sarà il nostro ultimo giorno in sella...
Eccoci a S.Francisco, il nostro primo pensiero è quello di raggiungere il Golden Gate per scattare
ancora una volta foto mitiche!! Giriamo un po’ prima di riuscire a trovare il posto che ci sembra
adatto, speriamo anche che esca il sole ad illuminarci questo spettacolare ponte ma ci dobbiamo
accontentare del cielo grigio, ci godiamo questo ultimo giorno da centauri girovagando per il
centro, dopo una passeggiata raggiungiamo l’albergo dove, prima di sera, ci riuniamo con il
gruppo. La sera ceniamo con alcuni di loro e ci raccontiamo le diverse esperienze di viaggio.
Salutiamo la nostra moto, la rivedremo in ottobre, trascorriamo tutto il giorno a S.Francisco,
scendiamo le Russian Hills con il caratteristico tram di questa città, il Cable Car, passeggiamo
lungo il Fischerman’s Warf, l’affollatissimo molo dei pescatori pieno di ristoranti e di banchi che,
come fast food, ti offrono panini con gamberetti, polpa di granchio, aragosta...Il Pier 39 invece è
pieno di negozi di tutti i tipi. La baia ospita anche una numerosissima colonia permanente di leoni
marini.Il tramonto è su Alcatraz e sul Golden Gate. Ceniamo con tutto il gruppo, la specialità del
posto è la Granceola...e noi ci sacrifichiamo....
Non è certamente un viaggio adatto a chi ha bisogno di riposarsi, solo 4 volte ci siamo fermati
nello stesso posto per più di 1 notte, i bagagli non li abbiamo quasi mai disfati del tutto, abbiamo
percorso 9700km in 3 settimane, attraversato 17 stati : New York, New Jersey, Delaware,
Maryland, District of Columbia, Virginia, North Carolina, South Carolina, Georgia, Florida,
Alabama, Mississippi , Louisiana, Texas, New Mexico, Arizona, California.E’ stato bellissimo
percorrere gli immensi spazi americani con la nostra moto, a volte anche completamente soli,
immersi nella natura, era un’esperienza che avevamo sempre sognato di fare...finalmente ci
siamo riusciti! Buon Divertimento ai prossimi!!!
Agosto 2005 - Arianna e Remo. Bergamo.