Un patto a tre per fare l`inceneritore

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Un patto a tre per fare l`inceneritore
l'Adige
Emergenza
ambientale
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TRENTO
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venerdì
31 maggio 2002
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BUFFA (AN) ATTACCA
Ci avevano tenuti all’oscuro sui contenuti
Tullio Buffa è scatenato.
Quello che c’è scritto nel patto parasociale sottofirmato dai
Comuni di Trento e Rovereto
e dall’Asm Brescia in qualità
di soci di Trentino Servizi offre al capogruppo di Alleanza
Nazionale il destro per proseguire nella sua battaglia contro l’inceneritore. Soprattutto
se confrontato con quello che
invece non c’è scritto nella delibera con con due mesi prima
i consigli comunali del capoluogo e della città della Quercia avevano aperto le porte alla società bresciana. In quella
delibera vengono riassunti in
dieci punti i contenuti del patto in predisposizione ma non
si cita l’impegno per il termoutilizzatore. «Di fronte a una
scelta di questo tipo si doveva
essere più trasparenti, sento
puzza di inganno» commenta.
Buffa si accalora commen-
tando un altro passaggio delicato, laddove si dice che Trentino Servizi dovrà essere protagonista nella realizzazione
dell’impianto. «Mi chiedo se
questo significhi che la Sit, a
cui la Provincia ha dato la delega, stia preparando l’appalto per la sua controllante» dice.
Infine l’attacco al sindaco Pacher: «Mi sconcerta la sua posizione camaleontica. Di fron-
te alle prime perplessità sull’inceneritore aveva ribadito
con forza la scelta, poi ha fatto marcia indietro ma evidentemente aveva dimenticato
questo patto. E questo è politicamente gravissimo. Mi chiedo se si ricorda quello che firma. Inoltre nel patto si parla
sempre di realizzazione degli
impianti, e non di gestione. Mi
chiedo se sia questo il vero business a cui puntano».
Tullio Buffa (An)
Un patto a tre per fare l’inceneritore
Sottoscritto da Pacher, Maffei e Capra
quando Asm entrò in Trentino Servizi
di FRANCO GOTTARDI
La frase
di Trento, Comune di Rove“reto...Comune
e Asm Brescia spa concordano nel ritenere necessario compiere tutte le opportune attività per consentire il futuro
sviluppo della Trentino Servizi e in particolare per consentire che quest’ultima
partecipi, nelle forme tecniche che verranno stabilite, ad alcune iniziative locali
tra cui la realizzazione del termoutilizzatore dei rifiuti solidi urbani e dell’impianto di teleriscaldamento di Trento...
“
La realizzazione di un inceneritore di rifiuti è uno dei
capisaldi dell’accordo che ha
fatto entrare la Asm Brescia
nella compagine sociale di
Trentino Servizi. Lo dice il
patto parasociale siglato a Rovereto il 7 settembre dell’anno scorso. Quel giorno il sindaco Alberto Pacher per il Comune di Trento, Roberto Maffei per quello di Rovereto e il
presidente dell’Asm, Renzo
Capra, firmarono il contratto
di compravendita e, a parte,
il patto. Una prassi normale
tra soci che intendono prendere precisi impegni nella
conduzione della società precisandone alcune regole di
funzionamento e alcuni indirizzi strategici. Il problema è
che, oggi che si è riaperto il
dibattito sulla raccolta dei rifiuti e l’impianto di smaltimento finale, questo impegno
diventa un macigno, un elemento fortemente condizionante. C’è infatti da chiedersi come reagirebbe la società
bresciana se il Comune, in
violazione del patto, decidesse di spingere in una direzione diversa rispetto al termoutilizzatore. Insomma, di
fronte a una società che per
entrare a certe condizioni in
Trentino Servizi ha sborsato
più di 50 milioni di euro, è evidente che la posizione del sindaco e della giunta comunale è quantomeno imbarazzante.
Il patto parasociale affronta inizialmente questioni tecniche quali la spartizione delle cariche sociali, i diritti di
prelazione, l’eventuale ingresso in Trentino Servizi spa
di nuovi soci. Ma la parte «politicamente» più interessante
è il capitolo 7, intitolato «unità
di intenti nell’azione sociale».
In particolare al punto 2 si
esprime l’obbligo reciproco
delle parti «ad operare, tanto
nello specifico ruolo di azio-
La frase è contenuta nelle
premesse del patto parasociale
sottoscritto il 7 settembre 2001.
A sinistra il momento della firma.
nisti quanto rispettivamente
nei relativi ruoli istituzionale
ed imprenditoriale, affinché
Trentino Servizi spa si proponga di partecipare ed operi, con le modalità opportune ed adeguate alla propria
struttura, per essere prota-
gonista delle iniziative locali
di rilievo nel settore dei servizi pubblici a rilevanza imprenditoriale, tra esse incluse la realizzazione di termoutilizzatori per rifiuti solidi urbani, impianti di teleriscaldamento...» Impianti che
nella premessa si prevede
esplicitamente di realizzare
a Trento. I passaggi chiave qui
sono due. Il primo è l’impegno anche sul piano istitu-
L’impegno
rischia di
impedire scelte
alternative
Nell’accordo
spunta anche
la rete di teleriscaldamento
CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE NELLE SCUOLE
Più differenziata con «Renetto»
Ha avuto luogo in Piazza Cesare Battisti la manifestazione conclusiva del Progetto Renetto, ultimo atto di una serie di
eventi che hanno visto impegnate durante tutto l’anno scolastico varie scuole elementari e medie del comune di Trento.
720 studenti sono stati coinvolti in un ciclo di lezioni sull’educazione ambientale
(698 ore), integrate in classe dalla proiezione di documentari tematici e da laboratori creativi svolti con l’ausilio di materiale di recupero. Il testimonial del progetto è Renetto (re - netto, cioè pulito), una
mela che nel nome richiama sia un prodotto caratteristico della nostra terra che
il desiderio di ripulire la natura in cui viviamo, troppo spesso inquinata da scor-
rette abitudini quotidiane come quelle di
gettare ogni sorta di rifiuto nello stesso
cassonetto, senza permetterne cioè un futuro riutilizzo; da qui lo slogan «Il rifiuto
non lo getto, parola di Renetto». Ad occupare il centro della piazza, quattro raccoglitori colorati per la raccolta differenziata. A completare lo spazio espositivo,
lo stand della Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile, quello a cura della Provincia di Rovigo, un laboratorio creativo, un percorso
giochi e l’aulabus dell’Atesina. In questa
operazione di educazione ambientale si è
posto l’accento sul bisogno di sviluppare
un atteggiamento maggiormente sensibile verso la natura, sensibilizzando alla rac-
colta differenziata ed al bisogno di mutare radicalmente i comportamenti personali tramite la presa di coscienza dell’importanza di ogni nostra singola azione. La Rete trentina di educazione ambientale, nata nel 1999 grazie ad apposita legge provinciale, è organizzata in quattro centri denominati «laboratori territoriali» (Giudicarie, Valle dell’Adige, Bassa
Valsugana e Tesino, Alto Garda e Ledro),
che svolgono attività per la scuola e per
gli enti locali. All’organizzazione dell’evento ha collaborato la Provincia di Rovigo, promotrice del sistema didattico denominato RIFIUTO, acronimo di «risorsa
ideale futura in una terra ospitale».
A.B.
zionale a favorire la scelta, il
secondo è la presenza di un
impianto di teleriscaldamento, una scelta che fino ad oggi era stata rappresentata più
come ipotesi che come impegno preciso.
I patti furono siglati oltre
un anno dopo il via libera del
consiglio comunale alla realizzazione di un impianto tecnologico di smaltimento a
Ischia Podetti. Sono perciò
tutto sommato coerenti con
quell’indirizzo. Ma mentre le
scelte politiche, di fronte a
novità legislative o tecniche
o semplicemente ad una maggior consapevolezza dell’opinione pubblica, possono
sempre essere ridiscusse e
cambiate, gli impegni economici e societari pongono vincoli diversi e fors’anche maggiori.
Nelle pieghe del patto c’è
poi un passaggio che, stando
all’interpretazione letterale,
suscita perplessità. Non si capisce infatti se l’essere «protagonista nella realizzazione
del termoutilizzatore», auspicato per Trentino Servizi,
significhi mettere in corsa la
società per la gara d’appalto.
Nel qual caso sorgerebbero
dubbi sull’opportunità di affidare alla Sit, che è una controllata di Trentino Servizi, il
compito di predisporre il bando per la preparazione della
gara stessa.
Il documento, che in quanto sottoscritto dal Comune e
riguardante una società da esso controllata è atto pubblico, era rimasto per mesi sconosciuto ai più. Della sua esistenza si sapeva, non foss’altro perché preannunciata nella delibera con cui, due mesi
prima della firma, i consigli
comunali di Trento e Rovereto avevano detto sì alla scelta di Asm Brescia come partner forte in Trentino Servizi.
Ma nei dieci punti preannunciati non si citavano assolutamente termovalorizzatore
e teleriscaldamento.
Chiesto un piano straordinario per arrivare al 50%, fare la bioessiccazione e ridurre il trattamento termico al minimo
Un piano straordinario per affrontare l’emergenza rifiuti con
uno sforzo eccezionale per aumentare drasticamente la raccolta differenziata e per attivare tutti i sistemi possibili, compresa la bioessiccazione, per far
arrivare una percentuale ridotta ai minimi termini di rifiuto da
bruciare al termine della filiera.
È la richiesta che i responsabili cittadini di Progetto Rete, Democratici di sinistra, Confronto Sociale e Solidarietà fanno al
presidente della giunta provinciale Dellai in un’articolata lettera inviata ieri.
«In Trentino purtroppo - scrivono Stefano Bombace, Sara
Ferrari, Paolo Larentis e Germano Livio - questa precisa gerarchia di interventi non è stata ancora attuata: di riduzione
poco si parla, la raccolta differenziata è ferma al 16%, mentre
lo smaltimento nelle discariche
ormai sature avviene attualmente mediante l’imballaggio
La sinistra cittadina incita Dellai
Lettera di Progetto Rete, Ds, Confronto sociale e Solidarietà
I cassonetti usati in Bolghera
dei rifiuti. Questa radiografia è
preoccupante perché in controtendenza rispetto ad altre
realtà italiane che, di fronte ad
emergenze anche più gravi della nostra, hanno adottato misure eccezionali per favorire i
sistemi alternativi allo smaltimento». I quattro partiti della
sinistra sono convinti che, se si
procede con convinzione, nel
giro di un paio d’anni, e non in
cinque come prevede la Provincia, si possa comunque arrivare al 50% di riciclaggio.
«Quando Le chiediamo maggiore ambizione - dicono - non
pensiamo solo alle percentuali
di raccolta. Pensiamo soprattutto alla ricerca e all’indivi-
duazione di strategie realmente moderne: oggi in Italia la raccolta differenziata efficace e innovativa non è quella che sollecita esclusivamente la buona
volontà dei cittadini attraverso
campagne di sensibilizzazione
e la collocazione di qualche
"campana". Oggi, laddove la differenziata raggiunge livelli eccezionali (come, tra l’altro, in
Bolghera a Trento), è stato completamente rivoluzionato il procedimento di raccolta, togliendo la possibilità di conferire il
sacchetto tal quale nel classico
cassonetto dell’indifferenziato
ed offrendo ai cittadini un sistema comodo e funzionale per
la differenziazione dei rifiuti. In
pochi mesi anche il Trentino potrebbe raggiungere risultati
eclatanti, perché non v’è dubbio alcuno che, sotto la spinta
più determinata e convinta del
Suo Governo, la sensibilità ambientale e l’amore dei trentini
per la propria terra rappresentano garanzie di sicuro successo nel raggiungimento di livelli
da primato nella sfida del riciclaggio. Un primato che non sarebbe solo funzionale alla diminuzione dei rifiuti da smaltire in discarica, ma che servirebbe immediatamente a promuovere l’immagine, senza dubbio turisticamente attraente, di
una provincia virtuosa e coerente alla sua fama di comunità
attenta alla sostenibilità ambientale, alla qualità della vita
e alla salvaguardia del suo inestimabile patrimonio naturale».
La lettera conclude esprimendo perplessità sul fatto che
la scelta dell’inceneritore e delle sue dimensioni sia avvenuta
ancor prima dell’approvazione
del piano di smaltimento e auspica un ripensamento: «Oggi
in Italia esistono strategie di
smaltimento che, rispetto al sistema di incenerimento tout
court, sono tendenzialmente
meno onerose per le casse pubbliche, meno dispendiose nei
costi di gestione, ugualmente
efficienti e sicure, ma anche meno impattanti. Sono soluzioni
tecnologiche che armonizzano
la presenza di impianti di differenziazione e ulteriore recupero dei rifiuti, come quelli di
bioessicazione, con un termodistruttore di ridotte dimensioni a garanzia della chiusura
del ciclo in loco».