Un patto a tre per fare l`inceneritore
Transcript
Un patto a tre per fare l`inceneritore
l'Adige Emergenza ambientale Cronaca di TRENTO REDAZIONE: FAX: 0461 - 886111 0461 - 886263 E-MAIL: [email protected] venerdì 31 maggio 2002 15 BUFFA (AN) ATTACCA Ci avevano tenuti all’oscuro sui contenuti Tullio Buffa è scatenato. Quello che c’è scritto nel patto parasociale sottofirmato dai Comuni di Trento e Rovereto e dall’Asm Brescia in qualità di soci di Trentino Servizi offre al capogruppo di Alleanza Nazionale il destro per proseguire nella sua battaglia contro l’inceneritore. Soprattutto se confrontato con quello che invece non c’è scritto nella delibera con con due mesi prima i consigli comunali del capoluogo e della città della Quercia avevano aperto le porte alla società bresciana. In quella delibera vengono riassunti in dieci punti i contenuti del patto in predisposizione ma non si cita l’impegno per il termoutilizzatore. «Di fronte a una scelta di questo tipo si doveva essere più trasparenti, sento puzza di inganno» commenta. Buffa si accalora commen- tando un altro passaggio delicato, laddove si dice che Trentino Servizi dovrà essere protagonista nella realizzazione dell’impianto. «Mi chiedo se questo significhi che la Sit, a cui la Provincia ha dato la delega, stia preparando l’appalto per la sua controllante» dice. Infine l’attacco al sindaco Pacher: «Mi sconcerta la sua posizione camaleontica. Di fron- te alle prime perplessità sull’inceneritore aveva ribadito con forza la scelta, poi ha fatto marcia indietro ma evidentemente aveva dimenticato questo patto. E questo è politicamente gravissimo. Mi chiedo se si ricorda quello che firma. Inoltre nel patto si parla sempre di realizzazione degli impianti, e non di gestione. Mi chiedo se sia questo il vero business a cui puntano». Tullio Buffa (An) Un patto a tre per fare l’inceneritore Sottoscritto da Pacher, Maffei e Capra quando Asm entrò in Trentino Servizi di FRANCO GOTTARDI La frase di Trento, Comune di Rove“reto...Comune e Asm Brescia spa concordano nel ritenere necessario compiere tutte le opportune attività per consentire il futuro sviluppo della Trentino Servizi e in particolare per consentire che quest’ultima partecipi, nelle forme tecniche che verranno stabilite, ad alcune iniziative locali tra cui la realizzazione del termoutilizzatore dei rifiuti solidi urbani e dell’impianto di teleriscaldamento di Trento... “ La realizzazione di un inceneritore di rifiuti è uno dei capisaldi dell’accordo che ha fatto entrare la Asm Brescia nella compagine sociale di Trentino Servizi. Lo dice il patto parasociale siglato a Rovereto il 7 settembre dell’anno scorso. Quel giorno il sindaco Alberto Pacher per il Comune di Trento, Roberto Maffei per quello di Rovereto e il presidente dell’Asm, Renzo Capra, firmarono il contratto di compravendita e, a parte, il patto. Una prassi normale tra soci che intendono prendere precisi impegni nella conduzione della società precisandone alcune regole di funzionamento e alcuni indirizzi strategici. Il problema è che, oggi che si è riaperto il dibattito sulla raccolta dei rifiuti e l’impianto di smaltimento finale, questo impegno diventa un macigno, un elemento fortemente condizionante. C’è infatti da chiedersi come reagirebbe la società bresciana se il Comune, in violazione del patto, decidesse di spingere in una direzione diversa rispetto al termoutilizzatore. Insomma, di fronte a una società che per entrare a certe condizioni in Trentino Servizi ha sborsato più di 50 milioni di euro, è evidente che la posizione del sindaco e della giunta comunale è quantomeno imbarazzante. Il patto parasociale affronta inizialmente questioni tecniche quali la spartizione delle cariche sociali, i diritti di prelazione, l’eventuale ingresso in Trentino Servizi spa di nuovi soci. Ma la parte «politicamente» più interessante è il capitolo 7, intitolato «unità di intenti nell’azione sociale». In particolare al punto 2 si esprime l’obbligo reciproco delle parti «ad operare, tanto nello specifico ruolo di azio- La frase è contenuta nelle premesse del patto parasociale sottoscritto il 7 settembre 2001. A sinistra il momento della firma. nisti quanto rispettivamente nei relativi ruoli istituzionale ed imprenditoriale, affinché Trentino Servizi spa si proponga di partecipare ed operi, con le modalità opportune ed adeguate alla propria struttura, per essere prota- gonista delle iniziative locali di rilievo nel settore dei servizi pubblici a rilevanza imprenditoriale, tra esse incluse la realizzazione di termoutilizzatori per rifiuti solidi urbani, impianti di teleriscaldamento...» Impianti che nella premessa si prevede esplicitamente di realizzare a Trento. I passaggi chiave qui sono due. Il primo è l’impegno anche sul piano istitu- L’impegno rischia di impedire scelte alternative Nell’accordo spunta anche la rete di teleriscaldamento CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE NELLE SCUOLE Più differenziata con «Renetto» Ha avuto luogo in Piazza Cesare Battisti la manifestazione conclusiva del Progetto Renetto, ultimo atto di una serie di eventi che hanno visto impegnate durante tutto l’anno scolastico varie scuole elementari e medie del comune di Trento. 720 studenti sono stati coinvolti in un ciclo di lezioni sull’educazione ambientale (698 ore), integrate in classe dalla proiezione di documentari tematici e da laboratori creativi svolti con l’ausilio di materiale di recupero. Il testimonial del progetto è Renetto (re - netto, cioè pulito), una mela che nel nome richiama sia un prodotto caratteristico della nostra terra che il desiderio di ripulire la natura in cui viviamo, troppo spesso inquinata da scor- rette abitudini quotidiane come quelle di gettare ogni sorta di rifiuto nello stesso cassonetto, senza permetterne cioè un futuro riutilizzo; da qui lo slogan «Il rifiuto non lo getto, parola di Renetto». Ad occupare il centro della piazza, quattro raccoglitori colorati per la raccolta differenziata. A completare lo spazio espositivo, lo stand della Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile, quello a cura della Provincia di Rovigo, un laboratorio creativo, un percorso giochi e l’aulabus dell’Atesina. In questa operazione di educazione ambientale si è posto l’accento sul bisogno di sviluppare un atteggiamento maggiormente sensibile verso la natura, sensibilizzando alla rac- colta differenziata ed al bisogno di mutare radicalmente i comportamenti personali tramite la presa di coscienza dell’importanza di ogni nostra singola azione. La Rete trentina di educazione ambientale, nata nel 1999 grazie ad apposita legge provinciale, è organizzata in quattro centri denominati «laboratori territoriali» (Giudicarie, Valle dell’Adige, Bassa Valsugana e Tesino, Alto Garda e Ledro), che svolgono attività per la scuola e per gli enti locali. All’organizzazione dell’evento ha collaborato la Provincia di Rovigo, promotrice del sistema didattico denominato RIFIUTO, acronimo di «risorsa ideale futura in una terra ospitale». A.B. zionale a favorire la scelta, il secondo è la presenza di un impianto di teleriscaldamento, una scelta che fino ad oggi era stata rappresentata più come ipotesi che come impegno preciso. I patti furono siglati oltre un anno dopo il via libera del consiglio comunale alla realizzazione di un impianto tecnologico di smaltimento a Ischia Podetti. Sono perciò tutto sommato coerenti con quell’indirizzo. Ma mentre le scelte politiche, di fronte a novità legislative o tecniche o semplicemente ad una maggior consapevolezza dell’opinione pubblica, possono sempre essere ridiscusse e cambiate, gli impegni economici e societari pongono vincoli diversi e fors’anche maggiori. Nelle pieghe del patto c’è poi un passaggio che, stando all’interpretazione letterale, suscita perplessità. Non si capisce infatti se l’essere «protagonista nella realizzazione del termoutilizzatore», auspicato per Trentino Servizi, significhi mettere in corsa la società per la gara d’appalto. Nel qual caso sorgerebbero dubbi sull’opportunità di affidare alla Sit, che è una controllata di Trentino Servizi, il compito di predisporre il bando per la preparazione della gara stessa. Il documento, che in quanto sottoscritto dal Comune e riguardante una società da esso controllata è atto pubblico, era rimasto per mesi sconosciuto ai più. Della sua esistenza si sapeva, non foss’altro perché preannunciata nella delibera con cui, due mesi prima della firma, i consigli comunali di Trento e Rovereto avevano detto sì alla scelta di Asm Brescia come partner forte in Trentino Servizi. Ma nei dieci punti preannunciati non si citavano assolutamente termovalorizzatore e teleriscaldamento. Chiesto un piano straordinario per arrivare al 50%, fare la bioessiccazione e ridurre il trattamento termico al minimo Un piano straordinario per affrontare l’emergenza rifiuti con uno sforzo eccezionale per aumentare drasticamente la raccolta differenziata e per attivare tutti i sistemi possibili, compresa la bioessiccazione, per far arrivare una percentuale ridotta ai minimi termini di rifiuto da bruciare al termine della filiera. È la richiesta che i responsabili cittadini di Progetto Rete, Democratici di sinistra, Confronto Sociale e Solidarietà fanno al presidente della giunta provinciale Dellai in un’articolata lettera inviata ieri. «In Trentino purtroppo - scrivono Stefano Bombace, Sara Ferrari, Paolo Larentis e Germano Livio - questa precisa gerarchia di interventi non è stata ancora attuata: di riduzione poco si parla, la raccolta differenziata è ferma al 16%, mentre lo smaltimento nelle discariche ormai sature avviene attualmente mediante l’imballaggio La sinistra cittadina incita Dellai Lettera di Progetto Rete, Ds, Confronto sociale e Solidarietà I cassonetti usati in Bolghera dei rifiuti. Questa radiografia è preoccupante perché in controtendenza rispetto ad altre realtà italiane che, di fronte ad emergenze anche più gravi della nostra, hanno adottato misure eccezionali per favorire i sistemi alternativi allo smaltimento». I quattro partiti della sinistra sono convinti che, se si procede con convinzione, nel giro di un paio d’anni, e non in cinque come prevede la Provincia, si possa comunque arrivare al 50% di riciclaggio. «Quando Le chiediamo maggiore ambizione - dicono - non pensiamo solo alle percentuali di raccolta. Pensiamo soprattutto alla ricerca e all’indivi- duazione di strategie realmente moderne: oggi in Italia la raccolta differenziata efficace e innovativa non è quella che sollecita esclusivamente la buona volontà dei cittadini attraverso campagne di sensibilizzazione e la collocazione di qualche "campana". Oggi, laddove la differenziata raggiunge livelli eccezionali (come, tra l’altro, in Bolghera a Trento), è stato completamente rivoluzionato il procedimento di raccolta, togliendo la possibilità di conferire il sacchetto tal quale nel classico cassonetto dell’indifferenziato ed offrendo ai cittadini un sistema comodo e funzionale per la differenziazione dei rifiuti. In pochi mesi anche il Trentino potrebbe raggiungere risultati eclatanti, perché non v’è dubbio alcuno che, sotto la spinta più determinata e convinta del Suo Governo, la sensibilità ambientale e l’amore dei trentini per la propria terra rappresentano garanzie di sicuro successo nel raggiungimento di livelli da primato nella sfida del riciclaggio. Un primato che non sarebbe solo funzionale alla diminuzione dei rifiuti da smaltire in discarica, ma che servirebbe immediatamente a promuovere l’immagine, senza dubbio turisticamente attraente, di una provincia virtuosa e coerente alla sua fama di comunità attenta alla sostenibilità ambientale, alla qualità della vita e alla salvaguardia del suo inestimabile patrimonio naturale». La lettera conclude esprimendo perplessità sul fatto che la scelta dell’inceneritore e delle sue dimensioni sia avvenuta ancor prima dell’approvazione del piano di smaltimento e auspica un ripensamento: «Oggi in Italia esistono strategie di smaltimento che, rispetto al sistema di incenerimento tout court, sono tendenzialmente meno onerose per le casse pubbliche, meno dispendiose nei costi di gestione, ugualmente efficienti e sicure, ma anche meno impattanti. Sono soluzioni tecnologiche che armonizzano la presenza di impianti di differenziazione e ulteriore recupero dei rifiuti, come quelli di bioessicazione, con un termodistruttore di ridotte dimensioni a garanzia della chiusura del ciclo in loco».