ASL - Benevento Bollettino Epidemiologico n. 107
Transcript
ASL - Benevento Bollettino Epidemiologico n. 107
Dipartimento di ASL - Benevento Prevenzione Bollettino Epidemiologico n. 107 Servizio Epidemiologia e Prevenzione 0824.308 286-9 FAX 0824- 308 302 e-mail: [email protected] Qualità della Mozzarella e di altri Formaggi a base di Latte di Bufala prodotti in provincia di Benevento La tematica della sicurezza alimentare riveste per l'Unione Europea una importanza sempre maggiore, tanto da essere considerata come obiettivo primario e altamente strategico, specialmente dopo le tante emergenze alimentari (dalla "mucca pazza" alla diossina) che hanno caratterizzato gli ultimi anni, mettendo in crisi tutto il sistema agrozootecnico-alimentare occidentale con una perdita contestuale di fiducia del consumatore verso le politiche di tutela sanitaria dei vari governi. In questa ottica, è stato decido, a livello comunitario, che un approccio organico efficiente ed efficace al problema della sicurezza alimentare, doveva passare inevitabilmente attraverso l'intera catena alimentare, coniando il famoso slogan di controllo della filiera produttiva "from farm to fork", ovvero "dal campo alla tavola", in 1 modo da intercettare durante il percorso di produzione di un alimento eventuali problemi che dovessero sorgere. Basandosi su questa politica preventiva, si possono razionalizzare gli interventi sui processi di coltivazione, di allevamento e di produzione industriale, rendendoli sicuramente più efficaci e migliorandone il rapporto costo-beneficio. Sono stati, perciò, attivati sistemi di sorveglianza e monitoraggio permanenti allo scopo di fornire in continuazione dati attendibili sulla situazione sanitaria degli allevamenti, sul livello di contaminazione degli alimenti e sulle malattie alimentari registrate nell'uomo. A lungo termine, dalle analisi di queste attività e dalla consequenziale valutazione del rischio, si potranno così individuare le priorità sanitaria di un Paese e mettere in campo le adeguate politiche per tutelare la salute pubblica anche attraverso la garanzia di un adeguato livello di sicurezza alimentare. Considerato ciò, è necessario prevedere dei programmi di monitoraggio per ogni categoria di prodotti, per verificare il livello medio di contaminazione, sia essa di tipo biologico o chimico, come indicatore dell'efficacia complessiva del sistema. Uno dei prodotti alimentari di eccellenza della regione Campania è sicuramente costituito dalla "mozzarella di bufala", apprezzata e consumata in tutto il mondo, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, dal Giappone all'Australia. Allo scopo di valorizzare maggiormente tale prodotto, per l'estrema importanza che esso riveste per l'economia regionale e per la tutela della salute dei consumatori, la Regione 2 Campania, oltre ai piani di controllo ordinariamente effettuati (Piano Nazionale Alimentazione Animale, Piano Nazionale Residui, Piano di Sorveglianza sulla contaminazione da diossina) negli alimenti di origine animale, ha programmato e sta svolgendo un progetto finalizzato dall'anno 2007, il cui obiettivo prioritario è essenzialmente costituito dalla tutela della bufala mediterranea e dal controllo dei prodotti derivati dal suo latte. Infatti, con la Legge regionale n. 3/05 si è stabilito che i Servizi veterinari delle Aziende Sanitarie Locali campane interessate, devono assolutamente svolgere un piano di monitoraggio presso caseifici, prelevando "per ogni azienda di trasformazione, almeno un campione ogni dieci quintali di prodotto derivato da latte di bufala, per controlli chimico-fisici e microbiologici". Quindi, per la rilevazione e la valutazione di problematiche sanitarie evidenziate nelle specifiche filiere di produzione, bisogna raccogliere informazioni uniformi, complete e facilmente elaborabili come, in questo caso, il numero delle contaminazioni riscontrate in un dato periodo. METODOLOGIA Nell'ASL BN1, tale progetto è stato sviluppato e attuato dal Servizio Veterinario di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche, che, considerata la notevole valenza sanitaria della problematica, vede attualmente impegnati per questo piano sei dirigenti veterinari, un tecnico della prevenzione ed una unità amministrativa, con il supporto tecnico-scientifico, per le analisi dei prodotti campionati, dell'Istituto 3 Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici (NA) attraverso la propria sede centrale e la sezione periferica di Benevento. Nell'ASL BN1, il cui territorio coincide con l'intera provincia sannita, il numero dei caseifici che producono formaggi a base di latte di bufala è minimo ed è diminuito, inoltre, a causa della crisi economica che ha colpito anche il settore agro-zootecnico, dai sei del 2007 ai quattro attualmente in produzione (tre in Valle Telesina ed uno alla periferia del capoluogo), mentre sono presenti 13 allevamenti bufalini (concentrati in Valle Caudina, nell'Alto Tammaro ed in Valle Telesina) per un numero totale di circa 1.500 capi. Inoltre, la nostra provincia avendo solo tre comuni che fanno parte del "Consorzio della mozzarella di bufala campana DOP", del cui marchio si possono fregiare le province di Caserta, Salerno, parte di quella di Napoli ed alcuni comuni del Lazio, della Puglia e del Molise, non ha ancora messo in campo iniziative e politiche organiche di progettualità e sviluppo di tale settore lattiero-caseario. Nonostante ciò, dall'inizio del monitoraggio ad oggi, sono stati effettuati 305 campioni di prodotti derivati dal latte di bufala (fig. 1), per la gran parte costituiti da mozzarella mista (latte bufalino con latte vaccino) e, per una minima percentuale, da mozzarella intera di bufala e da formaggi semi-stagionati misti (fig. 2). 4 Fig. 1 campioni 60 2007 142 campioni 2008 19 campioni 2010 84 campioni 2009 Fig. 2 10,0% 10,0% mozzarella mista mozzarella di bufala formaggi semi stagionati 80,0% Tali prodotti, per essere destinati al consumo umano, devono essere salubri e non pericolosi per la salute, per cui i produttori devono mettere in atto tutte le procedure necessarie previste dalle norme vigenti per ridurre il rischio di malattie alimentari ad un livello minimo accettabile. In questa ottica, il piano di monitoraggio è stato sviluppato 5 per la ricerca di microorganismi, di contaminanti chimici e di sostanze non autorizzate nella produzione dei derivati dal latte di bufala. RISULTATI L’attività fin ora svolta si può compendiare con i successivi grafici, distinti per numero di campioni effettuati per la determinazione di parametri microbiologici (fig. 3) e di parametri chimici o fisici (fig. 4). Numero di campioni per ricerca germi (Fig. 3) 70 60 50 40 30 20 10 B ru ce lla Is ta fil .C oa Y er g. si ni a En te r. O LI E .C S al m on el la Li st er ia C M am . py lo ba ct er N um er o di ca m pi on ip er ric er ca ge rm i 0 Numero di campioni per parametri chimici (Fig. 4) 30 25 20 15 10 5 0 Diossine Grasso s secco Furosina Identif icazione di specie 6 Fosf . Alcal. Pesticidi CONCLUSIONI I risultati del monitoraggio sono da considerarsi ampiamente positivi, in quanto su 305 analisi si sono avute solo quattro non conformità (1,31%), tutte riconducibili ad una presenza eccessiva di enterobatteri sui prodotti pronti per la commercializzazione (fig. 5), considerando anche i due caseifici lavorano, regolarmente autorizzati, solo latte non sottoposto a pastorizzazione. Risultati del monitoraggio (Fig. 5) 1,31% 98,69% Campioni positivi (E.COLI) Campioni negativi Inoltre, tali germi, per se indicatori di insufficiente igiene nel ciclo produttivo, raramente causano tossinfezione nei paesi industrializzati dove le condizioni igieniche sono ampiamente soddisfacenti, per cui vengono annoverati dalle norme sanitarie comunitarie come “indicatori di processo” e non particolarmente rilevanti per la sicurezza alimentare. 7 Tale risultato è in linea con quello nazionale, in quanto non sono molto frequenti i focolai di tossinfezioni alimentari legati al consumo di formaggi, sia se prodotti con latte termizzato, sia a latte crudo. Se pur limitata come numero di analisi effettuate, questa prima fase di screening condotta sulle produzioni locali a base di latte di bufala per la ricerca dei contaminanti microbiologici e chimici più diffusi e potenzialmente più pericolosi per la salute umana, ha messo in evidenza un adeguato livello di sicurezza alimentare di tali prodotti. Il bollettino è stato redatto dal Dott. Angelo Zerella, referente per la ASL del Progetto Regionale. Il lavoro è stato svolto dall’equipe del Servizio Veterinario di Igiene degli Allevamenti e delle produzioni Zootecniche, diretto dal Dott. Giuseppe Mascia, composta da: Dirigenti Veterinari: dott. Raffaele Albano, dott. Cosimo Invecchia, dott. Lucio Maselli, dott. Carmine Tanga, dott. Raffaele Zabatta, dott. Angelo Zerella Tecnico della Prevenzione: dott. Luigi D’Onofrio Collaboratori Amministrativi: Giuseppina Del Monaco, Sandro Simone Si ringrazia per la collaborazione il dott. Adolfo Battisti, Responsabile del Laboratorio Igiene degli Alimenti della Sezione di Benevento dell’Istituto Zooprofilattico. Dipartimento di Prevenzione Servizio Epidemiologia e Prevenzione E&P Via Mascellaro – 82100 Benevento (BN) 0824.308286-9, fax 0824.308302 e-mail: [email protected] Diffusione interna Gennaio 2011 8