Tra cibo e arte Fra musica e vivande, fra un convento
Transcript
Tra cibo e arte Fra musica e vivande, fra un convento
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Tra cibo e arte Fra musica e vivande, fra un convento del 1600 e un Westfalia fra burattini e dj set, dalla Calabria ecco i Coltivatori di Musica LA RESILIENZA NEGLI GNOCCHI Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea durante una loro performance (foto di Andrea Semplici); sotto Paola intenta a preparare gli gnocchi fatti in casa (foto di Liudmila Musatova) di MITA BORGOGNO S DIRETTORE Rocco Valenti DIRETTORE RESPONSABILE Emanuele Giacoia REDATTORI CAPO Cristina Vercillo Roberto Marino Adriano Mollo EDITRICE: Finedit srl Sede legale e amministrativa Via Rossini, 2 - Castrolibero (Cs) STAMPA: Finedit srl Castrolibero (CS) - Via M. Preti Registrazione Tribunale di Cosenza N. 566 DEL 26-01-1995 REGISTRO NAZIONALE DELLA STAMPA N. 7886 DEL 15-03-1999 Inserto prodotto e distribuito col numero odierno de "il Quotidiano del Sud" Certificato N. 4387 e facessimo una ricerca statistica sono sicura che la parola più usata in Calabria, da sempre, risulterebbe essere “resistenza”. In tutte le sue declinazioni e significati. Che in terra di casa nostra tutto è più complicato, macchinoso, difficile. É, appunto, tutto un resistere. Resistenza gastrofonica (e non solo), insieme a Paola, cibo e arte (capirete presto perché), è la parola più volte ripetuta, durante la nostra conversazione telefonica, da Stefano Cuzzocrea, entusiasta ideatore, animatore, promotore con la compagna Paola Scialis del progetto: “Coltivatori di musica”, nato nel tepore della scorsa estate a Belmonte Calabro, la terra del pomodoro. Del cuore di bue rosso e succoso. Della tradizione contadina arroccata in collina, con languida vista sul mare. Il progetto nasce e vive all’interno di un ex convento di frati cappuccini, edificato tra il 1608 e il 1611, divenuto poi residenza privata. Casa di Paola e della sua famiglia. Un ex convento che è un contenitore di fisicità e idee, uomini e progetti, terra e sogni, burattini e cibo, orti e dj set. Un contenitore contenente da cui a un certo momento si sente il bisogno di allontanarsi, prendere un respiro lungo nel resto del mondo, a bordo di un Westfalia azzurro cielo, per poi tornare con il fiato cor- to, ossigeno nuovo e il rinnovato bisogno di resistere, di non mollare, di creare in Calabria. A casa propria. Terra di millenaria cultura abbandonata, derisa, lasciata morire. Il progetto, come tanti altri, nasce un po’ per caso, un po’ come frutto di un percorso, lungo e articolato, che ha le sue radici nel teatro di figura, tra i burattini, nella ricerca che a un certo momento si sposa, proletaria e contadina, con la terra, con gli orti (didattici per bambini e sinergico per il contadino pigro e itinerante) con la cucina che sperimenta un tempo che fu. Con la pasta fatta in casa, l’ancestrale impastare delle nostre nonne e mamme. Gli gnocchi, che a casa di Paola si facevano tutte le domeniche, conditi con il sugo fatto in casa, quello semplice che, poi, si scopre semplice non essere mai, tutti hanno il loro modo di amarlo mentre lo mescolano e aggiungono ingredienti. Paola e Stefano ne sperimentano diversi per poi scegliere quello della parrucchiera di Paola, la ri- continua a pagina 40 E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Domenica 9 novembre 2014 [email protected] 40 Tra cibo e arte Paola e Stefano, da Belmonte Calabro, tentano la rivoluzione estetica delle massaie e dei massai UNA RESISTENZA Intorno è musica Intorno è calore Intorno è amore Convivialità segue da pagina 39 cetta è segreta, va solo provato. In convivialità, ascoltando musica, scambiandosi emozioni. Gastrofoniche, appunto. Si apparecchia un tavolo, ci si mette la “tavola” sopra, poi la farina, il mattarello e si inizia a lavorare. Paola impasta e sorride di un sorriso che ti apre il cuore, Stefano al pentolone fa bollire l’acqua e dà un'occhiata al sugo che lentamente cuoce, su una cucina da campo. Intorno è musica dal dj set. Intorno è calore. Intorno è convivialità. Un rivoluzionario ritorno alla semplicità. Un anarchico lento masticare, “mentre tutti intorno fanno rumore”. Un sogno condiviso. Una riedizione, tutta patate e impasto, della cucina sentimentale. Entrare in contatto con emozioni e sensazioni nascoste dal frastuono del vivere a velocità sempre più sostenuta. «Con la nostra cucina proletaria lottiamo per l’emancipazione e anche per la rivoluzione estetica delle massaie, e anche dei massai, visti i tempi». Questo il motto dei viandanti Coltivatori di musica, in questi giorni impegnati a Torino ma pronti a tornare a Belmonte dove sabato 29 c’è la rassegna intermittente di cibo e teatro: “Con il teatro non si mangia” che metterà in scena, in collaborazione con il Teatro della Maruca di Crotone, uno spettacolo di burattini tradizionali calabresi, Zampalesta u cane tempesta, spettacolo vincitore del premio “Otello Sarzi” 2014 per essere riuscito a mescolare in maniera originale gli stilemi delle “guarattelle”, reinventandole attraverso la lingua calabrese, con un uso sapiente del ritmo e della manipolazione dei burattini, valorizzando in maniera autonoma la lezione registica di uno dei maestri del genere. Lo spettacolo è di Angelo Gallo, la regia è di Gaspare Nasuto. La rassegna “Con il teatro non si mangia” così come con la cultura, stereotipo che Stefano e Paola cercano faticosamente di demolire, è una rassegna per sua natura intermittente, perciò precaria, come il teatro che si porta dietro. Questa precarietà è minata, volutamente, dal confronto/scontro con il cibo. «Il teatro, la pratica teatrale, sempre compromessa da questa sua naturale difficoltà a procurarsi il cibo, verrà sfidata, formalmente, da un piatto di pasta. Un impietoso confronto, tra il teatro ed il cibo. Un piatto per uno spettacolo. Un piatto di pasta e uno spettacolo teatrale». Intanto Paola fa rivivere Re Pipi, il “Reuccio fatto a mano” raccontato da Italo Calvino, nella sua raccolta “Fiabe italiane” che uscì nel 1956 nella collana “I millenni” di Einaudi, mentre impasta il pane. Tra l’altro Paola Scialis è forse l’unica donna burattinaia calabrese. Laureata al Dams, con alle spalle ma anche davanti - che il futuro si gioca oggi - un lungo solco di Stefano Cuzzocrea davanti al pentolone con gli gnocchi (foto di Liudmila Musatova); sotto Dario Brunori durante una pausa dello show case palcoscenici calcati con teatro di ricerca e sperimentale. Stefano Cuzzocrea, che quando parla ti parla di Paola più che di sè (“forse non lo sai ma anche questo è amore”, cantava Vecchioni) la laurea l’ha scansata in corner. Ha una tesi pronta, forse un giorno la discuterà, o forse no. Oggi organizza, sta dietro le quinte e i fornelli, a volte anche sul palco. Supporta il progetto, crea legami. Resiste a modo suo. È fautore di una resilienza all’italiana fatta di pasta e sugo. E musica, perché se mangi mentre balli, digerisci meglio. «In Calabria tutto è più difficile, complesso. Ma la risposta che abbiamo è positiva. Soprattutto dai bambini, che ospitiamo per il progetto scuola dell’orto didattico. Loro sono sempre entusiasti, ti rimettono in pace con il resto del mondo». Tanti gli amici che hanno risposto con scomposto entusiasmo al progetto dei sognatori resistenti gastrofonici, a partire da Dario Brunori della Brunori Sas, protagonista di un gustoso show case nella Se mangi mentre balli digerisci meglio E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Domenica 9 novembre 2014 [email protected] 41 Gnocchi al pomodoro Il sugo semplice che si scopre semplice non essere mai tutti hanno il loro modo di amarlo mentre lo mescolano aggiungono ingredienti GASTROFONICA In alto e a destra due immagini di Paola Scialis (foto di Andrea Semplici); sotto un particolare dei piedi di Paola (Foto di Liudmila Musatova) sede dell’ex Convento dei Capuccini la scorsa estate poco prima di incamminarsi per Santiago in taxi (Il cammino di Santiago in taxi è volume terzo della produzione musicale della Brunori Sas). Ma anche Ghiaccioli e Branzini che è un Dj e Producer di Torino ma vive a Firenze, e ancora Destinazione umana, Musica da Cucina. Uno spettacolo da impastare, cucinare, mangiare, ascoltare. Gnocchi, sugo al peperoncino e un bicchiere di vino. Nell’aria c’è già la felicità. Albano e Romina, li abbiamo stampati nel dna. Un piccolo momento di trascurabile felicità. «Come quando il cameriere torna al tavolo con la bottiglia di vino che abbiamo scelto, stappa la bottiglia, annusa il tappo, e poi guarda tutti i presenti per scegliere chi debba assaggiare il vino. E non sceglie me». (Francesco Piccolo) Lo stupore dell’allegria in piccoli preziosi gesti, antichi. A un prezzo proletario. Il primo a venire in mente parlando dei Coltivatori di Musica è Donpasta Selecter al secolo Daniele De Michele un salentino che ha conquistato la sua fortuna in Francia prima di tornare in Italia, un famoso dj, economista, scrittore e appassionato di gastronomia. Mette in piedi spettacoli in cui cucina e mixa dischi. A me, però, ha richiamato in testa - le sirene di Ulisse hanno cantato - una intervista letta sul Corsera, qualche anno fa, al maestro sudcoreano, direttore d’orchestra, Myung-Whun Chung. Che a sette anni suonava il pianoforte e a otto era aiuto cuoco nel ristorante coreano aperto dalla madre una volta emigrata negli Stati Uniti. «Adoro mangiare. Adoro cucinare. Il cibo è un tramite di convivialità, mangiare con chi ami è il meglio che ti può capitare. E subito dopo viene suonare con gli amici». Ecco, il maestro Chung è la sintesi perfetta di quanto fanno i Coltivatori di Musica. Mita Borgogno Un ritorno resistente alla terra © RIPRODUZIONE RISERVATA