Rassegna stampa 12/10/2015
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Rassegna stampa 12/10/2015
INDICE RASSEGNA STAMPA Si gira in Toscana Corriere Siena 12/10/2015 p. 8 Sul set della fiction con Dustin Hoffman Nazione Massa Carrara 12/10/2015 p. 5 Le muse di Federico Fellini alla corte di Fabrizio Cattani Il nuovo film girato in città 1 Alfredo Marchetti 2 Festival Cinematografici Nazione Pistoia 12/10/2015 p. 5 Il film di Saverio Costanzo vince la prima edizione del festival Presente Italiano 5 Iniziative ed eventi Tirreno Viareggio 12/10/2015 p. 20 Da stasera a giovedì tutti a1 cinema con 3 curo 6 Repubblica 12/10/2015 p. 29 Moschin: 'Vi dico perché in Italia non è più tempo di zingarate Francesco Furlan " 7 Indice Rassegna Stampa Pagina I Otto puntate sulla s S set dea fiction con Dushn Ho nan MONTEPULCIANO Sul set della fiction sui Medici: Dustin Hoffman è il patriarca Giovanni de' Medici, Richard Madden, veste i panni di Cosimo. Otto puntate che raccontano l'ascesa dei Medici da mercanti a banchieri (Foto Roberta Pellegrini) , i Si gira in Toscana , k i /,. Pagina 1 muse ,. í, • ,,,, -, A San di ALFREDO i ` m mnito i ciack di Cronaca di una passi one RCHETTI L'AMARCORD di Federico Fellini ha aleggiato per due giorni sulla nostra città . Sono state girate nell'ultimo weekend alcune scene dell'ultima fatica cinematografica di Fabrizio Cattani «Cronaca di una passione». Il regista colonnatese, reduce dal successo di «Maternity blues» e «Comm'è bella `a muntagna stanotte», sulla lavorazione del film «Torneranno i prati» di Ermanno Olmi, ha deciso di portare la magia del cinema nel nostro territorio. E l'ha fatto riportando sul set un attore amatissimo dal regista de «La strada,» «8 e mezzo» e «La strada»: Bruno Zanin, il Titta di Amarcord. Con lui un'altra musa del regista riminese maestro della pellicola, Valeria Ciangottini, una giovanissima Paola ne « La dolce vita». Questo progetto è nato grazie ai social network: Adolfo Drago, direttore di produzione, massese e ammiratore di Cattani, ha contattato Zanin su facebook . Dopo una lunga serie di messaggi l'attore veneto ha dato l'ok per il suo ritorno sul set. «All'inizio mi sembrava strano - racconta Zanin - l'ho messo subito in riga dicendogli di presentarsi se voleva entrare nella nostra compagnia del mondo virtuale. Mi disse che faceva il panettiere e per passione aveva il cinema . Eccone un altro, pensai. Aveva anche come foto del profilo una scena tratta da `Il sorpasso '. Poi ci conoscemmo meglio e nacque questa avventura». Casuale anche l'incontro con il regista e Viviani , attore napoletano che ha lavorato con tutti i più grandi registi, da Mario Monicelli a Ettore Scola, passando per Carlo Vanzina a Salvatore Mana e l'indimenticato Massimo Troisi : «Ero in teatro e una persona del mio staff faceva parte anche della squadra di lavoro di Fabrizio . Venne a vedermi a Roma, rimase sorpreso della mia interpretazione e mi chiese di iniziare una collaborazione professionale . Mi fece leggere la sceneggiatura e io accettai». Il film parla della crudezza della realtà dei nostri giorni : una coppia di ristoratori , interpretati dai due grandi attori felliniani , Bruno Zanin e Valeria Ciangottini , che gestisce una trattoria accanto a una fabbrica. CON LORO un altro grande attore, Vittorio Viviani. L'azienda a causa della crisi economica viene delocalizzata e cominciano i problemi acuiti da una maxi multa da parte di Equitalia. Cattani ha scelto di girare il suo nuovo film a casa : il primo set è stato allestito nel ristorante "La Casetta" di Romagnano . Poi sono state girate scene anche a Marina di Massa e ieri sono state concluse le riprese all 'ex tribunale di San Martino in città . Direttore di produzione è il massese Aldolfo Drago. Il cast al completo: Vittorio Viviani, Valeria Ciangottini, Franca Abategiovanni, Bruno Zanin, Pierluigi Corallo, Chiara Martegiani, Marina Pennafina, Francesco Menconi , Cristina Arpone, Alessandra Schiavoni. Uscita prevista per inizio 2016: non è da escludere che in città verranno preparate sorprese dal regista colonnatese. Si gira in Toscana Pagina 2 L' amarcord di Z IL A . . « . mau >> «COME conobbi Fellini? Successe tutto per caso, e da lì nacque la mia carriera nel cinema». Appare burbero, ma se uno ci parla per un po', Bruno Zanin è in fondo un uomo dal cuore d'oro. Tra una scena e l'altra, o meglio, come dicono gli addetti del mestiere, tra una posa e l'altra, l'attore veneto si concede a qualche domanda. «Ero andato a Cinecittà per ritirare dei soldi che un mio amico mi doveva - racconta - e vidi all'ingresso di un capannone dei ragazzini accompagnati dai loro genitori. Mi avvicinai e mi dissero che stavano aspettando Federico Fellini. Avevano anche le foto con loro. Uscì un uomo dal capannone e iniziò a chiamare 5 persone: risposero in 4. Chiamò per un paio di volte la quinta persona: alla terza mi mossi io e andai dietro gli altri. Così, per pura semplice provocazione. Quando aspettavamo Fellini dentro, cercai di nascondermi perché ero sicuro Si gira in Toscana che mi avrebbero cacciato. Lui mi vide, vista la cesta di capelli che avevo e mi chiese di venire avanti. `Da dove vieni?' mi chiese. Gli dissi che ero veneto, ma stavo a Lipari. Si sorprese, perché lui era stato lì con Rossellini e la Bergman. Giocai la mia carta: `Mi fa fare qualcosa Maestro?'. E lui: `Subito! L'abbiamo trovato'». Della visita della nostra provincia Zanin ha un solo rimpianto: «Ero a Roma fino a poco tempo fa, sono qui per un tempo davvero minimo, mi dispiace non aver potuto assaggiare il vostro lardo e vedere le vostre montagna. Ma sono sicuro che capiterà di nuovo». Altro grande attore presente in città, l'attore Vittorio Viviani, impegnato oggi in tv con «Braccialetti rossi»: «La vostra città la conosco molto bene. Sono venuto a recitare da voi in passato, ho avuto la possibilità di fare un giro alle cave e di vedere il vostro mare e assaggiare la vostra cucina. Tutto davvero meraviglioso. Come vedo il cinema? Non per forza un insegnamento, io la vedo come Fellini, come un sogno. La mia esperienza con Massimo Troisi? In una parola: tenera». Alfredo Marchetti SET A destra in alto Bruno Zanin , sotto Vittorio Viviani con Valeria Ciangottini poco prima del ciak di una scena al tribunale di San Martino `TI ' Bruno Zanin, attore molto amato dal regista Federico Fellini Pagina 3 ATTORI A Iato Ciangottini al trucco, sopra il regista colonnatese Fabrizio Cattani, che ha scelto la nostra provincia come luogo perfetto per il suo nuovo film, «Cronaca di una passione», a lato la Ciangottini mentre recita al tribunale di San Martino Si gira in Toscana Pagina 4 " • % %„ /G . i _/,í. : ._. % ,,¡¡, wr i, Co Gt U -t//' /.. ...///' ,a L egista: « ' r IL FILM di Saverio Costanzo (nella foto) «Hungry Hearts» a vincere il concorso della prima edizione del festival « Presente Italiano» che si è chiuso ieri sera. Il film, che continua a riscuotere grandi consensi anche a distanza di un anno dalla presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia del 2014, è stato ritenuto il migliore dalla giuria popolare fra i sei in concorso che sono stati proiettati durante la settimana. «Hungry Hearts» è tratto dal libro «Il bambino indaco» di Marco Franoso (Einaudi). Mina aspetta un figlio dal compagno Jude e si convince che il bambino sarà speciale e che, proprio per questo, è suo dovere proteggerlo dai molteplici pericoli del mondo esterno alimentando il figlio e se stessa con primitivi cibi vegetali e piante che coltiva sul terrazzo. Questa ossessione arriva a mettere in pericolo la salute del bambino e distrugge la relazione dei due. SAVERIO COSTANZO ha incontrato il pubblico alla libreria Lo Spazio di via dell'Ospizio, prima di presentare il proprio film Festival Cinematografici Á ent ano e con pochi mezzì e t l t» donna che subisce un amore enorme verso il proprio figlio che la porta in un primo momento a gesti incredibilmente romantici che poi si trasformano in ossessioni che le impediscono di entrare in relazione con gli altri». In merito al premio Costanzo si è detto molto felice per questo premio soprattutto perché «Hungry Hearts è un piccolo film, fatto con pochi mezzi e molta gioia. In un certo senso è gemello del festival». in sala, mercoledì 7 ottobre. In questa occasione, il regista ha parlato molto del proprio cinema e di questo ultimo titolo : « Ho letto il libro di Franzoso nel 2012, ma era una storia troppo dura per me in quel momento. Poi, dopo aver lavorato per la televisione , ho sentito il bisogno di fare un film indipendente che fosse produttivamente avventuroso e così mi è tornato alla mente quella storia». «Questo non era un film che pretendeva di incontrare il grande pubblico, ma la storia raccontata è tale da portarlo ancora oggi in giro per il mondo . La storia di una GLI ALTRI TITOLI in concorso che sono stati proiettati durante la settimana, erano «Torneranno i pirati» di Ermanno Olmi, «N-Capace» di Eleonora Danco, «Louisiana» di Roberto Minervini, «Perfidia» di Bonifacio Angius e «Belluscone» di Franco Maresco . «Presente italiano», ideato e diretto da Michele Galardini, è promosso da PromoCinema con la collaborazione di Gabriele Rizza e il sostegno del Comune di Pistoia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia, dell'Associazione Teatrale Pistoiese, del Centro Mauro Bolognini e il supporto di Quelli della Compagnia di Fondazione Sistema Toscana. Pagina 5 IL il, W Una scena di Nuovo cinema paradiso, film capolavoro di Giuseppe Tornatore DA NON PERDERE Da stasera a giovedì tutti al cinema con 3 egro Arrivano i Cinemadays: da oggi fino a giovedì 15 ottobre il prezzo del biglietto per entrare nelle sale cinematografiche di Viareggio e della Versilia (nia più in generale in tutta Italia) sarà infatti di soli 3 euro. L'iniziativa, che coinvolge oltre 2.500 schermi e che a Viareggio è stata immediatamente accolta da Centrale, Goldoni, Eden, Odeon e Politeama e a Forte dei Marmi dal Nuovo Lido, si svolge per la prima volta in autunno, un periodo ricco di uscite molto attese come Suburra, The program, Hotel Transylvania 2, Black Mass, Lo stagista inaspettato e con già Iniziative ed eventi in sala, fra gli altri, il candidato italiano agli Oscar, Non essere cattivo, lo e lei, Padri e figlie, Sopravvissuto - The Martian. Organizzata dalle associazioni dell'industria cinematografica Anec, Anem, Anica, con il sostegno della Direzione generale Cinema del Mibact e con il supporto di Unicredit, questa 'festa del cinema' vuole riportare in sala «l'ampia porzione di italiani, oltre la metà, che non va al cinema nemmeno una volta l'anno», ha spiegato il direttore generale per il cinema del Mibact, Nicola Borrelli. Ma quella che inizia stasera non sarà una iniziativa sporadica. I Cinemadays torneranno anche in primavera dall' 11 al 14 aprile. Ma non finisce qui. Sul sito dell'iniziativa (www.cinemadays.it), sono contenute tutte le informazioni sul progetto e sulle iniziative collegate alla festa del cinema come i concorsi "Vinci un anno di cinema" e "Corti nia buoni" dedicati a tutti gli appassionati di cinema, che potranno vincere l'ingresso gratuito al cinema per un anno intero e la partecipazione alle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento (i regolamenti sono sul sito). Pagina 6 Cinquant'anni fa usciva "Signore Signori", 40 anni fa "Amici miei". Incontro con l'attore . osch n perch® é n Ital ia CG M i . : non .e píu tem-r---o 5' di FRANCESCO FURIAN RANO anni nei quali si poteva ancora ridere: oggi l'Italia non è più un Paese per le zinga- rate, mentre le supercazzole non passano mai di moda». Gastone Moschin, 86 anni, ha attraversato da protagonista la stagione della commedia all'italiana. È stato il ragioniere Osvaldo Bisigato, innamorato di una cassiera ma costretto dagli amici a tornare con la moglie per non dare scandalo, nella Treviso di Signore e signori di Pietro Germi, E soprattutto l'architetto Rambaldo Melandri nella saga di Amici miei (i primi due diretti da Mario Monicelli, il terzo da Nanni Loy) al fianco di Ugo Tognazzi (il conte Mascetti ), Philippe Noiret (il Perozzi), Adolfo Celi (il Sassaroli) e Duilio Del Prete (il Necchi), Quest'anno Moschin ha festeggiato i 40 anni di Amici miei e i 50 di Signore & signori: di quella stagione del cinema italiano è rimasto solo lui. Nato a San Giovanni Lupatoto (Verona), cresciuto a Milano, oggi si gode la campagna umbra dalla sua casa di Narni. Moschin, che ricordo ha dì Pietro Germi? «L'ho adorato prima come uomo che come regista. Sul set di Signore & signori era scrupoloso e molto severo. Se un attore non era preparato si arrabbiava mol- Iniziative ed eventi tissimo. Arrivai a Treviso perché qualcuno aveva detto a Germi che ero veneto, e lui mi prese. Era un uomo riservato». Anche nel rapporto con voi attori? «Con le persone che giravano intorno al set. Un giorno mi portò a pranzo in un ristorante. Ci avvicinò un giornalista che salutò dando la mano a Germi, il quale fu costretto a ricambiare. Quando il giornalista se ne andò Germi si stropicciò uno spicchio di limone sulla mano. Era fatto così. Diceva che critici e giornalisti parlano tanto e fanno poco». "Signore G signori" è un formidabile ritratto di una provincia dove la domenica mattina si va a messa e la sera a letto con l'amante. «Il film è stato girato a Treviso perché lo sceneggiatore, Luciano Vincenzoni, era di Treviso e conosceva bene la città. Racconta il Veneto bianco, il peso della Chiesa, l'importanza delle apparenze, ma è un ritratto di gran parte della provincia italiana di quegli anni. Germi era un genio in questo: raccontava una parte dell'Italia per raccontarla tutta come aveva fatto qualche anno prima con la Sicilia di Divorzio all'italiana». Cominciò a lavorare con Germi anche per "Amici miei", poi il regista si ammalò. «Quando ebbe chiaro che non sarebbe riuscito a girare il film gli chiesi chi avrebbe dovuto prendere il suo posto. Lui non ebbe dubbi nel fare il nome di Monicelli. La produzione acconsentì>. Un film diventato un cult an- che per i più giovani che lo hanno avvicinato attraverso le scene delle zingarate pubblicate su YouTube. «E chi poteva immaginare che il film sarebbe diventato una specie di mito? Spesso mi chiedo come sia stato possibile. Credo per la freschezza della sceneggiatura, la felicità della scrittura che prendeva spunto da episodi accaduti davvero o che si raccontavano nei bar. E poi quella libertà della lingua, compresa qualche parolaccia camuffata, che nei film dell'epoca non c'era. Erano anni diversi, era un'Italia nella quale si poteva ancora ridere». In Italia oggi non si può più ridere? «Un po' meno. Non mi sembra più un Paese per le zingarate mentre di supercazzole ne vedo ancora tante, ma quelle ci sono sempre state». Sulle zingarate , gli scherzi del gruppo dì amici, gli aneddoti si sprecano. «È arcinoto il fatto che, nella scena degli schiaffi alla stazione, le comparse non sapevano che avrebbero ricevuto dei veri ceffoni. Ma tra i più divertenti c'è, nel secondo film, l'episodio della Torre di Pisa, a rischio crollo, sorretta dai passanti. Mentre stavamo girando la scena arrivò un pullman di turisti giapponesi, Monicelli li fece chiamare e li coinvolse per sostenere la torre. Loro non capirono bene che cosa stava succedendo, ma parteciparono». Tra voi attori, e con Monïcelli, non ci furono screzi? «Il clima era sereno e fare il film fu uno spasso anche se faticoso perché il copione doveva essere seguito in modo rigoroso. L'improvvisazione c'era solo nel coinvolgimento e nella reazione delle comparse, come nella scena degli schiaffi». Però "Amici miei" è anche velato di malinconia. «È un film che fa ridere, ma non è comico. È velato dalla malinconia della mancanza di Germi, che a volte pervadeva il set. La malinconia della domenica sera in attesa del lunedì, come nella scena delle giostre, dove facciamo i conti con il ritorno, il giorno successivo, alla vita reale». Le piace il cinema contemporaneo? «Per ragioni anagrafiche resto legato ai film di John Ford e mi emoziono ancora davanti a Henry Fonda. Ma sono io che invecchio, non il cinema». vr;iveoouuoNeHUeavnrn Pagina 7 Nella scena della Torre di Pisa Monicelli coinvolse turisti giapponesi: la sorress ero senza capire bene perché h, 30kUIVIracr XM L OiZWTv(,9 Diretto nel 1965 daPietro Germi è una satira sull 'ipocrisia dellaprovincia L'ho adorato sia come uomo che come regista. Era severo, se non eri pronto si arrabbiava moltissimo A IIC 7i 'I Nel 1970Monicelli racconta la voglia di leggerezza di quattro cinquantenni Iniziative ed eventi Pagina 8