05_Nov/Dic_2012 - Parrocchia Santuario del Sacro Cuore di Gesù
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05_Nov/Dic_2012 - Parrocchia Santuario del Sacro Cuore di Gesù
Novembre/Dicembre 2012 n. 5 CIRCOLARE PER LE FAMIGLIE DELLA PARROCCHIA DEL SACRO CUORE - MONDOVÌ ALTIPIANO - TEL. 0174.42187 - www.sacrocuoremondovi.it - E-mail: [email protected] Tipo-Lito MARTINI - Mondovì La triste solitudine del catechismo Nella casa Il primo luogo della fede in Gesù è stata una casa. E non a caso! La casa, malgrado tutto, è ancora oggi il luogo primordiale dell’esistenza umana. Un bimbo che nasce trova una famiglia ed anche una casa che lo ospita. Nella casa viene nutrito, educato, fatto crescere. Alla casa torna sempre, anche quando comincia a muovere i primi passi alla scoperta del mondo. A casa gioca, guarda i cartoni alla Tv, studia, accoglie gli amichetti. Un giorno avrà anche lui una casa tutta sua e lì comincerà un’altra storia. Pure Maria di Nazareth aveva una casa, secondo la tradizione la casa di Gioacchino ed Anna, dove viveva la sua adolescenza di promessa sposa a Giuseppe. Decine e decine di artisti hanno dipinto, con modalità cangianti, la casa in cui si trova Maria al momento dell’annuncio dell’angelo. Qualcuno ha arricchito il paesaggio casalingo di svariati oggetti. Lorenzo Lotto ci ha messo in primo piano un bel gatto nero fuggente. In quella casa Maria trepidava in attesa delle nozze. Come ogni donna ebrea anche lei sognava un bel matrimonio e una nidiata di bambini da accudire e far diventare giovanotti. Intanto aiutava la mamma a tenere in ordine quel luogo semplice e povero, dove una volta pure lei era stata bambina vivace ma giudiziosa. Un giorno all’improvviso in quella casa irrompe l’arcangelo Gabriele, inviato addirittura da Dio. Un po’ di spavento e di timore invade il cuore della ragazza. Che sarà mai questa cosa? Cosa sta succedendo? Quell’angelo è venuto a dirle che il suo umanissimo sogno di diventare madre e di coccolare un giorno sulle sue ginocchia un bel frugoletto sta per diventare realtà, in anticipo sui tempi previsti. La casa del suo grembo è chiamata ad accogliere il Figlio di Dio che si fa carne diventando così la mamma del Signore. Si chiamerà Gesù che vuol dire “Dio salva”. La giovanissima Maria è chiamata a qualcosa che sembra andare al di là delle sue umane possibilità: credere che tutto ciò possa davvero accadere, e proprio a lei, sconosciuta ragazza di un piccolo e altrettanto sconosciucontinua a pag. 2 ! e m m le t e B a Andiamo Viviamo l’Avvento È Avvento. Ricordiamo che Gesù è venuto sulla terra. Dio ha detto: «Basta! Non voglio stare così solo, voglio scendere a contatto con l’uomo». Si è fatto uomo. Ha sposato una ragazza bellissima che è l’umanità. Dio si è innamorato di questa ragazza e le ha detto: «Ti voglio sposare». E dinanzi alle resistenze della sua creatura: «Ma non ti preoccupare, ti purifico io. Anche se hai delle macchie sul volto, te le tolgo io. Anche quando sarai molto grande, e vecchia, appesantita dagli anni e dal peccato, ogni giorno verrò a toglierti una macchia e una ruga dal volto; ogni giorno diventerai più giovane, ti farò splendente, gli occhi tuoi saranno più profondi delle notti d’inverno». Ci vuole bene il Signore, da morire! Nell’Avvento si ricorda tutto questo. Gesù è venuto e non si è stancato di venire. Gesù viene anche adesso. Ogni giorno. Viene nella comunità. È presente in mezzo a noi tutte le volte che ci uniamo in nome suo. Perciò la domenica facciamo in modo di non mancare alla sua chiamata, perché vuol dirci che ci vuole bene e basta. Non vuole niente da noi. Vuole soltanto dare tutto l’amore che porta nel cuore. Per questo non vi preoccupate del fatto che se non venite a messa fate peccato, ma preoccupatevi perché vi sottraete a un flusso di grande amore. Il Signore viene anche nella Parola. Facciamo il proposito, in questo Avvento, di leggere ogni giorno un brano del Vangelo perché non conosciamo abbastanza la parola di Gesù Cristo. Ci ha mandato una lettera d’amore, bellissima, e noi l’abbiamo messa nel cassetto senza aprirla. Se invece viviamo quello che ci ha detto, la vita cambierà, acquisterà un senso diverso. Il Signore è venuto, viene e verrà. (Mons. Tonino Bello) Povero catechismo, lasciato lì, in un angolo, tutto solo. Il volto è triste, come quello di un bambino che non può giocare dopo averlo a lungo desiderato. I suoi occhioni raccontano malinconia e due lacrime, a stento trattenute, si nascondono dietro le palpebre già umide. Perché tanta tristezza? Ma è chiaro: perché non ci sono compagni con i quali fare amicizia, giocare, bisticciare e poi scambiarsi una stretta di pace. Brutta malattia la solitudine, quella dei piccoli soprattutto. Perché i piccoli non sanno e non possono darsene una ragione. Come quel piccolo che giocava a nascondino. Si nascose così bene, ma così bene, che nessuno trovò il suo nascondiglio. Finito il gioco, gli altri bambini se ne vanno e si dimenticano di lui, lasciandolo lì, da solo nel suo pianto, mentre il giorno imbrunisce. Il catechismo è così. Anche lui è piccolo, bambino gracile di pochi anni. Cosa può mai fare lui, un’ora appena la settimana contro le tante minacciose ore della scuola piene di sapere, quelle dello sport piene di entusiasmanti sfide, quelle del gioco cariche di fantasia, o ancora quelle inimmaginabili del computer! Di fronte ad esse lui, con un’ora soltanto, si sente solo ed inutile. Eppure, a ben pensarci, i compagni ci sarebbero. Ad esempio quel compagno fantastico che è il divertente campeggio estivo. Tanto gioco, tanta amicizia, tante attività, tanti meravigliosi paesaggi, tanto cibo abbondante e squisito. O l’oratorio, il compagno del sabato pomeriggio. L’oratorio è un campeggio in miniatura. Manca solo la notte, così affascinante e misteriosa … da far passare persino il sonno. E c’è la Messa. La Messa è la compagna seria, un po’ secchiona, eppure utile e pure lei simpatica. Perché, vabbè il gioco, l’amicizia, gli scherzi diurni e notturni, ma qualcosa di energetico ci vuole! Ecco, se ci fossero tutti questi amici, allora il catechismo non soffrirebbe più di solitudine, non si sentirebbe più superfluo e, pulito il nasino dal moccolo pendente, si tufferebbe felice nel vortice di un’avventura bella e affascinante con l’allegra compagnia. 2l’amico vita di comunitÀ LA TERZA ETÀ PARTE ALLA GRANDE… Dopo due belle e partecipate tombolate la terza età, il 18 di settembre va in gita alle Grotte di Toirano e a Noli. Allegri e aitanti “i ragazzi e le ragazze” della terza età affrontano l’escursione nelle grotte salendo e scendendo ben 400 scalini! Ma le meraviglie incontrate durante il percorso ripagano la tanta fatica. L’appetito, che nel frattempo si fa sentire, viene sopito nel bel borgo di Noli con un buon pranzetto a base di pesce. La visita della bellissima Chiesa di San Paragorio e la celebrazione Eucaristica concludono la giornata. Sulla strada del ritorno si crea poi una festosa atmosfera, grazie soprattutto alla ventata di simpatia e… gioventù portata dal nostro carissimo don Federico Suria (Pucci), che ha avuto “l’onere e l’onore” di accompagnarci. Ed ecco l’ultimo recente bel appuntamento conviviale: la festa della terza età di domenica 7 ottobre. Per questa occasione desideriamo ringraziare di vero cuore le eccezionali cuoche per l’ottimo pranzo servito. Naturalmente un grosso grazie anche a tutte le persone che hanno collaborato per la buona riuscita della festa! Domenica 14 ottobre: al via il catechismo e l’oratorio Dalla prima pagina Nella casa to villaggio delle colline di Galilea. Per questo Maria tentenna, prova un senso di incertezza, pensa a cosa dirà quel futuro sposo con il quale non vive ancora sotto lo stesso tetto. Maria è chiamata a credere. Credere non in un Dio astratto e lontano che sta nei cieli o al massimo nel tempio della lontana Gerusalemme, nel “santo dei santi”, là dove nessuno può accedere se non il Sommo Sacerdote e solo una volta all’anno. Maria deve credere che quel Dio non è così lontano, che al contrario è vicino, vicinissimo. Deve credere che quel Dio in cui ha da sempre creduto si fa prossimo a gli uomini, entra nella loro vita e desidera stabilire una relazione con essi. Prima di tutto però con lei, umilissima creatura. Con lei, con la sua vita, la sua storia, la sua carne. Sì, Dio vuole entrare nella sua carne di donna, vuole trovare accoglienza nel suo grembo, vuole essere da lei allattato, cullato, consolato quando piangerà per qualche mal di pancia o per i primi dentini. Maria dovrà anche a lui dare una casa. Con Giuseppe? Già, come la prenderà Giuseppe per quel figlio “non suo”? Quale reazione avrà quando non gli potrà più nascondere la gravidanza e gli toccherà dirgli: “Sto per diventare mamma”? La storia ci dice che dopo un primo pensiero ostile Giuseppe la prenderà bene, capirà, si aprirà, anche lui da uomo giusto, da credente convinto, al mistero di Dio. E allora Gesù avrà la sua casa, un Arcabas: Annunciazione tavolo, delle sedie, un lettino, qualche semplice gioco. Anche lui ospiterà i compagni di gioco, farà con loro merenda al richiamo di Maria. Anche lui si addormenterà cullato da quella mamma dolcissima che veglia ogni istante sulla sua persona di cucciolo d’uomo. Gesù, il Figlio di Dio incarnato, è chiamato a credere in quel papà e in quella mamma. È chiamato a credere che loro sono la sua fortuna e il suo porto sicuro. Deve credere che su di loro può sempre contare e che tante cose può imparare dalle loro parole e dai loro gesti. Come quando vede Maria che impastando la farina mette anche un po’ di lievito o la scopre intenta a pulire la casa, fino a trovare quel soldo che aveva perso e che aveva cercato inutilmente affannata. Nella sua povera casa di Nazareth, avvolto dall’amore di papà e mamma, Gesù scopre cos’è la fede. Scopre che non è solo sapere che qualcuno c’è, troppo facile. Scopre che vuol dire sapere che qualcuno c’è ma che ha a che fare con la propria vita. È sapere di poter contare su lui. È scoprire nei suoi confronti il sentimento della fiducia. Così giorno dopo giorno, nella fiducia data a Giuseppe, Gesù scopre di poter dare fiducia a un papà più grande, il Padre “che sta nei cieli”, invisibile ma reale, presente, affidabile. Pure Giuseppe e Maria devono crescere nella fede. Devono credere che in quel bim- bo che assomiglia in tutto agli altri bimbi, che mangia come loro, piange come loro, ride e gioca come loro, c’è una presenza diversa, la presenza dell’Altissimo, il Dio di Abramo, Giacobbe, Mosè, il Dio dei Padri e dei profeti. Anche se la loro è ancora una fede pienamente ebraica, e lo sarà per tutta la vita, essa si colora già di tratti cristiani. Il cristiano non crede solo in Dio, questa fede è patrimonio di una gran parte dell’umanità che riconosce una presenza più grande della debolezza degli uomini e delle donne. Il cristiano crede in Gesù e poi nel Padre e nello Spirito Santo. Il cristiano mette Gesù al centro della sua vita. Segue Gesù ascoltando le sue parole e scrutando i suoi gesti. Maria e Giuseppe, nella loro casa, hanno dovuto credere in quel bambino e poi anche a quel bambino. Come quando, ormai già adolescente, li disorienta dicendo che lui deve occuparsi delle cose del Padre suo. Così nella casa di Nazareth, con il pane quotidiano, cresce giorno per giorno la fede di tutti e tre i componenti di quella famiglia. Forse un giorno, a modo suo, Gesù andrà al “catechismo” presso un rabbino, che lo introdurrà alla lettura delle Scritture e alla conoscenza della tradizione di Israele. Ma l’abc della fede, le prime nozioni, le prime preghiere le apprende lì con mamma e papà, meravigliati e commossi per la sua facilità di comprensione. Stupiti perché di tanto in tanto quel loro figlio così speciale aggiunge alle loro parole intuizioni sorprendenti. Così quella casa, focolare d’amore di una bella famiglia, si fa anche scuola della fede di tutta quella famiglia. Una fede semplice, una fede robusta. don Giampaolo l’amico 3 per le famiglie, con le famiglie “Ma che cos’è questo “gruppo famiglie”...?”, chiede perplesso un piccolo compagno di scuola. Capita. Capita che il lunedì mattina la maestra inizi la conversazione con i piccoli allievi chiedendo loro cosa hanno fatto il giorno prima. Chi ha dormito, chi è andato dai nonni, chi al centro commerciale... Qualche volta mia figlia risponde con l’entusiasmo che la contraddistingue: “Siamo andati al gruppo famiglie!” ...E si stupisce che qualcuno si stupisca. Perché, dice, è così bello! Uno degli appuntamenti più attesi lungo il mese. Dopo la Messa e il pranzo rilassato in oratorio (che bello mangiare insieme!) loro, bambini e ragazzi di varie età, si divertono nel campetto o in salone: i più grandi danno un’occhiata ai più piccoli mentre preziose e collaudatissime babysitter suggeriscono attività e coccolano i lattanti. E i genitori? “Si incontrano e parlano!”, dice lei. Non è poco, davvero... Quante volte, coi ritmi e gli stress della settimana, riusciamo a sederci e a confrontarci come coppia facendo il punto del nostro cammino? E quante volte lo si può fare insieme ad altri che vivono un’esperienza simile, confrontandoci da adulti con la Che bello ritrovarsi una volta al mese! computer o tv, l’idea che di fronte a tutte le crisi, i problemi, gli scandali, noi cristiani siamo chiamati ad essere, a fare, a dire, e insieme è meglio. Non importa se non si può essere presenti tutte le volte, si sa che impegni ed imprevisti sono tanti: basta tener d’occhio la bacheca in fondo alla chiesa, legger l’Amico, chiedere notizia e ci si ritrova la volta dopo, anche solo per il pomeriggio. Tutte le famiglie sono benvenute! Chiamiamolo gruppo, chiamiamolo incontro, chiamiamolo Festa... Il 28 si è partiti! E adesso si continua. Pensiamoci. Merita!!! vita e la Parola, mettendo in comune l’esperienza, i problemi, le difficoltà e le bellezze nel cercare, umilmente, cosa vuol dire vivere il Vangelo come famiglia? Anche quest’anno allora ripartiamo: una domenica al mese (primo appuntamento 28 ottobre), ci troviamo per la Messa, poi il pranzo e l’incontro. Qualcuno dice di non chiamarlo gruppo, magari fa un po’ anni ‘70 e dà l’idea di qualcosa di chiuso in Il tempo della gravidanza Il tempo della gravidanza e dell’attesa del parto è importantissimo per una coppia. In modo semplice vogliamo essere presenti e partecipi come comunità. Il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, e il 7 settembre, vigilia della solennità della Natività di Maria, alle ore 19, invitiamo le coppie in attesa per un breve momento di preghiera e di affidamento al Signore con la particolare benedizione delle future mamme. qualche ristretto confine: meglio dire “incontro delle famiglie”, giornata, anzi, “Festa delle famiglie”! Perché di festa davvero si tratta, uno dei modi migliori di vivere la domenica, uno dei modi migliori per trasmettere ai nostri figli, non a parole, ma con l’esperienza, la bellezza di far parte di una Comunità, l’idea che c’è di meglio, la domenica e anche gli altri giorni della settimana, che consumarsi nello shopping o stordirsi davanti a Il calendario degli incontri è il seguente: •Domenica 28 ottobre •Domenica 18 novembre •Domenica 16 dicembre (festa allargata) •Domenica 27 gennaio •Domenica 24 marzo •Domenica 21 aprile (vedi sotto) •Domenica 12 maggio (Festa diocesana) •Domenica 9 giugno: picnic conclusivo Festa degli anniversari di matrimonio Il babysitteraggio la domenica mattina La nostra comunità parrocchiale festeggia ogni anno gli anniversari più significativi, secondo i multipli di cinque a partire dai 10 anni di matrimonio (poi 15, 20, 25… 60, 65…). Quest’anno la festa si terrà domenica 10 marzo nella messa delle 10.30. Alla messa seguirà la consegna di un oggetto ricordo e un aperitivo in oratorio. La Parrocchia propone un’attività di babysitteraggio e di animazione dei piccoli (0-6 anni) nei locali dell’oratorio durante la Messa festiva delle 10.30 al fine di consentire ai genitori di partecipare meglio alla celebrazione e favorire il loro inserimento nella vita della Parrocchia. Aiutiamo i sacerdoti. Malgrado tutto… I sacerdoti sono persone in carne ed ossa. Devono nutrirsi, vestirsi, avere tempi per un legittimo riposo, avere un’auto per muoversi (soprattutto per i servizi pastorali!)… Dunque hanno bisogno di essere sussidiati economicamente, con soldi che non piovono dal cielo e… nemmeno dal Vaticano. Il sostentamento del clero è cosa diversa dall’ottoxmille, che non costa nulla a chi fa la scelta e può avere motivazioni anche solamente umanitarie. L’offerta per il sostentamento, invece, impegna direttamente le tasche dell’offerente, ed è in modo esclusivo destinata ad assicurare un decoroso modo di vivere ai sacerdoti, e produce, per chi lo vuole, effetti diretti sul pagamento delle imposte. Qualcuno può storcere il naso dopo episodi non esemplari di cronaca nazionale ed anche locale. Ma come sempre un albero che cade fa … rumore e notizia, mentre tanti alberi che crescono (= tanti sacerdoti che lavorano con dedizione e sacrificio) lo fanno nel silenzio! Quali effetti producono le offerte? Innanzitutto un impegno personale. Occorre prelevare dal proprio bilancio la somma che si intende destinare a tale scopo. Esistono delle profonde motivazioni di carattere teologico ed ecclesiale, che dovrebbero indurre al sostegno del clero. Però si ottengono anche alcuni vantaggi. Il primo sta nella riduzione delle imposte da pagare. Conservando la ricevuta di pagamento, l’offerta può esser dedotta (per non più di € 1.032,91) dal reddito imponibile, consentendo un risparmio tanto maggiore quanto maggiore è l’aliquota massima applicata. Un altro vantaggio riguarda la collettività: se le offerte deducibili fossero sufficienti ad attribuire ai sacerdoti quanto la Conferenza Episcopale Italiana stabilisce di anno in anno, il gettito dell’otto per mille potrebbe essere destinato interamente alle opere di culto e di carità che la Chiesa compie. Come si effettuano le offerte? Ci sono quattro modi per contribuire al sostentamento dei sacerdoti: Versamento sul conto corrente postale n 57803009; versamento mediante carta di credito (CartaSì) chiamando il numero verde 800825000 o collegandosi al sito Internet www.sovvenire.it.CartaSì; versamento tramite bonifico bancario; infine versamento diretto all’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero (questo tipo di versamento si può fare anche in parrocchia durante gli orari di apertura dell’Ufficio Parrocchiale. La parrocchia si occuperà di trasmetterlo alla Curia che rilascerà la regolare ricevuta utilizzabile per la deducibilità dalla denunzia dei redditi). 4l’amico Giovanissimi si parte! appuntamenti Anche quest’anno è cominciato, atteso e puntuale, il percorso del gruppo Giovanissimi. Per iniziare 26 baldi giovani, giudati da don Pucci, si sono trovati insieme il 7 ottobre all’Alma di Frabosa, ospitati da don Gianni con Franco e Franca Mammola nella comunità Il Pozzo di Sicar. Per introdurre il tema, gli animatori sono ricorsi a un cortometraggio pluripremiato, interpretato da attori di prim’ordine. Il filo conduttore di tutto l’anno sarà Avere Fede è avere una Storia, in perfetto accordo con l’anno della Fede inaugurato dal Papa poche settimane fa. Dopo un pranzo in allegria, il grande gioco seguito da un profondo momento di condivisione con i “padroni di casa”: Franco e Franca hanno raccontato la loro esperienza di vita che li ha portati, seguendo insieme Gesù, a fondare la comunità insieme a don Gianni e ad adottare Jean, un bambino brasiliano di otto anni. Nella giornata, insomma, ci sono stati tutti gli ingredienti per una partenza “ai 100 all’ora”. L’anno è lungo, le energie sono tante e gli stimoli ancor di più, quindi... buon cammino a tutti i Giovanissimi! Gli animatori & Pucci Gruppo giovanissimi Ogni VenerdÍ alle ore 20,45 Venerdì 21/12 confessioni Venerdì 24/12 ore 21.45: spettacolo natalizio Dirottate su Betlemme Oratorio (dalla 1ª elementare alla 3ª media) Ogni Sabato dalle 14.30 alle 17 Sabato 22/12 ore 21.00: spettacolo natalizio Dillo forte che è Natale in diocesi... (per info si rimanda al Calendario di Pastorale Giovanile disponibile in Parrocchia) • L’Incontro degli Incontri (per tutti) Venerdì 16/11 alle 20.45 presso la nostra Parrocchia • Onde di vita (per i giovanissimi dai 13 ai 17 anni): Domenica 18/11 dalle 9.30 alle 17,00 (presso i “Missionari della Consolata” - Certosa di Pesio) • FameFameSete (per i giovanissimi dai 13 ai 17 anni): Giovedì 27/12 dalle 10,00 alle 22,30 presso il Seminario di Mondovì Piazza L’Avvento comincerà il 2 Dicembre prossimo, con la prevista cadenza dell’anno liturgico. Ho sempre amato questo periodo, forse perché l’immagine del Dio che si fa Bambino affascina i più piccoli, li avvicina a quel Signore che diversamente sovrasta gli uomini (e figuriamoci i bimbi, per i quali ogni cosa è già enorme…), o forse perché la Sua essenza, l’attesa, sa trasformarsi in una maturazione del cuore e dell’anima, come una sorta di pellegrinaggio che termina, sempre nuovo ogni volta, davanti alla mangiatoia. Mi sono però accorto, dopo essere uscito dall’infanzia e avere aperto gli occhi su quanto ci circonda, che la ricorrenza natalizia è attesa con altrettanta trepidazione dal mondo del commercio. Anzi, la devozione con la quale la televisione e i giornali presentano pubblicità a sfondo natalizio, fin dalla seconda settimana di Novembre, ha di gran lunga superato la sollecitudine che ci si aspetterebbe da noi cristiani in Dicembre. Proprio qui “i conti non tornano” e ancora interrogano il nostro modo di testimoniare, spesso tiepido per vari motivi. Ma, comunque si intenda l’Avvento nella fede personale, esso avrà a conclusione la memoria della nascita di Cristo, Salvatore e Redentore dell’umanità. Che cosa pensare, invece, della trepidazione (in certe occasioni confusa con lo stress) di addobbi, acquisti, luci sfolgoranti, “babbi natale” finti e soprattutto del buonismo in cui si vorrebbe fare consistere l’anima del Natale? Non c’è dubbio che la festa intesa in senso civile sia occasione per rinsaldare, con incontri e scambi di auguri, i legami tra parenti, le amicizie e persino, in forma indiretta, a incentivare una minima dose di coesione nella società per qualche giorno. Tutto ciò non è tuttavia sufficiente ad allontanare una domanda fatidica e se vogliamo anche fastidiosa: di chi è il Natale? Perché, al di là di tutti i momenti gioiosi e in se stessi significativi, un compleanno deve avere un festeggiato per potersi dire tale! Si può pure entrare a una festa per il gusto del rinfresco, ignorando chi ne sia il protagonista, ospiti che brindano al brindisi, contenti per quella distrazione inattesa, ma in fondo la sensazione di trovarsi “fuori posto” persiste, allo stesso modo, con gli spot pubblicitari anticipati e stonati rispetto al clima autunnale. Alberto Ambrassa Drive-in & Jukebox Il connubio riporterà alla mente dei “diversamente giovani” gli spensierati Happy Days di 50 anni fa che di sicuro non avranno dimenticato. Il fascino della trasgressione, i capelli lunghi della ribellione, il mito delle chitarre e del rock’n’roll portato in Italia dal vento del cambiamento con artisti-leggende del calibro di Elvis, Chuck Berry, Johnny Cash, Neil Young o gruppi storici come i Velvet Underground, Beatles, Animals, Beach Boys e Rolling Stones ha coinvolto più di una generazione di ragazzi incantanti da ritmi e sound mai sentiti prima. A 50 anni di distanza un giovane gruppo musicale monregalese, per uscire dalla monotonia della musica moderna, ha deciso di far rivivere lo spirito di quel periodo componendo pezzi originali influenzati da musicalità blues, rock’n’roll e swing. Il complesso è conosciuto come Juicy Cow: tra le Mucche Succose si annoverano Massi Jabbar al basso, Old Joe alla prima chitarra, Eli Lady alla voce, Franz O’Lynn alla chitarra ritmica e Pipp the Trip alla batteria. I nostalgici desiderosi di rituffarsi nei magici anni dei jukebox, o le nuove leve curiose di conoscere riff di chitarristi che si farebbero alla coque il “Pulcino Pio”, possono contattare la band rivolgendosi al batterista (Luca 334.1862954). Pace e amore. L’unione fa la spesa (più leggera) in regalo per chi si abbona a euro di buoni spesa 15 ^ l’amico 5 15 ANNI… ALL’ALTIPIANO! “15 anni e non li sente!” Questa affermazione non ha per oggetto un ragazzo pieno di adolescenziale entusiasmo , bensì il nostro parroco don Giampaolo Laugero, che il 22 Giugno 1997 fece il suo approdo all’Altipiano con qualche “chilo in meno” e alcuni “capelli in più”. Giungeva in una Parrocchia già molto attiva, ma al contempo notevole per le sue dimensioni rispetto alla realtà cittadina e diocesana. Proprio quest’estate Don Giampaolo ha tagliato il traguardo del suo quindicennio presso la nostra comunità Com’è ben noto, oltre alla prima e “celeste” vocazione, il nostro Parroco ne ha una “accademica”, quella dell’insegnamento della Storia della Chiesa. Possiamo perciò supporre che, per una volta, potrà fargli piacere… sedersi dall’altro lato e sostenere lui l’“interrogazione”. - Partiamo con ordine: com’è nata la tua vocazione? Raccontaci un po’ di te e della tua vita, delle tue esperienze e “avventure” precedenti. È nata in modo molto semplice, nella mia parrocchia di Morozzo, camminando con gli altri giovani e prestando servizio in oratorio come animatore. A un certo punto ha influito l’incontro e l’amicizia con un seminarista. Lì si è accesa la lampadina di una possibile chiamata al sacerdozio. - Nel Luglio 1997 arrivi all’Altipiano: le tue prime impressioni: come ti sei trovato, cosa hai visto... Ho visto una comunità numerosa, con tante persone di tutte le età, per cui c’è voluto molto tempo a conoscere e capire in quale mondo ero sbarcato. Non è stato facile orientarsi subito e capire cosa era necessario fare. Diciamo che è stato anche un po’ faticoso. Anche perché i dieci anni trascorsi come Rettore del Seminario mi avevano per forza estraniato un po’ dalla vita parrocchiale, vissuta peraltro in due grandi città come Torino e Roma, assai diverse da Mondovì. - 15 anni all’Altipiano: racconti, bilancio, vita, Parrocchia,… Poco a poco ho comunque ripreso i ritmi della Parrocchia, cercando di lavorare per il bene di tutti, dai piccoli, agli adulti, agli anziani. Soprattutto ho cercato di far crescere la comunità poco per volta, in continuità con la sua storia, senza forzature e senza strappi. Lavorando assiduamente ho anche avuto l’occasione di imparare molto e, spero, di essere migliorato rispetto ai miei esordi. - Nel corso degli anni la Parrocchia, i parrocchiani, la società e la vita si è trasformata… a quali cambiamenti significativi hai assistito da quel Giugno ‘97 a oggi? Se teniamo presente che in media celebro più di cinquanta funerali l’anno, ciò significa che c’è stato un primo fondamentale cambiamento, quello provocato dalla scomparsa di tante persone umili e semplici, ma che contribuivano a formare il volto della comunità. E sono scomparse anche tante persone che hanno scritto la storia della Parrocchia, fin dalle sue origini. Nel contempo sono arrivate famiglie nuove, da accogliere, inserire, integrare, vincendo anche l’anonimato che caratterizza un quartiere come il nostro. - La tua idea di prete, dal periodo precedente il seminario, seminarista, giovane consacrato, adesso: come si è evoluta, aggiornata, modificata? Diciamo che si è precisata meglio, perché la concretezza della vita parrocchiale è un buon banco di scuola. Anche se non bisogna mai dimenticare ciò che uno ha intravisto e imparato durante gli anni della formazione. Bisogna fare un giusto mix dei due momenti. - Cosa avresti voluto fare, ma non sei ancora riuscito ad attuare in questa Parrocchia? Far crescere il senso di comunità e di appartenenza. Generalmente si è cristiani a livello di singoli, di famiglie, ma si fa fatica a esserlo insieme agli altri. Ci sono tanti fattori che incidono: l’individualismo, molto accentuato da noi, in Piemonte, il desiderio di stare comodi a casa propria, l’inevitabile diversità delle persone, i difetti che ognuno si porta dietro. Eppure Gesù ha da subito voluto creare un gruppo, una comunità, attorno a sé, una comunità che deve essere visibile e far vedere cosa significa vivere insieme da fratelli, alla scuola dell’unico Maestro. Lo dice anche il Concilio Vaticano II che la Chiesa nel mondo deve essere il segno di un’umanità rinnovata. È la sfida che sempre ci attende. - La “tua” Parrocchia oggi e domani… come dovrebbe essere la tua Parrocchia ideale? Un po’ ho già risposto. Precisando ulteriormente, penso dovrebbe essere sempre di più un luogo in cui si incontra il Signore, innanzitutto nella lettura condivisa della Bibbia, fonte della nostra fede, e poi nella Celebrazione Eucaristica che è il luogo dove meglio si vede l’esistenza o meno di una comunità cristiana. Di lì in avanti la vedo come il luogo in cui si sta insieme fraternamente, ci si aiuta a migliorare, si accoglie chi è nuovo o è in difficoltà. La Parrocchia non è un ambiente per i perfetti, ma la casa in cui dei peccatori cercano di crescere nella qualità di vita e nella santità. Anche gli ingenti interventi strutturali eseguiti di recente devono andare in questo senso: favorire la vita comunitaria. - Siamo quasi alle porte del cinquantenario di consacrazione della chiesa parroc- chiale del “Sacro Cuore” avvenuta il 25 Aprile 1964: bolle già qualcosa in pentola? Che cosa può rappresentare per la nostra comunità tale ricorrenza? Ci ho già pensato tante volte, ma non ne abbiamo ancora parlato. Le ricorrenze come i cinquantenari, i centenari, devono rappresentare l’occasione per rendersi conto che già si è stati arricchiti da ciò che si è vissuto e che va ricordato, poi per un serio esame di coscienza su come si è vissuto il dono di avere una Parrocchia, e infine per un balzo in avanti sulla via dell’amore verso il Signore e verso il prossimo. - L’ampio numero di incombenze che ricadono sulle spalle del Parroco, spesso aspetti tecnici e amministrativi, non rischiano di distoglierlo dalla sua missione e non sottraggono eccessivo spazio alla preghiera quotidiana? Purtroppo questo capita non solo al Sacro Cuore, ma un po’ ovunque. È il segnale che bisogna ancora crescere nel rapporto fra clero e laici e che deve maturare non solo la collaborazione, ma la corresponsabilità. La Parrocchia non è del Parroco, ma è di tutti e tutti coloro che ci credono, i quali devono sapersela caricare sulle spalle. - Un rapida parentesi parlando del tuo rapporto con le tue passioni “extra-parrocchiali”: oltre ai Vangeli canonici, che commenti nelle tue appassionate omelie, c’è l’apocrifo e sportivo Vangelo secondo José Mourinho… Ci racconti qualcosa della tua “seconda fede”, quella nell’Inter? Questa “seconda fede” nasce a metà anni sessanta quando l’Inter dei Mazzola, dei Corso, dei Suarez vinceva tutto e io davo i primi calci al pallone. Poi, non avendo solo giocato, ma cercato anche di “capire” il calcio dal di dentro, ecco che questa passione mi è entrata nel sangue e credo non mi passerà più. - Torniamo alla nostra Parrocchia: contiamo circa un centinaio (correggimi se sbaglio) di volontari parrocchiali attivati in servizi piccoli e semplici, ma anche in altri più grandi e visibili. Hai qualche parola per loro? Se contiamo tutti gli ambiti, anche quelli più sconosciuti, direi che sono anche di più! Essi rappresentano la colonna vertebrale della comunità, quelli che la tengono in piedi! Per prima cosa li devo ringraziare di cuore, poi li devo incoraggiare nella loro fatica e augurare loro che sappiano essere non solo degli “operai della vigna del Signore”, ma anche dei veri testimoni della fede e dell’amore fraterno. - Concludiamo con un pensiero per i circa 5.000 parrocchiani, avendo ben chiaro che sono essi a costituire la Chiesa presente all’Altipiano. Vorrei che per tutti la Parrocchia fosse una casa accogliente, un luogo di ricerca e di sereno confronto sulla fede e sulle sue implicanze. Quello che importa non è tanto il credere o il non credere, ma il non smettere mai di cercare, sentendosi sicuri di sé e arrivati. Ringraziamo di cuore don Giampi per la gentilezza nel rispondere a questa intervista. Dalle sue parole abbiamo colto tutta la particolarità del cammino che un Parroco è chiamato a sostenere in partecipazione con i parrocchiani laici, tra difficoltà e speranze, sempre però nella consapevolezza, per usare le stesse parole del buon “Don GP”, che “Una meta esiste ed è sicura: è la Gerusalemme celeste, sono i cieli nuovi e la terra nuova, là dove Dio sarà finalmente tutto in tutti e tutti saremo trasfigurati in lui”. Pensiamo poi che la strada sia come una cordata di alpinisti, dove si procede uniti e una guida, qui un pastore morozzese, regala la sua esperienza e la sua vita per portare la comunità Sacro Cuore di Gesù dell’Altipiano sempre più in alto. Sappiamo comunque che il primo e più amorevole pastore, Gesù Cristo, non smette mai di benedire i suoi figli, ancora più quelli che ha chiamato ad imitarlo in tutto. Gli affidiamo perciò DGP (che ce ne sarà grato, speriamo!) e invochiamo per lui la protezione della Rosa Mistica, affinché lo custodisca vitale, dinamico, ricco di idee e proposte come sempre! Auguri e… 15 di questi anni! Intervista a cura di Roberto Turco 6l’amico Il Concilio che provò a cambiare la Chiesa – 1 25 gennaio 1959: che sorpresa! Il 25 gennaio 1959, nella basilica romana di San Paolo, mentre si conclude l’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, Angelo Giuseppe Roncalli, salito al soglio pontificio da appena tre mesi con il nome di Giovanni XXIII, annuncia la convocazione di un nuovo Concilio Ecumenico. Celebrato a meno di cento anni dalla sfortunata esperienza del Vaticano I, mai concluso per i fatti di Porta Pia e la conseguente annessione di Roma al Regno d’Italia, sarà il Concilio Ecumenico Vaticano II, la cui data di annuncio e il luogo scelto per farlo non sono casuali. Infatti, nella mente di papa Roncalli era circolata pure l’idea di celebrarlo nella basilica paolina e di chiamarlo Ostiense I. Mentre lo stupore coglie tutti i presenti, il collegio cardinalizio reagisce gelidamente alla notizia, come annota con amarezza e sottile ironia lo stesso pontefice. Quel pontefice che, eletto come figura di transizione, ha il coraggio di una scelta che metterà a soqquadro tutta quanta la Chiesa. Anche se, a meno di un secolo dalla definizione dell’infallibilità del magistero papale, molti si chiedono: “Ma da quale esigenza nasce l’idea di convocare una nuova assemblea conciliare? Non poteva, il papa “infallibile”, far tutto e più velocemente da solo?” Giovanni XXIII: papa del mito e papa della storia Evidentemente non la pensa così il nuovo eletto, Angelo Giuseppe Roncalli da Sotto il Monte in provincia di Bergamo. Come sovente accade con i personaggi che segnano svolte decisive al procedere della storia, anche attorno a papa Roncalli si è più di una volta costruita un’immagine deviante e falsata. Sia da parte di chi ha visto in lui l’uomo che nel silenzio e nell’obbedienza aveva a lungo pensato e preparato la riforma della Chiesa, attendendo il mo- no il bastone, per combattere i suoi avversari. Per questo motivo Roncalli non è solo il papa del Concilio, ma pure il papa delle aperture ecumeniche verso l’oriente, verso il mondo riformato (significativa al riguardo la visita in Vaticano del primate della comunione anglicana Geoffrey Francis Fisher il 2 dicembre 1960), verso gli ebrei, addirittura verso il nemico per antonomasia di quegli anni, il mondo comunista. Apertura culminata con la visita in Vaticano del genero di Kruscev, Adjubei, direttore di uno dei massimi quotidiani sovietici. Ed è il papa che si sente anche profondamente vescovo di Roma, fino a riprendere l’uso di un gesto trascurato dai suoi predecessori: la presa di possesso della cattedra lateranense. mento propizio per esternarla e ha voluto quasi unicamente sottolineare il volto del “papa buono”, il papa del saluto alla luna e della carezza ai bambini. Sia da parte di chi lo ha voluto presentare come il papa poco preparato teologicamente, un po’ ingenuo, comunque conservatore, trascinato da altri e dal flusso degli eventi ben oltre la soglia delle sue reali intenzioni. La più recente storiografia, compresa la poderosa biografia data alle stampe dal pronipote Marco Roncalli, ha profondamente rivisto la valutazione di quest’uomo, nato nel 1881, per un decennio segretario del vescovo di Bergamo mons. Radini Tedeschi, cappellano militare durante il primo grande conflitto mondiale, poi direttore dell’Opera per la propagazione della fede in Italia, elevato all’episcopato e inviato come delegato apostolico in terre di confine, prima la Bulgaria poi la Turchia e la Grecia, dove incontra e l’Ortodossia e l’Islam, successivamente nominato nunzio a Parigi nella laica Francia, infine scelto come patriarca di Venezia. Roncalli, che in gioventù ha anche insegnato storia della Chiesa, appare come un uomo colto, sapiente, avveduto, conscio dei problemi che agitano il mondo e la Chiesa. In lui convivono aspetti di conservazione (dopo la lettura di Esperienze Pastorali definì “un pazzerello scappato dal manicomio” don Milani) e aspetti di notevole apertura, come mostra il giorno di inizio del Concilio, quando, pronunciando un discorso non soltanto formale, così si esprime davanti alla folta assemblea di vescovi: “Al giorno d’oggi la Sposa di Cristo preferisce far uso della misericordia piuttosto che della severità; essa ritiene di venir incontro ai bisogni di oggi mostrando la validità della sua dottrina piuttosto che la condanna”. La condanna era lo stile quasi abituale della Chiesa degli ultimi due secoli, una Chiesa che si sentiva continuamente minacciata da nemici esterni ed interni, questi ultimi ancora più subdoli e pericolosi dei primi. Nel non troppo lontano 1832 un predecessore di Giovanni XXIII, Gregorio XVI, al secolo Arturo Cappellari, aveva sostenuto che la Chiesa doveva “virga compescere”, cioè prendere in ma- Gite 2013: alla scoperta di due Capitali Dal 25 al 28 aprile: ROMA CAPUT MUNDI La prima gita-pellegrinaggio del 2013 sarà a Roma, anche a motivo dell’’Anno della Fede proclamato da Benedetto XVI. È da tempo che la nostra Parrocchia non si reca più nella capitale che è anche la città del papa e delle testimonianze dei primi cristiani, in particolare dell’apostolo Pietro e di san Paolo. Approfittiamo del ponte scolastico del 25 aprile. Al più presto sarà disponibile il programma. A luglio: PARIGI VAL BENE … UNA GITA A luglio, in data ancora da precisare e su richiesta di numerose persone, ci recheremo in un’altra grande capitale europea, Parigi. Sarà una gita di cinque giorni, più facilmente abbordabile ad ogni tipo di portafoglio. Come sempre (e chi ha partecipato nelle edizioni precedenti, da ultimo in Normandia può rendere buona testimonianza al riguardo!!!) le nostre sono gite estremamente curate in ogni aspetto con la formula del “tutto compreso”. Cominciate ad annotare sull’agenda queste nuove proposte e mettere da parte qualche euro! Una precisa idea di Concilio Quando Giovanni XXIII decide di convocare il Concilio ha in mente un’idea ben precisa dell’assemblea che riunirà i vescovi dei cinque continenti. Già nell’annuncio del 25 gennaio egli lo presenta quale “evento di grazia” e come occasione di fraternità fra tutti i cristiani. Non a caso quasi contemporaneamente crea il Segretariato per l’unità dei cristiani, sotto la presidenza del Rettore del Pontificio Istituto Biblico, il cardinal Bea. In un radiomessaggio del settembre 1962 assegnerà all’evento conciliare una finalità eminentemente pastorale, finalità tesa a rivedere la concezione della Chiesa tanto “nella sua struttura interiore” quanto nei rapporti con il mondo “di fronte alle esigenze e ai bisogni dei popoli”. In filigrana già si intravedono quelli che saranno i due assi portanti della produzione conciliare: la Lumem Gentium, che tratterà della Chiesa in se stessa, e la Gaudium et spes che prenderà di petto la sempre spinosa questione dei rapporti della Chiesa con il mondo. (Continua) Allo STI si parla di cibo Torna a novembre l’ormai tradizionale “Tre giorni teologica” proposta dallo Studio Teologico Interdiocesano di Fossano. Quest’anno si parlerà del… cibo. Si inizia il 15 novembre con l’intervento di Carlin Petrini e si prosegue il 16 con Andrea Grillo. Orari: 9-12 e replica 20.45-22.30. Il terzo giorno si terrà il 17 aprile con l’intervento (solo al mattino) del prof. M. Recalcati. l’amico Cantare in chiesa: è proprio importante! Con l’inizio del nuovo anno liturgico sarà pronta una nuova versione, aggiornata e corretta, del libro comunitario dei canti. Ne approfittiamo per richiamare l’importanza del canta durante le varie celebrazioni. La parola umana non è uniforme, atona. Ognuno, quando parla, ha il suo timbro personale, il suo accento, il suo volume di voce, la sua estensione, la sua risonanza, il suo tempo. Ognuno ha le sue forme melodiche e ritmiche e le modifica in continuazione per renderle vive e permettere un’espressione comprensibile. Cantare davanti agli altri, e più ancora con gli altri, è un modo efficace di dimostrare la propria presenza, di partecipare insieme alla stessa gioia. Nulla come il canto permette di costituire un’assemblea, darle corpo, renderla cosciente della sua realtà. Cantare è anzitutto un piacere, un atto gratuito. Cantare fa esistere colui che canta, e anche quelli che ascoltano il canto, in un’altra situazione. Deriva in qualche modo dall’estasi: “Quando canto io divento canzone, quando scrivo divento poesia, quando vi dico: “Io vi amo”, io divento il verbo amare” ( G. Dor) Il canto può avere diverse funzioni. Si canta per marciare e danzare, per lavorare, per cullare e addormentare, per raccontare, e naturalmente per pregare. Molti riti comportano canti e certi canti costituiscono riti (acclamazioni, suppliche, lamentazioni…) Il canto nella Bibbia La Bibbia risuona di canti, di cantici, di inni, di salmi (preghiere cantillate e accompagnate da uno strumento a corde) e di strumenti musicali. Israele ha la vocazione di cantare Dio, il suo nome e la sua gloria, di cantare per Dio e offrirgli inni. Gli è affidato anche il compito di prestare la propria voce al canto delle creature, la cui varietà e sovrabbondanza, ma anche il silenzio e la bellezza, sono una lode perenne. I suoi cantici sono sempre nuovi, perché Dio crea sempre del nuovo nella natura e anche nella storia. Le sue meraviglie sono innumerevoli. Paolo invita gli Efesini a “intrattenersi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il cuore” (5,19). Cantare a Messa Il canto esprime la gioia del cuore. Giustamente sant’Agostino dice: “Cantare è proprio di colui che ama” (Discorso 336). Secondo un antico proverbio “Chi canta bene prega due volte”. Il canto è un modo privilegiato di favorire la partecipazione a una celebrazione, sia che si tratti di un inno o di un’acclamazione che l’assemblea canta insieme, o di un salmo responsoriale in cui dialoga con il salmista dopo averlo ascoltato. Le funzioni del canto liturgico sono varie: accompagnare una processione (ingresso, offerte, comunione), un rito, come la frazione del pane, acclamare il Cristo o supplicarlo, costituire un rito o un atto che ha valore in se stesso, come il Gloria, il salmo responsoriale, l’Alleluia, il Santo, l’acclamazione di anamnesi, il canto dopo la comunione. Dodici mesi di solidarietà CARITAS e MISSIONI: bilancio anno 2011-2012 Saldo al 31/10/2011: euro 1.381,91 Entrate 2011-2012 Cassetta chiesa: Offerte varie: Settimana della Carità: TOTALE ENTRATE: Uscite 2011-2012 Acquisto generi alimentari: Acquisto medicine: Interventi speciali (contributi affitti, bollette…): TOTALE USCITE: Saldo al 31/10/2012: 1.499,36 6.701,51 4.320,00 12.517,87 601,19 1.185,00 11.664,14 13.450,33 442,45 Contributi elargiti dalla Parrocchia e prelevati dagli affitti degli immobili dal 01.11.2011 al 3.10.2012: 3.600,00 La citazione “La Chiesa è la famiglia di Dio nel mondo. In questa famiglia non deve esserci nessuno che soffre per mancanza del necessario”. (Benedetto XVI, Enciclica Deus Caritas est) MISSIONARIETÀ Totale devoluto per l’aiuto alle missioni (fra cui per Adozioni a distanza dal 01.11.2011 al 31-10-2012: 15.279,00 euro e per Fratel Comino dal 01.11.2011 al 31-10-2012: 6.222,00 euro): 22.721,00. IN TOTALE Nel corso dell’anno sono stati offerti per la carità e le missioni 41.980,85 euro. Grazie per questa generosa espressione di solidarietà. Caro Rodolfo, ben sappiamo che sei schivo da ogni genere di ringraziamento, ma mancheremmo di carità se non lo facessimo e non ritenessimo la gratitudine un suo aspetto importante! Ci sentiamo pertanto in dovere di dirti il nostro grazie! Il tuo servizio di cassiere della Caritas, lungo di tanti anni, è stato sempre nascosto, ma preziosissimo, svolto con diligenza e generosità, molta generosità… Il nostro è un grazie, ma umano; il buon Dio, invece, lo trasformerà in tanti meriti. Non ritenerti però in pensione; ti chiediamo ancora un po’ delle tue preghiere che “sgrani” ogni giorno, e la Caritas, tu lo sai, ne ha infinitamente bisogno, perché, come recita il Salmo 126, “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori”. Grazie per quanto hai fatto e per le preghiere che ci donerai. Con affetto, gli amici della Caritas Si comunica che, grazie alle tempestive offerte, è stato possibile riaprire il Centro di ascolto. Pertanto Si ringrazia per le offerte in denaro, per il pane, la verdura, il latte, e per quanto di ogni genere è stato portato. Si ricorda che la Caritas offre il suo aiuto, nei limiti delle possibilità, a tutte le persone che lo richiedono, purché residenti nel territorio della Parrocchia. Si cerca Un passeggino, libri di lettura per bambini, biancheria di casa. È sempre gradito anche in quantità minima, ogni genere alimentare. Modifica di orario Il CENTRO CARITAS è aperto: - Il Lunedì dalle ore 15 alle ore 16 soltanto per la raccolta - Il Giovedì dalle ore 16 alle ore 18 soltanto per la distribuzione Ancora troppe bocche chiuse! Se (come detto sopra) è così importante cantare durante le celebrazioni liturgiche, in particolare durante la Messa, allora dobbiamo dire che la nostra Parrocchia, malgrado l’intenso lavoro di questi anni e qualche significativo miglioramento, non è ancora al top. In giro, infatti, si vedono ancora troppi libri dei canti giacere inutilizzati nei banchi e troppe bocche che rimangono inesorabilmente chiuse. Siamo così pigri? Da buoni piemontesi troppo riservati e individualisti non ci osiamo cantare con gli altri? Riteniamo di essere stonati? Facciamo difficoltà a seguire chi anima o suona? Tutti motivi in parte anche ragionevoli ma che non devono rappresentare un ostacolo insormontabile! Vinciamo almeno la pigrizia e la “gena” e proviamo a coinvolgerci così da non essere spettatori di un’esecuzione fatta solo da altri, magari dagli addetti ai lavori. E non importa se non siamo tutti dei Bocelli. Per cantare in chiesa basta molto di meno. Solo così avremo celebrazioni più vere, più partecipate, più coinvolgenti. Il canto liturgico, ricordiamocelo, non è un optional ma parte integrante delle varie celebrazioni. Il CENTRO DI ASCOLTO è aperto: il Mercoledì dalle ore 15.30 alle ore 18 (Ingresso “A” dell’Oratorio, primo piano aula nº 10) 7 8l’amico in Parrocchia Appuntamenti e iniziative Avvento, Natale e tempo di Natale Il cammino della nostra comunità parrocchiale verso il Natale è caratterizzato come sempre da appuntamenti di varia natura. Si va da quelli più spirituali, come le novene per i bambini e gli adulti, a quelli più gioiosamente ricreativi. Sono tutti importanti. Teniamoli presenti. Fiera del dolce: Festa dell’Immacolata. Venerdì 7 alla Messa delle 18.30 e Sabato 8 Portare i dolci in oratorio dalle ore 16.30 di venerdì. Novena di Natale per i bambini e i ragazzi: da lunedì 17 a sabato 23 dicembre alle ore 16.15 per le elementari e le medie (solidarietà per fratel Comino). Novena di Natale per tutti: da lunedì 17 dicembre alle ore 18.15: Eucaristia con canto della novena e omelia. La novena è predicata da don Federico. Natale della terza età: venerdì 21 dicembre ore 15. Alle ore preghiera e catechesi in chiesa, poi in oratorio la festa con gli auguri natalizi. Orario Sante Messe Giorni festivi: 9.00 - 10.30 - 18.30 - Il sabato o vigilia di feste: ore 18.30 Giorni feriali: 8.00 - 18.30 Chiesa della Riconciliazione: ore 16.30 - Il sabato o vigilia di feste: ore 8.30 Ogni sabato adorazione dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 17.30 Orario dell’Ufficio Parrocchiale Ogni giorno (da lunedì a sabato): ore 10-12 - il giovedì anche dalle 16 alle 18 1º Venerdì del mese Celebrazione penitenziale comunitaria: lunedì 17 alle ore 18.15 Come sempre ci sarà un primo momento di celebrazione comunitaria a cui seguirà la possibilità di celebrare individualmente il sacramento della confessione. Saranno presenti anche questa volta una decina di sacerdoti. Invitiamo a partecipare e ad approfittare dell’occasione per confessarsi, essendo praticamente impossibile ormai trovare sacerdoti per altre ore della settimana. Grandi spettacoli natalizi: Sabato 22 alle ore 21 i bambini e i ragazzi dell’oratorio metteranno in scena “Dillo forte che è Natale”. Lunedì 24 alle ore 21.45 i giovanissimi della nostra parrocchia presentano il recital “Dirottate su Betlemme”. Adorazione Eucaristica del Giovedì Messa di mezzanotte e auguri in oratorio: la celebrazione più importante del tempo natalizio sarà come ogni anno la Messa di mezzanotte. Al termine, come ormai da tradizione, siamo tutti invitati in oratorio per lo scambio degli auguri accompagnato da un dolce e da una cioccolata calda. Incontri Giovanissimi Domenica13 gennaio: Solennità del Battesimo di Gesù ore 15.15: Festa dei bambini da 0 a 6 anni. Memoria del Battesimo Venerdì 6 dicembre - 7 gennaio - 1 febbraio: dalle ore 8.30 alle ore 22: Adorazione Eucaristica nella Cappella feriale Tutti i giovedì eccetto quello della settimana del Primo Venerdì nella Cappella feriale - ore 17 Il venerdì sera, ore 20.45 Incontro Famiglie ATTENZIONE: Lunedì 24 dicembre non sarà celebrata la Messa delle ore 18.30 Domenica 18 novembre, 16 dicembre, 27 gennaio Incontro Vedove Martedì 4 dicembre ore 9.30 Oratorio per i bambini e i ragazzi Ogni sabato dalle 14.30 alle 17.00 Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani Dal 18 al 25 gennaio - Domenica 20 gennaio ore 15: Celebrazione ecumenica Terza età “Parole e caffè” ore 15.30: venerdì 9 (tombolata) e 23 novembre (film) – 7 dicembre (tombolata) - Natale della terza età: venerdì 21 dicembre ore 15 Adozioni a distanza Ogni ultima domenica del mese, alla fine delle varie Messe. Anagrafe BATTESIMI •Viglietti Francesco Carlo Aldo di Alessandro e Danna Silvia il 21 ottobre •Arnaldi Ludovica di Fabrizio e Dadone Daniela il 21 ottobre •Santana Isabel di Ricardo Amado e Centenero Chiara il 21 ottobre •Imparato Alice di Armando e Inz Fulvia il 21 ottobre Matrimoni •Fagherazzi Riccardo e Billò Luisa il 20 ottobre Defunti •Pasolini Giuseppe di anni 80 il 25 agosto •Cappa GianFranca di anni 69 il 16 settembre •Chiabra Ezio di anni 84 il 20 settembre •Maschio Bruno di anni 70 il 17 settembre •Chiesa Anselmo di anni 80 il 10 ottobre •Fulcheri Rina ved. Formento di anni 90 il 13 ottobre •Penazzo Giovanna ved. Fea di anni 89 il 20 ottobre OFFERTE (Elenchi aggiornati al 24 ottobre 2012) 5 euro 2 PP - 10 euro 19 PP - 15 euro 1 PP - 20 euro 2 PP - 30 euro 1 PP - 40 euro 3 PP - 50 euro 2 PP - 200 euro 1 PP - Suf. Pasolini Giuseppe i Famigliari 70 euro - Denegri Paola 100 euro - famiglia Griseri Bressano 20 euro - Sorelle Arturo 30 euro - Coniugi De Meo 50 euro - Suf. Terreno Marilena 20 euro (continua) - Sposi Davide De Meo e Rosella Colombo 100 euro - Alessandro Poggio per Fratel Comino 45 euro - Suf. Balsamo Giorgio la moglie 70 euro - Ann. Mandrile Mario 50 euro - Coniugi Bausano-Mattone per 50º di matrimonio 150 euro - In suff. Lisa 70 euro - Laura e Luca Ferrero 100 euro - Suf. Chiesa Anselmo i famigliari 200 euro - Suf. Rina Fulcheri i famigliari 70 euro - Suf. GianFranca Cuniberti i famigliari 170 euro - Suf. Anselmo Chiesa i vicini di casa 75 euro - Sposi Fagherazzi Riccardo e Billò Luisa 200 euro, i genitori di Luisa 150 euro - Battesimo Viglietti Francesco Carlo Aldo i genitori 100 euro, la nonna in memoria dei defunti 100 euro - Battesimo Arnaldi Ludovico i genitori 100 euro - Battesino Isabel Santana i genitori 50 euro - (continua) Per l’Oratorio: 100 euro 2 PP - 200 euro 1 PP - 300 euro 1 PP - (continua) Per la Caritas: 30 euro 1 PP - 50 euro 7 PP - 100 euro 2 PP - 500 euro 1 PP - Drago Giampaolo 50 euro una mamma in attesa 50 euro - Giordano Francesco 50 euro - Franca in suff. Nini Chionetti 200 euro - Suff. Mario Lanza 50 euro - Maria 50 euro - (continua) Chiesa della Riconciliazione: 5 euro 6 PP - 10 euro 11 PP - 20 euro 2 PP - 25 euro 1 PP - Suff Candelini Liliana colleghe della mamma 30 euro - Sciandra Enzo 50 euro - Ravera 7 euro - Romana 10 euro - MD 20 - (continua) Raccolte particolari: Giornata Missionaria Mondiale 1220 euro don Giampaolo e il CAE ringraziano per la generosità Torna il “Giardino d’inverno“ Il “Giardino d’inverno”, l’apprezzatissimo oratorio per i più piccoli torna a partire da giovedì 15 novembre, alle ore 16. Seconda puntata giovedì 13 dicembre. Le responsabili aspettano volentieri chi, fra gli animatori dello scorso anno, volesse ancora dare una mano. Buona avventura! Corso di preparazione al matrimonio Si svolge in Parrocchia dal 19 gennaio al 23 febbraio. Occorre iscriversi almeno un mese prima, cioè entro Natale. Nell’atrio della chiesa è esposto il calendario con tutti i corsi della città e della diocesi. Per gli altri corsi che si tengono a Mondovì e in diocesi si consulti il manifesto esposto nell’atrio della chiesa. Piazza Monteregale 2/C Mondovì Altipiano (Cn) Tel. 0174.42851 www.gastronomiamarchisio.it