IL DIBATTITO SULL`EUCARESTIA CONTINUA….. Ho letto il

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IL DIBATTITO SULL`EUCARESTIA CONTINUA….. Ho letto il
IL DIBATTITO SULL’EUCARESTIA CONTINUA…..
Ho letto il commento di M. Morando ai tre incontri che erano stati promossi dal SAE, Chiesa luterana e
Chiesa valdese sul tema: “Eucarestia: segno di comunione o di divisione?”. In particolare mi soffermo sul
sottinteso che si ricava dall’espressione “ I relatori dovrebbero essere davvero rappresentativi della
comunità di appartenenza…Le voci fuori dal coro non aiutano..”. Evidentemente l’autrice del commento ha
percepito come non autentica la voce di qualche relatore e, presumo, in particolare, abbia sentito come
poco rappresentativo della fede cattolica romana il relatore Giampiero Bof.
Il problema ha, secondo me, due aspetti: il primo è che la Chiesa cattolica è percepita dall’esterno come un
monolite dottrinale, mentre non è così. Convivono apertamente posizioni teologiche e fedi molto diverse
tra loro, ma comunque interne all’ortodossia cattolica. Per dire quali sono le maggiori correnti si
dovrebbero proporre almeno tre relatori. E non è solo questione di maggioranze. Se posso esprimermi con
un ricordo personale: nel 1961, a Concilio già annunziato, l’idea di ecumenismo era intesa, nella quasi
totalità anche di chi si interessava al problema, come proposta di conversione, di “ritorno” alla Chiesa
cattolica romana dei cristiani che l’avevano abbandonata. Solo una infinitesima presenza di cattolici
propugnava invece un’idea di ecumenismo come cammino da fare insieme agli altri cristiani e come
cammino affidato alla preghiera dello stesso Cristo. Chi avrebbe potuto immaginare che quella minuscola
corrente avrebbe avuto una così autorevole e forte presa di posizione del Concilio? Tanto diversa dal
comune sentire cattolico che ancora oggi fa fatica a realizzarsi. E spesso le resistenze sono maggiori tra chi
si dichiara cattolico, senza essere neppure praticante. Ma, a questo punto quale idea di ecumenismo è
cattolica? Quella del Concilio o quella della massa dei “cattolici”?
Il secondo aspetto è che spesso quando un relatore evangelico parla dei cattolici, ci sentiamo riportati ad
uno stadio dottrinale superato. Ci potrebbero invece essere d’aiuto i fratelli evangelici se dessero maggior
valore alle novità, o alle tendenze che nel cattolicesimo spingono per un più autentico credo e un vissuto
che superi “la giustizia” dei dottori della legge.
Ho partecipato anch’io ai tre incontri e debbo dire che quello che mi ha interessato di più è stato il primo,
quello del relatore ortodosso e del controrelatore evangelico.
Grazie dell’ospitalità e buon cammino verso Pasqua.
Itala Ricaldone