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la Repubblica MARTEDÌ 6 MARZO 2012 ■ 10 la Repubblica GINEVRA 2012 Anteprime e novità Mini Clubvan Ecco le principali novità presentate al prossimo salone di Ginevra che aprirà al pubblico l’8 marzo e chiuderà il 18 Honda Civic È una concept di commerciale premium: si basa sulla Clubman, ha la porta laterale controvento e il doppio battente posteriore Fiat 500L A Ginevra la portabandiera della gamma Subaru si presenta nella versione più “familiare”, quella con le cinque porte Hyundai i30 CW In rampa di lancio la variante wagon della berlina coreana, per venire incontro alle esigenze specifiche del mercato europeo Chevrolet Cruze SW Q Ha sette posti ed è lunga quattro metri e mezzo la Prius in versione familiare. Può contare sulla propulsione ibrida plug-in Ford B-Max Crossover Quelle porte che si aprono sul futuro PAOLO ODINZOV Dove nasce Romania in più per la Classe A? Se verrà confermato, un listino che non dovrebbe discostarsi molto dall’attuale (con prezzi che partono da circa 20 mila euro), e due sole versioni. Non tutti i legami col passato, tuttavia, sono recisi. Perché con la Classe B, nonostante la netta separazione estetica, continua a condividere piattaforma produttiva, tecnologia e parco motori. Questi ultimi sono tre benzina (il 1.6 da 122 e 156 Cv, il 2.0 da 211 Cv) e tre diesel (1.5 da 109 Cv, 1.8 da 109 e 136 Cv, e più in là anche un 2.2 da 170 Cv), e potranno contare sui pacchetti per il contenimento di consumi ed emissioni messi a punto dagli ingegneri tedeschi. E magari con l’anno nuovo anche sulle quattro ruote motrici e su qualche iniezione di cavalli da parte della divisione “corsaiola” Amg. na cosa è sicura, alla Ford la voglia di innovare non manca per tradizione. Se infatti nel 1908 il fondatore della marca rivoluzionò con la celebre “T” usi e costumi nella mobilità di massa, oggi gli uomini dell’Ovale Blu si apprestano a far debuttare un’altra automobile pronta a cambiare le abitudini sulle strade. Si tratta della B-Max, star Ford al salone di Ginevra, destinata a diventare un nuovo punto di riferimento nel segmento delle small car. Basta vederla per rendersene conto. Se nella realizzazione della “T” l’obiettivo primario era stato quello di fabbricare un’auto “popolare”, nella B-Max appare chiaro che la chiave del progetto è quella di creare un modello lontano da tutto e tutti per forme e contenuti, capace di unire in poco più di 4 metri la massima versatilità, prestazioni al top e una ricercatezza nello stile. Per farlo i progettisti hanno adottato un pianale dalla particolare architettura senza montante centrale che utilizza nella parte anteriore delle convenzionali porte ad apertura controvento mentre in quella posteriore degli sportelli scorrevoli. Vera peculiarità della B-Max è non a caso quella di consentire un facile accesso a bordo. Ma una volta entrati si rimane meravigliati anche dalla miriade di soluzioni impiegate per sfruttare al meglio ogni centimetro di spazio. Una delle tante è la possibilità di spostare e reclinare i sedili dei passeggeri così da creare una superficie di carico piana, facilmente accessibile, sulla quale possono essere posizionati oggetti lunghi fino 2,35 metri. Dietro una carrozzeria ispirata nelle forme ai più recenti canoni del kinetic design, l’arrembante compatta nasconde poi una meccanica che la pone ai vertici nella sua categoria. «Il nostro obiettivo nel mettere a punto la B-Max — ha detto Barb Samardzich vice presidente di Ford Europa — era ridefinire gli standard del segmento attraverso tecnologia e innovazione garantendo consumi ed emissioni al di sotto della media». Ecco allora pronte una miriade di tecnologie verdi come lo stop&start, oppure il sistema eco-mode capace persino di analizzare lo stile di guida del conducente in modo da fornire indicazioni su come migliorare e aumentare l’efficienza della vettura. E al tutto si unisce un ventaglio di motorizzazioni che vede come unità di punta il 3 cilindri benzina EcoBoost di 1.0 litri da 120 Cv, in grado di percorrere 100 km con 4,9 litri di carburante lasciandosi dietro delle emissioni pari a soli 114 g/Km di CO2. A cui si pone come alternativa nella gamma un turbodiesel TDCI 1.6 da 95 Cv e 104 g/km di CO2. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA REALIZZATA a un regime di 150.000 esemplari l’anno, l’80% dei quali destinati all’esportazione, la B-Max viene prodotta in Romania nella fabbrica di Craiova (ex Daewoo) di cui la Ford è diventata azionista di maggioranza nel settembre del 2007. Inoltre proprio dalla fabbrica di Craiova, recentemente ammodernata con un investimento di oltre 675 milioni di euro e con una capacità produttiva che può arrivare fino a 300.000 auto e motori l’anno, esce già da alcuni mesi il veicolo commerciale leggero Transit Connect. Dove nasce Germania LA PRODUZIONE della nuova Classe A è stata avviata nello stabilimento di Rastatt, cittadina tedesca situata nella regione del Baden-Württemberg distante una ventina di chilometri da Karlsruhe. L’ultima generazione di Classe B è stato il primo modello a lasciare lo stabilimento: le due medie della Stella condividono infatti la stessa piattaforma produttiva e lo stesso pianale a trazione anteriore. Alcune delle componenti, tuttavia, verranno anche dallo stabilimento “gemello” di Kecskemét, in Ungheria, a circa 90 km da Budapest. Mercedes Classe A L’addio alla monovolume con l’immagine sportiva Dacia Lodgy Se l’auto che viene dall’Est è una minivan con tanto stile Dove nasce Romania LA NUOVA monovolume Dacia verrà prodotta, come gran parte della gamma del marchio low cost, nello storico impianto di Pitesti: i modelli usciti dallo stabilimento romeno andranno a soddisfare le richieste dei mercati nell’Europa occidentale. Per quanto riguarda invece l’area mediterranea, Africa e Medio Oriente, la fabbrica di riferimento sarà quella marocchina di Tangeri. ANDREA TARQUINI empi di crisi e recessione, tempi di nuove idee imprevedibili per salvare l’industria dell’auto. L’esempio, a sorpresa, viene dalla Romania. La Dacia, cioè il costruttore d’auto romeno controllato dalla Régie Renault, sta per lanciare una monovolume che offrirà posto fino a sette passeggeri, o in alternativa un enorme spazio per i bagagli, a un prezzo di vendita previsto attorno ad appena novemila euro. È un’iniziativa che mira a rilanciare la domanda di auto familiari a grande capacità, proprio in questo 2012 che si annuncia come l’anno più duro da molto tempo a questa parte per l’industria dell’auto eu- T ropea. E guarda caso, Renault lancia la sfida dalla nuova Europa, dall’Est, uscito appena 23 anni fa dalla lunga notte dell’occupazione sovietica. Più precisamente dalla Romania, dove Dacia fa rivivere le tradizioni industriali che negli anni Trenta di Bucarest “Parigi dei Balcani” si espressero anche con una buona industria aeronautica. Si chiama Lodgy, la Dacia minivan che verrà dalla Bucarest tornata democratica e un po’ parigina e nelle prime anticipazioni l’idea si annuncia più che convincente. Per quel prezzo irrisorio, senza rivali, la controllata romena di Renault offrirà un’auto lunga 4 metri e mezzo, cinque porte e due file di sedili aumentabili a tre. Il target è evidente: è ■ 11 Toyota Prius + La nuova Mazda 6 potrebbe avere le sembianze, almeno in parte, di questa concept proposta dalla casa giapponese Dove nasce Serbia © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE DI PIÙ www.fiat.it www.dacia.it Mazda Takeri Dopo la berlina a quattro e cinque porte ecco anche la Cruze modello giardinetta: raggiunge la lunghezza di 4 metri e 68 centimetri INCROCIO vuol dire libertà. Di mischiare stili e forme, senza particolari proporzioni da rispettare. Così, se fino a poco tempo fa davanti all’appellativo “crossover” si pensava subito a uno sport utility un po’ più strano, filante, e magari con due sole ruote motrici, oggi il concetto è più ampio. Certo, quel filone non è stato abbandonato: novità come la Opel Mokka o la Citroen C4 Aircross, lo stanno a testimoniare. La “contaminazione”, tuttavia, si sta allargando. Per abbellire oggetti fisiologicamente insipidi come le monovolume li si condiscono con le linee eleganti di una wagon, o li si alzano da terra come un suv. Tentando di contrastare quel fastidioso effetto “budino” non solo con la tecnologia che le tiene incollate alla strada, ma anche con un aspetto accattivante per tradizione (Fiat 500L) o grintoso al limite della sportività (Mercedes Classe A). Da quel che si vede in queste pagine, l’operazione è riuscita. SALVATORE TROPEA uando si va a pescare nella storia, e questa storia è credibile per prestigio, si hanno buone garanzie di non sbagliare. Che non vuol dire fare centro, cosa difficile di questi tempi per chiunque, anche per i più blasonati, ma significa poter incassare quel risultato che ti permette di tenerti in rotta in un mare agitato come quello in cui navigano le case automobilistiche, in particolare quelle che sono alle prese con il mercato europeo. La mossa che la Fiat fa con la 500 L potrebbe avere tranquillamente questa rispettabile chiave di lettura: affrontare il futuro affidandosi al passato, senza rifugiarsi in questo ma usandolo come atout che ha permesso di vincere una volta e potrebbe farlo ancora. E poiché è risaputo che la 500 è la vettura che ha fatto la storia del Lingotto negli ultimi sessant’anni si ricomincia da lì anche se il richiamo è puramente nominalistico e niente di più. Il fatto è che in questo anno che, come appare chiaro, non promette niente di buono, la Fiat doveva in qualche modo arginare l’attacco della concorrenza e doveva farlo senza essere costretta ad affidarsi LA FIAT 500L verrà cosoltanto a Chrysler e ai merca- struita nello storico stabiliti americani. Dopo avere man- mento di Kragujevac, nella dato in pensione modelli co- Shumadja centrale. In prame l’Idea e la Lancia Musa avetica il cuore inva, inoltre, la necessità di codustriale della prire i vuoti, facendolo in moSerbia, dove do da intercettare una domanl’azienda di da di mercato che non sembra Torino è prepiù seguire i canoni tradiziosente fin danali. La segmentazione con la gli anni ’50. Gli quale sono state in passato caoperai impiegati talogate le auto ha subito una a pieno regime saranno forte evoluzione che ha in- 2.400, per una produzione fluenzato e sta influenzando i totale che, dopo un primo comportamenti dell’automo- periodo di assestamento bilista oggi come mai sensibi- in cui verranno prodotte 50 le ai costi, all’utilizzo, alle fun- auto al giorno, sarà comzioni della vettura come bene presa quest’anno tra le 30 a disposizione non di un sin- e le 50 mila unità. Che pogolo ma di una famiglia. Un tenzialmente nel 2013 poprocesso, questo, che la crisi trebbero anche salire a 250 ha accelerato notevolmente. mila se il modello verrà reEcco perché si dice che la cepito bene dai mercati del 500 L, dove L sta per large, con vecchio continente. la gloriosa utilitaria in tutte le sue versioni, vecchie e nuove, ha poco a che fare, trattandosi di un piccolo monovolume classico collocabile tra i segmenti B e C che poi sono quelli della Punto e della Bravo. Insomma Fiat va a presidiare uno spazio, a marcare in un pezzo di campo come nelle partite di calcio. E lo fa con la maglia di un brand vincente, un modello che, a parte qualche previsione non rispettata per un difetto in eccesso, ha portato tanti soldi nelle casse della Fiat. L’appeal della 500 paga ancora e potrebbe pagare anche il recupero del concetto di “cab forward” introdotto mezzo secolo fa con la 600 Multipla con la quale la Fiat anticipò largamente l’era del monovolume. Ecco, i legami con la 500 e con il passato sono tutti qui, per il resto quella della nuova vettura è un’altra storia. Prodotta nello stabilimento serbo di Kragujevac, la 500 L rimanda all’attualità di Mirafiori perché inizialmente era destinata allo stabilimento torinese ma nell’estate del 2010 Marchionne, sull’onda del caso Pomigliano, virò verso la ex Jugoslavia dove ha potuto poi sfruttare incentivi all’investimento e condizioni di lavoro, diciamo, diverse da quelle di Mirafiori. Ma ora il problema è vedere se e come il mercato accoglierà questa novità. La controprova è per l’autunno, un’attesa forse un po’ lunga in tempi di crisi. Subaru Impreza 5p La berlina media giapponese si arricchisce di un motore 1.6 turbodiesel da 120 Cv, che sarà il più leggero della sua categoria Le nuove forme L’idea “Large” per la familiare @ MARTEDÌ 6 MARZO 2012 MARCO SCAFATI quell’ampia fascia di clientela che di solito sceglie il Volkswagen Touran, la Opel Zafira, la SMax Ford o altri prodotti simili. Quindi auto costruite e proposte non per far colpo con l’estetica o con soluzioni ipertecnologiche d’avanguardia, bensì per offrire il massimo della praticità d’uso per le famiglie numerose. Il nome è curioso, ed è stato dichiaratamente scelto come allusione alla parola inglese Lodge, cioè loggia ma anche casetta, oppure nel verbo, to lodge, che vuol dire riuscire a mettere tante cose insieme in uno spazio. Le promesse di Dacia sono enunciate con franchezza: niente concessioni al lusso o a optional tecnologici sfiziosi, niente esclusività di design o allestimento. Ma in cambio un rapporto prezzo-prodotto da far sognare. E comunque, un look più che rispettabile. Dopo le citycar Skoda di matrice Volkswagen, dopo la berlina Superb sempre Skoda a prezzi stracciati, dopo le Dacia Logan o Sandero, le ex colonie dell’Impero del Male sovietico sbarcano anche nel segmento di mercato dei minivan. E non è tutto: i dinamici romeni annunciano altri nove nuovi modelli nei prossimi anni. Una sfida da prendere sul serio che dovrebbe invitare a riflettere i costruttori che in Europa puntano tutto solo sui tagli ai costi e sulla confusione più spudorata tra marchi antichi e illustri e marchi di massa e d’oltre Atlantico. © RIPRODUZIONE RISERVATA on c’è due senza tre. Anche se, stavolta, il tre è qualcosa di completamente diverso. L’ultima generazione di Classe A, la terza per l’appunto, smette i panni della monovolume premium per indossare quelli forse meno comodi ma decisamente più appariscenti di una berlina compatta che strizza l’occhio al dinamismo. Del resto, diversi elementi del nuovo look vengono proprio da quell’esercizio stilistico che risponde al nome di F800 Style, concept sportiveggiante presentato dalla Mercedes un paio d’anni fa sempre al salone di Ginevra. Basta guardarla, la nuova nata, e ci si accorge subito che del “vecchio” connubio con la Classe B, ormai unica vettura della Stella rimasta a presidiare il comparto delle familiari di lusso, è rimasto ben N poco: cofano lungo e piatto, muso aggressivo con un’inedita mascherina a nido d’ape (per la versione Sport), gruppi ottici con Led, nervature sulla fiancata, coda rialzata, più muscoli. Il resto lo fanno una carrozzeria filante e ribassata (di 18 cm) nonché alcune chicche tecnologiche come lo schermo touch screen sulla plancia modello tablet, che nondimeno dovrebbe calamitare su questa due volumi anche l’attenzione di un pubblico più giovane: obiettivo a cui tutti i modelli più recenti della casa di Stoccarda sembrano mirare. Quattro metri e trenta di lunghezza, cinque porte e tanta grinta: quest’auto diventa insomma una sorta di hatchback, mettendo nel mirino rivali inedite. E tedesche come lei: l’Audi A3, anch’essa sotto i riflettori della kermesse svizzera col nuovo modello, e la Bmw Serie 1, la cui versione a tre porte arriverà a fine anno. L’arma U