fi lmontagna - Sito ufficiale della Regione Autonoma Valle d`Aosta
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a n g a t n o m008 l fi 2 e or o t o os iber g /a l io sso l e g lu ngr i di e t a an agn r e t in mon t i i a d n g ma e ss ne ra ci l’Eubage Srl 0 .3 21 filmontagna Filmontagna 2008 riparte, come ogni anno, con il suo viaggio per la Valle d’Aosta, per valli, paesi, villaggi. Mercoledì 9 luglio la rassegna dà il via al suo tour a Gressoney-St-Jean, come lo scorso anno. 28 le serate complessive, fino all’ultima che concluderà la rassegna a Pont-St-Martin il 30 agosto. Molti sono gli incontri inseriti in programmazione. Il grande alpinista svizzero, Michel Vaucher, è stato chiamato ad un duplice compito: da una parte la narrazione di una vita passata sulle pareti del mondo da solo o in compagnia delle icone dell’alpinismo di tutti i tempi (Lionnel Terray, Gaston Rébuffat, Walter Bonatti, Georges Livanos) e dall’altra l’omaggio al grande René Desmaison (già ospite della rassegna nel 2004, scomparso il 28 settembre 2007) con cui Michel fu protagonista nel film di Marcel Ichac Les Etoiles de Midi (1960). L’alpinista poliedrico, Bubu Bole, da Trieste, racconterà la sua passione profonda per la montagna, i suoi exploits di sci estremo, di prime invernali, di solitarie, nella cornice di Ollomont per la festa delle guide. Il 24 luglio la rassegna ricorderà l’anniversario della conquista di una parete che ha ossessionato generazioni di alpinisti: la nord dell’Eiger. Il 24 luglio del 1938 Anderl Heckmair, Heinrich Harrer, Ludwig Vörg, Fritz Kasparek, dopo 3 giorni di lotta, conquistano la parete nord. Lo scrittore Enrico Camanni narrerà la storia di questa Juillet août • A R T E T E 0 8 parete con l’aiuto di alcuni giovani alpinisti valdostani che l’hanno affrontata (Arnaud Clavel, Matteo Giglio, Roby Ferrari e Marco Farina) e un film del grande regista tedesco Gerhard Baur. Marco Camandona ed Hervé Barmasse illustreranno le loro imprese in Himalaya e in Patagonia: l’Annapurna e il Cerro Piergiorgio. Continua la collaborazione con il Cervino Cinemountain Film Festival del quale la rassegna si fa contenitore. Aspettando il festival, Filmontagna presenta alcuni film premiati negli anni passati. Al termine del festival vengono inseriti in programma i film selezionati e premiati nell’edizione 2008. Questa collaborazione permette al nostro pubblico di poter seguire la migliore produzione mondiale della cinematografia di montagna. In questo senso Filmontagna si fa garante di una qualità d’indiscutibile livello. Altri film e altre proposte compariranno nel programma dettagliato dei film e degli incontri disponibile presso le A.I.A.T. al via della manifestazione. Si ricorda agli spettatori che tutte le serate hanno inizio alle 21.30. L’ingresso è libero sempre. Il silenzio e la discrezione durante le proiezioni sono molto apprezzate sia dal pubblico che dagli organizzatori. Grazie per la partecipazione. Buona visione a tutti. Juillet août • A R T E T E 0 8 10 filmontagna Giovedì 10 luglio, Champoluc, Palazzetto, ore 21.30 Venerdì 11 luglio, Courmayeur, Jardin de l’ange, ore 21.30 Omaggio a René Desmaison Incontro con Michel Vaucher Juillet août • A R Les étoiles de Midi (Francia, 1958, 80 minuti) di Marcel Ichac, con Lionel Terray, René Desmaison, Michel Vaucher, fotografia di René Vernadet e Geoges Strouvé, montaggio di Pierre Gillette musica di Maurice Jarre. Storie che s’intrecciano. Storie di guerra. Storie di salvataggi estremi. Storie di salite durissime. Les étoiles de Midi è stato per il cinema di montagna quello che la Nouvelle Vague è stata per il cinema tout court. Il regista applica la tecnica della presa diretta e del cinéma vérité alla montagna. E dalla bocca del protagonista escono le parole, le convinzioni di Ichac “… in montagna non è necessario inventare delle storie, basta raccontare le storie vere, quelle che sono successe veramente”. La grandezza di questo film ne è la prova vivente. Grand Prix du Cinéma Français 1959, Gran Premio del Festival di Trento 1959. T E T E 0 8 Le pilier de la solitude (Francia, 1959, 22 minuti) di Hélène Dassonville e Pierre Tairraz con Michel Vaucher. Il film si ispira alla impresa di Walter Bonatti che, nel 1955, compiendo una delle più grandi imprese alpinistiche di tutti i tempi, ha salito, in prima assoluta e solitaria lo spigolo sud-ovest del Petit Dru, nel gruppo del Monte Bianco. Premiato al Festival di Trento 1960. Michel Vaucher debutta nel mondo dell’alpinismo nel 1955 passando un anno intero in Alta Savoia nella scuola di arrampicata del Salève. Nel ’56 consegue il diploma di meccanico per apparecchi elettrici ed in seguito la laurea di ingegneria presso la Scuola Superiore Tecnica nel 1961. Diviene Guida Alpina del Valais in Svizzera nel 1963. Nel 1968 ottiene la Licence es Sciences Mathématiques presso l’Università di Ginevra che gli permetterà di diventare professore di matematica al Collège Rousseau fino al 2001. Nel 1979 scrive e pubblica, per la casa editrice Denoël diretta da Gaston Rébuffat, Les Alpes Valaisannes nella collezione Les 100 plus belles courses.Michel ha al suo attivo più di mille vie classiche su tutto l’arco alpino tra le quali ricordiamo: il Grand Capucin per la via Est in compagnia di René Desmaison, la Juillet août • A R 11 parete Nord dei Drus, la parete Nord delle Grandes Jorasses in compagnia di Walter Bonatti, la Torre Trieste per la via Carlesso con Georges Livanos e numerose prime e solitarie. T E T E 0 8 Sabato 19 luglio, Ollomont, Maison Grimpe, ore 21.30 Incontro con Bubu Bole 12 Bubu Bole è nato il 21 maggio del 1968 a Trieste dove tuttora risiede. E’ guida alpina dal 1991. Inizia ad arrampicare già verso i 13 anni sulle rocce delle falesie triestine e le sue prime esperienze in montagna le vive attorno i 16 anni con discese di canaloni e pareti con gli sci e sulle vie di roccia. Dai 18 ai 21 anni vive l’alpinismo intensamente, con innumerevoli discese di sci estremo, solitarie, prime invernali e impegnative salite su roccia nelle Dolomiti. Prosegue il suo cammino alla scoperta delle vie di roccia e ghiaccio più impegnative delle Alpi che gli consentono di accumulare abbastanza esperienza per buttarsi, nell’inverno ‘99, in una nuova disciplina, il “dry tooling” (arrampicata mista di roccia e ghiaccio con l’uso di ramponi e piccozze) dove in due stagioni sconvolge la scala delle difficoltà ripetendo le vie più difficili di questa disciplina e aggiungendone di nuove. Nell’estate ‘99 corona il suo più grande sogno di rocciatore con la prima salita in libera della via Couzy alla Cima Ovest di Lavaredo, portando il decimo grado sulle pareti dolomitiche, impresa che lo ha lanciato ai vertici mondiali della specialità. Nel 2000 organizza la sua prima spedizione all’estero e, con l’apertura di una via nuova, porta il IX grado sopra i 5.000 metri, sulla parete sud dell’Esfinge nella Cordigliera Blanca in Perù. L’anno successivo parte per una spedizione in Pakistan e sulla parete est dello Shipton Spire (m. 5.850), nelle Torri del Trango, apre una nuova via di roccia e, per la prima volta nella storia dell’alpinismo, raggiunge l’obiettivo di portare il X grado sopra i 5.000 metri di altitudine. Juillet août • A R Dal 1999 partecipa alle gare di coppa del mondo di arrampicata su ghiaccio “Ice World cup” e nella maggior parte delle volte arriva sul podio. Inoltre, dal 2000 è un alpinista professionista e spesso occupa le copertine delle riviste specializzate. Collabora con le aziende più rinomate del settore, per alcune delle quali studia anche l’attrezzatura specifica. Nel maggio del 2001 riceve “La Grignetta d’Oro”, premio attribuitogli da una giuria nazionale come miglior alpinista degli ultimi due anni. Nell’agosto 2002, invece, riceve “Il Pelmo d’Oro”, premio per la carriera e per aver portato nell’universo alpinistico il nome delle Dolomiti Bellunesi. T E T E 0 8 Enrico Camanni è giornalista, alpinista e scrittore. Attualmente dirige le riviste L’Alpe e Piemonte Parchi. Ha scritto numerosi romanzi e saggi sulla storia e la letteratura dell’alpinismo. Giovedì 24 luglio, Champoluc, Palazzetto, ore 21.30 Eiger – Parete Nord 70 Settant’anni fa, il 24 luglio del 1938, le cordate Austro-Tedesche composte da Anderl Heckmair, Heinrich Harrer, Ludwig Vörg, Fritz Kasparek, dopo 3 giorni di lotta, conquistano la parete nord. Si tratta di un’impresa che avrà un’eco enorme nel mondo dell’alpinismo e ancor più nella Germania nazista che non poteva perdere l’occasione di un successo simile per aumentare, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, il proprio senso di superiorità su tutto e su tutti. La parete Nord dell’Eiger aveva già mietuto numerose vittime (e non smetterà mai di farlo anche dopo la conquista) tra i giovani alpinisti di tutt’Europa. Si trattava dell’ultimo grande “problema” delle Alpi. Eiger Nordwand (Germania, 2000, 45 minuti) di Gerhard Baur 15 marzo 2008, ore 14: Matteo Giglio e Riccardo Olliveri sono seduti sulla vetta dell’Eiger dopo aver percorso la mitica parete nord in poco meno di 10 ore... Approfittando delle eccellenti condizioni della montagna e di una meteo stabilissima, sono così riusciti a coronare il loro sogno di salire le tre più celebri pareti nord delle Alpi (Cervino, Eiger e Grandes Jorasses). Una salita in velocità che si aggiunge ad altre ascensioni realizzate in questo stile da una cordata molto affiatata. il 16 Aprile 2008 Marco Farina e Roby Ferrari partono dal rifugio alle 2.30 del mattino con un cielo stellato e arrivano in cima alle 19 in mezzo alla nebbia. Rimettono piede in rifugio alle 22.30, a notte fonda, stanchi ma contenti! Così ricorda Marco “Prima di partire eravamo un pò intimoriti dall’Eiger, ma una volta che ci sei dentro, non fa poi così paura come l’hanno descritta...Anche se bisogna sempre tener d’occhio la penna”. E’ l’inverno del 2001 quando Arnaud Clavel si trova alla base della parete Nord dell’Eiger assieme ad Nel 1983, Holger e Thomas, due giovani alpinisti un cliente e niente meno che con Christhophe tedeschi di 18 e 19 anni, conoscono sulla parete nord Profit. Ma il tempo è brutto e bisogna rinunciare. dell’Eiger il confine tra la vita e la morte. Impegnati Nel febbraio 2002, questa volta con Matteo Pellin nella scalata, a causa di un repentino cambiamento e Davide Manolino, Arnaud arriva in cima dopo 3 delle condizioni meteorologiche e al conseguente giorni di lotta, con un tempo fantastico, ma delle verificarsi di una incredibile catena di eventi, lottano condizioni quasi proibitive per il freddo: 30° sotto in quell’inferno per nove giorni. Vent’anni più tardi zero in vetta! Thomas racconta il dramma che ha cambiato del Il16 aprile 2008, in poco meno di 16 ore, Arnaud tutto la sua vita. è di nuovo in vetta con Maurizio Rossetto per festeggiare il suo 35° compleanno... Juillet août • A R T E T E 0 8 13 Giovedì 7 agosto, Champoluc, Palazzetto. ore 21.30 incontro con Marco Camandona 14 Annapurna, un lungo viaggio (Italia, 2006, 34 minuti) di Arnaldo Tranti, musica di Jacelyn Parry, immagini di Christian Kuntner, Marco Camandona e Giacomo Berthet, assistenza a cura di Massimo Sacchetti, Nathalie Fosson, Cristina Camandona e Barbara Luboz. 18 maggio 2005 ore 9: nel tentativo di scalata della parete Nord dell’Annapurna la spedizione valdostana e altoatesina viene travolta da una valanga. Marco Barmasse e Abele Blanc si salvano se pur feriti, Christian Kuntner, riuscendo comunque a raggiungere il campo, muore poche ore dopo. E’ questa la tragedia centrale del film attorno alla quale però viene ricostruito il lungo, estenuante e caparbio tentativo di Marco Camandona di raggiungere la vetta himalayana. 2003, 2005, 2006: tre tentativi per l’Annapurna con numerosi compagni di spedizione diversi tra i quali Massimo Farina, Alex Busca, Adriano Favre, Abele Blanc nel primo, Christian Kuntner, Stephan Paul Anders, Marco Barmasse, Abele Blanc nel secondo, Pemba Sherpa, Silvio Gnaro Mondinelli, Marco Confortola nel terzo. La Valle d’Aosta e le sue montagne incorniciano in un montaggio alternato la cronologia dell’Annapurna dando al film un respiro ed un significato profondi. Marco si prepara e vive da solo, con il suo respiro, il suo presente che porta con sé i ricordi tragici ed euforici di questa sua lunga lotta. Juillet août • A R Marco Camandona è nato ad Aosta il 20 settembre del 1970. Consegue il diploma di maestro di sci nel 1989 e di guida alpina nel 1996. E’ inoltre giudice giudice arbitro e delegato tecnico per la Federazione Internazionale ISMC (International Ski Mountainering Concil), responsabile del Comitato Valdostano A.S.I.V.A. e membro della Commissione Tecnica FISI per la disciplina dello Scialpinismo di Competizione. Ma soprattutto è alpinista per passione e professione. Ha al suo attivo salite in tutti gli angoli del pianeta, tra le quali ricordiamo gli 8000, Manaslu, Shisha Panama, Cho Oyu, Annapurna e il terribile K2 con Abele Blanc, e altre prestigiose salite quali quelle del McKinley con gli sci, dell’Aconcagua, del Elbrus e del Kilimanjaro. T E T E 0 8 15