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I servizi di salute mentale N. 198 165 La “Casa di cristallo” Gruppo di auto-aiuto di pazienti Alessandra Rispoli1, Agnese Barbacci2, Rosanna Perone3, Veronica Massai4, Marco Lisi5, Giorgia Umbriano6 Psicologa Progetto psicoeducazione, ASL 10 di Firenze, SOS SMA 5 – [email protected] Psicologa Progetto psicoeducazione, ASL 10 di Firenze, SOS SMA 5 – [email protected] 3 Psicologa SOS SMA 5, ASL 10 di Firenze, Responsabile Progetto sulla psicoeducazione – [email protected] Psicologa Progetto psicoeducazione, ASL 10 di Firenze, SOS SMA 5 – [email protected] 5 Psicologo – specializzando, ASL 10 di Firenze, SOS SMA 5 – [email protected] 6 Psicologa volontaria Progetto psicoeducazione, ASL 10 di Firenze, SOS SMA 5 – [email protected] 1 2 4 Abstract In seguito a un’esperienza di Social Skills Training (SST) svoltosi nell’anno 2008, alcuni pazienti sono andati a formare un gruppo riabilitativo che ha assunto il nome “Casa di cristallo” e che si riunisce con cadenza settimanale presso il centro diurno “Fili & Colori”, presidio facente parte del centro di salute mentale del Quartiere 5. Il gruppo non è totalmente autogestito, ma viene condotto da due psicologhe. I riferimenti teorici di base del gruppo “Casa di cristallo” sono stati, oltre a una base metodologica dell’intervento psicoeducativo di Falloon (1988), la teoria dell’attaccamento di J. Bowlby e la teoria e tecnica del SST. Gli obiettivi principali sono: favorire l’autonomia dei partecipanti nella gestione di attività della vita quotidiana, consolidare la abilità sociali apprese durante il SST, aiutare l’integrazione nel mondo del lavoro e facilitare la socializzazione tra i membri del gruppo anche grazie ad attività varie da loro proposte. Sono state rinforzate nei partecipanti le abilità di comunicazione e di espressione dei sentimenti e dell’affettività, che hanno di conseguenza portato a un miglioramento delle relazioni familiari e sociali. I l gruppo di auto-aiuto di pazienti con sindromi psicotiche, denominato dai suoi componenti “La Casa di cristallo” è nato dopo la conclusione di un percorso di Social Skills Training iniziato nel 2008, all’interno del centro diurno “Fili & Colori”, presidio facente parte del SOS 5 dell’ASL 10 di Firenze. Il training sulle abilità sociali è uno degli interventi psicoeducativi più accreditati dalla letteratura per lo sviluppo e il potenziamento di tali abilità in pazienti psichiatrici gravi (Bellack et al., 1997). Si tratta di un intervento psicoeducativo (considerato anche di riabilitazione cognitiva) finalizzato a incrementare le strategie più funzionali dei pazienti e a correggere gli atteggiamenti che ostacolano il recupero o l’apprendimento della abilità. Una volta terminato il trattamento di Social Skills Training ci è apparso opportuno non interrompere il rapporto con i pazienti coinvolti, offrendo loro la continuazione di un percorso rivolto a sollecitare nel tempo l’espressione delle loro “risorse”. Tale percorso doveva essere caratterizzato da un maggior grado di autonomia che doveva essere costantemente valorizzato e stimolato. I riferimenti teorici di base del gruppo “La Casa di cristallo” si riferiscono alla base metodologica dell’intervento psicoeducativo di Ian Falloon (1988) e alla teoria dell’attaccamento di Bowlby (Holmes, 1996). Il presupposto è che la competenza sociale si basa su una serie di apprendimenti comportamentali e può essere pertanto acquisita o modificata con l’esperienza e l’addestramento (Perone et al., 2011). Gli obiettivi che il gruppo di auto-aiuto si è proposto di raggiungere durante il percorso riabilitativo sono stati i seguenti: 166 I servizi di salute mentale - lo sviluppo di iniziative autonome e autogestite da parte dei componenti del gruppo; - lo sviluppo della capacità di integrare le abilità apprese durante il trattamento di Social Skills Training. L’esperienza dell’auto-aiuto si e proposta di favorire relazioni sempre più adeguate tra i componenti; - la possibilità di favorire l’integrazione con il mondo del lavoro, utilizzando alcune delle attività previste dal centro diurno; - l’organizzazione di uscite del gruppo fuori dalla realtà del centro diurno e l’intervento di personaggi pubblici (mondo sport, cultura, spettacolo). Gli incontri si sono svolti settimanalmente per circa 1 ora. Le attività sono state suggerite e scelte all’interno del gruppo, in base agli interessi e alle richieste dei partecipanti. In linea generale le proposte si sono alternate tra attività di cine-forum, uscite organizzate, incontri di sostegno e riflessioni su varie tematiche proposte dai pazienti. Dal 2010 il gruppo ha portato avanti l’iniziativa di scrivere un giornale a tematiche aperte; ogni componente ha partecipato attivamente non solo alla stesura degli articoli, ma anche all’organizzazione, all’impaginazione, alla correzione delle bozze e alla stampa. La gestione del gruppo da parte dei soli partecipanti non sarebbe stata possibile perché la psicopatologia grave di alcuni partecipanti ne avrebbe ridotto notevolmente il funzionamento. Per questo motivo si è resa necessaria la conduzione di due psicologhe del progetto sulla psicoeducazione. Le suddette operatrici si sono proposte di sollecitare le risorse dei partecipanti, sostenendoli durante il lavoro svolto insieme. Bibliografia Bellack AS, Mueser KT, Gingerich S, et al. Social Skills Training for schizofrenia. A step-by-step guide. The Guilford Press. Inc. 1997 (trad. it.: Nicolò G. Social Skills Training per il trattamento della schizofrenia. Guida pratica. Torino: Centro Scientifico Editore 2003). Chulkwon K, Mueser KT. The effects of Social Skills Training vs. psychoeducation on negative attitudes of mothers of persons with schizophrenia: a pilot study. Psychiatry Investig 2011;8:107-12. Falloon I. Comprehensive management of mental disorders. Buckingham, UK: Buckingham Mental Health Service 1988 N. 198 Durante il percorso sono state approfondite alcune tematiche già trattate durante il Social Skills Training, ad esempio le informazioni sui farmaci, i disturbi psichiatrici, ecc. Sono state maggiormente approfondite le abilità di comunicazione (in particolare l’espressione dei sentimenti e dell’affettività), sollecitando i partecipanti a utilizzarle durante la vita quotidiana e nell’ambito del contesto familiare (generalizzazione delle abilità), allo scopo di migliorare il loro funzionamento sociale e le loro relazioni familiari. Come viene riportato in letteratura, il rinforzo delle capacità comunicative e la conoscenza della propria emotività riduce significativamente l’angoscia e i deficit relazionali; in tal modo l’insegnamento sistematico di nuove competenze interpersonali, seguite da esperienze gratificanti, ne favorisce l’utilizzo all’interno delle relazioni sociali e familiari (Chulkwon e Mueser, 2011; Liberman et al., 1989). All’interno del gruppo di auto-aiuto, fin dall’inizio sono emersi in maniera del tutto naturale dei leader, ovvero soggetti la cui presenza favoriva un buon andamento del gruppo e dell’attività da svolgere. Gradualmente i soggetti investiti di questo ruolo sono risultati indispensabili a sollecitare alcuni componenti che talvolta mostravano una carente partecipazione. Durante il percorso è stato possibile constatare quanto le competenze sociali e la capacità di coping offrano protezione contro le ricadute indotte da stress, migliorando così la qualità della vita. Infatti, quando i partecipanti riescono ad affrontare con maggior adeguatezza gli eventi stressanti e le difficoltà quotidiane, il loro ottimismo e la loro autostima migliorano in misura nettamente significativa. (trad. it.: Magliano L, Morosini P, a cura di. Intervento psicoeducativo integrato in psichiatria: guida al lavoro con le famiglie. Trento: Erickson 1992. Holmes J. La teoria dell’attaccamento. John Bowlby e la sua scuola. Ed. Cortina 1996. Liberman RP, DeRisi WJ, Mueser KT. Social Skills Training per pazienti psichiatrici. Needham Heights, MA: Allyn & Bacon 1989. Perone R, Bartolini L, Pecori D, et al. Risultati del Social Skills Training applicato a pazienti con sindromi psicotiche. Giornale Italiano di Psicopatologia 2011;17:413-24.