RASSEGNA STAMPA - Provincia di Gorizia

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RASSEGNA STAMPA - Provincia di Gorizia
PROVINCIA DI GORIZIA
RASSEGNA STAMPA
LUNEDÌ 1 FEBBRAIO 2010
Rassegna per testata/edizione
N° Titolo
Testata-Edizione
1
Il Piccolo Gorizia
01-02-2010
Il Piccolo Gorizia
01-02-2010
Il Piccolo Gorizia
01-02-2010
Il Piccolo Gorizia
01-02-2010
Messaggero Veneto Gorizia
01-02-2010
Messaggero Veneto Gorizia
01-02-2010
Messaggero Veneto Gorizia
01-02-2010
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La Cormons-Redipuglia va completata
Data
Enrico Gherghetta - Provincia di Gorizia -
Pecol dei Lupi chiude fra 11 mesi
Enrico Gherghetta - Provincia di Gorizia -
Un ostello sul Monte Quarin
Provincia di Gorizia -
Contributi agli studenti
Provincia di Gorizia -
La diga sull'Isonzo, basta trovare un accordo con la Slovenia
Enrico Gherghetta - Provincia di Gorizia -
Provincia e testamento biologico
Provincia di Gorizia -
Ridurre i costi per salvare l'Universita'
Enrico Gherghetta - Maurizio Salomoni - Provincia di Gorizia -
1 FEB 2010
Il Piccolo Gorizia Isontino
pagina 14
Quotidiano
IL FUTURO DELLE FERROVIE
INTERVENTO DI PUHALI E SLUGA
«La Cormons-Redipuglia
va completata e utilizzata»
Un'immagine della tratta ferroviaria dismessa Cormons-Redipuglia
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CORMONS «È urgente riconsiderare il mancato completamento e la prevista dismissione (fortemente
voluta dalla
Provincia di Gorizia) della bretella ferroviaria
RedipugliaCormons, interamente realizzata tranne l'armamento tra le
due stazioni congiunte».
Ha i toni dell'appello forte
l'intervento
di
Alessandro
Puhali, presidente del centro
studi turisztici Valussi, e di Paolo Sluga, esperto di cose ferroviarie. «Nel dibattito sul futuro del sistema delle infrastrutture e dei trasporti nella regione Friuli Venezia Giulia si è
fatta strada da qualche tempo
una rinnovata (e
più che condivisibile) attenzione
al ruolo della portualità alto adriatica nei collegamenti nord - sud,
offuscato negli ultimi anni dalle
grandi discussioni sulle relazioni
est - ovest (Corridoio 5). Non è
quindi un caso
che il progetto di
Unicredit sul sistema
portuale
logistico nell'Alto
Adriatico
faccia
leva, in base alle
prime anticipazioni,
sul trasporto via treno ed in particolare sull'utilizzo della Ferrovia
Pontebbana
(Udine-Tarvisio)
per collegare i porti di Trieste
e di Monfalcone con l'Austria
ed il Centro Europa.
Secondo i due, «il completamento della Redipuglia-Cormons si giustificherebbe, a parere di chi scrive, con alcune
considerazioni
economiche e
tecniche. L'opera fa parte di
una serie di infrastrutture previste dalla Legge 298/1958, che
dovevano servire a migliorare
i traffici da e per il porto di Trieste, e avrebbe comportato un
accorciamento di 15 chilometri della tratta per Udine (corrispondente a circa il 10% del
percorso in territorio italiano
nella direttrice
verso l'Austria), a cui sarebbe conseguito
un abbattimento
dei costi di
trasporto. Una finalità importante all'epoca, ma ancor più
oggi alla luce del previsto incremento di traffici merci sulla direttrice nord - sud. Sono
note le vicende e le lungaggini
dovute al fatto che la bretella
non veniva costruita dalla Ferrovie dello Stato, ma dal Ministero dei Lavori pubblici. A
cessione avvenuta alle Ferrovie, queste si affrettarono
a
completare la galleria di circonvallazione sotto la città di
Trieste, su sollecitazione del
Comune giuliano, ma si disinteressarono, forse anche per una
distrazione degli ambienti eco-
nomici triestini, della bretella
Redipuglia - Cormons».
Aggiungono Puhali e Sluga:
«Tuttavia a cavallo degli anni
'90 dello scorso secolo venne
completata
l'ultima opera e
cioè il ponte sulla strada Villesse-Gorizia all'altezza di Gradisca d'Isonzo e la Regione Friuli Venezia Giulia recepiva in
pieno, con il suo piano integrato dei trasporti, la realizzazione dell'infrastruttura.
Oggi la
Redipuglia - Cormons, il cui
completamento con la posa dell'armamento appare di veloce
realizzazione e di costo veramente modesto in confronto
agli investimenti già fatti e a
quelli necessari
per
eventuali
opere alternative, ha quindi
non solo conservata tutta la sua
validità, ma potrebbe contribuire al miglioramento dei collegamenti
con
l'Europa centrale. Il disinteresse delle Ferrovie dello Stato
al completamento della bretella
non può essere
considerato conclusivo, in quanto non si può proprio dire che
lo sviluppo del trasporto ferroviario nella regione Friuli Venezia Giulia rientri tra le sue
priorità. La verifica da realizzare in ordine ad un eventuale
completamento dell'opera deve puntare a valutare la sua intrinseca utilità nella realtà attuale, ma soprattutto per il futuro».
«In particolare la decisione
di dismettere la Redipuglia Cormons non dovrebbe essere
presa senza consultare, sotto
la regia dell'amministrazione
regionale e attraverso adeguate procedure di confronto e
concertazione, i porti di Trieste e di Monfalcone, le Camere
di commercio e gli operatori
economici della Regione (e
non solo) che potrebbero trarre giovamento dal suo esercizio. Martedì il presidente della
Provincia Gherghetta si recherà a Roma per definire l'acquisizione del sedime della bretella ferroviaria da parte dell'Amministrazione provinciale, che
intende destinarlo per lo più
alla realizzazione di piste ciclabili. Già in passato la non attenta valutazione delle prospettive di utilizzo di infrastrutture
ferroviarie in avanzato stato di
realizzazione (come la direttissima Portogruaro - Udine) ha
comportato il loro abbandono,
dimostratosi
successivamente
un grave errore. Forse siamo
ancora in tempo per evitare futuri rimpianti». (fra. [a.)
"'-----Criticato aspramente
ilprogetto della Provincia
di demolire i cavalcavia
di Cormons e Redipuglia
e realizzare piste ciclabili
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Il Piccolo Gorizia Isontino
1 FEB 2010
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Quotidiano
AMBIENTE
GLI SCENARI
I
TIpresidente della Provincia:
«Calibreremo meglio i costi»
Pecol dei Lupi chiude fra Ilmesi
Gherghetta: «Dal 2011 al 2015 porteremo i rifiuti a Trieste»
di FRANCESCO
FAIN
CORMONS
Ebbene,
il
2010 è arrivato. E il 2010 è
l'anno in cui dovrà chiude«ìmprorcgabilmente»
re
(questo l'annuncio fatto a
più riprese dalla Provincia)
la discarica di Pecol dei Lupi.
«L'impianto chiuderà
il
31 dicembre 2010, nè un
giorno in più, nè un giorno
in meno», tranquillizza tutti il presidente della Provincia Enrico Gherghetta. Ma i
rifiuti che finivano a Pecol,
dove andranno? «A Trieste,
al termovalorizzatore.
Abbiamo prolungato l'accordo
con Acegas-Aps per l'utilizzo dell'inceneritore
triestino sino al 2015», la risposta.
D'accordo, ma tale operazione avrà i suoi costi. E
chiaro che la distanza del
termovalorizzatore da Gorizia (Pecol dei Lupi è dietro
l'angolo) comporterà maggiori esborsi per il trasporto degli scarti. Ma Gherghetta evidenzia che i «costi andremo a calibrarli, non ci
sono preoccupazioni.
Comunque - aggiunge - saranno più concorrenziali
rispetto a quando utilizzavamo l'impianto cormonese».
Eh, sì: smaltire i rifiuti in
discarica non conviene. A
evidenziarlo è la stessa Provincia che ha elaborato uno
studio propedeutico al nuovo Piano rifiuti. Nell'ultima
scheda sono riportati i costi, per tonnellata,
dello
smaltimento dei rifiuti in
questa o quella struttura.
Ebbene: condurre i rifiuti
al termovalorizzatore di Trieste costa 108 euro e 65 centesimi sino a tutto il 2011.
Sempre stando alle statistiche della Provincia, particolarmente oneroso è l'utilizzo della discarica di Pecol
dei Lupi: una tonnellata di
spazzatura condotta in quell'impianto costa 180 euro.
«E evidente - si legge nel documento - il peso dei costi
generali Iris (12%), del post
mortem (700mila euro al-
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
l'anno), dell'ammortamento
(420mila euro sempre all'anno)». Si prosegue con il centro di compostaggio di Moraro dove la cifra per mille
chilogrammi di immondizie
si attesta a circa 140 euro.
Anche in questo caso, la
Provincia annota che bisogna evidenziare
«il peso
dei costi generali Iris (12%)
e
dell'ammortamento
(200mila euro all'anno)». Risparmi evidenti, invece, po-
trebbero esserci con l'utilizzo del dissociatore molecolare
che comporterebbe
una spesa di 90 euro a tonnellata.
Come ben si sa, la Provincia ha fatto partire la sperimentazione e ha già dichiarato di non voler imporre
nulla a nessuno. Ma cos'è
un dissociatore
molecolare? Un impianto che non incenerisce i rifiuti in quanto
opera con troppo poco ossigeno e a temperature
non
superiori a 400 gradi, contro i circa 1.300 gradi degli
inceneritori. . I costi di realizzazione, poi, sono più bassi e soprattutto non risulta
avere conseguenze negative sull'ambiente: non rilascia in atmosfera sostanze
inquinanti e consuma di meno, perché le temperature
con cui vengono trattati i rifiuti sono di oltre due terzi
inferiori a quelle degli inceneritori. Al convegno di Udine si è parlato diffusamente del dissociatore molecolare, un termovalorizzatore
di ultima generazione già
utilizzato in Islanda e, più
di recente, in Scozia e N orvegia. Come scritto nei giorni scorsi, la nostra Provincia - che il suo Piano rifiuti
l'ha realizzato nel 2004 e
che ha già approvato le linee guida del prossimo - si
conferma in prima fila.
Il presidente Enrico Gherghetta ha evidenziato una
volta di più che due impiegati provinciali si sono recati qualche tempo fa in N orvegia, ma la soluzione scozzese è la più probabile.
Si tratta - comunque - di
un cammino lungo: il cammino intrapreso oggi è quello del maggiore utilizzo dell'impianto di termovalorizzazione sito nel capoluogo
giuliano.
@
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RIPRODUZIONE
RISERVATA
Apertura
Il Piccolo Gorizia Isontino
1 FEB 2010
pagina 14
Quotidiano
•
IL COSTO DELLO SMALTIMENTO RIFIUTI
UNA TONNELLATA
TERMOVALORIZZATORE
(fino
108,65
a tutto il 2011)
180
DISCARICA PECOL
circa
12 0/0
700.000 €/anno
420.000 €/anno
evidente il peso dei costi generali Iris
del post mortem
dell'ammortamento
140
circa
(i Comuni pagano
106 )
COMPOSTAGGIO MORARO
12 %
200.000 €/anno
evidente il peso dei costi generali Iris
dell'ammortamento
dell'impianto sottostimato (piu verde di quello
trattato e che va a smalti mento e pagato)
I
IPOTESI DISSOCIATORE
(investimento circa
90
7
circa
mi)
IPOTESI DISCARICA NG
60
circa
IPOTESI MAI NARDO RESiDUO
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
60 circa
(sul recuperato)
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I
Due immagini della discarica
di Pecol dei Lupi a Cormons
Apertura
1 FEB 2010
Il Piccolo Gorizia Isontino
pagina 14
Quotidiano
Un ostello sul Monte Quarin
Il recupero della Casa degli alpini costerà 570mila euro
LA RELAZIONE
Sarà riqualificato
anche il piazzale
CORMONS Un contributo da 570mila euro per
recuperare
la "Casa degli alpini"
e rendere
l'edificio realizzato
sul
Monte Quarin il centro
della promozione e della
diffusione del patrimonio culturale del Collio.
La giunta guidata dal sindaco Luciano Patat ha dato via libera alla richiesta di finanziamento regionale. Secondo quanto
emerge dalla relazione
firmata
dall'architetto
Bruno Cucit, 420mila euro saranno utilizzati per
la ristrutturazione
della
struttura e 150mila euro
per
sistemare
l'area
esterna.
Nel documento si ricorda che l'dificio recentemente acquisito dall'amministrazione
comunale
«si presenta ormai in disastrose condizioni fisiche e strutturali» a causa
della mancata manutenzione: questo nonostante
sia stato utilizzato fino a
non molto tempo fa.
Lachiesa della Beata
Vergine del Soccorso
Cucit spiega che il piazzale del monte Quarin
rappresenta
«il punto
d'arrivo dei visitatori e il
luogo privilegiato di sosta panoramica e di parcheggio per le escursioni
verso i sentieri che portano alla chiesa del Soccorso, al Castello e che collegano l'area al centro urbano» e ricorda che qui
si svolge anche il tradizionale appuntamento di
Pasquetta
organizzato
dall'associazione degli alpini. «Attualmente si presenta in condizioni di
estremo degrado - si legge nella realzione - sia
per l'asfalto danneggiato
e sollevato in più punti
dalle radici dei filari di
pini marittimi che lo incorniciano,
che per la
presenza centrale del rudere della "Casa degli alpini"».
All'interno del progetto complessivo di riqualificazione dell'intero ambito collinare, l'intenzione dell'amministrazione
Patat è di restituire dignità e centralità
a quest'area ponendo attenzione alle diverse ipotesi di
valorizzazione
naturalistico-ambientale, storicoculturale,
turistico-economico.
Lo studio preliminare
di fattibilità
elaborato
dai tecnici prevede la riqualificazione del piazzale con la valorizzazione
della "Casa degli alpini".
Le due cose rientrano
nel quadro complessivo
di un unico progetto organico da realizzare anche
per lotti. L'obiettivo finale è comunque quello di
creare un luogo in cui si
possano
coniugare
gli
aspetti funzionali
(parcheggio, area di sosta,
punti panoramici),
con
quelli culturali.
L'intervento verrà collegato con quello dell'area di sosta per camper inserito nel progetto
Marketing del Collio (finanziato dalla Provincia
di Gorizia). La proposta
non esclude la possibilità di fornire alcuni servizi di supporto ai visitatori (come quello di ristoro
e quello di accoglienza) e
si spinge oltre, ipotizzando anche uno spazio da
adibire a foresteria o a
ostello modellato sulla filosofia dei rifugi alpini.
La proposta conclusiva
dell'architetto
Cucit è
dunque
di recuperare
l'edificio sul piazzale del
Quarin per trasformarlo
in un centro di promozione e di diffusione del patrimonio
culturale
del
Collio. Senza dimenticare naturalmente
il turismo didattico e quello sostenibile. (s.b.)
Un'immagine del
monte
Quarin
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Taglio medio
1 FEB 2010
Il Piccolo Gorizia Agenda e Taccuino
pagina 17
Quotidiano
• CONTRIBUTI AGLI STUDENTI
Sono disponibili sul sito della Provincia di Gorizia (www.provincia.gorizia.
it) i moduli per la richiesta di contributi per le spese di trasporto scolastico e
acquisto libri di testo per gli studenti
delle scuole secondarie superiori (L.R.
n. 3/98) e i moduli per le domande di
contributo per l'abbattimento delle rette delle scuole elementari, medie o superiori parificate o paritarie non statali senza fini di lucro (L.R. 14/91). La scadenza per la presentazione
delle domande è fissata al 1 marzo.
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Breve
1 FEB 2010
Messaggero Veneto Gorizia Cronaca
pagina 1
Quotidiano
«La diga sull'Isonzo? Basta trovare un accordo con la Slovenia»
Maraz (Psij: non si può distrnggere uno scorcio delfiume fra ipiù belli d'Italia e spendere vagonate di soldi pubblici
«L'idea di costruire una diga
a monte o a valle dello splendido Parco di Piuma è alquanto
strampalata. Essa si basa su di
un presu pposto piuttosto discutibile, cioè che la Slovenia, per
cause tecniche o tecnico-politiche, regoli in maniera scorretta
l'afflusso dell'Isonzo a discapitodi chi si trova più a valle, cioè
dell'Italia, idea che è stata sempre cara alla destra goriziana,
ma che ora viene resuscitata
dal presidente della Provincia.
Di qui le infinite contumelie sul
flusso d'acqua insufficiente, sulla portata minima obbligatoria,
sulla discontinuità dell'afflusso
stesso, sui presunti danni all'agricoltura,
sull'Isontino
senz'acqua e chi più ne ha ne
metta»: è quanto sostiene, in
una nota, Giancarlo Maraz, segretario provinciale del Psi.
«Invece di cercare una collaborazione fattiva con le autorità
slovene, si è sempre favorita e
vagheggiata la strada di uno
sbarramento a valle del confine. Il tutto - rimarca - in barba a
una direttiva europea che prevede la cogestione dei corsi e bacini d'acqua comuni o confinanti. Se entriamo poi nei dettagli
tecnici, quelli dei presunti
esperti, come del presidente
del Consorzio di bonifica, ci sono degli studi effettuati sulla
portata d'acqua del fiume in
estate che segnalano che la stessa, senza la diga di Salcano, sarebbe all'incirca di 6-7metri cubi il secondo, che diventano 12
con l'apertura del bacino».
«Se il problema - continua la
nota - è la discontinuità dell'afflusso d'acqua, la società che gestisce la diga era disposta a consentire un gettito diverso, più
continuo e maggiore, segnalando però che questo aveva un costo industriale, che potrebbe essere quantificato in circa 50.000
euro alla settimana: se consideriamo che anche nelle estati più
torride il fiume è stato in sofferenza per meno di due mesi,
con i soldi e i danni ambientali
di un ulteriore bacino artificiale all'inizio della piana di Gori-
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zia, potremmo campare 100anni»
«Seil problema, poi, è costituito dalle piene, a mia memoria
negli ultimi 30 anni di veramente preoccupanti ce ne sono state
meno di una decina: con una
corretta sistemazione e l'innalzamento degli argini, il problema sarebbe risolto - secondo
Maraz - con un'enorme risparmio di denaro e quasi senza impatto ambientale. Da ultimo, se
esaminiamo il corso del fiume
fino a Sagrado, ci sono già più
d'una diga o sbarramenti artificiali, per cui semmai e più a valle che l'acqua andrebbe regolata. Al presidente Gherghetta
chiediamo quale senso abbia
spendere vagonate di denaro
pubblico, distruggendo una delle cartoline paesaggistiche più
belle e suggestive d'Italia. Se si
ritiene necessario un maggiore
e più regolare afflusso delle acque, basterebbe fare una convenzione più aggiornata con chi
gestisce la diga di Salcano o entrare nella società stessa, con
una propria quota azionaria».
Taglio medio
1 FEB 2010
Messaggero Veneto Gorizia Cronaca
pagina 3
Quotidiano
Commissione
Provincia e testamento biologico
Si terrà oggi alle 18la commissione provinciale "Affari sociali" per
discutere della petizione presentata dai Radicali goriziani sul testamento biologico.
La Commissione "audirà" Lorenzo Cenni, segretario dell'associazione Radicale Trasparenza è
Partecipazione che ha già presentato petizioni simili al comune di
Gorizia e a quello di Gradisca
d'Isonzo.
«Non possiamo che dirci soddisfatti di questa convocazione. La
commissione - ha commentato
Cenni - è un passaggio importante
e obbligato prima di arrivare al voto d'aula. Si fa tanto parlare di democrazia diretta, ma poi nei fatti
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
l'utilizzo di questi strumenti di democrazia partecipativa
è assai
complesso».
«Durante l'audizione - ha aggiunto l'esponente radicale - chiederemo che ci vengano comunicate date certe circa la discussione
successiva al consiglio provinciale, ricordando che pende un'altra
petizione, quella sulla trasparenza
del Consorzio universitario, il cui
iter non ha preso ancora l'avvio.
Speriamo veramente - ha concluso
Cenni - che la Provincia di Gorizia possa garantire a tutti i cittadini isontini un diritto, quello di poter depositare testamenti biologici, che ai cittadini goriziani è stato
invece negato dal consiglio comunale»
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Spalla destra
Messaggero Veneto Gorizia Isontino
1 FEB 2010
pagina 11
Quotidiano
CORMÒNS.
li presidentedellaProvinciaintervieneneldibattitoSIÙ destinodelcorsodiEnologia:
«Occorreawiareda subitoun tavolodi confrontoconilComunee glioperatori»
-Ridurre i costi per salvare l'Università»
Gherghettapropone il ricorso a voucher e alberghi convenzionati
CORMÒNS. La Provincia intende mantenere}' eccellenza dell'offerta universitaria a Cormòns all'interno di un distretto
rurale più ampio e salvare il corso di laurea in Enologia e viticoltura. Parola del
presidente Enrico Gherghetta, che intende aprire un nuovo tavolo di confronto.
Cormòns, la sede del corso di laurea in Enologia
e viticoltura dell'Università udinese: continua il
dibattito sul possibile rischio di un trasferimento
Si tratta di un tavolo di confronto con il
Comune del centro collinare e gli operatori economici per trovare al più presto una
soluzione che scongiuri il trasferimento
del corso di laurea. Ci sono varie ipotesi al
vaglio, come i voucher per gli studenti.
«Non abbiamo più margini, dobbiamo mettere mano concretamente alla faccenda,
altrimenti la struttura universitaria di Cormòns è destinata alla chiusura» ha sottolineato Gherghetta.
Anche l'ateneo friulano, per voce del
magnifico rettore Cristiana Compagno, ha
confermato lasua disponibilità amantenere il cdi nel centro collinare, sostenendo
didattica e ricerca di eccellenza, purché i
costi di gestione dell'immobile e il diritto
allo studio siano garantiti da una cordata
del sistema territoriale.
I costi immobiliari e di gestione sono
pari a 344 mila 200 euro, così ripartiti: acqua, gas, energia elettrica e riscaldamento
pesano per 194
mila e 200 euro,
le
portinerie
per 110 mila euro, le pulizie per
40 mila euro, la
manutenzione
degli impianti
21 mila e 300 euro, altri oneri finanziari e assicurativi per 13
mila e 400 euro.
L'Erdisu metteva a disposizione 210 mila e 30
Il presidente
euro: dal 2011
Enrico Gherghetta
però non intendepiùfarlo. Il resto (134 mila e
70) è a carico dell'ateneo friulano. Servono
inoltre un paio di milioni di euro per mettere a norma e ristrutturare l'edificio. Proprio questi temi sono stati oggetto di un
incontro fra il rettore, Gherghetta e l'assessore provinciale all'istruzione Maurizio
Salomoni, incontro avvenuto la scorsa settimana. «Dobbiamo metterci attorno a un
tavolo e trovare nuove formule- ha concluso Gherghetta -. Una soluzione, per abbattere i costi della casa dello studente e dell'energia, potrebbe essere l'assegnazione
di un voucher agli studenti per pagarsi una
stanza in un albergo convenzionato a Cormòns. Un'altra ipotesi potrebbe essere
mettere in rete le aziendeviticole per ospitare gli studenti e nel contempo far fare
loro un'esperienza di formazione-lavoro.
Dobbiamo stilare un quadro preciso dell'offerta e verificare con il Comune e i produttori del settore quali scelte operare».
Ilaria Purassanta
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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