6° Stormo Caccia-Bombardieri “Alfredo Fusco”.

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6° Stormo Caccia-Bombardieri “Alfredo Fusco”.
6° Stormo Caccia-Bombardieri
“Alfredo Fusco”.
Dal punto di vista anagrafico è uno degli “Stormi” più
giovani dell’AMI (Aeronautica Militare Italiana), ma
indubbiamente uno tra i più famosi.
La sua insegna celeberrima è rappresentata dal “Diavolo
Rosso” ghignante con il motto:
“Ghignando sulla preda mi scaglio”.
L’Unità è stata costituita sull’aeroporto di
Campoformido (UD) il 15 gennaio 1936, organicamente
con personale proveniente dal 1°Stormo Caccia e dal
4°Stormo Caccia. Buon sangue non mente.
Il 6°Stormo si formò su due Gruppi Caccia, come era tipico nell’organico della Regia Aeronautica
Italiana di allora:
- II° Gr.Caccia Terrestre (150^, 151^ e 152^Sqd.)
- III°Gr.Caccia Terrestre (153^, 154^ e 155^Sqd.).
Il 3 Aprile 1937 il 6°Stormo riceveva la “Bandiera di Guerra” direttamente dalle mani del Sovrano Re d’Italia Vittorio Emanuele III. In questo periodo lo “Stormo” subì un continuo alternarsi di
spostamenti di aeroporti e di rimaneggiamenti delle originali “Squadriglie” all’atto della formazione del 6°Stormo Caccia.
Alla dichiarazione di guerra del 10 Giugno 1940 il 6°Stormo Caccia si trovava separato su basi
diverse a causa dei precedenti trasferimenti.
Il II° Gruppo C.T. era dislocato in Puglia sugli aeroporti di Bari e di Grottaglie alle dirette
dipendenze operative del Comando IV Z.A.T. (Zona Aerea Territoriale).
Il III° Gruppo C.T. si era appena trasferito con il Comando di Stormo da Grosseto all’aeroporto
sardo di Monserrato (CA), distaccando la 154^Sqd. sull’aeroporto di Alghero-Fertilia.
Come si vede di fatto i due Gruppi C.T. operavano autonomamente, tant’è alla fine del gennaio
del’41 ufficialmente il 6°Stormo Caccia sarebbe stato sciolto.
Il II° Gruppo C.T. operò principalmente sul Fronte Mediterraneo e dell’A.S.I. (Africa Settentrionale Italiana). Rimpatriato nel Luglio 1941 inizia ad operare con il Reggiane Re.2001 “Falco II” con
la 358^ Sqd.(incorporata nel Dicembre del’40 nel II°Gruppo C.T.).
Precedentemente il Gruppo C.T. aveva operato con i FIAT CR.32 “Saetta”, gli omnipresenti FIAT
CR.42 “Falco” e i FIAT G.50 “Freccia”.
Verso l’avvicinarsi della data dell’Armistizio furono utilizzati alcuni esemplari del caccia francese
di preda bellica Dewoitine D.520.
Il III°Gruppo C.T. operante dagli aeroporti sardi era equipaggiato con i FIAT CR.32 e CR.42.
Nel Luglio del 1941 il personale viene trasferito in A.S.I. sull’aeroporto di Sorman nelle vicinanze
di Tripoli prendendo in carico i FIAT CR.42 del CLV Gruppo Caccia/Aut. il cui personale rientrava
in Italia per avvicendamento. Da questa data inizia la sua “Campagna’ d’Africa”.
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Verso la conclusione della partecipazione dei loro combattimenti in A.S.I. i FIAT CR.42 “Falco”
furono affiancati da un certo quantitativo di Macchi MC.200 “Saetta”.
Rientrato in Italia nel Luglio 1942 i piloti del III° Gruppo C.T. iniziarono il passaggio sul più
moderno ed impegnativo Messerschmitt Me.109G.
Con l’8 Settembre 1943 entrambi i due Gruppi Caccia Terrestre scomparvero nell’immane tragedia del Paese. Piloti, specialisti e personale con i pochi aerei superstiti non ebbero la pur minima
possibilità di opporsi alle inesorabili lancette dell’orologio degli eventi.
Il 6° Stormo venne ricostituito nel dopoguerra sull’aeroporto militare “G.Ancilotto” di TrevisoSant’Angelo il 1 gennaio 1951 con il 155°Gruppo equipaggiato con i N.A. P-51D Mustang.
Il 1 giugno viene trasferito sulla base aerea di Ghedi. Con l’ingresso dell’Italia nella NATO, il 1
Febbraio 1953 il 6°Stormo diventa A/B Aerobrigata incorporando il 154°Gruppo e il 156°Gruppo.
La 6^A/B risulta così costituita sui Gruppi:
154° “I Diavoli Rossi”, 155° “Le Pantere Nere”, e 156° “Le Linci” .
La 6^A/B viene inserita nella 5^ATAF (Allied Tactical Air Force) della NATO equipaggiata con i
DH. 100 Vampire FB.Mk.52A costruiti su licenza in Italia dalla Macchi.
In seguito furono sostituiti dai più prestanti Republic F-84G Thunderjets ricevuti dagli USA, a
partire dal marzo 1952. L’A.M.I. ne ricevette 254 esemplari in conto MDAP (Mutual Defence
Assistance Program), praticamente a costo zero con importanti ricadute industriali, i quali
equipaggiarono non solo la 6^A/B ma l’intera struttura offensiva dell’A.M.I. costituita dalla
5^A/B sull’aeroporto militare “G.Vassura” di Rimini-Miramare , dalla 51^ A/B sull’aeroporto
militare di Istrana (UD) e 3^A/B dalla Verona-Villafranca.
Nel Settembre 1952 gli F-84G del 6^ A/B parteciparono alla famosa manovra “Muro Antico”, così
pure nel 1954 all’esercitazione “Orione” per sviluppare le prime forme di aerocoperazione.
Nell’estate del ’56 la 6^A/B partecipò alla manovra NATO “Lago Maggiore”.
L’Aeronautica Militare Italiana utilizzò i “Thunderjets” dal marzo 1952 al luglio 1957.
L’8 Marzo 1954, il Presidente della Repubblica Italiana Luigi Enaudi consegna al Comandante
della 6^Aerobrigata Col.pil. Mario Bacich la Bandiera da Combattimento del Reparto.
A distanza di anni, sussurrando in punta di piedi quando ci si riferisce ad argomenti delicati,
soprattutto nel nostro paese, mai avezzo e mai maturo per parlare di “certi” argomenti.
Si può ritenere che al 156°Gruppo della 6^A/B fosse demandato il compito dei primi
bombardieri tattici nucleari italiani essendo dotato di bombe atomiche Mk.7 “Thor” a caduta
balistica dal peso variabile da 771,12kg a 816,48kg a seconda della potenza in kt. Kiloton.
Ricordando che si era in piena “Cold War”, si stima che i suoi potenziali “targets” fossero
localizzati in Cecoslovacchia ed in Ungheria. La deterrenza nucleare, allora, era l’unica strategia
d’opposizione valida alle soverchianti Forze Terrestri dell’URSS e del Patto di Varsavia.
Se il Republic F-84G “Thunderjet” avevano una limitata capacità di bombardamento tattico
nucleare con l’introduzione del Republic F-84F “Thunderstreak” si acquisì la piena capacità di
“strike nucleare”
All’inizio del 1956 arrivarono i primi Republic F-84F Thunderstreak,.
Il 154° Gruppo inizia il passaggio sul nuovo aereo il 31 Gennaio 1956.
L’F-84F Thunderstreak entro la primavera del ’56 iniziò ad equipaggiare completamente, in
ordine cronologico, la: 6^A/B, la 5^A/B e la 51^A/B.
L’A.M.I. li utilizzò fino al maggio 1972.
La “Missione Tipica” di queste Aerobrigate era l’Interdizione Tattica Convenzionale, si chiamava
“Missione Speciale” qualora l’Interdizione fosse compiuta con carico bellico tattico nucleare.
Si ritiene che l’A.M.I. abbia ricevuto 194 esemplari di F-84F Thunderstreak, più 78 nella versione
RF-84F Thunderflash, destinati alla 3^A/B R.T. (Ricognizione Tattica) con possibilità di attacco in
caso di necessità.
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Gli F-84F “Thunderstreak” del 156°Gr. rilevarono il compito di deterrenza nucleare ai precedenti
F-84G, utilizzando anch’essi la Mk.7 “Thor”.
Normalmente la Mk-7 veniva agganciata ad un pilone sub-alare, ed in gergo veniva chiamata il
“bidone”.
In quel periodo fu istituito un QRA (Quick Reaction Alert) tattico nucleare appoggiandosi a 4 F84F del 156°Gr. di Ghedi (BS), a 4 F-84F del 155°Gr. di Piacenza-San Damiano, 4 F-84F del 101°Gr.
e 4 F-84F del 102°Gr. di Rimini-Miramare.
La QRA era posizionata in un’area con doppia protezione predisposta all’interno del sedime
aeroportuale.
Gli F-84F erano pronti H24 in una configurazione asimmetrica causata dalla bomba atomica
tattica Mk.7, e da un serbatoio supplementare esterno di carburante JP-4 da 1.700 l. agganciati
ai piloti interni del Thunderstreak.
In aggiunta per garantirgli una concreta autonomia vi erano due serbatoi da 870 l. agganciati ai
piloni sub-alari esterni. Sotto al ventre era posizionato un pacchetto di razzi JATO (Jet Assisted
Take-off).
Con tale strumento aggiuntivo il take-off poteva essere effettuato con relativa sicurezza in spazi
ragionevoli e con tempi ridotti. Con tale raggio d’azione si presume che le sue Aree d’Impiego
potessero essere Bulgaria, Romania e Ungheria.
Un totale di 16 F-84F Thunderstreaks erano pronti alla risposta tattica nucleare sulla eventuale
prima e seconda linea di penetrazione delle direttrici d’invasione delle Truppe del Patto di
Varsavia.
Parliamoci chiaramente non nascondendosi dietro a mistificazioni storiche, ad inconcludenti
retoriche partitiche, a falsi moralismi ed alzate di scudi pacifisti, i primi due Paesi della NATO a
subire l’attacco sarebbero stati la Germania Ovest e l’Italia.
Secondo gli strateghi ed i generali russi la posizione della Penisola era altamente strategica,
quindi un obbiettivo primario per i Gruppi d’Armata sovietici.
All’ipotetica ora X tutto il sistema di difesa Nazionale sarebbe stato messo sotto pressione allo
interno ed all’esterno dei suoi confini. Non si poteva far pensare ai generali sovietici e chi per
esso che una eventuale attacco proveniente da est si potesse trasformarsi in una scampagnata
delle Divisioni Corazzate del Patto di Varsavia verso il caldo Mediterraneo.
Lo “Strike Nucleare” sarebbe stato compiuto sul bersaglio designato con la tecnica LABS ”Low
Altitude Bombing Sistem” secondo la dizione USAF o semplicemente detta “Over shoulder/
/Sopra la spalla).
Il relativo carico bellico nucleare era stoccato presso le Basi Aeree in opportuni depositi rigorosamente sorvegliati, sotto controllo congiunto italo-americano con l’armamento attivato secondo la procedura della “doppia chiave”.
La missione sarebbe stata svolta da aerei isolati, percorrendo rotte precise con equipaggi
addestrati , i quali in prossimità del bersaglio avrebbero assunto un profilo low-low per ridurre
la possibilità di essere individuati dai radar avversari e di conseguenza d’essere abbattuto dalle
difese a.a. (convenzionali o missilistiche) nemiche.
Arrivato in prossimità del “target” avrebbe cabrato bruscamente, dove all’apice di questa
traiettoria avrebbe sganciato l’ordigno nucleare, il quale avrebbe assunto una traiettoria
parabolica con una maggiore gittata rispetto allo sgancio utilizzando la tradizionale rotta di volo
livellata.
L’aereo strike nel frattempo impostava una Immelmann (4/8 looping e 1/2 tonneau) al fine di
allontanarsi il più rapidamente possibile dal punto di esplosione e non subire danni a causa
delle
onde
d’urto
generate
dalla
medesima
esplosione
nucleare.
In seno alla 6^A/B dal 1957 al 1959 operò la celebre Pattuglia Acrobatica dei “Diavoli Rossi”.
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In quegli anni ’50 lo S.M.A.M. Stato Maggiore Aeronautica Militare designava ogni anno una
“Pattuglia Acrobatica” rappresentativa dell’A.M.I. da trarsi da una A/B Aerobrigata Caccia con il
compito di partecipare alle “Manifestazioni Aeree” nazionali ed estere più importanti dell’anno.
Nel contempo si costituiva una Pattuglia Acrobatica di riserva da un’altra A/B Caccia, la quale nel
frattempo aveva tutto il tempo necessario ad affinare l’addestramento specifico per essere
titolare l’anno seguente.
La Pattuglia Acrobatica dei “Diavoli Rossi” fu costituita inizialmente dai seguenti piloti: cap.
Squarcina Mario (leader), cap. Ceoletta Gian Battista (supervisore e solista), ten. Cumin Vittorio,
ten. Albertazzi Davide, ten. Guida Luciano, serg. magg. Anticoli Ennio.
Più tardi si sarebbero aggiunti il ten. Dugnani Gianfranco e il ten. Ceriani Antonio.
I “Diavoli Rossi” si esibirono nei cieli d’Italia, di Olanda, del Belgio, di Spagna senza dimenticare
la loro trionfale tournée negli Stati Uniti.
Nell’esibizione in Olanda del 3 Luglio 1958 sulla AB Soesterberg in presenza della Casa Reale e
del principe Bernardo d’Olanda in occasione del Cinquantenario dell’Aviazione Militare
Olandese furono proclamati:
La Prima Pattuglia Acrobatica del Mondo Occidentale”.
La formazione dei “Diavoli Rossi” nonostante le nubi fossero a 450m. eseguirono il programma
completo, uscendo ed entrando continuamente dalle nuvole. Ricordando che un“looping” in
formazione stretta con l’F-84F aveva bisogno di almeno 2.000m. Il successo di pubblico in Italia
ed in Europa fu considerevole da obbligarli a prolungare la loro stagione partecipando l’anno
successivo agli Air Shows in terra U.S.A..
Nel corso del 1958 parteciparono complessivamente a 31 Manifestazioni Aeree, tra le quali a:
AB Bitburg (Germania), aeroporto di Bierset (Belgio), AB Aviano (Pordenone) “Open House”, a
Siviglia Aeropuerto de Jerez-La Parra, a Genova per le Manifestazioni Colombiane, a Roma in
onore dello Scià di Persia.
Nel 1959 “the jump” della Pattuglia Acrobatica dei “Diavoli Rossi” negli Stati Uniti d’America a
seguito dell’invito ricevuto in occasione del Primo Congresso Mondiale del Volo a Las Vegas dal
12 al 19 Aprile ed all’Armed Force Day. Si esibirono a Las Vegas, sul terreno di Indian Springs il
12 e il 17 Aprile su aerei con le insegne USAF, ma presentati come i rappresentanti ufficiali
dell’AMI.
I piloti della pattuglia ed alcuni specialisti partirono il 19 marzo per gli Stati Uniti trasportati
oltre Oceano con un quadrimotore Douglas C-54 Skymaster del MATS (Military Air Transport
Service) e scodellati in pieno deserto sulla AFB Luke, Arizona.
Oltre alla Pattuglia Acrobatica dei “Diavoli Rossi” vi erano le Pattuglie Acrobatice Olandesi su
quattro Republic F-84F e della Cina Nazionalistica (Taiwan) su nove NA.F-86E.
Tutti gli aerei furono messi a disposizione in loco dall’USAF.
Completavano il gruppo degli “Aerobatic Team” la rappresentativa dell’USAF i “Thunderbirds”
su NA. F-100 Super Sabre e quella dell’US.Navy i “Bleu Angels” su Grumman F-11 Tiger.
Il confronto con i due blasonati “Aerobatic Team” dei Thunderbirds USAF e Blue Angels US.Navy
e la buona prestazione della formazione cinese non modificarono il risultato finale della vittoria
dei Diavoli Rossi, a detta degli esperti ma soprattutto del pubblico spettatore.
Il Team Olandese in quella occasione rischiò molto, in quanto due suoi componenti ebbero una
collisione in volo da richiedere ad uno di essi l’uso del sistema di ejezione, l’altro atterrò alleggerito di una buona porzione d’ala.
La causa principale era dovuta alle condizioni termiche prodotte dall’alta temperatura dell’aria
in quelle zone desertiche, in cui si ha un “gran ballo” rendendo precario e difficile il volo in
formazioni strette.
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Dopo questa duplice esibizioni i “nostri piloti” pensarono di essere sulla strada del ritorno alla
“home base” di Ghedi, ma non fu così. Furono trattenuti da un invito ufficiale rivolto al Governo
Italiano per un plus di permanenza in territorio USA.
I piloti ritornarono sulla AFB Luke per ulteriori allenamenti. Ai Republic F-84F Thunderstreak
messi a disposizione dall’USAF furono applicate le coccarde tricolori ed adottata sugli aerei
l’accattivante livrea della Pattuglia Acrobatica dei “Diavoli Rossi”.
L’esibizione successiva fu svolta sulla AFB Andrews, Maryland concludendo la tournée sull’AFB
McGuire, a Coney Island (New York) in un tripudio di ovazioni e di pubblico.
La folla convenuta era stata valutata dai media di allora superiore al milione di unità.
Quando nel 1960 fu costituita la PAN Pattuglia Acrobatica Nazionale “Frecce Tricolori” ci fu una
presenza notevole di uomini proveniente dalla 6^A/B contribuendo alla sua formazione, quali il:
magg.Squarcina Mario, il cap.Pisano Franco, il cap.Cumin Vittorio, il m.llo Anticoli Ennio e il
serg.magg.Colucci Eugenio.
Alla fine del 1963 nell’Aeronautica Militare avviene una nuova ristrutturazione, l’abbandono del
concetto di Aerobrigata per ritornare a quello di Stormo.
Ma alla porta bussa l’introduzione di un nuovo aereo il Lockheed F-104G Starfighter.
Il primo “Starfighter” arriva alla 6^A/B con il 154° Gruppo il 16 Giugno 1963.
A fine anno i Gruppi risultano così equipaggiati:
154° Gruppo ( 390^, 391^, 395^, 396^ Sqd.) su Lockheed F-104G Starfighter;
155° Gruppo ( 361^, 364^, 365^, 378^ Sqd.) su Republic F- 84F Thunderstreak;
156° Gruppo ( 381^, 382^, 383^, 384^ Sqd.) su Lockheed F-104G Starfighter.
Il 1° Settembre 1967 in funzione della nuova riorganizzazione dei “Reparti” la 6^A/B ritorna ad
essere il 6°Stormo C.B.O.S. (Caccia Bombardieri ognitempo Speciali).
A seguito di tale riorganizzazione due dei suoi tre Gruppi avevano lasciato la storica base aerea
di Ghedi.
Il 155°Gruppo “Le Pantere Nere” si era trasferito sull’aeroporto militare di Piacenza-San
Damiano il 1° Ottobre 1964 a costituire il 50° Stormo.
Il 156° Gruppo “Le Linci” si era trasferito sull’aeroporto militare di Gioia del Colle il 15 Giugno
1966 a ricostituire il 36° Stormo.
Dal Giugno 1967 Il 154° Gruppo “I Diavoli” rimane sulla base aerea di Ghedi in qualità di unico
“Gruppo Volo”.
L’attività di volo dei piloti appartenenti al 154°Gruppo/6°Stormo Caccia Bombardieri è quella
classica dei Reparti di Caccia Bombardieri comprendente navigazioni diurne e notturne ad alta
quota e più spesso a bassa quota per rispettare i canoni offensivi di attacco a quote minime per
sfuggire all’individuazione dei radar nemici.
Frequenti le esercitazioni a fuoco, sia simulato che reale, utilizzando il cannone di bordo a sei
canne rotanti da 20mm. tipo Vulcan, al lancio di razzi, alla caduta di bombe al napalm, convenzionali o da esercitazione. In quel periodo non mancavano gli “Squadron Exchange” con altri
Reparti delle Nazioni legate alla NATO.
Il 1° Marzo 1971 il 6° Stormo assunse la denominazione di “Alfredo Fusco” in ricordo della
M.O.V.M. ten.pil. A.Fusco appartenente alla 361^Sqd., allora inserita nel 154°Gruppo C.T./Aut.,
caduto nel cielo di Berat (Albania) ai comandi di un FIAT G.50 “Saetta” il 20 Febbraio 1941.
Il 154° Gruppo C.T. Autonomo fu costituito il 25 Ottobre 1940 alle dirette dipendenze del
Comando Aeronautica Albania, riunendo la 361^ e 395^ Squadriglia.
Dal 5 Novembre 1940 iniziò ad operare dall’aeroporto di Berat (Albania).
Il 1° Gennaio 1973 il 6° Stormo modifica la denominazione da 6° Stormo C.B.O.S. in 6° Stormo.
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Il 25 Settembre 1975 per il 6°Stormo fu un giorno tragico in cui furono coinvolti in un incidente
mortale quattro Lockheed F-104G Starfighter, i quali stavano ritornando dall’AB Bitburg dopo
aver compiuto un “Squadron Exchange”.
La formazione era composta, dal:
ten.col.Pietro Franzoni (leader), cap.Leonardo Lanzo, cap.Paolo Sola e cap.Giocchino Aragona.
La formazione dei quattro Starfighter era appena decollata per fare ritorno a Ghedi andò ad
impattare, sarebbe meglio dire , a strisciare sull’altura di una collinetta posta a 15NM a sud di
Bitburg a Wenzelberg.
Cause principali dell’incidente le cattive condizioni meteo con un ceiling basso, la non attenta
navigazione del capo-formazione impostata ad una altitudine di navigazione bassa su un
territorio collinare , la modifica della rotta da effettuare comunicata dal controllore per non
sconfinare nei cieli del vicino Lussenburgo, e la non scrupolosa attenzione dell’operatore al GCA
ha portato fatalmente la formazione dei quattro F-104G ad impattare il terreno della collinetta
di Wenzelberg nel più classico degli incidenti aerei.
Tragico destino di una sfortunata giornata di Settembre .
Dal periodo della costituzione a Stormo fino agli inizi degli anni ’80, il “Reparto” consegue
brillanti risultati nelle esercitazioni NATO alle quali partecipa.
Il 27 Agosto 1982, data importante, viene consegnato il primo Tornado IDS al 154°Gr. e poco
meno di due anni dopo, il 18 Giugno 1984 il primo Tornado IDS al 156°Gr. allora in seno al 36° St.
di Gioia del Colle.
Nel 1985 ritorna in seno al 6°Stormo il 155°Gr.”Le Pantere Nere” per poi essere riassegnato più
tardi al 50°Stormo acquisendo nel 1995 la specifica di E.T.S .( Electronic Warfare Tactical
Suppressiom) al posto del tradizionale C.B.O.C. (Caccia Bombardieri Ognitempo Convenzionali).
Dal Settembre 1993 viene inquadrato nel 6°Stormo il 102°Gr.”I Paperi incazzati” proveniente dal
5°Stormo di Rimini-Miramare.
Tra il 1990 ed il 1991 il 6°Stormo insieme al 36°Stormo e al 50°Stormo concorre a fornire
equipaggi e velivoli per il costituendo “Reparto Autonomo” da schierarsi sulla Air Base di Al
Dhafra negli Emirati Arabi Uniti. Il 14 Settembre 1990 l’Aeronautica Militare invia la sua
componente aerea di Tornado con trentaquattro equipaggi tutti “combat ready”. Ufficialmente
l’Operazione chiamata “Locusta” prende il via dalla Base Aerea di Gioia del Colle il 25 Settembre
1990.
A titolo di cronaca Il trasferimento aereo era avvenuto con un volo di 2.500 miglia senza scalo,
durante il quale erano stati effettuati due rifornimenti in volo da aerocisterne VC-10K della RAF
Royal Air Force .
Nella notte tra il 17 e 18 Gennaio 1991 otto Tornado IDS si alzano in volo dalla base “Locusta”
nella Penisola Arabica, sede del Reparto di Volo Autonomo A.M. per effettuare la prima
missione di guerra disposta dal Comando Aereo interalleato dell’Operazione “Desert Storm” per
la liberazione del Kuwait proditoriamente invaso dall’Iraq di Saddam Hussein.
Dopo la Guerra del Golfo i Tornado IDS del 6°Stormo vengono impiegati dal 1993 al 1999 sui cieli
dei Balcani in soccorso alle popolazioni dell’ex-Jugoslavia e del Kosowo con le seguenti
Operazioni:
 Sharp Guard, blocco navale ed embargo alla Jugoslavia da parte della NATO ed Unione
Europea.
15 Giugno 1993 - 19 Giugno 1996.
 Deny Flight, No-fly sulla Bosnia-Erzegonina plus Close Air Support alle truppe dello
UNPROFOR in Bosnia.
12 Aprile 1993 - 20 Dicembre 1995.
 Decisive Endeavour, Forza di Pace in Bosnia-Erzegovina.
20 Dicembre 1995 - 20 Dicembre 1996.
 Allied Force. I bombardamenti NATO sulla Repubblica Federale Jugoslava.
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24 Marzo 1999 - 10 Giugno 1999.
Dal 1999 il 102°Gr. ha il compito OCU Operational Conversion Unit sulla linea Tornado per il
personale navigante (piloti e navigatori) dell’AMI.
Il 15 Maggio 2001 unificando il personale tecnico e specialista del Centro Manutenzione e dei
Gruppi Volo viene costituito l’importante G.E.A. Gruppo Efficienza Aeromobili cuore pulsante
della efficienza e della operatività dei “Tornado” del 6°Stormo “A.Fusco”.
Il 1 Luglio 2008 il ritorno a Ghedi del 156°Gr. “Le Linci” proveniente dal 36° Stormo di Gioia del
Colle.
Di conseguenza il 6° Stormo assume la configurazione su tre Gruppi Volo: 102°, 154° e 156°Gr..
Lo “Stormo” è parte integrante della N.F.R. (NATO Response Force). Tornado IDS del 6°Stormo
dal 24 Novembre 2008 al 1 Dicembre 2009 operano nel TASK GROUP DEVIL con compiti di
“reconaissance” nei cieli afghani per la missione ISAF (International Security Assistance Force).
Dal Marzo 2011 i Tornado IDS dello “Stormo” si rischierano sull’aeroporto militare “MOVM
L.Bassi” di Trapani-Birgi.
In appoggio alle Operazioni “Odissey Down” (19-31 Marzo) prima, per proseguire dopo con la
“Unified Protector” (31 Marzo-31 Ottobre) sui cieli della Libia in applicazione della risoluzione
ONU a favore della popolazione ed in appoggio alle “forze ribelli” libiche contro il regime di
Mu’ammar Gheddafi.
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