disfunzione erettile, arriva in italia la prima crema

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disfunzione erettile, arriva in italia la prima crema
Anno IV – Numero 727
AVVISO
Ordine
1. ORDINE: Vita dura per
le farmacie che fanno
distribuzione all’ingrosso
2. ORDINE: ECM
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Disfunzione erettile,
arriva in Italia la prima
crema
4. È un infarto? Te lo dice
un semplice esame del
sangue
Prevenzione e
Salute
5. Incontinenza urinaria.
Per gli uomini è un tabù
6. Vene varicose, con il
laser via in 30 minuti
Meteo Napoli
Mercoledì 14 Ottobre
 Cielo Nuvoloso
con pioggia
Minima: 20°C
Massima: 25°C
Umidità:
Mattina = 78%
Pomeriggio =69%
Mercoledì 14 Ottobre 2015, S. Orlando, Fortunato
Proverbio di oggi………..
na' bona matenata fatta bona jiurnata
DISFUNZIONE ERETTILE,
ARRIVA IN ITALIA LA PRIMA CREMA
Arriva anche nel nostro Paese, dopo Francia e Spagna, il primo
farmaco in crema per il trattamento della disfunzione erettile, una
condizione estremamente diffusa che interessa 3,2 milioni di italiani.
Il farmaco, che utilizza il principio attivo Alprostadil, è stato presentato in
occasione del congresso nazionale della
Società italiana di urologia in corso a
Riccione.
Anche quando episodica o dovuta
semplicemente a stress e disturbi psicologi,
spiegano gli urologi «la disfunzione erettile
condiziona non poco la vita di relazione delle coppie».
Il nuovo farmaco-crema, sviluppato negli Stati Uniti, si basa su una nuova
tecnologia che permette l'assorbimento cutaneo del principio attivo «agisce
localmente e non sono note interazioni negative con altri farmaci, alimenti e
bevande alcoliche».
«La facilità d'utilizzo, con la semplice applicazione locale, in aggiunta
all'efficacia clinica e alla sicurezza d'uso, rendono questo farmaco la prima
linea di trattamento per i pazienti, circa il 13% della popolazione maschile, che
soffrono di disfunzione erettile - afferma il segretario generale della Società
italiana di urologia Vincenzo Mirone –
Sebbene possa presentarsi a qualsiasi età, la disfunzione erettile è più
frequente negli uomini di età superiore ai 45-50 anni.
Fra i 40 e i 50 anni interessa circa il 10% degli uomini e sale fino al 40% tra i 60
e i 70 anni, per interessare il 50% dei soggetti oltre i 70».
La crema, dopo un adeguato periodo di utilizzo, agisce rapidamente, tra i 5 e i
30 minuti dopo l'applicazione, e l'effetto permane per più di un'ora.
Il farmaco a crema si presenta in confezione da quattro monodose ed è già
acquistabile con la prescrizione medica nelle farmacie italiane.
(Salute, Il Mattino)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 727
SCIENZA E SALUTE
È UN INFARTO? Te lo dice un semplice esame del sangue
Studio degli scienziati di Edinburgo: un nuovo test permetterà di effettuare diagnosi più
precise contribuendo a diminuire l’affollamento dei pronto soccorsi
Non è raro che venga scambiato per un problema di digestione.
Nelle donne invece, a causa dei sintomi più vaghi rispetto
all’uomo, viene diagnosticato con notevole ritardo.
Stiamo parlando dell’infarto del miocardio, un problema causato
dall’ostruzione delle arterie coronarie che irrorano il cuore e che
porta, se non trattato immediatamente, alla progressiva morte
del tessuto cardiaco.
Diagnosticarlo tempestivamente all’arrivo del paziente in pronto soccorso è fondamentale.
Ora, grazie ad una tecnica messa a punto dagli scienziati dell’Università di Edinburgo, ciò sarà molto
più semplice. A loro il merito di aver messo a punto un nuovo test del sangue ultrasensibile che
esclude con precisione l’infarto in chi arriva in ospedale con sospetto dolore toracico.
L’esame potrebbe divenire cruciale per aiutare i medici a dimettere rapidamente e in piena sicurezza
chi non è a rischio di attacco cardiaco. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet.
Adesso come viene
diagnosticato l’infarto?
Oggi per effettuare una diagnosi di infarto -oltre all’osservazione
dei sintomi clinici- si ricorre ad un’analisi del sangue che prevede la
ricerca di alcune molecole rilasciate dal tessuto cardiaco colpito
dall’evento. In particolare si effettua il dosaggio delle troponine, proteine tipiche dei muscoli.
Più grande è il danno maggiore è il livello che viene registrato. Per questo l’esame viene usato di
routine quando il paziente arriva al Pronto soccorso e viene ripetuto ogni 4-6 ore nell’arco delle 1216 ore successive all’accesso.
Come spiega il prof. Salvatore di Somma dell’Università La Sapienza di Roma, «Il dolore toracico è per
i pazienti una frequente causa di accessi al pronto soccorso. Tra questi pazienti l’incidenza di
sindrome coronarica acuta incide in circa 1-2 paziente su 10. Il medico di pronto soccorso deve essere
quindi in grado di individuare subito tra questi pazienti quello che ha la sindrome coronarica acuta in
modo che possa trattarlo immediatamente perché nell’infarto miocardico una diagnosi
immediata porta ad un trattamento immediato con importanti vantaggi per la vita del paziente».
Il problema sorge per gli altri 8-10 casi.
IL TEST È PIÙ PRECISO. ORA SAPPIAMO
Come fare ad essere sicuri che non si tratti
QUANDO È POSSIIBLE DIMETTERE IL PAZIENTE di un infarto in atto?
Con quali certezze si dimette subito il
paziente? A fornire le indicazioni utili per rispondere a queste domande ci penserà il nuovo test messo
a punto dagli scienziati scozzesi. La ricerca riguarda sempre la troponina. La novità è che il nuovo test
è ad alta sensibilità e ne rileva anche concentrazioni bassissime e che i ricercatori hanno individuato
un valore soglia (5 nanogrammi per litro di sangue) al di sotto del quale la possibilità di infarto è molto
bassa. Attraverso questo approccio, testato per ora su oltre 6 mila casi, i ricercatori sono stati in grado
di riconoscere ben 2 persone su 3 di quelle che - giunte in ospedale con dolore toracico acuto - non
hanno in atto un infarto né sono a rischio di averlo nei successivi 30 giorni. Un risultato straordinario
che consentirà di ridurre il sovraffollamento dei pronto soccorso dovuto in gran parte all’osservazione
del paziente per un periodo prolungato. Se all’arrivo al pronto soccorso del paziente con dolore
toracico la troponina è negativa e con un valore molto basso, il paziente può essere mandato a casa
evitando così il ricovero e la necessità di ripetuti esami seriali di questo biomarcatore». (La Stampa)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 727
PREVENZIONE E SALUTE
INCONTINENZA URINARIA. PER GLI UOMINI È UN TABÙ
Un disturbo più diffuso di quanto si pensi e del quale è difficile parlare.
Ma che si può prevenire e controllare senza «dare nell’occhio».
L’incontinenza urinaria? Non è un problema solo declinato al femminile. Recenti studi indicano che
una quota significativa di uomini oltre i 40 anni ne soffre, ma per i maschi il problema è ancora più
imbarazzante da confessare. Arginare il problema però è possibile.
«Dieta sana, stile di vita misurato e senza eccessi, costante attività fisica e soddisfacente vita di coppia
sono tutti aspetti su cui un uomo può intervenire per cercare di limitare, se non addirittura eliminare, i
disagi legati all’incontinenza - spiega Andrea Militello, medico chirurgo specializzato in Urologia e
Andrologia - Smettere di fumare, limitare gli alcolici e abbandonare il divano per una vita attiva sono
i primi “rimedi” da adottare quando insorge il problema. Se ne sottovalutano invece troppo spesso,
anche il potere e l’efficacia preventiva».
Negli uomini l’alimentazione incide sul benessere della ghiandola prostatica
ALIMENTAZIONE
e, quindi, sulla capacità di prevenire l’incontinenza urinaria.
Anche se potrebbe sembrare il contrario un corretto apporto di acqua aumenta la minzione e aiuta a
evitare il ristagno delle urine nella vescica e quindi l’incontinenza.
Ovviamente non bisogna nemmeno bere troppo, soprattutto di sera.
In media un litro di acqua nell’arco delle 24 ore dovrebbe bastare, considerando che una quota di
liquidi proviene anche dai cibi.
Fra le bevande attenzione invece a gli alcolici, caffè e tè, bevande gassate, che possono accelerare gli
stimoli o interferire con il normale bisogno di urinare.
La birra, in particolare, è ricca di lieviti, come il luppolo, che possono irritare la prostata, provocando
una proliferazione batterica.
CIBI CONSIGLIATI
Succhi di frutta agli agrumi infine, per l’alto grado di acidità, possono
causare irritazioni all’uretra.
Esistono anche alcuni cibi che, se consumati regolarmente, possono contribuire a prevenire disturbi
alla prostata e aiutare a mantenere sotto controllo l’incontinenza urinaria.
Fra questi quelli ricchi di vitamine e di sali minerali Pomodoro e salsa di pomodoro, sono per esempio
alleati della ghiandola prostatica.
Anche l’aglio, giova.
Promosse anche lenticchie e grano integrale.
In giusta misura anche e carne rossa, uova e formaggi possono giovare.
Poiché anche la regolarità intestinale aiuta a controllare l’incontinenza urinaria è importante anche
l’assunzione di fibre.
Meglio invece stare lontani dai cibi speziati, da pepe, peperoncino, e
CIBI SCONSIGLIATI
anche da un’eccessiva quantità di sale, che possono peggiorare i sintomi
causati dalle patologie della prostata.
Pollice verso anche per zuccheri raffinati e cibi fritti, nemici della prostata.
Il cioccolato, che contiene caffeina e può peggiorare la capacità di controllo delle urine.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 727
Movimento e attività fisica sono indispensabili per prevenire incontinenza e
problemi alla prostata. Tuttavia è importante conoscere le attività da
praticare e quelle invece da evitare per prevenire controindicazioni.
E’ dimostrato che passeggiare regolarmente ogni giorno riduce fino al 25% il rischio di incontinenza.
Se trekking, golf e nuoto sono ottime abitudini sportive, non si può dire la stessa cosa per ciclismo ed
equitazione, che possono avere effetti negativi sulla prostata a causa della posizione scorretta e
innaturale data rispettivamente da sellino e sella.
Solo alcuni tipi di sport, come il salto in alto e la corsa, possono, infine, facilitare la perdita di urina e,
per questo, andrebbero se non evitati, per lo meno praticati con moderazione.
Tra i fattori che provocano problemi di controllo vescicale nei pazienti adulti si può
FUMO
includere il fumo di sigaretta.
I fumatori hanno una difficoltà tre volte maggiore di trattenere la minzione rispetto a chi
non fuma.
Casi di incontinenza da urgenza, ovvero la impellente necessità di urinare, sono stati inoltre riscontrati
nei pazienti con dipendenza da nicotina Farmaci Discutere sempre con il medico anche l’assunzione di
alcuni farmaci.
I diuretici aumentano la quantità di urina; i tranquillanti possono inibire la sensazione di pienezza
vescicale; Alcuni antistaminici, ipertensivi e antidepressivi possono favorire la ritenzione di urina
Anche l’igiene intima ha la sua importanza? Una corretta igiene previene la
IGIENE INTIMA
proliferazione batterica locale, causa di numerosi disturbi.
Per una corretta igiene intima i protagonisti sono, naturalmente, acqua e
sapone. Meglio scegliere un sapone adatto al pH dell’apparato genitale maschile, diverso rispetto a
quello femminile, eccessivamente acidi e possibile causa di prurito e bruciore.
E’ consigliabile optare per detergenti con un pH neutro o leggermente acido, che svolga un’azione
antibatterica, ed evitare in ogni caso soluzioni non specifiche per l’igiene intima, che presentano
solitamente un’elevata quantità di tensioattivi e sono quindi più aggressivi.
Oltre alla quotidiana detersione, è importante seguire un altro piccolo accorgimento: l’abbigliamento
e, in particolare, la biancheria intima. Vanno evitati indumenti intimi sintetici e, in generale, troppo
stretti che facilitano l’insorgere di infezioni del tratto urinario. Gli esercizi di Kegel
ATTIVITÀ FISICA
ESERCIZI SPECIFICI
Gli esercizi di Kegel sono dei validi aiuti per prevenire l’indebolimento della
muscolatura del pavimento pelvico, cioè l’insieme dei muscoli e dei legamenti che si trovano alla base
della cavità pelvica e che fungono da sostegno per l’uretra, l’intestino, per la vescica e, nelle donne,
dell’utero.
Sono spesso consigliati per patologie come l’incontinenza urinaria e per disfunzioni sessuali, perché
aiutano a controllare la minzione, l’eiaculazione e a mantenere l’erezione.
Ma come si svolgono?
Stando seduti, sdraiati sul divano o durante il bagno, gli esercizi di Kegel richiedono semplici
movimenti e limitati sforzi.
Dopo aver svuotato del tutto la vescica, si devono contrarre volontariamente i muscoli del pavimento
pelvico per circa 5-10 secondi per poi rilasciarli per altrettanti 5-10 secondi.
E’ importante ripetere diverse serie di allenamento almeno 2 o 3 volte al giorno ed è necessario,
durante l’esecuzione degli esercizi, non muovere le gambe, l’addome o i glutei.
Per capire se si stanno muovendo i muscoli giusti, spesso difficili da individuare, si può fare una prova
durante la minzione, cercando di interrompere il flusso di urina.
Questi sono i muscoli del pavimento pelvico.
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 727
SCIENZA E SALUTE
VENE VARICOSE, CON IL LASER VIA IN 30 MINUTI
Il problema delle varici colpisce le donne per il 25% ma anche gli uomini (15 %).
Oggi è possibile evitare il bisturi e risolvere il disturbo con un intervento non
invasivo
LE CICATRICI?
Sono ormai un lontano
ricordo. Capillari e vene
gonfie, sino a vere e proprie varici, sono lì a ricordarci
che troppo spesso trascuriamo la salute delle gambe.
Non ci sono calze e pantaloni a proteggere gli
inestetismi dagli sguardi indiscreti. Il caldo e
l’esposizione al sole, poi, non migliorano la
situazione.
Così a molte donne tocca affrontare la questione di
petto al ritorno dalle vacanze.
LE VENE VARICOSE, UN PROBLEMA CHE RIGUARDA ANCHE GLI UOMINI
Secondo le più recenti stime, si tratta di una condizione che colpisce il 25% delle signore, ma che non
risparmia i maschi: con una incidenza del 15%.
Quasi sempre le varici e l’insufficienza venosa sono una scomoda eredità, se la predisposizione
coesiste nell’85% delle pazienti che ne soffrono.
A ciò si aggiungono altri fattori predisponenti: come il numero di gravidanze e parti, il sovrappeso e
alcune professioni che prevedono la prolungata posizione eretta.
COME È POSSIBILE INTERVENIRE
PER RISOLVERE IL PROBLEMA?
«In presenza di segni quali il senso di peso, il gonfiore e i
capillari evidenti la prima cosa da fare è un ecodoppler spiega Carlo Spartera, responsabile del reparto di chirurgia
vascolare della casa di cura Villa Valeria di Roma -.
Si tratta di un’indagine non invasiva che misura il grado di insufficienza venosa presente, ossia quella
condizione per cui le minuscole valvole presenti all’interno dei vasi non riescono a pompare verso
l’alto il sangue, e localizza i punti di reflusso».
LA RIVOLUZIONE DEL LASER
La valutazione specialistica consente di definire un corretto piano di azione: dall’uso di calze
compressive alla terapia fisico-riabilitativa, sino alla chirurgia.
Oggi la chirurgia vascolare è sempre meno invasiva e dolorosa. Il laser a diodi è lo strumento più
moderno per affrontare e risolvere i problemi venosi. «L’intervento prevede una minuscola incisione
all’interno della quale si fa passare una sottilissima sonda che emette il raggio laser».
«Il laser agisce sulla parete interna della vena, colpendo alcune proteine che la compongono e
“chiudendola”. Si tratta di un intervento che dura tra i 30 e i 45 minuti (in ricovero diurno, ndr) e si
effettua con anestesia locale e sedazione».
Le percentuali di successo raggiungono il 90-95%, con una quota di recidive del 5%.
L’INTERVENTO DEVE ESSERE TEMPESTIVO
Ma quando ricorrere all’intervento laser? Appena si può, dato che le varici tendono a peggiorare e ad
avere tra i fattori di rischio la gravidanza, l’età e la menopausa. Quando le vene mostrano l’aspetto a
grappolo dell’insufficienza venosa, potrebbe essere già tardi se si intende ottenere un ottimo risultato
estetico. (Salute, La Stampa)
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 727
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE: VITA DURA PER LE FARMACIE CHE FANNO
DISTRIBUZIONE ALL’INGROSSO
Il titolare che dispone anche di un’autorizzazione per la vendita all’ingrosso di farmaci
 non può ridistribuire come grossista i medicinali acquistati dalla farmacia.
E’ quanto afferma il Ministero della Salute nel parere inviato il 2 ottobre alla Regione Lombardia, per
rispondere a un quesito sollevato nell’agosto scorso dall’Asl di Mantova.
Il caso riguardava una farmacia e un’impresa della distribuzione intermedia forniti di codice univoco
differente ma medesima partita iva, in cui il trasferimento dei pezzi da un’attività all’altra avveniva
mediante documenti di trasporto e di resi (per rispettare i flussi ministeriali).
Per il dicastero, invece, «le due attività» di distribuzione all’ingrosso e vendita dei medicinali «devono
essere assolutamente separate tra loro, anche se svolte dalla medesima persona».
Le conseguenze che il dicastero ricava dal principio, confermano così la linea della “tolleranza
zero” perseguita da tempo da Federfarma:
«I medicinali acquistati dalla farmacia utilizzando il codice univoco della farmacia» continua il
dicastero «debbono essere conservati nei magazzini annessi alla farmacia» e possono essere soltanto
«venduti al pubblico, in quanto destinati all’esercizio farmacia».
Non solo: anche quando distributore e titolare sono la stessa persona, il passaggio dei medicinali
«deve risultare formalmente dall’uso dei distinti codici identificativi, che tracciano il cambiamento del
titolo di possesso»; inoltre, una volta ceduti, i prodotti devono transitare dal magazzino del grossista a
quello della farmacia, «che deve venderli solo ed esclusivamente al pubblico e non ad altro distributore
e/o farmacia».
In altri termini, «l’unico movimento previsto dalla farmacia al grossista è la restituzione, che avviene a
fronte di errori di fornitura o rientri dal cliente».
Il parere, che la Regione Lombardia ha già distribuito ad Asl, carabinieri dei Nas, farmacie e
distributori del territorio, è stato accolto con soddisfazione da Federfarma:
«Dalla Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero» commenta
la presidente del sindacato titolari, Annarosa Racca «arriva un chiarimento che dà ragione a quanto
noi sosteniamo da sempre. Carenze e irreperibilità sono inaccettabili, ben vengano la massima severità
e il rispetto delle regole».
Il parere del dicastero sarà analizzato in tutte le sue ricadute nella prossima assemblea generale di
Federfarma, in programma domani. (AS)
Ordine: Corso ECM
Sabato 17 Ottobre, ore 9.00 – Sede Ordine
Il corso è rivolto ai Presidi farmaceutici nella flebologia e patologia estetica
correlata, Crediti formativi : 5
COME PRENOTARSI:
1- collegarsi sul sito dell’Ordine www.ordinefarmacistinapoli.it , sez. ECM
2- oppure recarsi direttamente presso la sede il giorno previsto per l’evento