Ispezioni e tutela delle GMP
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Ispezioni e tutela delle GMP
L’intervista a cura di Cristina Parravicini Ispezioni e tutela delle GMP Gli obblighi imposti dal legislatore al titolare di autorizzazione alla produzione di un medicinale non si limitano a garantire che ogni sostanza attiva sia stata prodotta secondo le Good Manufacturing Practices, ma prevedono anche l’ispezione al sito produttivo del fabbricante o del distributore. Ce ne parla Marialuisa Canobbio, membro del Direttivo del Gruppo Ispezioni Fornitori l 30 novembre 2006, il Parlamento Europeo, in sessione plenaria, ha approvato la ”Dichiarazione scritta sulle sostanze attive farmaceutiche” con la quale la Commissione Europea e il parlamento degli Stati Membri richiedevano che: – il produttore e l’importatore di sostanze attive siano in possesso di un Certificato – GMP rilasciato dalle Autorità Europee dopo una visita ispettiva al sito di produzione. Sia introdotta la tracciabilità della sostanza attiva, con l’indicazione della sua origine (Paese, Azienda, Sito produttivo) con lo scopo di scoraggiare operazioni di rietichettatura o riconfezionamento a tutela della salute pubblica. Il primo punto assume particolare rilievo nel caso di produttori extra europei, da cui il mercato europeo si approvvigiona largamente a causa dei bassi costi, per i quali il GMP Certificate può essere sostituito attualmente da autodichiarazioni del rispetto di tali norme. I 100 NCF • aprile 2008 Qual è attualmente la posizione dell’Italia? Il Legislatore italiano ha anticipato l’ufficializzazione di questa richiesta introducendo, nel Decreto Legislativo 219 del 24 aprile 2006, l’articolo 54 che richiede espressamente il Certificato GMP, posticipandone però l’obbligatorietà a partire dal 1° gennaio 2009 (Decreto Legislativo N° 274 del 29/12/07 Disposizioni correttive al decreto legislativo 24 aprile 2006 N°219) e di fatto conferendo l’onere della certificazione alla sola Persona Qualificata. L’emendamento in vigore in Italia quindi ci pone, fino al gennaio 2009, nella stessa posizione della Comunità Europea per la quale è la Persona Qualificata dell’azienda che utilizza la sostanza attiva a dover assicurare che la sostanza stessa è stata prodotta secondo le GMP. Gli obblighi imposti dal citato Articolo 54 derivano dalla necessità di tutelare la salute pubblica garantendo che ogni singola sostanza attiva utilizzata in un medicinale è stata prodotta secondo le Good Manufacturing Practices e quindi permette di ottenere un medicinale di alta qualità in termini di sicurezza ed efficacia. Sono tristemente noti i casi di morte dovuti alla tossicità di medicinali prodotti senza il rispetto delle norme GMP, come anche i casi di contraffazione, fenomeno quest’ultimo in forte crescita e che non riguarda più solamente i paesi in via di sviluppo. Per esempio, il caso del Glicerolo contaminato con Glicole dietilenico è emblematico e, tra le cause che ne hanno permesso il verificarsi, si deve ricordare il fatto che il certificato analitico del Glicerolo non ne riportava l’origine ed era inoltre una copia di quello originale, trascritto su carta intestata del distributore. La catena distributiva, inoltre, non era conosciuta poiché la sostanza era stata venduta più volte prima di essere acquistata dal produttore del medicinale. La certificazione secondo le GMP garantisce in assoluto qualità e sicurezza? L’obbligo del titolare di autorizzazione alla produzione di un medicinale però, non si limita alla verifica dell’esistenza di un certificato GMP per la sostanza che deve utilizzare, ma prevede anche l’ispezione al NCF • aprile 2008 sito produttivo del fabbricante o del distributore. Il ruolo dell’Autorità Competente è quello di verificare la conformità del sito ispezionato alle GMP, il certificato infatti è sito-specifico, mentre il produttore del medicinale deve assicurare che la sostanza attiva che utilizza sia stata prodotta secondo le GMP e che i requisiti specifici stabiliti dal Sistema Qualità sono rispettati nel tempo per lo specifico processo/ prodotto. Il produttore del medicinale deve poi integrare la presenza di un Certificato GMP con altre informazioni relative al produttore della sostanza attiva, in modo da poter pianificare il proprio programma di audit sulla base di un criterio di valutazione del rischio relativo a ciascuno dei suoi fornitori. L’Emea ha pubblicato il documento “Guidance on the occasion when it is appropriate for Competent Authorities to conduct inspections at the premises of Manufacturers of Active Substances used as starting materials” (2 marzo 2005) nel quale dichiara che le autorità competenti si aspettano che la verifica della conformità di un produttore di sostanze attive alle GMP sia effettuata mediante audit condotti dal produttore di medicinali. Infatti la valutazione del fornitore basata soltanto su documentazione (questionari, revisione di documenti, certificazioni ISO, risultati analitici o dati storici) non è sufficiente e non fornisce le stesse garanzie fornite di un audit. Secondo le GMP l’obbligo di ispezione sussiste, oltre che per i fornitori di API e di eccipienti, per i terzisti e i fornitori di materiali di confezionamento primario e secondario per uso farmaceutico, dei fornitori di materiali e di servizi (analitici e/o di convalida, di calibrazione), dei depositi esterni e dei trasportatori. Chi conduce le ispezioni e con quali modalità? L’ispezione al produttore e/o fornitore costituisce solo una parte della più complessa attività di qualificazione dei fornitori la quale prevede il monitoraggio delle forniture, per evidenziare il ripetersi di non conformità, e i follow up ispettivi per la verifica del mantenimento dei requisiti del Sistema Qualità. L’onere che l’applicazione di tale normativa comporta per i titolari di autorizzazione alla produzione è evidente, ed è chiaro a tutti come la funzione aziendale incaricata, solitamente il Quality Assurance, debba dedicare ulteriore tempo alle visite ispettive, impegnandosi in trasferte più o meno lunghe in funzione dell’importanza e della lontananza del fornitore da controllare, con un impegno di risorse umane e costi sempre crescenti. Per quanto riguarda le sostanze attive le Autorità competenti accettano che ci si possa servire, per le ispezioni ai fabbricati/fornitori, di consulenti non appartenenti alla Società titolare dell’autorizzazione alla produzione, purché siano persone qualificate e opportunamente formate e non sussistano conflitti di interesse tra la Società per conto della quale viene effettuata l’ispezione e la Società ispezionata. Gli stessi principi devono essere applicati quando si tratta della condivisione dei risultati di un audit tra due produttori che utilizzano la stessa sostanza attiva. In questo contesto è nato il Gruppo Ispezioni Fornitori (GIF) il cui scopo è l’esecuzione di verifiche ispettive congiunte effettuate dai suoi membri ai fornitori dell’industria farmaceutica. Il profilo del GIF? Il GIF ha raccolto le competenze e le esperienze consolidate in dieci anni di attività del Gruppo Progetto Qualità (GPQ) che era nato nel 1991 nell’ambito dell’Associazione Italiana Controllo Qualità con lo scopo di qualificare i fornitori di materiali di confezionamento e ridurre i controlli analitici in entrata, condividendo i risultati delle ispezioni con gli aderenti al gruppo. Il GIF è un’Associazione di persone che effettuano audit ai fornitori, per incarico delle aziende di appartenenza, condividendone i risultati. 101 L’intervista Una delle prime attività di cui il nuovo Gruppo GIF ha dovuto occuparsi, è stata la creazione di una struttura ben organizzata, con regole e procedure interne rigorose, in grado di tutelare, attraverso una gestione rigorosamente controllata delle informazioni acquisite e dei relativi rapporti, sia le necessità delle Aziende aderenti che le richieste delle Aziende ispezionate, in particolare per quanto attiene alla conservazione dei dati e al diritto di decidere sulla diffusione delle risultanze dell’ispezione. Con quali modalità si svolgono le ispezioni effettuate dal GIF? Per garantire la massima obiettività delle valutazioni e la sicurezza delle informazioni, le ispezioni sono condotte da team formati da almeno due ispettori di aziende diverse, uno dei quali assume, per l’esperienza acquisita, il ruolo di team leader. Al termine della verifica, il team leader richiede l’ approvazione formale dell’Azienda ispezionata alla distribuzione controllata dei report alle aziende aderenti al Gruppo che ne abbiano fatta richiesta. Questa approvazione formale, chiamata nulla osta, è rilasciata a fronte della presentazione dell’elenco delle Società aderenti al momento dell’effettuazione dell’ispezione. Qualsiasi richiesta di un verbale di ispezione, che venga fatta successivamente da una Società non aderente al GIF al momento dell’ispezione, prevede l’inoltro, da parte della Segreteria del GIF, della richiesta di nulla osta alla Società oggetto dell’ispezione. 102 La Segreteria del GIF mantiene la registrazione dei verbali redatti, di cui conserva copia, e inoltre distribuisce in modalità controllata le copie richieste agli aventi diritto. Che cosa offre il GIF in termini di valore aggiunto? La partecipazione alle attività del Gruppo si traduce anche in uno scambio continuo d’informazioni, conoscenze e opinioni sulle Buone Pratiche di Fabbricazione e sugli aspetti critici legati alle diverse tipologie di fornitori. Il diritto all’accesso ai verbali è subordinato ai seguenti punti: – iscrizione all’Associazione; – partecipazione alle riunioni; – partecipazione a un numero minimo di audit congiunti; – rispetto degli scopi dell’Associazione soprattutto per quanto riguarda gli obblighi di riservatezza. La sola appartenenza a un Servizio Assicurazione Qualità non garantisce la competenza necessaria per lo svolgimento di una ispezione e sappiamo bene che, per esempio, l’ispezione a un produttore di sostanze attive richiede una preparazione molto diversa e più approfondita di quanto è richiesto per l’ispezione a un fornitore di materiali di confezionamento. Per questo motivo vengono organizzati momenti di formazione e informazione avvalendosi anche della competenza ed esperienza di professionisti del settore, organizzando giornate di studio e raccogliendo le esperienze in linee guida che sono portate a conoscenza di tutti coloro che operano nel campo farmaceutico. L’attività di qualificazione dei propri fornitori, in particolare le ispezioni ai siti produttivi, non costituisce solo il soddisfacimento di una normativa. Infatti,come sa chi tutti i giorni vive la realtà della produzione farmaceutica, soprattutto in conto terzi, la conoscenza approfondita del proprio fornitore, del metodo di fabbricazione e di controllo di quanto fornito e la conoscenza della catena distributiva sono le sole che possono mettere al riparo i produttori di medicinali dal rischio di fabbricare un medicinale di scarsa qualità. Un consuntivo dell’attività del GIF a tutt’oggi? I risultati degli sforzi del GIF sono evidenti, poiché vanno dal rispetto dei requisiti normativi in termini di sorveglianza dei diversi fornitori, alle sinergie che le ispezioni congiunte portano alle aziende, ai risparmi di tempo conseguenti, sia per le aziende che devono ispezionare e sia per le aziende ispezionate. Queste ultime, in particolare, vedono in questo modo diminuito il numero di giornate dedicate agli audit dei clienti, ma soprattutto l’uso di criteri di valutazione meno soggettivi e più omogenei. Attualmente le Aziende aderenti al Gruppo Ispezione Fornitori sono 47; l’iscrizione al gruppo comporta esclusivamente il pagamento di una cifra, che possiamo definire simbolica. In ambito europeo sono nate numerose associazioni che si propongono alle aziende farmaceutiche per lo svolgimento di audit ai fornitori. Due sono però gli aspetti caratteristici del GIF che concorrono a farne una associazione diversa da tutte le altre: in primo luogo il fatto che non ha scopo di lucro, in secondo luogo che nasce come esigenza dall’interno delle aziende e non si propone come servizio esterno; questo porta al GIF il valore aggiunto della provenienza dei suoi ispettori dalle aziende interessate allo specifico prodotto, materiale o servizio, quindi con una conoscenza approfondita delle esigenze di qualità a essi connesse.. ■ NCF • aprile 2008