Catalogo della mostra - Accademia Europea delle Arti
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Catalogo della mostra - Accademia Europea delle Arti
1 “Manifesto a nome dell’Amministrazione Comunale e mio personale un sincero apprezzamento per questo nuovo appuntamento di respiro europeo promosso dall’Accademia Europea delle Arti a Treviso nello straordinario contesto del Museo di S. Caterina, che grazie a iniziative come questa diviene ogni giorno di più “Tempio” della Cultura cittadina.” Dr. Stefano Pimpolari Assessore alla Cultura “ARTISTI D’EUROPA A TREVISO 2011” Essere in Europa per gli artisti è un fatto essenziale. Aprire i propri spazi significa aprirsi al mondo e partecipare agli scambi culturali entro sempre più ampi orizzonti. Per il secondo anno, dopo il debutto al Museo Nazionale di Villa Pisani di Stra, l’Accademia Europea delle Arti ha il piacere di presentare al Museo di Santa Caterina di Treviso ventidue pittori e scultori, in prevalenza italiani ma provenienti anche da Francia, Lussemburgo e Norvegia. L’artista cui questa edizione vuol rendere omaggio è lo scultore Carlo Conte (1898-1966) di Moriago della Battaglia (TV), che con le sue opere ha lasciato un messaggio di bellezza e di speranza in Europa e nel mondo. L’obiettivo dell’Accademia Europea delle Arti è creare una sinergia fra artisti e territorio tramite occasioni d’incontro con l’arte contemporanea, favorendo un dialogo attivo col pubblico anche attraverso i commenti suscitati dalle opere esposte. Opere a cui ogni artista ha dato forza, volontà, intelligenza, interpretando emozioni e stati d’animo e offrendo alla riflessione suggestioni e messaggi particolari. È ciò che si propone anche questa mostra, alla quale aderiscono nomi noti in ambito internazionale. L’evento avrà un corollario particolare con la premiazione del Concorso poetico bandito dal Circolo “El Sil” nel quarantennio di fondazione. Un connubio speciale fra espressione visiva e linguistica, strumenti complementari e privilegiati del pensiero dell’uomo. Si ringraziano le Autorità e gli Enti che col loro sostegno e patrocinio hanno concorso alla manifestazione, riconoscendo il valore culturale. La presidente Prof. Bruna Brazzalotto Annullo filatelico di Poste Italiane per l’inaugurazione della mostra “Artisti d’Europa a Treviso 2011” Progetto grafico e disegno sede museale di Bruna Brazzalotto - Riproduzione vieta in base alla legge n. 633 del 1941 e successive modifiche Stampato da Colordrive settembre 2011 – 31020 - Villorba (Treviso) - Italia ieri ed oggi in Europa OMAGGIO A CARLO CONTE Carlo Conte “Testina di Fanciulla” - Italia fusione in bronzo a cera persa (da Opere di scultura pag. 85, a cura di F.Bizzotto Ed. Canova Treviso 1994) Carlo Conte esprime la parte più segreta, il fondo sentimentale e malinconico della sua natura, la sua istintiva gentilezza e bontà, quando guarda i fanciulli. Con trepide mani, col gusto di una carezza egli modella volti sorridenti, stupefatti giulivi di bimbi. Facce pienotte di ragazzetti di campagna, ben colorite, lucide come pomi. Volti luminosi, dolci, gentili, vivaci, sorpresi, spiritati; la segreta tristezza di certi sguardi, la piega non ancora amara ma già malinconica di certe labbra. Si sente la sua affettuosa e quasi dolorosa partecipazione a tante gracili, delicate esigenze: un innocente dal collo magro e dalle orecchie a ventola; certi sguardi un po’ liquidi, miopi: certi occhi appena segnati: altri aperti, sbalorditi; bocche semichiuse, altre aperte nel canto o nel grido. Di quanti cari, indimenticabili volti di bambini ha popolato Conte la sua solitudine? Come a un richiamo sono emersi da grumi di terra, da spume di onde, da viluppi di capelli scomposti, ed ora la luce li modella nitidi, in una grazia fuori del tempo. Giuseppe Mazzotti 1960 (da Carlo Conte – Opere di scultura – Ed Canova) 1 CARLO CONTE NEL RICORDO DELLO SCULTORE CARLO BALLJANA Quando avevo 9 anni, nel 1953, ho incontrato lo scultore Carlo Conte; la sua casa dalla .mia casa paterna ci dividevano 800 metri, Fontigo da Moriago della Battaglia, sulle rive del Piave ed il verde della campagna Sernagliese. Fu così che un giorno di ottobre appena finita la vendemmia, il Maestro Lino Gobbato, conoscendo le mie attitudini al disegno e alla scultura, mi accompagnò nello studio di Carlo Conte, raccomandandosi di portare un fiasco di vino rosso clinto prodotto nella campagna di mio padre, perchè a Carlo gli piaceva in modo particolare. Entrai nella stanza dove Carlo stava modellando una testina di bambina con la creta, era quasi finita, la guardai e dissi: “Maestro che bella! sembra che parli”. Lui mi guardò con occhio fuggente e poi disse: “Chi situ moro, te a da ver una passion e una sensibilità granda, anca par averme portà un fiasco de clinto, bravo vien ancora a trovarme”. Andai per molte volte nel suo studio, perchè volevo imparare come si modellava la creta ed il calco in gesso. Avevo 17/18 anni ed avevo un motorino per spostarmi; un giorno Carlo mi chiese se avevo delle amiche belle che potevano fare da modelle per i suoi nudi ed i volti, ci teneva tanto - allora, un giorno gli portai una ragazza di 15 anni, formosa, fiorente e bella, lui rimase soddisfatto a tal punto di fare oltre una ventina di sculture in diverse posature che oggi sono conservate in diversi musei, nessuno sapeva che quella splendida ninfa si chiamava Pierina. Carlo Conte nella sua carriera ebbe diversi studi - rifugi, tra i quali: Moriago, Treviso, Collalto ed infine Soligo, dove nel marzo del 1966, lascia la sua vita esistenziale. Era un uomo particolare, scontroso, timido, a volte gentile, fondamentalmente buono di animo, un creativo ricco di vitàlità emozionale, rifiutava il conformismo e le ipocrisie, fedele al suo codice morale. Oggi, sono riconoscente a Carlo, perchè fu Lui ad incoraggiarmi ed insegnarmi le prime nozioni della difficile arte dello scolpire. La mia attività scultorea quest’anno compie 50 anni e Carlo Conte è sempre presente e vive nel mio studio a Sernaglia, immerso nel verde giada dei campi coltivati a mais, dove conservo gelosamente alcune testine in terracotta e bronzo, che rispecchiano la bellezza e la freschezza virginiana che fa di Carlo Conte un autentico artista trevigiano nel mondo.. Sernaglia della Battaglia, 15 Agosto 2011 Carlo Conte un rustico, un superbo, un asociale, forse soltanto un uomo, timido e rispettoso, a fronte del miracolo uomo-natura-arte. Nessuno l’amò se non per questa sua essenza: la forma gli era nemica, altro che nelle sue creature che entravano e uscivano dalla sua vita con la brevità e il rimpianto di figli cresciuti. Così Carlo Conte 2 Carlo Balljana “Prima nevicata” 1983 - Italia fusione in bronzo a cera persa - h. cm 185 “... Sapori rurali, si diceva, che vengono tradotti da Balljana in bronzi schietti, rigorosamente figurativi, sanamente tradizionali, estranei a tentazioni intellettualistiche, che riescono ad alternare scivolosità metalliche a spigolosità lignee, mantenendo nel complesso un aspetto che è comunque aspro, anche quando vorrebbero sublimare ciò che si raffigura, sgrezzarlo, ammorbidirlo, celebrarlo, liberarlo dal peso a cui è sottoposto il suo corrispettivo terreno. Anche la luce, che pure il bronzo potrebbe esaltare, facendola scorrere a piacimento sulle superfici, sembra avvertire lo schiacciamento di una gravità più metafisica che fisica, assumendo un’intensità sorda, smorzata, “sporca”. Nemmeno la memoria personale e collettiva, il ricordo, il sentimento che tale ricordo genera, generando affetto nei confronti del mondo contadino che la scultura rappresenta, riesce ad attenuare del tutto questo “sporco”, questo stato parzialmente grezzo, questa voluta imperfezione, come se fossimo di fronte a una presenza irrinunciabile della quale siamo in grado di constatare solo la sua manifestazione esteriore, la sua materializzazione, una patina opaca, posata forse da un vento di natura soprannaturale, regolare, insistente, segno permanente di un volere ostile, poco incline a soddisfare i piaceri dell’uomo, che avvolge il metallo e lo “corrompe”. …” Vittorio Sgarbi 3 Simon Benetton “Rivelazione della luce” 2009 - Italia acciaio e cristallo lavorato a scheggia cm 190 x 73 “Nei gesti e nei materiali di Simon Benetton emergono da sempre il connubio e il contrasto tra la concretezza della materia e la sua soluzione in una estrema e stupefacente leggerezza, tra il faticoso impegno della creazione e l’immagine di un desiderio che pare impossibile far scaturire dalle lamiere insidiate e plasmate dalla fiamma ossidrica. Cosicché quando le sue sculture conquistano lo spazio ridisegnandolo per guizzi improvvisi, per allusioni figurali, per illusioni aeree o per accordi musicali, sembra che ogni volta si verifichi l’improbabile, se non l’impossibile. Questo processo, questo impulso tendente alla continua ricerca di una simbiosi con gli spazi concepiti dall’uomo e con l’armonia esercitata dalla natura, da adottare ogni volta come necessario e severo confronto, ha indotto l’artista a osare sempre di più, a tentare poetici accostamenti che riuscissero a coniugare in maniera più diretta e tangibile il suo spirito con quello della terra, la luce dello spazio con quella interiore, l’anima del ferro con una folgorazione emozionale immediatamente recepibile. …” Luciano Caprile 4 Angelo Brugnera “Preso” - 2010 marmo bianco savana cm 55 x 42 x 52 “Al di là dell’uso della linea curva, della spirale e del moto espansivo, del costante dialogo delle superfici convesse e concave, l’essenza barocca dell’arte di Brugnera si manifesta proprio in questo cimento estremo con la materia, nel preciso furore che mira a far scordare a chi guarda di essere di fronte a un oggetto minerale, perché la pietra si muta in organismo palpitante, dotato di una sua epidermide e perfino di una sua interna complessità (elemento, questo, che garantisce alle opere non soltanto una tridimensionalità totale, ma quasi una dimensione ulteriore, e che costituisce la caratteristica d’eccezione e d’eccellenza dell’artista). In tal modo il fruitore coglie sia le superfici esterne che l’interno dell’opera, a cui lo sguardo accede per cavità, cunicoli, pertugi, dispiegamenti inaspettati di ali, stimolato a intraprendere un percorso d’ispezione, un’avventura che svela le differenti modalità di lavorazione delle superfici, perfettamente levigate all’esterno e interiormente dotate di asperità, granulosità, marezzature e increspature, quasi fossero lievi e fluttuanti corpi in formazione, desunti da sempre differenti forme naturali, che trapassano l’una nell’altra in un costante gioco metamorfico.” Fabio Girardello 5 Nazzareno Manganello “Nudo” - Italia terracotta e smalti modificati cm 70 “Le opere di Nazzareno Manganello ci testimoniano intensamente il suo amore per la semplicità e la purezza. La figura di uomo che l’artista trasmette attraverso il suo lavoro possiede anch’essa il sapore del mito, in un’epoca in cui ciò di cui più si parla è progresso, globalità, comunicazione. L’Uomo di Manganello è l’eroe del mito, ricco nella sua saldezza morale, forte dei propri ideali, attaccato alla propria terra con quell’amore stesso con cui l’artista plasma e modella la sua argilla. È un eroe che vive nel suo inconscio e che si proietta entro ognuna delle sue opere informandole di uno spirito genuino che le lascia intatte nel tempo e spinge la materia a farsi corpo e sangue. È uno spirito che circonda come un’aura le sue “donne primitive”, queste madri primigenie che nella creta esprimono la loro fertilità ricca, il loro umore primordiale, una veracità ubertosa che riporta - a ncora una volta - alle pagine del mito….” Lucia Majer 6 Laura Pellizzari “Piccole Veneri” - 2010 - Italia terra cotta cm 50 x 30 x 14 “Sotto l’aspetto del messaggio, il lavoro della Pellizzari rappresenta un impegno concettuale e profondamente moderno, capace di offrire un punto di vista, uno sguardo acuto sul mondo contemporaneo tradotto nel linguaggio semplice e diretto del consumatore. Ogni oggetto, nel momento della creazione dell’opera, perde il suo significato originario assumendo una veste nuova, diventando “altro da sé”, parte di un immaginario che lo riveste di simboli e lo carica di significati nuovi. A questo punto la scelta di determinati soggetti-oggetti e la loro combinazione diventa una sorta di scrittura poetica, una partitura musicale basata su accordi armonici o disarmonici in grado di offrire una risonanza estetica. La nostra società e tutta la cultura del ventesimo secolo si fondano su un andamento non lineare tale che le cose - come sostiene Jean Baudrillard - perdono il proprio significato senza fatica, per slittare facilmente in ambiti diversi da quelli di origine. …” Lucia Majer 7 Enzo Barbon “Canto notturno....” - 2011 - Italia tecnica mista su tela cm 90 x 90 “ …Le tele esprimono tutto il mondo e la realtà che lo circonda nella sua completezza dalla interpretazione della natura anche inanimata dei sassi fino alla presenza della figura umana che riesce ad offrirci nella sua essenza fino ad una sua astrazione. E’ allora che escono dalle sue elaborazioni immagini magiche, ricche di vibrazioni, di emozioni con gamme coloristiche, sfumature e gradazioni che si muovono con ampia libertà. Della figura, di cui conosce con profondità la struttura, ci dà una libera interpretazione con ritratti e presenze di uomini, donne, atleti di cui, privilegiandone la mobilità, ne sottolinea proprio la materialità e nel contempo l’ impalpabilità con segni e colori che ne colgono l’essenza. Le qualità artistiche di Enzo Barbon emergono tutte perchè nascono da una sincerità di ispirazione e di necessità espressiva come si riscontra nelle voci dei grandi artisti di ogni epoca. Siamo di fronte ad un vero poeta dell’immagine e anche del linguaggio letterario, di cui contemporaneamente esplora e sperimenta i segreti, che poi riporta nelle sue tele ricche di implicazioni interpretative oltre che immaginifiche….” Francesca Cursi 8 Natalina Botter “Magico momento” 2011 - Italia batik su seta cm 83 x 73 Non so se mi ha incantato prima il bagliore del sole, o prima il rumore del mare. Nella seta trattata a Batik non potevo mescolare i colori per esprimere il “magico momento”. Al sole diedi una luce intensa, al mare il movimento delle onde. Massima ambizione: far leggere il messaggio di intense emozioni a chi guarda le mie opere. N.B.T. 9 Bruna Brazzalotto “Gioco di Farfalle” - 2011 - Italia tecnica mista su juta cm 100 x 100 “Artista istintiva, vive l’unità occhio-mente semplicemente come la condizione naturale dell’artista, irrinunciabile e quindi indiscutibile. Ciò, la sua pittura lo dimostra nitidamente, costituisce uno stimolante inesauribile “universo”, degno dominio dell’arte contemporanea (cioè post-moderna), a dispetto della provvisoria e ambigua negazione ideologica novecentesca. Predilige dunque la figurazione che nasce dalla percezione visiva del reale, per poi però passare attraverso i “filtri” della mente, della mano e del “mezzo”. Allora, il passaggio verso la deformazione espressionista, oppure verso una sorta di geometrismo razionalista, o anche addirittura fin sulle soglie dell’astrazione, per Bruna Brazzalotto possono essere percorsi possibili, conseguenti e giustificati. Il fatto è che, per lei, sorprendentemente il risultato è sempre, immancabilmente…..…..poesia.” Andrea Bellieni 10 Jeannette Briese “Paula Bird” - Norvegia pastello cm 69 x 85 “La ricerca di Jeannette Briese è rivolta alla rappresentazione della donna moderna dal punto di vista di una donna. I suoi dipinti cominciano sempre dagli occhi che, siano aperti o chiusi, diventano il punto focale delle figure. L’occhio, come il colore dei capelli, sembra reale, ma da questo punto in poi i colori della natura prendono il volo. Se confrontaste la foto della modella con il dipinto finale preferireste senza dubbio la concezione dei colori della signora Briese rispetto a quella del make-up artist. Nonostante il netto distaccarsi dai toni naturali della pelle, gli occhi e la consistenza dei capelli iper-realisitici possono dare all’osservatore l’impressione di essere davanti alla fotografia di una modella con il corpo dipinto. Questo inganno è favorito dal fatto che molte modelle esibiscono body art e piercing che la signora Briese riproduce accuratamente nel dettaglio. Lo scopo finale è di rendere un omaggio alle donne moderne.” J.B. 11 Libera Carraro “Ascoltare i ritmi” 2010 - Italia pastelli a olio e acrilico su tela - particolare cm 153 x 142 “Libera ,......è curiosa del mondo e ne cerca il significato segreto e profondo nelle forme della natura. Sintesi e fusione di reale e di immaginario in un continuo susseguirsi di segni che esprimono l’energia inarrestabile dell’ artista. Tecniche e materiali diversi sono i mezzi di espressione per sviluppare la sua conoscenza delle cose, tradotte con entusiasmo come all’inseguimento di una scia luminosa Ancora Libera, ancora in volo per sorprenderci sempre.” Alessandra Pucci 12 Paola Dalla Riva “C’est la vie” - 2011 - Italia olio su tela cm 100 x 70 Dipinge paesaggi, nature morte, immagini religiose, ma soprattutto ritratti ed è proprio in questi ultimi che dà il meglio di sé, in specie nei ritratti di bambini. La sua pittura è di stampo classico, eppure fresca, spontanea e del tutto personale, non il prodotto di mode o scuole o tendenze. Il suo estro pittorico semmai, per la raffinatezza dei particolari, è influenzato dall’attività artistica precedente, in particolare dalla decorazione su ceramica. Ha esposto in numerose mostre, ottenendo critiche lusinghiere. LT 13 Altaïr Dugardin “Tori nella camargue” - Francia olio cm 51 x 60 “Ci sono quadri che suscitano entusiasmo e meraviglia: è questo il caso delle opere di Altaïr Dugardin.Un’artista che ha sempre coltivato due passioni parallelamente, la pittura e il canto lirico. Si definisce una moderna artista figurativa e le sue creazioni sono realizzate unicamente ad olio, mescolando diverse tecniche come il pennello o la spatola. La sua ispirazione proviene dai suoi due luoghi di residenza, due regioni che offrono numerose opportunità creative: la Borgogna, e più precisamente i verdi paesaggi della Costa d’Oro, e la Costa Azzurra e i colori caldi del Cannet. Lasciarsi invadere dal luogo, catturarne la luce e la bellezza: questo è il suo obiettivo. Questa amante della natura ha bisogno di luce, sole e vita per esprimere liberamente le proprie sensazioni. La ricchezza della sua fertile e sorprendente immaginazione ci invita ad un formidabile viaggio: una bella scoperta.” AltaïrDugardin 14 Luisa Fabris “Nostalgia di Dio” - 2011 - Italia lastra specchiante di alluminio cm 100 x 50 “Nel Dittico “Nostalgia di Dio” la Fabris riconferma l’indagine del riflesso come possibile realtà contemporanea; ogni lastra specchiante, esposta a differenti fonti di luce arricchisce l’immagine simbolica di luci, ombre, forme e colori del “relativo Tutto”. Un Tutto Divino inafferrabile ma percepibile. È quanto esprime Agostino, aprendo le Confessioni: “Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum donec requiescat in te” - “Ci hai fatto per Te ed è inquieto il nostro cuore finché non riposi in te”33. Nella domanda che ognuno porta nel più profondo di sé va profilandosi l’immagine di un padre-madre nell’amore, qualcuno cui affidarsi senza riserve, quasi un’àncora, un approdo dove far riposare la nostra stanchezza e il nostro dolore, sicuri di non essere rigettati nell’abisso del nulla. “ (B.F.) 15 Walter Furlan “Natura morta sulla spiaggia” - Italia olio su tela cm 70 x 60 “...Invero la misurata, sapiente modulazione delle “rifrazioni di luce” sono uno dei risultati più intensi e rimarchevoli dell’ultima stagione pittorica di Walter Furlan: artista di cui è facile intuire il notevole retroterra culturale e la grande capacità tecnica (più che mai da valorizzare in tempi come gli attuali votati a vacui e dilettanteschi sperimentalismi), ma anche l’indagatore sottile di palpitanti contenuti umani sia che tale presenza si faccia esplicita, nelle sue composizioni, sia che essa rimanga un dato intuibile ma non per questo meno significante e fascinoso. Al costante variare dei contenuti, delle ininterrotte, puntigliose indagini cromatiche ed esistenziali, delle pause di contemplazione giocate in inusitati accostamenti d’ombre e di luce fa dunque da supporto, nella pittura di Furlan, una tecnica consumata e vigilantissima che raggiunge anche nella difficile realizzazione degli acquerelli, punte di autentica emozione. o, più precisamente, di vera poesia….” Luciano Vanzella 16 Luigi Francischello “ ”Axler” 2010 - Italia acrilico su tela cm 80 x 60 “…La mia arte è un artificio un’invenzione un’idea, uno spettacolo vivace e brillante. Le immagini fluttuano in quello spazio scoppiato dove ogni elemento si rapporta all’interno di una composizione che ricrea un universo parallelo. Si tratta di un’espressione rituale/trasformazionale dove l’allucinazione esplode per una lirica sociale dove l’uomo è androide e spirito. Ogni immagine ha la forza del gesto che l’ha negata ma solo l’esperienza della vita la rende pittura.” 17 Gian Gigante “La saletta” - 2011 - Italia acrilico cm 80 x 80 È artista di varia attività espressiva: dalla pittura all’architettura, dal design alla scrittura. Alla pittura si dedica fin dalla fanciullezza. La sua prima mostra risale al 1955 quando giovanissimo viene incoraggiato a esporre da Franco Batacchi e Nino Tommasini. La sua esperienza pittorica ha quindi radici lontane e procede in parallelo con la sua successiva attività professionale di architetto e designer. Non si può infatti capire a fondo il suo fare pittorico se non si tiene conto del suo quotidiano contatto con la progettazione. E, come nei libri di Gigante la scrittura, estremamente visuale, è di grande naturalezza, asciutta come appunti, così la sua pittura - lirica e di forte sintesi - oscilla tra rigore e libertà. E’ riscattata la nostra indifferenza visiva: come un vessillo, il logo della Coca-Cola; e i luoghi comuni da decodificare. Immagini remote, stratificate, vengono fatte rivivere dalla sua per la nostra memoria: il tempo dell’infanzia, i luoghi di campagna e di mare, le incantate atmosfere delle nevicate di una volta: risonanze piene di suggestione poetica. Le opere sono realizzate quasi tutte su tela con tecnica mista usando colori acrilici e sabbie, talvolta ricorrendo al collage per evidenziare le parti cui è affidata una particolare funzione di comunicazione: una tecnica che non consente esitazioni o ripensamenti. R.F. 18 Renata Linnhoff “La strada del Tempo” - 2011 Lussemburgo olio su tela cm 70 x 60 “…Tutti i lavori di Renata che ho avuto occasione di vedere hanno un inizio e una fine, segno di una rara capacità mentale di non perdere mai il filo conduttore che ispira ogni singola opera prima di averla terminata. Un altro elemento comune a tutte le opere è l’espressione di due personalità contrastanti, una lieta e una cupa. Sono rese attraverso l’accostamento di colori gradevoli a colori sgradevoli alla vista; oppure date da tinte luminose, come il giallo e l’arancione, che l’artista sente molto, percorse da una linea scura, magari nera, negazione totale della luce, …” Paola Metelka 19 Corine Peyron Peugeot “Melanconie d’un après-midi ” 2011 - France pastello cm 50 x 70 Ogni persona deve ammirare, come nel mondo turbato di oggi, l’anima della natura nei giardini di Neuilly a Parigi, fanno scintillare la bellezza della vita nell’opera pictorialmente vibrante di Corine Peyron Peugeot. Dame Françoise Tempra 20 Raffaella Tassinari “Divisione” - 2011 - Italia batik su seta cm 101 x 101 “Il percorso artistico di Raffaella Tassinari, preparato da una seria ed entusiastica formazione giovanile all’ Accademia di Belle Arti e poi accompagnato da una lunga docenza del disegno e della storia dell’ arte nelle Scuole pubbliche superiori, si è snodato attraverso direttrici d’impegno e di suggestione assolutamente originali: espressione della sua effervescente personalità creativa e delle sue tutt’altro che obsolete, anzi quanto mai valide ed attuali, qualità tecniche. Non c’è infatti una sola strada di espressività artistico-figurativa che Raffaella Tassinari non abbia percorso con risultati eccellenti, L’olio, l’acquerello, l’incisione. Ma su tutto prevale, con un timbro di fascino magistrale e di autentica irreperibilità, l’elaborata tecnica del batik alla quale solo la Tassinari ha saputo dare esiti di alto livello artistico...” Luciano Vanzella 21 Diego Valentinuzzi “Ricordi veneziani” - Italia olio su tavola cm 70 x 90 “…Da anni Valentinuzzi opera in modo meticoloso, attraverso un pensiero che esalta pittoricamente l’oggetto figurale come “ morte” e, nel contempo, come “rinascita” e cristallizzazione di una “memoria” presentata come rebus, in attesa di una eventuale soluzione. La sua imagerie è, a quanto pare incredibilmente abbondante e varia. E’ un palcoscenico di meditazione, da cui vengono in luce visi di donna, presenza di immagini eleganti, classiche, bocche rosse, quasi di taglio plastico, e una numerologia non casuale di un Caos decorativo…. Il fissare in ogni dipinto forme statiche di figure di donna significa, da parte dell’artista, imporre volutamente la durata della nostra osservazione: attraverso l’armonia del colore che fissa il corpo e il volto di una metafisica atemporalità. Noi abbiano così la possibilità di spaziare con la fantasia e di cambiare, ogni volta, la nostra interpretazione. L’universo delle immagini di Valentinuzzi è quello del sogno. Il racconto del sogno (lo diceva gia’ Shakespeare) è menzognero, già per il fatto di essere un racconto fatto di parole. Diego Valentinuzzi è, quindi, un narratore di situazioni oniriche, dove la parola è sostituita dal colore-candore, che sulla tela si trasmuta in forme simbolo…” Paolo Levi 22 Franco Vivian “Papaveri” - Italia acquarello cm 54 x 71 “…egli in queste “arti”, e segnatamente nella pittura, ha liberato un estro e un’abilità tutt’altro che da dilettante: in particolar modo negli acquarelli Franco Vivian si esprime con straordinaria maestria tecnica e sapienza coloristica; ma, ben di più, i suoi delicati paesaggi, gli angoli del nostro Sile in cui placidi stagni diventano il regno di erbe acquatiche rese con naturalistica immediatezza, si arricchiscono di un afflato lirico che si traduce in poesia. …” Eugenio Manzato 23 Artisti invitati Omaggio al pittore Carlo Conte Assessore alla Cultura dott.ssa Michela Dorigo – Municipio 31010 Moriago della Battaglia (TV) Scultori 1. Balljana Carlo – Via Marconi, 39 – 31020 Sernaglia della Battaglia (TV) 2. Benetton Simon – Via Pagani Cesa, 8 – 31100 Treviso 3. Brugnera Angelo – Strada per Fratta, 10 -33077 Sacile (PN) 4. Nazzareno Manganello – Via Chiesa, 48 – 35019 Tombolo (PD) 5. Laura Pellizzari – via Jappelli, 1 – 35010 Loreggia (PD) Pittori 1. Enzo Barbon – Via Vittorio V.to, 35 – 31052 Maserada sul Piave (TV) 2. Natalina Botter – Via Santa Caterina, 37 – 31100 Treviso 3. Brazzalotto Bruna – Via Marmolada, 10 - 31050 Povegliano (TV) 4. Jeannette Louise Briese – 82, Republic Street – Valletta – VLT 1117 – Malta - Europa 5. Libera Carraro – Via Riviera del Brenta, 326 – 30032 Fiesso D’Artico (VE) 6. Paola Dalla Riva Tonet – Corso del Popolo, 35 – 31100 Treviso 7. Dugardin AltaÏr – Rue Catullemendes, 3 – 75017 Parigi – Francia 8. Fabris Luisa - Via Baracca, 3 – 31030 Arcade (TV) 9. Walter Furlan –Via Nani, 39 – 31100 Treviso 10. Luigi Francischello – Via Bellini, 20 – 36 040 Torri di Quartesolo (VI) 11. Gigante Gian Nicola - Strada Noalese, 10 – 31100 Treviso 12. Linnhoff Renata - 3, Rue De Reims L – 2417 Louxembourg 13. Corine Peyron Peugeot – 62, Avenue De La Grande Armée - 75017 Paris - Francia 14. Raffaella Tassinari – Via S.Gir.Emiliani, 23 – 31100 Treviso 15. Diego Valentinuzzi – Via Garibaldi, 54 – 34074 Monfalcone (GO) 16. Franco Vivian – Via Santa Caterina, 37 – 31100 Treviso CULTURA E ARTE FONDAMENTI DELL’IDENTITÀ EUROPEA di Giuliano Simionato La terza Mostra dell’Accademia Europa delle Arti rende omaggio al conterraneo Carlo Conte (1898-1966), scultore “ieratico”, «…sempre implicato totalmente - osserva Andrea Zanzotto - nel cogliere il pullulare misterioso e radioso, oscuro e inebriante dell’esistenza, soffrendo con amorosa ostinazione il trauma del precario incontro con la Bellezza in un mondo minato dal disastro, dall’assurdo». E cercando di contrastarlo con la soavità dei volti dell’infanzia, la presenza rassicurante della femminilità e la poesia del paesaggio, ricreati con veemenza e insieme con tenerezza. Giovanni Comisso gli riconobbe “un linguaggio che supera i limiti del tempo e di ogni frontiera”, che lo fa un vero artista europeo. Viviamo ormai l’Europa non solo come unione economica ma anche come cultura. Certo una realtà complessa, insidiata da scetticismi e particolarismi, ma anche vivificata da grandi speranze. Giova pensare che essa darà una cittadinanza più grande, dove trasformare in trama comune le differenze nazionali e le mentalità dei popoli, capaci di vivere con gli altri e per gli altri nel rispetto dei diritti di ciascuno. E appunto la cultura e l’arte possono costruire un dialogo dove il bello accresce la consapevolezza di una stessa identità, premessa necessaria di una pacifica convivenza. L’Europa è orgogliosa della sua ricchezza di pensiero e d’arte che trae linfa dal dialogo interculturale, tema questo riconosciuto prioritario dall’Unione Europea, la quale sta oggi dibattendosi tra le secche di un sistema economico che si presumeva unificante, ma che invece si rivela incerto. Quale terreno fertile rimane per l’Europa se non quello della cultura intesa come fattore di sviluppo, volta ad una trasformazione responsabile fatta di strutture, individui, interessi comuni, enti pubblici e di uno straordinario scenario capace di cogliere le istanze e le aspirazioni delle comunità? Un humus nel quale gli artisti svolgono un ruolo fondamentale ispirando, collegando e producendo fattori e processi di cambiamento dall’interno del tessuto sociale. Arte e creatività, dunque, mezzi privilegiati per il cambiamento sostenibile del terzo millennio. Il patrimonio culturale e il capitale intellettuale possono divenire eccezionali strumenti di politica estera. Lo stesso Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’Europa, disse che se fosse stato possibile ricominciare il processo d’integrazione europea, avrebbe preferito ripartire dalla cultura, piuttosto che dal carbone e dall’acciaio. Oggi, quindi, la necessità che l’arte e la cultura assumano sempre maggiore importanza nel dibattito politico s’impone. Alle istituzioni pubbliche viene chiesto di accompagnare il progresso delle conoscenze e delle tecnologie e i processi di globalizzazione con risposte reali e concrete, di evolversi in parallelo con i nuovi valori, le esigenze e i comportamenti sociali. Di qui la necessità che il continente proponga un’idea nuova di sé soprattutto attraverso la diplomazia culturale. Nella quale l’arte contemporanea può aprire la strada a rappresentazioni e a modificazioni della realtà traducibili in nuovi esiti della produzione materiale e immateriale, migliorando la qualità della vita di tutti i giorni di ciascuno di noi. Ciò comporta l’incentivazione di artisti che riescano ad interpretare le sensazioni, i desideri, le inquietudini, le ansie e le certezze del mondo in cui stiamo vivendo. L’arte e la cultura emergente sono i fondamenti di questo sistema, da armonizzare per quanto riguarda l’attenzione e il sostegno riservati dai singoli Stati (mobilità degli operatori, mostre e progetti, accesso a spazi di qualità e ai circuiti internazionali). Anche sotto questo aspetto, pertanto, riesce significativo che il Comitato Nazionale Italiano dell’Accademia Europea delle Arti torni a presentare a Treviso, in una cornice stimolante come il museo cittadino, un appuntamento inteso - attraverso il suo intreccio creativo a - sviluppare “una casa della cultura umana dalle grandi finestre”, uno spazio riconosciuto come luogo d’incontro, di confronto, di speranza. ARTISTI ED EUROPA di Fausto Pajar L’Europa vive oggi una sofferenza economica che si riflette in sofferenza umana. Anche l’arte e la cultura soffrono. Quando noi segnalavamo un’erronea percezione del senso e del significato di Europa, come soggetto puramente economico, venivamo poco considerati perché la ricchezza diffusa, non consentiva il momento della riflessione. Quando dicevamo che un’Europa senza radici non poteva esprimere il meglio delle sue enormi potenzialità dicevamo che l’Europa è la gente e la gente non vuole privarsi della ricerca costante di fede e di bellezza. Questa premessa, che appare utopica, è necessaria perché oggi ci accorgiamo tutti che certe premesse e promesse politiche o pseudo tali, non erano reali, praticabili e si sono rivelate illusorie, perché lontane dalla fede e dalla bellezza. Questo vale anche per l’economia, termine illusorio quest’ultimo visto lo sfascio delle borse e dei mercati in generale che di economico hanno ben poco. Questo vale anche per la cultura e per gli artisti? Artisti e cultura, fondamento di ogni vivere in bellezza e armonia , soffrono la trascuratezza del sistema verso di loro. E – consentitemi- se soffrono la cultura e l’arte soffre il mondo, soffre la gente che nell’arte e nella cultura riconosce se stessa come persona, unica e irripetibile, chiamata per nome, con un nome solo, quello che lo identifica nella sua esistenza terrena. E che nell’arte e nella cultura riconosce se stessa come parte del genere umano che cerca e costruisce relazioni, che promuove quei modelli mondiali e guarda caso autenticamente trevigiani che sono stati riconosciuti da grandi della letteratura e dell’arte. Dico, qui, di Dante che parla di Sile e Cagnan dico anche di Fazio degli Uberti che nel Dittamondo parla di questo luogo con ammirazione e affetto: «Quinci trovai Trevigi sul cammino, che di chiare fontane tutta ride e del piacer d’amor che quivi è fino». Limpidezza, come quella delle acque, e amore per la pittura, la poesia, le scienze hanno sempre caratterizzato questa nostra terra aperta a clamorose manifestazioni d’arte come quelle del ciclo d’affreschi di Tomaso da Modena, che sono proprio nel museo di Santa Caterina, ma anche della Madonna bizantina della veneranda abbazia di Follina, ma anche alle incomparabili opere di Carlo Conte, scultore di Moriago della Battaglia, estroso e scontroso del quale molte cose possono dire in aneddoti e in testimonianza anche Simon Benetton e Carlo Balljana e molti altri che lo hanno conosciuto nel suo travaglio artistico e umano. E Conte viene da quel fazzoletto di terra trevigiana a ridosso del Piave e del Soligo che ha dato i natali a una generazione di grandi artisti non solo nella pittura o scultura, ma anche nella poesia: è il caso di Giocondo Pillonetto, l’oste-poeta di Sernaglia della Battaglia, per non dire di Andrea Zanzotto. E’ in questa nobilissima scia di grande cultura europea che, anche quest’anno, gli artisti dell’Accademia, con rispetto e consapevolezza, sono ancora qui, a Treviso, in questo meraviglioso luogo d’arte e cultura donatoci dagli antenati che all’arte e alla cultura dedicavano patrimoni ed esistenze che ci consentono oggi di esprimere, per loro, un grande ringraziamento e grande ammirazione. Dobbiamo dire anche, che noi siamo probabilmente un’isola fortunata -ma questo non ci può far dimenticare il dolore altrui- un’isola fortunata, dicevo, perché abbiamo trovato corrispondenza e risposte da istituzioni ed enti pubblici, come da grandi istituti di credito e da privati, che nelle proposte degli artisti dell’Accademia europea riconoscono un grande progetto ideale di comunione e fraternità, che rispetta ciascuno nelle sue idee e credenze. Il folto gruppo di artisti europei che, in questo prestigioso luogo espongono le loro opere recenti, non ha bisogno di gloria o di riconoscimenti, perché sono famosi per meriti loro. Vogliono che al loro esprimersi si dia un luogo, molti luoghi, dove esercitare il dialogo e le relazioni culturali. Solo questo. Senza rapporti relazionali non esiste società umana, non esiste politica, non esiste economia. Nel “patchwork” di un mondo in frammenti che pensavamo la globalizzazione avesse travalicato, gli esperti sono costretti a riconoscere che tutte le grandi trasformazioni avvenute dopo la caduta del Muro di Berlino – trasformazioni che gli statisti definiscono “storiche, o mondiali o epocali” per giustificare il fatto di non averle previste quando cominciavano a manifestarsi - propongono un’Europa e un mondo che non possono fondarsi più solo sul potere dell’economia diventata folle e spesso immorale. Però, lasciatemi dire, in conclusione, che se l’Europa ha sicuramente bisogno di un progetto economico che rassicuri la gente e metta all’angolo i massacratori dei risparmi e del lavoro altrui, nondimeno ha bisogno di un progetto politico unitario e paritario più incisivo e popolare, ma ha soprattutto ancor più bisogno di fondarsi sull’arte che è il linguaggio umano universalmente compreso. Noi, come Accademia, e i nostri artisti, liberi e creativi, questo tentiamo di propugnare, in questa città di Treviso che era internazionale ancor prima che si cominciasse a parlare d’Europa. Presidente Nazionale pittrice prof. Bruna Brazzalotto Via Marmolada, 10 – 31050 POVEGLIANO Treviso - ITALIA [email protected] – +39 0422 872334 - www.accademiaeuropeadellearti.com Curatore Antonio Altinier tel. 0422 361 901 - cell. 328 666 4225 28