De Marco 4 e 11 nov 2014 - Dipartimento di Scienze Umane per
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De Marco 4 e 11 nov 2014 - Dipartimento di Scienze Umane per
In questa lezione… Rappresentazioni della persona con disabilità (da parte degli studenti) Excursus storico Modelli concettuali e operativi Definizioni di disabilità Quando senti il termine «Disabilità» cosa ti viene in mente? Cos’è una rappresentazione? Quali sono le funzioni di una rappresentazione? Quali possono essere i vantaggi delle rappresentazioni? Quali gli svantaggi? Excursus storico Mondo Greco e Romano Medioevo 1500-1600-1700 1800 1900-2000… Mondo Greco e Romano Platone ne «La repubblica » sosteneva «Quanto a quelli che non lo siano (sani nel corpo e nello spirito), i medici lasceranno morire chi è fisicamente malato» Aristotele nella «Politica e De generazione animalium» auspicava una legge che proibiva l’allevamento dei bambini deformi. Seneca nell’Epistulae pensava alla distruzione della «progenie snaturata». Nell'antica Sparta, i bambini malati o deformi venivano gettati dal monte Taigeto. Nell’antica Roma venivano gettati dalla rupe Tarpea. Perché? Ideali della società: Bruttezza e Malattia= Forza (fisica ed intellettuale), Colpa e maligna volontà divina Bellezza Il Signore disse ancora a Mosè: «Parla ad Aronne e digli: nelle generazioni future nessuno dei tuoi discendenti che abbia qualche deformità si avvicinerà per offrire il pane del suo Dio; perché nessun uomo che abbia qualche deformità potrà accostarsi: né il cieco, né lo zoppo, né chi ha una deformità per difetto o per eccesso» (Levitico, 21,16-20). “Rabbi chi ha peccato, lui o i suoi genitori perché egli nascesse cieco? Rispose Gesù: né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è nato cieco perché si manifestassero in lui le opere di Dio”(Giovanni 9 : 1-3). Canevaro, Goussot, 2000 Tardo Medioevo Le «nascite mostruose» erano considerate segni dell’ira divina e preannuncio di imminenti catastrofi. La credenza di quell’epoca era che le persone malformi fossero il frutto di rapporti sessuali con animali o con lo stesso diavolo. Era diffusa l’idea che la causa della nascita di un bambino menomato fosse legata a qualche colpa dei genitori, alla condotta sbagliata nei confronti di Dio e fosse dunque interpretabile come il segno della riprovazione divina che marchiava la famiglia e la sottoponeva a una dura prova (Pompa, 1984). 1500-1600 - Valorizzazione della ragione - Produttività e benessere economico e materiale vengono considerati come segni divini. - Le conoscenze mediche e scientifiche sull’uomo erano scarse - Disabile escluso dalla civiltà perché incapace di partecipare con efficienza al progresso. Considerato zavorra che ostacola il benessere, nemico sociale da cui ci si deve difendere con l’esclusione (Pompa, 1984). - Prime forme di detenzione, allontanamento e segregazione per le persone disabili (carceri, lazzaretti) (Schmitt, 1987). 1500-1600 «Ruota degli esposti» o «degli innocenti» che consentiva di abbandonare in modo anonimo un figlio indesiderato. Attraverso una ruota di legno, posta orizzontalmente, situata nelle pareti delle chiese e comunicante tra interno ed esterno veniva posto il bambino. Il primo utilizzo di tale pratica si fa risalire al 1188, in Italia l’ultima ruota fu chiusa a Padova chiusa nel 1888. Società basata su: produttività, salute e religiosità Disabile: improduttività, malattia ed eresia 1700 Periodo dell’Illuminismo (ideale della Ragione). La disabilità viene intesa come malattia da curare ed oggetto di studio. La disabilità si trasforma da “animalità” ad “anomalia umana”. Diderot: pluralità ed eterogeneità sono alla base dell’organizzazione naturale Persone disabili collocate in opportuni spazi per evitare il «contagio». NO SCOPO EDUCATIVO 1700 1765 in Francia: il medico Philippe Pinel, direttore dell'ospizio di Bicétre a Parigi, propone la riforma degli ospizi, chiedendo maggiore igiene negli ambienti, attrezzature adeguate, riconoscimento della libertà dei pazienti e la fine delle terapie repressive, come le docce gelate o le frustate e l'abolizione delle catene. Selvaggio dell’Aveyron ITARD, frutto dell’isolamento Pinel porta la sua attenzione verso la condizione del paziente e propone un cambiamento di atteggiamento verso la persona (Canevaro, Goussot, 2000). 1700 Ricordiamo che già Comenio (15921609), uno dei padri dell’educazione, sosteneva che ogni persona ha impressa in sé l’immagine di Dio e necessita di realizzare la propria umanità. 1800 Si inizia ad adottare un approccio educativo verso la persona con disabilità, con attenzione sia allo sviluppo cognitivo che affettivo al fine di un inserimento nella società. Sèguin (allievo di Itard) il quale nel 1839 fonda la prima scuola per l’educazione integrale dei ritardati e propone l’integrazione sociale e lavorativa delle persone disabili. Nel 1846 pubblica Traitement Moral, Hygiène, et Education des Idiots. Questo lavoro è considerato il primo libro che tratta in modo sistematico i bisogni speciali dei bambini con disabilità intellettiva. 1900 Primi del 1900: scuole speciali ed istituti medico-psico-pedagogici per i disabili psichici adolescenti ed adulti. Sono principalmente le istituzioni religiose, le Opere Pie e gli Istituti di Beneficienza a prestare assistenza alle persone con disabilità, a provvedere alla loro educazione ed ad avviarle ad un’occupazione lavorativa. 1923 Riforma Gentile: ri-organizzazione sistema scolastico italiano Scuole per normodotati Classi Differenziali per alunni svantaggiati (con quoziente intellettivo poco inferiore a quello normale) Scuole Speciali per alunni con minorazioni psichiche gravi e per handicappati sensoriali della vista e dell’udito 1900 1947: Costituzione Italiana Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Negli anni settanta troviamo le prime sostanziali applicazioni dei principi della costituzione. 1900 Legge 118 del 1971: supera il modello dello scuole speciali (senza abolirle) prescrivendo l’inserimento degli alunni con disabilità, su iniziativa della famiglia, nelle classi comuni delle scuole pubbliche dell’obbligo. 1900 Legge 517 del 1977: diritto alla frequenza scolastica di tutti i portatori di handicap, in classi che non devono superare i 20 alunni. «In tali classi devono essere assicurati la necessaria integrazione specialistica, il servizio socio-psicopedagogico e forme particolari di sostegno secondo le rispettive competenze dello Stato e degli enti locali preposti, nei limiti delle relative disponibilità di bilancio e sulla base del programma predisposto dal consiglio scolastico distrettuale». 1900 Si riconosce l'importanza di interventi educativi individualizzati e finalizzati al pieno sviluppo della personalità degli studenti, prevede attività integrative nell'ambito della programmazione educativa e indica criteri per l'utilizzazione degli insegnanti di sostegno. Dunque: - Abolizione delle classi speciali - Gli studenti disabili vengono inseriti nelle classi comuni - Si crea la figura del docente di sostegno, qualificato da specifica formazione. Al docente di sostegno si affianca l’educatore. Le scuole speciali dal 1958 al 1981 (Fonte Istat) http://www.anep.it/biblioanep/uploads/4f046002-8607dcc2.pdf Breve riepilogo Leggi Italiane sull’Integrazione… Albanese O. (a cura di) (2006, p.52) Legge 104 del 1992 Le norme della Legge 104/92 enunciano il diritto all’Integrazione Scolastica Formazione Professionale Lavorativa Sociale Vengono definiti gli strumenti essenziali dell’integrazione scolastica degli alunni disabili: -- il Profilo Dinamico Funzionale: delinea il funzionamento dell’alunno in termini positivi -- il Piano Educativo Individualizzato per ciascun alunno disabile che indica gli obiettivi formativi e didattici, i contenuti, le strategie ed i criteri di valutazione Breve riepilogo Leggi Italiane sull’Integrazione… Albanese O. (a cura di) (2006, p.52) Dal 2010 □ Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010 □ Regolamento concernente: "Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primara e della scuola secondaria di primo e secondo grado" integrato con le modificazioni evidenziate per i PAS □ Decreto Dipartimentale n.45 del 25 novembre 2013 □ Attivazione di corsi speciali per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e scuola primaria - scuola secondaria di I e II grado □ Decreto Ministeriale n. 1349 del 9 aprile 2014 □ Decreto di autorizzazione all’attivazione all’attivazione dei percorsi formativi abilitanti speciali (PAS) nell’a.a. 2013/2014 2000 4 agosto 2009, MIUR, “Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità” FINE: migliorare il processo d’integrazione degli alunni con disabilità”. […] fornisce indicazioni in materia di integrazione degli alunni i disabili nella scuola. Le direttive impartite si muovono nell'ambito della legislazione primaria e secondaria vigente e mirano ad innalzare il livello qualitativo degli interventi formativi ed educativi sugli alunni portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Nel confermare con la massima forza il principio della piena integrazione nelle classi ordinarie ed alla luce delle esperienze pluriennali fin qui condotte, il documento ripercorre le tappe degli interventi come fin qui concretamente realizzati nella pratica operativa al fine di valutarne la reale corrispondenza ai principi e alle norme che disciplinano la materia. http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/prot4274_09 2000 Legge 3 marzo 2009, n. 18 Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 61 del 14 marzo 2009). «La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, rappresenta un importante risultato raggiunto dalla comunità internazionale in quanto, sino ad oggi, non esisteva in materia di disabilità uno strumento internazionale vincolante per gli Stati […] Nei suoi principi ispiratori la Convenzione non riconosce “nuovi” diritti alle persone con disabilità, intendendo piuttosto assicurare che queste ultime possano godere, sulla base degli ordinamenti degli Stati di appartenenza, degli stessi diritti riconosciuti agli altri consociati, in applicazione dei principi generali di pari opportunità per tutti. Scopo della Convenzione, che si compone di un Preambolo e di 50 articoli, è quello di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da parte delle persone con disabilità. A tal fine, la condizione di disabilità viene ricondotta all'esistenza di barriere di varia natura che possono essere di ostacolo a quanti, portatori di minorazioni fisiche, mentali o sensoriali a lungo termine, hanno il diritto di partecipare in modo pieno ed effettivo alla società. Alla Convenzione si affianca un Protocollo opzionale, composto da 18 articoli, anch’esso sottoscritto e ratificato dall’Italia.» http://www.lavoro.gov.it/AreaSociale/Disabilita/ConvenzioneONU/Pages/default.aspx 2000 5. L'Osservatorio ha i seguenti compiti: a) promuovere l'attuazione della Convenzione di cui all'articolo 1 ed elaborare il rapporto dettagliato sulle misure adottate di cui all'articolo 35 della stessa Convenzione, in raccordo con il Comitato interministeriale dei diritti umani; b) predisporre un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, in attuazione della legislazione nazionale e internazionale; c) promuovere la raccolta di dati statistici che illustrino la condizione delle persone con disabilità, anche con riferimento alle diverse situazioni territoriali; d) predisporre la relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità, di cui all'articolo 41, comma 8, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, come modificato dal comma 8 del presente articolo; e) promuovere la realizzazione di studi e ricerche che possano contribuire ad individuare aree prioritarie verso cui indirizzare azioni e interventi per la promozione dei diritti delle persone con disabilità. 6. Al funzionamento dell'Osservatorio è destinato uno stanziamento annuo di 500.000 euro, per gli anni dal 2009 al 2014. Quindi…. Cos’è la disabilità oggi? Definizioni di disabilità e classificazioni ICIDH (OMS, 1980) (International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps) Malattia / evento lesivo (fisico, sensoriale,...) Menomazione Perdita o anomalia a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche Disabilità Handicap Limitazione o Condizione di perdita svantaggio risultante (conseguente a da un danno o menomazione) disabilità che limita o della capacità di impedisce lo effettuare svolgimento di un un’attività, nel ruolo normale in modo o nei limiti rapporto all’età, al considerati sesso, ai fattori sociali e normali culturali Può essere transitoria o Cambiamenti permanente, reversibile o migliorativi o irreversibile peggiorativi Logica dell’ICDH 80 A seguito di un evento morboso, sia esso una malattia (congenita o meno) o un incidente, una persona può subire una menomazione, ovvero la perdita o anomalia strutturale o funzionale, fisica o psichica. La menomazione può portare alla disabilità, ovvero alla limitazione della persona nello svolgimento di una o più attività considerate “normali”. Infine, la disabilità può portare all’handicap, ovvero allo svantaggio sociale che si manifesta a seguito dell’interazione con l’ambiente. La sequenza descritta non è sempre così semplice: l’handicap può essere conseguenza di una menomazione, senza la mediazione di uno stato di disabilità. Una menomazione può dare origine ad ostacoli nei normali tentativi di instaurare dei rapporti sociali; essa quindi determina l’handicap ma non la disabilità. Inoltre, la sequenza può essere interrotta: una persona può essere menomata senza essere disabile e disabile senza essere handicappata. Infatti… una persona può essere menomata senza essere disabile (per esempio una menomazione che non porti a sensibili restrizioni delle “attività normali”); l’handicap può essere diretta conseguenza di una menomazione (per esempio una menomazione sfigurante, senza dare luogo ad alcuna disabilità, può creare una situazione di svantaggio); una persona può essere disabile senza essere handicappata (per esempio, in dipendenza del grado di compensazione funzionale della disabilità e d’accettazione personale e sociale); certe disabilità possono ritardare lo sviluppo o il riconoscimento di altre capacità, come pure certi handicap che, influenzando il comportamento della persona, possono generare ulteriori disabilità o menomazioni. I Modelli bio-medico e sociale Il modello bio-medico concepiva la disabilità come deviazione dalla normalità a carico di una struttura o funzione psicologica, fisiologica o anatomica, causata da malattia, trauma o altro (Boorse, 1977). Il modello socio-politico identificava la disabilità con un costrutto sociale, costituito da un insieme di condizioni, attività e relazioni (Oliver, 1986). Lo svantaggio sociale percepito dai disabili deriva da un fallimento del contesto sociale nel rispondere ai loro bisogni. Il modello sociale della disabilità è uno strumento euristico che interpreta la disabilità come conseguenza di fattori sociali. La base concettuale è la distinzione tra: ---- menomazione: limitazione funzionale causata da menomazioni fisiche, mentali, sensoriali ---- disabilità: perdita o menomazione delle opportunità di vita normale nella società. Limite: non si valuta la possibilità che una persona con menomazione possa non avere disabilità!!! I Modelli bio-medico e sociale Modello bio-medico Modello sociale Problema Personale Problema Sociale Cura medica Integrazione sociale Trattamento individuale Azione sociale Intervento sulla persona Modificazione ambientale Comportamento Atteggiamenti Politica sanitaria Politiche Adattamento individuale Cambiamento sociale Modello bio-psico-sociale (Engels G.L, 1977) I Modelli bio-psico-sociali BIO PSICO SOCIALE Considerazione delle aree: cognitiva, linguistica, motoria, affettivo-relazionale, comunicativa… ICIDH 1980 International Classification of Impairement Disabilities and handicaps Malattia / evento lesivo (fisico, sensoriale,...) Menomazione Rigidità concettuale (logica consequenziale): si presuppone che a fondamento e causa della situazione di disabilità ci sia la patologia, sorgente di disagio personale. Non si tratta di intervenire su un malato ma di “liberare” le energie progettuali di una persona, consentendogli di costruire la propria storia, al di là di ogni danno Disabilità Handicap Interventi volti a limitare o “guarire” la patologia Ma davvero le difficoltà che la persona può sperimentare nell’esercitare le normali attività dipendono univocamente da un danno di natura patologica? L’handicap non si gioca invece più nei percorsi evolutivi e nella dinamiche relazionali tra individuo e società? Limiti dell’ICDH 80 Handicap come risultato di menomazioni o disabilità. L’ICIDH 80 considerava il mondo fisico e sociale come fisso e immutabile, e non riconosceva né la presenza di barriere ambientali/sociali né l’assenza di facilitatori ambientali/sociali, fattori questi che sono all’origine della disabilità. La classificazione non poteva essere utilizzata per descrivere, e ancor meno per misurare, gli effetti di un ambiente inadatto alla vita delle persone. E il ruolo dell’ambiente? ICF □ Progetto ICF Nel maggio 2001 l’OMS ha pubblicato la "Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e della disabilità", l’ICF, riconosciuto da 191 Paesi come il nuovo strumento per descrivere e misurare la salute e la disabilità delle popolazioni. □ La Classificazione ICF rappresenta un’autentica rivoluzione nella definizione e quindi nella percezione di salute e disabilità, i nuovi principi evidenziano l’importanza di un approccio integrato, che tenga conto dei fattori ambientali, classificandoli in maniera sistematica. Il nuovo approccio permette la correlazione fra stato di salute e ambiente arrivando così alla definizione di disabilità come una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. □ Accettare la filosofia dell’ICF vuol dire considerare la disabilità un problema che non riguarda i singoli cittadini che ne sono colpiti e le loro famiglie ma, coinvolge di tutta la comunità e, innanzitutto, le istituzioni. Disabilità come termine ombrello Disabilità come: una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. La disabilità implica una dis-funzione (mal-funzionamento) a livello di: - Deficit di una funzione o struttura corporea - Difficoltà nell’eseguire attività - Restrizioni nel coinvolgimento in situazioni di vita La disabilità come termine ombrello Nella nuova prospettiva (ICF) la disabilità può indicare ogni menomazione e/o limitazione delle attività, o ancora, una restrizione della partecipazione sociale. Si pone l’accento sull’interazione tra un individuo e i fattori contestuali. Si riconosce che ogni essere umano può avere un decremento nello stato di salute e pertanto sperimentare una disabilità. Non si tratta di un fenomeno che ha luogo solo per una minoranza. La disabilità così intesa non può essere considerata una condizione stabile, ma un processo dinamico che coinvolge l’individuo ed il contesto di appartenenza. Non è uno stato dicotomico ma si distribuisce lungo un continuum (gradi di funzionamento). Il rapporto può comportare ulteriore svantaggio sociale (barriere fisiche/psico-sociali) Il rapporto può essere produttivo (facilitazioni, sostegni)