Il campione vestirà vicentino davanti alle
Transcript
Il campione vestirà vicentino davanti alle
Sabato 19 Dicembre 2009 quotidiano PAGINA 3 Alberto Tomba e Pal Zileri di nuovo assieme alle Olimpiadi di Vancouver Il campione vestirà vicentino davanti alle telecamere di Sky ed Eurosport Alla vigilia del suo quarantatreesimo compleanno è stato ospite dell'azienda di Quinto Vicentino e ha parlato a 360° di sci e programmi futuri con la consueta simpatia Un abito gessato marrone, camicia azzurra e una cravatta che riprendeva con grande eleganza le nuance dei due colori: il tutto portato sopra un fisico, che alla vigilia dei 43 anni, non può certo nascondere il passato da grande sportivo. "Sarebbe bella una foto mentre scio vestito così: l'ho fatta in smoking, ma con un abito ancora no". E' questo l'esordio di Alberto Tomba nella sua due giorni vicentina. Il campione bolognese, quello che è rimasto la mitica "bomba" per gli appassionati di slalom, ha fatto visita alla Forall Pal Zileri nella sede di Quinto Vicentino. Già perchè il rapporto tra l'ex azzurro e l'azienda presieduta da Aronne Miola si è riallacciato, dopo i successi e la collaborazione negli anni '90, in vista di Vancouver 2010. Alle prossime olimpiadi canadesi, infatti, sarà commentatore e inviato speciale per Sky ed Eurosport che seguiranno con un grande dispiegamento di mezzi l'evento. "E' bello ritrovarsi dopo tanti anni - esordisce Tomba in quella che più che una conferenza stampa è stato un incontro informale, pur davanti a giornalisti e telecamere - E' tornato a vestirmi questo grande marchio anche perchè ormai ero... senza abiti. Battute a parte, mio papà era un commerciante di tessuti e avevamo un negozio in centro a Bologna, che oggi però non c'è più". Altrettanto soddisfatto Aronne Miola: "E' un piacere per noi avere di nuovo Alberto Tomba dichiara - E' un bel testimone soprattutto in un mercato interessante come è per noi quello canadese". Aggiunge la figlia Manuela: "Tomba inoltre rappresenta il simbolo italiano per eccellenza per quanto riguarda lo sci". Si tratterà, però, soltanto di una breve parentesi come spiega Alfredo Pevarello: "Con Alberto Tomba siamo rimasti amici - racconta - Ci sentiamo spesso e così è nata l'idea di seguirlo nel suo nuovo ruolo di commentatore. L'esperienza, però, si esaurirà per il momento con le olimpiadi di Vancouver". Già, perchè dopo le sponsorizzazioni nel mondo sportivo legate soprattutto al calcio la Pal Zileri oggi ha altri obiettivi: "Adesso siamo in un altro pianeta rispetto a quando eravamo sponsor del Vicenza o vestivamo la nazionale azzurra - illustra Aronne Miola - Il nostro fatturato per il 70% riguarda l'estero e l'Italia soltanto per un 30%. Le proporzioni, dunque, si sono invertite. Comunque, ricordo con piacere i tempi in cui una volta a Pechino un taxista non mi voleva fare pagare la corsa dopo aver saputo che ero legato al Vicenza, che proprio in quei giorni aveva battuto il Milan in Coppa Italia". E qui si ferma: l'attenzione è rivolta tutta per Alberto che, come suo carattere, parla a ruota libera e non disdegna di affrontare i problemi che attualmente angustiano lo sci mondiale, con un calendario che non tutela certo le esigenze degli atleti. "Nella vita ho fatto sempre di testa mia e più di una volta ho deciso di non scendere in pista perchè non c'erano le condizioni di sicurezza - racconta - La FIS, ha il potere e decide quello che vuole. Lo sciatore, però, è sottoposto a troppi stress: dobbiamo ricordarci che non è una macchina e non ha un telaio a proteggerlo. Certo, a bordo posta oggi ci sono le protezioni, però non basta. Ci sono da rivedere gli orari: ad esempio non si può andare a fare le ricognizioni alle 6 del mattino quando ci sono fuori meno venti gradi. La televisione può aspettare di fronte alla salute e il mio è un consiglio da atleta, o meglio, da ex atleta. Le notturne? Sono un estremo anche se sono sicuramente belle". Già perchè lo sci sta cercando altri momenti di visibilità al di fuori delle gare di coppa del mondo: "Per i tifosi e gli appassionati sono occasioni importanti come è stato di recente a Mosca - continua Alberto - anche se poi viene sempre prima la coppa del mondo". Un circo bianco dove gli attori non sono a suo avviso abbastanza tutelati: "Non c'è un sindacato degli sciatori - spiega - Del resto è un settore che non vuole mettersi contro le istituzioni. Certo è che con i nuovi materiali i rischi sono aumentati: lo sci da slalom, largo e corto, non va bene per gli atleti che hanno determinate sollecitazioni in gara, ma si adatta bene alle esigenze degli amatori. Ben venga, invece, il casco, che oltre ad aumentare la sicurezza ha anche una certa comodità: è caldo, non si bagna come i berretti quando nevica, ti protegge. E dire che in gigante l'ho introdotto io". L'ex Albertone nazionale non è uno che si nasconde dietro ad un dito: le cose le ha sempre dette in modo schietto e diretto anche attirandosi più di qualche antipatia. "In questi vent'anni lo sci non è molto cambiato - prosegue - in più ci sono soltanto le protezioni che ai miei tempi non c'erano". Poi l'amarcord prosegue con qualche aneddoto o rivelazione: "Mi ricordo ancora quando mi presentai ad uno dei primi ritiri a Brunico e mangiai sette scaloppine quando tutti gli altri si accontentavano di un brodino. E, poi, non fu mia mamma ad impedirmi di correre il SuperG: lo decisi io". In vista delle prossime Olimpiadi è inoltre abbastanza fiducioso sulle possibilità azzurre: "I ragazzi ci sono, poi però i risultati in gara dipendono da tante cose. L'importante è arrivare carichi, ma non bloccarsi quando è il momento di scendere in pista. Le mie Olimpiadi sono state perfette e non ci sono stati varianti ad influire sul risultato". I ricordi affiorano sempre più vivi dal passato: dal Tomba Fans club con la mascotte Loris, allo show fatto tra le due manches a Bormio nel '95 quando Alberto sciò in bermuda e cravatta, ai due ori mondiali conquistati nel '96 anche se quella non era la stagione vincente. "Ogni tanto c'è un po' di nostalgia - confessa - anche se quando ho chiuso con lo sci ero davvero nauseato. Sarei potuto andare avanti per altri sei anni, dedicandomi ad una sola disciplina, ed arrivare così alle olimpiadi di Lake Placid e di Torino 2006: sei partecipazioni avrebbero rappresentato un autentico record. Certo, sono rimasto legato al mondo della neve, ma ormai gli sci li ho riposti in cantina da dove ormai tiro fuori soltanto il... vino. Io adesso sono Alberto e non più la bomba"". E con questa battuta Tomba si congeda: l'appuntamento è a Vancouver o alla prossima tappa vicentina. Paola Ambrosetti Alberto Tomba mostra il suo libro e qui posa con Aronne e Manuela Miola