Emergenza GAZA

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Emergenza GAZA
Emergenza GAZA
Aggiornamento n 6
17 settembre 2014
I. QUADRO DELL’EMERGENZA
L'emergenza nella Striscia di
Gaza e nello Stato di Palestina
Dopo 50 giorni di conflitto, il 26
agosto scorso, è stato raggiunto un
accordo tra Hamas e Israele intermediata dall'Egitto - per una
tregua duratura. Entrambe le parti si
sono impegnate a rispettare un
cessate il fuoco illimitato. A breve si
prevede la ripresa dei negoziati
indiretti per trattare altre condizioni
dell’accordo che non sono ancora
stati
definiti.
Tra
questi
la
costruzione di un porto e di un
aeroporto nella Striscia di Gaza,
richiesto
da
Hamas
e
la
demilitarizzazione
dei
gruppi
militanti della Striscia richiesto da
Israele.
4 luglio 2014
I termini iniziali dell’accordo prevedevano l’apertura dei valichi e il controllo degli stessi da parte dell’Autorità
Palestinese, l’estensione della zona di pesca da tre a sei miglia dalla costa della Striscia, la riduzione
dell’estensione della zona cuscinetto, alla frontiera tra Gaza e Israele, da 300 metri a 100 metri dal confine.
Sono 2.131 le vittime palestinesi a conclusione dell'operazione militare israeliana "Protective Edge": 503 i
bambini palestinesi uccisi, 3.106 quelli feriti (di cui circa 1.000 si prevede restino disabili a vita), 54.000 i
bambini senza tetto, e circa 1.500 gli orfani (89 famiglie sono rimaste uccise nel conflitto tra cui 253 donne) a
causa di 50 giorni di bombardamenti dal cielo, dal mare e da terra, uniti alle operazioni terrestri condotte
dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza. L’escalation di violenza più lunga, sanguinosa e distruttiva
avvenuta nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’occupazione israeliana nel 1967.
Tutti i bambini che ne sono stati colpiti mostrano segni evidenti di grave stress emotivo. Un bambino che
abbia un’età di 7 anni di Gaza ha già vissuto 3 conflitti militari. Il numero dei bambini uccisi in questo ultimo
conflitto supera il numero di decessi infantili causati dai precedenti due conflitti; 350 nel 2008-2009 e 35 nel
2012.
Il 9 settembre le Nazioni Unite e il governo palestinese, in conferenza stampa, hanno lanciato un appello per
551 milioni di dollari – circa 427 milioni di euro - per gli aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza.
“La portata dei danni e della devastazione è senza precedenti”, ha detto James Rawley, coordinatore
dell’Onu per i territori palestinesi: “La crisi è lungi dall’essere risolta. Servono aiuti per garantire cibo,
accesso ad acqua potabile, assistenza sanitaria e strutture scolastiche. Gli aiuti richiesti garantiscono una
copertura dei costi di ricostruzione per i primi mesi, ma non rappresentano una soluzione. Abbiamo bisogno
di cambiamenti fondamentali nella Striscia di Gaza. Bisogna trasformare l’attuale situazione caratterizzata da
morte e distruzione in uno scenario di speranza e opportunità. Innanzitutto è assolutamente necessaria una
soluzione politica.”
Le tensioni continuano a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. Il 1° settembre Israele ha annunciato
l’appropriazione di 1000 acri di terra tra Gerusalemme e Gush Etzion per nuovi insediamenti. Dichiarazione
questa, che accresce il rischio di tensioni e violenze.
Il 10 settembre un giovane palestinese è stato ucciso dal fuoco dei soldati israeliani nel campo profughi di
Al-Amari. In generale, negli ultimi giorni si sono registrati violenti scontri a Ramallah, Nablus, Jenin e
Gerusalemme Est tra palestinesi e coloni israeliani.
Conseguenze sulla popolazione e danni alle infrastrutture:
L’ultimo conflitto ha ulteriormente aggravato una condizione umanitaria che era già disastrosa nella Striscia
di Gaza. Le operazioni militari hanno causato un bilancio senza precedenti di vittime – di cui si stima che il
75% siano civili e di questi il 32% bambini (più della metà sotto i 12 anni) - con un numero elevato di feriti.
Una distruzione estesa di indispensabili infrastrutture civili come ospedali e servizi idrici e igienico-sanitari
ulteriormente aggrava le condizioni della popolazione. Nonostante si stiano effettuando riparazioni alle
infrastrutture, la maggior parte della popolazione rimane senza accesso all’elettricità e all’acqua.
Attualmente, si registrano circa 18 ore al giorno di interruzione della fornitura di elettricità e il bisogno di
acqua rimane estremamente elevato.
Più del 50% delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie sono state distrutte o gravemente danneggiate,
lasciando la popolazione di Gaza senza servizi.
Il conflitto ha avuto serie ripercussioni
sull’economia e il sistema produttivo della
Striscia di Gaza.
Le principali aree industriali sono state, infatti,
colpite e riportano gravi danni.
Dalla mattina del 27 agosto, le 473.980
persone rimaste sfollate a causa del conflitto
hanno lasciato i rifugi di emergenza o le
famiglie presso le quali erano stati ospitati, per
fare ritorno nelle loro case. Sono, invece,
approssimatamene 108.000 gli sfollati, le cui
case
sono
state
distrutte
o
rese
completamente inagibili, che hanno quindi
bisogno urgente di trovare un alloggio: 65.000
di queste sono ancora presso i rifugi di emergenza, mentre circa 50.000 sono ospiti presso le famiglie della
Striscia.
Gli sfollati, durante i combattimenti, hanno raggiunto quasi il 30% dell’intera popolazione di Gaza, gruppo
costituito per la maggioranza da donne e bambini.
In totale sono 60.000 le case colpite: 40.000 di queste richiedono interventi modesti, essendo state
danneggiate solo in parte, mentre le restanti 20.000 sono completamente distrutte o rese inagibili perché
altamente danneggiate. I tempi per la ristrutturazione e o la ricostruzione saranno necessariamente lunghi ,
almeno 60-90 giorni. I fondi necessari per ridare una casa alle famiglie che ne sono state private sono della
massima urgenza, considerando anche l’arrivo della stagione invernale.
I bambini palestinesi hanno iniziato l’anno scolastico il 14 settembre; 3 settimane più tardi rispetto al regolare
inizio previsto per il 24 agosto. L’UNICEF e il ministero dell’Istruzione palestinese stanno sostenendo la
campagna “Back to School” per il diritto dei bambini ad andare a scuola.
Migliaia di residuati bellici costituiscono un serio rischio per l’incolumità di contadini, sfollati, tecnici e
operatori umanitari, ma soprattutto per bambini e i ragazzi, specialmente ora che con la tregua vi è un
ingente spostamento di massa di civili per il rientro nelle loro case.
II. PROGRAMMI UNICEF E INTERVENTI DI RISPOSTA
Programmi di emergenza dell’UNICEF a Gaza e nello Stato di Palestina
L’UNICEF ha rivisto i suoi obiettivi programmatici per rispondere ai crescenti bisogni umanitari della
popolazione colpita. Specialmente per quanto riguarda gli interventi nell’ambito del settore “Sanità”,
l’UNICEF ha rivisto l’obiettivo per la fornitura di medicinali salvavita, dei farmaci di base - le cui scorte
risultavano esaurite - e di prodotti sanitari primari.
Nel settore “Acqua e Igiene” gli obiettivi
dell’UNICEF includono il supporto per
riabilitare le condutture idriche e di
smaltimento dei rifiuti fognari, il trasposto
d’acqua mediate autobotti, l’educazione
all’igiene presso le comunità altamente
vulnerabili colpite dall’ultimo conflitto. Come
agenzia leader per guidare le organizzazioni
partner nel settore “Acqua e Igiene”,
l’UNICEF continuerà ad operare per
assicurare una risposta coordinata e
tempestiva
all’emergenza
umanitaria,
inclusi gli interventi in termini di advocacy e
di mobilitazione delle risorse.
Squadre di emergenza per il sostegno
psicosociale e gli Spazi a misura di bambino forniranno servizi di protezione e supporto psicosociale,
compresa l’educazione sul rischio di mine e ordigni inesplosi per famiglie e bambini.
Il meccanismo di monitoraggio e registrazione delle gravi violazioni commesse sui bambini verrà rafforzato,
così come verrà intensificata l’azione di advocacy per migliorare la protezione dei bambini in stato di
detenzione militare.
L’UNICEF supporterà l’accesso in sicurezza all’insegnamento per i bambini in età scolare, incluso il trasporto
protetto alle scuole e la riabilitazione di quelle danneggiate, nonché l’aumento della presenza di personale
addetto alla protezione dei bambini ai check point in Cisgiordania per garantire che possano andare a scuola
in sicurezza. L’UNICEF rivolgerà particolare attenzione alle esigenze degli adolescenti, ragazze e ragazzi,
nelle aree maggiormente a rischio, attraverso attività educative di dopo scuola e programmi socio-ricreativi.
Nei Gruppi di lavoro per settore di intervento (Cluster Groups) con le organizzazioni partner, l’UNICEF
continuerà a guidare la risposta umanitaria nel settore “Acqua e Igiene”, del Gruppo di lavoro del settore
“Protezione dell’Infanzia” e del gruppo di lavoro “Israele/ Territorio Palestinese Occupato” sulle gravi
violazioni commesse sui bambini. L’UNICEF coordinerà con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO)
il gruppo di lavoro sulla “Salute Mentale e Psicosociale” e coordinerà con l’Ong partner Save the Children la
risposta umanitaria del gruppo di lavoro del settore “Istruzione”.
Interventi di risposta all’emergenza a Gaza
Protezione dei bambini vulnerabili
L’UNICEF guida il Gruppo di lavoro del settore
“Protezione dell’Infanzia”. Il gruppo sta
conducendo un attenta analisi sul territorio per
creare una rete di protezione attiva per i
bambini e le loro famiglie lungo tutta la Striscia
di Gaza:
Interventi:
L'UNICEF sostiene le organizzazioni partner
nella verifica delle morti infantili: sono stati
prodotti rapporti quotidiani su uccisioni,
ferimenti e altre gravi violazioni sui bambini.
Per mitigare l’impatto sui bambini e i loro
familiari delle violenze l’UNICEF finora:
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ha fornito supporto al Palestinian Centre for Democracy and Conflict Resolution (PCDCR), sostenendo 5
team/squadre di sostegno psicosociale per assistere almeno 25.000 bambini e le loro famiglie.
ha pre-posizionato per la distribuzione 60.000 opuscoli informativi, per dare indicazioni ai familiari su
come proteggere i bambini in situazioni di pericolo.
realizza messaggi per 5 stazioni radio sui rischi degli ordigni inesplosi, raggiungendo circa 1 milione di
persone; dal 20 luglio ha inviato a 790.000 persone sms con informazioni sulla protezione dei bambini e
sul sostegno psicosociale ed un numero verde (Sawa Helpline 121 - attivo 7 giorni su 7 / 24 ore al giorno)
cui chiedere consigli e supporto. Dal 13 luglio il numero verde ha ricevuto 2.812 chiamate.
800 operatori e volontari nei centri statali d’accoglienza hanno ricevuto un training sui principi
fondamentali per gestire i programmi per la protezione dell’infanzia presso le strutture di emergenza.
Ad oggi 10.427 bambini e adolescenti hanno ricevuto sostegno psicosociale e hanno svolto attività
socio-ricreative. Le attività mirano ad aiutare i bambini ad affrontare l’esperienza traumatica del conflitto.
Il 14 settembre è iniziato a Gaza il nuovo anno scolastico. L’UNICEF e il ministero dell’istruzione
palestinese sostengono la campagna “Back to School”, campagna di interventi per il ritorno a scuola.
L’UNICEF fornisce supporto psicosociale come parte dell’attività scolastica.
Acqua e Igiene
I bombardamenti hanno arrecato gravi danni alle vitali infrastrutture
idriche e fognarie ed interrotto le forniture elettriche. I danni causati
alle condotte idriche e ai pozzi, alle stazioni di smaltimento dei
rifiuti fognari e di trattamento delle acque reflue, hanno
ulteriormente aggravato il sistema idrico e fognario che era già
sovraccarico a Gaza. La situazione attuale implica gravi rischi di
salute pubblica per malattie veicolate da acqua contaminata.
Interventi:
Condizioni idriche ed igienico-sanitarie precarie hanno serie
ripercussioni per i bambini palestinesi, esponendoli a gravi rischi di
malattie veicolate dall’acqua contaminata. Ad ora l’UNICEF:
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in collaborazione con il WFP, sta utilizzando un sistema di
buoni-acquisto -, ad oggi distribuiti a 14.000 famiglie (84.000
persone) vulnerabili (la maggior parte delle quali ha perso casa)
- affinché possano acquistare acqua e prodotti igienici.
L’obiettivo è di raggiungere 50.000 famiglie. Più del 45% di questi buoni-acquisto sono utilizzati per
prodotti per l’igiene.
sta sostenendo il Dipartimento pubblico delle risorse idriche per riparazioni d’emergenza delle reti idriche
e fognarie, fornendo fondi di emergenza.
sta supportando la distribuzione d'acqua potabile per uso domestico tramite autobotti nella città di Gaza.
Ad oggi sono stati distribuiti in città 4.504 metri cubi di acqua, raggiungendo 31.528 beneficiari. Alla
data del 28 agosto, nella Striscia sono stati consegnati 3.794 metri cubi d’acqua a circa 50.000 persone.
Sono state installate 14 stazioni per l’acqua potabile: 6 a Gaza, 5 a Khan Younis e 3 a Beit Hanoun.
oltre 1.500 kit igienico-sanitari per adulti, 1.000 per bambini, 4.000 taniche per l'acqua sono stati
distribuiti.
3.000 poster con messaggi per prevenire il contagio di malattie sono stati stampati e distribuiti presso i
rifugi di emergenza.
Sanità e Nutrizione
Gli ospedali non danneggiati dai bombardamenti hanno continuato a funzionare con scarse risorse e posti
letto limitati. Per sostenere il Ministero della Sanità nelle cure ai feriti, l’UNICEF:
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ha fornito i vaccini necessari per le vaccinazioni di routine in corso nei centri sanitari.
Ha coordinato, con il ministero della Sanità e altri partner, un intervento per offrire servizi sanitari
materno-infantili e cure neo-natali direttamente presso le case e i rifugi, soprattutto nei luoghi più difficili
da raggiungere. Ad oggi 773 madri e 752 neonati hanno beneficiato di tale intervento.
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dopo aver condotto una valutazione dei farmaci prioritari, vaccini, scorte di emergenza, è arrivato nella
Striscia di Gaza - il 10 settembre - un altro carico di scorte mediche e di farmaci essenziali di 90
tonnellate. Tra le scorte anche 49.900 dosi di vaccini anti-penumococcico essenziale per immunizzare i
bambini sotto i 5 anni contro il rischio di meningite e polmonite.
in coordinamento con il Ministero della Sanità sta sostenendo attività di consultorio sull’allattamento al
seno per le madri sfollate presso i rifugi e attività di controllo sul rischio di scoppi epidemici: 1.332 uomini,
1.980 donne e 2.226 bambini hanno sinora partecipato a queste attività di sensibilizzazione.
3.000 poster con messaggi per prevenire il contagio di malattie sono stati stampati e distribuiti presso i
rifugi di emergenza.
Istruzione e partecipazione degli adolescenti
Alla data del 21 agosto 219 scuole risultavano danneggiate di cui 22 risultavano. Per garantire il diritto
all’istruzione e il ritorno a scuola ai bambini e gli adolescenti della Striscia di Gaza l’UNICEF sta:
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coordinando le organizzazioni partner per il settore di intervento Istruzione.
con il ministero dell’istruzione palestinese sta sostenendo la campagna “Back to School” per il ritorno a
scuola il 14 settembre.
coordinando l’intervento di ingegneri per la riparazione degli edifici scolastici danneggiati e tecnici per la
rimozione degli ordigni inesplosi.
provvedendo alla completa pulizia dei 25 edifici scolastici usati come rifugi di emergenza durante i
combattimenti e riabilitandoli per il ritorno a scuola.
fornendo zaini scolastici, materiali di cancelleria, grembiuli, kit di primo soccorso e altri rifornimenti e
suppellettili per la scuola per almeno 130.000 bambini.
Distribuendo buoni acquisto per le famiglie più vulnerabili
Organizzando attività di sostegno psicosociale e socio-ricreative specifiche per bambini e adolescenti
da inserire come parte dei programmi scolastici.
Formando gli insegnanti con appositi training su supporto psicosociale per i bambini e gli adolescenti.
III. FONDI NECESSARI
Fondi necessari per l’emergenza nello Stato di Palestina (luglio - dicembre 2014)
L'UNICEF ha rivisto i suoi obiettivi - dopo la dichiarazione del cessate il fuoco illimitato il 26 agosto– e alla
data del 9 settembre ha stimato necessari 39.878.297 dollari per rispondere ai bisogni umanitari nello Stato
di Palestina nel corso dell’ultima parte del 2014. A fronte dei fondi finora ricevuti, alla data del 15 settembre
l’UNICEF necessita di 39,8 milioni di dollari, essenziali per mettere in grado l’UNICEF di proseguire i
programmi umanitari, inclusa l’erogazione di assistenza medica d’emergenza, servizi idrici e igienico-sanitari,
di istruzione e protezione dell’infanzia.
Settori di intervento
Fondi necessari
Appello
Umanitario 2014
($ usa)
4.729.536
Sanità e nutrizione
Acqua e Igiene
Protezione dell’infanzia
Istruzione
Guida e coordinamento dei Cluster Groups
11.876.216
5.093.875
17.313.401
TOTALE
39.878.297
www.unicef.it - [email protected] – cpp. 745.000
865.269