san donà di piave dialetti - Banca San Biagio del Veneto Orientale

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san donà di piave dialetti - Banca San Biagio del Veneto Orientale
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Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia.
Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 8 · N. 27 · Dicembre 2002
ANTICIPAZIONI :
BILANCIO 2002
CONOSCIAMOCI MEGLIO:
SAN DONÀ DI PIAVE
ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
LAFERT
DIALETTI:
LA B ANCA
IN F RIULI
LA B ANCA PER L ’ ARTE
E LA CULTURA
S. BIAGIO
VENETO E FRIULANO
Varmo
Morsano
al Tagliamento
Sesto
al Reghena
Meduna
di Livenza
Pramaggiore
Gorgo
al Monticano
Cinto
Caomaggiore
Portogruaro
Annone
Veneto
Motta
di Livenza
Cordovado
Gruaro
Teglio Veneto
Concordia
Sagittaria
Chiarano
Cessalto
Ronchis
Palazzolo
dello Stella
Latisana Precenicco
Fossalta
di Portogruaro
S. Michele
al Tagliamento
Lugugnana
di Portogruaro
Marano
Lagunare
Pertegada
Cesarolo
S. Stino
di Livenza
Salgareda
Ceggia
Noventa
di Piave
Fossalta
di Piave
Torre
di Mosto
Lignano
Sabbiadoro
*
Bibione
S. Donà
di Piave
Musile di Piave
*
Caorle*
Sede: Fossalta
Eraclea
di Portogruar
Jesolo
SOMMARIO
Bibione
Auguri
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Anticipazioni sul bilancio 2002
4
Bibione, Caorle, Lignano.
Che stagione è stata?
di Franco Romanin
6
Attività produttive.
Lafert: il successo dell’impegno
di Luciano Sandron
8
La Banca S. Biagio del Veneto
Orientale in Friuli
di Ellesse
10
Conosciamoci meglio.
San Donà di Piave
di Franco Romanin
12
Il dialetto veneto e il friulano
non temono rivali a nord-est
di Franco Romanin
14
Caorle
Ceggia
Cesarolo
Cessalto
Gruaro
Latisana
Lugugnana di Portogruaro
Motta di Livenza
Pertegada
Portogruaro
San Donà di Piave
Teglio Veneto
La Banca per l’arte
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e la cultura
di Luciano Sandron e Nello Gobbato
In breve:
fatti ed avvenimenti
di Ellesse
17
Premi allo studio
19
Anno 8 · N. 27 · Dicembre 2002
In copertina: presepe Chiesa cappuccini
di Portogruaro
Foto: Fotoreporter di Vinicio Scortegagna.
N.B. Le foto interne sono di: Fotoreporter
di Vinicio Scortegagna, Foto Ottica Franceschetto,
Foto Piccolo, Archivio Banca S. Biagio del Veneto
Orientale.
Editrice: Banca S. Biagio
del Veneto Orientale
Viale Venezia, 1
Fossalta di Portogruaro/Ve
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Telefax 0421/789804
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Distribuzione gratuita
o
Gli auguri del Presidente...
Sta per concludersi un anno particolarmente impegnativo per la nostra Banca. I primi mesi dell’anno
hanno visto tutta la struttura impegnata nella complessa operazione di sostituzione della lira con l’euro. Con l’apertura nel mese di giugno della nuova filiale di San Donà di Piave e l’incorporazione, pure
operativa da giugno, della Bcc Sud Friuli (con i due
sportelli di Latisana e Pertegada), gli sportelli della
nostra Banca sono passati da 11 a 14 e la compagine
sociale ha superato i 6.000 soci. Alla fine di maggio
abbiamo avuto la periodica ispezione della Banca
d’Italia, conclusasi a fine luglio con un giudizio complessivamente positivo.
L’espansione dell’articolazione territoriale ha
comportato una rivisitazione del nostro assetto organizzativo, con il rafforzamento in particolare del sistema di controllo dei rischi.
Nonostante il perdurare del momento congiunturale negativo della nostra economia e conseguentemente del mercato borsistico, i dati preconsuntivi sono in linea con il budget ed il risultato economico
pur con l’aumento dei costi rinvenienti dalla fusione,
sarà sicuramente superiore a quello del 2001, grazie
all’aumento dei volumi intermediati.
L’attenzione del Consiglio di Amministrazione si
è concentrata soprattutto sul fronte delle risorse umane; professionalità, impegno, condivisione degli
obiettivi, capacità di fare squadra saranno sempre di
più fattore decisivo di successo. Al processo irreversibile di globalizzazione cui anche la nostra banca non
può sfuggire, dovremo accompagnare una visione locale della clientela ed in particolare dei soci.
Consapevole di amministrare una banca a responsabilità sociale, quale è la nostra banca di credito cooperativo, il Consiglio di Amministrazione sta lavorando con il massimo impegno per individuare le
strategie che consentano di creare «le radici del futuro», un futuro che permetta alla Banca S. Biagio di
continuare ad operare per la crescita economica e
sociale di un territorio sempre più vasto.
Un saluto di benvenuto agli oltre 600 soci della
ex Banca di Credito Cooperativo Sud Friuli, ai quali
chiediamo fiducia nella Banca S. Biagio e per il cui
territorio avremo un occhio di riguardo.
Un doveroso ringraziamento alla direzione, al
Collegio Sindacale ed ai dipendenti tutti per l’impegno profuso con spirito di collaborazione, correttezza e professionalità nello svolgimento dei loro
compiti. Con l’augurio che il 2003 segni la fine di un
periodo caratterizzato da un clima di incertezza e sfiducia e l’inizio di una ripresa stabile e duratura, a
nome del Consiglio di Amministrazione porgo i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo alla Direzione, al Collegio Sindacale, a tutti i dipendenti e collaboratori, ai vecchi e nuovi soci, ai clienti
ed alle loro famiglie.
Franco Anastasia
...e quelli della redazione
Desideriamo aggiungere a quelli del Presidente, anche i nostri auguri per questo anno che si conclude
e che ci ha visti ancora una volta entrare nelle Vostre
case attraverso questo organo di stampa. È stato un
anno quello appena trascorso, che ha visto la grande
famiglia della «S. Biagio» allargarsi ancora una volta,
segno evidente di vitalità, nonostante i centosei anni
di vita dell’Istituto. Abbiamo quindi nuovi amici da
salutare ed a cui rivolgere un particolare augurio di
benvenuto. Agli amici friulani, ed a quelli veneti sandonatesi quindi un particolare Buon Natale e splendido Anno Nuovo da parte di tutta la redazione di
«Noi e Voi» con un «ideale» abbraccio di… ben arrivati. A tutti i nostri lettori ed alle loro famiglie, auguri
di prosperità, benessere e salute, in un mondo che
spetta anche a tutti noi cercare di mantenere, e soprattutto di rendere, sempre migliore e vivibile, per
quelli che ci sono e per quelli che verranno!
Luciano Sandron
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Anticipazioni
sul bilancio 2002
Non sarà un anno buono per il sistema bancario italiano quello
che sta per concludersi: il risultato di gestione è destinato a flettere del 6,5%, dopo il –2,00% del
2001.
Questo risultato è lo specchio
del difficile contesto economico
in cui le banche italiane si sono
trovate ad operare.
In tale quadro diviene ancora
più apprezzabile il risultato
della nostra Banca, che chiuderà
il 2002 con un risultato in linea
con il preventivo e migliore di
quello del 2001.
L’utile lordo si attesterà infatti
sui 4 milioni di euro (circa 8 miliardi delle vecchie lire) e ciò, nonostante il notevole incremento
che faranno segnare i costi per
effetto della incorporazione della
Banca di Credito Cooperativo Sud
Friuli.
In effetti, come sempre succede nelle operazioni di fusione,
nella fase iniziale, a causa delle
necessità di rimodellare sistemi,
processi e procedure, alcune spese tendono addirittura a raddoppiare, per poi normalizzarsi nelle
fasi successive.
Anche sul versante dei dati
patrimoniali la Banca evidenzierà
incrementi importanti, grazie al
contributo delle filiali acquisite
con l’operazione di integrazione
– Latisana e Pertegada – e all’avvio della nuova filiale di San
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Donà di Piave, che sta mettendo
a segno performances che vanno
al di là delle più ottimistiche
previsioni.
Ma tutte le nostre 14 filiali
esprimono una grande vitalità che
si rileva nei seguenti numeri:
• la raccolta diretta supererà probabilmente i 300 milioni di euro
(circa 600 miliardi delle vecchie
lire) con un +20% sul 2001;
• la raccolta complessiva si attesterà intorno ai 600 milioni di euro (circa mille miliardi in lire);
• gli impieghi con clienti raggiungeranno i 250 milioni di euro
(circa 500 miliardi di lire) con un
+26% sul 2001 per un montante
complessivo di circa 750 milioni
di euro (millecinquecento miliardi
delle vecchie lire circa).
Per sostenere ed accompagnare tale poderosa crescita si è
reso necessario incrementare l’organico che a fine esercizio annovererà 109 persone.
Buoni risultati per la nostra
Banca quindi anche nel 2002, i
cui mesi finali ci vedono impegnati a portare a compimento la
fase più delicata dell’operazione
di fusione, quella dell’integrazione operativa, per la cui buona
riuscita, oltre che della disponibilità e spirito di collaborazione di
tutto il personale, è indi- Buoni risultati per la
spensabile il
nostra Banca quindi
sostegno e la
convinta ade- anche nel 2002...
sione ai nostri
obiettivi e progetti di tutti i soci
che, per una Banca come la nostra, rappresentano il punto di riferimento. E, a proposito di soci,
oramai siamo in seimila, che speriamo di vedere numerosi in assemblea per ulteriori approfondimenti e commenti. A presto.
Vittorio Canciani Battain
Direttore Generale
o
n
g
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credit al tuo
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Di
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Hai il sogno di far crescere la tua famiglia,
adottando un bambino o una bambina all’estero?
Noi abbiamo pensato un prodotto su misura per te.
Perché diamo credito al tuo sogno.
[ Chiedi informazioni più dettagliate presso le nostre filiali ]
BIBIONE - CAORLE - LIGNANO
Che stagione è stata?
Quella di quest’anno è stata una
stagione turistica che nessuno potrà incorniciare. Il riferimento va
alle tre spiagge dell’Alto Adriatico: le venete Bibione e Caorle e
la friulana Lignano Sabbiadoro.
Per tutte e tre c’è stato un calo
seppur di non grosse proporzioni,
che ha significato una perdita sia
negli arrivi che nelle presenze. I
dati sono risultati dalle rilevazioni
effettuate dall’azienda di promozione turistica di Bibione-Caorle,
di informazione ed accoglienza
turistica di Lignano Sabbiadoro e
della Laguna di Marano.
Nessuna delle tre località balneari si è salvata da un andamento negativo del mercato turistico
che ha risentito di un’economia
incerta, ed in alcuni casi, di recessione in vari Paesi europei; soprattutto in quelli che portano il
maggior numero di turisti nelle
spiagge dell’Alto Adriatico.
Fino al 30 giugno i dati erano
confortanti e facevano ben sperare, ma luglio ed anche agosto,
periodi solitamente da «tutto esaurito», hanno evidenziato «buchi» in
alberghi e pensioni e parecchi
cartelli (non proprio a ridosso
della spiaggia, ma subito dietro)
annunciavano stanze libere.
Settembre poi, con cali vistosi, ha
sottolineato quelle che erano le
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preoccupazioni degli operatori tu- straniera rilevante, dove tedeschi
ristici già a fine agosto. Signifi- ed austriaci sono risultati i primi
cativo è comunque ciò che emer- frequentatori.
ge dai numeri che fanno di
A Bibione sono arrivati
Bibione (575.639 arrivi) con 402.708 stranieri per 3.532.970
5.193.340 presenze, seppur in ca- presenze; gli italiani si sono piazlo di 154.524 unità rispetto allo zati a 172.931 con 1.660.370 prescorso anno, la prima spiaggia senze. Nell’ordine, la Germania si
dell’Alto Adriatico e la terza è classificata al primo posto con
d’Italia.
197.491 arrivi e 1.901.834 presenBandiera blu e certificazione ze, l’Austria 86.428 arrivi e 633.873
europea Emas sono stati i punti presenze; l’Ungheria, unica con un
qualificanti per
dato estremamenBibione, scelta Quella di quest’anno è stata te positivo 23.457
ancora una volta una stagione turistica che
arrivi, e 169.945;
da una presenza nessuno potrà incorniciare. la Repubblica Ceca,
penosamente in
calo, 27.151 arrivi. E mentre gli alberghi sono rimasti sostanzialmente sui livelli
dello scorso anno l’extralberghiero (campeggi, villaggi turistici,
colonie, case per ferie e alloggi
privati) ha fatto segnare un
–4,5% negli arrivi e un –3,5% nelle presenze.
In una situazione negativa
per il turismo balneare, Caorle
tutto sommato, si è salvata. Le
presenze turistiche nella città lagunare dal primo gennaio e fino
al trenta settembre, hanno registrato un moderatissimo aumento
in 7.427 unità su 3.635.207 pre-
senze annuali. Al calo degli arrivi resi e dai polacchi, anche se il castranieri sono aumentati gli italia- lo è stato generalizzato per tutti,
ni. L’Austria con 105.062 arrivi si tranne che per gli ungheresi, legè confermata la prima, seguita dai germente aumentati. Nel movitedeschi con 87.157 arrivi e mento alberghiero c’è stata dimi783.387 presenze, dai cechi, nuzione degli arrivi degli italiani
22.292 arrivi e 177.206 presenze, compensata da un piccolo audagli svizzeri 12.198 arrivi mento nelle presenze, e un aue 119.228 presenze, dagli olande- mento degli stranieri negli arrivi e
si che con 10.124 arrivi e 127.462 nelle presenze. Nel movimento
presenze, sono stati il vero boom extralberghiero la diminuzione
turistico di Caorle. A soffrire di degli italiani e degli stranieri, sia
più in una situazione di stallo per come arrivi che come presenze,
il turismo di
ha avuto cali che
Caorle, sono Nell’era della globalizzazione vanno dal 3,62%
stati gli alber- non è più tempo di concoral 7,36%. Tutti
ghi,
mentre renza, bensì di iniziative
questi dati conferl’extralberghie- sinergiche che contemplano mano che dopo
ro ha segnato
anni di aumento
anche scambio di turisti tra
un leggero auturistico, il 2002
mento grazie i centri balneari...
ha segnato una
ad un +2,7% sebattuta d’arresto
gnato dai campeggi.
del grande flusso vacanziero verSe Bibione e Caorle piango- so le tre spiagge di Bibione,
no una diminuzione dei turisti Caorle e Lignano.
nella stagione 2002, anche LiLe motivazioni possono essegnano Sabbiadoro non è da me- re molte: l’euro, le economie ralno. Il movimento turistico ha re- lentate in diversi Paesi, la crisi
gistrato in quella che è la più economica e altro. Saranno gli
grossa azienda dell’economia friu- operatori del settore a trarre le
lana, nel territorio di competenza dovute considerazioni.
dell’azienda, 513.108 arrivi con
E intanto le tre località bal3.802.399 presenze. Gli arrivi han- neari continuano a crescere. Gli
no registrato una diminuzione di spazi urbani sono saturi. Lo svi20.291 unità, e le presenze una luppo delle cosiddette «seconde
diminuzione di 169.320. Le pre- case» negli ultimi anni è diventato
senze degli italiani sono state intenso e sembra inarrestabile.
1.770.900, quelle degli stranieri
Le tre località turistiche si
2.031.499.
gonfiano solo nei giorni dei mesi
Il movimento straniero, ri- estivi quando la gente arriva nelle
spetto al corrispondente periodo proprie abitazioni e spesso si pordel 2001, ha registrato una dimi- ta dietro… le provviste, per cui si
nuzione negli arrivi di 14.317 serve poco dei negozi, ristoranti,
unità, pari al 4,62% ed una dimi- e quant’altro offre un centro di
nuzione nelle presenze di 113.263 villeggiatura. Insomma la gente
unità pari al 5,28%.
spende meno; il fenomeno si avTra gli stranieri risultano in verte non solo in un settore seprima fila gli austriaci, seguiti dai condario seppur importante come
tedeschi, dai cechi, dagli unghe- l’abbigliamento, ma in generale. E
7
questo, unitamente all’andamento
non esaltante della stagione, è un
campanello d’allarme che dovrebbe indurre tutti ad una riflessione.
La gente ha meno soldi e accorcia le vacanze. I soggiorni poi
per chi non ha una casa propria,
sono più brevi e per molti si
riducono al week-end, aggravando anche i problemi di viabilità
con una villeggiatura «mordi e
fuggi».
Da queste considerazioni si
può anche capire il fenomeno,
cercando soluzioni (e non sono
azzardate), pensando a delle sinergie che possono derivare da
spiagge contigue. Nell’era della
globalizzazione non è più tempo
di concorrenza, bensì di iniziative
sinergiche che contemplino anche
scambio di turisti tra i centri balneari, richiamati da strutture diverse nelle tre spiagge. E perché
no, anche la collaborazione pratica tra le rispettive amministrazioni che pur appartenendo a due
province (Venezia e Udine) e due
regioni (Veneto e Friuli) diverse,
hanno problemi comuni, come le
strategie di mercato, la promozione turistica, ma potrebbero operare insieme anche nei servizi, nella
viabilità e nell’organizzazione di
manifestazioni.
Franco Romanin
Attività produttive: Lafert
IL SUCCESSO DELL’IMPEGNO
È il classico esempio delle capacità imprenditoriali del Nord-Est
basato sul lavoro, sull’impegno
intelligente delle risorse, sulla capacità di fare squadra. È il caso
della Lafert di San Donà di Piave
una della maggiori realtà in fatto
di motori elettrici conosciuta in
tutto il globo, o quanto meno in
gran parte di esso. Lasciamo
all’Amministratore Delegato e direttore finanziario della Spa sandonatese Fabrizio Trevisiol anni
36, raccontarne la storia.
Lafert, che è la capogruppo, è stata costituita nel 1962 da cinque
soci con pari capitali e poteri, infatti come lei vede siamo attorno
ad un tavolo che noi definiamo il
pentagono, cioè cinque lati, successivamente i soci sono diventati
quattro, ed attualmente la proprietà è in mano a tre famiglie:
Trevisiol, Schiavinato e Novello.
La nostra produzione si incentra
sui motori elettrici per qualsiasi tipo di applicazione. La società ha
subito incentrato la produzione
su un’alta qualità, e sulla possibilità anche di produzioni mirate
per settori o clienti specifici. Per
far questo ha messo in piedi la filiera completa, dalle materie prime, alla fusione, allo stampaggio,
all’assemblaggio delle varie componenti per arrivare al prodotto
finito. Ad un certo punto, alla prima generazione è subentrata la
seconda con impulsi ed energie
nuove che hanno portato l’azienda ai traguardi di oggi che sono:
per il marchio Lafert divisione
motori: Lafert Italia con gli stabilimenti di San Donà, Lafert Slovenia, la Icme Italia, la AEG Spagna;
per la divisione automazione:
Lafert Automazioni Italia e Lafert
Elettronica Industriale. Distributori
Internazionali sono: Lafert Gmbh
Germania, Lafert Moteurs Francia,
8
Aeg-Lafert Eletric Motors
Regno Unito, Lafert Motores Eléctricos Spagna, Lafert North america Canada,
Lafert Eletrics Motors
Australia. Il tutto si riassume in 87,4 milioni di euro
fatturati nel 2001 ed in 738 dipendenti. Il motto della nostra azienda si compendia nei termini
Stabilità e Dinamismo, Flessibilità,
Innovazione.
Motori elettrici dunque di alta
qualità per mercati di nicchia sinonimo del marchio Lafert?
Non solamente mercati di nicchia con i marchi Lafert e Aeg, ma
con il marchio Icme prodotto nello stabilimento di Fusignano, sempre tecnicamente ottimi ma di più
basso profilo ed ovviamente di
prezzo che utilizziamo per proteggerci dagli attacchi dei concorrenti
meno qualificati.
Quindi motori e...?
Motori, e motori, di tutti i
tipi. Noi non siamo mai usciti dal
nostro «core business», cioè da
quello che sappiamo fare e quindi siamo molto concentrati sul
motore elettrico. Da una decina
d’anni ma più massicciamente da
circa quattro anni produciamo anche motori particolari per la robotica che sono motori elettrici con
una tecnologia diversa e superiore da quelli tradizionali e sono
prodotti da gennaio negli stabilimenti Lafert automazione di
Noventa di Piave. È un
settore che sta
avendo un notevole sviluppo ed
il fatturato di
questa divisione
cresce esponenzialmente ogni anno. Cliente principale è la Bosch:
in Italia stiamo acquisendo piano, L’Amministratore
piano quote di mercato ed anche Delegato durante
in Germania dove il mercato in l’intervista.
questo settore è molto sviluppato.
Mercato di nicchia, di specializzazione, e la manodopera?
Per la manodopera non abbiamo quei grossi problemi che si
leggono nei giornali, qualche problema per gli specializzati, tornitori ecc. lo abbiamo anche noi,
ma in generale andiamo bene,
anche perché noi facciamo fare ai
nuovi assunti un percorso formativo «on the job» che risolve molti
problemi.
Parliamo della nuova moneta europea e delle sue implicanze nell’aumento dei prezzi?
No, nell’industria non ha portato a nessun aumento di costi,
anzi nel nostro settore alcune materie prime sono diminuite perché
seguono tutte altre logiche, vengono trattate in dollari nei mercati
internazionali quindi, nella stessa
ottica, anche la manodo-
Sotto.
La sede della Lafert.
pera non ha subito aumenti se
non quelli fisiologici.
La vostra rete di vendita come è
strutturata?
La nostra è una rete di vendita mista, in Italia attraverso una
quindicina di agenti, molto fedeli
e molto fidati, ed alcuni distributori. All’estero abbiamo le società
commerciali del Gruppo in alcuni
paesi, in altri attraverso nostri
clienti-distributori, abbiamo poi
anche la vendita diretta in qualche caso.
Noi comunque siamo in grado di sapere almeno all’ottanta
percento dove finiscono i nostri
motori e chi sono gli utilizzatori.
Secondo lei, l’economia come sta
andando?
Il 2000 è stato un anno buono per tutti, nel 2001 abbiamo cominciato a risentire di una certa
contrazione nel portafoglio ordini
che si è accentuata nell’ultimo trimestre, dopo l’11 settembre. Ma il
calo è cominciato nella primavera
del 2001, quando l’economia americana, dopo anni di boom ha iniziato un processo di rallentamento
che l’11 settembre poi ha accentuato ma che era cominciato ben
prima come ho detto. Nel 2002, a
partire da marzo-aprile, abbiamo
avuto una ripresa degli ordini e
del mercato al quale non so ancora dare una risposta precisa.
L’anno quindi sarà ancora un
buon anno, non in termini di fatturato ma in fatto di redditività,
grazie alla politica messa in atto
da un paio di anni di puntare non
sull’espansione, ma sulla maggior
efficienza e miglioramento delle
linee di produzione che ci permetterà di affrontare al meglio la
ripresa di un mercato che sicuramente ci dovrà essere.
In apertura ha detto che la proprietà è nelle mani di tre famiglie,
Lei certamente è un componente
di una di queste, gli altri chi sono
e con che mansioni?
Sì, ci sono io ed altri due fratelli, la famiglia Novello ha due
rappresentanti, due ingegneri, la
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famiglia Schiavinato ha un rappresentante. Sei persone che in
realtà formano sia il Consiglio di
Amministrazione che la prima fascia dirigenziale dell’azienda.
Un’azienda quindi a «guida» familiare?
Possiamo dire di sì. Per la famiglia Trevisiol oltre al sottoscritto
che è Amministratore Delegato e
direttore finanziario di Lafert,
Cristiano Trevisiol Amministratore
Delegato della Icme e Direttore
Commerciale Italia, Luca Trevisiol
che è Amministratore Delegato
dell’AEG che vive a Barcellona,
e Direttore Commerciale e
Marketing Esteri. Per la famiglia
Novello, abbiamo Andrea Novello
che è Direttore Tecnico ed Amministratore Delegato della Lafert
Automazione, Ezio Novello Direttore di Produzione di Lafert a
San Donà e presidente di Lafert
Automazione a Noventa, ed infine
per la famiglia Schiavinato abbiamo il marito di una delle figlieErnesto Striuli che è Presidente di
Lafert e Direttore della Logistica.
Per completare l’organico direttivo
comunque le varie presidenze e/o
Amministratori Delegati sono suddivisi tra di noi. Inoltre la strutturazione è tale da consentire ad
ognuno di eseguire il proprio percorso senza sovrapposizioni, e
questa è una sicurezza di coesione e di collaborazione secondo
noi vincente.
Progettazione, sviluppo di prodotti, innovazioni, sono direttamente
studiate in azienda o le acquisite
fuori?
Le sviluppiamo con nostri
Tecnici in azienda avvalendoci
anche della collaborazione di un
paio di Università, ma le idee nascono qui.
Vorrei concludere con il Vostro
rapporto con la Banca S. Biagio.
È un rapporto nuovo di poche settimane che è nato in seguito ad una operazione importante e strategica per noi, quale
un finanziamento a medio termine per la costruzione del nuovo
stabilimento in Spagna, moderno
e funzionale in sostituzione del
precedente. Abbiamo sentito le
Banche tradizionali senza arrivare
ad un accordo ed abbiamo pensato allora di interpellare anche una
Banca nuova come la «S. Biagio»
con la quale non avevamo mai lavorato. Debbo dire che sono rimasto stupefatto della efficienza e
della velocità con cui è stata seguita e conclusa l’operazione, e
questo, ha fatto entrare la «S.
Biagio» nel nostro circuito dalla
porta principale, per questo spe- Sopra.
riamo di continuare un rapporto Linee di produzione.
proficuo per entrambi. Mi ha fatto
molto piacere il fatto di trovarmi
di fronte la Banca attraverso una
persona, per quel rapporto che ti
consente di capire, trovandoti davanti all’insegna che lì c’è la persona con la quale discuti e risolvi
i problemi, con quel rapporto di
reciproca fiducia che è dato da
una concezione diversa di porsi
che ho scoperto hanno le Banche
di Credito Cooperativo in generale, e la «S. Biagio» in particolare, e
questo mi fa piacere oltre che come industriale anche come sandonatese.
Luciano Sandron
La Banca S. Biagio
del Veneto Orientale in Friuli
La Banca S. Biagio del Veneto
Orientale opera in Friuli dal mese
di giugno 2002 dopo l’incorporazione della Banca di Credito Sud
Friuli, nelle dipendenze di Pertegada e Latisana. Una esperienza
nuova per la «S. Biagio», ed anche
per gli uomini che sono stati chiamati ad operare in quelle sedi ed
anche per i soci-clienti. Per capire
come sta procedendo il processo
di integrazione sentiamo i due responsabili di filiale Walter Cecco
e Sergio Nicolausig.
PERTEGADA
Lei già operava con
la «S. Biagio» nel
Veneto e quindi conosce i metodi di lavoro
di una Banca diversa
dalle altre, che impatto ha avuto
con una clientela diversa anche
per collocazione geografica?
Sicuramente l’impatto c’è stato, anche perché siamo in una
zona, il Friuli, dove una diversità
di agevolazioni a livello istituzionale rispetto al Veneto esiste, anche l’impatto con un dialetto diverso, che comunque capisco
molto bene essendo io di madre
friulana.
La gente come ha reagito ad un
cambiamento che certo non è stato solamente di facce nuove ma
anche di metodica di lavoro?
Inizialmente un po’ freddina,
come è logico incontrando persone diverse, ma questo succede
anche nelle altre filiali quando c’è
il cambio di interlocutore. Per
quanto concerne il modo di operare è evidente che la gente si è
accorta di essere entrata in una
realtà diversa, data anche la struttura della «S. Biagio» rispetto a
quella precedente, una Banca che
anche commercialmente è in gra-
10
do di offrire più servizi e più opportunità e la gente di questo si è
accorta e, piano, piano dimostra
di gradire queste opportunità e di
ricorrere sempre con maggior fiducia ai nostri servizi.
I rapporti con la clientela di una
Banca sono sovente legati a conoscenze personali che generano fiducia e rispetto oltre che per
l’Istituto, anche tra le persone. A
che punto siamo a Pertegada?
Molto bene, siamo, rispetto a
dove operavo prima
in una realtà che è
più paese, e siamo
anche l’unica Banca
per cui i rapporti si
stanno sviluppando
nella maniera giusta, ed io sono
convinto che lo saranno sempre più,
e che la gente si affezionerà sempre più al suo Istituto, riponendo
nello stesso sempre maggiore fiducia.
Le Bcc sono diverse per loro natura dalle altre Banche, si integrano nella comunità per promuovere la crescita anche sotto il
profilo socio-culturale oltre che a
quello economico, che poi ne è la
logica conseguenza. La realtà di
Pertegada sotto questo profilo come si sta comportando?
Opero da un paio di mesi in
questa località, e mi sono già reso
conto che questo è un paese con
molte tradizioni ed associazioni,
che si sono rese conto, merito anche dell’impegno del Consiglio di
Amministrazione che su queste
cose è sempre molto attento, che
la Banca è presente, forse anche
più di prima, ed intende sostenere con forza le attività del paese.
Essere cerniera tra entroterra
agricolo artigianale produttivo e
località a vocazione turistica cosa
significa per la «S. Biagio»?
Significa sapersi proporre
adeguatamente alle diverse componenti con servizi e prodotti
adeguati, e la «S. Biagio» proprio
per la dimensione che ha raggiunto è in grado di operare al
meglio sotto questo aspetto. La linea «Sossia» comincia ad entrare
anche nelle famiglie e nelle realtà
di Pertegada e questo è un segno
che la gente si sta accorgendo
che la nostra Banca offre molte
più opportunità di prima. Per
quanto concerne il comparto turistico si sente una certa influenza,
considerato che abbiamo anche
una clientela straniera specie da
Aprilia Marittima dove stazionano
molte imbarcazioni di proprietà
estera, ed anche operatori da
Lignano; nell’entroterra, non essendoci grandi realtà industriali,
le famiglie e le piccole attività sono la maggioranza della nostra
clientela.
In conclusione si può affermare
quindi che la «S. Biagio» sta entrando nel quotidiano della comunità di Pertegada con la fiducia della gente?
Certamente, la gente ha capito la novità e dimostra di saperla
apprezzare, interessandosi della
vita del loro istituto, in questo
senso anche gli incontri con i soci
hanno una grande importanza.
LATISANA
Sergio Nicolausig.
Lei proviene da
una realtà bancaria diversa dalla «S. Biagio», dove
il modo di operare
era forse diverso;
quali differenze ha riscontrato?
Certamente vi sono delle differenze, alle volte anche molto
sostanziose nel modo di operare,
e questa differenza è dovuta al
diverso modo di proporsi, le banche a grande dimensione si rivolgono e operano in un contesto a
largo spettro, le Banche di Credito Cooperativo operano di solito localmente. Personalmente
aver operato in realtà diverse, mi
ha consentito di portare alla «S.
Biagio» quelle esperienze, e questo secondo me è positivo. La
Banca di Credito Cooperativo ha
un suo bacino di utenza che in
gran parte è il socio-cliente, cioè
la famiglia, l’artigiano, il commerciante toccando solo marginalmente la grande industria.
Oltre che da un istituto diverso, si
trova in una zona di operatività
dove la «S. Biagio» è presente da
un semestre o giù di lì. Quali le
reazioni?
11
La «S. Biagio» è qui
da poco, ma le Banche
di Credito Cooperativo
in questa zona sono già
ben radicate, già qui a
Latisana c’è né un’altra
da circa un anno ed
Latisana certamente non sfugge
a questo contesto; come sta andando?
Direi che è soprattutto per
una Banca di Credito Cooperativo,
preminente il rapporto fra persone, e credo che questa sia l’arma
un’altra è in procinto di arrivare,
poi ci siamo noi da un semestre
subentrati alla Sud Friuli che operava da circa una quindicina d’anni, quindi credo che la gente sappia sicuramente quello che una
Banca può dare. Si può invece dire che noi forse come «S. Biagio»,
importando la mentalità del
Veneto cerchiamo di dare una
mossa in più, forse riusciamo a
dare l’idea di una Banca più dinamica, di una Banca che riesce a
stare vicino al cliente in maniera
diversa a quanto non fosse la
Banca di credito cooperativo tradizionale del Friuli. La «S. Biagio»,
ha delle caratteristiche che la differenziano dalle altre, per dimensioni e per qualità di prodotti già
testati nel Veneto anche per una
clientela particolare, che ancor
più attecchiscono qua. Io sono
qui da sei mesi ed ho constatato
che la clientela accetta ben volentieri questo discorso, sia come socio che in qualche modo diventa
«comproprietario» e quindi cointeressato al buon andamento della
Banca.
Il rapporto Banca-cliente è normalmente un rapporto fiduciario
anche tra le persone. Per le
Banche di Credito Cooperativo è
sovente di: Banca-Socio-Cliente e
vincente per raggiungere i risultati e questo ci permette di mettere
il rapporto sul piano umano che
è quello che a lungo andare, fa si
che il cliente si affezioni alla propria Banca. Se la Banca è vicino
al cliente ed oltre al rapporto, offre anche delle condizioni favorevoli, e noi siamo in grado di farlo, sarà un rapporto conveniente
per entrambi.
Rivolgo anche a Lei la domanda
fatta al collega di Pertegada.
Vicini alla gente e per la gente,
questo il Dna delle Banche di
Credito Cooperativo e la «S. Biagio»
questo Dna lo ha molto sviluppato,
la gente questo lo ha percepito?
Certamente, anche se la «S.
Biagio» opera in questo territorio
da poco tempo, una nostra recente
sponsorizzazione per una Mostra
di Tina Modotti, ha avuto il plauso
anche del primo cittadino per la
gente che è riuscita a muovere.
In definitiva quindi un buon
cammino iniziato bene?
Direi proprio di si.
Anche sotto il profilo di nuovi soci?
Sicuramente, una volta fatto
capire al cliente cosa significa essere soci, l’interessato aderisce
ben volentieri ed entra con convinzione nella compagine sociale.
Ellesse
Conosciamoci meglio
SAN DONÀ DI PIAVE
San Donà di Piave, nome legato
soprattutto alla Prima Guerra
Mondiale, dove l’esercito austroungarico si infranse sulle rive del
fiume sacro alla Patria. Distrutta
durante gli eventi bellici, la città
si risollevò in breve tempo, divenendo negli anni, quello che si
può definire uno tra i maggiori
poli culturali-economici del Veneto Orientale. Al di là degli insediamenti industriali e dei servizi
che hanno fatto registrare uno
sviluppo non solo al cuore della
città, la sua
la loro venuta
espansione va Distrutta durante gli eventi
(186 a.C.), troattribuita anche bellici, la città si risollevò
varono già chi
alla grandiosa in breve tempo, divenendo
abitava queste
opera di bonifica del circon- negli anni, quella che si può
terre e consolidario, con una fieramente definire uno tra i
darono il loro
trasformazione maggiori poli culturali-econo- dominio facenambientale che mici del Veneto-Orientale.
dovi passare la
ha permesso la
famosa strada
valorizzazione agricola di una va- litoranea: la via Annia, dal nome
sta area dall’entroterra al mare. del suo costruttore, il console
Gli albori di quella che è og- Annio Rufo nel 131 a.C., che colgi San Donà di Piave risalgono legava Roma ad Aquileia, attracomunque ad un vasto territorio versando il Piave poco più a sud
chiamato in origine «Terra di San dell’attuale ponte della ferrovia.
Donato». E si è propensi pensare Un ponte di pietra che attraversache il suo nome derivi proprio va il torrente Grassaga, scoperto
dalla Cappella di San Donato: una nel 1923 e lasciato poi in abbanCappella eretta nel 1186, che nel dono tanto da scomparire, fa pen1250, a causa di una piena del sare al passaggio della strada roPiave, era stata trasferita nella zo- mana verso Calvecchia, per
na di Musile, dalla sinistra alla de- piegare poi in direzione di Fossà.
stra del fiume, scomparendo suc- Ritrovamenti romani sono venuti
cessivamente.
alla luce anche nel territorio di
La metamorfosi dell’ambiente Cittanova con una stele di pietra
creata soprattutto dalle inondazio- di M.Tito Salvio, durante uno scani delle acque del Piave divise in vo effettuato in quell’area.
vari rigagnoli, alla carenza di fonti
Con il crollo dell’Impero
scritte e a ritrovamenti archeolo- Romano (nel IV-V secolo), anche
gici di civiltà abbastanza vicine, l’agro sandonatese fu preda delle
non riescono a dare l’esatta data- invasioni barbariche, tanto che gli
zione dei primi insediamenti abitanti si rifugiarono nelle isole
umani. Anche se in quest’area bo- della vicina laguna, assieme ad alschiva, tra la pianura, la laguna e tre genti dell’Opitergino.
l’Adriatico, la presenza dell’uomo
Qui venne fondata Eraclea,
è sicuramente certa. I Romani, al- popolarmente chiamata Cittanova,
12
che da sede vescovile si ridusse
poi ad un semplice villaggio.
Questo portò al ripopolamento
dell’area più a nord in un entroterra più ricco, più salubre e più
adatto alla vita della popolazione
Dopo l’anno mille tutto il territorio divenuto poi territorio di
San Donà, venne diviso tra il
Dogado veneziano con l’inclusione dei villaggi di Cittanova, Chiesanuova e Passarella ed il Patriarcato di Aquileia che ebbe
l’investitura imperiale acquisendo
i centri di Mussetta e Grassaga.
Successivamente proprio a Mussetta i patriarchi di Aquileia ingrandirono il borgo con la
Costruzione di un castello.
Diviso il territorio di San
Donà tra due diverse potestà, atipica fu anche la giurisdizione ecclesiastica con Chiesanuova e
Passerella alle dipendenze dei vescovi di Torcello, Cittanova nella
diocesi omonima e Grassaga e
Mussetta rispettivamente nelle
diocesi di Ceneda (ora Vittorio
Veneto) e Treviso. Da rilevare comunque che, se l’area soggetta al
Dogado veneziano non ebbe fatti
di rilievo per vari secoli, di contro
la «Villa di Mussetta» è ricca di notizie e mutamenti.
Guerre e devastazioni travolsero il territorio sandonatese nei
secoli successivi, soprattutto
Mussetta, feudo dei «da Romano»,
che vide il saccheggio e la sua distruzione ad opera dell’imperatore Sigismondo nel 1411 e demolito anche il suo castello, con
l’alternarsi di vari padroni: da i
«da Camino» ai «della Scala», dai
duchi d’Austria ai «Da Carrara».
Finirono le lotte e i conflitti
solo quando l’intera Marca Trevigiana fra cui il feudo di Mussetta
e anche l’area sandonatese, passarono sotto la bandiera della
Repubblica di Venezia.
Ed è proprio in questo periodo che sorse e si consolidò nel
territorio un nuovo borgo: San
Donà di Piave. Si sviluppò infatti
allora quando la Serenissima affittò i beni di questo territorio alla
nobile famiglia veneziana dei
Trevisan che già erano presenti a
Cittanova, comprando successivamente le terre di Passerella e
Chiesanuova. San Donà divenne
così un ricco e movimentato centro grazie alla costruzione di residenze e magazzini vicino al
Piave, dove gli amministratori (i
gastaldi) gestivano tutte le attività
economiche e commerciali.
Caduta Venezia, con l’avvento di Napoleone, San Donà vide
aumentare le sue funzioni amministrative, diventando «comune»
nel 1806 «sede notarile» nel 1807
e sede di «vice prefettura» nel
1808. San Donà bruciò così le
tappe della sua importante ascesa, tanto che sotto il Regno
Lombardo-Veneto mantenne la
13
sua posizione di capoluogo di
distretto divenendo sede del
commissario.
La crescita urbana di San
Donà, divenuto ormai il centro più
importante tra l’opitergino e il mare, continuò anche dopo l’annessione al Regno d’Italia nel 1866.
Il centro urbano si arricchì di
nuovi palazzi e di costruzioni
commerciali lungo nuove strade,
vicini alla chiesa, opera del «Meduna» del 1821. Ma la grande
epopea di San Donà e del suo
territorio va ascritta alle grandi
opere radicali di bonifica per favorire la produttività della zona e
il conseguente debellamento della
malaria, che trasformarono il
volto di queste terre, con il prosciugamento dell’intera area paludosa e il risanamento ambientale
di enormi proporzioni. Opera
che si protrasse
per decenni interrotta solo dalla Prima Guerra
Mondiale, quando nel 1917 San
Donà fu invasa
dagli austro-ungarici dopo la
disfatta di Caporetto, subendo il
martirio e la distruzione, tanto
che fu insignita della Croce di
Bronzo al valor militare, ripresa
poi nei decenni successivi fino al
totale completamento prima dell’inizio del secondo conflitto
mondiale. Ma era destino che anche la seconda guerra mondiale
arrecasse morte e distruzione a
San Donà, colpita duramente dai
bombardamenti aerei. E per aver
contribuito con l’apporto dei suoi
figli alla Resistenza, la città è stata
insignita con una seconda decorazione: la medaglia d’argento al
valor militare.
Gli ultimi cinquant’anni di
progresso hanno fatto diventare
San Donà, con un’area comunale
di 78,73 km2 e attualmente oltre
35.000 abitanti divisi in 12.530
nuclei familiari, meritatamente la
capitale del basso corso del Piave
e tra i maggiori centri del Veneto
Orientale.
Sede di tutte le istituzioni
economiche e sociali del territorio, San Donà vanta oltre tutto un
buon comparto industriale legato
alla metalmeccanica, al legno, tessile, alimentare e ai materiali da
costruzione, nonché una buona
rete commerciale.
Entrata ormai anche nell’ottica della salvaguardia delle tradizioni di questa terra, oltre ad aver
acquisito uno sviluppo culturale
rilevante, San Donà continua a
conservare anche i suoi legami
con il passato attraverso una delle
più rinomate feste che si celebrano nella zona: la fiera del Rosario, che ha aggiunto da qualche
anno un ulteriore tassello alla riscoperta della propria identità: la
festa della polenta. Le cucine sono quelle delle frazioni e dei borghi di Calvecchia, Chiesanuova,
Cittanova, Fiorentina, Fossà, Grassaga, Isiata, Mussetta di Sopra,
Mussetta di Sotto, Palazzetto,
Passarella, Santa Maria di Piave.
Franco Romanin
Il dialetto veneto e il friulano
non temono rivali a nord-est
È stato fatto un sondaggio qualche
tempo fa tra la popolazione del
Veneto e del Friuli per capire come parla la gente. Forse non ce
n’era bisogno: basta uscire, parlare
con le persone, frequentare luoghi
pubblici per comprendere che la
parlata locale in queste due
Regioni, non è minimamente scalfita dall’italiano. In Veneto e in
Friuli l’uso del dialetto e della lingua madre (il friulano) non vengono intaccati. Li parlano con una
certa frequenza più di tre cittadini
su quattro. Quasi l’80% ha dichiarato di utilizzarli molto o abbastanza spesso, soprattutto nei luoghi di lavoro, compresi oltre il
50% dei giovani, in famiglia o con
gli amici. C’è da dire dunque che
la popolazione veneto-friulana
è ancora attaccata alla parlata
della propria terra. Anche se il
dialetto non è più quello parlato
dai padri e dai nonni, ma ha subito, nel tempo, forti modificazioni, in un processo di costante italianizzazione. Al di là se sia bene
o male parlare con il linguaggio
della propria terra, sta di fatto
che veneto e friulano vengono
continuamente usati nella vita
quotidiana.
L’italiano è sempre stato in
queste terre la prima lingua straniera, infatti lo si impara a scuola.
Il dialetto invece è stato assorbito,
come si dice, assieme al latte della
mamma. Non è mai stato necessario andare a scuola di dialetto.
Perché si parla ancora molto
il dialetto? Perché è più facile (con
gli amici), più vero (in casa) e più
bello (in generale). Forse oggi i
giovani italianizzati usano il «ti
amo». Ma ammesso che ne abbiano il coraggio, è molto più vero,
intimo e impegnativo il «te voio
ben» oppure «i ti voi ben». E anche
una partita a briscola in osteria ha
un sapore diverso se svolta e
14
parlata con il
linguaggio del
posto. Nei tre
ambiti: famiglia,
lavoro e amici, il
grado di utilizzo del
dialetto nel Veneto e del friulano in Friuli, risulta infatti superiore di circa dieci punti nel
Veneto rispetto al Friuli. Ma in
Friuli da quest’anno la lingua friulana si insegna anche a scuola; e
c’è chi sostiene che anche il «veneto» sia tutto sommato una lingua
molto espressiva e non un dialetto, soprattutto il «veneziano» che
mantiene congiuntivi e condizionali che l’italiano va perdendo. Si
afferma insomma che il dialetto
non è un fatto di incultura, ma
uno strumento di identità e di
appartenenza ad una specifica
comunità; un utile strumento interclassista. È stato riscontrato poi
che le motivazioni che sono alla
base dell’uso del linguaggio locale
dalla stragrande maggioranza della
popolazione delle due Regioni,
vanno ricercate in un radicamento
tradizionale.
Nei ricordi, c’è quello che una
volta i vecchi dicevano, ai giovani
che si riempivano la bocca di paroloni, magari appena imparati a
scuola: «Parla come mangi». Ed era
un modo per far capire che la vera lingua è quella nella quale uno
si esprime nei momenti più semplici o più difficili; quando c’è bisogno di aiuto o di piangere o di
ridere.
Ben si sa comunque che la
cultura linguistica non si costruisce con una legge o con un decreto. La lingua che non si aggiorna tramonta, non basta insegnarla
a scuola. Al massimo potrà rivestire la patina della memoria, diventando ricordo più che speranza.
Cosicchè neanche la globalizzazione sarà una minaccia, poiché
questa potrà determinare una
maggiore ricerca di identità.
Altrimenti, il passato della parlata
che è stata insegnata in queste terre, si potrà solo teneramente
ricordarlo. Tra le previsioni c’è anche quella che pronostica per il
futuro la scomparsa dei dialetti. Le
nuove generazioni vedranno la
parlata locale lontana, sparita tra
la globalizzazione e l’eterna rincorsa al simboli del potere. In uno
scenario che probabilmente potrà
avverarsi, l’italiano farà sparire i
dialetti e le lingue minori, e l’inglese l’italiano (l’unica vendetta
sarà parlarlo male, peggio degli
americani).
F. R.
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La Banca per l’arte
e la cultura
Artisti di grande rilievo mondiale
anche per la seconda edizione del
«Festival Organistico Internazionale Città di Fossalta di Portogruaro» a cui la «S. Biagio», nel
continuare ad essere riferimento
di iniziative culturali per la gente
e con la gente, ha dato il suo sostanzioso patrocinio. Una manifestazione quella che si è svolta nel
mese di settembre nelle chiese
fossaltesi che, oltre ai concerti nella parrocchiale San Zenone, ha
avuto attraverso la sezione di:
Musica per organo nella Santa
Messa, un susseguirsi di incontri
musicali con grandi maestri organisti nelle chiese di Villanova
Santa Margherita e San Matteo di
Vado dotate anche esse d’organo.
Ad aprire il «Festival» nella parrocchiale venerdì 6 settembre il coro
Polifonico di Ruda diretto da Daniele Zanettovich, con all’organo
Manuel Tomadin; solisti Felice
Illume, Livio Gallet, Kwon Young-ki.
Matthias Krampe ha riempito la
serata di venerdì 13 con un fiume
di stupende note musicali magistralmente eseguite da quel virtuoso che è, mentre è toccato al cremonese Pietro Pasquini animare la
serata di martedì 17. Venerdì 27
un duo eccezionale: Marco Arlotti
all’organo e Guido Corti al Corno,
hanno mandato in visibilio i presenti con il concerto di chiusura.
Non meno apprezzate le performance di accompagnamento delle
funzioni del sabato e delle domeniche che hanno permesso ai validissimi maestri di dimostrare la loro bravura. La manifestazione che
è stata organizzata dal comune di
Fossalta di Portogruaro Assessorato alla cultura, dalla parrocchia San Zenone, dalla Provincia
di Venezia Assessorato alla cultura, dalla Fondazione Musicale
Santa Cecilia di Portogruaro, dalla
LATISANA: MOSTRA SU TINA MODOTTI
Venerdi 4 ottobre alle ore 18.00 presso il Centro Polifunzionale di via
Goldoni a Latisana è stata inaugurata la mostra «Tina Modotti - vita e
fotografia», un’ampia esposizione di grande pregio realizzata dal
Comune con il sostegno della Banca «S. Biagio» del Veneto Orientale.
La mostra ha presentato una ricca rassegna di testimonianze (fotografie, disegni, gigantografie, testi critici, poesie e immagini video) sulla
complessa vicenda umana e professionale dell’artista friulana, nata a
Udine nel 1896 e morta a Città del Messico nel 1942. Figura poliedrica
e discussa, famosa soprattutto come grande fotografa, ignorata per decenni dalla storiografia ufficiale, la Modotti in questi ultimi tempi viene considerata una delle più significative protagoniste femminili della prima metà del XX sec.
La mostra, rimasta aperta al pubblico fino all’11
novembre, ultimo giorno della tradizionale Fiera
di San Martino, è stata visitata da migliaia di persone. Alla cerimonia di inaugurazione il Sindaco
di Latisana Micaela Sette, l’on. Danilo Moretti e il
prof. Riccardo Toffoletti del Comitato «Tina Modotti» hanno avuto parole di riconoscenza per la
«S. Biagio», sponsor della manifestazione.
Il Presidente Franco Anastasia ha parlato della
banca, delle ragioni che l’hanno portata ad
operare in Friuli e soprattutto del sostegno che
essa offre alle iniziative di carattere socioculturale promosse dalle comunità locali.
Nello Gobbato
Associazione Musicale Vincenzo Lo splendido strumento
Colombo di Pordenone ed As- ed il nuovo tergale.
sociazione Amici della Musica, ha (Foto Piccolo)
avuto il patrocinio della Regione
Veneto, Consiglio Regionale del
Veneto e Provincia di Venezia, oltre che la musica, ha avuto anche
l’opportunità di allestire presso il
Centro Culturale Nievo di Fossalta
di Portogruaro la Mostra del Disco
in vinile – «tracce della sensibilità
musicale», grazie a collezioni private di dischi donate alla biblioteca comunale che diventeranno
quindi la prima pietra per il museo della musica. Un breve cenno
per concludere allo strumento che
esperti e critici definiscono un
«monumento» che è installato nella
parrocchiale fossaltese e che è stato costruito dalla ditta Zanin Cav.
Francesco di Codroipo (Ud). Al di
là delle eccellenti caratteristiche,
l’organo, liberamente ispirato agli
strumenti suonati da J.S.Bach, è
collocato in controfacciata, su
un’ampia cantoria che può sostenere un coro numeroso e nella
balaustra sarà posto il positivo tergale (operazione eseguita giorni
fa. n.d.r.). Tale collocazione è
ottimale da un punto di vista acustico, sia per quanto riguarda l’intelligibile percezione di ogni
singola voce, sia per quanto
riguarda la diffusione del
suono in tutto l’edificio. Le
meccaniche (comprese le
unioni) sono esemplate da
quelle realizzate da Jurgen
Ahrend per il restauro del
celebre strumento costruito
del 1693 da Arp Schnitger
per la chiesa di S. Jacobi
ad Amburgo. L’appuntamento
è ora per settembre 2003.
L. S.
In breve:
fatti ed avvenimenti
Sanità: un passo avanti
La sanità del portogruarese
ha compiuto un’altro passo in
avanti verso quella eccellenza che
è nei piani del ministero, e di cui
l’utente ha particolarmente bisogno. Una sanità in grado di rispondere sia in termini professionali, che strutturali ad un nuovo
modo di dare assistenza. In questo senso, le strutture inaugurate
il 23 settembre 2002 presso
l’Unità Ospedaliera di Portogruaro sono una risposta evidente, come ha tenuto a sottolineare il direttore generale dell’Asl 10 dottor
Giorgio Spadaro nel suo intervento. Il nosocomio di Portogruaro
ha ora una rianimazione e terapia
intensiva capaci di affrontare
qualsiasi emergenza, moderna, all’avanguardia. La terapia intensiva
cardiologica, ovvero l’unità coro-
narica, consentirà di dare assistenza immediata, trattenendo a
Portogruaro quei pazienti acuti
che prima dovevano essere trasferiti in altri ospedali. Ortopedia e
Traumatologia, una specialità
consolidata per l’ospedale portogruarese, è ora dotata di una
nuova sala gessi ed una di pronto
intervento e di cinque ambulatori
per visite diagnostiche. Il servizio
trasfusionale infine, fuga tutte le
17
le nuove sale operatorie alla memoria del dottor Carlo D’Orlando
stimato chirurgo per tanti anni.
La cooperativa Agricola
Acli San Biagio
festeggia il 40°
perplessità ed ai dubbi che da
tempo circolavano sul mantenimento a Portogruaro della specialità e non soltanto. Locali adeguati ed «incorporati» nella struttura,
consentono un salto di qualità sia
come ricerca che come cura e
prevenzione ed anche come produzione di emoderivati. Un impegno finanziario di circa 800.000
euro, ed i conti in regola, ha tenuto a sottolineare il direttore generale Spadaro la dicono lunga
sul futuro della Sanità nel portogruarese. Il saluto della Regione
Veneto è stato portato oltre che
da una lettera del presidente
Galan impossibilitato a presenziare, da Daniele Stival consigliere
regionale e componente la V
commissione, quella della programmazione sanitaria. Soddisfazione da parte del sindaco di
Portogruaro Gastone Rabbachin,
ma anche richiamo alla particolarità del territorio che essendo area
di confine, merita attenzioni particolari, collaborazione tra regioni
confinanti La cerimonia che si è
svolta alla presenza di molte autorità, cittadini, medici ed operatori sanitari a vari livelli, ha avuto
un momento particolarmente
emozionante, dopo la benedizione dei locali, con la dedica, alla
presenza della vedova, di una del-
Nata nel 1962 su un’intuizione di don Beniamino Zamper, la
cooperativa ha mosso timidamente i suoi primi passi non senza
qualche difficoltà, prima di poter
prendere un passo spedito. E l’orgoglio di averlo fatto solo ed
esclusivamente con mezzi propri
e senza contributi esterni, è stato
ribadito nel corso dell’intervento
per il quarantennale dal presidente Raffaele Battiston, «quello che
vedete qui, e quello che la cooperativa ha in altri luoghi, è frutto
esclusivo del lavoro e dell’impegno dei soci e di coloro che in
questi quaranta anni hanno guidato l’istituzione, nonché del personale che ha sempre dimostrato
capacità, attaccamento, sacrificio
quando era necessario». Le cifre
dicono che i soci sono oltre mille,
provenienti dal Veneto Orientale
e dal vicino Friuli, che la capita-
lizzazione è di diversi milioni di
euro, che il fatturato supera i sei
milioni di euro, che nella sede di
Fossalta, nel 2001, si sono raccolti
ed essiccati circa quattrocentomila
quintali di cereali, che alla sede
di Fossalta si è aggiunto il centro
raccolta a Cinto Caomaggiore, il
mangimificio di Levada, l’azienda
agricola le «Bissone» a San Michele. Bisogna guardare ancora
avanti e restare uniti nelle nuove
scelte e per i nuovi traguardi, ha
detto ancora il presidente. Franco
Anastasia presidente della Banca
S. Biagio, si è complimentato per
il ruolo che la Cooperativa che,
non a caso, porta lo stesso nome
della Banca, ha avuto nello sviluppo non solamente del mondo
agricolo di Fossalta, ma di una
buona parte del Veneto Orientale
radicata come è nel territorio, ed
anche nel vicino Friuli. Anche i
sindaci di Fossalta e di San Michele Bruno Panegai, e Flavio
Maurutto, l’assessore provinciale
Bruno Moretto, il segretario mandamentale dei coltivatori diretti
Paolo Zanotto, ed altri che sono
intervenuti, hanno espresso il loro compiacimento per quanto la
Cooperativa ha fatto, lanciando
anche l’invito ad essere collante
per un settore, quello dell’agricoltura, che dovrà ancora affrontare
sfide molto impegnative. La giornata che si è conclusa con il
pranzo nei capannoni della cooperativa stessa con poco meno di
mille commensali, tra soci, ospiti
ed autorità, era cominciata con la
Santa messa nella parrocchiale
San Zenone presieduta da S.E. il
vescovo di Concordia-Pordenone
Monsignor Ovidio Poletto, al quale il presidente Battiston a fine
cerimonia ha fatto dono dei volumi della storia della chiesa fossaltese e della Banca S. Biagio, e di
un importo da destinare ad opere
di carità diocesana.
Ellesse
Riunioni con i Soci
Grande partecipazione venerdì 8 novembre dei soci della
filiale di Pertegada per l’incontro
18
programmato presso la «Fattoria
dei Gelsi». Un incontro che la
Banca S. Biagio ha oramai messo
in calendario da parecchi anni
con i soci tradizionali, ma che per
quelli della zona friulana di nuova acquisizione è stata una novità.
L’occasione oltre a consentire un
contatto più diretto e sotto un
certo profilo familiare tra organi
direttivi e base sociale, è stata anche quella di conoscere maggiormente la struttura di cui Pertegada ora è parte integrante, ed il
momento conviviale che ne è seguito ha contribuito allo scopo.
Anche l’incontro di venerdì
15 novembre con i soci della zona di Latisana presso il ristorante
«Bella Venezia» ha riscontrato un
ottimo successo di partecipazione
che ha consentito ai vertici della
S. Biagio sicuramente una buona
occasione per entrare nel contesto friulano, ed ai soci di capire
l’importanza di essere integrati in
un’istituzione dalle grandi possibilità di creare e dare sviluppo a
diversi livelli pur rimanendo sempre la Banca di «casa Tua»; insomma una Banca diversa.
Latisana: «Odissea
nella steppa russa»
Alla presenza di un pubblico
numeroso e attento, presentato lunedì 30 settembre nella nuova sala riunioni dell’Oratorio «Maria
Gaspari» di Latisana il libro «Odissea nella steppa russa». Curato da
Enrico Fantin e edito da «la bassa»,
il libro contiene il diario di mons.
Lionello Del Fabbro, parroco abate di Latisana dal 1963 al 1977
morto nel 1981, cappellano militare durante la seconda guerra
mondiale sul fronte russo. Il diario, che abbraccia il periodo compreso tra il 16 luglio 1941 e il 10
marzo 1943, è il racconto cronologico di un dramma che si abbatte
su giovani partiti per una guerra
difficile ignari della sorte crudele
a cui andavano incontro. Male
equipaggiati, impreparati a combattere in condizioni climatiche
spaventose e contro un esercito
agguerrito, si trovano a lottare per
la propria sopravvivenza. Nel diario di mons. Del Fabbro la paura,
il dolore e la morte si alternano a
momenti disperanza e ad atti di
eroismo dettati spesso dalla disperazione. La figura del cappellano
militare emerge come colui che
conforta gli sfiduciati ed i feriti,
che assiste nei momenti di smarrimento, che porta una parola di fede, che recita le preghiere per i
morti, che alimenta la speranza in
un contesto di tragedia.
Nella presentazione Roberto
Tirelli parla dei cappellani in divisa come di coloro che nel teatro
delle guerre spesso «hanno costituito l’unico aspetto umano in un
contesto disumano». I commenti,
un filmato ma soprattutto la testimonianza diretta di quattro superstiti della campagna di Russia presenti in sala, hanno ricordato agli
intervenuti l’importanza e il dovere di non dimenticare una tragedia che è diventata parte della
storia del popolo friulano. Pensare
agli 85.000 soldati italiani morti
sul fronte orientale, «Odissea nella
steppa» oltre ad un racconto che
commuove, è un atto di grande
denuncia contro la guerra.
Nello Gobbato
Sono stati un bel numero gli studenti che nel corso
dell’anno scolastico 2001/2002 si sono distinti
nel loro impegno scolastico, e come sempre la Banca
S. Biagio ha inteso dimostrare il suo apprezzamento
ai soci o figli di soci che manifestano il loro
impegno. La cerimonia della consegna dei premi
allo studio, si è svolta il 6 dicembre presso i saloni del
Savoy Beach di Bibione (tradizionale oramai anche
Nominativo
Residenza
il luogo), alla presenza dei premiati e dei loro
familiari che sono stati accolti dalla dirigenza
della Banca e da operatori scolastici che si sono
complimentati con i premiati e hanno augurato loro
di continuare nell’impegno fin qui profuso sia
negli studi, sia nel mondo del lavoro per quelli
che intraprendono questa strada.
Ecco i premiati.
Voto
Specializzazione
L AUREA
Matilde Ambrosio
Sandra Anastasia
Marianna Basso
Ilaria Battiston
Silvia Fagotto
Anna Macor
Eugenio Marin
Marzia Palamin
Cecilia Pizzolotto
Eddi Valvason
Enrica Vida
Giuliano Vidali
San Michele al Tagliamento
Bibione
Bibione
Portogruaro
Cordovado
Fossalta di Portogruaro
Teglio Veneto
Cesarolo
Fossalta di Portogruaro
San Michele al Tagliamento
Portogruaro
Ceggia
110/110 e lode
110/110
110/110
110/110 e lode
110/110
110/110 e lode
110/110 e lode
110/110
110/110
110/110 e lode
110/110 e lode
110/110 e lode
Lettere
Lingue
Scienze dell’amministrazione
Scienze della comunicazione
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Scienze naturali
Storia
Scienze dell’educazione
Fisica
Ingegneria meccanica
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Concordia Sagittaria
Portogruaro
San Michele al Tagliamento
Cinto Caomaggiore
Caorle
Portogruaro
Cordovado
Portogruaro
Teglio Veneto
Cesarolo
Gruaro
100/100
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100/100
100/100
100/100
100/100
100/100
100/100
100/100
100/100
100/100
Liceo Scientifico
Liceo Scientifico
Liceo Scientifico
Liceo Classico
Liceo Classico
Liceo Scientifico
Liceo Scientifico
Ragioneria
Liceo Scientifico
Perito Industriale
Ragioneria
Fossalta di Portogruaro
San Donà di Piave
Cesarolo
Cessalto
Gruaro
Bibione
Fossalta di Portogruaro
San Michele al Tagliamento
Cesarolo
Fossalta di Portogruaro
Fossalta di Portogruaro
Fossalta di Portogruaro
San Michele al Tagliamento
Latisana
Bibione
Bibione
Portogruaro
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
Ottimo
M ATURITÀ
Laura Anese
Elena Biason
Elisa Canevarolo
Alessandro Coccolo
Giulia Damiani
Lucio D’Anna
Stefano Dri
Ilenia Giacomel
Michele Giuseppin
Matteo Palamin
Sara Sut
DIPLOMA MEDIA INF.
Tancredi Artico
Romina Boem
Marika Buttò
Elena Crosato
Chiara Daneluzzi
Valentina Fanotto
Monica Ferraresso
Malika Franzo
Matteo Marson
Elisa Martelletti
Valentina Minighin
Martina Moretto
Giulia Santorso
Francesca Scodellaro
Simone Sommaggio
Eva Valent
Marco Valerio
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